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Autore: ElectricSneeze    02/09/2022    1 recensioni
Ash ha trent'anni e qualcosa e non è più un allenatore di pokémon... Stufo della sua vita torna a Pallet per prendersi una pausa... Ma molte cose sono cambiate, per esempio Gary ha fatto una scoperta importante...
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Brock, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon Millennials Generation'
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POKÉMON
Millennials Generation


 
 
Episodio I
BIGLIETTO DI SOLA ANDATA PER I TRENTA E RITORNO


 
 
Agosto 2022. Siamo nel mezzo di una recessione economica da iperinflazione. I costi dell’energia sono alle stelle, seguiti dai generi alimentari. Gli effetti della pandemia che ha colpito la popolazione continuano a pesare sull’economia e sul morale. Le banche centrali stanno alzando i tassi di interesse, le aziende stanno chiudendo e la disoccupazione si sta alzando.

La città è grigia. Fin dove l’occhio può arrivare si vedono solo finestre e tetti, con qualche albero qua e là che rompe la monotonia. Ci avviciniamo ad un palazzo ed entriamo in una finestra aperta, mentre le tende bianche sono scosse dalla brezza.

Qualche momento per adattare l’occhio all’ambiente buio e scorgiamo un notebook spento con alcuni grafici stampati e un tesserino identificativo. Sul pavimento uno zaino, un portafoglio e delle chiavi gettati svogliatamente. Non ci vuole molto a capire che ci troviamo in un appartamento di un normale impiegato o forse un gestore di una delle tante piccole aziende locali.

Una lattina di lemonsucco sul pavimento ci porta ad una mano poco più in alto e ad un braccio cadente dal bracciolo del divano. Dalla telecamera del soffitto vediamo, attraverso il lento movimento delle pale del ventilatore, Ash Ketchum, dormire sul divano come se si ci fosse buttato la sera prima ancora vestito.

“Ora che la tua bici è stata riparata puoi tornare a casa Misty!”
Un momento di silenzio e poi “Sì hai ragione… Abbi cura di te Ash”

“Misty!” Ash si sveglia urlando il nome a voce alta.
“Era solo un sogno” Ash riprende fiato, poi si alza trascinandosi verso il bagno per sciacquarsi la faccia nel lavandino.
Ash alza la testa verso lo specchio. Il suo riflesso non mente: ha trent’anni e qualcosa, non è più un allenatore di pokémon da tempo ormai, ed è diventato un membro produttivo di questa società.
Una leggera ruga da rimpianto si forma sul suo viso. Ash esce dal bagno e guarda le sue cose. Il pc, i grafici, il portafoglio, le chiavi, il tesserino di riconoscimento… queste cose non significano niente per lui, così come nemmeno i raggi B che balenavano nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti per sempre come lacrime nella pioggia.

“Che sbadato, ho dimenticato la tv accesa” Ash spegne la tv proprio sul finale di Blade Runner, interrompendo anche la mia narrazione cupa.
“Però è passato diverso tempo dall’ultima volta che sono tornato a casa. Ho proprio voglia di passare a salutare mamma e il professor Oak!” Ash raccoglie velocemente le sue cose e chiude dietro di sé la porta dell’appartamento... poi la riapre e torna in bagno: troppo lemonsucco fa di questi effetti.

VROOM! Ash salta sul monopattino elettrico eco-friendly green-washed che ha sostituito le inquinanti biciclette e sfreccia per le vie della città evitando quasi tutte le persone, i buchi e saltando i dossi, fino a che una struttura compare all’orizzonte: è la stazione dei treni.

Ash si reca in biglietteria per fare il biglietto ma c’è sciopero “Ah già è vero che qui scioperano ogni quindici giorni” Così si reca alle macchinette automatiche che però non funzionano. Ash pensa “Che bello dev’essere avere lo stipendio fisso in un Paese con forti sindacati!”. Non gli resta che fare il biglietto online col suo smartphone.

Mezza giornata è passata e il treno lascia finalmente la stazione. Ash si appoggia al finestrino con quell’aria sognante da bambino che aveva un tempo. Il paesaggio prima composto da muri, rotaie, cavi e tralicci, passa lentamente a prati verdi, alberi, case di campagna e Renato, il bracciante debole di mente che inveisce contro i treni ogni volta che ne vede uno.

Ash è contento di tornare a casa! E non gli importa se l’azienda per cui lavora se lo vede sparire da un giorno all’altro senza avvisare. Si arrangeranno! Probabilmente affiggeranno dei cartelli “scomparso. Se lo vedete chiamate questo numero. Non morde. Lauta ricompensa”. Il pensiero di quel che accadrà non lo sfiora minimamente, perché Ash sta già pensando alla pizza ai peperoni e alle polpette che la mamma Delia gli preparerà una volta giunto a casa, senza avvisare naturalmente.

E così si chiude il primo capitolo della nostra storia, con il treno di Ash che corre lungo le praterie verso Pallet town, in una giornata di sole. Perché tutto è più bello quando si torna a casa e si mangia gratis.
   
 
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