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Autore: HermaMora    17/09/2022    1 recensioni
Anno scolastico 1998-1999. Hogwarts è stata teatro degli orrori della Secondo Guerra Magica. Prima posta sotto il controllo dei Mangiamorte, poi teatro dell'ultima grande battaglia tra il Signore Oscuro e l'Ordine della Fenice, la scuola di magia e stregoneria inglese porta le cicatrici di anno più che tetro. I protagonisti delle avventure che ci hanno accompagnato fino alla dipartita di Voldemort hanno preso le loro strade: Ron ed Harry hanno iniziato il loro apprendistato come Auror, mentre Hermione sta per cominciare il suo settimo anno ad Hogwarts. Con lei, pochi studenti inglesi si presenteranno alle porte della storica scuola e la nuova Preside, seguendo la politica del predecessore Albus Silente, sceglie di chiedere aiuto ai maghi di tutta Europa, per dare nuova vita alla sua scuola.
(Aggiornamento settimanale)
Genere: Erotico, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Pansy/Theodore
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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ATTO I “ANTIPASTI”

Capitolo 4 “Tartellette squacquerone e fichi caramellati”



Nell'ora di pausa Leo e gli Slytherin si erano recati in riva al Lago, per fumarsi una sigaretta.

Il nutrito gruppo si preparava a partecipare alla lezione di Difesa contro le Arti Oscure, dalle undici a mezzogiorno.

Leo si era presentato ai ragazzi e sembrava che si trovasse già integrato nel gruppo.

“Beh, Leonida, perché non ci racconti che è successo tra Valentino e quella Maria Maregnolo?”. Chiese malizioso Blaise.

Valentino ebbe un tremito. Era impallidito di colpo.

“Storia semplice”. Rispose Leo, con fare saccente. “Valentino era super triste per colpa della Repaldi...”.

Valentino lo fulminò con lo sguardo, mentre Pancy e Daphne guardavano Leo, affamate di gossip.

Leo capì l'antifona.

“Ecco, era triste e le persone tristi sono tendenzialmente stupide e piuttosto stronze se si parla di sentimenti altrui. Valentino che è stronzo di suo, era anche peggio. Un rompicoglioni che pensava solo a sé stesso”.

“Ma quando compare la Maregnolo nella storia?”. Chiese Pancy, impaziente. Anche Blaise, Nott e Draco avevano smesso di parlare di Quidditch e stavano guardando Leo, che pareva deliziato.

“Aspetta, ci sono quasi arrivato. Io, la Maregnolo e Valentino abitiamo piuttosto vicini l'uno all'altro. Passavamo le estati assieme. Penso che la mia vita sia scandita dalle bevute nella tua taverna, Val. Di fatto però, la Maregnolo era un po' cotta di Val, ma lui era troppo preso da altro per badarci negli anni precedente. Val, forse nel suo stato peggiore, se ne accorse, e diciamocelo Val, tu te ne sei approfittato”.

Se prima era pallido, ora il colorito di Valentino era color prugna.

“Le avrai raccontato due boiate sulle amicizie che possono anche avere dei risvolti piccanti e lei c'è cascata con tutte le scarpe. Val se l'è fatta per un po' e poi quando si è reso conto che lei era fin troppo presa e che si aspettava che le chiedesse di mettersi assieme a lei, ha troncato completamente il loro rapporto”.

Daphne e Pancy ora fissavano Valentino con aria arrabbiata.

“Ci credo che è incazzata con te”. Commentò lapidaria la bionda.

“Non era il mio momento migliore”. Disse Valentino, alzando le spalle, rassegnato.

“Ma non finisce qui”. Riprese Leo, avido dell'attenzione del gruppo. “Dopo quella storia Maria si è tenuta tranquilla e si è riavvicinata a Val ed in qualche mese era tutto tranquillo, come prima. Poi Val ha confessato di essersi fatto un'altra compagna di classe, una che voleva privacy e che non avrebbe gradito che si fosse diffuso un pettegolezzo simile. Maria lo disse alla ragazza, che mobilitò la classe contro Valentino. Disse che Valentino si era inventato tutto, che la stesse sputtanando”.

“Che bastarda”. Commentò con rabbia Draco.

“Già”. Leo annuì. “Poi mi sono messo assieme con la Maregnolo”.

“Cosa?”. Esplosero i presenti, esclusi Angela e Valentino.

“Non lo so perché, ma tolto di mezzo Val, Maria aveva iniziato ad essere più carina con me. Io non ho mai avuto grandi avventure, come Ange o Val. Mi sono sentito bene”.

Nott mise il braccio attorno alla vita di Pancy, che sembrò imbarazzata dal gesto.

“Bene, fino a febbraio dell'anno scorso le cose sono andate benino, finché non è capitato il fattaccio: il padre della Maregnolo si ammalò di Vaiolo di Drago”.

Le espressioni degli Slytherin erano atterrite.

“C'è voluto meno di un mese. Alla fine è morto. Io le sono stato vicino, per qualche mese. Ho fatto davvero di tutto, ma più tempo passava, più Maria si commiserava. Io non sapevo più cosa inventarmi. Val nel frattempo non era più un argomento fresco di conversazione, ed era sempre spalleggiato dalla Repaldi e da Angela. Immagino che saperlo isolato fosse un piccolo conforto, nella situazione della Meragnolo. A me Val mancava e avevamo ricominciato a sentirci. Beh, Maria non la prese bene. Tra una cosa e l'altra, mi ha mollato”. Concluse Leo e alzò le spalle, con fare disinteressato.

“Questa è la storia”. Confermò Valentino. “Leo è stato sincero”.

“Insomma”. Disse scherzoso Blaise. “Sei un nemico delle donne”.

Gli Slytherin e Leo ridacchiarono.

“Di fatto a me fa un po' pena”. Aggiunse Valentino. “Sono stato uno stronzo con lei.”

“Non giustifica il trattamento da untore che ti hanno riservato”. Angela pareva davvero arrabbiata.

“Concordo”. Mugugnò Draco.

Pancy guardava l'amico biondo con apprensione.

“Comunque ragazzi”. Interruppe il discorso Daphne. “Abbiamo Difesa con l'Auror. Voi cosa vi aspettate?”.

