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Autore: Star_Rover    20/08/2022    6 recensioni
Jari e Verner sono uniti fin dall’infanzia da un legame che nel tempo è diventato sempre più intenso e profondo. Nell’inverno del 1915 però i cambiamenti sociali e politici che sconvolgono la Finlandia finiscono per coinvolgerli, così i ragazzi sono costretti a separarsi per seguire strade diverse.
Nel 1918 i destini dei due giovani tornano a incrociarsi sullo sfondo di una sanguinosa guerra civile.
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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Ringrazio di cuore tutti i lettori che stanno continuando a seguire questo racconto. Un ringraziamento speciale ai gentilissimi recensori per il prezioso supporto.

 
XIV. Compromessi
 

Kaija uscì dalla piccola chiesa in pietra grigia, scese gli scalini facendo attenzione a non scivolare sul sottile strato di ghiaccio e iniziò ad avviarsi lungo il sentiero nel giardino innevato. Continuò a passo svelto, cercando di allontanarsi dalla piccola folla di fedeli che aveva iniziato a disperdersi al termine della funzione. La ragazza cercò Verner con lo sguardo, avrebbe voluto parlare con lui, sentiva che egli fosse l’unico in grado di comprendere il suo dolore. Quella volta però non riuscì a trovarlo, in chiesa aveva visto solo la madre e il fratello.
Kaija assunse un’espressione preoccupata, era trascorso del tempo dall’ultima volta in cui si erano incontrati, temeva che la sua assenza fosse dovuta a qualcosa di serio. Forse avrebbe dovuto chiedere spiegazioni a Hjalmar.
Ella non ebbe il tempo di riflettere sulla questione. All’improvviso avvertì qualcuno afferrarla per il braccio.
La giovane sussultò per quel gesto inaspettato, ma immediatamente riconobbe il suo amico Kris.
Il ragazzo si approcciò con un rassicurante sorriso.
«Scusami, non volevo spaventarti…ti ho vista prima a messa, sembravi piuttosto scossa. Che cosa ti è successo?» chiese con apprensione.
Lei prese un profondo respiro prima di rispondere.
«Ad essere sincera questo è un periodo piuttosto difficile, devo ammettere che per me niente è stato più lo stesso da quando mio fratello è partito per la guerra»
«Mi dispiace, so che siete sempre stati molto uniti»
«Già, non siamo mai stati separati per tanto tempo. Prego per lui ogni giorno, spero che possa tornare a casa sano e salvo»
«Per quanto possa essere di conforto tutti noi siamo disposti a sostenere i nostri coraggiosi soldati al fronte. Tuo fratello è considerato come un eroe»
La ragazza gradì la sua solidarietà, ma ciò non riuscì a rassicurarla.
Kris la prese a braccetto accompagnandola nella sua passeggiata.
«Sai, non credo che restare sempre sola possa aiutarti ad affrontare questa lontananza» 
«Non sarei di gran compagnia per nessuno in questo momento»
«Sono certo che Jari non vorrebbe vederti così»
Kaija si asciugò una lacrima che era scivolata sul suo viso. 
«Forse hai ragione. In ogni caso non intendevo angosciarti con questi miei pensieri» si scusò.
«Non preoccuparti. È giusto che tu condivida il tuo dolore. Vorrei solo poter fare qualcosa di più»
Kaija avvertì la sua presa stringere sul braccio, con un gesto Kris l’avvicinò ancor più a sé.  
«Dicono che sia nei momenti difficili che si impara ad apprezzare quel che si ha»
«Suppongo che sia così»
I due proseguirono il cammino fino a fermandosi davanti ai cancelli.
«Avrei voluto incontrarti in circostanze più liete, ma devo ammettere di essere felice di stare qui con te»
«Anche a me ha fatto piacere rivederti» rispose per gentilezza.
«Ti conosco da tanto tempo, so che sei abbastanza forte per superare anche queste difficoltà»
«Fatico ancora a credere che tutto questo sia vero. Vorrei risvegliarmi e scoprire che è stato solo un brutto incubo»
«In ogni caso voglio che tu sappia che non devi affrontare tutto da sola. Per qualsiasi cosa potrai sempre contare su di me»
Kris sfiorò la sua mano, ma lei la ritrasse immediatamente, mostrandosi a disagio in quella situazione.
