Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Nitrotori    24/08/2022    0 recensioni
Annualmente due regni un tempo in perenne guerra, si radunano per ingaggiare in uno scambio culturale per mantenere la ormai duratura pace. Nove talentuosi rappresentanti scelti da entrambi i regni salpano a bordo della nave Fraternity, tuttavia durante il viaggio le loro vite vengono messe in pericolo da un misterioso incidente.
ATTO 1 - Terminato
ATTO 2 - In corso...
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il gruppo si divise in due.

Il Gruppo A, formato da Aoki, Leah e Alphonse, avrebbe perlustrato la spiaggia e le zone limitrofe, in cerca di pesce o erbe commestibili. Il giovane minatore si era preparato tutti gli utensili per prepararsi una lancia usando il robusto ramo di una pianta.

Il Gruppo B, formato da Orin e Alic avrebbero invece fatto ritorno al relitto, per cercare con attenzione in tutte le cabine e nel caso avessero avuto sfortuna, avrebbero esplorato la zona attorno.

Simon, Anglia e Harris rimasero invece al Santuario, poiché Simon non era ancora in grado di fare sforzi per via della sua convalescenza.

Il tempo stringeva, dovevano agire in fretta prima dell’arrivo della nebbia.

Dopo venti minuti a passo rapido, il Gruppo A era già arrivato nei pressi della baita. Una volta sul posto, i tre si coordinarono su chi Aoki avrebbe dovuto proteggere.

“Và con Leah, la foresta è più pericolosa rispetto alla spiaggia” Disse Alphonse al vigilante.

“D’accordo, se succede qualcosa fa un fischio” Rispose lui.

Leah sorrise al giovane minatore, augurandogli buona fortuna, poi si divisero. Alphonse restò dunque solo, lì dove tutto era iniziato. Ma non c’era tempo per rievocare vecchi ricordi, doveva trovare del cibo e in fretta.

Usò la baita come base per preparare i vari strumenti e realizzò una lancia usando un coltello che suo zio gli aveva prestato. Mentre affilava la punta, Alphonse ripensò al suo coltello trovato accanto a Piper sulla scena del crimine. Chi poteva essere stato e perché? C’era però una cosa che quell’azione gli confermò in modo indiretto: se l’assassino di Piper era davvero un mago, allora la sua magia da sola non gli permetteva di agire indisturbato e dovevano esserci dei limiti, o per lo meno dei dettagli facilmente tracciabili a lui, altrimenti perché mai prendersi la briga di scaricare la colpa su qualcun’altro?

Aveva deciso di collaborare con Harris per cercare la verità sul mago, ma nell’ultimo periodo il giovane principe si comportava in maniera strana. I suoi sguardi, il modo in cui sussurrava ad Anglia senza farsi sentire, la furtività con la quale agiva e scopriva segreti senza dirlo a nessuno, non era affatto normale. 

“Perché tutta questa segretezza, perché Harris non si fida di nessuno?” Pensò Alphonse. “Che segreto stanno cercando di nascondere quei due?”

Ma più si inoltrava in quella spirale di pensiero, più Alphonse si sentì intrappolato in un ciclo vizioso di ansia e dubbi. L’unico modo che aveva per distrarsi da quei pensieri, era di iniziare a pescare.

La lancia era pronta, abbastanza appuntita da poterci infilzare un cervo, quindi uscì dalla baita e si recò verso la spiaggia togliendosi gli stivali.

L’acqua era gelida, ma doveva resistere e farsene una ragione, l’unico modo per vedere qualche pesce era inoltrarsi ulteriormente nelle acque e così fece, ma immediatamente dopo, quando la sensazione di gelo aveva ormai diviso il suo corpo, Alphonse si rese conto che qualcosa non andava. Fu solo una sensazione, che si trasformò in un pensiero persistente, come se qualcosa nella sua mente fosse scattata.

Si guardò attorno e notò che l’acqua era immobile, piatta, allo stesso modo di come se fosse versata in un bicchiere. Non c’era un accenno di vento e il silenzio era così totale, che il giovane minatore riusciva persino a sentire il rumore del suo cuore battere.

