Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Alexander33    08/09/2022    1 recensioni
Rieccomi con una nuova ricetta che somiglia alla scorsa, ma dove gli ingredienti sono stati modificati e rimescolati.
La Mayu che troveremo qui ha la stessa età della precedente, ma è più matura, posata, con un po’ più di esperienza e, soprattutto, non fa cose folli per conquistare il suo capitano perché non ne è innamorata.
L’atmosfera che si respira è più drammatica ma orbita, come l’altra, intorno ai sentimenti tormentati e alle vicende sentimentali dei protagonisti.
Dal testo:
«bastardo figlio di puttana! Cosa le hai fatto!!!»
Tadashi si scaglió contro di lui, fuori di sé per la rabbia.
Harlock non si scompose, era preparato.
«non è il luogo ne il momento per scenate isteriche. Ce la vedremo a tempo debito!»
«sei un vigliacco! Come hai potuto?! Animale!!!!!! È tua figlia!!!!»
«Adesso basta! Esci immediatamente di qui, o passerai i prossimi 5 giorni in cella d’isolamento» Harlock ringhió quell’avvertimento a denti stretti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Mayu, Tadashi Daiwa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Verrai con me…»

«Dove?» chiese Mayu, sorpresa.

«Missione di recupero. Dobbiamo andare a prendere i miei due ufficiali su Toi70…»

«E perché mai? Non dovrebbero ritornare domani?»

«Negativo. Guai con i permessi di volo… ho fatto casino quando ho prenotato il posto allo spazioporto…»

Harlock era vago e volutamente confusionario.

 

Mayu non chiese lumi in merito, lo vide preparare un piccolo zaino con documenti sicuramente falsi e un gran malloppo di crediti del sistema di Toi.

 

Quindi si voltó verso di lei «allora? Andiamo!»

 

Si erano appena messi in volo

«Per favore, sintonizza la trasmittente sul canale di Kei. Devo avvertirla che stiamo arrivando…»

Mayu armeggió con i tasti e immediatamente il crepitare delle scariche elettrostatiche avvisarono che il canale era aperto. 

La voce di Kei risuonó metallica

«sì capitano?»

«Stiamo venendo a prendervi. Tra un paio di giorni saremo lì…»

Le urla di Tadashi sovrastarono la voce di Kei 

«altri due giorni? Perché due giorni? E poi che significa “stiamo”?»

Mayu taceva ma seguiva perplessa la conversazione

 

“Due giorni? Cos’altro avrà in mente?”

 

«Kei, dì al mio ufficiale scientifico di mantenere la calma. Sto facendo del mio meglio: ho raccolto i crediti necessari per riscattare la vostra navetta… ma ci vorranno un paio di giorni per i documenti…»

 

Mayu lo guardó perplessa alzando un sopracciglio, mentre Tadashi continuava a urlare in sottofondo.

 

«Da quando in qua paghiamo le imposte? O ci serviamo di documenti? Stai architettando ancora qualcosa!»

Kei imbarazzata cercava di ignorare gli epiteti che Tadashi stava rivolgendo al suo capitano.

«Ti tirerai dietro Mayu giusto?! Passamela!!!!»

 

Più Tadashi sbraitava, più Harlock si divertiva.

«Kei, nel kit di prontosoccorso che è in dotazione alle navette ci sono anche dei potenti sedativi. Danne uno a Tadashi o potrebbe sentirsi male: è troppo nervoso.»

 

Tadashi ricominció a starnazzare e Harlock chiuse la comunicazione con un sorriso soddisfatto.

 

«Ti  stai divertendo molto, non è vero? Stai maltrattando Tadashi da parecchi giorni ormai…»

 

«maltrattando?! Gli ho pagato sei giorni in un hotel 5 stelle, nella città più cosmopolita e interessante di questo sistema, con una stupenda ragazza… e lo starei maltrattando?» sorvoló sulla camera da luna di miele… non era un particolare essenziale.

 

«Sei un gran bastardo, lo sai?»

«Adesso dimmi che questi giorni senza averlo intorno ti sono dispiaciuti…»

«Non è questo il punto, e lo sai…»

«No, adesso dimmelo! Sei stata male con me? Ammetti che non hai mai sentito la sua mancanza, perché ti ho fatta divertire molto più del tuo pivello. Coraggio! Ammettilo!»

 

«Sì ok… lo ammetto sono stata bene… ma non è giusto! Sei stato sleale… non è da te»

 

«Balle! Sei risentita perché hai il sospetto che quei due abbiano finito per intendersi… e io spero che sia andata proprio così. Solo un tonto resterebbe con le mani in mano in compagnia di una bella ragazza come Kei…»

 

«Ah è così? La trovi tanto bella?!»

«Sei gelosa…» lo sguardo che le rivolse Harlock sottintendeva molte cose, non ultima che lei stava rapidamente capitolando.

 

«oooooh piantala! Dimmi piuttosto perché mi hai voluta con te? Che ci vengo a fare io?»

