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Autore: HermaMora    04/09/2022    1 recensioni
Anno scolastico 1998-1999. Hogwarts è stata teatro degli orrori della Secondo Guerra Magica. Prima posta sotto il controllo dei Mangiamorte, poi teatro dell'ultima grande battaglia tra il Signore Oscuro e l'Ordine della Fenice, la scuola di magia e stregoneria inglese porta le cicatrici di anno più che tetro. I protagonisti delle avventure che ci hanno accompagnato fino alla dipartita di Voldemort hanno preso le loro strade: Ron ed Harry hanno iniziato il loro apprendistato come Auror, mentre Hermione sta per cominciare il suo settimo anno ad Hogwarts. Con lei, pochi studenti inglesi si presenteranno alle porte della storica scuola e la nuova Preside, seguendo la politica del predecessore Albus Silente, sceglie di chiedere aiuto ai maghi di tutta Europa, per dare nuova vita alla sua scuola.
(Aggiornamento settimanale)
Genere: Erotico, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Pansy/Theodore
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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ATTO I “ANTIPASTI”

Capitolo 2 “Casatiello napoletano”

Continuarono a parlare per tutto il tragitto, parlando dell'istruzione magica in Inghilterra e in Italia. Furono gli Slytherin a riconoscere le montagne che circondavano il Castello, e avvisarono gli italiani di cambiarsi,

Valentino era molto più tranquillo. Sembrava che, seppur privato della sua materia preferita, si sarebbe goduto un anno tranquillo con delle persone simpatiche.

Arrivati alla fermata del treno, dopo aver fatto promettere ai cinque Slytherin che sarebbero rimasti in contatto con gli italiani anche se questi ultimi fossero finiti a Gryffindor, si separarono da loro.

Valentino, che aveva lo stomaco chiuso per l'emozione. Si accorse che anche Angela sembrava un po' impallidita, a differenza di Maria, che sembrava elettrizzata.

Uscito da treno, Valentino rabbrividì all'aria gelida della notte. Poi, sopra le teste degli studenti, si accese una luce, e gli italiani udirono una voce roca e profonda “Primo anno e studenti dall'Estero!

Da questa parte!”.

I tre alzarono lo sguardo.

Un faccione peloso e sorridente sopra il mare di teste agitava la lanterna per attirare a sé gli studenti. Il faccione apparteneva all'uomo più gigantesco che Val avesse mai visto: criniera di capelli lunga e scomposta, barba incolta e aggrovigliata e piccoli occhi che scintillavano come piccoli scarafaggi sotto quel pelame.

“Coraggio seguitemi.... Santo Cielo! Quanti studenti grandicelli... c'è qualcun altro del primo anno?

No? Mi raccomando, state attenti a dove mettete i piedi. Seguitemi!”.

L'omone stava conducendo una fila di studenti giù per un sentiero stretto e ripido.

I tre si guardarono negli occhi per un secondo e si avviarono.

Scivolando e incespicando, seguirono l'omone giù per il sentiero. Da entrambi i lati il buio era così fitto che Val pensò che la stradina fosse fiancheggiata da folti alberi.

Nessuno aveva molta voglia di parlare.

L'italiano sentì e vide un ragazzino del primo anno tirare su col naso un paio di volte.

“Fra un attimo vista panoramica di Hogwarts!”. Annunciò l'omone, parlando da sopra la spalla.

“Ecco, dopo questa curva!”.

Ci fu un coro di “Ohhhh”.

Persino Valentino si lasciò sfuggire un sospiro stupito.

Lo stretto sentiero si era spalancato all'improvviso sul bordo di un grande lago nero. Enorme, in cima ad un'alta montagna sullo sfondo, con finestre luminose che brillavano sotto il cielo pieno di stelle, si stagliava il castello, ricco di torri e torrette.

“Dio Santo”. Angela sembrava emanare una luce tutta sua. Aveva gli occhi puntati su quell'antichissima roccaforte di magia.

“Non più di quattro per battello” avvertì il gigante indicando una flotta di piccole imbarcazioni in acqua, vicino alla riva. Maria, Valentino e Angela presero subito posto, assieme al timido ragazzo che aveva tirato su con il naso qualche istante prima.

“Tutti a bordo?” chiese l'omone, che aveva una scialuppa personale. “Bene... SI PARTE!”.

E le barchette si staccarono da riva, scivolando sul lago liscio come il vetro. Tutti tacevano, lo sguardo fisso sul grande castello che li sovrastava. Torreggiava su di loro, man mano che si avvicinavano alla rupe su cui era stato costruito.

Era indubbiamente uno spettacolo. Val capiva perché la Mcgera avesse fatto viaggiare anche i nuovi studenti del settimo anno con queste imbarcazioni e non via terra.

La preside inglese voleva dimostrare di che pasta era fatta la sua scuola e senza ombra di dubbio, ci era riuscita.

