Il mangiamorte fece un passo in avanti con la mano ancora tesa. La sua voce era così melliflua, piena di falsa innocenza… così losca. Le figure dei due uomini appresso a lui erano grandi come due armadi, con le spalle quadrate e le braccia sproporzionate, tanto da sembrare due scimmie ben cresciute.
- Ci sarà posto anche per i tuoi amici- insistette ancora.
- No grazie, non siamo ancora in vendita- lo scaricò Dam con un gesto della mano- Preferiamo vivere ancora come degli onesti criminali.
- Pivelli- considerò Damian fiero delle proprie pozioni- dovrebbe stordirli per una ventina di minuti.
- Il tempo di scappare…- esclamò Grace afferrando la mano di Ell e dirigendosi verso la via di fuga.
- Aspetta…- la bloccò Ell- c’è qualcosa che non mi quadra.
- Perdonami ma non vorrei rimpiangere nessuno di voi…- ribatté Grace decisa girandosi per guardarla meglio negli occhi. E fu in quel frangente che nelle sue iridi verdine qualcosa si mosse.
- Non abbiamo pozione polisucco- urlò Damian disperato. Le sue mani avevano vagato inutilmente in un vecchio portamonete, su cui giorni prima aveva fatto un incantesimo di estensione. - È vuoto- l’aveva detto con sconforto, l’aveva rigirato inutilmente tra le mani, fino a gettarlo per terra con collera.
- Perché mancano delle boccette di polisucco?- chiese Ell sicura di aver visto il ragazzo inserirle la sera precedente.
Il rumore si fece più forte, Damian fece un paio di passi indietro, gli occhi delle due ragazze si incontrarono e Grace mimò con le labbra un “C-O-R-R-I”. Non se lo fece ripetere due volte, la rossa afferrò la mano di Dam e seguendo l’amica uscì dall’Ufficio Misteri. Appena in tempo per sfuggire dalle grinfie dei tre mangiamorte e di finire in quelle degli auror.
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- Quindi?
- Quindi cosa? Ci è sfuggita Albus- Malocchio Moody aveva appoggiato i propri stivali sulla scrivania, e tenendosi in equilibrio sulla sedia si puliva tranquillamente la bacchetta.
- Nell’ufficio misteri?- chiese Apollo storcendo il naso a quel comportamento poco degno.
- C’è stato uno scontro… brutta roba. La Grindelwald non è stata niente male, ha atterato un paio di deficienti e ha avuto un buon duello con i tre leccapiedi di noi-sappiamo-chi. Neanche i due complici sono stati male, poi sono scomparsi… pluf- fece un gesto con le mani e l’auror ritornò a guardare la propria bacchetta- Tutti spariti, pure i mangiaca…
- ALASTOR!- lo richiamò Apollo indignato.
- L’ipotesi è che abbia toccato accidentalmente una giratempo- Silente diede una risposta alla domanda che frullava in testa al povero Apollo.
- Un viaggio nel tempo è sempre una brutta storia- considerò l’uomo- toccandosi i capelli quasi del tutto bianchi- Siamo sicuri che sia davvero la figlia di Gellert Grindelwald?
- Il protego diabolica era quello- Newt non aveva dato un cenno di vita fino in quel momento. Si girò appena verso i tre uomini immersi nella conversazione e fece un sospiro- Probabilmente non è finita nel passato, non ci sono stati dei cambiamenti nella storia. Un viaggio nel futuro è l’idea più probabile.
- Non devi essere a Hogwarts, Albus? È il primo settembre- considerò Moody facendo appoggiare i piedi della sedia a terra e togliendo le gambe dalla scrivania- La Grindelwald non dovrebbe comparire né qui, né a Hogwarts… Sta tranquillo, rilassati e quando torna ci sarò io a prenderla.
Sentiva il sapore del sangue. Il vento sferzava gelido, grosse lacrime di pioggia colpivano il suo volto miste a un denso fumo nero. Provò a muoversi, ma le vertebre fecero uno strano rumore e non poté escludere l’ipotesi di essersene rotte un paio.
