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Autore: Stillathogwarts    12/09/2022    3 recensioni
Si svegliano una mattina e il mondo è al contrario.
Hanno di nuovo vent'anni e Voldemort ha vinto la guerra, i Mangiamorte sono al governo.
Harry guida la resistenza. Hermione viene catturata e portata a Malfoy Manor, dove scopre che l'unica persona a ricordare come sono andate veramente le cose oltre a lei è Draco Malfoy.
Mentre cercano di capire cosa succede e come procedere, i ricordi di un'altra vita iniziano a riaffiorare nella loro mente.
- DRAMIONE
- STORIA IN 17 CAPITOLI
Genere: Dark, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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17
MOONDUST
 
 

 
 

 

Q
uando Hermione si risveglia, dischiude le labbra e si guarda attorno meravigliata.
Non è mai stata in quel posto, ma lo ricorda perfettamente.
La baita.
La loro baita.
Scosta le lenzuola di lato e prova ad alzarsi sul letto, ma la testa le gira vertiginosamente.
Le braccia di Draco appaiono come per magia attorno alla sua vita per sostenerla, impedendole di cadere.
«Piano» le sussurra dolcemente. «Sei ancora molto debole.»
Si lascia guidare nuovamente sul materasso e vi si siede; lo guarda meravigliata.
«Questa è…»
Lui annuisce, accennando un mezzo sorriso. «L’ho comprata poco dopo essere tornato al Manor. Io…» fa una pausa, poi trae un respiro profondo. «Non ho mai sentito il Manor come casa, dopo la guerra. Ma dopo l’incidente… Mi sembrava impossibile riabituarmi a stare lì. Allora ho cercato la baita.»
Poi Draco ride sommessamente e sentire quella risata le riscalda il cuore.
«Non ci credevo neanche quando l’ho trovata. Passo la maggior parte del tempo qui, ormai.»
Hermione gli sorride, poi si inumidisce le labbra.
«Cos’è successo? Mi hanno dimessa?» domanda con un filo di voce.
Draco scuote il capo. «Ti ho portata via.»
«Grazie», risponde lei.
L’uomo scuote il capo. «Non devi ringraziarmi.»
«Lui… lo sa che sono qui?» indaga incerta, lo sguardo basso.
«A questo punto dovrebbero essersi diffuse le voci» suppone il biondino, sospirando. «Potrei aver fatto un po’ di scena quando ti ho portata via dal San Mungo. Ho… perso la testa quando ho saputo che eri lì e perché.»
«Come hai fatto a scoprirlo?»
«Rose e Scorpius» risponde prontamente. «Che probabilmente ora saranno estremamente confusi dalla mia reazione e dalle mie azioni. Dovrei contattarli.»
Hermione annuisce. «Mi sento così…strana…»
«Non posso darti niente» le dice con rammarico. «Il tuo corpo sta smaltendo un cocktail esagerato di pozioni sedative e intrugli vari.»
Lo vede stringere le mani in pugni, ripensando a quello che le hanno fatto.
«Credeva che fossi impazzita…» mormorò mesta la donna. «Gli ho raccontato tutto e lui ha pensato che avessi perso la testa, che ci fosse qualche problema dovuto all’incidente… e mi ha rinchiusa lì.»
Le prende il volto tra le mani e le accarezza le guance con dolcezza.
«Nessuno ti farà più del male, Hermione. Non lo permetterò. Mai più. Te lo giuro.»
Si lascia avvolgere dalle sue braccia forti e rassicuranti e sprofonda il volto nel suo petto.
«Puoi restare qui con me?» gli domanda Hermione con una punta di supplica nel tono della voce.
«Sempre
Draco corruga la fronte quando vede un uomo che non conosce lasciare la baita.
Rientra in casa e guarda Hermione, seduta al tavolo, leggere alcuni fogli con attenzione.
«Chi era?» le chiede cercando di non suonare troppo esigente e irritato dalla questione.
Lei si volta nella sua direzione. «Il mio Magi-Avvocato» risponde sospirando. «Ho appena firmato le carte per il divorzio.»
L’uomo si mette sull’attenti un secondo dopo aver udito quelle parole.
Alza un sopracciglio. «Da me o da Weasley?» chiede ironicamente.
