Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: ValeAlcazar    02/09/2022    1 recensioni
Io ed Emanuela Martines abbiamo creato un lavoro a 4 mani buona lettura
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes, Soldati della guardia metropolitana di Parigi, Victor Clemente Girodelle
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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#PER SEMPRE capitolo 18 RIUNIONE DI FAMIGLIA parte I CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI Inizio Estate 1805 -"Comandante, hanno portato questa missiva per voi"- -"Grazie Gerard"- Oscar riconobbe sulla busta l'immancabile sigillo della famiglia Jarjayes, aprì e lesse, erano poche righe. Il Generale li invitava a trascorrere un periodo di vacanza nella nuova proprietà di famiglia, non si erano più visti da quando una sera li aveva salutati prima di partire per il Belgio per riportare in Francia, dopo anni di assenza, Madame Marguerite e Nanny. -"Andrè, mio padre mi ha appena comunicato di recarci qualche giorno a Saint Germain en Laye, dove ora si è riunita l'intera famiglia."- -"È proprio quello che ci vuole, qualche giorno di riposo. E poi, non vedo l'ora di riabbracciare la mia adorata nonna." -"Bene, allora scriverò che arriveremo nel prossimo fine settimana, il tempo di organizzare tutto quì in caserma."- Isabelle nel frattempo aveva concluso un turno di guardia e stava recandosi all'alloggio della madre per riposare un momento. Entrò prima nell'ufficio e André guardandola le disse -"Piccola mia sei molto stanca, vai a riposare."- -"Si padre vado subito, ne ho veramente bisogno."- rispose Isabelle con la voce stanca -"Il prossimo fine settimana ci prenderemo qualche giorno di vacanza."- le comunicò André -"È proprio quello che ci vuole. E dove ci recheremo?"- chiese Isabelle -"A Saint Germain en Laye, alla Villa di tuo nonno dove ci attende una riunione di famiglia." -"Bene padre, ora vado a riposare un momento. A dopo."- -"A dopo piccola mia."- Arrivò il giorno delle tanto attese vacanze e, la famiglia Grandier al completo era pronta per affrontare il breve viaggio che da Jossigny li avrebbe condotti a Saint Germain en Laye. Era il primo pomeriggio di una calda giornata di fine giugno e Lady Martha si prodigava, come suo solito, in mille raccomandazioni ad Isabelle. -"Mi raccomando non affaticarti durante il viaggio, dedica questi pochi giorni di vacanza allo svago."- continuava -"Sì Lady Martha, state tranquilla."- rispose sorridendo Isabelle all'apprensiva governante e raggiunse i suoi genitori che erano già in sella ai loro cavalli, mentre lei avrebbe compiuto il tragitto in carrozza dove vi erano i bauli da viaggio. Oscar era bellissima, aveva indossato sopra dei pantaloni verdi, una camicia di taglio femminile color glicine con il colletto a jabot e sopra una giacca di una tonalità più scura della camicia e stivali lunghi neri, Isabelle invece indossava un grazioso abito chiaro da viaggio, corredato da uno scialle in tinta ed un cappello di paglia sul quale spiccava un nastro azzurro e graziose scarpette chiare con un piccolo fiocchetto dello stesso colore del nastro situato sul cappellino. André era perfetto nel suo completo estivo sui toni del grigio, camicia e jabot bianchi e stivali neri, voleva apparire al meglio alla sua cara nonna. Il viaggio non sarebbe stato lungo da fare, ma le strade da percorrere s'inoltravano nella campagna limitrofa e non era prudente percorrerle all'imbrunire, sarebbero state troppo pericolose. Isabelle affacciata al finestrino ammirava il panorama che tra verdi parchi e laghetti nascosti si estendeva da Palazzo Jarjayes fino a giungere ad