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Autore: Nitrotori    16/08/2022    0 recensioni
Annualmente due regni un tempo in perenne guerra, si radunano per ingaggiare in uno scambio culturale per mantenere la ormai duratura pace. Nove talentuosi rappresentanti scelti da entrambi i regni salpano a bordo della nave Fraternity, tuttavia durante il viaggio le loro vite vengono messe in pericolo da un misterioso incidente.
ATTO 1 - Terminato
ATTO 2 - In corso...
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Due Anni Prima…

 

La spada di Harris volò via dalle sue mani per l’ennesima volta, cadendo sul perfetto e curato cortile della reggia reale. Tutto ciò che si udiva in quella splendida giornata primaverile, era il cinguettare degli uccelli e il suono calmo del flusso d’acqua proveniente dalla fontana reale.

Furono attimi di assoluto stupore in cui il giovane Principe era rimasto disarmato e senza parole, di fronte alle abilità impareggiabili del suo leale braccio destro.

Anglia abbassò la guardia e sorrise placida. Era molto raro per il cavaliere esternare così tanto le sue emozioni, evidentemente traeva piacere nell’essere la sua istruttrice.

“State bene Sua Altezza?” Chiese lei.

“Mi hai battuto un’altra volta” Disse lui sospirando “Cosa sei? Una specie di divinità della guerra? Non riesco a leggere i tuoi movimenti.E ti prego basta con questo “Sua Altezza”, puoi chiamarmi Harris”.

“Il mio dovere è proteggervi. E’ normale che sono brava” Ammise lei senza spegnere il suo sorriso, ignorando completamente la seconda parte della frase.

Harris strizzò gli occhi e sbuffò “Sei sempre la solita” Poi le fece un buffo sorriso e afferrò di nuovo la sua spada con la speranza di coglierla di sorpresa “Un’altra volta!”.

La determinazione di certo non gli mancava, ma l’esito era sempre lo stesso per via della sua prevedibilità. Anglia vinceva sempre, non tanto per le sue eccellenti doti di spadaccina, ma perché conosceva bene i pensieri del suo principe, ed era facile trovare il suo punto debole.

Alla fine della giornata però, vincere o perdere non aveva importanza per il giovane principe. Non amava il pensiero di dover togliere la vita ad una persona, di allenarsi per poter uccidere più persone possibili in guerra. Il mondo era in pace, ed era questo ciò che contava e avrebbe fatto di tutto pur di mantenere quello stato per sempre.

“Siete migliorato” Disse poi Anglia, mentre era in ginocchio a fianco a lui, durante una pausa. Harris era disteso sull’erba e osservava il cielo e le sporadiche nuvole muoversi.

Lui sorrise “E tu sei sempre invincibile. E non ti azzardare a dire “devo esserlo per proteggerti” ormai sei un disco rotto”.

Anglia sorrise appena pensando “da che pulpito”, visto la sua insistenza a sottolineare ogni volta quanto lei fosse dedita anima e corpo al suo giuramento di cavaliere.

“Stavo pensando, ci sono anche tante altre cose da fare che tenermi sotto controllo in ogni momento, no? Non hai altri hobby o passioni oltre che ad essere un cavaliere?” Chiese Harris alzandosi da terra.

“Difficile da dire” Rispose lei “Non ci ho mai pensato”.

“Allora pensiamoci insieme!” Esclamò lui sollevandosi da terra e mettendosi seduto “Non fraintendermi, apprezzo molto che tu sia sempre al mio fianco e ti considero una preziosa amica e alleata, come so che un cavaliere del tuo calibro ha prestato un delicato giuramento, ma mi rattrista vederti senza altri interessi”.

Anglia ascoltò il suo principe attentamente “Cosa consigliate?”.

“Un buon libro!” Disse lui convinto alzando un dito “Hai mai sentito parlare della Leggenda dei Nove?”.

“Leggenda dei Nove?” Anglia era perplessa. “Ho paura di non conoscere questa storia”.

Harris si a gambe incrociate, si schiarì la voce, e iniziò a farle un breve riassunto per incuriosirla.