Le labbra di Hermione si incurvano in un mezzo sorriso. «Tu cosa preferiresti?»
È inginocchiato di fronte a lei un attimo dopo, le mani sul suo viso e un’espressione supplichevole sul volto.
«Ti prego, dimmi che questa volta è tutto vero» mormora con urgenza. «Dimmi che non mi sveglierò domani mattina e sarà tutto sparito, che… che non ti perderò di nuovo.»
Hermione allunga un braccio e gli accarezza una guancia dolcemente.
«Questa volta è tutto vero, Draco.»
La bacia con la disperazione di chi ha agognato di farlo per tanto, troppo tempo; con l’urgenza di chi ha pensato che non avrebbe mai avuto un’ulteriore occasione per farlo.
La bacia come se la sua capacità di respirare dipendesse dal contatto con le sue labbra.
Quando lei prova a sbottonargli la camicia, però, le mani di Draco si chiudono sui suoi polsi.
Lo guarda confusa e lui le sorride.
«Non ho intenzione di toccarti finché quei maledetti farmaci non saranno svaniti completamente dal tuo corpo. E finché non sarai di nuovo, completamente, libera di essere mia. Solo mia.»
«Sono lucida» obietta lei, «e ti ho appena detto che ho firmato le carte per il divorzio.»
Ma l’uomo scuote il capo con fermezza.
La prende in braccio e la conduce nella loro stanza.
Si distende sul letto insieme a lei e la stringe a sé.
«Mi sei mancata, Signora Malfoy» le sussurra tra i capelli.
«Non credo che l’appellativo mi appartenga qui, Draco» commenta lei ridendo.
Ma lui è tremendamente serio.
«Una cosa a cui rimedieremo presto.»
Rose, Hugo e Scorpius siedono davanti a loro.
Sono tutti confusi e perplessi.
Il racconto dei loro genitori non ha propriamente senso, ma al contempo spiega molte cose.
Draco e Hermione li fissano ansiosi, pregando che capiscano.
«Hai divorziato da papà perché ti sei innamorata di… lui» sintetizza Hugo. «In un sogno condiviso mentre eravate in coma.»
Si rendono conto di come suona, di quanto debbano sembrargli fuori di testa… ma sperano ugualmente che i ragazzi non si oppongano.
Che provino a capire, quantomeno.
Scorpius non commenta. Ha desiderato per troppo tempo che suo padre trovasse una fonte di felicità nella sua vita per disdegnare la questione in alcun modo, pur dispiacendosi del fatto che la felicità del padre veniva a discapito dell’armonia familiare in casa della propria ragazza.
Rose è perplessa. Se fino a quel momento ha creduto che suo padre avesse ragione, che la madre fosse vittima di qualche conseguenza strana dell’incidente, ora non ne è più così sicura.
Due persone adulte, intelligenti, con la stessa, identica, versione dei fatti, sono un po’ troppo da ignorare.
Soprattutto quando una di quelle persone è Draco Malfoy; il composto, controllato e chiuso Draco Malfoy che in quel momento li guarda con un’espressione a metà tra il supplichevole e il timoroso.
Rose sospira e guarda la madre.
«Quindi è così», asserisce freddamente. «Sei innamorata di lui.»
Il cuore di Draco manca un battito al tono della giovane.
Sa che se non otterranno il benestare dei ragazzi, Hermione non resterà con lui, nonostante tutto.
Lei annuisce. «So che è difficile da capire, e complicato…»
«Va tutto bene, mamma» la rassicura Hugo. «Non ti mentirò dicendoti che comprendo, ma… immagino sia meglio di una vita piena di bugie e sacrifici. Noi non… viviamo così, no?»
La donna sta per esprimere la sua gratitudine per la comprensione da parte del figlio, ma quando incrocia lo sguardo della sua primogenita il sorriso le muore in volto.
«È il padre del mio ragazzo» interviene Rose. «Come puoi farmi una cosa del genere?»
Hermione deglutisce.
Non ha una risposta per quella domanda.
«Rose…» mormora Scorpius. «Non cambia niente, per noi…»
«Cambia tutto! Non capisci? Ha lasciato mio padre!» sbotta indisposta lei. «Ha distrutto la nostra famiglia per qualcosa che non è reale! Per un maledetto sogno!»