“Giù la testa”. Gridò l'omone quando le prime barche raggiunsero la scogliera; i ragazzi obbedirono e i battelli li trasportarono una cortina d'edera che nascondeva una grande apertura sul davanti della scogliera. Poi attraversarono un longo tunnel buio, che sembrava portare sotto il castello, e infine arrivarono ad una sorta di porto sotterraneo dove il gigante gli disse di arrampicarsi tra gli scogli e i sassi.

L'uomo aiutò Val quando quello stava per scivolare lungo una delle rocce lisce e bagnate.

“Ehi tu, sta più attento”. Lo ammonì.

Maria e Angela scoccarono un'occhiata rassegnata al goffo amico.

Poi si arrampicarono lungo un passaggio nella roccia, preceduti dalla lampada ad olio della loro guida. Alcuni ragazzi che venivano dall'estero, compresi i tre gli italiani, sfoderarono le bacchette e illuminarono la via, suscitando lo stupore degli studenti del primo anno.

Finalmente emersero sull'erba morbida e umida, proprio all'ombra del castello.

Salirono la scalinata di pietra e si affollarono davanti all'immenso portone.

“Ci siamo tutti? Bene, bene... Ora busso, eh, voi state attenti a non scivolare” Disse scherzoso, canzonando un ormai paonazzo Valentino.

Alzò il suo pugno gigantesco e bussò tre volte sull'immenso portone della scuola.

Questo si spalancò all'istante. Davanti c'era una strega alta, dai capelli corvini, vestita di un verde smeraldo. Aveva un molto molto severo e il primo pensiero di Val fu che questa persona non fosse davvero il caso di contrariarla.

“Ecco qua gli allievi del primo anno e quelli nuovi del settimo, Preside” Disse l'omone.

“Grazie Hagrid. Da qui in avanti li accompagno io” gli rispose gentilmente quella che Val intuì dover essere la famosa Mcgera.

Spalancò la porta.

La sala d'ingresso era enorme e avrebbe potuto contenere un'abitazione babbana tutta intera. Le pareti di pietra grigia erano illuminate da torce fiammeggianti, il soffitto era talmente alto che si scorgeva a malapena e di fronte a loro una sontuosa scalinata in marmo conduceva ai piani superiori.

I ragazzi seguirono la professoressa McGonagall calpestando il pavimento, un capolavoro di lastre di pietra levigata e udirono il brusio di centinaia di voci provenire da una porta a destra - il resto della scolaresca doveva essere già arrivato - ma la professoressa McGonagall li condusse in una saletta vuota, oltre la sala d'ingresso. Ci si assieparono dentro, molto più pigiati di quanto normalmente avrebbero fatto, guardandosi intorno tutti nervosi, studenti del primo e del settimo anno, senza esclusioni.

‘Benvenuti a Hogwarts’ disse la preside McGonagall. ‘Il banchetto per l'inizio dell'anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nei

vostri dormitori. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, il vostro dormitorio sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le

lezioni con i vostri compagni di dormitorio, dormirete nei locali destinati al vostro dormitorio e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo del vostro dormitorio.

I quattro dormitori si chiamano Gryffindor, Hufflepuff, Ravenclaw e Slytherin. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine. Negli anni scorsi era usanza che ogni infrazione, come ogni risultato positivo portassero punti alla propria casa d'appartenenza, permettendo alla prima di vincere la Coppa delle Case. Ci siamo resi conto, pero, dopo gli infausti eventi che hanno avuto teatro qui, pochi mesi fa, che non sia il caso di portare avanti questa tradizione. Per troppo tempo questa scuola ha spronato gli studenti delle quattro case a rivaleggiare. Sarà un anno di cambiamenti, questo. Ora mi rivolgo a voi, studenti tanto coraggiosi o curiosi da aver voluto passare il vostro ultimo anno di studi tra queste mura...".

Molti alunni alzarono la testa, concentrarti sulle parole della donna.

"Veniamo da mondi e tradizioni diverse. Alcuni di voi praticano abitualmente magia che qui è proibita, come altri invece non sono soliti a sfruttare le branche della magia che insegniamo qui. Prendete le mie parole come un consiglio e una preghiera: non sentitevi in gabbia, o,ancor peggio, in pericolo. Forse troverete ad Hogwarts molto più di qualche incantesimo. Vi ho chiesto di accorrere alla mia scuola non solo per i luttuosi eventi che hanno sconvolto questo castello, come tutto il mondo magico inglese, ma anche perché imparare e conoscerci fra noi, fra maghi di diverse nazioni, è l'unico modo per evitare che certe tragedie si ripetano. Accettiamoci ed impariamo.

Detto questo una nota va fatta per gli studenti di Dumstrang qui presenti, come per quelli dell'Accademia Profonda. Usare in Inghilterra e in questo castello un solo incantesimo oscuro provocherà la vostra espulsione immediata. Nulla di più, nulla di meno. Fin troppa Magia Oscura è stata praticata qui, nelle aule,nei saloni e sugli studenti, l'anno scorso. Non tollererò infrazioni”.

