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Autore: Heryga    21/08/2022    0 recensioni
Nelle aule di Mandos Maedhros e Fingon finalmente si ritrovano insieme dopo secoli di separazione e si dichiarano il loro amore... Ma sarà reale?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fingon, Maedhros
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fingon girò il pomello della porta ed entrò. La stanza era vuota, il letto era intatto e il fuoco nel camino era quasi del tutto spento. Una corrente gelida gli sfiorò il viso e lo fece rabbrividire, veniva da fuori. Il balcone era aperto, faceva freddo e nevicava. “Maedhros?!” chiamò, ma non ottenne risposta. Andò al balcone e finalmente lo vide.  Era altissimo, con le mani appoggiate sulla ringhiera e lo sguardo fisso verso l’orizzonte, perso nel vuoto. Era buio, ma la luce della luna lo illuminava quel tanto che bastava affinchè non ci fossero dubbi: era veramente lui! Finalmente era arrivato! Fingon era impaziente, lo chiamò di nuovo ma sembrava che Maedhros non percepisse la sua presenza, come se fosse assorto in cupi pensieri. Allora andò verso di lui, gli si fece vicino e pronunciò nuovamente il suo nome.  Di nuovo silenzio, era come in trance. Preoccupato gli prese il viso tra le mani e lo obbligò a guardarlo.  “Guardami…” disse.  Adesso erano occhi negli occhi. Fingon lo fissava e pensava: “Bellissimi… eppure così freddi… di un grigio profondo ma glaciale”. “Parlami…” aggiunse Fingon mentre continuava a guardarlo negli occhi. Pian piano Maedhros riprese conoscenza e vide gli occhi di Fingon che guardavano nei suoi. “Così blu.. così intensi e penetranti, profondi come il mare” pensò. Fingon capì che Maedhros si era risvegliato allora sorrise e gli disse “Ciao”. Maedhros accennò un piccolo sorriso ma rimase in silenzio.  “Sei ghiacciato, ti stai congelando qui fuori, andiamo dentro.” disse Fingon togliendo le mani dal suo viso freddissimo e si diresse spedito verso la stanza.  Maedhros però non lo seguì e rimase immobile. Fingon allora si girò verso di lui, gli sorrise e disse con tono dolce: “Vieni dentro, su. Fa troppo freddo qui fuori, ti ammalerai”. Maedhros non disse nulla ma stavolta lo seguì. Entrarono insieme nella stanza. “Il fuoco si è quasi spento” disse Fingon. Maedhros cercò di prendere della legna ma Fingon lo fermò dicendogli: “Lascia, ci penso io.” Maedhros allora rimase immobile, incapace di muoversi o di parlare mentre fissava Fingon che ravvivava il fuoco.  Fingon era in ginocchio di fronte al camino. Era vestito con abiti leggeri e stava cercando di scaldarsi un po' con il fuoco appena riacceso. Si girò in cerca di Maedhros e lo vide in un angolo vicino alla porta, in piedi che lo fissava. Gli sorrise e disse: “Ma che fai lì in piedi? Vieni qui a scaldarti vicino al fuoco. Sei troppo freddo e stai tremando”. Maedhros si sentiva confuso. Non era la prima volta che la sua mente, ormai compromessa dal troppo dolore, gli creava delle piacevoli illusioni in cui rifugiarsi. Molte volte lo aveva visto accanto a lui, molte volte avevano parlato ma non erano state altro che crudeli illusioni. Fingon, vedendolo assorto nei suoi pensieri, gli sorrise e disse: “Vieni qui vicino a me”. Il suo sorriso era disarmante, lo era sempre stato e anche se non era sicuro fosse reale, si avvicinò al camino e anche lui si mise in ginocchio di fronte al fuoco. “Stai continuando a tremare… così non ti scalderai mai” disse Fingon. Maedhros non sentiva freddo e non si era reso conto di tremare. Gli sembrava di non sentire nulla. “Mi è venuta un‘idea!” Fingon si alzò di scatto e costrinse anche Maedhros ad alzarsi in piedi. Andò a prendere delle pellicce bianche d’orso e le distese per terra, tra il letto e il camino.  Poi prese una calda e soffice coperta e disse: “Spogliati… togliti tutto.” A queste parole Maedhros si scosse e lo guardò incerto. Era una richiesta quantomeno singolare. Fingon sorrise e argomentò: “Come farai a scaldarti con addosso quei pesanti vestiti congelati? Togliti gli stivali, togliti la mantella, togliti tutto. Così potrò avvolgerti in questa calda e soffice coperta e potrai finalmente scaldarti, disteso, di fronte al fuoco.” Maedhos gli ubbidì sempre restando in silenzio: era abituato a fidarsi di lui e poi gli sembrava anche una giusta logica. Cominciò a spogliarsi. Non era la prima volta che si spogliava di fronte a qualcuno, l’aveva già fatto davanti a Fingon eppure iniziò a provare imbarazzo. Quando si tolse l’ultimo indumento vide che Fingon sorrideva e lo guardava insistentemente, dalla testa ai piedi. Il suo sguardo era di ammirazione, si capiva che gli piaceva ciò che stava guardando.  