«Per noi era reale» le assicura Draco. «Quello che provavamo, lo proviamo ancora. È reale
La ragazza distoglie lo sguardo dai due, ma Scorpius le prende una mano.
«Rose, ti prego…»
Lo sguardo negli occhi del biondino è supplichevole. Si volta a guardare Hermione e Draco con un’espressione dura e soppesa le parole per qualche istante, cercando di raccogliere i propri pensieri.
«Non vi opporrete a noi, vero?» domanda con gli occhi ridotti a due fessure. «Non vi opporrete alla relazione tra me e Scorpius solo perché voi due state insieme, ora?»
Draco scuote il capo. «Non mi sono mai opposto, non ho intenzione di iniziare a farlo ora.»
«Tesoro…» inizia Hermione, ma la figlia sospira e le sorride suo malgrado.
«Va tutto bene» sussurra debolmente. «È un po’ strano, molto strano, in realtà, ma… Immagino che dobbiamo solo farci l’abitudine.»
 *
Il prossimo a fargli visita è Harry.
Ron gli ha raccontato qualcosa, ma lui non ci ha capito molto.
Prende un tè con Hermione e Ginny e la sua migliore amica gli spiega ogni cosa nel dettaglio.
Sono esterrefatti, ma si dimostrano comprensivi.
«Ci ha detto che stavi male ed eri al San Mungo» le dice Harry. «Che non… potevi ricevere visite.»
«È un tale idiota!» esclama la rossa, contrariata. «Non posso credere che lo abbia fatto!»
Hermione sorride loro timidamente. «Beh, in sua difesa… Seguendo la mia logica, al suo posto, avrei pensato la stessa cosa. Avrei pensato che ci fosse qualche problema medico alla base. Solo, non avrebbe dovuto insistere per tenermi lì quando i Medi-Maghi gli hanno detto chiaramente che il mio cervello è a posto.»
I coniugi Potter scuotono il capo.
«Io… ho la mia esperienza, in merito» le dice il moro. «Breve, certo. Ma so cosa intendi dire. Capisco quello che hai e stai provando.»
Le ricorda della visione con Silente dopo che Voldemort aveva distrutto l’Horcrux dentro di lui.
Hermione avrebbe voluto pensarci prima.
Le sarebbe stato di aiuto.
«Grazie Harry» sussurra dolcemente.
«E mi dispiace, Herm» mormora il moro. «Per quello che hai dovuto passare al San Mungo.»
Lei scuote il capo in risposta. «È passato. Ho vissuto di peggio, lo sai.»
Lui le sorride, annuendo e cogliendo le sue allusioni.
Hanno condiviso tutte le tribolazioni delle loro vite insieme, non necessitano mai di molte parole per spiegarsi l’uno con l’altro.
«Noi non abbiamo alcun problema con te, ehm, con voi» precisa Ginny a quel punto. «E so che Ron capirà, prima o poi.»
Hermione gli sorride.
«Vi voglio bene.»
«Anche noi» rispondono all’unisono i due, stringendola in un abbraccio caloroso.
Non racconterà mai loro che nel suo sogno Ginny era sposata con Blaise e Harry stava con Daphne Greengrass, prima della sua morte prematura, e con Susan Bones dopo.
Ron si presenta alla baita due settimane dopo.
Picchia forte contro la porta, ha delle carte tra le mani.
«Cosa vuoi, Weasley?» chiede Draco quando apre la porta e se lo ritrova davanti.
Il rosso sbuffa. «Devo parlare con mia… devo parlare con Hermione.»
Il biondino alza un sopracciglio. «Stai escogitando qualche assurdo piano per farla rinchiudere di nuovo come se fosse una pazza qualunque?»
Il rosso sospira. «No», ammette. «Voglio scusarmi. Credevo veramente che stesse male, che fosse qualche effetto collaterale della terapia che le avevano prescritto o qualche conseguenza dell’incidente passata inosservata.»
Draco lo fissa con gli occhi ridotti a due fessure.
Ron sbuffa e alza le mani in aria. «Cosa avrei dovuto pensare? Un sogno condiviso durato un anno, ma percepito più lungo… è a malapena possibile esprimere il concetto a voce alta!»