Non era normale, nulla di quello che stava vivendo lo era, ma questa volta riuscì chiaramente a percepire che stava avvenendo qualcosa di decisamente strano intorno a lui.

Voleva uscire dall’acqua, ma si rese conto di essere paralizzato. Conscio di non riuscire a muoversi, Alphonse fu conquistato dal terrore, qualcosa stava strisciando intorno alla sua caviglia, qualcosa di viscido e liscio.

Voleva urlare, tirarsi fuori di lì, ma era incapace di fare o dire qualsiasi cosa se non pensare.

“E’ un sogno… sto sognando” Finalmente si rese conto della stranezza che lo attanagliava. Il modo in cui si era ritrovato in quella situazione era troppo improvvisa e la sola consapevolezza di essere in un mondo onirico, arrestò il suo corpo completamente. Quando ci era finito in quel sogno e come? Ma purtroppo non ebbe il tempo, né l’autocontrollo di pensare razionalmente in quel mondo irrazionale. Quella cosa attorno alla sua caviglia salì sul ginocchio sinistro e poi un secondo tentacolo su quello destro, avvinghiandosi con estrema forza.

Il cuore gli batteva così forte da fargli vibrare il cervello. Era in balia di qualsiasi cosa fosse quella creatura, incapace di svegliarsi, o di muovere un muscolo. Poi una forza incredibile lo trascinò sott’acqua, senza dargli neppure il tempo di trattenere il respiro per l’enorme stupore.

Si chiese incredulo come fosse possibile, fino a pochi istanti prima si trovava in piedi sulla sabbia e ora invece stava affogando in un abisso oscuro di eterna acqua. Quella era un’ulteriore prova che nulla di tutto ciò che stava vivendo poteva essere reale, eppure perché era così lucido? Perché quel sogno lo stava vivendo in modo così vivido? 

E se non lo era? Se lo stava vivendo sul serio? Il pensiero lo terrorizzò, ma non tanto quando quella cosa che lo stava trascinando sul fondo: un ammasso di fauci, fatto di denti, occhi viola, che si muovevano in modo psicotico.

Alphonse inghiottì una quantità d’acqua enorme, i suoi polmoni stavano per cedere, eppure nonostante stesse affogando e sprofondando tra le fauci, era perfettamente conscio.

“No… non può essere vero” Si disse Alphonse in preda alla più oscura agonia che avesse mai provato in vita sua “Non può essere reale, nulla di tutto questo lo è”.

E con quell’ultimo pensiero il suo intero corpo fu centrifugato tra le fauci di quell’orribile mostro.

 

Erano passate due ore da quando il Gruppo A si era diviso. Leah purtroppo non aveva trovato una singola pianta commestibile, ben presto lo sconforto prese il sopravvento.

“E’ inutile…” Disse la ragazza scuotendo il capo “Possiamo esplorare quando vogliamo, ma non troveremo nulla qui. La flora è del tutto identica, come se ci fosse uno schema ben preciso, quasi non sembra vera”.

“Cosa suggerisci di fare allora?” Le chiese Aoki serio “Magari Alphonse ha avuto più fortuna?”.

“Lo spero” Disse lei.”Sarà meglio ricongiungerci con lui allora”.

Aoki fissò a lungo il volto di Leah, così tanto invero che la ragazza arrossì appena.

“Perché mi fissi così? Ho detto qualcosa di strano?”.

“No, sono solo sorpreso. Nel tuo volto non vedo più gli stessi dubbi che avevi prima. Hai più sicurezza, nonostante la situazione".

Leah si gongoló un pochino "Oh mi dai troppo credito. In realtà sono piena di dubbi e paure in questo momento. Ma ho deciso di reagire… non voglio più accettare passivamente tutto ciò che mi circonda. Voglio essere d'aiuto, ovviamente nei limiti delle mie capacità".

La determinazione di Leah rilassó lo sguardo di Aoki, ma immediatamente mutò la sua espressione in una seria e compassata.

Egli si voltò, per evitare che gli occhi di Leah potessero scoprire I suoi tormentati pensieri.

"Andiamo, Alphonse potrebbe avere bisogno di noi".

