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Autore: pattydcm    20/08/2022    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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39 Un macabro bottino
 
Sono tante le emozioni che esplodono tutte insieme quando finalmente, dopo un lungo lavoro, impegno e sacrificio si raggiunge un obiettivo. Gioia per la vittoria appena ottenuta, euforia per essere riusciti a superare ancora una volta i propri limiti, soddisfazione e l’orgoglio che fa schizzare alle stelle la stima di sé.
Nascosto per bene tra le pieghe dell’inconscio, in modo che non venga visto c’è anche un grande senso di sollievo. Quella vocina che sospira un esausto ‘finalmente è finita’ e che va tenuta nascosta perché potrebbe mettere in cattiva luce chi ha appena compiuto l’opera, smorzare le emozioni del momento e attirare giudizi poco gentili. Eppure questo sollievo domina tutto il percorso fatto per arrivare alla vittoria. E’ lì che sussurra all’orecchio mentre si porta avanti il lavoro. Sprona e consola nei momenti più difficili promettendo riposo e tranquillità una volta compiuta l’opera. E quando, poi, finalmente il traguardo è raggiunto percorre tutto il corpo, scaricandolo delle tensioni accumulate. Queste tensioni, però, sono state fino a quel momento il bastone che ha sorretto il fresco vincitore ed è possibile immaginare cosa possa accadere se si strappa bruscamente l’unico sostegno ad una persona stremata.
E’ quello che sta accadendo a Fox ora che sa di avere stretta nel suo pugno la prova che da ormai sette mesi stava cercando di ottenere per poter incastrare Mendez e chiudere finalmente questa inchiesta.
Il suo allenatore lo rimproverava sempre del fatto che non si concedesse il tempo né per festeggiare la vittoria ottenuta, né per riposare. Appena fuori dagli spogliatoi iniziava a rimuginare sulla sua prestazione, cercando i punti deboli da migliorare e a pianificare il nuovo allenamento per poter ottenere risultati migliori alla prossima gara. La stessa cosa sta facendo adesso appoggiato al parapetto di questa barchetta lurida con l’ennesima sigaretta tra le labbra e lo sguardo fisso a contemplare la leggera luce violacea che sta iniziando a disegnare l’orizzonte dividendo il cielo dal mare.
Quando Calogero, ubriaco marcio, è crollato in un sonno pesante ha finalmente avuto la possibilità di ascoltare i tanti audio inviati da Mirco e di sciogliersi in un pianto euforico dinanzi alle risposte date da Selvaggia. In preda all’entusiasmo stava per inviare tutto quanto via e-mail a Juan, ma si è fermato col dito a mezz’aria poco prima di digitare ‘invia’. Nel giro di qualche battito di ciglia ha messo uno dietro l’altro tutti i comportamenti attuati ai suoi danni dal suo capo che fino ad ora ha fatto finta di non vedere e che da quando Mirco è entrato nella sua vita sono peggiorati e li ha osservati per bene.
Quando ci si prepara per una gara si studiano anche gli avversari con i quali ci si scontrerà. Anzi, a volte il piano di allenamenti è strutturato apposta su un avversario proprio per poterlo battere e quello che lui si sta preparando ad affrontare è davvero tosto.
<< Ne sei sicuro? >> gli chiede Marco, gelida presenza al suo fianco, e Fox annuisce deciso.
Per uscire dalla relazione malata nella quale lo aveva coinvolto lo Chef ha avuto bisogno che suo fratello morisse e poi che quel pazzo tentasse di ammazzare sia sua madre che lui. Ora, pensa proprio che non sia il caso di mettere ulteriormente a repentaglio la sua vita, ma, anzi, che sia giunto il momento di prenderla in mano e far valere i suoi diritti.
Quando si era proposto per questo incarico aveva già deciso che sarebbe stato l’ultimo alla corte di Juan Hérnandez, solo non ne era ancora consapevole. Pensava, infatti, che sarebbe stata un’occasione per allontanarsi per un po’ e lasciar calmare le acque. Ora, invece, si rende conto di non avere alcuna voglia di tornare a Madrid, in quella redazione, accanto all’uomo che aveva già capito come questa missione sotto copertura fosse solo il primo passo verso la conclusione della loro collaborazione, così come lo avevano capito Sky Fall e Mistica. Solo Fox ha avuto bisogno di tempo per rendersene conto. Di tempo e dell’incursione di Mirco nella sua vita.
<< Benedetta sia quella sottiletta, allora! >> esclama Marco la cui gelida presenza avverte al suo fianco.
Immagino tu abbia tentato di aprirmi gli occhi molto prima, Reporter” sospira, tirando una lunga boccata dalla sigaretta.
