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Autore: Orso Scrive    09/09/2022    3 recensioni
In una nebbiosa notte d’autunno, due agenti del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale sono appostati in una strada deserta, in attesa dell’arrivo di un ladro di antichità. Ma non è un quadro come un altro, quello di cui il delinquente si è impadronito: una lunga scia di morti orribili lo ha sempre accompagnato…
Scritta: ottobre 2021; rivista: luglio - agosto 2022
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A&A - STRANE INDAGINI'
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EPILOGO

 

 

 

La strada era ancora immersa nella nebbia. L’umidità era così penetrante da riuscire a farsi largo persino sotto il giubbotto di gore-tex di Manfredi e quello in pelle di Aurora. Rabbrividendo, Alberto prese di tasca un basco di lana nera e se lo calcò bene in testa, sopra i capelli perennemente arruffati.

«Che dici?» domandò, guardando Aurora che si accendeva una sigaretta. «Andiamo a dormire? O ci hai ripensato, per il pub?»

Lei lasciò uscire una boccata di fumo, quindi rivolse un cenno al muricciolo dall’altra parte della carreggiata.

«C’è un’ultima cosa da fare», rispose.

Con le mani affondate nelle tasche, curioso di scoprire che cosa avesse in mente, Alberto restò fermo a guardarla mentre attraversava. Raggiunse la zucca di Halloween e, toltasi la sigaretta dalle labbra, ne avvicinò la punta allo stoppino della candela. La fiammella tornò a baluginare, riaccendendo di rosso il sogghigno del guardiano della notte.

«Ecco fatto», commentò la donna, tornando da lui. «Ora possiamo andare.»

Risalirono in macchina. Con uno sbadiglio, Alberto avviò il motore.

Aurora gli lanciò un’occhiata di sbieco.

«Sei sicuro di riuscire a guidare senza andare a sbattere da qualche parte?» domandò, aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Perché, all’improvviso, il sonno mi è passato, e se trovi un pub aperto, un secchio di idromele bollente me lo butto giù volentieri. Non capita tutte le notti di incrociare il demonio in persona. Bisogna in qualche modo festeggiare l’avvenimento. Ma sempre senza che ti addormenti al volante, Manfredino bello.»

«Ma sì, certo che non mi addormento», borbottò Alberto. «Basta che non ci sia una pattuglia della stradale che ci ferma… sbirri rompiballe.»

«Ricordati che anche tu sei uno sbirro rompiballe, tenente.»

«Ah, già», fece lui, soffocando un nuovo sbadiglio.

«Per me ti addormenti», dichiarò Aurora, con tono saccente.

«Per me ti sbagli», replicò lui, poco convinto. Sollevo un sopracciglio e le lanciò un’occhiata di sfuggita. «Ma se non ti fidi, ti cedo volentieri il volante…»

Lei scosse la testa. Allungò i piedi sul cruscotto e aspirò un’altra boccata di fumo.

«Non ci penso nemmeno», disse. «Sono qui bella comoda e da qui non mi smuove più nessuno. Guida tu, Manfredino. Ma, giusto perché sei tu, tenente, posso stare pronta a darti un pizzicotto nelle palle appena minacci di addormentarti. Funziona sempre, te lo assicuro.»

«Affare fatto», rispose Alberto, ingranando la marcia.

Si allontanarono nella bruma compatta, e i fanali posteriori della Punto divennero soltanto due occhi rossastri, sempre più piccoli nell’oscurità.

Dietro di loro, nel buio fumoso di nebbia, la zucca di Halloween continuò a brillare, sogghignando nella notte.

 

 

 

Scritto: Ottobre 2021

Rivisto e corretto: Luglio – Agosto 2022

 

 
   
 
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