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Autore: Nidafjollll    10/09/2022    4 recensioni
Fate. Belle e spietate da togliere il fiato.
Con falsi sorrisi e occhi ammaliatori tessono le loro trame ingannando gli sciocchi e servendosi di loro.
Chi fu lo stolto che andò in giro raccontando che loro fossero tanto pure e di buon cuore?
Le fate sono egoiste, sadiche e capricciose. I denti affilati e gli occhi brillanti di malizia.
Questa storia non sarà rose e fiori, ma cruenta e maligna. Verrà svelata la loro vera natura, i loro giochi perversi e la smania di potere.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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02: “la Sposa



 



Il sole era ormai sorto da un po' e, nonostante ciò, a Corte ancora tutto era immerso in un rilassante silenzio.
I festeggiamenti di Beltane erano durati sino all'alba e solo allora il popolo iniziò pian piano a ritirarsi. I reali e i Lord della Corte tornarono a palazzo per dormire e riposare, mentre gran parte del popolino decise di dormire direttamente a terra, vicino le braci ormai cenere di quelli che furono i grandi focolari.
Tuttavia, a palazzo, non tutti dormivano.
Servitori e ancelle si muovevano furtivi per i corridoi in marmo, a piedi nudi, intenti a completare le loro odierne faccende di routine - a loro non era permesso riposare.
Mirajane era una di loro.
Sveglia; gli occhi vispi e per nulla stanchi fissi immobili a scrutare l'alto soffitto adornato da veli colorati.
Come poteva dormire? Accanto a lei vi era il corpo nudo del suo, ormai, sposo che dormiva con un'espressione disgustosamente rilassata in viso.
Se osava soltanto ripensare agli ultimi avvenimenti della notte scorsa, Mirajane, rischiava di vomitare.
Sua madre non si era fatta scrupoli in merito, mentre Gavriel soffriva in silenzio per il tragico destino dell'amata figlioletta.
La vera sorpresa fu quando il sommo Re in persona diede la sua benedizione alla coppia e si offrì di celebrare lui stesso le nozze in quella che era la notte perfetta per le unioni.
La parte peggiore, tuttavia, non furono le nozze... ma quel che arrivò dopo.
Lord Mellos, dopo un veloce tour per le colline e dopo aver salutato i genitori della consorte, decise di ritornare a Corte prima del previsto per consumare le nozze. Accadimento che la giovane Mirajane non prese per nulla bene, ma che - ahimè - non poté in alcun modo impedire.
Così, ora, la neo sposa si trovava nuda e arrabbiata nel proprio talamo nuziale, coperta soltanto da leggere lenzuola, mentre pensava e ripensava a come sarebbe stata la sua vita d'ora in poi.
Magari posso soffocarlo con un cuscino mentre dorme, pensò.
Ma con la stessa fugacità di cui era arrivato, quel pensiero svanì in un battito di ciglia.
Non era un'assassina e, di certo, non era una sciocca. Ucciderlo il primo giorno a Corte sarebbe stata una mossa troppo azzardata; l'avrebbero sicuramente incolpata di tale misfatto e avrebbe passato delle giornate non tanto piacevoli.
