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Autore: Portuguese D Vanessa    21/08/2022    1 recensioni
Un incontro non del tutto casuale permetterà ad Ari ed i pirati Heart di incrociare le proprie strade, dando origine a tutto ciò che di più avventuroso, sentimentale, erotico e magico si possa immaginare sul viaggio di Law e che non ci è mai stato raccontato!
State con me e la mia OC Ari per vivere assieme questa fantastica storia dove non mancheranno di certo drama, lotte, rivalità, amicizie ecc.!
I personaggi resteranno fedeli alla loro attitude e alla narrazione principale.
Ci metterò tutta la mia fantasia, leggere per credere!
(Skip direttamente al capitolo 11 se vi scocciano i lunghi flasback ❤️)
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NDA: la fine di questo ultimo capitolo introduttivo è una super sorpresa, fossi in voi leggerei tutto. Arrossisco 🌝😏🤫 
 
 
 "Più veloce, sei una lumacona!"
"Guarda che non ho quattro zampe io, e parla per te!"
"Si ma non posso starti dietro, lumacona!"
Diciamo che azzuffarsi correndo come forsennati dietro alla propria tonnellata e mezza di cena non era il massimo. Io ed Akki lo sapevamo entrambi ma non potevamo farne a meno: sfotterci era parte integrante della nostra routine e rendeva tutto più divertente.
"Smettila di chiamarmi così, fuscello spennato!"
"Zitta e corri cagasotto o non lo prenderemo mai!" 
"Adesso basta!" Gli avrei fatto vedere chi è che comanda, tanto per non dargliela vinta anche quella volta. Akki era un tipo tutto pepe, esuberante, testardo come la roccia che dominava, dinamico costantemente attivo...Un vero e proprio satanasso dalla testa calda!
Sapeva tenermi testa, mi sfidava fino a farmi perdere la pazienza per poi farmela ritrovare cinque minuti dopo. Aveva modi tutti suoi di farsi perdonare e sapeva perfettamente quando lasciar spazio al suo lato comprensivo e gentile.
'Cagasotto' era una parola che detestavo. Per quanto fossi stata fifona sin da piccola, dopo le vicende al Sanatorio avevo un motivo più che valido per avere paura, e lo avevo sperimentato sulla mia stessa pelle ad un caro prezzo, per cui essere additata come fifona non mi stava bene.
Ero certa al 100% che avrebbe fatto qualcosa dopo, seppur entrambi sapessimo che faceva tutto parte del gioco come sempre, quindi tiravamo a ridercela.
Ma tra noi era così: una competizione continua per poter ridere dopo!Mentre lui mi stava aiutando a perfezionare alcune sequenze di combattimento, avevamo avvistato un enooorme cinghiale. E che fai, te ne privi? Ma assolutamente no!
Del resto a cena avremmo festeggiato il settantaseiesimo compleanno di nonna Dana-Dana, quindi quel cinghiale era un ottimo regalo di compleanno di gran lunga migliore rispetto al mazzo di papaveri e al vestitino nuovo a fiori che le avevamo donato l'anno prima (e oserei dire molto meglio anche del cuscino con la federa verde e gialla a pois di due anni prima...)
Perché sì, ne era trascorso di tempo!Più precisamente erano passati altri due anni, ma di questo ve ne racconterò tra poco ---> torniamo alla nostra preda piuttosto!
Forte di tutta la mia superbia, se dicevo 'basta' era basta, e basta! Misi il turbo, riuscendo a sorpassare Akki e coi polmoni al limite arrestai la mia corsa scivolando sui piedi per meno di un paio di metri prima di frenarmi definitivamente. Prontamente agganciai la con lo sguardo e protrassi in avanti le mani: "Zeno-Cage" era un insieme di alti pannelli di energia solida che ero solita utilizzare, come in quel caso, per intrappolare la sfortunata cena e non lasciarla fuggire. "Sei mio!" sorrisi io.
"Woo-oha!" Urlò quel matto di Akki mentre saltava un paio di metri facendo leva su di una roccia che aveva deformato mentre correva. "Non ci penso proprio, cagasotto!" Ghignò fiero lasciandomi completamente sbalordita mentre col potere del suo frutto Rock-Rock estraeva un enorme masso dal terreno per colpirlo a mezz'aria con un fortissimo e preciso calcio rotante. "Mio!"
