Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Pandora13    01/09/2022    1 recensioni
La gratitudine sboccia di nuovo sotto il calore del sorriso di Komori.
(Suna pensa all’Ume che sboccia nel bel mezzo della neve)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Koutaro Bokuto, Motoya Komori, Osamu Miya, Rintarō Suna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NdA: questa storia è qualcosa di molto importante per me, perché è qualcosa di nato tanto per caso, quanto con estrema naturalezza (bhe come molti dei fatti che racconta, ora che ci penso).
Rimango "in tema" ringraziando di cuore (per questa esperienza e non solo) i miei Komori ed Hinata, non vedo l'ora di incontrarvi! <3
Questa storia, ovviamente con rare-pair sebbene a malapena accennato, è il seguito di "Inevitabile caduta libera" e "Alla ricerca di tonfi straordinari" e non è comprensibile nella sua interezza senza averle lette.
Ho scelto questo titolo visualizzando un'immagine che potesse essere evocativa sia in senso ascendente che discendente, che avesse un dualismo insito nel significato, che richiamasse l'inevitabile cadere, ma anche la capacità di rialzarsi, da qui l'immagine della spirale.

Buona lettura!

 
 




«Sei serio Sunarin?! Cazzo non vedevo una cosa simile dalle medie, figuriamoci tra professionisti!» Komori perde tutto il suo caratteristico modo di fare sorridente e scherzoso, finendo col gridare contro il compagno di squadra.
Forse in un altro momento potrebbe trovare comunque esilarante quella situazione, ma in quel momento tutta la preoccupazione tenuta a bada nell'ultimo periodo è fuoriuscita in un'esplosione di rabbia e frustrazione.
È l'apice di un tentativo di autodistruzione.
L'espulsione da una gara ufficiale, per aver litigato con i direttori di gara.
Fino a quel giorno ha tentato di evitare di pressarlo.
Voleva lasciarlo sbollire da solo.
Si è imposto di lasciargli i suoi spazi: vivere a stretto contatto con suo cugino Sakusa gli ha insegnato qualcosa, ma questo… questo è troppo!
In tanti anni di gioco non crede di averlo mai visto accadere davvero, era capitato qualche richiamo informale, forse al Karasuno? Dovrà chiedere di indagare al cugino quando tornerà in Brasile.
Forse delle ammonizioniqua e là in casi limite?
È talmente raro che non è certo che gli spettatori occasionali sappiano dell’esistenza dei dannati cartellini in quello sport!
È chiaro che sia il momento di agire.
 

Guarda Motoya con occhi sbarrati, poi sbatte le palpebre, lentamente, come se si stesse svegliando da un lungo sonno durante il quale non si è reso conto di quanto fosse profonda la spirale in cui stava sprofondando.
In quel momento, con il compagno di squadra di fronte, reso irriconoscibile da una maschera di preoccupazione che niente ha a che fare con la partita appena conclusa, gli sembra di essere completamente ovattato, come se avesse dormito per mesi e il suo dolore avesse vissuto la vita al posto suo.
Una lacrima solitaria solca il suo volto.
Non ha più pianto.
Non se l’è più concesso, non dopo quella prima sera in cui Motoya si è limitato a lasciargli tutto lo spazio di cui aveva bisogno e preparargli tutti i drink decisamente inadatti alla vita da atleti, ma altrettanto necessari alla situazione.


L’aveva sentita arrivare da lontano la batosta, conoscere una persona da così tanti anni... amare una persona da così tanti anni significava inevitabilmente leggerne ogni sguardo combattuto, ogni sorriso diretto a qualcun altro, ogni dannatissimo millimetro di distanza emotiva.
L’aveva sentita arrivare da lontano, tanto da insospettire ‘Tsumu. Gli aveva scritto altre volte, ma mai preoccupato: niente aveva il potere di turbarlo davvero, tranne ‘Samu, o la pallavolo e nessuno dei due gli aveva mai dato motivi validi.
L’aveva sentita arrivare da lontano, ma non era mai stato bravo a parlare, così glielo aveva ringhiato contro: "Abbi almeno le palle di dirmelo ‘Samu!", ma quel giorno non aveva ricevuto risposte.
L’aveva sentita arrivare da lontano, ma non aveva fatto meno male per questo, anzi, si era sentito come se lo avessero colpito con una mazza da baseball e tutta la sua consapevolezza fosse una corda che tirava e tirava, tendendo sempre di più il braccio del battitore, sempre più indietro e tutta quella "rincorsa" aveva reso il colpo ancora più duro.
La prima reazione era stata una disperazione profonda data dal vuoto a forma di Osamu che aveva nell’anima.
Aveva pianto quella prima sera, nella sicurezza del proprio salotto, dove solo Komori avrebbe potuto vederlo e l’amico, ah benedetto ragazzo! Allenato ai silenzi e alle necessità di spazio di suo cugino, non aveva detto una parola e aveva iniziato a miscelare drink. Si era trasformato in uno spettatore silenzioso.