E come se non bastasse, da quel che aveva capito, Mellos era amico intimo del Re. Ucciderlo era un'opzione da scartare... per ora.
Indispettita dai suoi stessi pensieri, Mirajane, si concesse di distrarsi un po'. Lanciò un'ultima occhiata disgustata al vecchio marito e si alzò dal letto.
Non avrebbe permesso a quel viscido di toccare o guardare ancora il suo corpo nudo, quindi si intrufolò furtiva nella piccola cabina armadio - ben rifornita.
Lord Mellos non era di certo uno sciocco impreparato e aveva già rifornito l'armadio dei più bei e pregiati abiti.
Con un po' di fatica la giovane mennow si ritrovò a non disdegnare affatto quello che era il dono di suo marito.
Decise di restare sul semplice, ma non troppo. Scelse una veste bianco avorio lunga e trasparente, composta da più strati di veli - un abito che le permetteva di mostrare a tutta la Corte le proprie grazie.
Sogghignò; suo marito non sarebbe stato felice della scelta, ma poco importava.
All'interno della cabina vi era anche uno scaffale colmo di gioielli.
"Il vecchio ha pensato proprio a tutto..." sussurrò con contentezza e schifo allo stesso tempo, mentre con un dito affusolato ispezionava la superficie liscia e luccicante di una spessa collana dorata.
Beh, una cosa positiva quel matrimonio l'aveva portata; la ricchezza di a cui tanto ambiva era letteralmente sotto i suoi cupi e ingordi occhi.
Dalla vasta collezione scelse una cavigliera in oro con perle che ciondolavano e tintinnavano tra loro, tre anelli, orecchini di perle e una collana. Indossò il tutto e andò a rimirarsi allo specchio.
Era bellissima. Si complimentò con sé stessa per la propria bellezza e, presa una spazzola, uscì dalla cabina per indirizzarsi a sedere alla sua personale toeletta.
Ad attenderla, però, trovò Mellos seduto sul letto. Ancora nudo. Ancora felice.
Un grugno infastidito uscì prepotente dalle labbra della giovane; il solo guardarlo le provocava rabbia e disgusto.
Quest'ultimo, dall'altro canto, si esibì in un malizioso sorriso, prendendosi dei secondi per rimirare con soddisfazione la sua bella mogliettina.
Mirajane semplicemente lo ignorò e andò a sedersi alla toeletta, davanti lo specchio, iniziando a spazzolarsi con cura i capelli; lo sguardo della fata a bruciarle la schiena.
"Non ho diritto ad una serva?" sbottò all'improvviso ella, sbuffando e lanciando per terra la spazzola. "Non ho forse diritto a qualcuno che mi vesta e spazzoli per me i capelli? In fondo sono la sposa di un Lord."
Il marito sorrise ancora una volta; non era affatto indispettito dall'arroganza della mennow, anzi, ne era quasi affascinato.
"Ma certo, mia cara" disse soltanto, alzandosi dal letto e incamminandosi in direzione della porta.
Bussò due volte e quest'ultima immediatamente si aprì, rivelando la presenza di una giovane fanciulla dai capelli rossastri che si esibì in un profondo inchino.
"Costei è Nyra," spiegò, "Tua ancella personale."
Mirajane annuì soddisfatta.
