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Autore: Melisanna    22/08/2022    2 recensioni
...Ma perché arrivi (intendo un amore autentico, onesto e sano) la cosa migliore è non pensarci troppo, non invocarlo. Altrimenti ci si inganna. Si mette la maschera dell'amore sul primo e più rozzo dei volti. cit. Irène Némirovsky
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sai, Sakura Haruno, Shikamaru Nara | Coppie: Sai/Ino, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sai

 
Sai vide un’ombra snella staccarsi dal gruppo e un lampo di capelli biondi. Ino uscì dal locale senza che apparentemente nessun altro se ne accorgesse. Senza riflettere, Sai la seguì. Fuori piovigginava appena e il freddo degli ultimi giorni di autunno si faceva sentire. Si guardò intorno nella penombra della notte cittadina, cercandola.

Ino era poco distante appoggiata con le spalle ad un lampione e volgeva il viso al cielo nuvoloso, lasciando che gocce come lacrime le rigassero il viso. Nell’aura di luce gialla era bella, di una bellezza fragile e sottile che non sembrava lei, così prorompente e rumorosa in ufficio.

Sai le si avvicinò e le sfiorò una spalla per attrarre la sua attenzione “Yamanaka”.

Ino si voltò e lo guardò con espressione indecifrabile, il viso pallido per il freddo, con la bocca in contrasto tanto più rossa e lucida. Dopo averlo scrutato qualche secondo, gli afferrò il volto con le lunghe mani e lo baciò.

Sai le avvolse le braccia intorno alla vita e Ino si lasciò andare contro lui, accarezzandogli i denti con la lingua e succhiandogli le labbra.
Si lasciò trasportare dal bacio, finché lei non allontanò il viso e le fissò tra i ciuffi che la pioggia le aveva incollato al viso “Andiamo da me?”.

Sai annuì.

Nelle poche settimane trascorse da quando era stato assunto, Sai aveva identificato in Yamanaka la donna più appetibile per una frequentazione a scopo matrimoniale: era brillante sul lavoro, ma non così tanto da volersi dedicare alla carriera; nonostante potesse essere petulante e testarda, sapeva essere solare ed amabile ed, infine, dote non trascurabile, era dotata di un viso angelico piazzato in cima a un corpo statuario. Tutto considerato, fu perciò la scelta più ovvia restare a dormire a casa di Ino quella prima sera e lasciarla la mattina con la promessa di rivedersi dopo il lavoro.

Da lì in poi, fu tutto un naturale scivolare in una gradevole, abitudinaria relazione, per quanto fosse possibile averla con una donna così volubile come Ino. Ma nonostante la sua incostanza, Ino sembrava gradire le piccole comodità che Sai le offriva, la sicurezza e la tranquillità.

Non erano più tornati a casa sua. Ino aveva un minuscolo bilocale in periferia, invece Sai possedeva un ampio appartamento in un grattacielo vicino a Marunouchi. Per raggiungere il lavoro bastavano un paio di fermate di metro e a quell’ora la mattina, con il traffico di studenti e impiegati, era un bel vantaggio!

 Sai le aveva lasciato le chiavi dopo solo un paio di settimane e le aveva proposto di lasciare uno spazzolino e quello che le serviva per restare a dormire: non aveva senso riaccompagnarla a casa tutte le sere, quando così era tanto più comodo. Avevano entrambi la loro indipendenza e casa di Sai era grande più che a sufficienza per entrambi.

Un po’ alla volta, prima che fossero passati due mesi, Ino si era pressoché stabilita da lui. Era tutto esattamente come Sai lo desiderava.

Cosa le passasse per la mente, restava un mistero per lui, ma quando Sai rientrava, la sera, la trovava alle prese con i fornelli, con cui a dire la verità non se la cavava troppo bene, oppure accoccolata sul divano a leggere un libro e Sai non sentiva il bisogno di scandagliare ulteriormente i labirintici abissi della sua mente, finché le cose continuavano così.