"Ah…! Aspettami!" Esclamò Leah notando il passo accelerato di Aoki.

E così tornarono indietro verso la spiaggia. Leah non aveva detto una singola parola, scoraggiata dal risultato e dall’innaturalezza di quell’isola. C’erano solo alberi e erba, niente animali, niente uccelli, niente insetti, oltre a loro non esistevano altre forme di vita. Se l’ecosistema di quel luogo era così vuoto, allora come potevano avere una chance di trovare del cibo sulla terraferma?

Distolta l’attenzione per un secondo da quei macabri pensieri, Leah notò che Aoki improvvisamente si era arrestato

“Che succede?” Gli chiese.

Sh…” Lui la zittì e si portò il dito sulla bocca, guardandosi attorno con attenzione. C’era solo silenzio in quella fitta foresta e Leah si sentì improvvisamente agitata. Ma quel silenzio non durò a lungo, era molto debole ma entrambi riuscirono a sentirlo chiaramente. Un urlo, qualcuno stava urlando di dolore.

“Alphonse…” Aoki riconobbe il suo timbro vocale e scattò senza pensare verso la vegetazione.

“Aoki aspetta!” Leah non riuscì a stare al suo passo, ma iniziò ugualmente a correre verso la spiaggia.

Grazie alla sua velocità, Aoki riuscì a giungere in fretta alla baita. Alphonse non era in vista, doveva essersi spostato lungo le coste e infatti, a diversi metri lo trovarono agonizzante sulla spiaggia mentre si dimenava.

Aoki si precipitò verso di lui, ma i suoi movimenti erano rapidi, imprevedibili e innaturalmente violenti.

“Alphonse!” Leah arrivò subito dopo con il fiatone e alla vista del ragazzo completamente uscito di senno, si sentì il cuore stringere.

Alphonse aveva la schiuma alla bocca e gli occhi girati, mentre sferrava manate e pugni, come se stesse lottando contro qualcosa.

“Che diavolo gli è successo?!” Esclamò Aoki tirando fuori il kunai.

“Dammelo”.

“Cosa?”

“Tienilo fermo, al resto ci penso io” Disse Leah seria in volto “Sbrigati!”.

L’autorità con la quale Leah gli aveva ordinato quel compito, lo lasciò interdetto per un breve istante. Doveva avere in mente qualcosa. Aoki dunque non perse tempo, riuscì a trovare un'entrata immobilizzando i suoi arti. Alphonse cercò di liberarsi esibendo una mostruosa forza, posando lo sguardo sclerotico su di lui. Aoki si rese conto che non avrebbe resistito a lungo, qualunque cosa Leah avesse in mente di fare, doveva farlo in fretta.

La ragazza si tirò la manica del grembiule su e staccò la molletta che teneva le fasce ben salde sul suo braccio e si slacciarono mostrando la sua pelle.

Aoki rimase scosso, la cute della ragazza era completamente viola, come se l’intero arto fosse coperto da un orribile livido, con le vene ben visibili e gonfie. La mutazione causata dalla tossina del fungo Abestos aveva sfigurato il suo corpo in modo così grottesco, che la giovane farmacista aveva deciso di nascondere quello scempio dietro delle bende. 

Noncurante la ragazza prese il Kunai e tagliò una vena, mordendosi il labbro inferiore.

“Che cosa stai facendo?!” Esclamò Aoki allarmato.

Leah però non gli rispose, si avvicinò ad Alphonse e gli aprì la bocca tenendogli la mascella ferma con il polso libero. Poi fece scendere i rivoli di sangue che uscivano dalla ferita nella sua bocca.

Aoki restò in silenzio, perplesso e scosso dalle azioni della giovane farmacista e rimase ancora più sgomento quando Alphonse improvvisamente si calmò, arrestandosi e perdendo i sensi.

“Che cosa hai fatto?” Le chiese Aoki liberando Alphonse dalla sua morsa.

Leah si poggiò una mano sulla ferita e abbassò il capo.