"Da oggi in poi ogni tuo desiderio è un ordine per me, mia amata. In cambio vorrei solamente che tu segua delle... regole."
In tutta risposta ottenne l'ennesimo sbuffo della mattinata: "Che genere di regole?"
"Te le spiegherò col tempo, non preoccuparti, ora goditi la tua prima mattinata da Lady."
Con poche rapide falcate raggiunse la moglie e la baciò, cogliendola impreparata e facendo scorrere una mano sul suo piccolo seno sodo al disotto del vestito.
Non ci vollero molti secondi prima che Mirajane si ribellasse e, per tutta risposta, ottenne un morso violento sul labbro.
Il vecchio Lord si staccò da ella con sguardo famelico e un rivolo di sangue a macchiargli le labbra; aveva morso con talmente tanta ferocia il labbro della consorte da farlo sanguinare.
Lei, in risposta, lo guardò furente; una mano sul labbro leso.
"Ora andò a farmi un bagno, tu goditi la compagnia di Nyra. Al mio ritorno ci spetta la colazione" sogghignò melliflua la fata, indossando una veste in cotone e incamminandosi verso il bagno; sbattendo la porta alle proprie spalle.
Mirajane era a dir poco adirata. Come si permetteva quel viscido di toccarla senza il suo consenso e, perdipiù, di ferirla?
Preoccupata si avvicinò allo specchio a controllare il labbro mentre la sua nuova ancella accorse in suo aiuto.
"Mia Lady, permettetemi di esservi utile." cinguettò con voce sottile e posando una mano pallida sulla spalla della propria padrona per attirarne l'attenzione.
La mennow si girò a fissarla in silenzio.
L'ancella era vestita di un semplice abito bianco, corto e fasciato in vita da un nastrino oro. Aveva lunghi boccoli ramati che le incorniciavano il viso paffuto a forma di cuore e grandi occhi castani.
Non era una fata. Cos'era allora?
"A che razza appartieni?" domandò a bruciapelo Mirajane, incuriosita.
La serva sorrise e abbassò gli occhi. "Sono un'umana, mia signora."
Tutto si aspettava, ma non un'umana. "Come, scusa? Un'umana? Ho sentito bene?"
Quel farabutto di suo marito non poteva trovare di peggio!
Un umana. In cosa mai le sarebbe stata d'aiuto una debole e fragile umana?
La poveretta era in palese disagio. "Sono una changeling*, portata qui e allevata quando ancora ero in fasce".
La mennow era sbigottita. Si prese la testa tra le mani e sospirò.
Mellow l'aveva fatto apposta ad affibbiarle un'umana. Una comune mortale poteva niente a confronto con le altre creature; erano facilmente spezzabili e la loro mente soggiogabile. Tramite Nyra lui l'avrebbe spiata e controllata.
Se lo sarebbe dovuto aspettare.
"Okay, d'accordo," sospirò esasperata. "Cerca di renderti utile, almeno."
L'ancella non se lo fece ripetere due volte e, preso un fazzoletto di cotone dalla tasca, andò a ripulire il sangue dal labbro della Lady. Successivamente applicò sulla ferita una pomata, con lo scopo di rimarginare ben presto la carne lesa.
Guardando il suo labbro Mirajane si pentiva amaramente di non aver soffocato la fata mentre dormiva. Se lo sarebbe meritato eccome, quel bastardo.