"Dah, ma non ci credo, Akki l'hai fatto ancora!" sbuffai io sciogliendo la mia tecnica ed avvicinandomi al verde con passo svelto.
Si avvicinò tremendamente a me: "Ovviamente, ci ho pensato io perché tu non avresti mai potuto!" 
I nostri nasi erano letteralmente a due centimetri l'uno dall'altro, questo mi fece venire in mente un ricordo di mezzo anno prima...
~Da quando avevo fatto ritorno all'isola Gold, non ero mai andata a piangere i miei cari sulle loro tombe. Non perché non ne avessi voglia, non perché io mi trovavo a Perla e loro a Roubi dove non ero ben accetta...Ma semplicemente avevo paura. Paura di essere giudicata dai morti forse, paura di non esserne degna. Del loro brutale destino ero io la colpevole, con che faccia avrei potuto presentarmi davanti ai loro memoriali?
"Non sei sola." Mi aveva detto Akki quel giorno poggiandomi una mano sulla spalla "E poi tu hai un posto dove piangerli, non sminuire questa fortuna, sarebbe come voltargli le spalle." 
Poche parole serie d'effetto che bastarono ad aprirmi gli occhi, cos'altro bisogna aggiungere?
L'unico problema era raggiungere Roubi, perché da Perla a lì non c'era certo poca distanza. Quindi, da brave canaglie ribelli e adolescenti, decidemmo di, ehm, 'prendere in prestito' il Sinister-Mine-Train della nonna...La getendi Roubi aveva già reclamato la mia testa in maniera sottintesa, e giustamente io invadevo il territorio a bordo di uno dei tanti vagoncini colorati giudati da un matto con i capelli verdi e un topo in testa. Direi che eravamo proprio i tipi che preferivano passare inosservati. E chissà quante botte ci saremmo beccati dopo che nonna Dana-Dana ci avrebbe visto tornare sul treno... Ma questo è un epilogo che potete facilmente immaginare...
Akki non se la cavava affatto male alla guida ma per quanto spingesse l'acceleratore quel tragitto a tratti desertico continuava a sembrarmi solo un infinito flusso di pensieri: potevo davvero tornare?Era la cosa giusta da fare?
"Sei pronta Ari-Ari?" Akki non mi chiamava mai per nome, sapeva quanto fosse dura per me e quanto avevo bisogno della sua presenza in quel momento. 
Fece per precedermi, ma agguantai un lembo della sua t-shirt bianca e si voltò a guardarmi trovandomi a mordermi le labbra con gli occhi lucidi per la tensione. Afferrò la mano con cui lo tenevo per la maglietta, stringedola dolcemente forte come per dirmi 'siamo insieme'; mi feci coraggio.
Nonna e tutti gli altri cittadini avevano dovuto fare i conti con i morti ed i feriti causati da quella banda pirata, ed immagino che seppellire i propri cari con le proprie mani sia stato straziante per lei. Riposavano tutti e tre assieme, vicini nel verde e curato prato periferico del cimitero della città. Sulle loro lapidi vi erano fiori ancora freschi, accato ai quali posai un mazzolino di margherite e garofani, i preferiti di Gari.
"T..Tu guarda i fiori..." Mormorai lasciandomi cadere sulle ginocchia. Scoppiai in lacrime, a tal punto da non riuscire più a distinguere le immagini con nitidezza e mi morsi le labbra cercando di smorzare i singhiozzi e mettendo a fuoco la mia mano sul terreno sotto di me. 
Ma la terra non poteva restituirmeli... "Mi dispiace...Mi dispiace...Mi dispiaceee!" Continuai a ripetere ad inoltranza battendo i pugni.
Akki, mosso dalla scena, si abbassò e mi afferrò saldamente il viso fra le mani gonfiandomi le guance ed io posai le mie su di lui mentre le lacrime calde mi rigavano il viso.