“La medicina che ho sviluppato, la panacea in grado di curare ogni ferita, è stata sviluppata usando il mio sangue. Come vedi il mio corpo è mutato perché ho ingerito un estratto di Fungo Abestos. L’ho fatto perché detestavo il mio aspetto, perché volevo un corpo più femminile, più attraente, per far cessare i pregiudizi che tutti avevano su di me”.

Leah si avvolse il polso con le fasce, per nascondere lo stato orribile del suo corpo.

“Ho cercato un modo per guarire, ma non ci sono riuscita e ora mi ritrovo in questo modo. Quindi ho fatto esperimenti sul mio sangue e ho scoperto che è in grado di sanare qualsiasi ferita. Anche quelle mentali…”.

Aoki spalancò gli occhi “Com’è possibile?” Le chiese incredulo.

“Ora non c’è tempo per altre spiegazioni” Rispose lei poggiando una mano sulla fronte di Alphonse “Dobbiamo portare Alphonse subito al sicuro. Tuttavia prima di andare, ho bisogno di un favore”.

“Di che si tratta?” Chiese Aoki.

“Non dire a nessuno ciò che hai visto. Se si venisse a sapere che il mio sangue ha proprietà curative allora io…”.

“Non preoccuparti, il tuo segreto è al sicuro con me”.

Leah si sentì sollevata dallo sguardo fiducioso del vigilante, tranquillizzata anche dal fatto che Alphonse sembrava essersi calmato del tutto.

Aoki a sua volta calmatosi dopo tale evento, si alzò in piedi e un rumore lo fece voltare di scatto verso il bordo dell’oceano. Notò qualcosa di sottile strisciare in mezzo alla rinsacca d’acqua. Fu per un brevissimo istante, talmente veloce che non era sicuro l’avesse davvero visto.

Ad ogni modo, Alphonse aveva subito un duro colpo. Il sangue di Leah lo aveva calmato, ma il suo battito era debole e il colore della sua pelle era pericolosamente pallida. Aveva bisogno di cure e di riposo.

Le ricerche del Gruppo A, terminarono in modo brusco e inaspettato.

 

Aoki e Leah trasportarono tempestivamente Alphonse al Santuario. Per fortuna, il vigilante dell’Est aveva le spalle ben robuste, ed era in grado di trasportare un corpo adulto e correre a discreta velocità.

Leah era sfinita, correre non era decisamente la cosa che le piaceva di più per diversi scomodi fattori, ma la situazione era fin troppo delicata. Portare Alphonse al sicuro era una priorità assoluta per lei, non avrebbe più perso nessuno, non più, né tanto meno Alphonse..

Purtroppo però, le cose si complicarono quando i due raggiunsero il Santuario. 

Una volta dentro, videro uno scenario che ghiacciò il loro sangue.

Simon e il Principe erano entrambi al suolo, con le espressioni doloranti.

“Oh no…” Leah corse subito verso i due.

Aoki sdraiò momentaneamente Alphonse accanto al muro e aiutò Leah.

“Che è successo qui?!” Esclamò lui.

“Sua Altezza! Simon!” La giovane farmacista controllò i loro battiti e per fortuna entrambi erano vivi. Simon era svenuto, mentre Harris sembrò avere ancora i sensi attivi, mentre gemeva debolmente di dolore.

“Sua Altezza, cos’è successo?!” Chiese Leah, esaminando da vicino le sue condizioni precarie. Non aveva ferite, ma c’era un grosso livido sulla nuca, lo stesso metodo che il suo misterioso aggressore aveva usato sulla nave, oltre ad aver presumibilmente aggredito anche Alphonse in passato.

Harris aprì debolmente gli occhi e non appena vide Leah si aggrappò al suo braccio.

“Dov’è Anglia?” Chiese lui.

Aoki si guardò attorno e si rese conto che non c’era traccia della donna.

“Qui non c’è. E’ stata lei?!”.

“No…” Harris scosse il capo stringendo i denti “Lei è corsa dietro all’aggressore, era vestito di bianco”.

La presa sul braccio di Leah si indebolì e Leah lo adagiò cautamente sul terreno.

“Aoki aiutami a portarli nei miei alloggi, hanno bisogno di stare tutti sdraiati su qualcosa di comodo”.

