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Autore: rocchi68    04/09/2022    2 recensioni
Scott Deacon, uomo di discreto successo, durante una serata in casa racconta, sotto pressione della figlia, di come ha ritrovato una persona speciale dopo tanti anni di distanza e di silenzio, ricordando e scontrandosi spesso con un passato e un presente complicato.
Non ricorderà mai il periodo del reality, troppo negativo, ma solo ciò che l'ha portato a essere felice.
O almeno questo è quello che traspare dal suo solito sorriso.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Dawn, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Era una fredda sera di novembre, quando si era ritrovato per le vie del centro, intento a rientrare dalle tante ore passate all’Università.
Una giornata dura dietro l’altra in quella settimana l’avevano portato a credere che quei ritmi fossero assurdi e contro natura.
Guardatosi intorno, si concentrò su alcune vetrine e osservò alcune scarpe che erano esposte, allontanandosi all’istante per via di un prezzo esorbitante.
Se mai fosse rientrato a casa e avesse chiesto ai suoi genitori di comprargli proprio quel modello, ecco che gli avrebbero chiesto quale dei suoi ultimi neuroni rimasti era andato in cortocircuito.
Dopo aver superato un negozio di profumi e detersivi e un altro che riparava televisioni, lavatrici e altro, sentì la sua pancia brontolare e afferrando il portafoglio che teneva nello zaino, si rallegrò nel vedere un pezzo da 50 fare capolino.
Magari una bibita, un panino e un dolcetto poteva concederseli senza sentirsi eccessivamente in colpa e così penso bene di avventurarsi in uno dei suoi bar preferiti.
Di solito ritrovava Mike intento a mangiucchiare con qualche collega, altre volte rideva con Lightning, tra una birra e l’altra, di vecchie avventure, figuracce o pessimi approcci del quasi vincitore della quarta stagione con qualche cameriera e in un raro incrocio si era ritrovato davanti Gwen che l’aveva salutato con una delle sue rare battute velenose.
Quando credeva che finito il reality avrebbe ritrovato ben poche persone, ecco la sua delusione: abitavano quasi tutti vicini, il più idiota della banda al massimo stava a 50 miglia e, quindi, era ben facile incontrarsi e ricordare il passato.
Ovviamente non aveva buoni rapporti con tutti del cast.
Tra lui e Alejandro non scorreva buon sangue.
Con Beverly c’era un odio profondo.
E nemmeno con Stacy e Heather si prendeva più di tanto.
Poi c’erano dei rapporti a metà strada dove non odiava o stimava chi aveva davanti, ma sempre meglio del disprezzo o fastidio di avercelo a fianco durante le rare cene offerte da Chef Hatchet.
Zigzagando tra alcuni camerieri e clienti stanchi quanto lui, salutando alcuni di sua conoscenza, si era messo seduto vicino al bancone, appoggiando lo zaino per terra e chiedendo il menù giusto per vagliare le varie possibilità.
Dopo alcuni minuti di studio, confermò il suo sandwich con tacchino, un’aranciata e un muffin al cioccolato, tanto per non rientrare completamente a pezzi.
Nel tempo d’attesa si mise a leggere alcuni messaggi, rispondendo prontamente ad alcuni amici, prima che qualcuno si sedesse alla sua destra e lo investisse con un profumo delicato.
 

“Buonasera.” Esordì, attirando l’attenzione di un cameriere che era passato solamente per consegnarle un menù.

“Sera.”

“Potrei ordinare?”

“Certamente.” Rispose il ragazzo, leggermente sorpreso per quella velocità di scelta, afferrando il block-notes.

“Allora…mi piacerebbe un panino vegetariano e una bottiglietta d’acqua, grazie.” Borbottò lei, portando Scott a darle una fugace occhiata, giusto per sapere contro quale gomito avrebbe sbattuto per mangiare tranquillamente in quella mezzoretta scarsa.

“Strano.” Commentò, ritornando al suo cellulare.

“Oh, ma guarda chi si vede.” Seguitò lei, accorgendosi del suo vicino, mentre il cameriere si era già defilato per consegnare l’ordine e per, poi, portare i piatti già pronti degli altri clienti.

“Credo che il fastidio sia reciproco.” L’accolse divertito, pensando che era un bel po’ che non si vedevano di persona, escludendo qualche raro messaggino dove si raccontavano alcune avventure o dove più semplicemente si scambiavano gli auguri di compleanno, Natale o Pasqua.

“Buona serata anche a te, Scott…nonostante tutto.” Ribatté prontamente, facendolo tentennare.

“Come accoglienza voto zero?”

“Anche meno se possibile.” Ridacchiò divertita.

“Scusa…è stata una giornata pesante.”

