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Autore: LyliRose    09/09/2009    1 recensioni
Ale è una come tante, questo prima di incontrare un misterioso ragazzo dai profondi occhi ambrati che le cambierà la vita... Fan fiction in rigoroso stile Meyer che incorpora tutti i personaggi della saga senza stravolgere nulla, non posso dire nient'altro! :-)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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4.     Racconti

Ero esausta, troppe cose in un giorno solo, prima ero un’insignificante studentessa di economia e poi improvvisamente una creatura leggendaria.
Mhhh… pensandoci bene io di leggendario non potevo avere assolutamente niente, avevo influenze invernali come tutti, mi ferivo come tutti, apprendevo le informazioni come tutti e correvo a velocità umana, anche meno a pensarci bene non ero mai stata un’atleta!
Fu Edward -mio padre, se mai mi fossi abituata a chiamarlo così - che mi rispose.
<< Anima mia, troppe scoperte tutte assieme, troppa ansia tutta assieme, lascia che il nonno ti dia qualcosa per farti dormire serenamente un po’ di ore, poi ti prometto che ti spiegheremo tutto.>>
Normalmente non avrei ceduto, ma quella situazione paradossale aveva spinto il mio cervello ad un punto di non ritorno, mi feci accompagnare da Esme in quella che da quel giorno sarebbe stata la mia camera, presi una pastiglia e mi addormentai profondamente nel giro di pochi minuti, sperando che al mio risveglio quel bel sogno non si sarebbe infranto.
Fu una dormita di quelle colossali, segna sogni, ma riposante come poche, mi svegliai riposatissima e avida di scoprire se avevo immaginato ogni cosa oppure no.
Aprii gli occhi lentamente, terrorizzata, e se aprendoli fosse scomparso tutto?
Mi ritrovai in una stanza con un gran letto a baldacchino in ferro, aveva tendaggi bianchi e le lenzuola sembravano si seta, come il mio pigiama rosa antico.
Capii subito di non aver sognato nulla, ero veramente parte di quel mondo di miti e leggende che mi aveva affascinato pochi anni prima.
Lentamente mi alzai dal letto, mi avviai verso la finestra e la spalancai, doveva essere pomeriggio inoltrato, la luce del sole entrò nella mia stanza la illuminò completamente ed io la guardai sbalordita.
Le pareti erano pitturate di un tenue rosa confetto, il grande letto dominava gran parte della stanza, poi in un angolo c’era una scrivania bianca con una sedia abbinata.
Il mio occhio cadde su due porticine affiancate posizionate di fianco alla scrivania, ne aprii una, era un enorme bagno, quasi più grande della stanza da letto che era già di dimensioni notevoli.
Il bagno era decorato con marmo rosa e bianco e un enorme vasca stile luigi XII troneggiava in mezzo ad esso, alla sua destra un enorme lavabo con uno specchio altrettanto enorme riprendevano le decorazioni del resto della stanza.
Chiusi la porta esterrefatta, e decisi di aprire l’altra, immediatamente mi trovai in una stanza che sembrava più grande delle due precedenti messe assieme, era coperta da cielo a terra di ordinatissimi vestiti, elegantissime scarpe, e di tutti gli accessori possibili.
Un gridolino mi uscii dalla bocca ed improvvisamente( la zia) Alice era al mio fianco con un sorriso soddisfatto.
<< Alice, io … sono senza parole!>>
<< Sono molto felice che almeno in questa casa ci sia qualcuno che apprezza i miei sforzi! Goditelo tesoro!E chiamami zia una volta per tutte!>>
E così dicendo danzò fuori dalla stanza lasciandomi sola nel mio enorme guardaroba.
I vestiti erano sempre stati la mia passione, purtroppo fuggendo di casa mi ero dovuta accontentare di jeans e magliette da poco, più della metà del mio esiguo stipendio mi serviva per pagare la retta all’università.
Cominciai a passeggiare nell’immenso armadio, scelsi un abbigliamento formale, un paio di firmatissimi jeans, delle ballerine bianche e un maglione perlato che sembrava doveva essere di cachemire.
Uscii dalla stanza dopo una doccia ristoratrice e trovai tutta la mia famiglia ad aspettarmi in cucina, avevo fame, parecchia fame visto che non mangiavo da un giorno intero.
 Edward – papà- si alzò di scatto e con un movimento fluido prese una padella per friggere uova e bacon.
<< Ma come fai a sapere che faccio sempre colazione così? Infondo sono italiana e fino a prova contraria dovrei avere abitudini diverse.>> chiesi.
Rise << Ma non le hai mai avute. Hai sempre mangiato cose strane rispetto a quello che mangiano gli altri>> così dicendo poggiò sul tavolo uova e bacon e io affamatissima mangiai tutto.
Mentre mangiavo, ormai conscia del fatto che sapeva leggere la mia mente, gli chiesi come faceva a sapere così tante cose su di me. O meglio lo pensai.