Tutti si lanciarono in curiose ipotesi, meno Nott, che si distaccò da gruppo e si mise a lanciare sassi nel Lago Nero.

C'erano in più pessimisti, come Daphne e Draco, che pensavano che la Prewett, l'Auror, avrebbe reso agli Slytherin la vita impossibile, quelli come Blaise e Pancy, che invece si aspettavano interessanti lezioni di Difesa, o come Angela, che non si aspettavano nulla di chè.

Valentino pensava che in realtà il problema fosse la stessa idea di una materia simile, dato che il modo migliore per combattere le Arti Oscure sono le stesse Arti Oscure.


Quel gruppo ben assortito si avviò verso il secondo piano. Valentino e Angela, al contempo, pensarono la stessa cosa: mentre percorrevano i lunghi corridoi e le scale del Castello, non poterono non ringraziare il Signore per aver trovato degli amici che li guidassero in quel labirinto di pietra e magia.

I sette fecero la loro entrata nell'Aula di Difesa contro le Arti Oscure: una stanza rettangolare e ampia, molto più ampia di quanto si potesse pensare dall'esterno della stanza, ed era illuminata da venti grandi lampadari d'argento.

Nella parte sinistra dell'Aula c'erano banchi e sgabelli ed una cattedra, una poltroncina e una lunga lavagna.

La parte destra della stanza, che dava alle finestre del cortile, era piena di manichini di legno scuro e metallo. Il pavimento in pietra era solcato da segni di gesso bianco: lunghe linee rette interrotte da cerchi con un diametro di circa un metro.

La professoressa Prewett era in piedi, di fronte ai diversi studenti già presenti. La strega graziosa e minuto stava squadrando i nuovi arrivati con una luce curiosa negli occhi. Continuava a rigirarsi la bacchetta fra le mani, un legnetto di pochi pollici, di un legno d'abete.

Valentino cercò con lo sguardo tra i presenti visi conosciuti: c'era la Gryffindor riccia di Pozioni, che si girò per salutarli, l'altra Gryffindor dai capelli rossi e lisci e dai penetranti occhi azzurri, che stava affianco alla riccia e prese a parlarle dopo aver visto che li aveva salutati.

Notò anche la Ravenclaw con cui Leo amava parlare, quella che sembrava indossare una collana di tappi di Butterbeer.

Sembrava essere molto concentrata sulla professoressa e mugugnava qualcosa su un certo complotto Zanna Marcia.

I ragazzi si sedettero sui banchi liberi e aspettarono l'ora in cui la professoressa cominciasse la lezione.

Maria Repaldi stava seduta di fianco alla strega riccia e parlottava sottovoce, rivolta anche alla rossa.

Arrivarono dei gruppi di ragazzi e ragazze che conversavano in francese, tedesco e serbo. Sembravano di Dumstrang e Beauxbatons. Valentino venne colpito da un ragazzo, francese, alto e biondo, dalla muscolatura sviluppata e dal mento importante. Aveva degli occhi di un azzurro profondo.

Anche lui sembrò fermarsi per un istante a guardare Valentino. Portava lo stemma dei Ravenclaw.

“Laurent?”. Chiese Valentino ad alta voce.

“Valentino?”. Lo studente sembrava stupefatto.

Entrambi sorrisero, poi Valentino si alzò e abbracciò Laurent, baciandolo sulle guance. Molte teste si girarono a guardare quella dimostrazione di affetto, fatta eccezione per Angela e Maria.

Un altro studente, mescolato tra i bulgari, fece un passo in avanti.

“Dai spettacolo, Marchetti?”. Chiese un ragazzo tarchiato, totalmente privo di collo. Anche i suoi occhi erano azzurri, ma non erano profondi e belli come quelli di Laurent, ma freddi, come di giaccio.

“Andrea”. Lo salutò atono Valentino, per poi girarsi verso Laurent.

“Alor Valentino, comme diable sei finito qui?”. Gli chiese quello, sorridendo. Evidentemente non aveva nemmeno sentito Andrea.

“Mia madre ha letto l'annuncio della McGonagall”. Rispose tranquillo Valentino, alzando le spalle.

“Anche puor me è successo qualcosa di simile. Non è passionant? Il Castello è stupendo, o no?”. Laurent fischiò ammirato.

“Poi nous non ci sentiamo da années, Valentino! Tutto bien?” Ton perè, tuo padre sta bien?”.

Laurent sembrava aver sentito molto la sua mancanza, almeno quanto Valentino.

“Perchè non ci presenti il tuo amico, Val?”. La voce di Daphne Greengrass interruppe la loro conversazione.

Gli studenti che erano in piedi quando Laurent e Valentino si erano riconosciuti si erano seduti, tutti meno Andrea, che li fissava con falsa cortesia. Molti volti erano rivolti verso di loro e la Greengrass si era girata sulla sedia e fissava con interesse Laurent.

Laurent guardò Daphne e le sorrise.

“Valentino, est elle tua amica?”. Chiese incuriosito.

“Sì”. Confermo Valentino. “Siamo entrambi di Slytherin e ci siamo incontrati ieri all'Hogwarts Express. Daphne è a posto”.

Laurent allora tese la mano verso la Greengrass, che gliela strinse.

“Io e Laurent ci siamo conosciuti in vacanza anni fa, e da allora di tanto in tanto io e i miei andavamo in gita in Provenza. La madre di Laurent è una vecchia amica del mio padre babbano. Abbiamo scoperto insieme di essere maghi, facendo saltare in aria il cucinino della casa che i miei avevano affittato e ne siamo usciti entrambi incolumi. Così è venuto fuori che la anche il padre di Laurent era un mago”.

Laurent annuì.

“C'était una bella surprise, assolutamente!” Confermò il biondo.

“Da allora siamo stati soprattutto amici di penna e di tanto in tanto ci siamo trovati” Continuò Valentino.

“Signori”.

Una voce decisa e divertita interruppe la conversazione.

La professoressa Prewett sembrava avere intenzione di cominciare la sua lezione.

“Potreste sedervi, ragazzi?”.

Valentino fece posto a Laurent per farlo accomodare accanto a sé.

