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Autore: genius_undercover    07/09/2022    2 recensioni
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Eccolo.
Quel suono insopportabile quanto meraviglioso, che rimbombava ripetutamente nel silenzio spettrale della nave.
Lui se lo aspettava, lo stava decisamente aspettando, ma sobbalzò comunque: fermo, immobile davanti alla porta della sua cabina, c'era nientemeno che il Kraken in tutto il suo oscuro splendore.'
_
Una specie di fix-it post canon partorita a caldo, dopo aver visto il finale di stagione di questa serie strepitosa.
Sperando che non sia troppo terribile, ti auguro una buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera, Equipaggio della Revenge, Nuovo personaggio, Stede Bonnet
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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II
 
Passarono due settimane. 
Due settimane in cui Stede era stato trasferito nella sua cabina a fare sempre lo stesso sogno. 
Non sapeva più dire con precisione quanto o quando dormisse, solo che per almeno due ore si trovava improvvisamente fuori dalla Revenge, ad armeggiare la prima scialuppa per mettersi in mare. Lui, che non aveva mai saputo niente di come si governasse la più sciatta delle zattere.
Ma l'aveva fatto con una consapevolezza nuova: era libero, e anche perdutamente innamorato. Erano stati  proprio quei due sentimenti a spingerlo nuovamente via dalla sua vita monotona e insoddisfacente, solo che quella volta anche Mary era felice e lo appoggiava. Non l'avrebbe mai dimenticata. 

Così, mentre navigava col cuore in gola e allo stesso tempo cercava di farsi passare l'insicurezza per la propria incolumità, scervellandosi sulle parole da dire a Ed per farsi perdonare, il Pirata Gentiluomo era stato curiosamente attirato verso una minuscola isoletta, apparentemente molto affollata. La sua intenzione sarebbe stata quella di chiedere informazioni riguardanti la sua nave...invece aveva trovato quasi tutta la ciurma. 

Come erano stati felici di rivederlo! E come era stato felice lui, di rivedere loro. 

"Che cosa sta succedendo?" Aveva chiesto, dopo averli abbracciati e rifocillati, cedendo loro ogni singola provvista che si era portato appresso. "Come mai siete qui e non sulla Revenge?"

Olu aveva smesso di mangiare per primo e gli aveva raccontato per filo e per segno dell'ammutinamento fallito e soprattutto di Barbanera che senza alcuna spiegazione aveva completamente perso il senno. 

Stede aveva ascoltato tutto con le lacrime agli occhi. 

Che cosa aveva fatto? 

Neanche il tempo di chiederselo, un'ondata di vergogna si era impossessata di lui, facendolo sentire così miserabile da desiderare di essere morto per davvero, schiacciato, annientato da quel vecchio pianoforte che era stato fondamentale per la riuscita dell'ultima “perculata.”

Stede aveva osato alzare gli occhi per guardare gli uomini di fronte a sé, li osservò bene. 
Smagriti, cotti dal sole, affamati all'inverosimile.
L'avevano osservato di rimando, con un'unica domanda invisibile iscritta nelle iridi arrossate.

Lui non aveva avuto problemi a comprenderla, e non aveva avuto la forza di rispondere, anche se, lo sapeva, prima o dopo avrebbe dovuto spiegare loro ogni cosa...ma non era quello il momento. Le condizioni in cui versavano erano più urgenti e gravi. 

"Salite immediatamente su quella scialuppa." Aveva ordinato, con voce straordinariamente ferma, sorprendendosi di sé stesso. "Ce ne andiamo di qui all'istante."

Poi aveva evitato ogni conversazione per i giorni successivi, rinchiuso in un mutismo che proprio non gli apparteneva: per la prima volta, a Stede Bonnet erano mancate le parole. Immerso nel rimpianto e nella colpa, si era rivolto a quella ciurma di uomini a cui doveva così tanto, solo se interpellato e solo per concordare i turni per remare. Li aveva fatti anche doppi, per consentire loro di dormire un po' in tranquillità.

All'alba del decimo giorno avevano trovato Lucius Spriggs aggrappato ad una botte da chissà quanto tempo. Dopo altri dodici avevano incrociato la Revenge devastata e depredata dalle furie del nuovo Capitano. 
Ovviamente, Barbanera non era stato felice di ritrovarsi davanti alla ciurma che aveva abbandonato e meno che mai lo era stato di rivedere l'uomo che gli aveva salvato e poi sconvolto l'esistenza.