"Ascoltami bene, Ari! NON È COLPA TUA! Tu hai cercato di salvarli! Loro sono morti col sorriso sapendo di amare te e tuo fratello. Credi davvero che volessero questo per te? Credi davvero che il futuro che immaginavano per la loro figlia fosse buio e triste come quello che ti ostini a vedere tu?" I suoi occhi erano ancorati nei miei, non distoglieva lo sguardo mentre con decisione e commozione continuava: "Se fossero qui vorrebbero vederti vivere felice la vita che ti sei guadagnata. Tu sei sopravvissuta, Ari, vivi libera per loro e per tuo fratello, non lasciare che quello che quei folli ti hanno fatto prenda il controllo su di te, tu sei più forte e non puoi permettergli di vincere. Vivi! Vivi, Ari! Una famiglia è per sempre, loro saranno sempre con te se tu gli permetterai d'essere la luce tra le tue tenebre. Trasforma questo dolore. Vivi libera e vai avanti, per favore!"
Lo fissai in silenzio tra soffocati singhiozzi ed occhi grondanti di lacrime e quando mi disse "Adesso sfogati, io sono qui con te!" mi abbandonai del tutto fra le sue braccia lasciando andare la sofferenza di quegli anni, cullandomi tra i teneri ricordi di una famiglia felice.
Restai seduta accanto ad Akki con la testa china sulla sua spalla, finché non giunse il tramonto a svegliarmi da quella ritrovata calma. 
Lentamente alzai il capo dal suo incavo imbattedomi nel suo viso giovane e perfetto. I suoi occhi riflettevano perfettamente i colori del sole calante, respirava piano come se fino a quel momento avesse avuto paura di portarmi via quel benessere. Non smisi neanche solo un secondo di ammirare la sua perfezione, la sua pelle eterea, da quando era diventato così bello? Lui non distoglieva lo sguardo da me, eravamo tremendamente vicini e nel silenzio della natura erano i nostri cuori battenti a far chiasso. Non resistette e posò piano le sue labbra vive sulle mie.
Ma quello non poté evolversi in nient'altro che un bacio a stampo, perché Pelo zampettò da noi facendoci notare che qualcuno di Roubi mi aveva vista e stava venendo lì per me.~
Da quel giorno non avevamo creato altri momenti così 'romantici' oserei dire, perché?
Diamine, non so neanche il cazzo di perché. So solo che da allora eravamo più uniti che mai.
Akki mi stava sempre appiccicato, non che fosse una cosa negativa eh...Voglio dire lui era il mio migliore amico, la mia spalla, la persona che mi rimpinzava di pancakes fino a farmi scoppiare, l'unico a cui permettevo di rubarmi il cibo dal piatto, l'unico che avrei punzecchiato fino allo sfinimento e che avrei inseguito fino ai confini del mondo.
Se potessi cercare di farvi capire cosa lui fosse per me, direi che Akki era il mio primo amore.
Akki era una scintilla di vita pura nei miei giorni, ed aveva fatto breccia nel mio cuore, a modo suo, già ai tempi del Sanatorio.
"Oh, e quindi?" disse lui interrompendo il flusso dei miei pensieri distraendomi come lo stridio di un disco rotto. Non accennò certamente a tirarsi indietro, rendedomi le cose più difficili.
"Quindi cosa?" 
"Muoio dalla voglia di baciarti, Ari." Senza neanche il tempo di accorgermene percepii le sue mani calde sulle mie guance, ero in trappola.E boom, mi colpì ed affondò come un cannone con una nave nemica. Un brivido si fece strada nel mio cuore, aumentandone i battiti. Arrossii leggermente quando con i pollici prese ad accarezzarmi lentamente le lentiggini, ridendo della mia temperatura corporea che non faceva altro che aumentare. "Parto domani, lo sai."
Scivolai via dalla sua presa. 'Parto domani', certamente come se questo bastasse! Non avrebbe mai potuto farsi perdonare per quello. "Appunto, parti." Mi voltai di schiena, facendo per andarmene. Dio, quanto non sopportavo l'idea di vederlo partire.
Aveva sempre detto di voler essere libero, che lui era nato per realizzare il suo sogno di poter prendere il mare e vivere mille avventure da raccontare. Un pirata, voleva essere un maledetto pirata.
E non mi stava bene, ovvio che no. I pirati commettono reati, fanno cose spregevoli e vivono alle spalle degli altri. I pirati mi avevano portato via ogni cosa.