alcune radure circostanti. Anche la campagna non era da meno, a tratti dal verde brillante si colorava del giallo dorato del grano maturo tra cui spiccavano rossi papaveri e Isabelle non poteva che rimanerne rapita. Finalmente si scorreva la pianura di Saint Germain en Laye, un tempo sede di una residenza reale distrutta dalla Rivoluzione, adesso sul terreno sorgevano le dimore dei nobili e dell'alta borghesia che sceglievano quel luogo come abituale sede della loro villeggiatura. Villa Jarjayes si profilava in prossimità di un vecchio parco di pini, il cui odore penetrava fin da lontano nelle narici. Oscar riconobbe il blasone di famiglia posto sul lato del cancello che, al loro arrivo due degli addetti al parco si premurarono di aprire dando loro indicazioni su come accedere all'ingresso principale della villa. Il Generale aveva dato disposizione alla servitù dell'imminente arrivo di alcuni ospiti importanti, ma aveva taciuto chi fossero per fare una sorpresa a Nanny. Percorrendo il viale che portava alla villa Isabelle si guardava intorno e sorrideva alla bellezza del luogo. Finalmente giunsero all'ingresso della villa, Oscar e Andrè smontarono da cavallo dandoli in consegna agli stallieri, che sopraggiunsero al loro arrivo. André si avvicinò alla carrozza e porgendole la mano aiutò Isabelle a scendere. Era emozionato, finalmente poteva riabbracciare la sua cara nonna e vedere finalmente come stava. Anche Oscar non vedeva l'ora di riabbracciarla quella cara vecchina, che era stata come una vera nonna per lei. Isabelle si guardava intorno, ed era rimasta piacevolmente stupefatta dalla struttura della villa. Saliti alcuni scalini raggiunsero l'ingresso principale, dove, una leggera brezza smuoveva i tendaggi bianchi posti appena poco il grande portone tenuto aperto per rinfrescare l'aria dentro. Notarono subito qualcuno posto di spalle che si affaccendava intorno alla tavola posta al centro nella grande sala da pranzo. Isabelle notò una piccola signora corpulenta non più giovane che sistemava i piatti in tavola in attesa dell'arrivo degli attesi ospiti...era Nanny. André deglutì, prese la mano di Oscar e chiamò con un fil di voce per paura di spaventarla -"Nonna"- L'anziana si fermò ma non si voltò, pensava fosse stato il vento a farle credere che la chiamasse il suo caro nipote e continuò le sue faccende, allora André la richiamò con un po' più di voce -"Nonna"- Nanny si volse di scatto, non poteva crederci, non era stato il vento a farle un brutto scherzo era la voce del suo adorato nipote e accanto a lui Oscar, quella che lei considerava da sempre la sua bambina, erano lì, davanti a lei, vivi e vegeti. La donna tremava, mentre sotto le lenti gli occhi le si riempivano di lacrime e le rigavano il volto ormai rugoso, mentre Oscar e André si abbandonavano tra quelle braccia dove da bambini trovavano tanto amore. -"André, bambina mia, siete voi. Non posso credere ai miei occhi, quanto ho pregato e sperato di rivedervi. Come sono felice."- disse stringendo a lei i suoi adorati ragazzi. Isabelle se ne stava dietro i suoi genitori assistendo a quel commovente incontro. Nanny alzò per un momento lo sguardo mentre abbracciava ancora stretti André e Oscar e si accorse di quella ragazza che sembrava in tutto e per tutto Oscar ma con la sola eccezione del colore degli occhi che le sembrò di riconoscere essere quelli del nipote. Si staccò dai suoi ragazzi ed esclamò -"E tu?"- Scrutò i suoi ragazzi -"Sì Nanny, hai visto bene è nostra figlia Isabelle"- le confermò Oscar che allungò un braccio per invitare Isabelle a venire avanti. La ragazza si fece avanti, con un lieve inchino salutò Nanny -"Buonasera Madame"- -"Madame? Io sono Nanny non madame. Vieni quì e fatti ammirare, sei bellissima piccola mia."