Non c’era stato neanche modo di litigare, avevano avuto giusto un attimo per mettere in salvo lo scrivano moribondo, che una palla di cannone sparata dall'ammiraglia della Marina aveva sfondato la vela maestra della Revenge. 

L'istante dopo era scoppiato un inferno di caos, cannoni, polvere da sparo e lame incrociate contro gli uomini del re.

Dopo quasi due giorni di combattimenti, i pirati erano arrivati allo stremo delle forze...ma nessuno era morto. 
Il minuto successivo all'affondo dell'ammiraglia nemica, Stede era stato preso da Fang e Ivan per le spalle e trascinato sottocoperta dietro preciso ordine di Izzy Hands. 
Era stato allora, che il tempo per lui aveva smesso di scorrere...almeno fin quando Edward non si presentava bussando alla sua porta infuriato, neanche avesse costantemente il diavolo alle calcagna.

A nulla erano servite le preghiere, le richieste, gli scongiuri di farsi ascoltare e soprattutto di sapere come stessero i ragazzi. 

"Perchè tanta angoscia?" Aveva chiesto freddamente Barbanera. 

"E me lo chiedi anche, dopo che hai ridotto così questo posto?! Tu li hai abbandonati!"

"L'hai fatto prima tu."

"Avevo i miei motivi! Hanno diritto di saperli, e li sapresti anche tu se solo ti decidessi ad ascoltarmi!"

"Loro non sono più un tuo problema, Stede fottutissimo Bonnet. Così come non lo sono io." 


E poi se n'era andato. 

Stede non aveva più visto la luce del sole come la vedeva prima, non aveva più parlato con nessuno tranne che con Edward, che a quanto pareva si divertiva a torturarlo ogni notte con la sua cattiveria dolorosa.
Nonostante tutto, il gentiluomo poteva ritenersi minimamente orgoglioso di sè: aveva sempre cercato di mantenere una certa...risolutezza, nell'affrontare Ed. Si sarebbe spiegato con lui, si sarebbe fatto ascoltare a costo di sfinirlo per convincerlo. 
L'avrebbe fatto tornare. L'avrebbe fatto ragionare e poi l'avrebbe amato per tutta la vita, anche se lui non gli avrebbe mai concesso alcun perdono. 
Come se non fosse bastato, le cose erano precipitate ulteriormente all'improvviso, quando Ed aveva deciso di riportarlo nelle sue stanze senza rivolgergli una parola...nella cabina un tempo riccamente arredata e dotata di ogni tipo di agio, vi era solo una vasca di acqua fredda per lavarsi, un pezzo di sapone, qualche vestito che era sfuggito alla furia distruttiva del Kraken e nient'altro.
Solo una notte era riuscito ad accennargli di Chawnsey, dopo di che lui non si era più presentato. Ben presto, la determinazione di Stede aveva cominciato a crollare. La speranza lo stava abbandonando ogni giorno, sempre di più.

"Chissà come staranno i ragazzi..."

Da due settimane a quella parte, quello era sempre l'ultimo pensiero che gli attraversava la mente, prima che il sonno lo reclamasse. Quello, e gli occhi disperati di Ed.

-

C'erano voluti dei giorni per rimediare al disastro di legna e cadaveri che era diventato la nave di Barbanera. 
Tutti gli uomini erano stati impiegati come mozzi, ed esortati in maniera decisamente poco carina da Izzy a lavorare: aveva minacciato di impiccarli per i pollici, se si fossero azzardati ad alzare la testa prima che il ponte della Revenge fosse ridiventato pulito e splendente. 

Alla fine, era arrivato anche l'infausto annuncio: secondo Buttons mancavano ancora poche leghe, alla terra.

"Ho sbirciato le carte nautiche!"  Aveva asserito il pirata con estrema serietà. "Ne sono completamente sicuro perchè le ha viste anche Livy!

Sentendosi tirato in causa, il gabbiano aveva avuto l'ardire di garrire in accordo, appostandosi subito sopra il suo testone.