D'improvviso venni tirata indietro e cinta in vita dalle sue braccia. Non avevo scampo. Chinò la testa per incastrarla perfettamente nell'incavo della mia spalla. Era più alto di me di dieci centimetri, io ne misuravo solo centosettantotto. Strusciò la punta del suo naso contro il mio viso. "Diventerai un pirata, ci vuole molto più di questo per farti perdonare stavolta!" Detto questo, lo costrinsi ad allontanarsi con una gomitata nello stomaco e me ne tornai a casa di corsa imboccando la radura.
Non sapevo proprio dirgli di no, ma stavolta era diverso.
Bastava poco per scrollarmi di dosso il broncio, aveva i suoi assi nella manica quel matto!
Non è che io non lo desiderassi, anzi! Akki era letteralmente l'unico ragazzo della mia vita, la mia prima cotta, la mia prima esperienza sentimentale, il mio primo tutto. Fremevo dalla voglia di buttarmi a capofitto in tutto ciò che potevamo essere. Ma sapere che l'indomani sarebbe salpato all'avventura io proprio non riuscivo ad accettarlo. Non accettavo né l'idea di separarmene né che potesse trovare la felicità senza di me.
Chi avrei rimproverato perché scalzo tutto il tempo? A chi avrei fatto i massaggi dopo l'allenamento? Chi mi avrebbe preparato i pancacke per colazione? Con chi avrei vissuto gli altri giorni della mia vita tra risate e pianti? Con chi avrei scambiato insulti per poi sfidarmici e ridere? Akki era Akki, e basta. Era parte della mia vita da anni e non potevo adattarmi ad un cambiamento così grande.
 
Fatta sera, nonna Dana-Dana rientrò nella nostra casa-albero; sin da bambina non facevo altro che domandarmi cosa diavolo facesse via per il Paese con il Sinister-Mine-Train. Era un mistero più grande dello stesso One Piece, nemmeno mio padre Petro ne aveva mai saputo nulla. Inseguirla con Gari era risultato impossibile quando andavamo a trovarla nell'altra città, quella donna era troppo furba. Bah!
Passammo momenti felici quella sera, festeggiammo un bel compleanno e lei fu fiera del suo regalo perché oltre che mangiare a sazietà per giorni, poteva anche ricavare una bella pelliccia da quell'enorme cinghiale. (NDA: odio io stessa le pellicce, perdonatemi per questo frame...)
Finita la festicciola col vicinato, la notte calava alle nostre finestre e rincasammo tutti, nonostante il cortile fosse illuminato da una seriedi lampadine arrangiate ai fili del bucato.
Ah, ovviamente ho omesso tutta la parte in cui nonna ubriaca ha preso a raccontare (tra un boccheggio di pipa ed un altro) di quella volta che ha truffato un mercante e di quella volta che ha dovuto usare un appendiabiti per salvare una donna. Si era anche addormentata sul tavolo davanti al vassoio vuoto della torta, tant'è che la lasciai dormire lì dopo aver risistemato.
Portai in stanza Pelo, poverino era esausto anche lui da quella giornata piena!
Andai in bagno e feci una bella doccia calda per lavare via tutte le fatiche ed i pensieri.
Si poteva amare un bagno? Boh, ma io lo amavo: era enorme per una casa come la nostra, ed il colore prevalente era il giallo tenue.
Finii e mi avvolsi in un asciugamano che mi arrivava alle ginocchia. Tirai un sospiro.
-Toc Toc- neanche tirai ad indovinare chi potevo trovare dietro la porta, aprii senza troppe storie.
Guardai Akki poggiato allo stipite della porta ma distolsi rapidamente lo sguardo:"Ti concedo di farti perdonare per il cinghiale di oggi." Sbuffai con una smorfia a guance piene.
Senza dir nulla si avvicinò allo sgabello di legno sul quale ero seduta, tirando fuori dal portaoggetti un pettine. Si mise dietro di me, mi sciolse i biondi capelli bagnati adagiandoli lungo la mia schiena. Erano cresciuti un po', mi arrivavano a metà dorso ma avevano comunque mantenuto la tonalità chiara acquisita dopo la fuga dal Sanatorio. Prese a pettinarli con attenzione, cercando di districare per bene i pochi nodi in cui incappava.