“Ehi! Non mi hai augurato buona serata.” Protestò lei, imbronciandosi come una bambina e vedendolo mettere via il cellulare.

“Sono sorpreso di vederti dopo tutto questo tempo.”

“La scorsa volta alla cena di rimpatriata organizzata da Chef stavo male e non sono riuscita a venire.”

“Pensavo temessi ci fosse lui ai fornelli.”

“Chef sa cucinare…è solo che Chris e i produttori gli passavano ben poco e doveva accontentarsi di non farci morire di fame.”

“Sicura che non fossi ancora arrabbiata per quella faccenda?” Domandò, ringraziando la giovane cameriera per l’arrivo del suo panino.

“Era solo un gioco, Scott.”

“Io comunque non ti ho perdonato, Dawn.” Replicò divertito, aspettando che avesse anche lei la cena, giusto per cominciare e finire insieme.

“Una piccola vendetta mi era concessa.”

“Mi spiace e…beh, buona serata anche a te.”

“Spero che tu sia finalmente felice e abbia ottenuto tutto quello che cercavi dal reality, Scott.” Seguitò lei, mentre l’amico tagliuzzava a metà il sandwich.

“Paura che ti faccia ancora qualche dispetto?”

“Oh finiscila…abbiamo visto tutti che hai il cuore tenero.”

“Ma come…”

“Quinta stagione caro mio.” Lo interruppe, facendolo sospirare.

“Per alcune cose ho trovato la felicità, per altre un po’ meno.” Soffiò, rispondendo alla sua curiosità, consapevole che non sarebbe mai riuscita a ingannarla e che tanto valeva essere sincero e affrontare la realtà dei fatti.

“È sempre così.”

“Sono uno dei migliori del mio corso, ma sento che manca qualcosa.”

“Qualunque cosa sia, arriverà.” Lo rassicurò, facendolo annuire.

“Dalla bacheca so che anche tu stai andando bene, Dawn.”

“Mi tieni d’occhio?”

“Sono curioso di sapere come stanno andando i miei vecchi compagni.” Soffiò, facendola sussultare.

“Sei uno dei migliori perché ti piace quello che fai…e per il resto troverai quello che ti manca. Più cerchi disperatamente qualcosa, meno riesci a prenderlo.” Spiegò lei con tutta calma, credendo che fretta e costante desiderio non fossero due ingredienti adatti per trovare la felicità.

“In amore e qualcos’altro sta andando un po’ male.” Confermò Scott.

“Non è semplice per nessuno.” Lo appoggiò, ringraziando il cameriere per l’arrivo del suo panino e iniziando a mangiare la sua cena.

“A me le cose vanno un po’ così.”

“Lo immaginavo.”

“A te?”

“Lasciamo perdere.” Minimizzò lei, scrollando le spalle e facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi.

“Sbaglio o sei dimagrita?” Domandò dopo qualche secondo di studio, facendola sussultare.

“No.”

“Tenersi tutto dentro fa male e poi non ti ho mai vista così.”

“È solo stress.”

“Se fosse solo stress, a oggi sarei uno scheletro.” Replicò freddo, portandola ad abbassare lo sguardo e notando come faticasse a mangiare.

“Problemi personali.”

“Siamo amici Dawn…mi puoi raccontare qualcosa.”

“Posso davvero o intendi raccontarlo in giro?” S’informò preoccupata, sentendo una mano carezzarle la spalla sinistra.

“Se ti raccontassi qualcosa di personale saremmo pari?”

“Forse sì.”

“La mia relazione con Courtney è durata appena due settimane e mi ha mollato perché a letto…beh non ero come Duncan.” Ammise a cuor leggero, pensando che quella verità scomoda servisse a smorzare la tensione che si era creata tra loro.


Non che gli dispiacesse, anche perché a rigor di logica non dovevano andare d’accordo, ma Scott ci teneva un po’ a lei.
Aveva guardato dentro di sé, leggendo le varie reazioni e trovandole sensate, giacché anche lui si sarebbe comportato così, se qualcuno l’avesse ferito. Di sicuro non sarebbe mai rimasto indifferente alla sua richiesta d’aiuto, anche perché aveva sviscerato segreti, manie o semplici difetti che era meglio tenere privati.
Forse conoscendola meglio, molto di più rispetto al periodo del reality o a qualche fugace rimpatriata, poteva anche essere una delle poche persone per cui si sarebbe scusato di tutto cuore.
Gli sarebbe piaciuto che valesse anche al contrario, laddove Dawn si scusava per averlo deriso dopo il suo ricovero della quarta stagione, ma non si illudeva troppo.
Non era cresciuto in questo.
Scrutava il mondo, provava a capire se ci fosse una verità su certe azioni o parole, ma spesso scrollava le spalle e si rassegnava. Forse per lui non valeva la pena comprendere gli altri.
Dawn, però, era come gli altri? Gli sembrava diversa rispetto al passato, lei era maturata e aveva imparato a diffidare di alcuni idioti, ma forse qualcosa stava disturbando le sue intenzioni ed era suo dovere, dopo quello che le aveva fatto passare durante il reality, metterci una pezza.
 
