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Autore: V@le    09/09/2022    1 recensioni
Attore. Il mestiere più bello del mondo.
Immergersi in un mondo parallelo, magari verosimile o magari fantascientifico.
Diventare un'altra persona, poter fare qualsiasi cosa che nella vita reale appare stupida o imbarazzante.
[...]
Chi non vorrebbe essere un attore?
Eppure recitare è come vivere: c'è sempre un mondo in ombra che nessuno vede e che nessuno cerca.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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L'attrice
LA TERAPIA DEL SAKÈ


Kiba conosceva Hinata molto bene. O, comunque, abbastanza da sapere che, se le avesse chiesto di sposarlo davanti ad una marea di persone, sarebbe stata capace di svenire. Perciò aveva pensato di farle la fatidica domanda da solo, per poi raggiungere i loro genitori e i loro amici e festeggiare insieme nel giardino di Villa Hyuga, complice il bel tempo di quel giugno. Aveva passato tre settimane a girare brevi video dove ogni loro amico dedicava qualche parola alla ragazza, più un'ulteriore settimana per montare il tutto. Shino e Tenten si erano offerti di occuparsi della festa, permettendogli di preparare ogni dettaglio della proposta come desiderava.
Ed ora il momento era arrivato. Erano nel salotto di casa sua, dove tante volte avevano chiacchierato o visto un film con la famiglia Inuzuka. Hinata era già sul divano, con tè e biscotti pronti sul tavolo, aspettandosi di vedere uno dei soliti drammi storici che amavano guardare insieme.
-Vieni a sederti, il tuo tè comincia a raffreddarsi.
Kiba sorrise, intenerito dalla premura che impregnava la sua voce.
-Arrivo subito. Devo solo controllare un paio di cose in cucina- si chinò per baciarle una guancia dall'altro lato del divano -tu intanto fai partire il film, il disco è già dentro. Spengo le luci.
La Hyuga annuì, totalmente ignara di ciò che l'aspettava. L'Inuzuka raggiunse la porta della cucina e, una volta oltrepassata, la socchiuse in modo da poter sbirciare il viso della ragazza.

Il giardino di Villa Hyuga brulicava di persone pronte ad accogliere Kiba e Hinata al loro arrivo.
Shino, dopo un buon quarto d'ora di gioco con Mirai, la riconsegnò ai suoi genitori osservando in lontananza Tenten parlare con i signori Hyuga e Neji. Questi ultimi si diressero verso l'entrata principale attraverso l'interno della casa, mentre la ragazza lo raggiunse ruotando le spalle come a cercare di sciogliere i muscoli. Faceva sempre così dopo una situazione in cui si sentiva a disagio.
-Ancora ti senti in soggezione con loro, eh?- la prese in giro quando fu abbastanza vicina.
Tenten sbuffò, confermando la sua affermazione.
-Dovrebbero arrivare tra poco- lo informò poi, dando una veloce occhiata all'orologio al suo polso.
L'Aburame annuì.
-Kiba e Hinata si sposeranno- commentò con un sospiro -Se ci penso mi sembra qualcosa di surreale.
-Stanno insieme da più di sei anni, prima o poi ci dovevano arrivare.
Shino cercò di trattenere il sorriso beffardo che gli stava apparendo in volto, senza molto successo.
-Un ragionamento che non fa una piega. A quando le nozze con Hyuga?
La ragazza gli scoccò uno sguardo infastidito.
-Dimmi la verità, è in corso una scommessa?- all'alzarsi del sopracciglio dell'altro continuò -Nelle ultime tre settimane mi hanno fatto la stessa domanda Sakura, Naruto, Temari e perfino Sai. Che c'è sul piatto? Una cena?
Il ragazzo ridacchiò, sistemandosi gli occhiali da sole sul naso.
-Nessuna scommessa, anche se è un'idea niente male- si beccò un pugno sul braccio, cosa che comunque non lo scoraggiò -Hai appena detto che dopo tanti anni insieme è un passo normale.
-Per loro due.
-Per chiunque, Ten.
-Che sciocchezza! Sakura e Sasuke stanno insieme da una vita e ancora non si sposano.
-Ma convivono da due anni- puntualizzò l'Aburame -e Ino e Shikamaru da tre.