«Adesso devo andare, mio padre mi sta aspettando»
Il giovane lasciò trasparire una certa delusione, era evidente che avrebbe desiderato prolungare ancora la loro conversazione.
Kaija si congedò rapidamente, senza lasciargli il tempo di aggiungere altro.
Egli rimase immobile a fissare la sua esile figura allontanarsi. Con rammarico e frustrazione si accese una sigaretta, maledicendosi per aver sprecato anche quella occasione.
 
***

Il dottor Fredrik Koskinen sistemò i documenti sulla scrivania, poi tornò a chinare il capo sulla lettera che stava scrivendo. Quando terminò di richiudere la busta sollevò lo sguardo da quelle carte per osservare la figlia. La ragazza era in piedi davanti alla finestra, ad ammirare il panorama innevato con aria assorta.
L’uomo provò profonda commozione nel riconoscere in lei i tratti dolci e delicati dell’amata moglie. 
Fu sopraffatto dalla malinconia. Quelle sensazioni riportarono alla mente ricordi del passato.  
Ai tempi egli era appena giunto al villaggio per svolgere il suo lavoro. Aveva ereditato lo studio di un vecchio collega, per quanto quell’impiego non si adattasse alle sue ambizioni di giovane dottore era comunque intenzionato a fare del suo meglio. Non avrebbe mai pensato di restare in quel luogo disperso tra le montagne per così tanto tempo. Era ancora ignaro di quel che il destino gli avrebbe riservato. Quando aveva conosciuto Helena si era subito innamorato di lei, era bastato uno sguardo a fargli capire che sarebbe diventata la donna della sua vita. Era stato stregato dalla sua bellezza, dai lineamenti armoniosi del suo viso e dai suoi grandi occhi castani che le donavano uno sguardo dolce e innocente. 
Con rammarico aveva scoperto che lei era già fidanzata con un giovane del villaggio. Questo però non gli aveva impedito di provare a conquistarla. Inizialmente Helena aveva cercato di resistere alla tentazione, ma le attenzioni del giovane medico non erano state affatto ignorate. Consapevole che ella ricambiasse i suoi stessi sentimenti Fredrik aveva continuato a corteggiarla, finché quello che era cominciato come un gioco di seduzione non si era tramutato in una passione travolgente.
Helena non aveva esitato a rompere il fidanzamento per dare una possibilità a quella nuova relazione. Fredrik doveva ammettere di aver sempre provato un certo orgoglio nell’esser riuscito a strappare l’amore della sua vita dalle braccia di un altro uomo. Era certo che le cose non avrebbero potuto andare diversamente, era scritto nelle stelle, loro erano destinati a stare insieme.
Durante il loro fidanzamento i due apparivano a tutti come la coppia perfetta, erano felici e innamorati. Avevano già deciso di sposarsi quando Helena aveva scoperto di essere incinta. La nascita del primogenito aveva rafforzato ancora di più il loro legame. Il dottor Koskinen aveva sempre desiderato un figlio maschio, per questo aveva riposto in Jari grandi aspettative.
Due anni dopo era nata Kaija, che aveva portato altra gioia ai giovani genitori. Dalla prima volta in cui Fredrik aveva stretto la piccola tra le sue braccia aveva sentito solo il desiderio di amarla e proteggerla.
Per un breve periodo la famiglia Koskinen era stata lieta e felice. I bambini crescevano forti e in salute, in quella casa regnavano la pace e l’armonia.
Le cose erano peggiorate all’improvviso, quando Helena si era ammalata. Le sue condizioni non miglioravano, ogni giorno lei diventava più debole.