- disse tutta esaltata, poi rivolgendosi ad Oscar e André -"È una meraviglia. Lo sapevo che eravate fatti l'uno per l'altra e che prima o poi vi sareste sposati. Non potevate farmi regalo più bello."- -"Sapete, ho sentito molto parlare di voi. Mio padre e mia madre mi raccontavano spesso delle vostre leccornie."- disse Isabelle rivolgendosi a Nanny. -"Solo di quelle? E non di quanto mi facevano disperare e preoccupare per ogni cosa? A volte andavo a letto con il mal di testa e distrutta per cercare di star dietro a questi due."- Oscar e André ai ricordi di Nanny si guardarono e scoppiarono in una sonora risata che riempi il grande salone. Nanny ora guardava dalla testa ai piedi Isabelle-"Ti vedo magra piccola mia, non mangi a sufficienza? E dimmi cosa fai?"- chiese -"Sono un soldato Nanny."- rispose Isabelle -"COSA? Voi volete davvero mettere fine ai miei giorni. Come un soldato!"- -"Sì nonna, hai capito bene. Isabelle è un soldato, ma non è come pensi"- disse André sorridendo agitando le mani -"Avanti parla nipote, sono tutta orecchi!"- incitò Nanny che si era messa le due mani a tenersi i fianchi -"Ma dico, siete impazziti? Far fare la vita militare ad una così bella ragazza. Oscar mi meraviglio di te bambina mia. Dopo tutto quello che hai subìto tu, stai facendo la stessa cosa a vostra figlia? Ma dico, perché il mondo deve sempre andare alla rovescia."- incalzava Nanny -"Aspetta nonna!"- disse André cercando di calmare la furiosa nonnina Intervenne Isabelle cercando di calmarla -"Nanny ti prego non fare cosi, calmati per favore. È vero che sono un soldato ma ho scelto io di farlo, era un desiderio che mi accompagnava da quando ero bambina. Quando chiedevo ai miei genitori di addestrarmi mi osteggiavano soprattutto mia madre, non era la vita che avrebbero voluto per me. Hanno iniziato un po' di mesi fa ad addestrarmi e quando hanno valutato che ero pronta mi sono arruolata nella caserma dove ci sono Alain, il mio padrino il Maggiore Girodelle e il mio amico Mathieu. Devi stare tranquilla, non faccio un lavoro pericoloso e poi sono sotto gli ordini di mia madre e di mio padre quindi come puoi aver capito sono più che controllata."- cercò di spiegarle Isabelle sorridendo -"Sì ma io ero già contraria quando il Generale educò tua madre come un maschio, mi meraviglio di lei che abbia fatto la stessa cosa con te. Dopo tutto quello che ha passato, e anche tu André, perché non hai impedito tutto questo eh! No, non sono d'accordo."- continuò a dire Nanny con il tono di voce che anche a tapparsi le orecchie l'avrebbe sentita chiunque in quella casa. Allo sbraitare di Nanny fece ingresso nel salone Madame Marguerite con il Generale -"Nanny, si può sapere che ti succede? Ti si sente anche fuori dalla villa."- disse Madame Marguerite attirata dal tono di voce alterato di Nanny. Oscar sentendo quella voce si voltò. Erano anni che non vedeva la madre e a guardarla gli occhi adesso le si riempirono di lacrime. -"Madre, sono così felice di rivedervi e sapere che siete in salute."- e le si buttò letteralmente tra le braccia Anche Madame era visibilmente commossa per quell'incontro e allargò le braccia per accogliere quella figlia tanto preziosa al suo cuore e con dolcezza le accarezzava la testa, calde lacrime ora, rigavono il volto delle due donne. Nanny si portava agli occhi un' immacolato fazzoletto, piangeva nuovamente davanti all'abbraccio di Oscar con la madre. André guardò la nonna, accennò ad un sorriso scuotendo la testa -"Nonna, non cambierai mai."