Il biondino tamburella le dita contro la porta.
«Senti, non dico che lo capisco e sì, sono ferito, e non mi piace per niente, ma… Hermione è stata onesta. E la verità è sempre meglio di una vita piena di bugie.»
Ron deglutisce e abbassa lo sguardo; gli si legge in viso che è veramente dispiaciuto per come ha reagito a tutta quella storia.
«Hermione fa parte della mia vita da quando avevo undici anni, e… le voglio bene, gliene vorrò sempre. Voglio solo la sua felicità, anche se non è con me.»
E solo dopo quello, Draco lo lascia finalmente entrare.
«È in salotto» gli dice, indicando la stanza con un cenno del capo.
Ron si incammina, ma Draco resta sulla porta, per sicurezza, per tenerlo d’occhio.
Hermione si sorprende quando il rosso le restituisce i documenti del divorzio firmati.
«Non voglio che tra noi finisca male» mormora triste Ron. «Non voglio che pensi che volevo ferirti.»
«Neanche io volevo ferire te», gli risponde sincera.
Lui annuisce. «Lo so.»
La donna raccoglie i documenti, gli offre del tè che lui gentilmente rifiuta.
«Non posso vederti con lui, non ora» ammette il rosso. «Fa male e brucia. Ma… non voglio neanche perdere la tua amicizia. Sei una costante da sempre nella mia vita e… ci sono i ragazzi a cui pensare...»
Hermione gli sorride. «Neanch’io voglio perdere la tua amicizia.»
Ron annuisce e sospira rassegnato.
«Non sarebbe stato giusto» gli fa notare la donna. «Restare con te sapendo che non potevo amarti come prima.»
Lui lo sa, è solo dura da accettare.
«Avrei solo condannato tutti noi ad essere miserabilmente infelici per il resto delle nostre vite fingendo che non fosse mai accaduto nulla» aggiunge ancora, tirando su col naso. «Meritavi… meriti di meglio. Sei ancora in tempo per andare avanti, Ron.»
Il rosso annuisce e si sforza di sorriderle. «Solo una domanda…»
Hermione corruga la fronte e lo invita a parlare con un cenno del capo.
«Con chi stavo nel vostro sogno?»
La donna ride. «Calì Patil.»
La mascella di Ron cade a terra. «Veramente? E pensare che qui mi odia ancora per via di come mi sono comportato con sua sorella al Ballo del Ceppo.»
Lei fa spallucce e poi lo guarda con affetto.
Lo avrebbe sempre guardato con affetto, nonostante non lo ami più come si ama un compagno di vita.
«Beh, ci si vede allora… Hermione.»
Più avanti nei mesi, Hermione avrebbe riso di gusto quando Harry, per giustificare l’assenza di Ron durante una cena, le avrebbe raccontato dell’incontro tra Ron e Calì a Diagon Alley della settimana prima… E dell’appuntamento che i due avrebbero avuto quella sera stessa.
È nuda sotto il suo corpo e non gli sembra vero.
È di nuovo sua.
Per sempre sua, questa volta.
Scivola dentro di lei ed è come tornare a casa, tornare a respirare dopo essere rimasti in apnea per molto tempo.
Si è rifiutato di fare l’amore con lei finché non fosse stata definitivamente libera, sebbene dormissero assieme ogni notte.
«Ti amo» le sussurra in un orecchio. «Sempre.»
«Ti amo anch’io», risponde lei.
E poi le labbra di lui sono sul punto sensibile del suo collo e lei ride.
«In qualsiasi realtà» mormora ancora Draco, senza staccare le labbra dalla sua pelle. «In qualsiasi vita… e in qualsiasi sogno.»
Hermione trema sotto il suo tocco e un po’ si sente di nuovo una ragazzina.
È quello che l’amore dovrebbe far sentire alla gente?
Draco solleva gli occhi di qualche centimetro per incatenarli nei suoi e quando parla il suo respiro sfiora il seno di lei, facendola rabbrividire di anticipazione e piacere.
«Sposami» dice Draco con voce roca.
Hermione gli sorride. «Ti piace proprio sentirti dire di sì, non è vero?»
Draco abbassa nuovamente il capo e ride contro la sua pelle.
È seduta in salotto e ha una serie di documenti sparsi sul tavolo.