"Vuoi continuare a tenermi il broncio sprecando le ultime ore che ci rimangono?" Mi guardava attraverso l'enorme specchio posto di fronte a noi.
Mi alzai di scatto, facendolo sobbalzare per lo spavento tant'è che il pettine gli scappò di mano. "Voglio che tu sia felice, ma voglio anche averti qui con me!" 
"E perché non vieni con me?"
"Sai cosa ne penso, sai che non potrei mai fare la piratessa! Non posso lasciare nonna, non adesso. E poi tu hai il diritto di essere libero, non devi avere vincoli. Io non sarò il tuo limite, non posso iniziare questa cosa e lasciare semplicemente che passi più della metà della vita a trovare la tua strada mentre io sto qui. Ti hanno tolto la libertà per anni, so cosa vuol dire, quindi non sarò la tua prigione. E non ho la minima intenzione di passare il resto dei miei giorni a desiderarti perché mi hai fatta innamorare!"
Lui spalancò gli occhi. Non che non l'avesse realizzato prima che tra di noi ci fosse qualcosa, voglio dire era palese agli occhi di chiunque che ci fosse del tenero fra noi dato che se non ci scannavamo stavamo appiccicati. Lui me l'aveva detto e dimostrato praticamente ogni giorno. Insomma, lasciare la situazione implicita da parte mia era una cosa ma dirglielo finalmente in faccia aveva un altro valore e impatto.
Prese a respirare più profondamente dalla 'sorpresa'.
Non passarono altro che millesimi di secondo in cui ogni fibra del mio corpo mandava un segnale al mio cervello chiedendogli di far qualcosa e reclamare quel corpo perfetto di muscoli asciutti.
Indossava solo dei larghi pantaloncini neri che gli arrivavano alle ginocchia. Era proprio un tipo! Ribollivo a vederlo quasi sempre senza maglietta come in quel momento. Aveva un viso perfetto, senza traccia di barba o imperfezioni, i suoi lineamenti erano armoniosi ed illuminati da quegli occhi che riprendevano il verde foresta dei capelli corti e delle ciocche ribelli sulla sua fronte.
"Spaccherei a pugni l'intera montagna centrale se fosse per te. Mi hai incantato già alla prima sfera di energia al Sanatorio. Ti ho vista crescere sotto ai miei occhi insieme a me, ne abbiamo passate di tuti i colori." Ghignò "Mi hai stregato il cuore, Ari!"
Non resistetti oltre: "Solo per stanotte." E dopo mezzo passo, aiutandomi in punta di piedi lo baciai, mi assecondò.
Un secondo primo bacio vero, sentito, caldo, morbido, piacevole. 
Mi stravolse di brutto staccandosi da me con forza e mi prese in braccio a mo'di principessa e prima che potessi proferir parola si fiondò col mio peso addosso fuori dalla finestra, saltando sui robusti rami dell'albero fino a raggiungere una cima alta e spaziosa, coperta dalla chioma.
Mi mise giù, chinandosi alla mia altezza (NDA: posa gopnik ragazzi. FATE PARTIRE WITHOUT ME-HALSEY FT JUICE WRLD slowed+reverb, poi tornate a leggere!!!).
Vedevo chiaramente la luna che rischiarava quella tiepida notte estiva, creando una certa atmosfera filtrata dalle foglie.
Akki non aveva occhi che per me ma non ne ero imbarazzata ma anzi, mi rendeva sicura.
Con un delicato gesto scostò una ciocca dei miei capelli dietro al mio orecchio. Lasciò scendere la mano sulla guancia, facendo poi lo stesso con l'altra. La sua stretta faceva da cornice ai miei lineamenti ed il suo pollice disegnava dolce cerchi sulle mie lentiggini, appagandosi del contatto con le mie gote calde e rosee per l'emozione del momento. 
"Dio, sei bellissima." Disse prima di guardarmi trapassandomi con intensità.
Chiusi gli occhi. Ci baciammo ancora, fu lui a prendere l'iniziativa. Le nostre lingue danzavano l'una nel sapore dell'altra e nel mentre il torace di Akki mi spingeva giù per farmi stendere. Avrei potuto perdere il cuore da un momento all'altro, ma mi lasciai andare rilassandomi al contatto del legno contro la mia schiena.