Poche leghe ancora e la ciurma sarebbe stata scaricata in un'altra merdosissima isola, con la sola differenza che quella volta sarebbero crepati tutti certamente.
L'unica cosa positiva era il fantasma di Stede. 

"Mi mancano le storie della buonanotte." Si era lamentato una sera Black Pete. "Non è lo stesso, dormire senza."

Nessuno aveva replicato, malgrado la pensassero tutti esattamente come lui. 
Gli uomini erano rinfrancati di averlo con loro sulla nave e gli dovevano sicuramente la vita, anche se era dalla fine dei combattimenti contro la Marina che non lo vedevano. Barbanera l'aveva immediatamente fatto rinchiudere e non c'era stato niente da fare per fermarlo.
Poi i lavori forzati erano cominciati e chiaro, era sempre colpa di Bonnet, se loro si trovavano in quella situazione, ridotti peggio di dei lacchè in balìa di quel "gran cazzone frustrato di Izzy il Vomitoso."

O almeno così amava definirlo Lucius. 

Lucius, che aveva passato un mese intero con la febbre alta e si era fortunatamente -o sfortunatamente- perso tutta la battaglia.
Ci aveva pensato Frenchie a raccontargliela in seguito, o meglio, a cantarla solo per lui una sera particolarmente uggiosa in cui l'amico non dava segni di vita. 
Mentre Frenchie cantava con lo sguardo rivolto alle onde, lo scrivano si era svegliato, aveva allungato il braccio per afferrare un pezzetto di carta straccia e la piuma d'oca premurosamente lasciate lì da Pete giorni prima, e senza fare alcun rumore aveva immediatamente annotato il testo.        

"Vuoi dirmi che mi sono perso tutto questo gran bordello??" Aveva commentato poi, con un filo di voce. "Dannazione, non ci voleva!" 

Frenchie si era voltato di scatto e aveva gridato il suo nome così forte da far precipitare la ciurma intera nella cabina. Izzy non li aveva scoperti solo perchè di turno al timone e Ivan e Fang si trovavano dall'altra parte della nave a sorvegliare Stede. 

Credevo di non rivederti più!" Aveva singhiozzato Black Pete, mentre stringeva il suo compagno con forza. 

Buttons, Lo Svedese, Olu, Wee John erano stati così contenti dopo tanto tempo, da stentare a credere che la fortuna stesse cominciando finalmente a girare per il verso giusto. 

Persino Jim aveva sorriso di cuore, facendoli momentaneamente preoccupare tutti. 

"Amici miei, dovete raccontarmi tutto ciò che è successo mentre dormivo." Aveva richiesto Lucius. "Il menestrello qui presente non è malaccio a cantare, ma io ho bisogno dei dettagli. Sembra che abbiate vissuto una bella avventura."

E lo era stata: i pirati avevano messo da parte tutte le scaramucce, agendo da veri Pirati e facendo fronte comune contro il nemico, avevano prevalso. 
I tirapiedi del Re avevano avuto il benservito e quello era l'importante. (Solo per quella vittoria, Barbanera aveva risparmiato loro la gattabuia.) 

Ed anche in quello stato disperato, Lucius era riuscito a sopravvivere ai combattimenti, resistendo come un vero uomo, ma la sua vita era stata ben lungi dall'essere salva.
Gli raccontarono che una sera in cui la sua febbre era particolarmente alta, Roach aveva annunciato che occorreva del vino da far bollire per farlo smettere di tremare.
Olu e Jim erano andati subito in missione a cercare delle coperte calde, ma non ne avevano trovata nemmeno una. 

"Potremmo ammainare una vela e usare quella!" Aveva proposto Lo Svedese.

"Aaah! Io dico di sdraiarlo sul fuoco!" Aveva obiettato Wee John. 

"Tu e la tua ossessione per il fuoco!" Aveva rimbottato Roach. "Abbiamo finito la legna, se non te ne fossi accorto! E poi questo stronzo dobbiamo riscaldarlo dall'interno, non dall'esterno! Quello che ci serve è del vino!"

"Ma non ce l'abbiamo! Il maledetto Capitano ce lo ha fatto buttare e il resto se l'è bevuto!"

"Vorrà dire...
" Aveva esclamato Black Pete, tirando su con il naso. "Vorrà dire che mi butterò in mare e nuoterò finchè non troverò del vino da far bollire." 