I muscoli di Valentino si tesero e sentì anche diverse imprecazioni soffocate in qualche lingua slava.

“La cerimonia dello smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti

a tutti gli altri studenti. Nell'attesa, vi suggerisco di farvi belli più che potete”.

Molti studenti si passarono le mani tra i capelli, o si misero a lisciare con nervosismo le pieghe dell'uniforme e del mantello.

"Tornerò appena saremo pronti per la cerimonia" Disse la Preside. "Vi prego di attendere in silenzio".

Uscì dalla stanza, facendo svolazzare il mantello colorato.

“Hai sentito, Marchetti, niente porcherie, quest'anno”.

Una voce imperiosa e bassa, che Valentino conosceva bene, lo costrinse a girarsi.

Leo era più basso di Val di almeno cinque centimetri, ma aveva le spalle leggermente più larghe, come le braccia e le gambe, che erano più muscolose di quelle di Valentino.

Portava sempre un taglio militare e aveva due intensi occhi scuri. Una mandibola squadrata e due labbra piene, ma piccole, gli davano l'aspetto di un piccolo soldato. Le uniche cosa che facevano sfumare l'illusione di severità erano il naso curvo, alla strega delle fiabe e la pancetta da burrobirra che, va detto, si notava meno, coperta com'era dall'uniforme nera.

“No, Leo; niente porcherie”.

I due si guardarono in cagnesco per un po', almeno una decina di secondi, e poi scoppiarono a ridere.

Si abbracciarono subito.

“Mi dovrai aiutare a tradurre i manuali in inglese, Leo” Supplicò Val, mentre l'abbraccio dell'amico lo soffocava.

“Tu invece dovrai tenermi lontano dalla Repaldi. Guarda che l'ho vista, vicino a te” Gli sussurrò Leo all'orecchio.

Questo era il motivo per cui la presenza di Leo faceva un po' paura a Valentino.

I due avevano un bel rapporto e condividevano la stragrande quantità di opinioni. Passavano molto del loro tempo a studiare insieme e discutere di attualità, magica e babbana che fosse. Condividevano anche l'essere due mezzosangue, a differenza di Angela e Maria, in cui scorreva un purissimo sangue magico stantio. Leo era un appassionato di Medimagia ed esclusa Angela, eccelleva nelle lezioni di Trasfigurazione, Pozioni e Alchimia.

Il vero problema era l'antipatia chimica che provava per Maria Repaldi, antipatia reciproca.

I due erano diventati amici durante il secondo anno di studi, e persino Leo se n'era innamorato, ma dopo un netto rifiuto da parte di Maria, era andato tutto in fumo.

Leo cercava di convincere l'amico che la causa di ogni suo dispiacere fosse la sua cotta storica e la cosa gli aveva anche fatti litigare furiosamente anni addietro.

Altro problema era la sua maledetta linguaccia. Nemmeno Valentino era un santo, ma Leo tendeva a non avere filtri di alcun tipo, ad esprimersi con un linguaggio che definire colorito è insufficiente, come a dimostrare la sensibilità di una pietra.

“Guarda che non è il tuo unico problema, soldatino. In questa sala, ci sono anche Andrea e la Maregnolo”.

Leo tossì sulla spalla dell'amico.

“Porca troia”.

“Già”.

L'abbraccio venne sciolto da Angela che si frappose tra i due.

“Il dinamico duo è riunito, insomma”. Affermò con severità. “Vedete di non far esplodere il laboratorio di pozioni come vostro solito”.

“Non vale! É successo solo una volta!”. Risposero all'unisono, offesi.

Maria non si unì al discorso e preferì guardarsi attorno.

Valentino ne fu contento.

Un duello il primo giorno al castello sarebbe costato parecchio ad ognuno di loro.

Fu a quel punti che alcuni spettri oltrepassarono le pareti alla loro sinistra, volteggiando sopra di studenti.

Se i diciassettenni in sala non alzarono nemmeno il sopracciglio, i ragazzi del primo anno si misero ad indicare gli spettri.

Un fantasma, che indossava una striminzita veste da monaco, si accorse dell'agitazione sotto di sé e si avvicinò fluttuando.

“Nuovi studenti!” Esclamò, abbracciando tutti con un gran sorriso. “In attesa di essere smistati, suppongo”.

Alcuni annuirono, ora in silenzio.

“Spero di vedervi tutti ad Hufflepuff” Disse. “Sapete, è stata la mia Casa!”.

“Frate Grasso, Signori Fantasmi, è ora di sgomberare!”. ordinò una voce aspra.

“Sta per cominciare la Cerimonia dello Smistamento”.

La Preside Mcgera era tornata era tornata. Uno ad uno, i fantasmi si dileguarono attraversando la parete di fronte.