- la canzonò, al chè la vecchina si girò verso di lui con gli occhi sgranati e con un braccio al fianco e uno alzato con la mano chiusa a pugno lo minacciava come quando era ragazzo -"Non ti permettere di canzonare tua nonna screanzato impertinente di un nipote, ti faccio vedere io come ci si comporta."- André scappò a rifugiarsi dietro ad Oscar ridendo come un matto, come quando faceva da ragazzo per non prendere le mestolate che la nonna minacciava di infliggergli come punizione per qualcosa di sconveniente che a suo giudizio aveva detto o fatto. La scena era talmente divertente che scoppiarono tutti in una sonora risata, sembrava che il tempo si fosse fermato e niente, e nessuno fosse cambiato. Madame Marguerite dopo quel siparietto che alleggerì l'atmosfera di commozione che c'era poco prima, chiese nuovamente del perché Nanny inveiva contro Oscar e André. Fu Oscar a prendere la parola e a spiegare alla madre del perché Nanny si era così infuriata -"Intanto madre voglio presentarvi nostra figlia, lei è Isabelle, vostra nipote. Isabelle...-"- chiamò Oscar allungando un braccio invitandola ad avvicinarsi per presentarla a Madame -"Lei è mia madre Madame Marguerite, tua nonna."- Isabelle rimase rapita dalla bellezza ormai non più giovane della nonna e dalla sua eleganza, s'inchinò salutando come si conveniva -"Sono molto lieta di fare la vostra conoscenza Madame."- disse reclinando il viso Madame Marguerite guardava la fanciulla stupita, avvicinatasi le alzò elegantemente il viso con la mano invitando la nipote a guardarla. -"Mio Dio Isabelle, sei bellissima bambina mia. Sei la bellezza mista dei miei ragazzi, sei una splendida creatura e chiamami nonna, ti prego tesoro mio."- e si avvicinò per stringerla in un abbraccio affettuoso. -"Madre..."- disse Oscar interrompendo quel momento -"Ora vi spiego anche il perché Nanny era fuori di sé prima. Ha saputo che anche Isabelle ha intrapreso da poco la carriera militare e non è d'accordo, com'era prevedibile, ha sempre rimproverato anche mio padre per averlo fatto con me, ma a differenza mia lo ha scelto lei anche se io ed André non eravamo d'accordo, abbiamo acconsentito, dopo non pochi tentennamenti e solo quando era un po' più matura e dopo averci fatto una promessa."- Madame guardava Isabelle e Oscar con aria interrogativa, cercava di capire che promessa poteva mai aver fatto per far cedere i suoi genitori. Fu la stessa Isabelle a rivelarlo -"Ho dovuto promettere di dividere la mia vita militare da quella da donna, ed intendo mantenere la promessa fatta loro."- Nanny a sentire quelle parole esultò, era felice che la sua bisnipote avrebbe, fuori dal lavoro, potuto e voluto vivere la sua femminilità senza problemi. Quindi si diresse verso i suoi ragazzi abbracciandoli -"Siete due magnifici genitori."- esordì, poi corse ad abbracciare Isabelle. Oscar e André si guardarono e sorrisero a quell'esternazione di Nanny. Poi si diressero in sala da pranzo per sedersi a tavola per la cena e rallegrarsi di essere finalmente riusciti a stare tutti insieme come non succedeva ormai da tantissimi anni. La mattina seguente il Generale si svegliò alle prime luci dell'alba un'abitudine che, anche alla sua età, non aveva perduto. Mentre si preparava per scendere giù sentì un rumore a lui familiare, indossò la giacca e si diresse sul balcone della sua camera. Già da dietro i vetri vide una scena che lo riportò indietro nel tempo di tantissimi anni, vide Isabelle con il padre che si allenavano con la spada. Gli parve di vedere Oscar allenarsi con André ed ebbe un tuffo al cuore, andò in cortile e li raggiunse, vedendolo arrivare i due interruppero l'allenamento. Il Generale avvicinatosi disse a Isabelle di non stancarsi troppo, ora