Posò le dita sul nodino dell'asciugamano, all'altezza del mio petto. Riaprii gli occhi, abbracciando il suo collo con la mano destra, mentre con la sinistra gli lisciai i capelli per poi spingerlo verso di me per baciarlo. Assaporai ogni singolo millimetro delle sue labbra, mentre scioglieva l'asciugamano scoprendomi completamente le nudità. Aveva il via libera.
Era la nostra prima volta, ma l'istinto libidinoso e l'amore avrebbero fatto da guida.
Si mise a cavalcioni su di me, affondando le sue labbra tra le mie clavicole e scendendo più giù. Sussultai a quel solletico piacevole sulla mia pelle.
Tastò i miei seni morbidi con bramosia, baciandone ogni curva con attenzione. Il mio cuore batteva all'impazzata. Giocai con i suoi capelli.
Ero pronta, avevo diciannove anni e lui venti, era 'insieme' come mai prima d'ora.
Lo desideravo ardentemente, il mio basso ventre fremeva dalla voglia attraversato da continue scariche di piacere e desiderio. Allargai le gambe e lui lasciò scivolare la sua mano dai miei fianchi fino alla coscia, che afferrò veemente.
Aveva ancora indosso i pantaloncini, ma dopo il mio invito implicito percepii ancora più chiaramente il suo membro premere contro di me. 
"Non ce la faccio più!" Dissi io interrompendo il momento per poi abbassargli gli indumenti.
Mi baciò a piccole ripetizioni: "Per fortuna non volevi, eh" sorrise.
Eravamo nudi, l'uno avvinghiato all'altra. 
Qualcosa la sotto continuava a muoversi in cerca di un segnale. Divaricai ancor più le gambe, lasciando che Akki prendesse possesso di me mentre il chiarore della luna ci accompagnava. 
Applicò un po' di forza, spingendo con decisione.
 
Si fece spazio dentro di me con pazienza, capendo che per me la prima volta era inizialmente dolorosa. Del resto non più di tanto, potevo sopportarlo perché mi era stato fatto molto più male.
Ben presto quel bruciore si convertì in pura goduria, spinta dopo spinta, gemito dopo gemito.
Durò il tempo giusto per entrambi e fu bellissimo.
Dopo esserci ripresi scoppiammo a ridere in sincro, prendendoci per mano.
 
Però non potevamo do certo passare la notte intera su di un albero, con le luci ci avrebbero sicuramente visto. Ci rialzammo dopo alcuni minuti di ripresa, ed io mi ripresi l'asciugamano. Probabilmente ero più stanca io di Akki, mi riprese in braccio e scendemmo assieme in stanza. La fortuna delle case albero erano le stanze ad ogni livello, nonna non ci avrebbe mai sgamato trovandosi al primo piano e noi all'ultimo.
Tornammo in stanza, Pelo era già secco al settimo sonno e non si accorse di noi e delle nostre risate.
I capelli nel frattempo mi si erano pure asciugati. Ci stendemmo a letto, un po' distanti. Io mi misi su di un fianco, tenendo le braccia piegate sotto la testa, in modo da tenermi più alta e frenarmi più di quanto facesse il cuscino. Akki se ne stava a pancia in su, con le braccia una sotto la nuca e l'altra fuori dal perimetro del letto.
"Wow..." Mormorò.
"È stato... È stato... Wow" conclusi io.
"Dopo questa mi mancherai ancora di più, dannata bambina lentiggine!"
Con un pugnetto gli picchiai un pettorale "Taci, testa d'albero!"
Akki mi afferrò per il collare regalandomi un ultimo bacio prima di cadere fra le braccia di Morfeo.
 
Fu una delle poche notti più serene della mia vita, senza incubi.
Non avevo mai provato tanta libertà, mi sentivo maledettamente bene.
L'indomani, con il resto del mondo ignaro di quella notte, Akki salpò per il mare portando via con sé una parte di me e del nostro segreto.
Ero triste? Sicuramente.
Ci sarei stata una merda per i mesi a seguire? Ovviamente.
Saperlo felice mi rendeva felice? Molto.
"Devi trovare la tua strada ed essere libera anche tu, capito?" 