“Mettetevi in fila e seguitemi” Ordinò la Preside agli allievi del primo anno e del settimo.

Val, con la strana sensazione che le gambe gli fossero diventate di piombo, si mise in fila dietro a un ragazzo dai capelli color sabbia, e Leo, Angela e Maria dietro di lui. Uscirono dalla stanza, attraversarono di nuovo la sala d'ingresso, oltrepassarono un paio di doppie porte, ed entrarono nella Sala Grande.

Val non aveva mai immaginato in vita sua che potesse esistere un posto tanto pieno di maghi e streghe. Era illuminato da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz'aria sopra quattro lunghi tavoli, intorno ai quali erano seduti gli altri studenti. I tavoli erano apparecchiati con piatti e calici d'oro scintillanti. In fondo alla sala c'era un altro tavolo lungo, intorno al quale erano seduti gli insegnanti. Fu lì che la professoressa McGonagall accompagnò gli allievi del primo anno, cosicché, sempre tutti in fila, si fermarono davanti agli altri studenti, dando le spalle agli insegnanti. Alla luce tremula delle candele, le centinaia di facce che li guardavano sembravano tante pallide lanterne. Qua e là, tra gli studenti, i fantasmi punteggiavano la sala come velate luci argentee. Soprattutto per evitare tutti quegli occhi che li fissavano, Val alzò lo sguardo in alto e vide un soffitto di velluto nero trapunto di stelle.

L'Accademia aveva un incantesimo simile, che mostrava le profondità marine e i mostri che stavano a guardia della scuola, ma rispetto a questo aveva molto meno potere.

Era addirittura difficile credere che ci fosse un soffitto, che la Sala Grande non si spalancasse semplicemente sul cielo aperto. Rapidamente Val abbassò di nuovo lo sguardo, mentre la professoressa McGonagall, senza fare rumore, collocava uno sgabello a quattro gambe davanti agli allievi del primo anno. Sopra lo sgabello mise un cappello a punta, da mago. Era un vecchio cappello tutto rattoppato, consunto e pieno di macchie.

Il famoso Cappello Parlante, evidentemente.

Per qualche secondo regnò il silenzio più assoluto. Poi il cappello si contrasse. Uno strappo vicino al bordo si spalancò come una bocca, e lui cominciò a cantare.

“Un altro anno e infine ci siam tutti,

dopo la guerra, le morti dei compagni,

dopo scontri violenti non siamo distrutti,

dell'Oscuro abbiam fermato i disegni.

Forse perché son di stoffa, voi dubitate

che il dolore e le urla, non le abbia udite

ma son vivo e son sveglio e se vi fidate

da questo vecchia stoffa capirete le ferite

di questo Castello, un tempo il più bello

macchiato di sangue, di neri incantesimi.

un mago oscuro, tra voi era un fratello

si fece malvagio e con talenti sublimi,

ammaliò i suoi pari e ne fece dei servi,

diffuse il veleno e apprese tetri segreti,

sotto di lui i tempi si fecero impervi.

Non parlo per farlo, son danni concreti:

studenti nemici e così i professori.

Di un lieto fine non si vedevano albori.

Ma venne battaglia e venne il nemico,

Hogwarts si erse e lottò, qui io lo dico.

Furon proprio i ragazzi, pieni di fede,

fermaron di Salazar Slytherin, l'erede.

Ora che siamo qui, vi incito a ricordare,

perché nessuno, la storia, deve dimenticare.

Ma baste piangere, or ora mi avvio,

perché a smistarvi tra Case sarò sempre io.

Il prode Gryffindor, della fierezza un omaggio.

Tra i suoi premia sempre il puro coraggio.

La sveglia Raveclaw, tra mente ed aspetto,

voleva nella sua Casa il vero intelletto.

La buona Hufflepuff, di certo amerò

chi è di indole buona, di sincera lealtà.

Il fiero Slytherin, un uomo pieno d'arguzia

tra le sue schiere, voleva orgoglio e astuzia.

Venite dunque senza paure

E mettetemi in capo all'istante

Con me sarete in mani sicure

Perché io sono un Cappello Parlante”.

Non appena ebbe terminato la sua filastrocca, tutta la sala scoppiò in un applauso fragoroso. Il cappello fece un inchino a ciascuno dei quattro tavoli e poi tornò immobile.

"Una trasfigurazione straordinaria!". Sussurrò Valentino ad Angela, che gli era affianco.

"Assolutamente". Confermò lei. "Non uscirò da questa scuola senza aver trovato l'incantesimo che hanno usato per animare quel pezzo di stoffa".

Valentino ridacchiò. Non dubitava che Angela ci sarebbe riuscita.

A quel punto, la professoressa McGonagall si fece avanti tenendo in mano un lungo rotolo di pergamena.

"Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati" Disse. "Angela Doragon!"

Val diede una pacca sulla spalla all'amica, che sorrise e si avvicinò alla sedia dove stava appoggiato il Cappello.