doveva approfittare di quei giorni di riposo per godersi la famiglia che finalmente era tutta riunita. Le chiese se era d'accordo di voler approfondire la loro conoscenza e recuperare un po' del tempo che avevano perso. Isabelle annuì e corse ad abbracciare il nonno che fu felice di quel gesto affettuoso da parte della nipote. Nel frattempo era arrivata anche Oscar che ricevette, insieme ad André, i complimenti per il bel lavoro che avevano fatto con la figlia, sia per gli allenamenti che sulla sua educazione, e di come avevano fatto bene a farle promettere di dividere le sue due vite. -"Siete due genitori fantastici, quello che non sono stato io."- Oscar guardò il padre -"Non fatevene più una colpa padre, ve ne prego. Da parte mia non c'è rancore ve l'ho già detto, io ed André siamo felici e questo ci basta."- André si avvicinò a lei e le cinse le spalle con un braccio, Oscar alzò lo sguardo verso di lui e si perse in quegli occhi verdi che le trasmettevano amore e tranquillità, e lui ne approfittò per posare un tenero bacio sulla fronte. Dopo la colazione Oscar ed Isabelle s'intrattennero con Madame, André raggiunse la nonna in cucina sebbene Madame non era d'accordo, vista la sua età, si sobbarcasse il duro lavoro che c'era da fare in cucina, ma a Nanny non le riusciva stare ferma a non far niente e, aveva promesso che i lavori più pesanti li avrebbe delegati alle cameriere più giovani e volenterose. Vedendo il nipote abbassò mesta la testa e con la voce quasi rotta dal pianto disse -"Oh André, nipote mio. Sono stata sul punto di morire di crepacuore, quando a Palazzo giunse la notizia che tu ed Oscar eravate morti. Madame era disperata, non riusciva a credere che i suoi ragazzi non c'erano più. Ti ha sempre amato come un figlio. Anche il Generale era distrutto, si chiuse in un sordo dolore anche se in cuor suo qualcosa gli dava la speranza che eravate sopravvissuti. Era andato a cercare notizie su dove eravate sepolti per portarvi entrambi a casa. Voleva per voi una degna sepoltura nella cripta di famiglia, voleva che veniste sepolti insieme, sapeva dell'amore che vi legava."- al ricordo di quei giorni gli occhi di Nanny si riempirono di lacrime. André la strinse a sé e perso anche lui nel ricordo di quei giorni esordì -"Fummo costretti a fuggire, ci cercavano, sia Oscar che io eravamo rimasti feriti. I pochi soldati della Guardia rimasti fecero di tutto per portarci in salvo. Fummo aiutati anche dal Maggiore Girodelle che, saputo della battaglia venne a vedere se Oscar stesse bene. Trovandoci in quelle condizioni si premurò di trovare un buon medico per curarci e per poi farci fuggire all'estero. Una volta ristabilitici un po', il giusto per poter affrontare un viaggio, partimmo senza sapere bene per dove, con Alain che guidava il carro e con Girodelle, che aveva lasciato anche lui la guida della Guardia Reale, e alcuni soldati della guardia che non vollero lasciarci partire senza un'adeguata scorta. Girodelle ci fornì vestiti civili per renderci il meno riconoscibili possibile, se ci avessero fermati eravamo dei semplici cittadini che fuggivano da Parigi vista la situazione che s'era creata in città. Fortuna volle che nessuno si accorse di noi, e così c'inoltrammo nei boschi dormendo e riparandoci nelle capanne dei bracconieri o in qualche rifugio di guardiacaccia abbandonato. Avevamo abbastanza per poter sopravvivere e armi per poterci difendere. Oscar nel frattempo si era ripresa bene, la sua ferita era completamente rimarginata, quello messo peggio ero io. Non sapevamo cosa avremmo trovato lungo il cammino se saremmo riusciti a trovare un posto caldo per un pasto decente e un riparo per