[T.W.: morte (persone, animali), sangue, sadismo, violenza psicologica]
Il buio alla fine di tutto
Ti
vincolano leggi magiche, ma la speranza non le conosce.
Non
ha forma umana, per te – comprendono solo avidità, loro. E
violenza. E ricatto.
Sciocco
sei stato a credere che Roderick ti avrebbe liberato, un giorno; che
si sarebbe stancato di pretendere i tuoi doni impossibili; che
avrebbe ascoltato suo figlio.
Sciocco:
la clemenza non è degli umani, creature d'egoismo e sopruso.
La
speranza per te ha le ali nere dei corvi, il loro sguardo acuto, la
loro lealtà.
Per
te ha la bellezza di un viso sereno, di occhi che brillano, di dita
protese a riempire la distanza.
Per
te ha la musica d'un sogno, il sapore dell'affetto.
Alla
speranza non si accorda la morte.
Ma
Alex Burgess la uccide lo stesso.
La
uccide con un proiettile sparato tra le viscere morbide di Jessamy,
nel suo sangue denso che macchia la tua gabbia di vetro e scivola
giù, viscoso, a mondare la pietra.
La
uccide nel tuo sorriso che ormai non è che memoria – da quanto
tempo non sorridevi? –, nelle lacrime che ti arrossano gli
occhi – da quanto tempo non riconoscevi il lutto sulla tua
pelle? –, nelle dita che hanno
nuovamente solo il vuoto da raggiungere – da quanto tempo
non agognavi un contatto fisico?
La
tua speranza è morta e Alex ne raccoglie il cadavere con gentilezza.
Ti
chiede perdono.
Ma
tu hai solo disprezzo da offrirgli.
-
«Se Randall fosse vivo, ti odierebbe tanto quanto me!»
Roderick
muore su un cuscino di sangue là dove anche Jessamy ha trovato la
sua fine. Ma non presti attenzione a lui, o ai tuoi strumenti rubati,
e nemmeno al pensiero di tua sorella che arriverà – non le
chiederai aiuto, non la implorerai di spezzare le catene al
posto tuo.
Non
adesso che intorno a te l'atmosfera cambia.
Segui
Alex con lo sguardo e con il corpo; qualcosa – tutto – in
lui alimenta la tua chimera.
Se
solo si fidasse abbastanza di te, allora potrebbe...
Allunghi
la mano – promessa di pace.
Di
perdono.
Provami
che non sei tuo padre, e io... potrei anche concederti quello che
desideri.
«Ci ucciderà! Cosa direbbe suo padre?»
Qualcosa
– tutto – in lui regredisce – «Devo riflettere,» – e
la connessione tra voi cade insieme alle tue illusioni.
Dicesti
che mi avresti lasciato andare, se avessi potuto.
Bugiardo.
Umiliazione
e rabbia bruciano in te come incendio: come hai potuto credere
che Alex fosse diverso tanto da fidarti? Tanto da considerare
l'ipotesi di assolverlo
quando il rancore è tutto ciò che ti rimane?
Tutto
ciò che sei.
«Basta
che prometti che non farai del male a me o a Paul, e io ti lascerò
andare.»
Condizioni.
Patti. È questo il
frutto della tua riflessione?
Dopo
quello che hai fatto?
Come
osi, Alex Burgess?
Io non ti devo niente.
-
«Non scenderò più quaggiù.»
Alex
ti parla per l'ultima volta.
Per
l'ultima volta ti incolpa – voleva aiutarti, tu non l'hai
capito.
Per
l'ultima volta fa leva sul tuo buon cuore – non ti ha chiesto la
luna, tu non l'hai capito.
Per
l'ultima volta prende le distanze dai mostri – non è mai stato
come suo padre, tu non l'hai capito.
Per
l'ultima volta si lascia trascinare via, lontano da te, senza averti
estorto la promessa tanto desiderata.
Ma
stavolta qualcosa cambia: a metà strada Paul si gira non visto,
abbassa lo sguardo, lo rialza.
Un
cenno d'intesa.
È
così che noti lo spazio vuoto nel disegno di gesso.