Angela indossò il cappello che le ricadde sopra gli occhi e si sedette. Passarono diversi secondi, senza che succedesse nulla.

Quindici secondi.

Trenta secondi.

"SLYTHERIN!" Gridò il Cappello.

Il tavolo degli Slytherin , all'estrema sinistra, si rallegrò e batté le mani quando Angela andò a prendervi posto. Ci fu invece un silenzio tombale tra le alte tavolate e Val vide molti ragazzi scoccare occhiate ostili alla sua amica.

"Lèonard Lopez!".

Un ragazzo davvero molto bello, di chiara origine francese, dai capelli biondi e i lineamenti dolci si alzò.

"GRYFFINDOR!".

"Richard Allan!".

"HUFFLEPUFF!".

"Leonida Peravelli!".

Leo era nervoso. Si mosse lentamente verso la sedia e si calò il capello in testa.

Dopo poco arrivò la sentenza del Cappello.

"RAVENCLAW!".

Val applaudì insieme agli studenti di Ravenclaw al secondo tavolo a sinistra, dove Leo si sedette frastornato. Venne accolto da una studentessa dai capelli biondo sporco e l'espressione smarrita, che Leo salutò felice.

"Bene" Pensò Val. "Forse per la prima volta l'irruenza di Leo non avrebbe mandato tutto a puttane".

"Aealim Dagmarenko!".

“HUFFLEPUFF!”.

“Hannan Jane Reeds”.

“GRYFFINDOR!”.

“Valentino Marchetti”.

Valentino, tenendo le dita incrociate, avanzò verso il Cappello, lo indossò e si sedette.

“Oh, ma cosa abbiamo qui?” La voce gli sussurrava all'orecchio.

“Un altro ragazzo complicato, eh? Di certo non sei coraggioso, ragazzo. Tu preferisci aggirare i problemi, circuirli, li ignori persino, però... no, non sei superficiale, e vedo una bella testa, già piena di nozioni, un carattere spregiudicato e tanta voglia di... no, non vuoi primeggiare. Vuoi stare a galla, vivere con tranquillità le tue giornate, ma non vedo molta onestà, se non per gli amici più cari orgoglio, sì, astuzia... sarà giusto metterti in...”

“SLYTHERIN!”

Di nuovo fu solo la tavolata all'estrema sinistra ad applaudire. La prima cosa che vide quando si tolse il Cappello fu una serie di musi lunghi e occhiate truci.

“Molto bene, Val, ottimo inizio”. Penso il ragazzo, mentre cercava di sorridere e camminava verso la chioma riccia di Angela che gli stava tenendo il posto.

Tra le varie persone che lo guardavano accigliate, lo colpì una ragazza seduta all'ultimo tavolo a destra. Non sembrava arrabbiata, come altri, ma piuttosto attenta e curiosa.

Valentino si sedette dopo aver ricambiato quello sguardo intenso vicino alla sua amica e scoprì con piacere di avere come vicini i ragazzi del vagone.

“Ben arrivato a Slytherin, Valentino!” Blaise sorrideva e gli tendeva la mano, che fu subito stretta.

“Ti sarai accorto che non siamo ben voluti. Da quel che ho capito sull'Espresso che sapete poco su ciò che è capitato qui l'anno scorso”.

Angela e Val annuirono, prima di volgere lo sguardo verso il Cappello, udito il nome della prossima smistata.

“Maria Repardi!”

Maria si calò con impazienza il Cappello sul capo e pochi secondi dopo quel mucchio di stoffa tuonò.

“GRYFFINDOR!”

Draco fece una smorfia, imitato da Pancy e Daphne. Blaise invece scosse la testa. Nott sussultò.

“Non pensavo sarebbe andata proprio lì”. bisbigliò la Greengrass. “Sembrava una con un po' di sale in zucca”.

Angela la prese con filosofia.

“Alla fine Maria è sempre stata una testa calda. Ora che è capitato mi sento abbastanza stupida a non averci pensato”.

Val annuì.

“Beh, se vi conoscete da tanto forse i Gryffindor non la travieranno completamente”. Disse acida Pancy.

“C'è veramente questo clima tanto teso tra Slytherin e Gryffindor?”. Chiese Val, curioso e preoccupato.

“Clima tanto teso è un'espressione che rende poco l'idea, Valentino”. Gli rispose Nott.

“Metà dei genitori degli Slytherin servivano il Signore Oscuro e lo hanno aiutato a istallare anche qui al Castello un clima di terrore. Lo dico con cognizione di causa. Mio padre è in galera”.

“Il mio l'ha scampata per poco” Ammise Draco.

“Il mio non ha avuto la stessa fortuna” La voce di Pancy tradiva un tremore. “Mio padre è morto qui, l'anno scorso, dopo aver ucciso una Gryffindor”.

Angela e Val ascoltavano in silenzio, rapiti dalle confidenze degli Slytherin.