-Ino e Shikamaru condividono l'appartamento con Choji, non mi sembra esattamente una convivenza da coppia.
Shino scosse il capo incredulo.
-Avete intenzione di continuare così tutta la vita? Ognuno a casa sua con occasionali incursioni di Neji del tuo appartamento?
-Anche fosse? Non vedo come siano affari vostri.
L'argomento era ancora così delicato per lei, che negli anni aveva cominciato a rispondere in modo molto secco a certi commenti. Un po' come avrebbe fatto Neji.
-Sì, forse hai ragione- rispose il ragazzo dopo qualche secondo -ma io continuo ad essere del parere che tu sei un tipo da matrimonio e, prima o poi, lo vorrai.
-Un tipo da matrimonio?- ribatté lei con tono scettico -Solo perché abbiamo fatto quel patto dello sposarci a ventisette anni se fossimo stati ancora single?
Shino ridacchiò a quel ricordo. Un tempo ci aveva quasi sperato, ma erano cambiate tante cose da allora.
-Lo sei e basta. Com'è la storia? Lui fa il difficile sulla questione?
-Non è lui- sbottò l'altra d'impulso, risultando più dura di quanto avrebbe voluto -sono io.
-Tu?- chiese l'altro visibilmente stupito -Cioè, tu non…
-Chiudiamo qui il discorso, per favore- lo interruppe -siamo ad una festa, non roviniamo l'atmosfera.
Tenten si allontanò, dirigendosi verso Asuma e Kurenai.
-Sei riuscito a cavarle fuori qualcosa?
Ino comparve alle spalle del ragazzo con Mirai in braccio, impegnata a giocare con la sua lunga coda bionda.
-Solo che è lei a fare la difficile. Non so se crederle.
La ragazza sospirò.
-Puoi, puoi. Accidenti, speravo che dopo tutto questo tempo si sarebbe sbloccata un po'. Ma se non si è sbottonata neanche con te…
L'Aburame scrollò le spalle. Le affermazioni dell'altra non gli erano del tutto chiare, ma aveva la sensazione di sapere quanto doveva.
-Come procede la convivenza?- chiese, spinto dal bisogno di cambiare argomento.
-Molto bene- rispose Ino distrattamente, mentre aveva lo sguardo ancora fisso sull'amica -per fortuna c'è Choji, o io e Shikamaru non saremmo durati una settimana nella stessa casa. Temo proprio che dovremo costringerlo ad abitare con noi per sempre.
Il ragazzo rise, notando poi un certo trambusto intorno a loro.
-Devono essere arrivati.
Kiba e Hinata comparvero sulla soglia della villa che dava sul giardino, seguiti dalle rispettive famiglie che li avevano accolti al loro arrivo. Furono salutati da applausi e auguri espressi a gran voce. Tra abbracci e pacche sulle spalle, la Hyuga ci mise un po' a trovare e raggiungere Tenten, che si era posizionata al limite della folla, in fondo al giardino, com'era solita fare in situazioni del genere. La abbracciò forte, per un momento infinito.
-Deduco che tu abbia detto sì. Congratulazioni, tesoro.
-Grazie, Ten. Oh, non puoi immaginare quanto sono felice!
-Te lo meriti!- esclamò sempre a bassa voce, accarezzandole affettuosamente i capelli.
Hinata sciolse l'abbraccio, affrettandosi ad asciugare l'ennesima lacrima della giornata, e prese le mani dell'amica tra le sue.
-Quello che hai detto nel video, Ten… ti sono così grata per quelle parole.
-Ho semplicemente detto la verità, ossia che sei la migliore amica che qualcuno possa desiderare.
-Mai quanto te- le accarezzò i dorsi delle mani con i pollici -te lo meriti anche tu, sai?
-Non ci provare a deviare l'attenzione sugli altri. Oggi la festeggiata sei tu!
Tenten le pose un braccio dietro la schiena e la condusse a prendere da bere. Lei e Shino dettero il via ad una serie di brindisi rumorosi e scherzosi, ricevendo un supporto più che adeguato da Lee e Naruto.