 
Quanto ha fatto soffrire anche lui con il suo comportamento?

 
La seconda fase era stata l’apatia, una nebbia sempre più densa che lo aveva avvolto nelle proprie spire.
Ogni momento fuori dalla palestra era dedicato al cellulare.
Un momento leggeva: leggeva per ore, senza neanche ricordare davvero ciò che aveva letto una volta finito, non importava, stava semplicemente vivendo vite altrui piuttosto che la propria.
Il successivo iniziava a guardare un video su TikTok alle otto di sera e quando guardava di nuovo l’orologio erano le tre del mattino e gli rimanevano meno di tre ore da dormire prima della sveglia.
Altri faceva lo stesso per ore, ma su Instagram, ovviamente dopo aver attentamente bloccato ogni profilo che potesse mostrargli foto di Osamu, la prima volta gli era bastata, grazie tante!
Altri, infine, vagava su app di incontri in cui poi non scriveva mai a nessuno, perché nessuno era ‘Samu e lui non era Atsumu: non riusciva ad uscire con un completo sconosciuto, non che ci fosse niente di male, semplicemente ognuno era diverso e quello non faceva per lui.
 

‘Tsumu, cazzo! Come era finito a dimenticarsi del suo migliore amico?
Ah, già, l’ultima fase...
 

L’apatia lo aveva accompagnato fino a quella partita di allenamento contro i MSBY, le sue giocate erano state sciatte, deboli , prevedibili, persino per un’amichevole.
E poi, nel giro di un millisecondo, un’occhiata di striscio a Bokuto; la rassegnazione mescolata alla rabbia, malcelata, visibile nel suo cipiglio.
Un’occhiata a Sakusa, fin troppo veloce, perché Suna cercava qualcun’altro; il seme di una consapevolezza.
Forse Atsumu avrebbe capito tutto da quel semplice sguardo se non fossero stati nel bel mezzo di una partita, ma purtroppo, o per fortuna non lo aveva fatto.
Per una volta non lo aveva preso in giro per la sua inadeguatezza sentimentale, un po’ perché troppo concentrato sull’unico che condivideva il suo stesso dramma emotivo e un po’ perché come avrebbe potuto? Che diritto ne aveva lui, che aveva perso l’uomo della sua vita, dopo così tanti anni insieme che gli altri parlavano di loro come di un’unica entità?
Da quel giorno, da quell’istante qualcosa era cambiato, la rabbia aveva offuscato tutto il resto e Atsumu non era più il suo migliore amico, agli occhi del rancore era diventato semplicemente un altro legame con Osamu, qualcosa da evitare... o distruggere.
Il declino da quel momento era stato progressivo, all’isolamento nel mondo virtuale si era aggiunta la rabbia cieca e immotivata, riversata su chiunque volesse stargli vicino e aveva raggiunto l’apice (o il fondo, dipendeva dai punti di vista), quello stesso giorno.


 



«Devo parlare con ‘Tsumu.».
«Ben tornato Rin.».
E Motoya torna in un istante se stesso, sorriso e tutto il resto, anche se questa volta il sorriso forse sembra un po’ meno malizioso e un po’ più dolce, o forse se lo sta solo immaginando.
 


Komori sorride, questo è un ottimo punto di partenza.
Il cambiamento nello sguardo di Suna, quella singola frase che significa tutto e niente, hanno tolto un macigno enorme dal suo stomaco.
Rintaro è una persona schiva e silenziosa la maggior parte del tempo.
Alcuni potrebbero dire che abbia una dipendenza dai social, lui avrebbe semplicemente detto che è riservato.
Questo fino a quando il suo mondo non si è sgretolato tra le sue mani insieme alla sua grande storia d’amore.
Stargli accanto senza invadere la sua privacy è diventato sempre più pesante col passare dei giorni e delle settimane.
Ha perso il conto di quante volte si è sentito soffocare nell’immobilità, nell'impossibilità di fare qualcosa per lui.
Vederlo nascondersi completamente dietro ad una vera dipendenza dal cellulare prima e dopo a quella rabbia cieca e devastante lo ha preoccupato e tormentato più di quanto avrebbe dovuto.
Ogni sensazione, quando si tratta di Suna, in realtà, sembra amplificata rispetto a quanto dovrebbe, ma questo è un problema secondario, ci penserà quando starà finalmente bene. Da un po’ di tempo prima della rottura, fino a questo momento è stato e sarebbe rimasto Rintaro la sola priorità.
«I Black Jackals hanno giocato ieri, andiamo a chiamarlo?».
Lo sguardo di pura gratitudine che riceve in cambio è un risarcimento sufficiente per tutto.