“Questa estate è stata dura. I nostri genitori hanno sbagliato e questo lo abbiamo capito tutti, nessuno escluso, ma il Mondo Magico Inglese guarda a noi, i figli dei Mangiamorte come i frutti di un albero marcio. Sono in pochi a parlarci, qui”. Nott aveva la voce pregna di rassegnazione.

“Non ho capito” Disse infine Angela.

“Nemmeno io” Confermò Valentino.

“Cosa?” Chiesero in coro Blaise, Draco, Daphne, Nott e Pancy.

I due amici si guardarono e Val fece un cenno d'assenso ad Angela.

Fu lei a parlare.

“Voi che colpe avete? Siete solo ragazzi. Ok, il fatto che i vostri genitori fossero dei puristi può spaventare, ma tra questo, ed escludervi dalla società, il passo è grande”.

Gli Slytherin guardavano i due italiani come se fossero creature spaventose.

Gli italiani si guardarono imbarazzati.

“Beh... da noi certe cose funzionano in modo diverso. Pensate che sei anni fa, nel novantadue, Alessandra Mussolini è stata eletta alla Camera”. Commentò Val.

“Chi e dove?”. Chiese Draco.

“Non è importante”. Stabilì Angela. “Di fatto sappiate che per noi non c'è problema”.

Ancora un po' confusi gli Slytherin annuirono.

Angela aspettò che la conversazione volgesse su un altro argomento, prima di tirare una gomitata a Valentino.

“Ah”.

“Ma ti pare un paragone da fare, cretino?” Gli domandò, a bassa voce.

“Beh,è la nipote di un dittatore, che in Italia ha trovato un posto in politica, no? Che sia una donna terribile è un fatto, ma non dipende di sicuro da un fattore genetic...”

Valentino venne interrotto da un'altra gomitata.

Valentino sentì il nome di Andrea e della Maregnolo, che venivano affidati rispettivamente a Gryffindor e Ravenclaw.

Peggio per Leo e Maria, meglio per lui.

Mentre lo Smistamento terminava, Valentino si prese la briga di dare un'occhiata al tavole dei Professori.

All'estremità più lontana a lui sedeva Hagrid, l'omone che li aveva guidati nel Lago. Hagrid incrociò lo sguardo col suo e gli fece l'occhiolino, memore della suo scivolone sugli scogli.

E là, al centro, su un ampio scranno d'oro, sedeva Minerva McGonagall. La sua chioma corvina e la veste scintillante erano riconoscibili da ogni angolo della sala. Osservava la Cerimonia con un'espressione tra il torvo e il compiaciuto.

Per lei questo sarà stato un ritorno alla normalità.

Concluso la Cerimonia dello Smistamento, la Preside si alzò e Appellò il Cappello, che fluttuò lentamente fra le sue mani tese.

Valentino guardò nel suo piatto d'oro e lo vide vuoto. Soltanto ora si era reso conto di quanta fame avesse. Non aveva osato toccare le merendine che venivano vendute nel treno.

La Mcgera era ancora in piedi. Sorrideva agli studenti con uno sguardo radioso, le braccia aperte, come se niente potesse fargli più piacere del vederli tutti lì riuniti.

Un cambio di espressione così rapido doveva essere dovuto a qualcosa.

‘"Benvenuti!". Disse. ‘Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. Come ci ha ricordato il Cappello Parlante, veniamo da un'annata davvero tragica.

Molti studenti che erano soliti studiare qui sono morti, lottando per ciò in cui credevano, lottando anche per tutti i presenti. Per questo dobbiamo rivolgere a loro un grazie, perché senza il loro sacrificio potremo non essere qui.

Questa scuola, un tempo tempio di conoscenza e verità arcane, sotto l'influenza di V-Voldemort...".

Un brivido si diffuse nella sala.

"Dicevo, durante lo scorso anno l'ordinamento scolastico e le materie si sono insozzate di magie oscure e proibite. Alcuni insegnanti hanno persino obbligato degli studenti a esercitarsi sui loro compagni, magari con la Maledizione Cruciatus".

Altri borbottii si diffusero e si quietarono appena la Mcgera riprese il suo discorso.

“Per questo voglio essere chiara. Quest'anno le punizioni saranno inflessibili. Chiunque crei attrito tra le Case, chi userà incantesimi per fare del male ad altri studenti... beh, verrà espulso senza alcuna remora. Ad aiutare me e il corpo insegnanti saranno i Prefetti: Ginny Weasley e Neville Paciock per Gryffindor, Luna Lovegood e Cho Chang per Ravenclaw, Justin Flinch-Fletchley e Ernest Mcmillan per Hufflepuff e Blaise Zabini e Daphne Greengrass per Slytherin”.

Le ultime nomine scatenarono delle proteste bisbigliate.

Quei due come Prefetti?”.

Sono amici di Malfoy, Nott e Parkinson”.

Almeno i loro genitori non sono Mangiamorte”.