la notte. Fummo attaccati varie volte dai briganti, mentre attraversavamo Bois de Vincennes per rubarci quello che eravamo riusciti a portare con noi, ne andava della nostra sopravvivenza. Oscar si batteva come un leone per proteggermi visto che la mia ferita stentava a rimarginarsi. Finalmente giungemmo al villaggio di Quincampoix, al confine della Normandia, riparammo per qualche tempo dall'oste nell'unica locanda del villaggio e mise a repentaglio la sua vita, dandoci rifugio in casa propria e non alla locanda, troppo pericoloso stare lì. Sapeva chi fossimo e che eravamo ricercati per diserzione. Volevamo raggiungere la villa e rimanere lì in attesa che le acque si calmassero per poi decidere con calma cosa fare. I tumulti iniziarono anche in Normandia, non era più prudente rimanere lì, riprendemmo la nostra fuga. Nel frattempo Oscar si accorse di attendere un figlio, mi tenne celato il suo stato, non voleva lo sapessi vista la mia condizione di convalescente per paura che mi esponessi troppo per proteggerla. Camminammo per giorni senza riparo sotto la sferza dell'inverno normanno, finalmente giungemmo nelle vicinanze di Arras, trovammo alloggio in una locanda. Fu lì che Oscar mi svelò la sua condizione, decidemmo di sposarci, fu una semplice cerimonia in una cappella su di una collina, un frate fuggiasco per le sue idee liberali ci unì in matrimonio. Di lì a pochi giorni dovemmo riprendere la fuga, mancava poco a Calais, avevamo deciso di riparare in terra inglese. Oscar era sfinita, più volte rischiò di perdere il bambino, non avrebbe dovuto affaticarsi ma fu inutile, sai quanto sia testarda, una notte ci rubarono il carro e quel poco di cibo che riuscivamo a trovare non era sufficiente. Giungemmo allo stremo al villaggio di Sainte Marie sur Mére, vicino Calais, fu la nostra salvezza. Quei bravi pescatori senza fare domande ci accolsero nelle loro case, Oscar era debilitata e i giorni del parto che si compirono in quel periodo la trovarono debole, il travaglio fu estenuante e il parto lungo, il medico ipotizzò che probabilmente non sarebbe sopravvissuta, ero disperato. Mi sarei ritrovato senza la mia Oscar e con la nostra creatura a cui badare da solo, la vedevo sfibrata dall'emorragia che l'attanagliava. Fu una giovane del luogo ad occuparsi e a nutrire la nostra piccola, non le avevo ancora dato un nome, volevo che a sceglierlo fosse Oscar, speravo in un miracolo perché lei si riprendesse cosa che avvenne. Ero felice, la mia Oscar piano piano si riprese ma non poteva muoversi. Decidemmo di chiamare la nostra piccola Isabelle, come la fanciulla che si era presa cura di lei. Ora vedevamo la salvezza vicino, l'Inghilterra non era lontana, appena Oscar fu in grado di poter affrontare il viaggio e allattare la nostra bambina attraversammo quel breve tratto di mare. Il Duca di Vitry l'ambasciatore francese Oltremanica e capo dell'esercito ci accoglieva nella sua residenza."- Nanny commossa dal racconto di André e vederlo così sofferente anche a distanza di tanti anni ormai, lo interruppe -"Basta André non pensarci più, sono trascorsi tanti anni d'allora. Appartiene al passato, siete quì ora il resto non conta."- Nanny vedeva che era una sofferenza immane quella che André stava facendo raccontandole quello che era successo subito dopo la loro fuga e cercava in tutti i modi di consolarlo. -"Bambino mio."- -"Oh nonna, non so come avrei fatto se...se Oscar fosse..."- -"È quì con te, è questo che conta. Siete qui vivi state bene e avete una splendida creatura. Guarda avanti e non guardare indietro."- detto questo lo abbracciò come a cullarlo.
   
 
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