“Ora che ci siamo tutti e che abbiamo scambiato le nostre chiacchiere, possiamo cominciare”. Cominciò lei. “Io sono Clarisse Prewett, ex Auror del Ministero della Magia Inglese e, malauguratamente per voi, professoressa di Difesa contro le Arti Oscure. Spero andremo d'accordo per quest'anno scolastico”.

I suoi occhi smeraldini stavano scrutando le teste dei presenti.

“Quest'anno è quello dei M.A.G:O., in assoluto quello più quello più impegnativo”.

Fece un'altra pausa, guastandosi l'espressione inorridita degli studenti, comparsi sui loro volti al solo pronunciare i M.A.G.O.

“Quest'anno divideremo le lezioni in due sezioni precise. Sopratutto dopo gli eventi dei due anni passati, è convinzione mia e della Preside che degli studenti che vogliano ottenere un M.A.G.O. in Difesa contro le Arti Oscure debbano poter sostenere un duello magico. Investiremo due delle nostre quattro ore settimanali su questo. Ho già organizzato questa classe in coppie assieme alla Preside, basandomi sulle vostre valutazioni accademiche. Quando avrò finito la mia spiegazione, vi dirò come sarete organizzati, non temete”. Aggiunse in fretta, vedendo che un brusio eccitato si era diffuso tra gli studenti.

“Affronteremo diverse controfatture e Incantesimi Difensivi quest'anno. La presenza dei ragazzi dell'Accademia Profonda e di Dumstrang è una vera benedizione. Potremo effettivamente esercitarci contro della vera Magia Nera”.

Il brusio non fece che intensificarsi e Valentino percepì gli sguardi di molti ragazzi su di sé, compreso quello di Laurent, che sghignazzava piano.

“Zitti!” Li redarguì la Prewett. “Come dicevo, faremo esercizi estremamente pratici quest'anno. Non prenderò la briga di insegnarvi le Arti Oscure, ma potendo sfruttare degli esperti, non mi tirerò indietro. Il mio mentore all'Accademia Auror è stato il vecchio Moody e...”.

Una terza ondata di brusio agitò la classe. Valentino giurò di vedere Draco rabbrividire, come di sentire dire alla rossa seduta nel banco di fronte a sé “Malfuretto”.

“...credo che l'esperienza sul campo valga più di ogni capitolo imparato a memoria. Se per la prima lezione della settimana sarà incentrata su duelli magici e incantesimi, la seconda si incentrerà sullo studio delle Creature Oscure. Quest'anno il programma tratterà di molte bestiacce europee, che alcuni di voi conosceranno meglio di altri”.

Sembrava molto soddisfatta delle espressioni intimorite degli studenti.

“Professoressa Prewett?”.

Una Ravenclaw dai capelli neri e dai caratteri asiatici aveva alzato la mano.

“Signorina Chang?”.

“Beh, la Preside ha detto che non avrebbe tollerato il minimo uso delle Arti Oscure nel Castello...”.

“La Preside ha sconsigliato agli studenti pratici nelle Arti Oscure di non praticarle nelle risse da corridoio che stravolgono Hogwarts dalla sua fondazione”. Sbuffò la Prewett.

“Beh...”. La Chang sembrava avere qualcosa da dire.

“Questa è la mia ultima parola, Signorina Chang. Se ha altre perplessità ne parli pure con la Preside. Ora che abbiamo risposto alla illuminante domanda della Signorina Chang, posso passare alle coppie...”.

La Chang sembrava davvero offesa.

La Prewett iniziò a dividerli in coppie. Molti nomi non dicevano nulla a Valentino, ma altri catturarono la sua attenzione: Theodore Nott finì contro un tale Neville Longbottom, Daphne Greengrass, con un sorriso sulle labbra, finì accoppiata con Laurent Sansonne, Angela Doragon si becco la riccia, Hermione Granger, un nome che, una volta udito, iniziò a punzecchiare la memoria di Valentino, come se lo avesse letto da qualche parte. Blaise Zabini si trovo a fare coppia con quel Seamus Finnigan che aveva gridato durante il Bachetto della sera prima, Ginny Weasley con Pancy Parkinson, Leonida Peravelli con Luna Lovegood, Cho Chango con...

“Valentino Marchetti”. A Valentino parve di vedere la Professoressa sogghignare nell'assegnarlo alla ragazza dai lineamenti orientali.

Lei, guardando Valentino, pareva terrorizzata.

Mentre Andrea Russiano finiva con Dean Thomas, le chiacchiere erano ricominciate. Quello che preoccupò più Valentino fu sentire il proprio nome e quello di Angela, sussurrato da un tale Goldstein, un Ravenclaw, nell'orecchio della Chang, che aprì la bocca in un'espressione terrorizzata.

L'italiano cercò lo sguardo dell'amica. Angela lo stava già fissando, con espressione rassegnata.

“Ora che sapete con chi finirete, mettetevi sulla parte destra della stanza e no, Signorina Chang...” Si interruppe nel vedere la mano sollevata della ragazza. “Le coppie sono definitive”.

Vedendo riflesso nello sguardo della Chang la paura e la rabbia, Valentino capì di doversi preparare al peggio.

Gli studenti, lasciate le borse sui banchi ed estratte le bacchette, obbedirono agli ordini della Prewett e si spostarono vicino ai manichini.

“Guardate per terra. Ci sono delle misure disegnate sul pavimento: dovete disporvi nei cerchi, ogni combattente deve stare venti piedi di distanza da suo avversario, ogni coppia a dieci piedi dall'altra.

Non voglio incantesimi vaganti. Oggi non voglio insegnarvi nulla, ma vorrei vedere con i miei occhi quello che sapete fare”.

Valentino si dispose in un dei cerchi, nella parte più interna della stanza, mentre la Chang faceva lo stesso, mettendosi vicino alla finestra.

“Non voglio fatture illegali, non in questa occasione, ma per il resto tutto è permesso. Sfruttate ogni risorsa a vostra disposizione per vincere. Siete pronti?”. La Prewett squadrava la stanza con quella scintilla di curiosità che le illuminava gli occhi.

Valentino guardò ancora la Chang: le tremava la mano con cui brandiva la bacchetta.

“Via”.

La stanza si riempì di urla e raggi di luce.

Valentino non voleva fare la prima mossa. Era incuriosito dalla sua avversaria.