<< Sono tuo padre, pensavi ti avrei lasciato in un paese lontano con gente che non conoscevo senza tenerti d’occhio?>>
Assurdo, ero stata seguita tutta la vita da un padre che non sapevo di avere e che mi conosceva meglio di quanto io stessa mi conoscevo.
Finii in un lampo, ora il mio stomaco era sazio, ma il mio cervello era assetato di risposte.
Edward lesse le mille domande che mi passavano in testa e fece cenno a tutti gli altri, che stavano in piedi immobili, di sedersi.
Mi tolse il piatto e lo mise nel lavabo poi cominciò.
<< Hai ragione, ora ti dobbiamo delle spiegazioni.>> stava per cominciare quando Bella gli fece cenno di tacere e lui la guardò annuendo.
Mia madre (incredibile ma vero) mi si avvicinò e mi abbracciò in un modo in cui non ero mai stata abbracciata prima, la sua pelle fredda mi provocò un brivido nella schiena.
<< Figlia mia, ti chiedo scusa ma erano ventun’anni che desideravo farlo, non sai la sofferenza che abbiamo provato io e tuo padre nel vederti fare la tua vita senza che noi potessimo minimamente intervenire>>
Quella voce melodiosa suscitò in me una strana reazione, ricambiai l’abbraccio e dissi:
<< Non ti preoccupare mamma, ora sono qui.>>
A quelle parole i suoi occhi si illuminarono ed ero certa che se avesse potuto piangere l’avrebbe fatto.
<< Permetti che sia io a spiegarle tutto?>> disse rivolgendosi a suo marito.
<< Certo amore.>> rispose lui.
Così Bella cominciò a parlare:
<< Hai letto tutti i libri e grazie a quelli sai molto, ma non tutto.
Dopo la grande battaglia nella radura sapevamo che i Volturi avrebbero trovato un modo per vendicarsi e vivemmo per qualche anno nel terrore che questo accadesse, poi però ci convincemmo che probabilmente si erano dimenticati di noi o che avevano deciso che gli bastava avere il dominio quasi totale del mondo dei vampiri.
Purtroppo non era così, stavano solamente aspettando il momento e l’occasione buona, e questa occasione arrivò quando tu terminasti la tua crescita, eri diventata una creatura talmente perfetta, talmente bella che un giorno un nostro simile ti notò durante una battuta di caccia. Estasiato ti si avvicinò ma sentendo il calore della tua pelle rimase sconcertato e tentò la fuga, tu reagisti come ogni essere completamente buono farebbe, cercasti di fermarlo per spiegarli che non eri poi tanto diversa da lui. Il problema amore mio fu che con il tuo dono speciale, che nel tempo avevi perfezionato, entrasti nella sua testa, e anche se ormai era distante molti chilometri gli spiegasti tutto con la telepatia. Lui non tornò mai indietro e mai quindi sapremo il suo nome, spaventato andò dai Volturi a raccontare cos’aveva visto e sentito e loro lo uccisero spietatamente, pensando di dover sopprimere tutti i testimoni dell’accaduto.
Alice li vide decidere di farci visita, stavolta con un esercito molto fornito di nuovi “talenti” decisi a costringerti ad unirsi a loro, anche con la forza se necessario.
La telepatia è un dono che anche tra i nostri simili è considerato fuori dall’ordinario e loro volevano assicurarsi che questo dono fosse dalla loro parte.
Assieme tu, io, papà e zia Alice rappresentavamo un tesoro inestimabile e allo stesso tempo un pericolo.
Fu in quel momento che ci venne l’idea di allontanarti da noi, ma non sapevamo come fare.
L’idea venne a … l’idea ci venne grazie a Nahuel l’unica creatura maschile al mondo della tua stessa specie, è sempre stato molto legato a te, nonostante tu non lo avessi mai considerato un possibile pretendente!
Mentre gli raccontavamo il nostro problema lui si alzò di scatto e chiamò sua zia Huilen che lo aveva accompagnato a farci visita, assieme ci raccontarono di una leggenda del loro popolo che raccontava  di come uno stregone un tempo avesse fatto un incantesimo al figlio di un Lobishomen per renderlo mortale, ma l’incantesimo era durato solamente venticinque anni dopodiché la creatura ibrida aveva ripreso tutte le sue capacità.
Non ci importava, in quei venticinque anni avremmo trovato il modo di proteggerti meglio, per il momento ci bastava tenerti lontana da loro.
Così Huilen preparò la potentissima pozione come diceva la leggenda, sperando che funzionasse, lo fece e tu ti trasformasti in una bellissima neonata completamente umana.
A quel punto restava solamente il problema del nascondiglio, ero riluttante a lasciare mia figlia, ora così indifesa, in mani sconosciute, decidemmo però che sarebbe stata la scelta migliore, saresti cresciuta nel mondo degli umani senza pericolo che nessuno della nostra specie ti venisse a cercare.
Come posto scegliemmo l’Italia, l’ultimo posto dove ti avrebbero cercata perché proprio sotto il loro completo controllo, ci trasferimmo con te, per proteggerti in caso di bisogno.