Neji osservava la scena in disparte, con un sorriso appena accennato. Era davvero contento per sua sorella, anche se non riusciva a godersi del tutto l'atmosfera festosa. La notizia ricevuta quella mattina continuava a ronzargli in testa e non c'era modo di metterla da parte nemmeno per qualche ora. Come l'avrebbe presa Tenten? Non riusciva proprio ad immaginarselo. In cinque anni non avevano mai dovuto affrontare un cambiamento del genere.
L'oggetto dei suoi pensieri lo raggiunse, sorridente come sempre, con un bicchiere stranamente ancora colmo in mano.
-Quanti brindisi hai fatto esattamente?- le chiese con tono beffardo per mascherare la sua preoccupazione.
-Quelli che servivano. E non mi sono scolata un bicchiere ogni volta, se è questo che pensi.
-Dovrò crederti sulla parola.
Tenten rise allegramente, affiancandolo.
-Kiba ha detto che è andato tutto esattamente come voleva. Sono contenta- prese un sorso, per poi sorridere con espressione intenerita -Hinata mi ha chiesto di farle da testimone.
-A chi altri avrebbe potuto chiederlo?
La ragazza rispose con un'alzata di spalle, ma dal suo viso di capiva benissimo che quella richiesta l'aveva emozionata.
Lo Hyuga lasciò riposare il suo sguardo sulla sua espressione per qualche attimo.
-Pensavo di fermarmi a dormire da te oggi- disse poi.
-Ok- rispose lei con semplicità -non credo che ci metterò molto ad aiutare a mettere a posto qui.
-Non ti devi sentire obbligata a dare una mano, lo sai, vero?
-Certo, ma lo faccio lo stesso. Sai che mi piace riordinare dopo occasioni del genere.
-Sì, lo so- sospirò lui, tornando a guardare distrattamente gli altri presenti.

Mezzanotte era ormai passata da un pezzo. La camera da letto era illuminata solo dalla luce debole della lampada sul comodino. Neji era seduto sul letto, con la schiena appoggiata al muro e gli occhi fissi sul cielo scuro al di là della finestra. Nonostante fosse estate, di notte il clima era ancora piuttosto fresco.
Tenten tornò dalla cucina con il tè per entrambi, vestita solo della camicia di lui. Gli porse la tazza prima di accomodarsi anche lei, soffiando lievemente per raffreddare la bevanda.
-Allora?
Lo Hyuga sussultò appena, ridestandosi dalle sue riflessioni.
-Allora cosa?
-Ho la sensazione che mi devi dire qualcosa. Allora? Di che si tratta?
Incredibile quanto lo conoscesse bene. O, forse, era più incredibile che lui non avesse considerato l'idea che lei potesse intuire qualcosa. Si prese il tempo di pensare a come dirlo, con quali parole, ma nulla sembrava poter migliorare il succo del discorso. La ragazza aspettava pazientemente, sorseggiando il suo tè: era sempre stata in grado di rispettare i suoi tempi.
-Stamattina mi ha chiamato il mio agente- si impose di guardarla negli occhi. Non avrebbe fatto il codardo -l'Orchestra Sinfonica di Tokyo ha selezionato quaranta musicisti emergenti che prenderanno parte ad un tour mondiale il prossimo inverno. Hanno scelto me come pianista.
Tenten strabuzzò gli occhi, per poi posare la sua tazza sul comodino.
-Neji, ma è… è una notizia meravigliosa!- esclamò sorridente -Accidenti, l'Orchestra Sinfonica di Tokyo! Ma perché non ne sembri contento? È meno prestigiosa di quanto sembra?
Il ragazzo scosse appena il capo.
-Hai capito che si tratta di un tour mondiale? Dovrò stare fuori sei mesi, da dicembre a maggio. In più dovremo passare tutto il mese di ottobre ad Osaka per le prove.
La ragazza inclinò il capo con aria confusa.
-So cosa si intende per tour mondiale, cosa credi. E poi non vedo dov'è il problema, per settembre 'Naruto' sarà sicuramente concluso.
Lo Hyuga si alzò scattoso, sbattendo la propria tazza sul comodino più bruscamente di quanto intendesse. Fece un paio di passi, massaggiandosi la nuca con entrambe le mani.
-Tutto qui?
