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Autore: Efffp25    30/08/2022    0 recensioni
Chiara è una ragazza molto tranquilla, che ama scrivere e disegnare, al suo primo giorno del suo quarto anno di liceo arriverà un nuovo studente nella sua classe: Luigi Bianchi. Agli occhi di tutti il ragazzo apparirà come silenzioso e molto riservato, tuttavia rimarrà colpito dalla bontà d'animo della ragazza. Lei lo aiuterà a uscire da quel tunnel, eppure quell’amicizia potrebbe essere qualcosa di più. Ma un problema a scuola cambierà le carte in tavola, cosa accadrà alla loro classe?
Genere: Commedia, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO TERZO
PASSO DOPO PASSO

 
(Secret Melody di Two Steps From Hell)

 
Il mio cellulare stava squillando, cavolo, chi poteva essere alle sei di sera mentre stavo sonnecchiando a fare latino? Sbuffando guardai chi fosse: era Luigi (Oh Gesù!)

«Pronto? Come stai?» chiesi
«B-Bene…» bofonchiò, ma sapevo che non stava bene «Domani vieni a scuola?» chiesi preoccupata «Non so se ce la faccio…» cominciò malinconico «Domani ti vengo a prendere davanti a casa» dissi decisa.
 
Come promesso la mattina dopo prendemmo il bus, era sabato, mia mamma non mi portava a scuola quel giorno, insieme facemmo la strada insieme. Per fortuna abitavamo vicini, lui indossava il suo solito cappotto nero, e una sciarpa a quadri, le mani erano serrate in tasca «Stanotte ho iniziato a respirare affannosamente» disse mentre eravamo in bus «Ora stai bene?» gli chiesi preoccupata «S-Si» disse.
 
Quando arrivammo a scuola, prima dell’inizio della prima ora mi chiese una cosa che mi lasciò sorpresa «Ti va di venire nel giardinetto di casa mia insieme a me?» si riferiva ovviamente a quello che c’era a casa sua
«Okay» dissi subito.

 
Nel pomeriggio ti trovammo, come promesso nel giardinetto di casa sua, mi stava aspettando seduto su una panchina, aprii piano il cancelletto e mi sedetti accanto a lui «Ciao» bofonchiai, in mano tenevo un sacchetto con delle focaccine calde appena sfornate, come dico sempre io, “portati sempre qualcosa di caldo con te e starai meglio”. Luigi mi salutò.
 
All’inizio non sapevo cosa dire, poi dopo aver fatto una barzelletta senza senso iniziammo a parlare, era divertente parlare di cose sciocche e buffe, strano a dirsi ma anche a lui facevano ridere le battute squallide sui “mangodrilli” sulle “suorpizze” e altro.
 
Si, lo so che fanno cagare ma io rimango sempre impressionata e divertita da queste battute insensate.
 
Dopo aver parlato per quasi un’ora di vari argomenti calò un silenzio imbarazzante, eravamo stanchi, continuavamo a sbadigliare, io avevo guardato fino a tardi Netflix, mi ero quasi addormentata in classe quella mattina, e dovevo ancora studiare per lunedì

«Hai già studiato per storia?» mi chiese, cavolo, ecco cosa dovevo studiare!
Lui capì la mia faccia e sorrise
«Aspettami qui» ed entrò in casa, dopo poco tornò con il libro di storia. Con mio grande stupore riuscì a spiegarmi facilmente le pagine che c’erano da studiare, in pochissimo tempo riuscì a spiegarmi l’argomento senza difficoltà, ero davvero stupita: il metodo che usava era che associava alle immagini del libro i concetti chiave e le date «Potresti usarlo anche tu» disse alla fine.
 
In effetti poteva essermi di aiuto, dopotutto non sapevo mai come studiare e studiavo a cazzo di cane. Non avevo mai avuto un vero e proprio metodo di studio, e facevo letteralmente cagare.
 
Rientrammo in casa dato che iniziava a fare freddo, il salotto era accogliente e carino, poggiai la giacca su una sedia e ci sedemmo sul divano, Luigi accese la televisione e finimmo con il guardare i Simpson, ad un certo punto mi girai e vidi che era molto stanco «Se vuoi riposarti non c’è problema» gli dissi, lui mi sorrise «In effetti, stanotte non ho dormito molto» disse passandosi una mano sulla nuca.
 
Dopo pochi secondi aveva la testa poggiata sulle mie cosce e io ero paralizzata, non mi era mai successa una situazione del genere, senza rendermene conto la mia mano percorse la sua nuca lentamente, fino a sfiorare i capelli, questa si intrecciò tra le sue morbide ciocche.

Cioè no aspettate, fermate il gioco, stavo davvero accarezzando i capelli di un ragazzo? Cioè, non è possibile! O mio Dio!!! Tutti questi pensieri mi frullavano per la mente.
 
Lui girò la testa verso il soffitto, e iniziò a fissarlo «Come ti senti?» chiesi «Bene» disse lui piano, le sue ciocche nere erano morbide, la sua mano era aggrappata al mio maglione, era come se io fossi l’unico sostegno, l’unica ancora che avesse a disposizione.
 
Gli baciai la testa e rimasi per un bel po’ lì con lui.
 
Il tempo passò e lentamente iniziò a stare meglio, credo che fino a quel momento non si fosse sentito così compreso: ci volle un bel po’ affinché tornasse a sorridere, ogni volta che avevo l’occasione mangiavamo insieme delle focaccine calde, che fosse a ricreazione oppure quando ci vedevamo.
 
Una cosa che adorava di me era la mia voce, amava molto la mia pronuncia inglese (non ho originiinglesi), ogni volta che la prof di inglese mi faceva leggere o mi interrogava lui mi ascoltava rapito, che parlassi italiano o inglese non importava, la mia voce era come una droga per lui.
 
Una cosa che lo calmava era quando gli accarezzavo i capelli, era qualcosa che lo rilassava, e in effetti, credo che sia una cosa che tutti i ragazzi vorrebbero che le loro ragazze facessero: farsi toccare i capelli. A me piaceva un sacco, le mie dita si intrecciavano tra le sue morbide ciocche e questo lo faceva stare bene.

A Luigi piaceva molto anche la musica che a volte ascoltavo, le sue musiche preferite di Two Steps From Hell diventarono Rise Above e Final Days Of Rome, per pura coincidenza era la prima canzone che avevamo ascoltato insieme.
 
Sapevo che in fondo al suo cuore c’era ancora uno spiraglio di luce.

 
Ma Presto Tutto Stava Per Cambiare.



 
   
 
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