 

La Leggenda dei Nove parla di una gloriosa e epica storia, dove un tempo vi erano nove possenti eroi, tutti fratelli e sorelle, nati dall’amore tra il Primo Uomo e la Prima Donna. La Dea decise di benedire i nove eroi dividendo la sua anima in nove pezzi e ognuno di loro ricevettero una porzione del suo potere, con lo scopo di compiere atti straordinari e infine passare la torcia alle generazioni future. Ma solo uno di loro, solo il più umile e coraggioso ricevette il Frammento di Luce: il nucleo divino che sarebbe servito per governare sugli uomini e costruire un impero degno per accogliere i figli della Dea. 

Ma gli altri otto erano invidiosi di quel potere e fu così indetto un torneo dove si sfidarono a duello! Fu un duello senza esclusione di colpi! Alcun durarono addirittura giorni interi! E nonostante i sentimenti negativi, nessuno di loro si abbassò a sporchi trucchi poiché l’unico modo per ottenere il Frammento Divino, era tramite il coraggio e la determinazione.

 

Harris si alzò in piedi e afferrò la spada “Anglia tu mi ricordi molto uno dei nove eroi della storia!” Esclamò con un grosso sorriso. “Impavida, intrepida, dal cuore forte. Sono certo che ti piacerà molto!”.

Il cavaliere sorrise a sua volta “Sì, sembra molto interessante. Sono molto curiosa sul sapere chi possa aver vinto quel torneo. Mi avete convinto”.

Harris era felice di aver trovato una compagna di lettura, oltre che ad un’ottima insegnante di scherma. 

Quelli erano giorni pacifici, giorni in cui era più facile per entrambi sorridere, finché non avvenne quella tremenda tragedia, in cui le loro vite cambiarono per sempre.

Presente

 

Ai primi barlumi dell’alba del giorno seguente, Anglia si recò all’esterno del Santuario, per dirigersi verso la piccola sorgente acquatica nella foresta. Durante il tragitto, il cavaliere si perse nei ricordi del suo passato al fianco del suo principe, e la sua mente restò distratta fino all’arrivo.

Lì, vicino al piccolo laghetto di acqua cristallina, vide Harris illuminato dai tenui barlumi malinconici del nascere del giorno. Anglia notò nuovamente quanto diverso fosse il suo sguardo e il suo comportamento, rispetto al passato.

Non lo biasimava, lei più di tutti riusciva a comprendere bene quel dolore. Tuttavia Anglia non poteva fare a meno di palesare una forte tristezza nel vederlo così, schiava di quei dolce passato, di quei indimenticabili pomeriggi quando Harris esternava tutti i suoi pensieri a lei.

Un tempo per lei, leggere i pensieri del suo Principe era cosa da poco, ma ora era l’esatto opposto. Non aveva la più pallida idea di cosa stesse pensando in quel momento.

Ma un cavaliere doveva obbedire e basta, questo era il suo giuramento. Restare ancorati al passato, alla speranza di un ritorno ai vecchi fasti, indeboliva la sua mente già gravemente provata. Era troppo tardi per tornare indietro, quel che era successo… era successo.

Quando Harris vide Anglia avvicinarsi, lui sorrise, ma quel sorriso non era minimamente lo stesso di un tempo. In quel sorriso c’erano dubbi, insicurezze, dolore, confusione e anche un pizzico di malizia. 

Da dove provenisse quella negatività, lo sapeva solo lui. Lo teneva per sé, sigillato nel suo cuore, incapace di fidarsi completamente del prossimo, anche se faceva del suo meglio per nasconderlo.

Anglia però aveva paura che il suo principe potesse crollare sotto il peso delle sue responsabilità e della sua fragile psiche. Ma nonostante ciò, la giovane soldatessa restò in religioso silenzio. Non era più nella posizione di contestare le sue scelte, poteva solo servire.

Poi, il silenzio venne rotto dal rumore dei passi sull’erba. Alphonse si era avviato dal Santuario poco dopo Anglia, ora erano tutti e tre riuniti nello stesso posto dove avevano stretto il loro patto di collaborazione.