 

Il tintinnio delle perle ai piedi risuonava per tutto l'intero corridoio in marmo pallido.
Mirajane, cogliendo la sua ancella in un momento di distrazione, sgattaiolò fuori dalla propria stanza; lontana dal marito e alla scoperta di quella che sarebbe stata la sua nuova casa.
La Corte era ancora invasa da un alone di torpore, gran parte dei nobili ancora riposava e in giro si vedevano soltanto servi e servitrici. Ve n'erano per ogni razza; riconobbe pixie, puka*, boogie* e qualche fifinella*.
Nessun umano.
Solo a lei, sventurata, era capitata una changeling come serva!
In quel momento - molto probabilmente - Nyla e Mellow la stavano cercando.
Poco importava. Di certo l'ultima cosa che desiderava era fare colazione con quel vecchio che si era sposata.
L'unica cosa che non disdegnava di lui era la sua ricchezza.
Con un sorriso sollevò le mani minute davanti al viso ad ammirare i tre grossi anelli in oro massiccio che portava.
Luccicavano più del sole.
Rapita a contemplare l'oro non si rese più conto di dove stava andando e, in pochi minuti, si ritrovò la strada tagliata da due giovani fate dall'aspetto niente male.
Erano alti, slanciati e dall'aspetto simile. Probabilmente fratelli, pensò.
Entrambi con capelli corvini, sbarazzini, da cui spuntavano lunghe orecchie. Il primo aveva occhi verdi come la più cupa delle foreste, mentre il secondo li aveva di un brillante e cupo rosso sangue.
A guardare gli abiti che indossavano e l'oro che portava ciascuno di essi dovevano essere sicuramente di nobile famiglia.
"Beh, salve" sorrise melliflua Mirajane, gli occhi pieni di malizia. Era una donna ormai sposata, certo, ma nulla le impediva di avere qualche flirt extra-coniugale.
I due sconosciuti rimasero abbastanza interdetti da tale intraprendenza e squadrarono la fanciulla ciascuno con uno sguardo differente.
Il primo era palesemente divertito, il secondo infastidito.
Prima che uno dei due potesse anche solo aprir bocca vennero interrotti da un urletto strozzato della giovane.
Una mano apparsa dal nulla le tirò con violenza i capelli turchesi; Lord Mellos si era palesato dietro di lei come un'ombra e, dopodiché, la costrinse con la forza a chinare il capo, esibendosi lui stesso in un mezzo inchino.
"Vostre maestà, perdonate l'audacia di mia moglie. E' nuova a palazzo e ancora non conosce l'etichetta." si affrettò a spiegare.
Mirajane si morse la lingua. Non solo era incappata nei giovani principi, ma era anche stata trovata dal suo aguzzino.
Occhi verdi parve preoccupato per la giovane mennow, così si avvicinò e con forza tolse la mano del Lord dalla sua testa. "Non c'è nulla di cui preoccuparsi, è piacevole incontrare un volto nuovo. Con chi ho l'onore di parlare?"
"Lady Mirajane Ypselanti, dalle fredde terre del Mare." la presentò il marito, con punta d'orgoglio.
"Non parlavo con te." lo rimbeccò immediatamente il principe, trasformando il proprio sorriso da divertito in infastidito, smorzando del tutto l'umore del suo interlocutore.
La ragazza sorrise soddisfatta nel vedere il marito ammutolito. Un bello spettacolo.
"Io sono Sting," si presentò finalmente il giovane reale. "E questo è mio fratello minore, Alek." concluse indicando la giovane fata dagli occhi rossi che ancora non aveva parlato; sul volto ancora lo sguardo infastidito.
Mirajane sorrise e si esibì in un elegante inchino, protendendosi un po' troppo fino a rivelare la sua scollatura ai due principi.
Stando ai nomi quelli che aveva davanti erano il secondogenito e terzogenito del Re. Certo, sarebbe stato meglio se si fosse imbattuta nell'erede al trono ma... nemmeno loro erano male.
Alek non si levava dalla faccia quella smorfia indispettita, mentre il fratello maggiore era molto più socievole e accondiscendente. E poi i suoi occhioni verdi erano talmente magnetici da calamitare su di sé tutta l'attenzione.
Lord Mellow parve accorgersi dell'interesse della moglie nei confronti del principe così - cercando di essere il più educato possibile - cinse con un braccio la vita sottile della fanciulla e la avvicinò a sè.
"Noi stavamo andando a fare colazione," spiegò con un falso sorriso a increspargli le labbra. "Vogliono le vostre maestà unirsi a noi?"
Tutti captarono il fastidio e la falsità velata da cortesia del Lord.
In un primo momento Sting fu tentato di accettare l'invito ma - visto il broncio del fratello e la sua promessa al padre di stare fuori dagli affari altrui - declinò con galanteria l'invito.
Mirajane ne fu mortificata, mentre il marito tirò un sospiro di sollievo dallo scampato pericolo.
Congedata, la coppia, fu libera di andarsene per la propria strada, lasciando ai due principi il ricordo degli occhi scuri e supplicanti che la ragazza indirizzò loro prima di essere trascinata via.


 