“Piacere, io mi chiamo Valentino Marchetti”. Tentò di presentarsi, un po' a disagio.

Lei lo squadrò, stranita.

“Non so cosa la Maregnolo si sia messa a dire nel vostro dormitorio, ma, te lo assicuro, sono tutte stupidaggini. Ovvio, in Italia permettiamo le Arti Oscure e le studiamo pure ma...”.

Lo sguardo della Chang era di nuovo impaurito. Valentino sbuffò.

“Davvero, io e Angela non abbiamo intenzione di stregare nessun...”.

Valentino si piegò in avanti per evitare un raggio di luce rosse uscito dalla bacchetta della Ravenclaw. Era uno degli Schiantesimi più deboli che Valentino avesse mai visto. Valentino aspettò ancora ad attaccare.

Fu con una grande sorpresa vedendola singhiozzare, con occhi lucidi.

“Perchè diavolo piangeva?”. Si chiedeva Valentino.

“Hey, io volevo solo essere cortese...”. Non ci fu il tempo di continuare. Un altro lascio di luce rossa si infranse su un rapido sortilegio scudo evocato dall'italiano.

Presto Valentino si trovo a doversi proteggere da un tornado di Schiantesimi.

La sentiva sussurrare la formula “Stupeficium” come un ossesso.

Valentino ringhiò, arrabbiato. La bambolina di porcellana aveva paura delle Arti Oscure? Bene, le avrebbe dato un motivo valido per temerle.

Puntò la bacchetta contro la Chang, disegnando un arco nell'aria.

Per fare quello che aveva progettato ci voleva concentrazione. Conosceva gli incantesimi non verbali, ma questo era un bel rischio, un errore e sarebbe stato espulso, o peggio.

“Avada Kedavra!” Gridò, più forte che poteva. Mentre decine di teste si giravano verso di lui di scatto e Cho, vedendo concretizzare le sue paure, si rannicchiò sulla finestra, aspettandosi il fascio di luce verde della maledizione mortale. Valentino sorrise.

Non successe nulla di tutto questo. Dalla sua sua bacchetta non uscì alcun bagliore verde, ma un silenzioso Oppugno infranse il vetro della finestra alle spalle di Cho. I frammenti presero a levitare attorno al corpo della ragazza, conficcandosi sul braccio che reggeva la bacchetta. Con un urlo, Cho lasciò cadere la bacchetta.

“Ottimo bluff, Signor Marchetti. Signorina Chang, attaccare come ossessi senza una strategia e la perfetta ricetta di un fallimento. Vada in infermeria!”.

La Professoressa Prewett sorrideva con fare amichevole all'italiano, mentre la Chang scappava via piangendo.

Nel mentre, gli studenti che si erano distratti per il suo trucchetto venivano schiantati dai loro sfidanti, che ne approfittarono.

Vide con piacere Blaise fargli l'occhiolino, dopo aver pietrificato Finnigan e rise quando Luna, la Ravenclaw con la collana di tappi e Leo si colpirono allo stesso tempo con una fattura Gambemolli. Caddero esattamente nello stesso istante, con un sorriso divertito sulle labbra.

Man mano che i duelli finivano, Valentino e gli altri che avevano finito si accumularono dietro la Prewett, per fissare il duello del secolo.

La riccia, Hermione Granger, si stava battendo come una leonessa con Angela, e, con sorpresa di Valentino, le stava tenendo testa.

Un arcobaleno di incantesimi di ogni tipo si era formato tra le due streghe.

Il fatto che entrambe non pronunciassero un incantesimo non rendeva affatto facile la comprensione del duello per Valentino: la Granger intesseva una ragnatela di lampi azzurri con la bacchetta e scagliava contro Angela un fuoco turchese, che venne intercettato dalla becchetta pronta dell'italiana e restituito alla mittente. La fattura Fiammafredda si infranse sul sortilegio scudo di Hermione, seguito da un schiantesimo, il quale impatto fece tremare i vetrini del lampadario sopra di loro.

Hermione per un attimo scoccò un'occhiata verso Valentino e alzò la bacchetta verso il lampadario.

Il vetro si infranse e un pioggia di vetro e ferro caddero sull'italiana.

Alzando il braccio, Angela trasfigurò il vetro in alcuni fasci color arcobaleno.

Valentino vedeva le vene sul collo della sua amica ingrossarsi per l'impazienza. Angela amava davvero essere la prima in tutto ed era chiaro che la resistenza di Hermione la stava stufando. L'italiano sapeva che la sua compagna non avrebbe mai fatto uso delle Arti Oscure ad Hogwarts, ma in una condizione di stress come quella di un duello così arduo, in cui il primato di Angela in Difesa rischiava di essere messo in discussione tutto era possibile.

I timori di Valentino si concretizzarono quando vide Angela ruotare la bacchetta verso i suoi occhi, che si accesero di una luce cremisi. L'Incantesimo della Doppia Circolazione era una formula delle Arti Oscure, piuttosto malvisto dagli esperti in materia per i danni che poteva procurare sull'utilizzatore. La magia rendeva la circolazione del sangue estremamente più rapida, per rendere i muscoli e le reazioni del corpo molto più veloci. Il problema era il rischio di infarti, che aveva mandato nella Clinica di San Marco per Maledizioni e Incidenti Dovuti alla Propria Idiozia più di uno studente poco prudente.

Valentino capiva perché Angela avesse scelto una soluzione simile. Un mago dotato poteva interrompere la magia prima che ci fossero controindicazioni, inoltre si trattava di una formula poco conosciuta e poco praticata. Il creatore di quella magia era un vampiro che aveva insegnato per pochi mesi all'Accademia Profonda e la sua arte era poco nota.

I riflessi di Angela si fecero mostruosi: Respingeva le fatture della Granger con ritrovata facilità e aveva raddoppiato la velocità delle sue fatture.

Hermione sembrava completamente chiusa in difesa e non riusciva più a contrattaccare. Con un movimento simile ad colpo di frusta, Beatrice evocò un filamento di fuoco, che sferzò l'aria attorno ad Hermione, bruciando l'ossigeno attorno alla ragazza.