Purtroppo quelli erano stati tempi difficili anche dal punto di vista economico. Fredrik era stato costretto a separarsi dalla sua famiglia, era tornato ad Helsinki per cercare di guadagnare qualcosa in più. In quel periodo aveva assistito in prima persona alle rivolte e agli scontri soppressi con violenza dai cosacchi. Era consapevole di essersi comportato come un vigliacco, restando sempre in disparte, senza mai trovare il coraggio di alzarsi e piedi, di alzare la testa e prendere posizione. Aveva scelto il silenzio e l’accondiscendenza per paura, aveva delle responsabilità e molto da perdere. Per questo aveva anteposto il bene della sua famiglia al proprio senso di giustizia.
Quando la situazione si era aggravata il dottor Koskinen era tornato al villaggio per prendersi cura dei bambini e assistere la moglie. Era rimasto accanto ad Helena fino al suo ultimo respiro, dimostrandole tutto il suo amore in quegli ultimi momenti trascorsi insieme.
Non era mai riuscito a liberarsi da quel senso di colpa, la missione della sua vita era curare le persone, ma non era riuscito a salvare la sua consorte dal suo triste destino. Pur essendo consapevole di aver fatto tutto il possibile, continuava a sentirsi responsabile.
La morte di Helena aveva lasciato solo vuoto e dolore nel suo cuore. Da quel momento aveva cercato di fare del suo meglio per crescere da solo i suoi due figli. Forse aveva sbagliato, riconosceva di aver commesso degli errori, eppure era sempre stato animato da buone intenzioni. Desiderava solo il meglio per loro.
Il dottor Koskinen si rialzò dalla sedia per avvicinarsi alla figlia.
«Qualcosa ti preoccupa?» domandò.
«No, non è nulla di importante…» mentì la ragazza.
Fredrik non si lasciò convincere.
«Quando sei nervosa ti mordi sempre il labbro in questo modo, lo fai da quando eri piccola»
Kaija si stupì per quel particolare: «davvero te lo ricordi?»
«Certo, non potrei mai dimenticare nulla della mia bambina»
«Non sono più una bambina» replicò con una timida protesta. 
Il padre mostrò un benevolo sorriso.
«Oh, questo lo so. Ormai sei una ragazza in età da marito»
La giovane abbassò lo sguardo, arrossendo leggermente.
«Non voglio intromettermi, ma ecco...vorrei sapere se avessi intenzione di fidanzarti»
Lei esitò: «forse…quando troverò la persona giusta, per il momento non c’è ancora nessuno»
«Davvero? Neanche il figlio del signor Hallenberg? Mi è sembrato di vedervi piuttosto in sintonia insieme»
Kaija negò: «io e Kris siamo solo buoni amici. Non c’è altro tra noi»
Il dottor Koskinen si mostrò piuttosto favorevole allo sbocciare di quel rapporto.
«Egli è un bravo ragazzo, la sua è una famiglia rispettabile»
Lei non riuscì a nascondere il nervosismo: «perché stiamo parlando di questo?»
«Stavo semplicemente pensando al tuo futuro»
«Ritieni che debba sposarmi?»
«Un buon matrimonio potrebbe garantirti una certa stabilità»
«Non credo di essere pronta per questo. Kris è sicuramente una brava persona, ma io non desidero diventare sua moglie»
Il padre comprese la sua condizione: «non preoccuparti, non devi prendere una decisione ora. Volevo solo affrontare l’argomento con te»
«Sembra che tu abbia già espresso la tua opinione a riguardo»
«Voglio solo che tu sia felice»
«In questo momento soltanto il ritorno di mio fratello potrebbe rendermi felice»
Il dottore percepì un’intensa fitta al petto, nonostante tutto doveva ammettere che la partenza di Jari aveva lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di entrambi.
«Tuo fratello ha deciso di combattere per quel che ritiene giusto. Dovremmo essere orgogliosi di lui, ha dimostrato di avere determinazione e coraggio»
La giovane si stupì nel sentire quelle parole, suo padre non aveva mai esternato tanta ammirazione nei confronti del primogenito.
«Dunque approvi la sua scelta?»
Egli annuì.
«Ovviamente sono preoccupato per lui, ma rispetto la sua decisione»
Kaija avvertì gli un nodo alla gola e gli occhi lucidi.