Stringe un foglio di pergamena tra le mani, lo confronta con un altro poggiato davanti a sé; i suoi occhi si muovono da un foglio all’altro, rapidamente, e sono ridotti a due fessure.
Ha i capelli raccolti e lo sguardo concentrato.
A Draco quell’immagine ricorda di quando stavano cercando di capire come raggiungere uno dei Rifugi dell’Ordine nell’altra vita, nel loro sogno condiviso.
«Cosa stai combinando?», le chiede sporgendosi alle sue spalle e gettando un’occhiata sui documenti.
«Mi sono fatta inviare le nostre cartelle mediche e i nostri file dal Dipartimento Auror», lo informa, senza alzare lo sguardo da quello che sta leggendo.
«Non avresti dovuto avere bisogno del mio consenso, per avere le mie?» obietta Draco, corrugando la fronte.
Hermione gli sorride beffarda. «Sono il Ministro della Magia», gli rammenta. «E sono tua moglie. Non dirmi che me lo avresti negato.»
L’uomo fa spallucce, ma scuote il capo e le si siede accanto.
«Cosa stai cercando?»
«Una spiegazione», risponde lei, mordendosi nervosamente il labbro inferiore. «Al nostro sogno.»
Il biondo deglutisce e sospira rassegnato, si passa una mano tra i capelli.
«Credevo avessimo deciso di lasciare perdere.»
«Nell’altra vita», precisa Hermione. «Qui abbiamo più informazioni. E poi, andiamo, Draco, quando mai mi arrendo se c’è da capire qualcosa?»
Lui non risponde, si tortura le dita delle mani, inquieto.
«Cosa c’è?», gli domanda preoccupata.
«Hai mai pensato che quello che troverai potrebbe non piacerti?»
L’agitazione nel tono della sua voce è palpabile, ma il timore che traspare dalle sue parole la portano ad addolcire lo sguardo e a stringergli con forza le mani tra le sue.
«Sono solo curiosa», dice con fare rassicurante. «Qualsiasi risposta troverò, non cambierà nulla. Te lo prometto.»
Draco si sforza di sorridere e annuisce.
«E comunque», aggiunge Hermione, riordinando i fogli perché per quel giorno ne ha avuto abbastanza e vuole dedicarsi a suo marito, «lo so che sei curioso anche tu.»
Riceve una lettera qualche settimana dopo, da parte di un Medi-Mago che l’aveva in cura quando era ricoverata al San Mungo e con cui si era tenuta in contatto mentre faceva le sue ricerche sull’accaduto.
E le parole che vi legge sono illuminanti.
«Ho le risposte che cercavamo», annuncia a cena, mentre gioca distrattamente con il suo anello di fidanzamento, scintillante accanto alla sua fede nuziale.
In qualche modo, Draco era riuscito a trovare degli anelli identici a quelli che avevano nel sogno.
Quando li aveva visti per la prima volta, era stata sul punto di chiedergli come diamine avesse fatto, ma trattandosi di Draco Malfoy… la cosa non la sorprendeva affatto.
Draco la guarda confuso, mentre processa il significato delle sue parole.
«So quello che è successo» specifica lei. «Mi hanno mandato questa, oggi.»
Gli tende la lettera e lui inizia a leggerla.
Gli occhi gli si ingrandiscono sempre più man mano che apprende l’accaduto.
«Moondust? È stato causato tutto dall’esposizione a della… Polvere lunare?» mormora spiazzato.
Hermione annuisce. «In grosse quantità e combinata con determinati elementi, la polvere lunare induce a un sonno profondo e può arrivare a creare una dimensione onirica condivisa. Pare che nello stabilimento che è esploso il giorno dell’incidente ve ne fossero ingenti dosi», spiega lentamente. «Hanno trovato tracce di polvere lunare nel mio sangue e dai tuoi referti medici dopo l’incidente è emersa la stessa cosa. Il Medi-Mago con cui sono in contatto crede che il sogno che abbiamo condiviso durante il coma sia stato causato dall’esposizione ad essa.»
Draco poggia la lettera sul tavolo e la guarda.
«Così tanta da creare un’intera vita alternativa nella nostra mente?»
Hermione conferma facendo un cenno di assenso con il capo.