Hermione tentò di usare un Testabolla, ma fu un secondo troppo lenta. Annaspò in cerca d'aria e crollò a terra. Il fumo che aveva inalato doveva averla soffocata.

La La Professoressa Prewett corse verso Hermione e, sfoderata la bacchetta, la rianimò con un incantesimo non verbale.

La strega riccia fece un respiro profondo e aprì gli occhi. L'intera classe di Difesa si era avvicinata per osservare le condizione della ragazza: aveva il colletto della divisa bruciato e uno strato abbondante di fuliggine sul viso. Alcune brutte piaghe viola stavano comparendo sul suo collo.

Valentino guardò con disapprovazione Angela, che non sembrò notarlo. Stava tronfia di fronte ad Hermione, cercando con difficoltà di fare un sorriso che non fosse di scherno.

Mentre la Prewett faceva alzare la Granger, Angela si decise a camminare verso la sua avversaria per tendergli la mano.

Quella si limito a guardare inebetita il palmo di Beatrice e a rispondere con voce roca.

”Bella prova”.

Con uno sbuffo la Prewett evoco una barella e ci sdraiò la Granger. La barella iniziò a fluttuare oltre la porta e poi giù, lungo le scale.

“Complimenti Signorina Doragon, per la conoscenza delle controfatture e la la rapidità di reazione. Davvero stupefacente. Signorina Doragon, si sente bene?”. Chiese la Professoressa ad Angela, che sembrava avere improvvisamente bisogno di un tonico. La sua pelle era diventata rossa come un pomodoro e gli occhi pulsavano di sangue.

“Angela soffre di qualche malore, Professoressa Prewett”. Intervenne Valentino. “La porto io in infermeria se me lo permette. Non penso ci sia bisogno di evocare una altra barella”.

La Prewett, che sembrava domandarsi come, dopo la sua prima lezione, ben due studentesse, le migliori del corsi per giunta, fossero entrambe ferite, annuì distrattamente.


Valentino si accostò all'amica e le fece da sostegno. Uscirono assieme dall'aula, in silenzio, consapevoli degli sguardi che li trafiggevano le spalle.

Appena si furono allontanati, Valentino sbroccò.

“Un incantesimo oscuro, Angela! Davvero? Non avevamo entrambi chiaro quanto la Magia Nera sia proibita qui?”.

Angela guardò l'amico stupita.

“Proprio tu che mi fai una simile osservazione, Val? Non è colpa mia se la Maregnolo continua a gettare merda su noi due. Dopotutto sei stato tu a...”.

Gli occhi di Valentino lampeggiarono.

“E me ne assumo tutta la colpa. Non avevo studiato quanto avrei dovuto. Rimane però il fatto che usare le Arti Oscure di fronte ad un ex Auror del Ministero Inglese mi sembra una grande cazzata, Doragon!”.

Angela fece finta di non aver sentito una parola.

“Lo fai allora, questo controincantesimo? Pensavo che la boiata dell'infermeria servisse per interrompere questa magia maledetta, dico bene?”.

Valentino era tentato di lasciare lì l'amica, magari di farle provare la magica esperienza di un arresto cardiaco, ma dovette desistere di fronte alla prospettiva di dover spiegare al corpo insegnanti come la sua amica fosse morta a causa di una Magia Oscura.

“Tardisanguine”. Sibilò il ragazzo, toccando la fronte dell'amica con la punta della bacchetta. Subito i suoi occhi si schiarirono e il colorito abbronzato tipico della Doragon ricomparve.

“Bene” Concluse offeso il ragazzo. “Dopo abbiamo Antiche Rune, giusto? Anche tu volevi il M.A.G.O. in una materia simile a Filologia, no?”.

Angela annui. Si stiracchio e fece schioccare le sue nocche.

“Andiamo!”.

I due si incamminarono fino alla Sala d'Ingresso, dove chiesero al Barone, il fantasma in abiti nobiliari, dallo sguardo fisso e vuoto, il volto macilento e il corpo ricoperto da fiotti di sangue argenteo, la strada per la classe della Professoressa Babbling.

Lo spettro, con modi piuttosto inquietanti, gli indicò la posizione dell'aula.

Con calma, dati i minuti di anticipo guadagnati con la scusa dell'infermeria, i due procedettero verso il sesto piano, alla torre Ovest, nella classe accanto al quadro del fenicottero rosso in abito da sera.

Mentre imboccavano un corridoio piuttosto largo, incontrarono un fiume di studenti Hufflepuff che scoccò loro una serie di sguardi timorosi e preoccupati.

Un ragazzo con una ridicola espressione tronfia e una camminata pomposa si fermò di fronte ai due Slytherin.

Angela e Valentino lo squadrarono in silenzio. Aveva dei folti capelli biondi e una pelle pallida, che da quel che Valentino capiva non era una caratteristica rara in Inghilterra.

Forse il silenzio dei due italiani imbarazzò l'Hufflepuff, perché le sue guance si tinsero di un rosa piuttosto vivo.

Il ragazzo si schiarì la voce.

“Ehm, ehm. Voi dovete essere due dei nuovi studenti trasferiti, dico bene?”. Il ragazzo tese loro la mano.“Sono Ernest Mcmillan, di Hufflepuff, tanto piacere”.

Angela, notando la riluttanza con cui Valentino guardava la mano dell'inglese, gliela strinse con forza.

“Io sono Angela, Angela Doragon, mentre questo timidone è Valentino Marchetti. Puoi chiamarlo Val”.

Mcmillan rise con fare sostenuto.

“Avete dei nomi particolari. Siete spagnoli?”. Chiese, sempre con quell'aria di superiorità.

Valentino emise un sibilo irritato.

“Italiani” Rispose secco.

“Ah, certo. Come mai vi siete trasferiti, se posso chiedere? Si sa così poco delle altre scuole che viene spontaneo pensare che oltre ad Hogwarts esistano solo Durmstrang e Beauxbatons in Europa. Esiste anche una scuola italiana?”.

Angela e Valentino si guardarono sorpresi.

“Non conoscete l'Accademia Profonda?”.

Mcmillan scosse la testa, imbarazzato. “Abbiamo avuto a che fare con i ragazzi di Durmstrang e Beauxbatons quattro anni fa. Sono venuti qui per il Torneo Tremaghi”.