Tenten non era sicura di come ribattere a quel tono risentito.
-È tutto quello che hai da dire alla notizia che non ci vedremo per sette mesi?
A tale domanda seguì un vuoto che gli parve infinito, almeno finché non si sentì avvolgere il torace nudo da due braccia.
-Allora è questo il problema- sussurrò lei appoggiando la fronte alla sua schiena.
-Non per te, a quanto pare- il suo tono di voce risultò più secco di quanto si aspettasse.
Percepì un sospiro sulla pelle tra le scapole.
-Neji.
Nonostante il nervosismo, le sue spalle si rilassarono all'istante nel sentirle pronunciare il suo nome.
-Pensi davvero che faccia i salti di gioia all'idea di non poterti vedere per tutto quel tempo?
No, certo che no, pensò lui.
-Ma è tutta la vita che aspetti un'occasione del genere. Sono anni che lavori per questo. E io non posso fare a meno di essere fiera di te- Tenten mollò la presa su di lui e si lasciò cadere seduta sul bordo del letto.
-In fondo parliamo di qualche mese.
Lo Hyuga si voltò lentamente verso di lei, osservandola per qualche istante in silenzio.
-Sì, questo è vero.
La ragazza sospirò leggermente di sollievo.
-Forse ti aspettavi che reagissi in modo diverso? Pensavi che mi sarei arrabbiata o che ti avrei chiesto di non accettare?
-Sinceramente… non lo so- rispose avvicinandosi lentamente.
Si inginocchiò davanti a lei, afferrandole delicatamente i fianchi.
-Mi dispiace di essere stato così brusco, prima.
-Non fa niente- lo rassicurò sorridente -a dirla tutta, non mi aspettavo che una cosa del genere ti mettesse in difficoltà.
Neji le circondò la vita con le braccia, appoggiando il capo al suo petto.
-Non mi piace l'idea di non poterti vedere quando voglio- bisbigliò, mentre l'altra gli accarezzava delicatamente i capelli -e ancora di meno non sapere dove ci porterà stare lontani per tutto quel tempo.
A quelle ultime parole, la mano di Tenten si bloccò.
-Non potremo saperlo finché non ci arriviamo- ribatté titubante dopo qualche secondo.
Gli avrebbe chiesto cosa fosse esattamente a preoccuparlo, se non avesse sentito lo stomaco contrarsi a causa della spiacevole sensazione di panico che le faceva compagnia da ormai molti anni. Neji non le aveva mai fatto pressione per costringerla a pensare al futuro in termini di progetti concreti, ma ora sembrava si stesse aprendo uno spiraglio in quella direzione. E lei non si sentiva ancora in grado di affrontare il suo buco nero.
-Sì, ha un senso- lo sentì dire.
Lo Hyuga si allontanò appena, alzando lo sguardo verso di lei. La sua mano andò a sistemarle la ciocca di capelli che le nascondeva parte del viso dietro l'orecchio, suscitandole un sorriso.
-Hai detto di essere fiera di me.
-Sì, l'ho detto. Che c'è di strano?
Il ragazzo scosse appena il capo, per poi alzarsi e recuperare il suo tè.
-Nessuno me l'ha mai detto, a parte Hinata, una volta.
Tenten alzò un sopracciglio sorpresa.
-Nessuno? Neanche i tuoi genitori? Ma si vede lontano un miglio che sono più che orgogliosi di te!
-Non me l'hanno mai detto in maniera così esplicita.
La ragazza si spinse indietro, in modo da appoggiare la schiena al muro e poter distendere le gambe sul letto.
-Mi stupisce di più che sia stata Hinata a dirtelo in modo così diretto. In ogni caso, lei ti ha sempre ammirato molto. Strano che te l'abbia detto una volta sola. Sarà stata un'occasione speciale.
Neji sorrise contro il bordo della tazza, senza guardarla.
-È stato quando ho annunciato che stavamo insieme, dopo essere tornati da Berlino.
La bocca di Tenten si spalancò per lo stupore. Ridacchiò piano, iniziando a giocherellare con i propri capelli.
-Hinata, Hinata…- sussurrò scuotendo il capo -certo che siete dei bei tipi, voi Hyuga.
