Anime & Manga > Given
Segui la storia  |       
Autore: lolloshima    29/08/2022    2 recensioni
Questa raccolta partecipa alla challenge bimensile #thetimoofourlife indetta dal gruppo facebook Non solo Sherlock.
Parla delle cinque fasi della vita (INFANZIA, ADOLESCENZA, GIOVENTU' ETA' ADULTA, VECCHIAIA) di Akihiko Kaji, il violinista e batterista del manga / anime Given.
Dalla sua infanzia difficile, al successo, passando per gli amori della sua vita.
I personaggi principali appartengono all'autore del manga, Natsuki Kizu, così come la storia di fondo. Le ambientazioni della storia e i personaggi secondari sono di mia invenzione.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Kaji, Haruki Nakayama, Ugetsu Murata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PROMPT CITAZIONI: 24 – Un amore è amore / anche se non ha un domani (Lucio Dalla)

 

Inbacuccato nella pesante vestaglia da camera, Akihiko ringraziò il fattorino e chiuse la porta, lasciando fuori un vento gelido e la neve che cadeva copiosa in vortici sempre più fitti.

Faceva particolarmente freddo, quell’inverno, a Tokyo e le ossa di Akihiko lo preannunciavano da parecchio tempo.

Imbracciando il grosso pacco che gli era stato appena consegnato, entrò nel salone e si accomodò sulla poltrona di fronte al caminetto. Il fuoco era acceso e scoppiettava in lucenti faville che sembravano danzare e rincorrersi tra loro prima di essere risucchiate verso l’alto e sparire nella canna fumaria.

Chopin, il gatto rosso che da quando lo avevano adottato, cinque anni prima, era l’incontrastato padrone di casa, si acciambellò ai suoi piedi.

Haruki non era ancora rientrato. Stava completando i preparativi per l’inaugurazione del nuovo ristorante (il quinto, solo in Gippone), e avrebbe fatto tardi.

Posò il pacco sul folto tappeto persiano, e con le mani nodose ma ancora agili aprì la busta che lo accompagnava. Conteneva una lettera. L’ennesimo ammiratore. Infilò gli occhiali e si apprestò a leggerla.

Carissimo Akihiko,”

Ugetsu! Questa è la calligrafia di Ugetsu Murata!

...questa lettera ti arriverà, su mia indicazione, quando io sarò, finalmente, davvero in pace.

Proprio quella che molti chiamano “pace eterna”.

Te lo dico subito, caro Aki, non essere triste per me, non dispiacerti.

Essere in quella condizione, per me significa non provare più questo dolore, non avere più addosso tutti i tubicini che adesso mi aiutano a rimanere aggrappato a quella che i medici si ostinano a chiamare “vita”.

Significa essermi finalmente ricongiunto alla mia amata musica.

Vengo subito al punto.

Non ho mai smesso di pensare a te, Aki.

Ma allo stesso tempo, capisco perché tu abbia voluto allontanarmi, definitivamente, dalla tua vita.

Lasciandomi, hai spezzato quella catena che ti teneva avvinghiato e che ti impediva di vivere appieno la tua vita, la tua musica, i tuoi amori.

Da lontano, ho seguito i tuoi successi. A proposito, hai ricevuto i miei fiori?

Sono sempre stato molto orgoglioso di te, Aki. Hai saputo riprendere in mano il tuo strumento e ricominciare da capo, hai avuto il coraggio di guardare in faccia il tuo talento, raccoglierlo e coltivarlo, hai scalato le vette più alte del successo e adesso tutti, nel mondo della musica classica, conoscono il tuo nome e la tua musica.

Sono molto fiero del tuo percorso.

Mi auguro con tutto il cuore che tu non l’abbia fatto per inseguire il mio successo, e che tu abbia accettato l’idea che quel “talento” che vedevi in me non dovesse essere un limite, per te, ma piuttosto uno stimolo.

Ti ho visto, a qualcuno dei miei concerti.

L’ultima volta è stato una decina di anni fa, a Mosca, al festival di Chopin. Ero quasi tentato di fermarti, ma ti ho visto talmente felice con il tuo compagno, che mi sono bloccato.

E non perché temessi di rovinare la vostra felicità, no. Piuttosto, perché io per primo sentivo di non potermi avvicinare a quell’armonia alla quale io avevo rinunciato, quando temevo che potesse essere un ostacolo alla mia musica.

Tu mi hai dimostrato che non era così.

Sono davvero felice per te, Akihiko, che tu abbia una persona al tuo fianco che ti ama e ti apprezza. Confesso che per molto tempo l’ho invidiato, il tuo Haruki.