Cucinava più spesso di lei, anche se rientrava più tardi: era bravo ed era un’attività che lo rilassava. Ino lavava i piatti di buon grado. In qualche modo gli sembrava di riuscire così a entrare in contatto con lei, meglio che parlandoci. Parlare con Ino era difficile.

Parlare con le ragazze era difficile.

O forse semplicemente parlare.

Sai le raccontava come era andata la giornata a lavoro, in un sunto stringato ed efficace come un verbale e si stupiva ogni volta di quanto Ino riuscisse a chiacchierare riguardo alle sue ore in ufficio. Sembrava conoscere tutti e sapere tutto quello che succedeva, anche se accadeva in una sede dalla parte opposta della città e su tutto aveva un sacco di cose da dire, opinioni taglienti e giudizi acidi, ma anche fanciulleschi entusiasmi e faziose adorazioni.

Haruno rientrava quasi sempre nei suoi discorsi. Sai faticava a capire il loro rapporto. Si sbeffeggiavano a vicenda la maggior parte del tempo e Ino ne parlava spesso con franca crudeltà. E poi, insomma, era sotto gli occhi di tutti che Ino era decisamente più attraente e più brava sul lavoro. Eppure Ino sembrava trovare in quella ragazza opaca, qualcosa di prezioso. Una volta Sai aveva osato parlarne male, niente di importante, aveva semplicemente ripetuto un commento di Ino ed era stato ferocemente rimbeccato perché “Nessuno deve osare parlare male della mia migliore amica!”. Sai aveva dovuto accettare che Haruno avrebbe fatto parte della sua vita, finché ne avrebbe fatto parte Ino e si era trovato trascinato a cene noiose, in compagnia della ragazza e di Uzumaki, durante le quali finiva per starsene in disparte, mentre Ino e Sakura trillavano allegre e Uzumaki tentava inutilmente di farsi notare. Era un ragazzo così chiassoso e mediocre!

Veramente, non capiva cosa Ino trovasse in loro. Né in Akamichi se per questo: quel ragazzo non sembrava avere nessuna ambizione e non aveva nessuna cura di sé e del suo corpo. Un atteggiamento che Sai disprezzava dal profondo del cuore. Nara, anche lui amico di infanzia di Ino, forse, sarebbe stato più interessante, ma non avevano mai avuto modo di incontrarlo e Ino non parlava volentieri di lui.

Quando Ino e Sai si erano parlati alla festa di Nara, era saltato fuori che erano entrambi amanti del fitting e attenti alla dieta, anche se nel caso di Ino si traduceva nel mangiare per lo più barrette e in quello di Sai di cucinarsi pasti calcolati al milligrammo e lui ne aveva dedotto che avrebbero avuto un sacco di argomenti in comune, ma aveva scoperto con un certo dispetto che Ino si annoiava rapidamente quando lui cercava di proporle una nuova scheda o le parlava dei risultati ottenuti con la cardio. Per Ino la palestra era una necessità a cui sottoporsi per mantenere il suo fisico magnifico, per Sai una religione.

Parlare era difficile, sì.

Prepararle da mangiare e vederla accendersi di gioia come una bambina, davanti a un piatto gustoso, ma perfettamente bilanciato, invece, era facile e di assai maggior soddisfazione.

E poi c’era il sesso, ovviamente, perché non si può stare con una come Yamanaka e non mettere in conto il sesso. Con un corpo così a disposizione, sarebbe stata un’eresia. Il sesso era favoloso, come era ovvio aspettarsi con una ragazza atletica ed estroversa come Ino e Sai ringraziava il suo corpo allenato per poterle tenere testa.

Sì, decisamente, i vantaggi di una relazione con Yamanaka superavano gli svantaggi e Sai iniziava già a chiedersi quando avrebbe potuto ragionevolmente chiederle di sposarlo. In fondo, perché mai avrebbe dovuto aspettare?
  
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