«Non voglio perdere anche lui»
Fredrik prese la sua mano stringendola dolcemente.
«Dobbiamo avere fiducia in Jari. So che è difficile, ma non possiamo fare altro che sperare per il meglio»
La ragazza ricambiò la sua stretta, voleva davvero credere in quelle parole.
 
Rimasta sola Kaija rifletté sulla conversazione avuta con il padre. Inevitabilmente ricordò le parole di suo fratello.
“Dovresti smetterla di giustificarlo in continuazione. Quando inizierà a prendere decisioni anche per te non la penserai più in questo modo”.
Kaija non giustificava l’astio che Jari provava nei confronti del padre, ma ora poteva comprendere le sue ragioni. Sapeva che il genitore era animato da buone intenzioni e che il suo unico intento era agire per il loro bene, eppure aveva sempre trovato il modo di imporre la sua volontà.
In fondo suo padre era stato comprensivo, anche se alla fine non aveva nascosto la sua delusione.
Fino a quel momento Kaija non aveva mai considerato l’eventualità di fidanzarsi, credeva di avere ancora tempo per trovare la persona giusta.
D’altra parte il dottor Koskinen non aveva suggerito un’ipotesi così assurda. Kris non aveva mai nascosto il suo interesse, ma per quanto tenesse alla loro amicizia lei non aveva mai ricambiato i suoi sentimenti.
Era certa che suo padre non l’avrebbe mai obbligata a sposare un uomo che non amava, ma allo stesso tempo sentiva di dover rispettare il suo volere. Con la partenza di Jari responsabilità e aspettative erano ricadute su di lei.
Kaija fu costretta ad accettare la realtà, da quel momento avrebbe dovuto pensare seriamente al matrimonio.
 
***

Verner raggiunse la radura nella foresta dove si trovava il rifugio di Aleks. Come sempre si assicurò che la zona fosse sicura prima di inoltrarsi nel bosco. Sapeva che quelle visite erano pericolose, ma era anche consapevole che il russo potesse contare solo su di lui. Era l’unico a conoscere il suo nascondiglio, in fondo era contento di esser riuscito a conquistare la sua fiducia.
Inizialmente si era avvicinato a lui con diffidenza, ma ora che aveva avuto modo di conoscere più a fondo le ragioni del compagno desiderava soltanto aiutarlo.
«Sono lieto di rivederti in forze. Ero preoccupato»
Aleks continuò ad ingurgitare avidamente la sua zuppa.
«Ho dovuto sopportare anche di peggio» commentò tra un boccone e l’altro.
Il giovane si incuriosì: «ti riferisci a quel che è accaduto dopo il tuo arresto?»
Egli annuì: «sono stato condannato a un anno di lavori forzati in un campo di lavoro in Siberia. Ho resistito al freddo, alla fame, alla fatica e a ogni genere di tortura»
Verner rimase impressionato dalla sua testimonianza. Provò ad immaginare quel che doveva aver passato e a tutto ciò che era stato costretto a sopportare per sopravvivere.
«Deve essere stato terribile»
«Già…a volte ho creduto di non farcela»
«Come hai trovato la forza per andare avanti?»
Aleks esitò prima di rispondere, nonostante fosse trascorso del tempo per lui non era semplice ripensare a quel periodo, il quale era stato il più difficile della sua vita.
«Sapevo di non potermi arrendere. Avevo delle ragioni per continuare a vivere, desideravo portare avanti la mia battaglia e tornare dalle persone che amavo»
Verner non poté far altro che mostrare rispetto e ammirazione per chi aveva dato prova di possedere tanta forza di volontà. Fu in quel momento che decise di rivelargli la verità.
«Ricordi quel che mi hai detto durante il nostro primo incontro? Be’, alla fine avevi ragione, non potevo più restare fermo a guardare…ho scelto di unirmi alla causa dei comunisti»
Aleks non si mostrò sorpreso da quella dichiarazione, era certo che quel ragazzo non avrebbe potuto restare neutrale in quella situazione.