Quella riunione però fece fatica ad iniziare. Nessuno dei tre disse una singola parola, finché non fu Harris a decidere di rompere il ghiaccio.

“Alphonse, sembri avere qualcosa da dire” Disse Harris facendo lui quello stesso sorriso “Non trattenerti, qualunque cosa si tratti la affronteremo insieme".

Il giovane minatore non era ancora riuscito a metabolizzare la scioccante scoperta di Simon, ma prima o poi sarebbe venuta fuori, assieme alle varie prove a sostegno di quella verità.

Decise quindi di informare il Principe e Anglia di ciò che Simon gli aveva detto quella notte.

Harris ascoltò da inizio a fine tutto ciò che Alphonse aveva da dire e rimase sconcertato.

“Questo è…Dea Misericordiosa” Disse lui profondamente scosso “Quindi è questo il motivo per cui i resti di Piper non hanno manifestato il Rigor Mortis”.

“L’idea è quella sì…” Rispose Alphonse “Non sappiamo ancora se la cosa riguardi solo Piper, ma il sangue ottenuto da Leah potrebbe confermare ogni sospetto. Dovremmo parlarne con lei e aggiornare il gruppo della scoperta”.

Harris si portò la mano sul mento pensoso e preoccupato.

“Invece riguardo il rituale, come sospettavo non ha portato risultati” Disse lui “Troppo facile no? Se davvero esiste un mago nel gruppo, allora si sta certamente prendendo gioco di noi”.

Harris scosse il capo esasperato “Le risorse stanno finendo e il morale è a terra. Di questo passo noi…”.

“Abbiate fiducia in mio Zio” Disse Alphonse deciso.

Harris e Anglia restarono senza parole di fronte allo sguardo determinato del giovane minatore.

“Possiamo ancora farcela, dobbiamo solo collaborare e aiutarlo come possiamo. Stiamo parlando di un eroe che ha salvato migliaia di vite. Solo lui può tirarci fuori da questo disastro”.

Per qualche ragione, Harris sembrò turbato dalle parole di Alphonse ma subito corresse la sua espressione e sorrise.

“Ammiro molto la tua risolutezza Alphonse. Hai perfettamente ragione, abbiamo ancora qualche asso nella manica da usare. Tuttavia, ti ho chiamato qui per parlare di una cosa che Anglia ha scoperto esaminando il corpo di Piper”.

Quella notizia era arrivata in maniera esageratamente improvvisa, a tal punto che Alphonse inizialmente non sembrava aver capito di cosa si stesse parlando. Anglia aveva esaminato quel che restava del corpo di Piper prima di seppellirlo? Per quale motivo?

Ma prima che Alphonse potesse sollevare la questione, Harris fece spiegare ad Anglia quali fossero i risultati di quella fantomatica scoperta.

“E’ successo per caso” Disse lei sempre seria e ligia in volto “C’era uno strano simbolo attorno al collo di Piper, qualcosa di simile a questo” La soldatessa si era presa la briga di disegnarlo su un pezzo di carta. 

Sfortunatamente né loro, né Alphonse sapevano di cosa si trattasse.

“Magari è un tatuaggio?” Disse il giovane minatore pensando alla cosa più ovvia, ma visto gli sguardi preoccupati dei due evidentemente la spiegazione più facile era quella sbagliata Doveva esserci dell’altro.

“Purtroppo stiamo parlando di una bruciatura” Disse Harris “Il che lo rende assai sospetto, quale oggetto può causare una bruciatura lasciando un simbolo simile? E’ troppo innaturale”.

“Forse sarebbe meglio consultarci con Simon” Propose Alphonse “Lui potrebbe saperne qualcosa”.

Harris però sembrò avere dei dubbi sulla cosa.

“No, per ora meglio di no” Disse improvvisamente “Lasciamo che questa informazione resti segreta per il momento. Almeno finché non abbiamo un quadro completo sulle fiale di sangue in possesso di Leah”.