-Da che pulpito- ribatté l'altro mentre si sedeva al suo fianco.
-Sentilo come risponde a tono! Un tempo non eri così sfrontato.
-Sembra che tu abbia proprio una brutta influenza su di me.
La risata cristallina di lei riempì la stanza.
-Sì, sembra proprio di sì.
Stettero un po' in silenzio, a guardarsi semplicemente negli occhi.
-Sarai eccezionale.
Quelle parole sembrarono rimbombare tra le mura della camera. Per anni lo Hyuga era stato abituato a pensare di essere sufficiente a sé stesso e a credersi capace di fare qualsiasi cosa. Ma quella fiducia incondizionata che gli stava dimostrando Tenten… in qualche modo lo nutriva.

-Oh, la nostra piccola Hinata si sposa!
-Ino, abbassa la voce! Mica lo deve sapere tutto il bar!
-Quanto sei pallosa, Sakura. Possibile che devi sempre uccidere così l'entusiasmo?
La Hyuga e Tenten ridacchiarono: era un po' che non assistevano a uno di quegli scambi di opinioni.
-Comunque- riprese la Haruno -non vedo l'ora che arrivi il matrimonio! Dopo Kurenai e Asuma non si è sposato più nessuno che conosciamo.
-E faremo bene a godercelo- continuò la Yamanaka girando distrattamente la cannuccia nel suo bicchiere -dato che Hinata sarà quasi sicuramente l'unica di noi a sposarsi.
-Ma che dici? Io sono pronta a scommettere quello che volete che Neji e Tenten saranno i prossimi.
La bionda lanciò uno sguardo preoccupato all'amica nominata, che tuttavia sembrava fronteggiare bene quella provocazione.
-Scusa, perché dovrei essere io la prossima e non tu?
-Io e Sasuke siamo entrambi figli di divorziati, non ci pensiamo neanche.
-Bella scusa- commentò Ino.
-Senti da che pulpito- ribatté Sakura -hai sempre detto di volerti sposare e da un momento all'altro cambi idea perché Nara si dice contrario al matrimonio.
-E quindi? Se non ti vuoi sposare tu perché dovrei farlo io?
-A cuccia, ragazze- le richiamò Tenten -siamo qui per festeggiare Hinata o sbaglio?
Le due assentirono borbottando. Chiacchierarono per un po', fantasticando sui dettagli delle future nozze. Hinata era radiosa dalla gioia e le sue amiche erano più che contente di vederla così. La Yamanaka, tuttavia, non poté fare a meno di notare la malinconia che compariva a tratti, quasi impercettibilmente, nello sguardo di Tenten. Quest'ultima, quando il tempo della rimpatriata fu scaduto, annunciò candidamente che sarebbe rimasta lì ancora un po'.
-Sicura di non volere un passaggio?- chiese Hinata, premurosa come al solito.
-No, davvero, non vi preoccupate. Tra l'altro ho il frigo vuoto di nuovo, prenderò qualcosa da mangiare qui.
La salutarono e si avviarono verso l'uscita.
-In che direzione andate?
-Io faccio una telefonata, voi avviatevi tranquille.
Una volta che Sakura e Hinata ebbero svoltato l'angolo, Ino prese il cellulare.
-... Sì? Che c'è?
La ragazza roteò gli occhi. Possibile che Shikamaru non fosse in grado di rispondere al telefono come una persona normale?
-Ascolta, Shika, non torno oggi per cena.
-Prolungate la bevuta tra ragazze?
-Più o meno. Ten vuole rimanere al bar- scoccò un'occhiata oltre la vetrina del locale, vedendo l'amica metter mano ad una seconda birra -e non credo sia un bene lasciarla sola. Penso abbia bisogno di parlare.
-Ok, tutto chiaro.
-Se non avete voglia di ordinare da asporto o a domicilio, in congelatore c'è un bel po' di roba pronta. Poi domani passo a fare la spesa e…
-Credo proprio che potremo sopravvivere per una sera, sai?
-Sì, sì, va bene. Non mi aspettate alzati, potrebbe essere una cosa lunga- non seguì risposta; guardò un attimo lo schermo per controllare che non fosse caduta la linea -ehi, ci sei ancora?