Poco dopo vennero a cercarti i Volturi, noi ci facemmo trovare assieme agli altri, uniti e compatti sotto il mio scudo.
Raccontammo loro che eri morta accidentalmente in uno … scontro.
Ci crederono, e ci lasciarono stare.
Passarono gli anni e noi cercavamo un modo poco traumatico per raccontarti, quando sarebbe venuto il momento, la tua vera storia.
Un giorno mentre cacciavamo incontrammo Stephenie, si era persa nel bosco e arrivò in un momento sbagliato, vedendoci cacciare.
Dovemmo raccontarle tutta la nostra storia, era così presa che sperammo non avrebbe detto niente a nessuno, ma lei quando noi finimmo ci disse che non potevamo lasciare che questa storia rimanesse sconosciuta, che forse cambiando i personaggi lei ne avrebbe potuto trarre dei fantastici racconti.
Fu così che ci venne l’idea di utilizzare i libri per introdurti nel nostro mondo.
Anche se all’inizio pensavamo che rivelarci così apertamente fosse un atto coraggioso, ci ricredemmo molto presto scoprendo che, nonostante la fama mondiale della saga, i nostri simili non si immischiavano nelle faccende umane ameno che queste non aiutassero la loro caccia.
Vivemmo molti anni in pace e serenità e ci tenevamo spesso in contatto con Stephenie che stava scrivendo i libri per noi, ogni giorno mentre tuo padre usciva a controllarti io mi mettevo  a scrivere i miei ricordi che poi Stephenie rendeva leggibili.
Facemmo in modo che i libri arrivassero a te, il nostro progetto era di introdurti in questo mondo un po’ per volta, tuo padre ti avrebbe avvicinato ed avrebbe insinuato in te il dubbio della sua identità.
Poi… tutto cambiò, tu scappasti di casa e fuggisti qui e noi ci sentimmo persi, decidemmo che in un modo o nell’altro prima del tuo venticinquesimo compleanno ti avremmo fatto scoprire chi eri.
Ma un mese fa Alice ha visto i Volturi cambiare i loro piani, si sono riorganizzati, ora hanno un nuovo esercito e qualcuno deve averli messi in guardia sul fatto che tu non sei mai morta, del fatto che ti abbiamo resa umana per proteggerti.
Quindi ora stanno progettando di cercarti in lungo e in largo e di uccidere tutte le ragazze più o meno della tua età che frequentano Havard.
Non sappiamo chi possa avergli fornito indicazioni così precise, probabilmente qualcuno che sarebbe disposto a qualsiasi cosa per un briciolo di potere, comunque non potevamo esporti ad un pericolo simile.>>
Fu la prima volta, dopo un bel po’ di tempo che presi la parola
<< E  lascerete che uccidano tutte le altre per salvare me?>>
<< No cara, non abbiamo intenzione di lasciare che uccidano nessuno, ed è per questo che ci servi tu>> rispose Carlisle.
<< Cosa? Vi servo?IO?>>
<< Esattamente! Ci serve il tuo dono.>> proseguì mia madre.
<< Ma io non ho più nessun dono ricordate?Sono umana ora!>>
Il viso di mio padre in quel momento si trasformò e un ringhio profondo fuoriuscii dalla sua gola.
Nello stesso istante una figura spalancò con forza sovrumana la porta d’ingresso ed entrò a grandi falcate nella casa.
Poi l’intruso parlò :
<< Non per molto. >>
Lo sconosciuto attirò la mia attenzione, aveva parlato in un italiano perfetto, alzai lo sguardo e capii che non era affatto uno sconosciuto, Il solo vedere la sua sovrumana bellezza mi sollevò dalle preoccupazioni che poco prima avevo avuto, avrei riconosciuto quel volto in mezzo a migliaia di persone era Marco l’amore della mia vita da cui ero stata tradita un anno prima.
Ma come faceva a sapere chi ero in realtà? E come aveva fatto a raggiungermi e a sapere dov’ero? Infondo era solo un umano …
Mio padre come sempre rispose alle mie domande silenziose:
<< Non è un umano e non lo è mai stato, anche se si è sempre spacciato per tale è un licantropo o forse dovrei dire lo era perché ti giuro che lo ucciderò in questo istante per tutto quello che ti ha fatto!>>
<< Jacob! Edward!>> sentii urlare mia madre i loro nomi e capii la vera identità del ragazzone moro che davanti ai miei occhi si stava trasformando in un gigantesco lupo rossiccio per affrontare mio padre in una battaglia all’ultimo sangue.
In quel momento tutto diventò nero.

Ecco a voi il quarto capitolo anche se vedo che ci sono state molte persone che hanno visitato vi pregherei di farmi sapere cosa ne pensate, non ho intenzione di andare avanti con questa storia se non piace a nessuno!
Cmq per ora ringrazio tutti quelli che mi hanno inserito nei preferiti/seguiti.
   
 
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