Angela annuì. “Ne abbiamo sentito parlare. Di solito sono le maggiore scuole europee a partecipare al torneo e l'Accademia è per sempre una scuola di magia che ospita poche decine di studenti. Non siamo in tanti. In Italia è comune per i maghi avere un'istruzione domestica”.

Valentino confermò con un cenno del capo.

L'Hufflepuff sorrise, evidentemente contento di aver avviato una conversazione con i due stranieri.

“Beh, io non sono mai stato in Italia. Come mai avete deciso di venire qui? Penso non sia facile lasciare tutto e concludere la propria istruzione in un paese straniero”.

Valentino, nervoso, spostò il peso da una gamba all'altra.

“Io sono stato incoraggiato dai miei genitori. Mia madre considera molto importante la collaborazione internazionale tra i maghi ed era una vecchia amica del vecchio preside”.

Valentino scelse con cura le parole, soprassedendo sul fatto che fosse stato obbligato a trasferirsi.

Angela fu rapida.

“Più o meno vale lo stesso per me. In più avevo una gran voglia di vivere per qualche mese in una scuola piena di nostri coetanei come Hogwarts. Da noi le classi sono molto più piccole e non ci sono Case”.

Ernest non parve ascoltare Angela. Il suo sguardo era concentrato su Valentino. Aveva forse detto qualcosa di sbagliato?

“Di quale preside parli?”. Chiese a Valentino, gli occhi attenti.

“Beh, il precedente Preside”. Rispose tranquillo Valentino “Il Professor Severus Snape. Mia madre e mio padre sono nell'industria dei cosmetici. Mia madre è una notevole pozionista e aveva un corrispondenza con Snape. Ho saputo che è morto, mi dispiace per tutti voi. Secondo mia madre era un uomo eccezionale”.

Mcmillan ora era davvero stupito.

“Beh, Snape era un tipo difficile e per un po' tutti sono stati convinti che fosse un Mangiamorte di Voi-Sapete-Chi, ma poi è venuto fuori che faceva il doppiogioco e agiva per ordine di Dumbledore. Sono certo che fosse necessario molto coraggio per esporsi in quel modo”.

Valentino cercò lo sguardo di Angela. Chi diavolo era Voi-Sapete-Chi? Di certo Valentino non sapeva chi fosse.

Angela alzò la manica e mostrò il suo orologio da polso a Valentino. Erano in ritardo.

“Scusami Mcmillan, ma dobbiamo andare”. Tagliò corto Angela.

“Esatto. É stato un piacere”. Completò Valentino.

Mcmillan chinò il capo, sempre con quell'atteggiamento pomposo, poi si scansò e gli lasciò proseguire.

I due arrivarono senza fiato all'Aula di Antiche Rune. Videro la Granger assieme a Luna, la ragazza dai capelli color biondo sporco, con la collana di tappi di Burrobirra.

La classe 6A era piuttosto piccola e non brillava particolarmente per la sua atmosfera.

C'erano davvero pochi banchi, una libreria dall'aria piuttosto vecchia, ricoperta di libri dalle copertine muffite e un leggio che doveva essere ad uso e consumo dell'insegnante.

Oltre alla Granger e alla Lovegood, seduti allo stesso banco, c'erano il Ravenclaw dai capelli biondi e l'aria piuttosto precisa, Goldstein e il buon Blaise, che giocherellava distrattamente con la penna d'oca, rigirandosela fra le mani.

Blaise, vedendo il duo di italiani, abbandonò il passatempo e rivolse loro un largo sorriso.

Per un attimo anche il Ravenclaw sembrò interessato alla loro comparsa, ma la sua curiosità durò poco: scoccò loro un'occhiata penetrante e si rimise a fissare il soffitto con interesse rinnovato.

La Granger fece un cenno di saluto ad Angela e la Lovegood disse inconfondibilmente:” Ciao” con un accento che era tutto, meno che italiano.

Dopo aver ricambiato i saluti, Valentino ed Angela si sedettero uno affianco all'altro ed estrassero le loro copie di Tradizione Avanzata delle Rune di Yuri Bishen, come piume e calamaio, per poi fissare con curiosità la porta, aspettando, come tutti, l'arrivo dell'insegnante.

Dopo una manciata di secondi la porta si aprì nuovamente e una strega entrò nell'aula: era una bassa strega dai lunghi capelli corvini e un bel viso a goccia, due occhi color nocciola e due labbra piene. Vestiva con un completo da strega rosso e blu e portava un lungo cappello a punta.

Si schiarì la voce e parlò con una voce acuta e sonora.

“Benvenuti o bentornati a questo corso! Per coloro che non mi conoscono, io sono Bathsheda Babbling e insegno, come dovreste aver ben presente, Studio delle Antiche Rune. Devo dirvi solo poche cose, e siccome sono tutte molto serie, credo che sia meglio toglierci il pensiero prima che finiate frastornati dalla lezione".

I pochi studenti presenti nell'aula si guardarono tra loro, incuriositi.

"Quest'anno purtoppo il nostro corso è più che dimezzato. Molti ragazzi sono rimasti a casa, altri si sono trasferiti e la Battaglia di Hogwarts non ha certo contribuito ad aumentare gli iscritti dell'ultimo anno. Sono lieta di riaverla in aula, Signorina Granger e Signorina Lovegood, come voi, Signor Zabini e Signor Goldstein. Salutate i nuovi arrivati: il Signor Marchetti e la Signora Doragon. Ancora, benvenuti".

La strega sorrise al duo di nuovi arrivati e continuò.

"Pur essendo assai triste, lo scarso numero di studenti iscritti sarà sicuramente molto proficuo per voi: ci permetterà di approfondire in modo millimetrico lo studio del programma di quest'anno. Sono consapevole...".

Scoccò un nuovo sguardo ai due italiani.

"...Che il vostro programma della materia equivalente all'Accademia Profonda sia lievemente più avanzato rispetto al nostro, ma dovete capire che per gli studenti di Hogwarts non si tratta di un corso obbligatorio e non lo si frequenta per sette anni, solamente cinque".

Nel suo sguardo era ben visibile il disappunto per l'organizzazione accademica di Hogwarts.