...uno schiaffo.
"Questo per essere scappata dalla stanza senza permesso." tuonò alterato Mellow, colpendo il viso della moglie e sfogando così tutta la sua rabbia.
...due schiaffi.
"E questo per aver fatto la puttana coi principi!"
...tre schiaffi.
Quest'ultimo schiaffo non lo giustificò nemmeno, e fu talmente forte che fece cadere per terra Mirajane.
Sentiva il sapore metallico del sangue in bocca e, per la rabbia, si morse la lingua e conficcò le unghie nei palmi delle mani, cercando di sopprimere l'istinto impellente di alzarsi e colpire a sua volta quel viscido vecchio.
Non se lo aspettava di essere picchiata, ma doveva prevederlo. La prossima volta non sarebbe stata tanto sciocca da farsi cogliere impreparata.
L'anziana fata alzò la mano per tirare un quarto schiaffo, ma poi l'abbassò.
Esaminò con rabbia le guance arrossate della mennow e notò che stava iniziando a perdere sangue dagli angoli della bocca.
Decise di fermarsi; tuttavia non voleva rovinare quel capolavoro di volto che possedeva Mirajane. Si appuntò mentalmente di colpirla in posti celati, la prossima volta.
Soddisfatto della punizione infertale si girò, dandole le spalle e puntando gli occhi su Nyla - accucciata nell'angolo da cui aveva assistito a tutta la raccapricciante scena ed essere stata, in primis, vittima dello sfogo di Mellos.
"Dalle una lavata, rendila presentabile e dopodiché rendile noti i suoi doveri." impartì severo, incamminandosi verso la porta d'uscita.
Quando rimasero sole, Mirajane urlò. Urlò e si alzò, lanciando contro la porta la sedia in legno della toeletta.
Come osava? Come osava? COME OSAVA?
Dire che era furente era riduttivo.
Senza che potesse controllare le proprie emozioni si ritrovò il viso bagnato dalle lacrime e intenta a strappare le lenzuola del letto, rendendole miseri brandelli.
Nyla, dal canto suo, non sapeva come tranquillizzare la giovane padrona così si limitò semplicemente ad ubbidire al Lord, andando in bagno e riempiendo la vasca di acqua calda e latte di capra.
La giovane Lady, stranamente, non fece storie e si fece accompagnare nella vasca e ripulire dal sangue.
Rimase a mollo nell'acqua, immobile, a pensare alla sua vendetta mentre la sua ancella le passava sulle spalle nude un olio profumato.
Si dovette ripetere per l'ennesima volta che no, non poteva ucciderlo.
Ma allora cosa fare? Cosa poteva fare lei, piccola creatura, contro una vecchia e potente fata che era il doppio della sua stazza?
Meditò a fondo senza trovare una reale e concreta soluzione. Di una cosa, tuttavia, era sicura: le serviva grande pazienza e un piano a lungo termine per potersi sbarazzare di lui.
Inoltre si interrogò sulla frase che aveva detto: doveri? A quali doveri doveva mai adempiere? Insomma, anche se a malincuore era la moglie di uno dei più importanti Lord delle Terre di Sidhe. Mica si aspettavano da lei qualcosa! Fare la moglie non era già un compito abbastanza arduo?
"Senti Nyla," sussurrò, sovrappensiero. "Cosa intendeva il bastardo quando ha parlato di doveri?"
L'umana la guardò stupita. "Non lo sapete?"
"Se lo sapessi pensi ti starei facendo domande?"
"Beh, mia signora," iniziò cauta. "Da quando avete messo piede a Corte siete la nuova dama da compagnia della principessa Sila, consorte dell'erede al trono."
Per Mirajane fu come ricevere uno schiaffo. "Sila? Intendi Sila Misjelres della Corte Aqua? Da quando è sposata col principe?"
"Da un paio di mesi la Corte Seelie* e la Corte Aqua hanno deciso di allearsi, unendo i figli maggiori a nozze." spiegò brevemente Nyla, non smettendo un attimo di massagiare le spalle della padrona. "Pare che il Re sappia dei buoni rapporti fra voi e la principessa, così ordinò di avere voi come sua dama. Infondo siete entrambe della stessa razza, no?"
La mennow semplicemente non rispose.
Conosceva bene Sila, sì, ma non poteva di certo dire che appartenevano alla stessa razza o che scorresse buon sangue tra di loro.
Sila era una sirena*. La più infida sirena che conoscesse, e scoprire di doverle fare da dama fu solo l'ennesima pugnalata del giorno.





 

***

Glossario fatato:

Changeling: spesso le fate scambiavano di nascosto i propri neonati con neonati umani, crescendoli come propri nello Shide.

Puka: spiriti che portavano fortuna o sfortuna, con l'abilità di cambiare forma. Si divertono a sussurrare consigli malevoli alle orecchie degli umani e commettere loro innumerevoli dispetti.

Boogie: folletti perlopiù inoffensivi ma dal comportamento meschino.

Fifinella: folletto femminile, dispettoso e dal viso animalesco.

Seelie: nome comunemente usato per catalogare gli esseri 'buoni' del Piccolo Popolo.

Sirena: creatura mezzo pesce e mezzo donna, sempre bellissime dal canto ipnotico. Su di loro vi sono molte leggende: chi le dipinge come buone, chi come feroci predatrici che attiravano uomini umani per cibarsene.
Generalmente molto egocentriche e vanitose.

  
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