“Imbarazzante!” Commentò divertita.

“Vuoi sapere anche i dettagli?”

“Perché no?”

“Vuoi proprio umiliarmi.” Replicò serio, facendola sorridere.

“Come hai fatto tu in passato.”

“Va bene…me lo merito.”

“Allora?” Lo incalzò lei, finendo la sua cena.

“Due settimane perché non ero dotato come Duncan e lui andava avanti anche mezzora, io qualche minuto di meno.”

“A scapito di quello che potevi offrirle.”

“Cioè?” Domandò incuriosito.

“Duncan era un traditore patologico, tu mi sembri molto più corretto in questo campo.” Soffiò, giocando con una ciocca di capelli, mentre l’amico divideva il suo dolcetto e le porgeva l’altra metà.

“Spero ti piaccia.”

“Potrei ingrassare.”

“Ti farebbe solo che bene…sei pelle e ossa.” Borbottò nervoso e facendole intendere che non avrebbe accettato un rifiuto, anche a costo di imboccarla a forza.

“La mia sfera privata non sta andando troppo bene.”

“Almeno una volta nella vita può capitare.”

“Mi sento uno schifo, Scott.”

“Dopo Courtney, io ero sotto un treno e l’ho superata dopo molte settimane, anche se a volte credo di non esserci nemmeno riuscito.” Ammise, facendola annuire.

“Zoey me l’aveva detto.”

“Che pettegola!” Commentò acido, iniziando a guardarsi intorno e tornando a concentrarsi su Dawn dopo che gli era parso di aver notato qualcuno di sua conoscenza.

“Sì…non ti sbagli, Scott.”

“Zoey dovrebbe tenere la bocca chiusa.”

“Non parlavo di Zoey.” Soffiò debolmente, iniziando a mangiucchiare il dolcetto.

“Di chi allora?”

“Come reagiresti dopo la fine di una relazione?”

“Hmm…domanda difficile.”

“Vero?”

“Dipende quanto ci tenevi a quella storia.”

“Cioè?” Chiese Dawn.

“Ti parlo della mia ex solo perché è stata la mia unica, ma se anziché due settimane, fosse stato…boh due anni, ecco che probabilmente starei ancora uno schifo.”

“Avresti fatto qualcosa per farle cambiare idea?”

“No…se lei non mi ama più, è inutile insistere…Game over.”

“Quindi lasceresti perdere?” Domandò fredda.

“Mi sentirei male, probabilmente piangerei, ma sarebbe inutile insistere…ecco le chiederei una volta soltanto se è sicura della sua scelta e poi ognuno per la propria strada.”

“Vorrei che fosse così anche per me.” Ammise, abbassando la testa e versando alcune lacrime.

“Ehi, ehi…Dawn con me non si può piangere, che altrimenti mi viene da pensare, mi sale il magone e poi ti seguo a ruota.”

“Io…”

“Fammi un sorriso, anche piccolo.” Borbottò, facendole rialzare il viso.

“Ma io…”

“Pensa a quando Zanna mi ha morso il sedere o a quando mi hanno sparato in orbita…alle due settimane di Courtney.” Elencò, scorgendo un debole ghigno in risposta.

“Scott…”

“Già meglio.” Soffiò, accarezzandole una guancia scavata.

“Ti accontenti di poco.”

“Da quanto stai così?” Chiese preoccupato.

“Tre mesi.”

“Perché?”

“Io e Beverly ci siamo lasciati…anzi l’ho lasciato io perché era diventato troppo opprimente e geloso e non ha ancora accettato la mia scelta.”

“Ti sta disturbando?” Domandò nervoso, facendola tentennare.

“Continua a scrivermi e telefonarmi ad ogni ora del giorno e della notte e alcune volte mi segue…non ce la faccio più.” Ammise, sospirando rassegnata.

“E ti sei ridotta così per colpa sua?” Chiese, risvegliando il suo odio atavico per quella nemesi panzona che a distanza di anni continuava a detestare.

“Temo di sì.”

“Ci sta tenendo d’occhio.”

“Ho notato anch’io la sua presenza, verso il fondo della sala su un tavolino alla sinistra?”

“Se si è fatto crescere la barba, credo sia lui.” Confermò dispiaciuto, vedendo come l’amica si stesse spegnendo sempre di più.