“Ma potrebbe essere un indizio fondamentale” Avanzò Alphonse “Non sarebbe meglio comunicarlo prima?”.

Harris si voltò verso Anglia e la donna sembrò essere d’accordo, facendo un cenno della testa.

“D’accordo, mi fido del tuo giudizio. Anglia ti consegnerà il foglio con il simbolo in questione, sei libero di usare questa informazione come desideri”.

Fu in quel momento che Alphonse decise di confrontarsi con il Principe.

“Sua Altezza, ho notato da un po’ un certo disagio provenire da lei” Disse serio in volto “Temo che lei non sia stato del tutto sincero con me, che mi stia nascondendo qualcosa”.

Harris se lo aspettava e sorrise.

“Immagino che io non sia poi così bravo a mantenere una facciata” Disse con una certa malinconia sul volto.

“Sua Altezza, mi dica tutta la verità, la prego… altrimenti non penso di poterla aiutare”.

Ma Harris spense il suo sorriso e confrontò a sua volta il giovane minatore.

“Conoscere la verità non ti porterà conforto o una soluzione al problema. Ho i miei motivi per tenere segreta la faccenda e non temere, quando sarà il momento ideale ho intenzione di rivelarlo a tutti, non solo a te. Ma per ora sapere questa informazione porterà solo più disagio che altro. Ti prego Alphonse, fidati di me”.

Lo sguardo stanco di Harris preoccupò il giovane minatore. Si chiese perché tenersi sulle spalle quel fardello da solo. 

 

Le conferme al sospetto di Simon arrivarono quando Leah esaminò più volte le fiale di sangue.

Non era cambiato assolutamente nulla, nemmeno con il tempo e i dovuti test. I filatteri erano rimasti immutati.

“Non ci sono dubbi” Disse lui aggiustandosi gli occhiali “Lo stesso fenomeno si applica a tutti quanti noi, ecco perché il corpo di Piper non presentava il rigor mortis. Il tempo funziona in modo diverso su quest’isola, anzi non penso sia esattamente così che funziona”.

“Ma com’è possibile?” Chiese Leah sconcertata “Cosa può causare questo fenomeno?”.

Simon prese un gesso dai suoi averi e iniziò a usare la liscia e scura parete rocciosa come se fosse una lavagna.

“Sua Altezza e Alphonse hanno scavato una buca per seppellire i resti di Piper. Ma nell’arco di una giornata, il luogo in cui è stata scavata la buca, che normalmente dovrebbe essere visibile sul terreno, è tornato in realtà al suo stato originario”.

Aoki si portò una mano sul mento “Quindi non è il tempo ad essere fermo, il tempo si riavvolge”.

Simon annuì “Ci sei quasi. L’isola è perennemente bloccata in una specie di loop temporale, di conseguenza nulla marcisce, e tutto ritorna al suo stato originale una volta che il loop si ripete”.

“Un momento” Alic fece spallucce “Non ha senso. Se così fosse, allora perché abbiamo fame? Perché possiamo comunque interagire con tutto ciò che ci circonda? Se fosse un loop, allora noi dovremmo ripete le nostre azioni all’infinito dico bene?”.

Simon allora sottolineò il verbo “riavvolgere”.

“La risposta ai tuoi dubbi è qui. Aoki ha detto giustamente che il tempo si riavvolge, ed è la conclusione più appropriata, la stessa alla quale inizialmente ero arrivato anche anche io. Ma non è il tempo a riavvolgersi, è la struttura stessa del mondo”.

Simon indicò lo schema sul muro “Se fosse un loop temporale, allora questa spiegazione che ho disegnato sulla parete dovrebbe sparire, giusto? Ma basta guardare la posizione di tutti gli oggetti che ci sono in questo luogo, per capire che non si sono mossi di qui dal momento in cui abbiamo messo piede in questo Santuario. Quindi è la struttura del mondo a rigenerarsi, preservando tutto in modo perfetto, impedendo anche l’invecchiamento”.

Alic scosse il capo “Ti rendi conto di quanto assurda sia questa cosa? Come farebbe quest’isola a rigenerarsi e preservare tutto nel tempo?”.