"Detto questo, non ci metteremo molto per rimetterci in pari. Se non ci saranno problemi sono certa che riusciremo ad ottenere tutte le compotenze per affrontare gli M.A.G.O. di quest'anno".

Blaise sbuffò.

"Hai capito benissimo, Zabini. Ritengo appropriato ricordarti che il prossimo giugno affronterete un importante esame, durante il quale sarete messi alla prova su quanto avete imparato della trauzione e dell'uso delle antiche rune. Sebbene in questa classe ci sia indubbiamente qualche studente lavativo..."

Blaise abbassòil capo, apparentemente lusigangato e si guadagno uno sguardo esasperato da parte della Granger.

"... Mi aspetto che otteniate almeno un “Sufficiente” nel vostro M.A.G.O., mi sono spiegata? Quello che dovete ricordare è che questi esami influenzeranno il vostro futuro per molti anni a venire! Dovrete tenere in conto che saranno delle prove indispensabili per la vostra carriera. Allo stesso tempo sono spiacente di comunicarvi che dovremo lavorare più duramente del solito affinché possiate ritenervi fieri di voi stessi”.

Blaise e Goldstein si guardarono, con un'espressione terrorizzata.

"Ora iniziamo la lezione!".

La Professoressa Bathsheda Babbling sollevò la bacchetta e diverse rune appervero sulla lavagna.

Valentino sorrise soddisfatto: sembrava proprio che questa Bathsheda Babbling prendesse molto sul serio il proprio lavoro, esattamente come il buon Professor Livius.

Fu una lezione davvero interessante, per quanto Valentino e Angela conoscessero già gli argomenti trattati.

Dopo che Angela e la Granger ebbero otttenuto venti punti a testa per le loro traduzioni e che con soddisfazione la Professoressa Babbling ebbe dichiarato che non sembrava esseci necessità di assegnare compiti che non fossero un semplice ripasso degli appunti appena presi.

Conclusa la lezione, Blaise chiamò Valentino e Angela fuori dalla classe.

«La Babbling!». Disse. "Ma quanto è forte, eh?".

“È più che forte”. Disse Angela, appena uscita dall'aula.

“Superforte”. Disse Valentino, entusiasta e iniziò ad incamminarsi verso la Sala Grande.

I tre raggiunsero di gran carriera le scale, con gli stomaci che ululavano per la fame.

“Ragazzi!”

Una voce ansiosa li raggiunse da dietro. Il trio di Slytherin si girò, curioso.

La Granger stava correndo loro dietro. Aveva il fiatone. Doveva essersi fermata a parlare con la Babbling, per poi mettersi a correre dietro a loro tre.

Blaise si girò, sorpreso.

“Cosa posso fare per te, Granger?”.

La ragazza ricordò a Valentino se stesso mentre parlava con Ernest Mcmimallan. Spostava il peso da un peso all'altro e sembra nervosa.

“Zabini, potresti dire al Malfuretto che lo aspetto al parco dopo pranzo?”. Chiese la Granger, con una nota imbarazzata nella voce roca.

Zabini sorrise e annuì, tranquillo, mentre Angela e Valentino scoccavano sguardi curiosi all'uno e all'altra.

La Granger non era solo nervosa. L'incantesimo Linguafiamma di Angela doveva aver infiammato la gola alla povera ragazza.

“Posso anche contare sul fatto che la cosa non sia sulla bocca di tutti per 'sta sera?”. Chiese nuovamente la Gryffindor, abbandonato il nervosismo, con un sorriso divertito.

“Non posso assicurartelo, Granger, ma farò il possibile”. Ghignò Blaise, altrettanto divertito.

La Granger rise e li sorpassò, dopo aver scoccato un'occhiata curiosa ad Angela e Valentino.

A Valentino parve di sentire:”La gola mi brucia ancora. Doveva proprio fare quella fattura...”.

I tre si guardarono e scoppiarono a ridere.

Scesero la scale scambiandosi commenti sulle tre lezioni che avevano appena sostenuto. Blaise era colpito da un frase della Professoressa Prewett. Lei aveva detto che non avrebbe permesso l'uso di fatture illegali per quella lezione. Questo, secondo Blaise, voleva dire che forse avrebbe mostrato loro della Magia Oscura prima o poi.

Angela e Valentino iniziarono a prenderlo in giro, ricordandogli la pensosa figura della Chang.

Dopo che Angela promise sulla vita di Valentino che avrebbe insegnato l'incantesimo Linguafiamma a Blaise, i tre arrivarono finalmente in Sala Grande.


I cibo era già comparso sui quattro tavoli, quando si sedettero a quello di Slytherin.

Valentino si impadronì di una teglia piena di uno speziatissimo ragù di cinghiale e polenta fritta. Anche Angela favorì volentieri e passò il cinghiale ad Draco, fresco fresco della sua ora di pausa.

Angela sembrava proprio felice.

“Pensaci, Val, abbiamo già finito tutte le lezione della giornata prima del pomeriggio. Abbiamo pochi appunti da ripassare e potremo farci un bel giretto al Lago per un po' di divertimento chimico”.

Anche Valentino sogghignava, il sugo di cinghiale che gli arrossiva le labbra.

“Siete maledettamente fortunati”. Sibilò Draco, che stava addentando del roast beef.

“Io, Pancy e Theodore e Daphne dobbiamo sorbirci l'ora di Babbanologia. Ordini della McGonagall. Immagino che sia parte della nostra riabilitazione”. Spiegò, con un tono amaro nella voce.

Blaise gli si rivolse con un sorriso perfido sulle labbra.

“Comunque mio viscido amico, sarò latore di buone notizie”. Sembrava gustarsi ogni momento.

“Possa sapere perché hai quell'aria compiaciuta, Zabini?”. Gli chiese Draco, che finse un tono freddo, per mascherare la sua curiosità.

“Beh, Dracuccio, la Granger mi ha raggiunto dopo Antiche Rune. Voleva che ti comunicasse l'ora in cui voi due...”.

Draco lo guardava impaziente mentre sorrideva.

“... L'ora in cui vi troverete per il prossimo segretissimo appuntamento. Sarà dopo pranzo, nel parco”.

Draco si fece sfuggire uno sbuffo soddisfatto.

“Chi deve andare al parco?”.