 

«un week end romantico noi due soli soletti, prima di riportare a casa i miei due ufficiali…»

 

Mayu pensó che l’aveva architettata proprio bene: quasi certamente il guaio con la navetta dei due ragazzi era voluto… tutto per sfruttare fino all’ultimo il piano anti-Tadashi…

 

«Se ti sei messo in testa di portarmi a letto, hai sbagliato i conti… per chi mi hai presa?»

 

«Per una che è stracotta ma non lo vuole ammettere…»

 

Mayu non rispose, si limitó ad osservare il panorama. Toy si stava avvicinando: il pianeta dai colori sgargianti si ritagliava in netto contrasto col buio arazzo dello spazio punteggiato di stelle: tra non molto sarebbero arrivati.

 

Lo spazioporto di Xania era immenso ed incredibilmente trafficato, ma trovarono subito posto e questo rafforzó i sospetti di Mayu: nulla era stato lasciato al caso.

 

«Ora dove si va?» domandó quando finalmente si trovarono nell’area arrivi, a poche centinaia di metri dalle porte che davano sulla cittá.

 

«Fai troppe domande Mayu… vienimi dietro senza chiedere… fidati»

La sensazione era quella di essere a spasso con un quindicenne su di giri.


Sicuramente non aveva badato a spese, questo pensó Mayu quando si trovarono nell’atrio del lussuoso Hotel che, a quanto pareva, Harlock aveva prenotato per loro due.

Più andava avanti la faccenda, più Mayu immaginava che quel contorto piano fosse stato studiato nei minimi particolari con largo anticipo.

 

Quando il fattorino dell’hotel spalancó loro la porta della stanza, Mayu pensó che la faccia tosta di Harlock non conosceva limiti.

 

«matrimoniale… sei pessimo! Io con te non ci dormo.» 

Harlock aveva tra le mani un cuscino e lo stava sprimacciando, a quell’uscita di Mayu glielo lanció

«sei una sciocca! Dormi con me da che sei nata, adesso fai la schizzinosa?»

 

«hai solo una gran faccia di bronzo! Come puoi pensare che sia tutto come prima?» e gli rilanció il cuscino con più energia, ma Harlock l’afferró al volo.

«E tu, come puoi pensare che ti costringa a fare qualcosa che non vuoi? O… hai semplicemente paura?» la cuscinata che le lanció era piazzata bene, e la prese in pieno volto; Mayu svelta afferró l’altro cuscino e si mise in posa difensiva

«Paura? Di cosa dovrei aver paura?! Solo di te, che ti sei trasformato da perfetto gentiluomo a latin lover da quattro soldi!»

«latin lover da quattro soldi? Stai insultando il tuo capitano… potrei farti sbattere in cella…» e sferró l’ennesima cuscinata alla quale Mayu rispose prontamente. 

Dopodichè riprese «hai paura di lasciarti andare… perché muori dalla voglia di sapere com’è stare a letto con me, e non per dormire!»

 

«ha ragione Tadashi! Sei un pervertito!»

 

«io sarei un pervertito?» partì una cuscinata

«ma ti è piaciuto parecchio stare al gioco, non eri tanto schifata quando mi hai messo la lingua in bocca!»

 

Mayu gli lanció il suo cuscino con quanta forza aveva

«sei impossibile!!!»


La sera era scesa e Mayu stava ammirando l’alieno cielo notturno di Toy. Si era rifugiata in un piccolo angolo del rigoglioso giardino che circondava la piscina dalle strane acque verdi smeraldo. Dopo il piccolo battibecco avuto con Harlock era rimasta turbata, non le piaceva che le rinfacciasse a brutto muso cose che nemmeno lei sapeva spiegarsi.

 

Se ne era andata proprio perché non riusciva a rispondere e non sapeva più come gestirlo, era un’incognita continua: poteva essere gentile e premuroso un attimo, e quello subito dopo diventare invadente e sfacciato. 

 

E chissà cosa stavano facendo Kei e Tadashi? Ormai da un settimana erano soli in quel mondo alieno, curioso e pieno di meraviglie… non vedeva l’ora di rivederlo ma allo stesso tempo ne aveva il timore. E se Harlock avesse avuto ragione? Se lui e Kei avessero scoperto di piacersi? Avrebbe perso il suo punto fermo, il solo affetto stabile che aveva conosciuto fin’ora, dopo il suo padrino: un sostituto di padre che ora non c’era più, e si sentì terribilmente sola su un pianeta, seppur meraviglioso, ma sconosciuto; senza un amico e con la consapevolezza di stare camminando sul filo del rasoio della sua vita.

 

Avrebbe pianto volentieri, almeno per sfogarsi, ma era stanca, anche se con l’animo provato non voleva più piangere, almeno per tutta questa storia.