Simon pensò a molte cose in quel momento, ma nulla gli sembrò immediatamente logico, tranne per una cosa.

“La magia bianca che ho visto” Disse portandosi una mano sul volto “Se solo potessi replicare ciò che è successo, forse potrei riuscire a capire qualcosa”.

Leah però era contraria e scosse il capo “Assolutamente no! Hai quasi rischiato di morire Simon!”.

“Me ne rendo conto. Ma se riuscissi a capire il funzionamento di quel sigillo, se riuscissi a stilare una formula, forse potrei dare delle risposte, cielo potrei persino scoprire cos’è davvero l'Enneagramma e…”.

“Falla finita” Orin a quel punto intervenne zittendolo. Alphonse non aveva mai visto suo Zio con quell’espressione. Di solito era sempre sorridente e arzillo, ma questa volta aveva uno sguardo duro e infastidito “Tutto questo non ha importanza adesso. Stiamo qui a perder tempo, quando invece dovremmo concentrarci su cose molto più importanti”.

Il suo intervento duro lasciò tutti senza parole.

“Anche se riuscissimo a capire le diavolerie magiche che stanno avvenendo su quest’isola, il problema principale resta. Siamo senza cibo, senza via di fuga. Dobbiamo agire ORA, o non riusciremo a sopravvivere nei prossimi giorni. Questa non è una spedizione accademica, qui ci sono in gioco le nostre vite. Magia Bianca, tempo che si ripete, sono tutte idiozie! Dateci un taglio e iniziamo a pensare a cose più importanti”.

Harris incrociò le braccia “Mi trovo d’accordo. Simon, per il momento mettiamo da parte l’aspetto accademico e concentriamoci sul sopravvivere”.

Il giovane arcanista seppur infastidito dalla cosa, si aggiustò gli occhiali e annuì “D’accordo, quindi qual è il piano?”.

A quel punto tutta l’attenzione si posizionò su Orin. Nei suoi occhi c'era la stessa determinazione, la stessa forza d’animo che lo aveva guidato a salvare le persone di Steepfall. 

Non avrebbe arretrato di un millimetro, avrebbe fatto di tutto pur di salvaguardare la vita dei suoi compagni e di suo nipote. Lo spirito eroico di Orin brillò come il suo sorriso, che nuovamente apparve sul suo volto. Doveva avere in mente qualcosa, ora non restava altro che ascoltare quale fosse.

Dividersi era pericoloso, questo lui lo sapeva bene, non solo perché l’identità del Killer era ancora ignota, ma anche per l’imprevedibilità della nebbia e dei suoi effetti. E la soluzione per anticipare l’arrivo della nebbia, arrivò da un’inaspettata fonte…

“Bene, Alic… di pure loro cos’hai scoperto”.

“Uh? Io?” L’uomo confuso si indicò con il dito.

“Hai scoperto tu come capire se sta arrivando la nebbia oppure no, dico bene?”.

Tutto il gruppo era sconvolto. Perché quell’informazione stava saltando fuori solo ora?

“Uhm…” Alic si sentì osservato e iniziò a ridacchiare come uno scemo “Ecco, ne siamo davvero certi? Potrebbe essere completamente sbagliato”.

Ma Orin lo fissò in malo modo e il bardo di sentì minacciato dalla possente presenza nerboruta al suo fianco.

“Ok, ok… ho capito, non serve che tu mi prenda a pugni o altro ok? Anche se potrei prenderci gusto sai? Ti conviene cambiare approccio”.

Orin scrocchiò le dita “Vogliamo testarlo davanti a tutti?”.

“VA BENE! OK!” Alic lo fermò e tutto il gruppo si chiese in quale bizzarra relazione erano quei due.

A quel punto Alic illustrò la sua monumentale scoperta.

“Il fatto è questo, il suono all’interno di questo luogo e quello all’esterno l’ho percepito in modo diverso”..