"Ehi, ma fai 
en serio?" Aveva chiesto Jim, osservando Lucius che si lamentava nei deliri della febbre.

"Non puoi farlo, amico!" Aveva aggiuto Olu.

"Certo che posso!" Aveva replicato Pete. "Non ce la faccio, a vederlo così!"

"Allora andrò a chiederlo al Capitano!" 

"Tu ti sei fottuto il cervello, Oluwande."
 Aveva esclamato il cuoco. "Barbanera si darebbe in pasto alle balene, piuttosto che aiutarci!" 

"Non stavo parlando di Barbanera!" 


"Vuoi andare da Bonnet?" Aveva domandato Jim, anche se quella era più un’affermazione. "È rinchiuso in quella latrina maloliente da non so quanti giorni, con quei due scimmioni a tenerlo sotto chiave. È prigioniero esattamente come noi. Poi c'è sempre il rischio che quella piaga di Izzy ti trovi. Non arriverai mai laggiù, Olu. Es pericoloso." 

"E se ti portassi con me?"

"Non avrei problemi ad infilzarli tutti...ma andiamo guarda 
como soffre esto hijo de puta…non lo aiuto, anche se li ammazzo tutti." 

Con somma tristezza di tutti, Jim aveva ragione: uccidere Ivan e Fang non avrebbe aiutato Lucius, avrebbero dovuto rassegnarsi.

Invece, quella notte stessa erano avvenute tre cose strane: la prima, il trasferimento di Stede dalla cantina, alla sua cabina. 
La seconda era stata l'apparizione inspiegabile di due bottiglie di vino davanti alla porta della cuccetta dello scrivano, e la terza era un'ombra che non aveva mai mancato di controllare i progressi della sua guarigione per un mese intero. 

Grazie a quel vino -e ci mancherebbe, anche alla splendida voce di Frenchie,- Lucius era riuscito a guarire, ma nessuno degli uomini aveva ancora capito chi mai fosse stato a lasciarlo lì e pian piano, quello era diventato un bel mistero sul quale gli uomini si stavano divertendo a ragionare. 
Ci perdevano letteralmente delle ore, in attesa di ingannare anche la morte, distraendosi e cercando di divertirsi, per quanto possibile. 

Tuttavia, la loro speranza aveva cominciato a divampare definitivamente quando, dopo la prima, la seconda, la terza isola, Barbanera non aveva mai dato l'ordine di scendere a terra. 
Avevano avvicinato addirittura un molo diversi giorni dopo. ma niente: il Capitano aveva ignorato l'ennesima protesta del suo Primo Ufficiale, mantenendo lo sguardo altero e gli occhi cerchiati di nero puntati sull'orizzonte. 
Poi aveva posto le mani sul pugnale e la spada, come a sfidare chiunque a fiatare di nuovo. 

Izzy aveva dovuto trattenere la sequela di imprecazioni nel silenzio, arrendendosi al volere del suo amato superiore e qualcuno della ciurma per poco non svenne dal sollievo. 
Dopo aver subìto tanto odio, ogni pirata non aveva potuto fare a meno di domandarsi perchè Barbanera si comportasse in modo così strano. Prima li sfiniva di lavoro, poi, con il passare del tempo si faceva vedere un giro sempre meno, delegando tutto a Hands. 

"Semplice!" Esordì Buttons una sera, in uno di quei rari momenti di noia in cui i marinai potevano oziare sfiniti sul ponte lucido della Revenge. "Il Capitano è pazzo!!"

"Disse quello che parla con i gabbiani!" Ribattè Franchie, mentre accordava svogliatamente quel liuto che ne aveva viste tante. Avrebbe dovuto procurarsene un altro alla prima occasione.

"Abbassate la voce, maldidos!" Rimproverò Jim, allungandosi rapidamente per affibbiare uno scappellotto in testa a entrambi e poi riposizionarsi comodamente tra le braccia di Oluwande.
  
Più tardi, quella stessa notte, capirono ogni motivo: capirono chi fosse l'ombra che si era appostata a controllare Lucius per tutto il tempo, permettendogli poi di restare a bordo. 
Era la stessa per che mesi si era avvicinata prima alla cantina, poi alla cabina del Capitano Bonnet, ed era la medesima che bussava ogni notte alla sua porta. 