«Così hai scelto di schierarti dalla parte dei rossi…»
«Non si tratta di una questione politica, o almeno non del tutto. Desidero solo fare qualcosa per aiutare il mio popolo e proteggere i miei cari»
«Certo. Tutti noi siamo stati costretti a cedere a compromessi»
Verner restò qualche istante in silenzio, assorto nei suoi pensieri.
«Quello che hai detto a riguardo della rivoluzione, è tutto vero?»
Lo sguardo di Aleks si illuminò: «sì, certamente. Ormai è solo una questione di tempo, i miei compagni sono pronti a ribellarsi all’egemonia imperiale!»
«Se questo dovesse accadere, se davvero dovesse avvenire questa rivoluzione…la Finlandia potrebbe avere un’opportunità per ottenere la sua libertà»
Aleks parve soddisfatto nel sentire quelle parole.
«Vedo che hai iniziato a capire come funzionano le cose»
«Dieci anni fa la collaborazione tra ribelli russi e finlandesi ha portato solo alle violente repressioni dei cosacchi»
«Il fatto che la generazione precedente abbia fallito non deve precludere a noi la possibilità di riprovarci. Anzi, dovrebbe essere un incentivo per non ripetere gli stessi errori. Abbiamo delle responsabilità. Dobbiamo ai nostri padri la vittoria che non sono riusciti a conquistare»
Verner ebbe un lieve sussulto, Aleks intuì di aver colpito nel segno.
«Dunque tuo padre era un ribelle»
Il ragazzo scosse la testa: «no, lui era semplicemente un uomo onesto che non tollerava le ingiustizie»
«Che cosa gli è successo?»
Verner rimase qualche istante in silenzio. Suo fratello era l’unico al quale aveva rivelato la verità. Non era pronto ad affrontare nuovamente quella perdita. Doveva però riconoscere che il suo compagno aveva fatto lo sforzo di aprirsi con lui, raccontando anche gli aspetti più dolorosi del suo passato. Sentiva di dover almeno ricambiare questo atto di fiducia.
«È stato giustiziato per aver ucciso un soldato» disse semplicemente.
«È stato condannato ingiustamente?»
«Lui voleva solo salvare la vita di un suo compagno, ma per i russi la verità non aveva importanza. Ai loro occhi mio padre era un finlandese che aveva ammazzato un loro connazionale»
«È per questo che hai deciso di schierarti? Per rendere giustizia alla memoria di tuo padre?»
Verner confermò.
«Penso anche a mio fratello, egli è soltanto è un ragazzino. Non voglio per lui il mio stesso destino»
«Capisco che cosa intendi. Vogliamo risparmiare dolori e sofferenze a chi è ancora innocente»
Il ragazzo intuì il vero significato di quelle parole.
«Stai pensando a tuo figlio?»
Aleks non poté mentire a riguardo.
«Non mi hai quasi mai parlato di lui. Qual è il suo nome?»
«Yakov…ma per me e mia moglie è sempre stato il piccolo Yasha. Era soltanto un neonato quando sono stato costretto ad andarmene, è triste pensare che non abbia nemmeno un ricordo di suo padre»
Verner si stupì nel vedere il suo compagno come un genitore amorevole.
«Sono certo che tu abbia fatto il possibile per la tua famiglia»
«Vorrei solo che mio figlio sapesse che non ho avuto intenzione di abbandonarlo, e che in tutto questo tempo non ho mai smesso di pensare a lui»
«Potrai dirglielo di persona, quando scoppierà la rivolta non sarai più un ricercato e potrai tornare a casa come un uomo libero» affermò Verner con estrema convinzione.
Aleks avrebbe davvero voluto credere in quelle parole, ma non era un ingenuo. Aveva piena fiducia nei suoi compagni, i quali erano disposti a tutti per la causa, ma temeva che raggiungere il loro obiettivo non sarebbe stato così semplice.
«Adesso pensa solo a riprenderti, qui puoi stare tranquillo»
Il russo diede prova della propria insofferenza: «non posso continuare a nascondermi. Devo contattare i miei compagni alla ferrovia per avere notizie»
«Sei sicuro di poterti fidare di loro?»