<< Non immagini quanto >> ribatte il fratello. << Se sei finito col ritrovarti in questo casino è solo a causa mia >>.
Marco è sempre stato solito in vita sentirsi un po’ il centro del mondo attorno al quale ruotano tutte le altre persone. Questa volta, però, Fox non riesce a catalogare quanto ha detto come la battuta ad effetto del dramma del quale vuole essere protagonista. Annuisce, consapevole di come in effetti sia stato proprio lui quando avevano solo dieci anni a presentargli entusiasta le inchieste di questo giovanissimo giornalista investigativo transessuale che trovava sulle testate giornalistiche spagnole che arrivavano a casa sua per il lavoro del padre. Era rimasto affascinato dalle scomode verità legate all’omotransfobia, agli abusi su minori, alle violenze sulle donne e a ogni tipo di discriminazione di cui questi si occupava in tempi in cui era ancora più scomodo parlarne rispetto ad oggi, andando a ‘disturbare’ gli intoccabili e mettendo a repentaglio la sua stessa vita.
Fox, in realtà, avrebbe fatto volentieri a meno di starlo a sentire, dal momento che gli bastava il suo terrore quotidiano, ma era proprio per trovare una soluzione a questo che Marco continuava a ribadirgli come Hérnandez avrebbe potuto aiutarlo ad uscire dall’inferno che era costretto a vivere.
Quando poi era cresciuto e lo Chef aveva iniziato a riservargli attenzioni particolari, aveva tentato quasi ogni giorno di convincerlo a scappare insieme per raggiungere Madrid e andare a vivere nella comunità che Juan aveva da poco fondato per accogliere persone di ogni età, etnia e orientamento sessuale che fossero state vittime di violenza o discriminazioni.
Ironia della sorte, Fox ha iniziato a prendere seriamente in considerazione la folle idea di suo fratello solo quando si è rimesso in piedi dopo l’aggressione subita dallo Chef e scommetterebbe qualunque cosa sul fatto che ci sia stato lo zampino del suo angelo custode dietro questa decisione.
<< E vinceresti >> borbotta lui, amareggiato. << Ero convinto fosse davvero la cosa giusta per te >>.
<< E, invece, sono solo caduto dalla padella alla brace. E proprio dopo essermi liberato del mio primo aguzzino >> ribatte piccato.
Ha bevuto troppo per mettere limiti al malumore che gli gira dentro e, anzi, non gli dispiacerebbe litigare come si deve. In fondo, però, Marco non poteva saperlo. Juan Hérnandez era il suo mito e si sono ritrovati entrambi a scontrarsi contro la sua umana realtà. Lui per primo, a quanto pare.
<< Già, ed è stato terribile >> sussurra questi. << Ero davvero convinto che ti avrebbe aiutato a tirare fuori il tuo potenziale e iniziare finalmente ad avere fiducia in te stesso >>.
“E lo ha fatto” dice cogliendolo alla sprovvista. “Juan mi ha insegnato a gestire la capacità di leggere il linguaggio non verbale, come lo Chef mi ha insegnato a sviluppare l’olfatto per riconoscere dall’odore gli alimenti ai quali sono allergico ed evitare di morire a causa loro. Anche dalle persone peggiori si possono apprendere insegnamenti utili”.
Come avesse aperto un vaso di Pandora, ricordi diversi pescati dal suo passato e da questi ultimi sei anni gli affollano la mente, facendolo sentire intrappolato a bordo di un guscio di noce lontano un buon numero di chilometri dalla riva.
<< Dìos mio, ho bevuto troppo >> sussurra sedendosi sul pagliolo lurido.
Gli sembrava di volare in alto appeso a un palloncino quando lo Chef decideva di fare il padre e gli proponeva di cucinare insieme o quando si vantava con qualcuno di quanto suo figlio fosse bravo con i numeri e i ragionamenti logici, facendolo sentire apprezzato e importantissimo. Allo stesso modo aveva gongolato orgoglioso di essere nominato da Juan suo braccio destro e nel vedersi assegnati compiti sempre più importanti sul campo.
Quelle, però, sono state solo delle piacevoli parentesi. Infatti, di punto in bianco entrambi questi individui cambiavano del tutto umore, carattere e comportamento nei suoi confronti e se lo Chef agiva anche la violenza fisica oltre quella psicologica, Juan, invece, ha sempre puntato solo sulla seconda, la più subdola tra le varie forme di violenza che l’essere umano può decidere di usare nei confronti di un suo simile. Agisce attraverso l’istillazione di sensi di colpa e di gratitudine e Fox si è sempre sentito in qualche modo grato a entrambi per ciò che gli hanno insegnato, per le briciole di riconoscimento e affetto che gli hanno elargito con parsimonia e per le volte in cui anziché punirlo severamente si sono limitati a storcere il naso.