“Come Caposcuola invece...” La McGonagall alzò la voce, zittendo gli studenti. “Ci sarà Hermione Granger per Gryffindor, Hannah Abbott per Hufflepuff, Anthony Goldstein per Ravenclaw e Draco Malfoy per Slytherin”.

Si scatenò un putiferio.

Mangiamorte!”.

Assassino!”.

Lui e il suo paparino dovevano finire ad Azkaban!”.

Val osservò Maria guardare storto un ragazzo piuttosto grande al tavolo dei Gryffindor, che si era alzato sulla sedia e urlava contro Malfoy.

“Signor Finnigan, si sieda!”. Sbraitò la Preside.

Il Signor Finnigan obbedì, ma le voci non smisero di sentirsi.

Sembrava che l'allegro salone si fosse trasformato in un covo di vipere.

Angela e Valentino scoccarono qualche occhiata preoccupata al loro nuovo compagno di Casa, tanto criticato ed insultato, ma di fronte a loro trovarono una granitica espressione impassibile.

Se ne soffriva, non lo dava a vedere.

Dopo dieci minuti abbondanti, il corpo insegnanti riusci a zittire gli studenti.

“Forse non sono stata chiara... Parlavo proprio di questi atteggiamenti! A causa dell'ostilità tra le Case delle persone sono morte. Non si ripeterà, non finché sarò preside”.

Un silenzio carico di rancore fece posto alle proteste.

“Vi ricordo chi, durante lo scorso anno, aveva reso la distinzione tra tipi di studenti una vera e propria discriminante. Cercate di sfruttare quest'anno proprio per unire ciò che i Mangiamorte e il loro lascito hanno diviso. Cercate di intrecciare nuove relazioni, sorprendenti rapporti e anche qualcosa di più”.

Il brusio riprese, ma con toni più civili. La Preside stava chiaramente alludendo a qualcosa, qualcosa che però Valentino non stava cogliendo.

“Detto questo, voglio presentarvi ben tre aggiunte al nostro corpo docenti: prima di tutto, è un pacere per me annunciarvi che la Signorina Clarisse Prewett, un'ex Auror del Ministero, che ha combattuto i Mangiamorte prima a viso aperto, e poi dandosi alla macchia durante lo scorso anno, ha accettato la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure. Sono certa che sarà per voi un'insegnate eccezionale”.

Una donna apparentemente giovane si alzò dalla tavolata degli insegnanti. Aveva una corporatura minuta e non dimostrava più di trentanni. Aveva dei capelli lisci e corti, neri, portati a caschetto e un visino simile ad una goccia.

La sala esplose in un applauso sentito.

“Che bei occhi”. Si lasciò sfuggire Angela, che la guardava curiosa.

“Di che colore?”. Chiese Val con un certo imbarazzo nella voce. Per quanto portasse gli occhiali, non riusciva comunque a vedere bene.

“Sono di un bel verde smeraldino”. Rispose tranquilla l'amica.

La Prewett fece un lieve cenno del capo verso le quattro tavole e si sedette.

“Invece, per quanto riguarda la cattedra di Babbanologia il Signor Castap Spear, direttamente dal Comitato Scuse ai Babbani, ricostituito dall'attuale Ministro dopo il suo scioglimento, lo scorso settembre".

Un anziano signore, dai corti capelli argentei e un lungo pizzetto, si alzò dalla tavolata.

La Sala Grande accolse con entusiasmo il professore, ma senza l'euforia con cui era stata salutata la Signorina Prewett.

L'anziano mago si sedette, lasciando che la Preside potesse finire il suo annuncio.

“Infine, per la cattedra di Trasfigurazione, che non potrò più occupare dato il mio nuovo ruolo e gli impregni gravosi che ne derivano, il Signor Anthony Rosier ha accettato di prendere il mio posto”.

“Un altro insegnante giovane”. Commento pensieroso Malfoy.

Anthony Rosier era un uomo, come già notato da Draco, estremamente giovane. Aveva i capelli completamente rasati, ma i suoi lineamenti erano estremamente dolci, quasi da bambino. Era alto, ma di costituzione gracile.

“Rosier non era il cognome di un Mangiamorte della primissima ora?” Chiese Daphne, incuriosita.

Draco annuì, teso.

Di fatto questa domanda sembravano porsela in molti, nella sala, perchè gli applausi furono pochi, se paragonati ai sussurri tra le tavolate.

“Il Professor Rosier sarà inoltre il nuovo responsabile per la Casa Grifondoro. Ha gentilmente accettato di abbandonare il suo lavoro di Spezzaincantesmi per la Gringott per essere vostro insegnate”.

Questa frase sembrò rassicurare gli studenti, che risposero con un applauso più caldo.

L'uomo si sedette, sorridendo.

Fatti gli annunci e raccomandazioni varie, sono liete di annunciare l'inizio di quest'anno scolastico e ne approfitto per dedicare due parole a una persona a cui sono certa tutti voi avete pensato vedendomi su questa sedia. Mangiamo dunque! Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre! Grazie!”.