È
tempo di andare.
«Tutto ciò che volevo era liberarmi di te.»
La
tua libertà arriva in un cerchio spezzato e nella pietà di un uomo
migliore.
Un
uomo che ti guarda – che ti ha sempre guardato con più
compassione di quanta te ne abbiano mai mostrata tutti gli altri.
Un
uomo che ti ha graziato in silenzio, mantenendo il segreto, senza
gloria: non vuole ferire la persona che ama.
Un
uomo buono, magnanimo, che scommette sul futuro che resta loro
senza garanzie.
Un
sognatore.
Uno
stupido che non ha idea di
cosa tu sia capace – di quanto tu sia disposto a spingerti oltre
fino a trionfare su chi ti ha sottratto alla tua esistenza.
Grazie,
Paul. Tu sarai risparmiato.
-
Sono
tanti i sogni nella mente di Alex.
Sogni
di bambino, di adolescente, di vecchio.
Sogni
infranti, dimenticati, realizzati.
Sogni
innocenti, volgari, castigati.
Alex
Burgess sogna come un comune mortale.
Ma
niente di tutto ciò ti interessa: cacci e contempli solo i suoi
incubi più oscuri – l'ombra del padre che aleggia costante, il
terrore che gli susciti, la morte che incombe.
Sei
debole, spogliato dei tuoi averi, ma non ti serve molto: è di te che
deve avere paura, non dell'allestimento.
Sei
tu il suo spettro, tu la sua fine.
Solo
tu.
Tu
che sei pronto ad accoglierlo da molto tempo.
E
nelle Terre del Sogno Alex si sveglia.
«Hai
una vaga idea di come sia stato? Essere confinato in una gabbia per
oltre un secolo?
Ti
rendi conto del danno che hai arrecato al tuo mondo?»
È
colpa tua.
Tutta
colpa tua.
L'uomo
ti guarda atterrito, la voce strozzata, il corpo da ragazzo scosso
dall'orrore.
«Mi
dispiace.»
Le
scuse non riavvolgeranno il tempo.
«Non
lo sapevo.»
Non
t'importa.
«Ti
prego.»
È
troppo tardi.
Non
esiste preghiera che possa correggere quello che ha fatto. Non esiste
indulgenza che possa sistemare il Mondo della Veglia – che possa
sistemare te.
Ti
chini all'altezza del vecchio bambino: vuoi guardarlo negli occhi
mentre lo punisci come merita.
Vuoi
essere visto – più di un
dio, più di un incubo.
Sonno
eterno.
Per
Jessamy.
Per
il Mondo.
Per
te.
Soffi
la sabbia.
Muori
nella paura, Alex Burgess.
Muori
come hai vissuto.
Angolino
di Menade Danzante:
Salve!
Innanzitutto,
grazie per essere arrivat* fin qui! Questa è stata una sfida che mi
sono prefissata da sola – scrivere quattro coppie di drabble con
intermezzi di un paio di righe – e, almeno dal punto di vista
puramente strutturale, sono riuscita ad arrivare fino in fondo senza
voler cestinare tutto ogni due parole! Da questo lato, sono davvero
soddisfatta!
Per
quanto riguarda il contenuto, io spero davvero che i personaggi
presentati, soprattutto Sogno, siano stati all'altezza dei loro
originali nella serie TV (che è il mio unico riferimento, perché
sono completamente digiuna del fumetto). Il punto di vista di Morfeo
nella 1x01 è agghiacciante e me ne sono resa conto proprio scrivendo
questa raccolta. Mi auguro di avergli reso giustizia e di non aver
tradito il materiale di partenza.
Ultima
cosa: nella prima drabble ho accennato all'idea che Morfeo possa aver
sperato di essere liberato perché all'interno della puntata non si
capisce benissimo quale possa essere il piano di fuga. :') Non avendo
voluto chiamare sua sorella e non avendo voluto accordare nulla ai
Burgess, la sua unica possibilità era quella di essere liberato da
loro spontaneamente. È una mia interpretazione, però.
Di
nuovo grazie mille per aver letto! Vi saluto e vi abbraccio forte!
Menade Danzante