“Fa sempre così…ormai mi è quasi impossibile uscire di casa.”

“Sei stanca?” Domandò serio.

“Molto.” Sibilò impercettibilmente.

“Quando le persone fanno così dovrebbero solo nascondersi.”

“Vado al cinema e lui mi segue, provo a fare shopping con alcune amiche e me lo trovo dietro di me con una maglietta…nemmeno se faccio giardinaggio mi sento tranquilla.”

“Hai mai pensato di denunciarlo per stalking?” S’informò, pensando che quella fosse una delle soluzioni migliori per liberarsi di quell’impiccione.

“La polizia vuole prove.”

“O forse vogliono vedere la notizia della tua dipartita?”

“Scott…”

“Dai Dawn sei messa così male che se continui così, tempo poche settimane, leggeremo tutti di te sulla cronaca nera.” La attaccò, sperando che replicasse duramente, ma riscontrando un attimo di silenzio che gli fece peggio di mille parole.

“Dovrei ucciderlo?”

“Sei troppo innocente per fare qualcosa di tanto orribile.” Commentò, facendola tentennare.

“Non so più cosa inventarmi…penserei a qualsiasi cosa pur di liberarmi di quell’idiota che mi chiedo cosa si sia messo in testa.”

“Ricordi? Forse pensa che ha ancora qualche speranza.” Spiegò diretto, senza ricercare stupidi esempi fuori luogo.

“Ma gli ho detto che non voglio più avere niente a che fare con lui.”

“Alcuni credono che visto che non hai trovato ancora nessun nuovo ragazzo e anche in questo caso, forse…beh sei disponibile e ti sei presa un semplice momento di riflessione.”

“Avete una mente contorta.” Commentò esasperata.

“Anche voi ragazze siete un po’ problematiche.”

“In poche parole non uscirò mai da questo casino.” Riassunse lei, facendo negare Scott che sembrava aver trovato una soluzione al problema.

“Senti lo faccio solo per non vederti più così, con la speranza che sia uno di quelli a cui basta una mazzata dritta al cuore e per fargli capire che non deve più importunarti.”

“Che cosa faresti?” Domandò preoccupata.

“Niente di particolare.” Soffiò, abbracciandola.

“Scott…” Sussultò lei, non aspettandosi quel gesto.

“Ssssst…se riusciamo in questo trucco, poi sarai libera.”

“Io…”

“Peggio di così non può andare.” Le spiegò, baciandola sulla guancia per poi fissarla brevemente e sorridendo di quel lieve rossore che aveva imporporato le sue guance.

“Non sarebbe giusto per il nostro rapporto.”

“Vuoi essere libera, divertirti, sorridere e uscire liberamente con le tue amiche?” Elencò serio, accarezzandole una mano.

“Sì.”

“Dobbiamo provare in questo modo…se non con me, con qualcun altro.”

“Io…”

“Hai il vantaggio che conosco un po’ la storia, che Beverly mi sta sullo stomaco, che siamo amici e non ci sarebbe nulla di strano.”

“Niente passi esagerati.”

“Credimi…ho i tuoi stessi pensieri.”

“Sono appena uscita da una storia incasinata e non vorrei stare peggio di così.” Si scusò prontamente, mentre Scott chiedeva il conto a un amico cameriere per poi pagare galantemente la loro cena.

“Se pensi che voglia farti star male, sei fuoristrada.”

“Io…”

“Sei un’amica preziosa e non voglio perderti.” Ammise, facendola arrossire e invitandola, quindi, a uscire dal locale.

“Un giorno contraccambierò.” Promise, passando a poca distanza dal tavolo del suo ex che aveva pagato di fretta e che si stava rimettendo il giubbotto invernale.

“Non serve che alzi troppo la voce, siamo due fidanzati finti e se te ne esci con queste sparate, Beverly continuerà a credere di avere una speranza e non si metterà mai con il cuore in pace.”

“Ma se volesse fartela pagare per questo?”

“Dovrei avere paura di quell’idiota quando una piccola stella ha bisogno di me?” Chiese, prendendola per mano e accompagnandola verso casa, azzardandosi ogni tanto ad accarezzarle la schiena o il fianco giusto per far capire a chi incrociavano o magari a un Beverly distante e con il cuore straziato che non dovevano essere disturbati in nessun modo.







Angolo autore:
Che dire di questo aggiornamento?
Credo sia il capitolo più lungo dell'intera serie, ma potrei sbagliarmi
In più Ryuk come segretario fa abbastanza pena

Ryuk: Ma io...

Silenzio!
Se non era per Anacleto, manco aggiornavi
Detto questo vi salutiamo
A presto!
   
 
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