E tornò a sedersi. Tutti batterono le mani e gridarono entusiasti, Slytherin compresi.

Gli unici a non applaudire furono gli studenti nuovi, che guardarono meravigliati i piatti d'oro disposti nelle tavole riempirsi di pietanze. Val era sconvolto: non aveva mai visto tante cose deliziose tutte insieme in un solo tavolo. C'era del roast beef, pollo arrosto, braciole di maiale e agnello, salsicce, bacon e bistecche, patate lesse, al forno e fritte, ma anche diversi piatti esteri. Val poteva vedere vassoi di cannoli, pasta condita in molti modi diversi, tra carbonara, guacamole e salmone croccante, lasagne alla bolognese e ravioli cinesi al vapore.

Ovunque Val si girava, trovava un piatto diverso. Era incredibile, davvero meraviglioso.

Non si poteva certo dire che i suoi genitori lo lasciassero morire di fame, anzi, tutto il contrario. Era di fatto Valentino ad evitare di magiare a sazietà.

Il ragazzo vide la sua commozione nel volto di Leo, nel tavolo dei Ravenclaw.

Valentino guardò i suo compagni Slytherin con intensità, travolto com'era d emozioni contrastanti.

“Voi non siete...”. Provò a dire, balbettando per l'agitazione.

Pancy lo guardo stupita.

“Non siamo cosa?”. Gli chiese.

“Non siete dei completi barbari”. Concluse Valentino, iniziando a servirsi la cena.

Angela rise e iniziarono a scambiarsi battute sul loro paese di provenienza.

Vennero interrotti da una voce autoritaria e fredda.

“Quel piatto sembra piacerti molto, ragazzo nuovo”.

Uno spettro, in abiti nobiliari, completamente ricoperto da del sangue traslucido, con un grosso parruccone addosso, apparve alle spalle di Valentino, facendolo sobbalzare.

Gli altri Slytherin alzarono la mano come cenno di saluto.

“Barone”. Lo accolse Nott.

“Theodore”. Gli rispose lo spettro, con un cenno del capo.

“Il Barone Sanguinario è il fantasma della nostra Casa”. Spiegò Pancy con tono tranquillo ad Angela e Val, entrambi stupiti dalla confidenza che il fantasma aveva con i loro nuovi compagni.

Lo spettro guardava con interesse morboso il Casatiello che Valentino si era servito.

“Sai, posso quasi sentire il sapore del cibo se ci passo attraverso”. Il Barone sembrava parlare più tra sé stesso che a qualcuno in particolare.

Rimase a fissare un perplesso Valentino per un minuto buono prima di scomparire nel pavimento.

I sette ragazzi si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.

“Anche i vostri fantasmi sono strani”. Commentò mugugnando Valentino.

Il pasto continuò senza avvenimenti particolari e i ragazzi si scambiarono confidenze.

Quando tutti furono sazi, ciò che rimaneva nei vassoi scomparì e la McGonagall si alzò di nuovo.

“Ringraziamo gli elfi che ogni giorno lavorano nelle cucine per assicurare che noi possiamo godere di simili pasti. Detto questo, vi annuncio alcune novità: come si vocifera, quest'anno non ci sarà la Coppa delle Case. Non vedo motivi per alimentare ancora rivalità e antagonismo che sono state fonte di dolore per ognuno di noi. Passando ad argomenti più allegri, il torneo di Quidditch riprenderà come al solito nel mese di Novembre e le selezioni potranno iniziare a discrezione dei Capitani la settimana prossima. Quest'anno, tra le altre cose, avrete notato durante lo Smistamento la presenza di molti studenti esteri per il settimo anno. Questi ospiti sono qui per due ragioni: la prima, più triste, è l'oggettiva carenza di studenti del settimo anno. Le ragioni le conoscete tutti. La seconda ragione è legata comunque a doppio filo con i tragici eventi dello scorso anno. Dobbiamo capire, e farvi capire, quanto la diversità sia una fonte di ricchezza interiore e di bellezza. Voglio che sfruttiate quest'anno per approfondire la cultura dei vostri nuovi compagni, come spero che anche loro possano imparare qualcosa fra le nostre mura.

A nome di questo ideale di fratellanza tra maghi, sarà premura degli studenti trasferiti progettare lezioni durante il fine settimana, per mostrare qualcosa di nuovo ai nostri ragazzi. Ovviamente la partecipazione al progetto è facoltativa, ma apprezzerei una larga partecipazione tra voi studenti.

Per i progetti delle lezioni, prego gli studenti che vorranno gestirle di presentare la loro idea ai Responsabili dei loro dormitori”.

La Preside si prese qualche attimo, per osservare la reazione della Sala Grande, che ormai era un mare di sussurri eccitati e preoccupazioni.

“Con questo, signori, è tutto”.

   
 
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