 

Dei passi leggeri sull’erba la distolsero dai suoi pensieri

«finalmente! Ti sei trovata un bel posto per nasconderti. Mi dispiace se te la sei presa, non era mia intenzione ferirti… stavo scherzando…»

 

«sì, lo so… non poteva certo dirsi una discussione seria, se nel mentre ci si tira i cuscini…»

 

«peró te ne sei andata ugualmente…»

«mi fai domande alle quali non so proprio cosa rispondere…»

«non sei obbligata a rispondere, puoi scegliere di non farlo»

 

Lì, nell’oscurità, con solo le luci lontane che illuminavano i vialetti del giardino, era tutto più ovattato e sembrava quasi di essere in una sorta di sogno. Il profilo di Harlock era lo stesso di un tempo, la sua voce anche e questo la rassicuró, le diede l’illusione di trovarsi in una piega del tempo dove non era successo nulla di ciò che l’aveva turbata nei giorni scorsi e fu semplice avvicinarsi a lui e appoggiare il capo su una spalla.

Chiuse gli occhi, immaginando di essere ancora una bambina che si faceva proteggere dal padre.

 

Lui le posó una mano sui capelli e poi scese ad accarezzarle una ciocca lunghissima

 

«non riesci proprio a vedermi per quello che sono, vero? Non riesci a cancellare l’immagine del padre e sostituirla con quella dell’uomo… è veramente così grande il sentimento che provi per lui?» parlava a voce bassa, quasi sussurrando, con le labbra che sfioravano i capelli di lei.

 

E Mayu si ritrovó involontariamente a ripensare ai baci che si erano scambiati e a quello che provava in quei momenti.

 

«…è che non voglio. Sarebbe come uccidere la figura che è stata la più importante della mia infanzia… e forse della mia vita fin’ora… non voglio lasciarla andare…»

Confidarsi in quella situazione curiosamente le risultava più semplice.

 

«insomma… vorrei che potessi esistere in entrambi i ruoli… è bellissimo sentire il tuo amore di uomo… ma è altrettanto bello il tuo abbraccio di padre. E forse non voglio, o non posso scegliere.»

 

Harlock la strinse di più a sé cercando d’immaginare quali e quanti tormenti si agitassero nel cuore di quella donna bambina che aveva contribuito a far crescere.

 

«Mayu basta che tu lo dica, e ti lasceró vivere il tuo amore con lui senza interferire mai più… e mi malediró per averti procurato tanto dolore»

 

Mayu stette in silenzio per un attimo

«non è colpa tua, non sei tu a causarmi del dolore. Non è colpa di nessuno… è successo e basta. Credo che questo stato di cose fosse solo in attesa di un motivo per esplodere.»

 

«Non è vero. Se non ti avessi messo a conoscenza dei miei sentimenti, tu saresti ancora felicemente fidanzata con lui. Dovresti odiarmi…»

 

«Non riesco proprio ad avercela con te. Nemmeno se provo ad impegnarmi… proprio non ce la faccio».

Era accoccolata tra le sue braccia come un pulcino sotto l’ala. Si giró e gli diede un bacio su una guancia.

 

«Evviva!» se ne uscì lui «tra un paio d’anni ci arriviamo a un bacio serio? Se non sono io a prendere l’iniziativa…» Mayu gli tiró forte una ciocca di capelli.

 

«Ehi! Dal bacio alla violenza!… Sai Mayu, lo potrei anche fare…»

 

«che cosa?»

 

«amarti come uomo e prendermi cura di te come un padre al tempo stesso».

 

Questa sua uscita fu come una pioggia fresca su pelle arsa dal sole, era una dichiarazione d’amore più profonda e sincera di quella che gli aveva fatto, sconvolgendola, qualche tempo prima. 

 

Che universo incredibile custodiva dentro di se? Credeva di conoscerlo, ma aveva appena sbirciato da una sottilissima fessura la dimensione interiore del suo pirata. Adesso le stava permettendo di mettere piede dentro il suo mondo, ed era una continua piacevole sorpresa.

 

«Sei così diverso da come ti ho sempre conosciuto…»

«pochissime persone mi conoscono davvero… o mi hanno conosciuto. Tu ora sei tra queste…»

 

«mi sento privilegiata! Chi sarebbero le altre?»

 

«lo vuoi sapere? Prova ad indovinarlo…»

 

«uno è sicuramente papá… l’altra, presumo, Maya…»

 

Sorrise, nello sguardo un accenno di malinconia, smentito dal tono scanzonato «Brava! Hai vinto un biglietto per una notte indimenticabile…»

 

Mayu fece per sferrargli un pugno su una spalla, ma lui la fermó 

«cos’hai capito! Adesso andremo a fare un giretto… la notte è giovane! Non penserai che ti abbia portata sin qui solo per collaudare le molle del materasso…»

 

Mayu arrossì… questa volta era lei ad aver pensato a “certe cose”… era stata presa in castagna, o era un piccolo tranello verbale che l’aveva portata a tradirsi.

Aveva ragione lui? Sotto sotto desiderava veramente sapere com’era essere la sua donna anche sotto le lenzuola?

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