«Non sono stati loro a tradirmi, di questo ne sono certo»
Verner preferì restare diffidente a riguardo.
«Cercherò di farti avere le tue informazioni, ma per il momento è meglio che tu rimanga al sicuro»
Aleks fu costretto ad accettare quelle condizioni.
«E tu cosa hai intenzione di fare?»
Lo sguardo di Verner si incupì: «credo che sia giunto anche per me il momento di agire, sono rimasto fermo a guardare anche per troppo tempo»
«Spero che tu non abbia alcun rimorso»
«Sono convinto di star facendo la cosa giusta. Non ho dubbi a riguardo, sono pronto ad accettare le conseguenze delle mie scelte»
«La strada che abbiamo scelto non è semplice, l’importante è avere sempre chiaro il nostro obiettivo»
«Non condivido i metodi dei ribelli, ma se non c’è altra soluzione sono disposto a fare il mio dovere»
Aleks riconobbe la sua stessa determinazione nel suo sguardo. Quel giovane aveva preso la sua decisione, ormai il suo destino era deciso.
 
***

Quella sera Verner si recò al solito locale per incontrare Jussi. Immediatamente avvertì qualcosa di diverso, l’atmosfera all’interno era carica di tensione.
Il giovane raggiunse il compagno sedendosi al suo tavolo.  
«Ti stavo aspettando» disse l’amico con tono serio.
«È successo qualcosa?» domandò Verner senza perdere tempo.
Jussi annuì: «voglio assegnarti la tua prima missione»
Il ragazzo fu scosso da un brivido misto di ansia ed eccitazione.
«Di che si tratta?» chiese con impazienza.
Il suo compagno si guardò intorno con circospezione, soltanto dopo essersi assicurato che nessuno li stesse ascoltando riprese il discorso.
«Conosci la vicenda di Eugen Schauman?»
Verner annuì: «certo, ogni finlandese conosce la sua storia. Egli fu un rivoluzionario, un indipendentista che nel 1904 uccise il Governatore russo ad Helsinki»
«Schauman è un esempio di coraggio ed eroismo»
«Egli si suicidò subito dopo l’attentato» ricordò freddamente.
«Si è sacrificato per la Patria»
Verner non poté negare la verità. Da come era iniziata quella conversazione intuì facilmente quale fosse il reale messaggio.
«Dunque è di questo che si tratta? Dobbiamo commettere un omicidio?»
Jussi fornì ulteriori spiegazioni: «il nostro obiettivo non è un politico, ma una spia»
«Come possiamo essere certi che egli sia un traditore?»
«Abbiamo le prove. Sappiamo per certo che egli ha partecipato ad incontri segreti con i russi»
Il giovane trasse rapidamente le sue conclusioni.
«È stato lui a denunciare i nostri compagni?»
Jussi rispose senza alcuna esitazione: «non ci sono dubbi a riguardo. È lui il colpevole»
Verner ascoltò con attenzione la descrizione del loro bersaglio.
«Se decidessi di accettare questo incarico diventerei un assassino come mio padre»
«Nessuno ha detto che sarebbe stato semplice. Ci sono dei rischi che dobbiamo correre e delle conseguenze inevitabili. Questa è una guerra e noi dobbiamo essere pronti a combattere come veri soldati. Siamo disposti a uccidere e a morire per la Finlandia»
Verner era consapevole dell’importanza di quell’incarico, lo stavano mettendo alla prova. Da quel momento non avrebbe più potuto tornare indietro.
«Avremo bisogno di un piano ben organizzato»
Jussi rispose con un sorriso complice: «non preoccuparti, non siamo degli sprovveduti. Abbiamo programmato ogni mossa, saremo pronti ad ogni evenienza»
Il giovane guardò il suo compagno dritto negli occhi. 
«Allora posso contare su di te per compiere questa missione?» domandò Jussi.
«Sì, certamente. Non sono né un codardo né un traditore, non ho intenzione di rinunciare»
«Dunque è deciso, questa sarà la tua prima missione»
I due giovani sollevarono i bicchieri, concludendo quell’accordo con un brindisi.
«Per la Finlandia!»
   
 
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