Ell provò ad alzarsi, ma l’instabilità e l’insicurezza le fecero capire che non erano sulla terra ferma, ma su qualcosa in movimento. Grace era a poca distanza da lei, con il corpo rivolto alle intemperie e il volto coperto dai capelli biondi. Bella come un angelo caduto, le sue palpebre si aprirono con lentezza e i suoi occhi vagarono con stanchezza.
- Ell- la sua voce era roca, come se si fosse appena svegliata da un sonno tranquillo- Stai bene?- si era voltata verso l’amica e la guardava con sincera preoccupazione.
- Si- la gola di Ell era in fiamme, le labbra secche e qualcosa ad ostruirle quasi del tutto le vie respiratorie. La testa le girava, sentiva un rivolo di sangue bagnarle la fronte e i capelli ramati, intrisi della sua linfa vitale, volteggiavano nell’aria.
- Dov’è Dam?- chiese la bionda tenendosi la fronte con una mano.
- Qua- esclamò il ragazzo a poca distanza da loro.
Lo stupore di Grace fu particolarmente evidente, le scorrazzava di tutto nella sua testolina dorata. Ma principalmente una sola cosa l’assillava: come avevano fatto a essere su un treno?
- Ti prego dimmi che è un brutto sogno-supplicò all’amica una volta che furono all’interno di una carrozza.
- Vorrei tanto… magari abbiamo toccato qualcosa che riguardava lo spazio e il luogo…- Ell alzò le spalle. Una ventata di aria tiepida l’avvolse e l’atmosfera fu particolarmente piacevole, i vestiti si trasfigurarono e quando si voltò verso Grace avevano un aspetto più che decente.
- Potresti incontrare il padre dei tuoi figli- esclamò Grace posando la bacchetta- vorrai farti trovare un minimo decente, no?
- Ahah… simpatica- Ell roteò gli occhi prima di voltarle le spalle.
- Esseri incivili- borbottò togliendosi le scarpe zuppe- scommetto che siamo ancora in Inghilterra.
- Suvvia.
- Erano le mie scarpe buone, Grace- rispose trucidandola con lo sguardo.
Ell osservava con genuina curiosità il luogo in cui si trovavano, decisamente imprevista era la loro presenza ma non le dispiaceva. Un paio di ragazzini le sfrecciarono davanti, al seguito uno ragazza dai capelli rosso mogano gli sbraitava contro.
- Non correte, andate nel vostro scompartimento!- la voce irritante di una ragazza dai capelli rosso scuro li richiamò. In tutta risposta, ebbe una bella linguaccia con tanto di pernacchia- Sono un prefetto! Avrete una punizione esemplare quando arriverete!- urlò con foga.
- Lasciali stare, sono dei bambini- li difese Ell.
- E tu saresti?- chiese l’altra guardandola dall’alto al basso.
- La regina d’Inghilterra, piacere tuo.
- Interferenza al normale corso della giustizia- decretò l’altra estraendo un quadernino- di che casa sei?
I ragazzi risero di gusto prima di dileguarsi mentre l’altra assottigliò gli occhi sprezzante. I due si dileguarono in un batter d’occhio, lasciando le due a bisticciare bellamente.
- Sono il prefetto Lily Evans, Grifondoro, sesto anno- disse fieramente la rossa.
I litigi del prefetto Lily Evans sembravano riscuotere sempre del pubblico, alcuni si affacciarono incuriositi. Grace impallidì, aveva forse capito che treno era, che giorno era soprattutto? Aveva cercato disperatamente lo sguardo di Dam, forse anche lui sembrava aver connesso.
- Che giorno è?- chiese a un ragazzo paffuto lì vicino.
- Che diamine di giorno è?- lo prese per il colletto disperata.
- I-il p-primo settembre.
- Di che anno? L’anno!- lo scuoteva con vile rabbia.
- 1° settembre 1976.
- Ci hanno trovati- la voce di Damian non vacillò, era pronto a uno scontro non sapendo l’esito che dopo si sarebbe trovato di fronte.
Non potè dare voce a un suo pensiero, sdegnarsi per il comportamento di Grace difronte al povero Peter Minus così ingiustamente maltrattato…
Crucio
E poi il fuoco.
Blu.
Scintillante.
Vivo.
Come uno zaffiro.