Senza volere, ascoltarono la discussione intera, udirono le grida, e soprattutto la mezza confessione di Stede. 
Ma Barbanera non sembrava ancora disposto ad ascoltarlo.
Lo sentirono poi allontanarsi a passo pesante dal ponte a pochi metri da dove si trovavano loro. 
Sembrò non essersi accorto della loro silenziosa occupazione, o se invece l'aveva fatto, non ne diede segno. 

I pirati attesero che si ritirasse del tutto, e una volta del tutto sicuri di essere soli, si guardarono l'un l'altro.

"Maledetto inferno infuocato." Mormorò Wee John. "Ditemi che non sono stato il solo a svegliarmi a causa di quei botti." 

Quella frase fu accolta da una serie mormorata di "sì", "dannazione sì", "hanno svegliato anche me, diamine!" 

"Oh, per fortuna. Credevo di essere pazzo!" 

"Invece era il Capitano che bussava al Capitano!" Constatò a bassa voce Lo Svedese.

"E io, che pensavo che un gatto fosse entrato di nascosto e ci avesse maledetto tutti!"

"Tu eres imbarazzante, Frenchie!" Ridacchiò Jim.

"Io? Quei due, sono imbarazzanti!" Ribatté il menestrello.

"Accidenti ragazzi, e chi se lo sarebbe mai aspettato!" Mormorò Roach, più sorpreso che mai.

"Oh, ma per piacere!" Esclamò Lucius, con l'aria saccente di chi ne sapeva più di tutti. "Non ditemi che ero l'unico ad averlo capito!"

La piccola ciurma si rimirò di nuovo. Come avevano fatto a non vederlo, a non averci pensato prima? 

"Capito che?" Chiese a un certo punto Buttons.

"Che quelli sono innamorati, brutto scemo! Non l'hai sentito, il Capitano?" 

"Brutto scemo sarai tu!" Protestò l'uomo dei gabbiani, scagliando un piccolo pezzo di legno in direzione di Lucius. 

"Attento a te, Buttons!" Si alzò Black Pete. 

Sarebbe partita una rissa, se Jim non avesse messo mano ai pugnali. Bastò il suono delle lame sfoderate, a sedare ogni malcontento. 

Olu pose fieramente un bacio sulla sua guancia e poi riportò la conversazione sull'argomento principale: "Dobbiamo parlare con Stede il prima possibile."

"Dici che ci aiuterà, anche se ci ha abbandonati?" Domandò tristemente Black Pete. 

L'affermazione fu accolta da un nuovo silenzio carico di tensione, tuttavia ognuno impiegò meno di cinque minuti, per capire che non avrebbero avuto vita facile sulla Revenge, se non fosse cambiato subito qualcosa e che se ultimamente se la passavano meglio, era indirettamente merito del loro primo Capitano.

Ragionare con Edward Teach sarebbe stato un suicidio. Ma non con Stede.
Era ancora confuso e spaventato per via dei propri sentimenti, lo era sempre stato, ma lui era inequivocabilmente la chiave: Stede avrebbe potuto salvarli tutti una volta e per sempre e avrebbe salvato anche Barbanera da sé stesso. L’aveva già fatto una volta e l’avrebbe fatto di nuovo.  

"Gli chiederemo le dovute spiegazioni a tempo debito." Decise Lucius. "Adesso buttiamo giù un piano e io sia maledetto se stavolta non parteciperò all'azione."

__

Seeera!
Eccoci qui al secondo capitolo! Stavolta un po' più lungo e un po' più denso. Come avrai capito, era un capitolo di passaggio in cui si dovrebbe capire meglio cosa succede a Stede, come ritrova il suo equipaggio e come l'equipaggio stesso viene trattato in assenza di Stede, che poverino è come se fosse in galera!
Spero di non averti confuso troppo con la linea temporale, di non averti annoiatə e soprattutto di non averti delusə. 
Ovviamente sono aperta a qualsasi critica e correzione, mi raccomando non farti degli scrupoli!  

Un ringraziamento particolare alle due ragazze che hanno recensito e un ringraziamento speciale a te che mi hai letto fino qui! 
Un salutone e avanti tutta! 
-gen

PS: Il prossimo capitolo è in revisione, e conto anche questo di pubblicarlo in tempi abbastanza brevi.
   
 
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