 



Suna è estremamente grato al compagno di squadra per tutto: per la presenza silenziosa, ma costante che gli ha offerto per quel lungo periodo, per non essersene andato nonostante la sua rabbia si sia spesso e volentieri riversata proprio su di lui. Grato per essere stato capito e perdonato.
«Sto bene.» il collegamento tra domanda e risposta potrebbe sfuggire ai più, ma ha bisogno di dirlo e Komori -lo sa per certo- ha bisogno di sentirlo.
«Beh, non proprio, ma starò bene... -si interrompe, pensando a come esprimere ciò che gli passa per la testa, Kami! Si sente così stupido adesso!- ho costruito una protezione e me la sono solo... sai, incollata addosso e alla fine mi sono fatto rodere talmente tanto dalla rabbia che me la sono portata dietro nelle reazioni anche quando non la provavo più, non davvero.» scuote la testa incredulo lui per primo di ciò che sta per dire.
«Non sono più arrabbiato con ‘Samu.».
«Non lo sei mai stato davvero, né con lui né con Akaashi.».
Alza lo sguardo di scatto, gli occhi a cercare quelli del compagno, smarriti, quasi spaventati, come può Komori sapere con tanta chiarezza qualcosa che lui sta realizzando solo in questo momento?
«Io...».
«Soffrivi Sunarin, tutto qui.».
La gratitudine sboccia di nuovo sotto il calore del sorriso di Komori.
(Suna pensa all’Ume che sboccia nel bel mezzo della neve)


 



Miya Atsumu attaccato al suo collo che piange non è esattamente ciò che si aspettava.
Prima di quell’incontro ha pensato ad ogni possibile scenario: dal prendere le difese del fratello, all’accusarlo di non essersi più fatto vivo, fino anche al fingere che tutto fosse normale e si fossero sentiti regolarmente fino al giorno prima.
Ma alla fine avrebbe dovuto saperlo.
A dispetto di ogni apparenza arrogante e di ogni frivolezza mostrata, ‘Tsumu è solo un frignone emotivo con un'infinità di paure e un cuore enorme.
«Pensavo che non mi avresti parlato mai più RinRin!» singhiozza, sporcandogli tutta la maglia di moccio e lacrime.
Nella mente di Suna risuona per un secondo quella che sembra la voce di Sakusa: “Ew, disgustoso!”, ma non lo dice a voce alta, invece lo abbraccia più forte, nascondendo quell’unica lacrima che sfugge al suo controllo.
 


«Come prego?».
«’Tsumu e Bokuto si sono baciati.» gli ripete come se stesse parlando ad uno stupido.
Komori non è uno stupido, ma comunque...
 


«Tu cosa?».
«Ho baciato Bokuto, beh, ci siamo baciati ecco! Il punto non è questo RinRin! È che è stato tutto così naturale, così... sai? Giusto! Ma lui e Akaashi si erano lasciati da così poco... mi sono approfittato di lui? Oddio me ne sono approfittato! -sbarrò gli occhi- Oddio sono un pessimo amico, non dovrei parlarti di Akaashi!».
Atsumu aveva ripreso a frignare, la testa stretta tra le mani.
Suna si era ritrovato a ridere talmente tanto da farsi dolere gli addominali e stroncare sul nascere la nuova crisi dell’amico.
Avevano passato l’ora successiva a parlare di come non fosse davvero arrabbiato né con Akaashi né con ‘Samu, di come stesse solo soffrendo per la perdita di un amore così profondo e duraturo. Di qualcosa che era una parte di lui da… beh sempre!
Avevano parlato del fatto che ci sono amori che crescono lentamente in anni di conoscenza e altri che scoppiano nel lampo di uno sguardo.
Avevano parlato del cuore grande di Bokuto che potrebbe tranquillamente iniziare ad amare qualcuno, anche nel pieno del dolore per un amore finito.
Avevano parlato di Atsumu e della sua paura del vuoto e del consiglio che Osamu aveva dato al fratello, quando ancora la sua domanda sembrava astratta, quando ancora la figura di Bokuto non faceva parte dell’equazione.
Avevano parlato del fatto che doveva solo parlare a Bokuto.
Parlare, parlare, parlare... avevano passato ore solo parlando e Suna si era reso conto che c’era qualcosa di astratto anche nella sua mente, che il suo pensiero andava sempre nella stessa direzione.
Era sembrato lampante soprattutto quando aveva detto che non era certo già pronto per un’uscita di coppia tutti insieme, ma sperava che un giorno lo sarebbe stato: gli mancava anche l’amicizia di ‘Samu.
E lo era stato quando ‘Tsumu aveva fatto notare che per fare delle uscite di coppia bisognava essere delle coppie e nessuno dei due era in una.
La sua mente gli aveva proiettato un volto specifico: sorriso solare, capelli castani, occhi a mandorla… ma quello era il momento di ritrovare se stesso e imparare a stare di nuovo bene.
Quello era il momento di Suna Rintaro.
A quello che la sua testa e forse il suo cuore cercavano di dirgli ci avrebbe pensato in un altro momento.


 


 
«E ora ovviamente si stanno facendo entrambi un sacco di seghe mentali!».
Rintaro ghigna maliziosamente mentre glielo racconta.
Va tutto bene.
Andrà tutto bene.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Pandora13