Insomma, fu un addio bello carico quello ed indimenticabile. 
"Una famiglia è per sempre, tu e quella vecchia scatenata col topo in testa siete la mia, non dimenticarlo." Mi aveva detto baciandomi la fronte prima di partire.
Per fino Pelo era tutto lacrime insieme a me.
Sarebbe stato bene? Avrebbe vissuto la vita che voleva?
Mentre lo vedevo allontanarsi spinto dalle onde su quella barchetta dove lui ed il suo amico Zamo entravano a malapena, spalancai gli occhi ricordandomi di una cosa.
Dirignai i denti, cercando di vincere il tic isterico all'occhio.
Le scarpe, ancora una volta quel dannato non se l'era prese. Mi lasciai andare ad un grido furioso, lanciandogli le calzature con impeto: "E mettiti le scarpe, brutto scemo!"
Ne afferrò una al volo, mentre l'altra lo colpì sull'addome.
 
Ed andò, andarono, sotto gli occhi di tutti. Sorrisi a mia nonna, che ricambiò con una pacca sulla spalla fissando l'orizzonte, fiera di aver potuto conoscere un ragazzo così cocciuto, determinato che le aveva dato filo da torcere e l'aveva fatta disperare fra casini vari, medicazioni ecc..
Quando ormai furono lontani, mi voltai per lasciare il porto, ricevendo un'occhiataccia da Tiffany, una stronzetta bionda e fanatica da sempre invidiosa di me perché cotta di Akki.
Mi ringhiò contro, ed io di tutta risposta le feci una smorfia con linguaccia.
Se solo sapesse...! Pff!
 
 
 
Passarono i giorni ed anche i mesi, ed un pomeriggio dopo aver terminato il mio allenamento, vidi piovere dal cielo l'edizione odierna della gazzetta.
≤I pirati del buio colpiscono ancora, salvati altri due bambini, ma la banda resta in fuga.≥ 
Recitava il titolo del giornale. Parlava proprio del dottor Ombra e di Lenora.
Restai basita e scioccata, lanciai via il giornale e presi tra le mani Pelo.
Mi si fece sempre più affannoso il respiro, non riuscivo a pensare lucidamente per il panico: "Verranno a prenderci, verranno a prenderci!" Dissi fra le lacrime. Anche il mio amichetto era decisamente spaventato da quella notizia.
Cosa sarebbe accaduto? Avrebbero trovato me o Akki? 
Erano vivi e sapevano che anche noi lo eravamo, si sarebbero vendicati ed era questione di tempo.
"Non oggi, non domani, ma un giorno verrò a prenderti." Aveva ringhiato il dottor Ombra prima di perdere i sensi dopo la nostra fuga.
Merda.
Chi mi avrebbe salvata?
 
 
 
 
                                                       *Fine capitolo*
Ehilà!
Capitolo molto soft, ve lo assicuro, arriverà di peggio in futuro,state pronti perché mi sono trattenuta!
Akki è sempre stato cotto di Ari, fin dall'inizio ma lei non ha mai mollato perché non voleva legarsi 'ufficialmente' sapendo che prima o poi sarebbe diventato un pirata.
Secondo voi lo rivedremo? E cosa accadrà con Lenora ed il dottor Ombra?
Ma chi lo sa! So solo che nel prossimo chap la storia di Ari si intreccerà a quella dei novelli pirati Heart, ed inizierà finalmente!
Questa non sarà la solita fic sbrigativa, qui niente è lasciato al caso e non ho la minima intenzione di trasformare gli Heart in una crew di soliti medici!
Nella novel di Law non sono raccontati i suoi viaggi dopo che ha preso il mare assieme a Bepo, Shachi e Penguin, quindi userò la mia fantasia per raccontarvi di questa giovane ciurma collegando a modo mio i pezzetti che sappiamo già dalla storia principale.
Secondo voi come ha ottenuto la sua nodachi 'lamento spettrale', o collezionato 100 cuori di pirati?
State con me in questo viaggio per scoprirlo con gli occhi di Ari, forza!
Fatemi sapere cosa ne pensate, lasciatemi un commentuccio che per me è importantissimo!
 
Ci vediamo presto al prossimo capitolo!!!✨
  
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