Sono stati questi i lacci con i  quali è stato tenuto legato e la cosa che più lo addolora è che era sicuro di aver imparato la lezione impartitagli dallo Chef per scoprire, invece, di aver ripetuto tutto l’iter con Juan, permettendogli addirittura di instaurare con lui un legame ancora più patologico e compromettente.
All’inizio della loro collaborazione questi gli dedicava solo sguardi torvi e Sky Fall gli aveva spiegato che erano segno di apprezzamento, perché il loro capo è solito sorridere in modo cordiale solo alle persone che reputa essere molti gradini sotto i suoi standard.
Aveva imparato, quindi, ad accogliere come positive le sue smorfie di disprezzo e i cazziatoni continui che col tempo erano diminuiti, lasciando spazio a sorrisi sinceri e a momenti di condivisione spontanea e allegria ed era stato in questi attimi di rilassatezza che gli occhi scuri di Gray Stone gli erano sembrati essere interessati a lui. Non aveva creduto, però, a ciò che aveva visto, proprio lui così abile in questo genere di cose, perché non poteva essere possibile che quest’uomo che aveva vissuto gran parte dei suoi guai per il suo essere transessuale e attratto dalle donne e che era sinceramente innamorato della moglie potesse provare attrazione sessuale nei suoi confronti.
<< Juan ha dovuto studiare a lungo per diventare il migliore nel suo campo. Poi sei arrivato tu col tuo dono naturale e il tuo saper entrare nel cuore della gente senza dover ricorrere ai mezzi di cui lui si avvale e questo lo ha infastidito.
Lo sai come si comporta con le persone che non gli piacciono. Sorride loro affabile e le tratta con i guanti. È il suo personale modo di prenderle in giro e all’inizio credevo che stesse comportandosi allo stesso modo con te. Poi, però, mi sono reso conto che c’era qualcosa che stonava col suo solito modus operandi.
Io non sono bravo come te, ma ho imparato qualcosina stando al tuo fianco e mi sono accorto che il suo non era lo sguardo di un uomo che finge interesse. Ci sono stati momenti in cui tu eri assorto nel lavoro al punto da chiuderti nella tua bolla e lui ti mangiava letteralmente con gli occhi.
Fosse stato solo questo, attrazione, desiderio… non sarebbe stato un problema. Anzi, sarei stato orgoglioso del fatto che mio fratello è stato capace di far girare gli ormoni persino al più incallito degli uomini transessuali. C’era, però, anche altro ed era qualcosa di subdolo.
Giorno dopo giorno, osservandolo con attenzione mi sono accorto di come stesse manipolandoti al solo scopo di usarti per portare ancor più prestigio alla sua squadra e di come allo stesso tempo la sua attrazione sessuale nei tuoi confronti crescesse sempre più.
Ho tentato, allora, di farti aprire gli occhi, ma ormai eri talmente soggiogato da lui che mi è stato difficile anche solo insinuarti il tarlo del dubbio
>>.
Le parole accorate di Marco non fanno altro che portarlo a rendersi sempre più conto di come quell’uomo lo abbia usato fin dall’inizio. Lo stomaco gli si chiude ancora una volta, rimandandogli su un conato che lo obbliga a sporgersi oltre il parapetto per riversare in mare la frugale cena annaffiata da troppo vino.
Il vomito è sempre stato un meccanismo di espulsione grezzo e immediato attuato dal corpo per liberarsi delle violenze subite. Vomitava dopo ogni manifestazione di morboso affetto da parte dello Chef e lo aveva fatto anche dopo quel pomeriggio trascorso in palestra insieme a Gray Stone.
Era iniziato come un allenamento identico agli altri, ma quella volta in un momento di pausa il suo capo era rimasto come ipnotizzato dal suo torace nudo e lo aveva accarezzato. Quelle carezze lente e lo sguardo perso nella contemplazione del suo corpo lo avevano riportato ai terribili momenti trascorsi con lo Chef. Erano ancora più spaventose, infatti, le volte in cui questi lo guardava estasiato che quando diventava violento, perché c’erano amore e devozione nei suoi occhi.
Quegli stessi sentimenti li aveva visti nel suo capo, che, però, lo aveva rassicurato di come non avesse alcun interesse sessuale nei suoi confronti. Era solo affascinato da qualcosa di così naturale e perfetto che lui non avrebbe potuto mai avere e Fox aveva pensato fosse normale, quindi, che lo osservasse con malinconico interesse. Per questo aveva accettato le sue carezze, ritenendo di fargli una sorta di regalo dal momento che con nessun altro uomo Gray Stone era così in confidenza.