Daphne, che aveva appena parlato, Theodore e Pancy si sedettero, con aria stanca.

“Come mai avete quei musi lunghi?”. Chiese Angela guardando i nuovi arrivati.

“Erbologia”. Disse cupo Theodore. “La Sprout ha iniziato a parlarci dei Treant. Ci ha portato nella foresta a vederne uno. Penso di dover riconsiderare gli Schiopodi Sparacoda...”

Valentino impallidì. Treant? Nella foresta c'erano i Treant?

“Sei sicuro di quello che dici?” Gli domandò Zabini, assolutamente stupefatto.

“Assolutamente”. Rispose Daphne, al posto di Nott. “Gli Schiopodi erano orribili, sputavano fuoco, mordevano e pungevano, ma almeno erano di una grandezza contenuta. I Treant sono alti come querce, anzi, in effetti sono querce”.

Pancy la interruppe, altrettanto traumatizzata. “Folle, folle davvero. Uno di loro ha completamente polverizzato una grossa roccia muovendo una gamba. Sembrano piante tranquille, ma a quanto pare sono molto orgogliosi e se si incazzano non li fermi con nulla”.

Anche Angela sembrava colpita.

“Cosa sono gli Schiopodi Sparacoda?” Chiese.

Una risata generale si sollevo dalla tavola di Slytherin, attirando l'attenzione di tutti.

“Una idea geniale del Professor Hagrid”. Disse disgustato Blaise, indicando l'uomo enorme che li aveva traghettati sul Lago Nero, che sedeva al tavolo degli insegnanti, impegnato ad asciugarsi del succo di zucca che si era versato sul giaccone.

“Un simpatico incrocio tra Manticore e Fiammagranchi. Lo abbiamo scoperto mesi dopo averli incontrati comunque. Le femmine avevano delle ventose per succhiare il sangue, mentre i maschi una sorte di pungiglione esplosivo”.

Le facce di Angela e Valentino erano maschere di terrore.

“Fortunatamente dopo i quarto anno l'idiota si è sbarazzato di quei mostri, ma se ci penso posso ancora sentire le scottature sulle mani”. Si lamentò il moro.

Il gruppo rise ancora e la conversazione proseguì tranquillamente tra una battuta e l'altra.

Concluso il pasto, Draco si congedò in fretta per uscire in fretta dalla Sala Grande, camminando a grande falcate verso il parco.

Angela e Valentino si avviarono, con le borse cariche di libri, verso il dormitorio di Slytherin.

I due ragazzi, raggiunto il divanetto di pelle nera, i due vi si coricarono e iniziarono ad estrarre gli appunti. Si divisero il lavoro: Angela si occupò di sistemare Antiche Rune, mentre Valentino di impegnò per Pozioni. Infine i due misero a punto un lavoro più che discreto per Difesa.

Soddisfatti, corsero a rimettere le loro borse nelle camere.

In sole due ore, i compiti erano finiti e il duo si affrettò a raggiungere le rive del lago.

Con dei sorrisi furbi sul volto, i due ragazzi presero a fumare beati, dopo il solito incantesimo di disillusione.

Valentino si lasciò andare. Guardava stordito e sorridente l'orizzonte che si stagliava di fronte a lui.

Il sole, che si stava per nascondere dietro alle cime delle montagne, illuminava lo specchio d'acqua del lago; era davvero uno spettacolo eccezionale.

La pace appena trovate venne distrutta da Angela, che si alzò la schiena di scatto e si avvicinò, gattonando, all'amico.

“Valentino, io non voglio passare un anno senza potermi esercitare nelle Arti Oscure”.

Valentino la guardò negli occhi: era indubbiamente fatta. Andava detto che anche Valentino pensava la stessa cosa: aveva fatto di tutto per non praticare incantesimi oscuri durante la lezione di Difesa, quando sarebbe stato il suo primo istinto.

“Non hai torto”. Rifletté Valentino. “Sarebbe bello trovare un posto capace di permetterci un po' di privacy per allenarci in pace su quello che abbiamo scoperto sul Libro”.

Angela annuì.

“Appena torniamo lo chiedo a Blaise. Sono sicura che lui conosce un posto sicuro fra i territori della scuola, che potremmo sfruttare”.

Valentino sentiva la testa farsi così pesante da non sapere bene come rispondere: da un lato immaginava che un ragazzo furbo come Blaise effettivamente sapesse davvero dove trovare un posto simile, ma di sicuro non glielo avrebbe rivelato senza voler sapere cosa ci avrebbero fatto.

Quasi leggendogli nel pensiero, Angela suggerì ancora: “Potremo Obliviarlo una volta che ci avrà rivelato dove andare e come arrivarci. Sembra un ragazzo abile, ma noi due non dovremmo aver problemi a...”.

“Sono già parecchie infrazioni al regolamento scolastico”. Disse secco Valentino. “Un incantesimo di memoria, per quanto potente, può sempre essere spezzato”.

Angela si morse il labbro.

Valentino, incapace di muovere bene il proprio corpo, rotolò sull'erba per raggiungere il fianco dell'amica.

Sputando l'erba fresca che si era trovato in bocca, Valentino disse:”Secondo me ci conviene aspettare. Questo è il primo giorno di scuola e già sembriamo decisi a ricominciare ad esercitarci. Non dico che non faremo, ma dobbiamo essere prudenti e capire se possiamo fidarci degli Slytherin. Se così fosse non mi dispiacerebbe insegnare anche a loro due cosette”.

Angela annuì soddisfatta.


NOTE DELL'AUTORE

 

So bene che secondo le fonti la professoressa Bathsheda Babbling dovrebbe essere morta durante la Battaglia di Hogwarts, combattendo contro i Mangiamorte.

Ho voluto glissare su questo dettaglio perché si tratta di informazioni presenti su Wizarding World/Pottermore, su cui preferisco non esprimermi, totalmente assenti dai libri.

Dato che Hermione parla di tanto in tanto della Babbling nei romanzi, ho voluto darle una personalità e metterla su carta, basandomi molto sulla mia vecchia professoressa di latino.

Ovviamente in questo capitolo l'insegnante vi è stata solo presentata, ma avremo modo di conoscerla meglio con il proseguire del racconto.

Buona vita,
Herma.

   
 
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