“Ma non mi dire” Disse Aoki amaro. “Questa dopotutto è una caverna”

“No, non è solo per quello, fin lì ci arrivo anche io!” Esclamò lui “Io parlo proprio della vibrazione in sé”.

Nessuno però riusciva a seguirlo, gli sguardi dei presenti erano più confusi che altro.

“Ok, mettiamola su questo piano” Alic ricominciò da capo e biascicò più del dovuto, non era abituato a spiegare cose complesse “Ho un orecchio più allenato del vostro e sono un maestro a suonare il liuto. Semplicemente mi sono reso conto che in alcuni momenti della giornata, percepisco i suoni del mio liuto in maniera diversa dal solito, e questo avviene solo all’esterno, mai all’interno. Ci sono momenti che il suono è normalissimo, altre volte… è diverso, non so come altro spiegarlo”.

“L’identità del suono è differente?” Chiese Simon perplesso.

“Esatto!” Alic indicò Simon “Proprio come dici tu. Ho pensato che magari il liuto fosse semplicemente scordato e dovevo accordarlo, ma lo faccio periodicamente. E casualmente poco dopo che mi rendo conto che il suono è diverso, ecco che arriva la nebbia. Non può essere una coincidenza no?”.

Sorpresi dalla cosa, il gruppo non poté far a meno di provare una certa rabbia nei suoi confronti.

“Perché diavolo non l’hai detto prima?!” Esclamò Leah mettendosi i pugni sui fianchi, con sguardo inquisitorio, pronto a stampagli le nocche sul braccio.

“Perché non sono convinto sia giusto!” Rispose lui con vigore alzando le mani all’avvicinarsi minaccioso di Leah. “Voglio dire, non ho conferme che sia effettivamente così!”.

“Però hai conferme sulla tua abilità di menestrello dico bene?” Chiese Orin.

“Quello sì. Non ci sono dubbi, il suono è assolutamente diverso, la musica è la mia vita, so bene di cosa parlo”.

“Perfetto, allora non c’è bisogno di provarlo”.

Simon si trovò d’accordo “Ok, quindi possiamo capire quando sta arrivando la nebbia, ma come facciamo a comunicare a tutti quanti quando tornare al Santuario?”.

Aoki a quel punto tirò fuori dalla tasca un fischietto. “Possiamo usare questi. Li usavo quando mi addestravo nelle foreste di Kurayami con il mio maestro. Io non ne ho più bisogno, ma se volete emettere un suono molto forte, udibile a chilometri di distanza, potete usare questo fischietto”.

Orin sorrise compiaciuto “E’ perfetto. L’idea quindi è molto semplice. Io e Alic andiamo verso il Relitto e cerchiamo in quelle parti in modo approfondito. Alphonse, Leah e Aoki, voi dirigetevi verso la spiaggia. Conosco mio nipote e so che è in grado di pescare, mentre Leah tu dovresti sapere quali erbe sono commestibili oppure no, dico bene?”

La ragazza annuì “Nessun problema”.

“Aoki, tu invece dovrai proteggerli, Alphonse e Leah non possono affrontare i pericoli da soli. Dovrai essere lì per assisterli. Per quanto riguarda Alic, ci penserò io a farlo rigare dritto e a proteggerlo”.

Il menestrello ridacchio grattandosi il capo “Suvvia non c’è n’è bisogno”.

A quel punto Orin si rivolse ai restanti.

“Sua Altezza e te Anglia, voi restate qui assieme a Simon. Il ragazzo non è ancora in grado di muoversi troppo per via della sua convalescenza”.

Sia Anglia, che Harris non ebbero obiezioni a riguardo.

“Nel caso stia arrivando la nebbia, useremo il fischietto di Aoki per comunicarvi che dovete immediatamente lasciare tutto e tornare al Santuario” Disse infine Orin “E’ tutto chiaro?”.

Il gruppo era pronto ad agire, coeso e coordinato. Tutti i loro ruoli erano stati assegnati e ottimizzati per la realizzazione di un singolo solido obiettivo: trovare cibo, sopravvivere il più possibile, e trovare un modo per scappare da quell’isola infernale.


 
   
 
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