<< Liber… io ti chiedo di perdonarmi >> sussurra Marco con voce tremula. << Diventare un giornalista investigativo era il mio sogno e mi rendo conto che ti ho spinto a intraprendere questa carriera comportandomi come un genitore che proietta ciò che non ha realizzato sul figlio. Ora hai deciso di prendere in mano la tua vita e io ne sono felice. Portala dove vuoi, anche lontano dal giornalismo, se necessario >>.
“Marco, io amo questo lavoro. Davvero” dice sincero. “Certo, mi sarebbe piaciuto portare avanti la mia carriera da nuotatore, ma quel bastardo dello Chef ci ha messo la  parola fine quando mi ha rotto la schiena. Sì, avrei potuto accettare l’incarico di allenatore degli esordienti che il presidente della FIN[1] Piemonte mi aveva proposto, ma non so se sarebbe stata la mia strada quella. Penso sia andata così e devo dire che non mi dispiace anche se…”.
Fox si interrompe all’improvviso, catturato da un movimento sotto il pelo dell’acqua e si sporge il più possibile aguzzando la vista.
<< Lo vedi anche tu? >> chiede al fratello, che percepisce al suo fianco. Insieme restano silenziosi a guardare lo strano oggetto che riemerge lentamente rotolando su se stesso.
<< Non riesco a capire cosa sia >> sussurra Marco per poi imprecare.
<< No, non può essere! >> esclama Fox incredulo.
Con un leggero ‘plof’ quella che sembrerebbe essere una mano umana emerge dagli abissi, galleggiando beffarda sulla superficie del mare.
<< Devo recuperarla! >> esclama, agguantando il mezzomarinaio al quale lega un retino.
<< Chiffai, Valè? >> gli chiede Calogero, barcollando verso di lui fino a buttarsi contro il parapetto.
<< Ti faccio guadagnare la vittoria, Calò >> gli dice recuperando finalmente la mano.
Con cautela la tira a bordo e lascia cadere il retino sul tavolato. Calogero stropiccia gli occhi, guardando più volte quanto ha recuperato, ma è troppo abbruttito dalla sbronza per capire di cosa si tratti.
<< Malanova mi avi, chi feto! >> esclama, coprendo naso e bocca con la mano. <<  Ch pigghiasti? >>.
<< Sembra la mano di un bambino >> risponde lui avvicinandosi al macabro bottino.
<< Capitano, mi gioco l’esistenza su a chi sia appartenuta questa mano! >> esclama Marco e lui annuisce, colto dalla stessa intuizione.
<< Dobbiamo tirare a bordo le reti >> dice avvicinandosi all'organo.
<< Ch vuo fari, Valè? >> gli chiede Calogero bloccandogli la mano.
<< Dove pensi che sia il corpo dal quale si è staccata quella mano? >> gli chiede e l'uomo sbatte le palpebre, confuso. << Dobbiamo tirare su la rete! >>.
<< Ma ch fa sbarii? Presto è pi tirare i riti. I pesci sunnu… >>.
<< Chissenefrega dei pesci, Calogero! L’hai capito cos’ho recuperato? Dove pensi che sia il resto di quel corpo adesso? >> gli chiede di nuovo, vedendolo impallidire di colpo.
L’uomo guarda la manina abbandonata sul tavolato della sua barca e sembra finalmente capire cosa stia succedendo. Il lento ronzio dell’argano rompe il silenzio teso e quando la rete colma d’acqua e di alilunghe abbandona gli abissi, il rumore di pinne disperate e di spruzzi la fa da padrone.
Calogero ruota l’argano sul pagliolo e apre la rete. Centinaia di pesci, alcuni davvero enormi, rotolano sul tavolato lercio insieme alla preda più grossa ed insolita, che cade con un tonfo sordo.
Le orbite vuote degli occhi sono rivolti al cielo, mentre il resto del corpo giace in posizione innaturale.
<< Andrea aveva detto che era stato un bambino senza occhi a parlargli dell’uomo cattivo >> dice Marco e Fox annuisce, pensando al migliore amico di Calogero, che la sapeva lunga in quanto a cattiveria.
Rumore di conati e zaffate acide di succhi gastrici annunciano il giudizio che il presidente della Pro Loco ha dato alla sua pesca. Appoggiato al parapetto dal quale ha vuotato i visceri, questi guarda inorridito ciò che giace tra le sue alilunghe.
<< E’ davvero… è veramente >> balbetta ricacciando giù conati e paura.
<< Il cadavere di un bambino, sì >> gli conferma Fox. << Sai, Calò, non so se vincerai il premio quest'anno, ma tornerai a terra con una preda sicuramente particolare >>.

 
 
[1] Federazione Italiana Nuoto
 
   
 
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