-Quando volete andare a casa, chiamami. Vi vengo a prendere io.
-Shika, ti ho appena detto che non so che ora faremo…
-A qualunque ora, mi chiami e basta. Sono stato chiaro?
Ino sospirò, sorridendo.
-Trasparente. A più tardi.
Dopo il mugugno di saluto del ragazzo, chiuse la chiamata e tornò dentro. Trovò l'amica con lo sguardo perso nel vuoto e la mano agganciata alla bottiglia.
-Non si beve mai da soli, tesoro- riprese il suo posto, proprio davanti all'altra, e alzò la mano per attirare l'attenzione del cameriere.
-Chi ti dice che avevo intenzione di bere?
-Non prendermi in giro, cara. Allora, di quanta birra hai bisogno prima di sputare il rospo?
Tenten abbassò il capo sconfitta, passandosi nervosamente le mani tra i capelli.
-Le altre hanno notato qualcosa?
-Le altre non sanno che un argomento come il matrimonio per te è terrificante. Cos'è successo? Hyuga ha minacciato di sposarti?
Riuscì a farla ridere.
-No, no…- dopo un lungo sorso, le raccontò del tour mondiale e della mezza discussione che avevano avuto.
-Certo che siete proprio due imbranati quando vi ci mettete- commentò la Yamanaka dopo aver ascoltato -tutte queste storie solo perché non siete stati in grado di dirvi che sentirete la mancanza dell'altro.
-Sarebbe bello se fosse così semplice- Tenten alzò la mano per chiedere la terza birra.
-Allora cos'è che ti preoccupa?
L'altra si morse il labbro prima di rispondere.
-Ha detto che non gli piace non sapere che ne sarà di noi due stando così lontani.
-Mi sembra una cosa normale.
-Sta cominciando a chiedersi quale sarà il nostro futuro. Lo conosco, presto pretenderà delle risposte. E io non sarò in grado di dargliele.
Ino si morse le guance dall'interno, toccandosi la punta del naso con un dito. Sorseggiò il suo cocktail prima di parlare.
-Forse è ora che cominci a pensarci, Ten, a quelle risposte.
Alle parole dell'amica impallidì, spalancando gli occhi come se avesse visto un fantasma. Deglutì sonoramente prima di rispondere.
-Non ne sono capace, Ino, non ce la faccio.
-Ci hai almeno provato? Di recente, intendo? L'ultimo volta che abbiamo parlato del buco nero è stato cinque anni fa', possibile che non è cambiato niente?
Tenten si strofinò gli occhi vigorosamente.
-In realtà, qualcosa è cambiato.
La Yamanaka si sporse verso di lei di colpo, facendola sussultare.
-Al matrimonio di Asuma e Kurenai mi sono resa conto di…
-Di???
-... di volere dei figli. Ma è l'unica cosa su cui mi sono sbloccata- si affrettò a specificare.
-E ti sembra poco? Come hai fatto? Magari puoi riprovare a fare nello stesso modo.
-Io non ho fatto niente, Ino! Semplicemente, ad un certo punto, l'ho capito. Non ho idea di come sia successo.
La bionda lasciò cadere la fronte sul tavolo con fare teatrale. Quando si tirò su, acquistò un'espressione risoluta.
-La situazione richiede qualcosa di più forte.
Intercettò al volo un cameriere, chiedendo una bottiglia di sakè e due bicchieri. Li riempì con nonchalance e ne allungò uno all'amica.
-È davvero necessario?
-Sì, lo è.
La conversazione si spostò temporaneamente su argomenti meno spinosi, come i ricordi delle serate alcoliche passate agli annali nella loro comitiva.
-Ti ricordo che il tuo ragazzo ti ha fatto lavare i piatti per due settimane l'ultima volta che hai esagerato col sakè- al terzo bicchiere, la voce di Tenten cominciava ad incespicare.
-Perché credi che abbia insistito per comprare una lavastoviglie?- replicò la bionda -Comunque stiamo andando fuori tema. Dobbiamo trovare una soluzione al tuo problema!
-Non credo esista…
-Shhh!- la zittì agitandole una mano davanti al viso, per poi posizionare l'indice sulla punta del naso -accidenti, perché non ho il cervello di Shikamaru quando serve…
-Non credo sia tutto questo guadagno… a volte penso che la vita sarebbe molto più facile se fossi stupida… ahi!