«Quindi… era reale o no?»
«Sai, quando ho raccontato tutto a Harry… mi ha ricordato una cosa che Silente gli ha detto in sogno», rivela sospirando la donna. «Dopo essere stato colpito per la seconda volta da un Avada Kedavra di Voldemort.»
Draco corruga la fronte.
Si chiede cosa c’entri la questione, ma al contempo capisce la reazione estremamente comprensiva di Potter.
Hermione gli sorride.
«"Solo perché è accaduto nella nostra mente, dovrebbe voler dire che non è vero?"»
Quando Hermione rimane incinta, decidono di chiamare il bambino Leo.
Non sono a loro agio con l’idea di dargli il nome di Sirius, perché sarebbe come cercare di sostituire il figlio che avevano nell’altra vita, pensano, e a nessuno dei due sta bene.
Avrebbero portato nel cuore quella creaturina fino alla fine della loro esistenza.
Ma quando stringono il loro bambino tra le braccia, è chiaro ad entrambi; lo riconoscono immediatamente.
Perché è lui.
È il loro bambino.
«Sirius…» mormora Draco stupito.
Hermione sorride e piange al contempo.
«È… è tornato da noi!» mormora stringendolo forte a sé.
Draco li circonda con le sue braccia e chiude gli occhi.
«Miei», sussurra tra i capelli della moglie.
È una notte di dicembre e sono appena rientrati da un ballo di gala al Ministero.
Hermione è esausta.
Odia quel genere di eventi, ma in quanto Ministro della Magia è costretta a parteciparvi.
Dover rincorrere ovunque il figlio di appena due anni non rende quel tipo di serate più semplice da affrontare.
Mette Sirius a dormire e si lascia sprofondare sul letto, senza premurarsi di togliere via l’abito che indossa.
Draco scuote la testa quando la vede.
«È tutta la sera che ti ripeto che non vedo l’ora di toglierti quel vestito di dosso», sussurra piegandosi sul letto, con il volto a un centimetro dal viso della moglie. «Credi sul serio che ti lascerò andare a dormire come se niente fosse?»
Hermione si lascia andare a una risata genuina, mentre lui la tira a sé, facendola rialzare. «Una strega può sempre sperare.»
L’uomo diviene serio, a quelle parole e si passa la lingua sul labbro inferiore.
«A proposito di sperare», mormora sommessamente, con le dita chiuse sulla zip dell’abito di Hermione, che tira giù lentamente.
Il vestito le ricade sul pavimento e con uno scatto lui la fa voltare di spalle; le scosta i capelli di lato e la abbraccia da dietro.
Le sue labbra si chiudono sull’incavo del suo collo e lei rabbrividisce immediatamente a quel contatto.
Un gemito di piacere lascia la sua gola, facendo ridere Draco.
Risale lungo il suo collo, lasciando una scia di baci al suo passaggio, fino a raggiungere l’orecchio della donna.
«Credi che potremmo avere anche il bambino, o meglio, la bambina, che avevamo deciso di avere nell’altra vita?» le domanda speranzoso, scandendo le parole lentamente e a voce bassa, la mano scesa ad accarezzarle il ventre nudo.
«Draco, non siamo più nei nostri trent’anni…»
Ma lui sorride contro la sua pelle.
«I quaranta sono un terzo della vita di un mago, Signora Malfoy» le ricorda. «Siamo perfettamente nei tempi.»
Si lascia persuadere, alla fine; perché è vero che sono nei tempi e hanno ancora la possibilità di avere la vita che desideravano nel loro sogno.
Esattamente come la desideravano nel loro sogno.
E trattandosi di Draco Malfoy, quando un anno dopo Hermione stringe tra le braccia la piccola Lyra, non è esattamente sorpresa che sia riuscito effettivamente ad avere anche una figlia femmina.






____________
[COMPLETA]
____________
N.d.a.


Salve!
Siamo arrivati alla fine di questa storia. 
Grazie a tutti voi che le avete dato una possibilità e un grazie particolare a chi ha recensito la storia.
Per me significa davvero tanto avere un riscontro e leggere le opinioni dei lettori. 
Spero che la storia vi sia piaciuta, 
lasciatemi un feedback se vi va :)
A presto!

 
   
 
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