La vita mi ha regalato tanto. La musica, prima di tutto. E la capacità di poterla capire, suonare, vivere. Il successo, i soldi, la fama non sono stati altro che una naturale conseguenza di questa immensa fortuna.

Quanto mi è costato, non serve che te lo dica.

Come sai (certamente apprendendolo dai giornali, ma anche perché tu mi conosci bene) non ho eredi. Non mi sono mai sposato, non ho figli, nessuna persona che mi stia, davvero vicina.

Di tutti i miei amori, di tutte le persone che hanno diviso con me una parte del percorso, o il letto o solo qualche ora, io ho nel cuore solo te.

Per questo ho deciso di lasciare a te tutto quello che ho. Tutto quello che sono (o, per meglio dire, che ero…).

Mi farai la cortesia di lasciare un terzo del patrimonio che stai ereditando alla mia fondazione per aspiranti musicisti indigenti, la Murata-Kaji Foundation. Sì, ho voluto che portasse anche il tuo nome.

Non ho dimenticato la fatica che hai fatto per poter suonare, e il rischio che tutti noi abbiamo corso: se tu non avessi incontrato le persone giuste, che hanno voluto e saputo sostenerti, forse il mondo non avrebbe conosciuto un musicista generoso e talentuoso come te.

Desidero che nessun giovane giapponese debba essere costretto a rinunciare alla musica per la mancanza di un sostegno morale o di mezzi economici.

Ho già dato disposizione ai miei avvocati in tal senso. In questo momento stanno già provvedendo a preparare tutta la documentazione, e ti contatteranno dopo la mia scomparsa, per tutte le formalità.

Ti lascio tutta la mia musica. I miei spartiti, le mie composizioni, i miei appunti.

Anche gli eserciziari che usavamo per i nostri duetti all’università, ricordi? Non li ho mai gettati. Ci sono ancora i tuoi appunti a matita. Ricordi quanto mi arrabbiavo perché imbrattavi le mie preziose partiture? Non li ho mai cancellati.

Il loro valore di mercato è praticamente nullo, ma li ho sempre conservati tra le cose più preziose. Confido che, anche tu, continuerai a custodirli con la cura che si riserva alle cose molto care.

Troverai tutto negli archivi del mio studio, a New York.

Riceverai a breve i biglietti aerei, per te e per Haruki-san. Saranno biglietti aperti. Potrete rimanere nel mio appartamento, che adesso è tuo, quanto vorrete. Ti prego, accetta questa piccola vacanza come mio dono per te e tuo marito.

Soprattutto, ti lascio la cosa che per me ha sempre avuto più valore. Il mio violino.”

Akihiko abbassò la lettera, si tolse gli occhiali, e fissò il pacco che aveva appoggiato ai piedi della poltrona.

Il suo violino….

Uno Stradivari unico al mondo, lo strumento appartenuto a uno dei musicisti più noti dell’intero pianeta, affidato a un banale spedizioniere!

Era proprio da Ugetsu. L’arroganza di sentirsi superiore a ogni imprevisto, e inattaccabile dalla preoccupazione, tipica delle le persone ordinarie, che possa capitare un qualche evento negativo o sfortunato.

Inutile che ti dica che il suo valore è inestimabile.

Sai bene quanto ci è voluto per avere tra le mani uno Stradivari autentico. E per renderlo veramente mio.

Ma, conoscendoti, so che non è il suo prezzo, a commuoverti.

Perchè ti stai commuovendo, vero? Anche se ormai sei un vecchietto come me, che di emozioni ne ha vissute tante nella sua vita.

Solo tu puoi capire quanto sudore, quanta dedizione, quanta fatica, quanti sacrifici, quanto amore, quanta gioia sono racchiusi in questo strumento.

Solo tu, con il tocco che finalmente hai riscoperto dentro di te, sei in grado di far emergere tutto questo. Con la naturalezza con cui escono le lacrime che adesso stanno solcando il mio viso. E credo anche il tuo.

Ti chiederai perché ho scelto te.

Perchè non ho mai smesso di pensarti, non ho mai smesso di amarti, non ho mai smesso di chiedermi se esistesse un universo dove il grande violinista Ugetsu Murata potesse amare contemporaneamente te e la musica.

Perchè, nonostante tutto, tu ce l’hai fatta, a emergere, ad amare, ad amarti.

Perchè eravamo solo dei ragazzi, ma tu sei e resterai sempre il mio più grande amore. E un amore è amore anche se non ha un domani.

Perchè tu sei come il mio violino. Inestimabile.

Questo non è un addio, Aki.

Mi ritroverai sempre nella tua musica.

Per sempre.

Ugetsu Murata”

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Given / Vai alla pagina dell'autore: lolloshima