Il vigilante annuì ed eseguì l’ordine. Uno alla volta, tutti i feriti furono trasportati nel corridoio dove Leah riposava. Furono tutti e tre adagiati su dei materassi in modo da poterli tenere sotto controllo.

“So a cosa stai pensando” Disse poi Aoki, anticipando la ragazza “Anglia deve cavarsela da sola, non posso lasciarti da sola qui”.

Leah era indubbiamente preoccupata per lei, ma Aoki aveva ragione. Non si trattava solo di lei, ma anche di tre persone ferite.

In tal caso, c’era solo un modo per risolvere la cosa più velocemente. Leah stava di nuovo per tirarsi su la manica, ma Aoki la fermò.

“No… non farlo”.

“Devo!” Esclamò lei “Se guariscono in fretta, possiamo cercare Anglia!”.

“No, non ce n’è bisogno. Rifletti, non abbiamo certezza assoluta di trovarla, non sappiamo nemmeno dove cercare” Aoki le poggiò una mano sul polso. “Se devi usare il tuo sangue per aiutare qualcuno, fallo quando è davvero necessario, non in modo cieco”.

Leah si morse il labbro e abbassò il capo.

“Hai ragione, scusami…”.

Ma nonostante la situazione piuttosto complicata, a renderla ulteriormente complessa fu l’arrivo di Alic. 

“AIUTO!” Esclamò a gran voce con tono grave. Aoki e Leah accorsero subito all’ingresso e lo videro con le mani sulle ginocchia, affaticato e sudato.

“Alic! Che succede?!” Esclamò Leah allarmata.

“Orin…” Non riusciva a parlare per via del fiatone “Orin è scomparso. Stavamo setacciando la nave e… lui si è allontanato e poi… è svanito. Ho provato a chiamarlo, ma non mi rispondeva”.

Aoki e Leah si guardarono entrambi tesi in volto. Due membri erano scomparsi, Anglia e Orin. E ora avevano una conferma che c’era un’altra persona su quell’isola: con molta probabilità si trattava del vero assassino di Piper.

“Usa il fischietto” Disse improvvisamente Aoki, rivolgendosi ad Alic “Forse se sentono il rumore riescono ad orientarsi e tornare indietro”.

“Buona idea!”

Il bardo uscì dunque fuori e suonò il fischietto. Il suono era potente, soave ed echeggiò nel silenzio assoluto. Ma fu in quel momento che Alic si rese conto di qualcosa.

“Ehi… il suono di questo fischietto. Voglio dire, non l’ho mai sentito prima d’ora ma sembra strano”.

“Non sembra… lo è” Ammise cupo Aoki in volto “Il suono è diverso, non è così distorto”.

“Oh no… la nebbia!” Esclamò Leah.

“Già, sta arrivando”.

Con l’arrivo della nebbia, sia Anglia che Orin sarebbero rimasti dispersi a vagare nella confusione generata dalla foschia, questo riduceva ulteriormente le già esigue possibilità di trovarli.

“Non abbiamo scelta per ora, dobbiamo tornare dentro e aspettare che vada via” Disse Aoki.

E in quel preciso istante si udì quel sussurro, accompagnato da una leggerissima folata di vento. I loro corpi si sentirono improvvisamente rigidi e pesanti.

Leah si portò una mano sulla testa, reggendosi solo grazie alla parete rocciosa davanti all’ingresso.

“Perché succede sempre così?” Si chiese lei.

“Non lo so…” Aoki sentì le gambe pesanti come piombo. Alic invece era così spaventato da essersi metto le mani sulle orecchie tremante come una foglia.

“Non ne posso più di questo dannato posto! Voglio andare a casa!” Gridò.

Ma eccola che infine arrivò, quella eterna nebbia bianca a coprire nuovamente l’intera isola e farla svanire in un mondo che pareva non esistere più.

Soltanto fissare quel bianco assoluto, confondeva i sensi e soffocava le loro menti.

“Entriamo, stare qui non è una buona idea” Disse Aoki.

Entrambi accolsero il consiglio del vigilante e rientrarono.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Nitrotori