Maedhros sentì i brividi lungo la schiena e istintivamente cercò di coprirsi. Fingon, vedendo il suo amico in forte disagio, subito si riscosse dal suo torpore e si precipitò a passargli la coperta che teneva in mano in modo che potesse coprirsi. “Vieni. Distenditi qui di fronte al fuoco così finalmente potrai scaldarti. Io mi distendo accanto a te” disse Fingon. Anche lui si tolse gli stivali e si sdraiò per terra sulla pelliccia d’orso, accanto al letto, lasciando a Maedhros il posto vicino al camino.  Maedhros, tutto nudo, si avvolse nella calda coperta e andò a distendersi accanto a Fingon dandogli le spalle. Guardava il fuoco che scoppiettava e pensava che ormai l’illusione fosse finita. Non aveva il coraggio di girarsi perché temeva che se lo avesse fatto si sarebbe ritrovato da solo. Pensava a quanto fosse crudele la sua mente a presentargli scenari come questo in cui Fingon per l’ennesima volta si prendeva amorevolmente cura di lui. Adesso sentiva di nuovo. Sentiva il calore del fuoco sul suo viso e la morbidezza della coperta che lo avvolgeva. Si rese conto di avere freddo, aveva molto freddo e tremava. I suoi occhi si velarono di lacrime e fissando il fuoco cominciò a piangere. “Aspetta, proviamo così” disse Fingon. Si tirò su e si sdraiò anche lui su un fianco. Con una mano si resse la testa per mantenersi in equilibrio e con il braccio libero avvolse il corpo di Maedhros serrandogli stretto il petto. Maedhros ebbe un sussulto. Sentì il corpo di Fingon aderire perfettamente alla sua schiena. Era duro come il marmo ma caldissimo. Allora iniziò a sospettare che non fosse un’illusione, forse Fingon era davvero lì con lui. Aveva rimuginato molte volte sulla sua vita, su come fosse stata piena solo di dolore, rinunce e fallimenti. E molte volte il suo pensiero era ritornato al suo amico. Se avesse avuto la possibilità di ricominciare avrebbe fatto le cose diversamente. Non avrebbe seguito suo padre, non avrebbe mai fatto quel dannato giuramento e non si sarebbe mai allontanato dall’unica cosa bella che gli fosse mai capitata nella vita. Si era reso conto solo troppo tardi che Fingon rappresentava tutto per lui. Senza dubbio lo amava e lo aveva sempre amato. Questa amara consapevolezza però era arrivata troppo tardi, quando ormai tutto era perduto. Ma forse quella notte qualcosa era diverso, forse quella notte, chissà come, era reale. Il calore del corpo di Fingon non poteva essere solo un’illusione. Si, doveva essere reale. Gli era stata concessa un’altra occasione per stare con Fingon e non aveva intenzione di sprecarla. Maedhros si girò speranzoso di scatto e si ritrovò il viso di Fingon proprio sopra di lui. I suoi occhi erano velati e le lacrime gli segnavano le guance ma riusciva comunque a vedere gli occhi del suo amato: meravigliosi… di un blu intensissimo. Fingon venne coltò di sorpresa e per poco non perse l’equilibrio ma riuscì comunque a mantenere la posizione. Lo guardò negli occhi e con la mano liberà gli accarezzò una guancia tentando di asciugargli le lacrime. Maedhros disse: “Fin, non lasciarmi”. Fingon sorrise e disse “MAI”. Maedhros continuò “Resta con me”. Fingon rispose “SEMPRE” e lo baciò teneramente sulle labbra. Maedhros cominciava a sentire il suo cuore riscaldarsi, iniziava a sentirsi felice.  Fingon era davvero lì con lui e ricambiava i suoi sentimenti. Sentiva che la ragione lo stava abbandonando, gli girava la testa. Di scatto e con molta più forza di quanto ne volesse usare in realtà si aggrappò a lui e lo serrò in una stretta morsa tra le sue braccia. Fingon non si aspettava una tale foga, non riuscì a mantenere l’equilibrio e gli cadde addosso. Maedhros lo baciava avidamente con grandissima passione. Lo baciava e lo mordeva. Lo baciava come se volesse divorarlo, lo baciava come se da questo dipendesse la sua vita, lo baciava come se non ci fosse un domani. Fingon era immobilizzato, non gli veniva permesso di muoversi. Usando la sua forza riuscì a divincolarsi dall’abbraccio. A Maedhros sfuggì un “No…” ma lo lasciò andare e si alzò un pochino puntellandosi sui gomiti per guardarlo. Fingon sembrava sconvolto. Era successo tutto così in fretta e non si aspettava una passione così travolgente. Anche se lo conosceva da sempre non lo conosceva in questo senso. Era un aspetto di lui del tutto nuovo, ma gli piaceva. Lo guardò, cercò di riprendere fiato, sorrise e disse: “E’ proprio vero che dentro di te c’è un fuoco che brucia! Scommetto che non hai più freddo…” E si alzò, allontanandosi da lui. Maedhros si lasciò cadere e pensò: “Dannazione! Sono stato troppo avventato e l’ho fatto scappare. Sono stato troppo violento… avrei dovuto essere più cauto… l’ho spaventato”.
   
 
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