Ino le aveva appena battuto il palmo sulla fronte.
-Non dire scempiage… simpiaggi… non dire cose stupide, insomma!- le riempì il bicchiere -Forza, manda giù!
Tenten obbedì dopo un sospiro, imitata immediatamente dall'altra.
-Ok. C'è solo un modo per uscirne. Devo pensare come Shika- sentenziò la bionda estremamente seria.
L'altra si incollò una mano davanti alla bocca per soffocare le risa.
-Scema, dico seriamente!- esclamò la Yamanaka scendendo dallo sgabello, perdendo per un secondo l'equilibrio sui suoi tacchi -Allora, com'è che faceva nella serie?- borbottò tra sé e sé.
Sì accovacciò sulle gambe e pose entrambe le mani di fronte a sé, un po' titubante nel trovare la posizione giusta delle dita, concentrandosi quanto le permetteva l'alcol in circolo per imitare la posa che assumeva Nara in 'Naruto' quando doveva trovare una strategia per affrontare una battaglia o una missione.
Tenten cominciò a ridere, quasi accasciata sul tavolo, cercando di trattenere le lacrime incombenti. Il sakè stava decisamente facendo effetto. Non seppe resistere alla tentazione e le fece una foto col cellulare.
-Shikamaru ti ucciderà quando gliela farò vedere- disse senza riuscire a smettere di ridere.
Ino, stranamente, non si scompose e rimase ad occhi chiusi ancora qualche secondo. All'improvviso, scattò in piedi con una scintilla nello sguardo, facendo sussultare l'amica.
-Se hai capito che vuoi avere dei figli, vuol dire anche che li vuoi con qualcuno!- cominciò con tono quasi saccente -Non penserai mica di poterti riprodurre da sola come i draghi di Komoto!
Tenten si stava ancora asciugando le lacrime da risata.
-Quindi?
-Quindi, se sei in grado di immaginarti con dei figli, puoi immaginarti anche chi è il padre di questi figli!
-Non vedo quale sia la logica, Ino- il sorriso le si era quasi congelato sul volto -No, non ci riesco.
Stavolta fu lei a versarsi da bere, senza sollecitazioni.
-Approfitta del sakè che hai in circolo, provaci adesso!- incalzò la bionda rimettendosi a sedere.
-Ti dico che non ci riesco- fu la risposta secca.
-Beh, allora dovrai impegnarti a provarci finché non ci riuscirai. Che ne so, comincia a meditare, o chiedi alla tua psicologa… Ma quello che studi è davvero così inutile da non aiutarti a risolvere la cosa?
-Hh… può darsi- soffiò Tenten contro il bordo del bicchiere. Eh già, studiare psicologia non era affatto d'aiuto in quella situazione.
-Magari- riprese la Yamanaka con un tono un po' più comprensivo -con tutto quello che hai passato, ti sei autoconvinta che non ce la fai e ti metti i bastoni tra le ruote da sola. Magari, se trovi il coraggio di spingerti oltre il limite, sarà meglio di quanto pensi.
L'altra la fissò per qualche istante in silenzio, prendendo davvero in considerazione le sue parole. Le labbra le si distesero in un sorriso.
-Beh, sembra che alla fine tu sia riuscita a immedesimarti in Shikamaru.
-Oh, ma questo non era Shikamaru- Ino alzò le spalle e affondò la mano nella ciotola di patatine sul tavolo, portandosene un pugno alla bocca svogliatamente -questo era Choji.



Angolo dell'autrice


Ed ecco qui, finalmente un altro capitolo. Faticoso all'inizio, ma mi sono divertita molto a scrivere l'ultima parte (anche se probabilmente non l'ho reso come avrei voluto...).
Come il precedente, è un capitolo di passaggio: corto, ma necessario per porre le basi dei prossimi avvenimenti importanti. Ce la sto mettendo tutta per non arenarmi e portare questa storia avanti.

Grazie, cari lettori, per continuare a seguire questa storia, anche se in pochi.

Un abbraccio,

V@le












  
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