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Autore: primimesi    20/09/2022    3 recensioni
“Perché piangi?” le chiese, avvicinandosi notò pure una guancia arrossata, segno che qualcuno doveva averla colpita. “Ti ha dato uno schiaffo?” le chiese, iniziando ad arrabbiarsi
“E’ che…” provò a rispondere la donna, cercando di fermare i bollenti spiriti dell’uomo. Ryo non aggiunse altro, era deciso di uscire da lì e prenderlo a pugni, anzi gli avrebbe direttamente sparato in fronte, ma Kaori riuscì a bloccarlo afferrandolo per un braccio. “Aspetta! Fermati, ti prego!” lo supplicò, mentre ancora piangeva
“Fermarmi? Perché mai? Quel rincoglionito ti ha alzato le mani, e io lo ammazzo!”
“Per favore! Lascia perdere! Ormai è fatta!”
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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A quel punto la donna si intromise nella discussione. “Lascia che Ryo ti aiuti, solo lui può risolvere questa situazione!” suggerì, cosa che aveva fatto anche precedentemente, prima che Ryo la trovasse in quello stato, lo schiaffo gliel’aveva dato per quel motivo.

“No! Non voglio che si intrometta nei mie affari!” urlò lui, cominciando a perdere la pazienza

“Sai chi è!” strillò a sua volta Kaori – Lui può proteggerti! Può aiutarti ad uscirne! Devi solo dirci perché sei ricercato da loro, solo questo, e qualunque sia il motivo, lui ti aiuterà”.

Ryo non disse nulla, ma non l’avrebbe aiutato se non fosse per Kaori, anzi, l’avrebbe lasciato volentieri nelle mani dei suoi aguzzini, ma era il marito della persona più importante della sua vita, perciò mai avrebbe rifiutato di aiutarla.

“Lui lo farà solo per te! Non sono mica scemo io! Non ho intenzione di ricevere favori da questo bellimbusto!”

“Non puoi pensare al tuo orgoglio proprio ora! Si tratta della tua vita Hiro! Non di altro!”.

I due cominciarono a litigare, cosa che portò Ryo a mettersi tra loro per evitare che si colpissero a vicenda, sapeva perfettamente che se Kaori avesse voluto, avrebbe potuto spiaccicarlo al muro, ma non voleva farlo, perciò per evitare altri problemi, preferì intervenire cercando di calmare le acque. “Sono disposto ad aiutarti, ma devi raccontarmi tutto, così, non posso farlo”

“Non voglio il tuo aiuto” ribadì Hiro

“Fallo per tua moglie!” lo supplicò Ryo.

Hiro si rifiutò ancora una volta di venir aiutato, poi decise di andare via. “Ora basta, andiamo a casa!” disse a quel punto – Ne discuteremo meglio, ma andiamo via!” continuò, guardando Kaori

“No, lei non va da nessuna parte” rispose Ryo – Non fintanto non mi accerto che è al sicuro, e con te non lo è!”.

Il dottore cominciava veramente ad infastidirsi, e il fatto che sua moglie se ne rimanesse lì, dietro a Saeba, senza dare cenno di volersi spostare per seguirlo, lo fece andare ancora più in tilt. “Me ne vado solo! Ti do due giorni di tempo Kaori! Se non sarai a casa per allora, me ne andrò senza di te!”

“Non puoi andartene!” lo riprese lei – Non puoi girare da solo a quest’ora”

“Vaffanculo!”.

Detto quello aprì la porta andando via. Ryo vide lo sguardo sperduto della donna, non sapeva interpretare i suoi pensieri, non capiva se lei aveva intenzioni di lasciare Hiro o se lo aveva perdonato, ma non c’era tempo per quello, doveva stargli dietro, così lo seguì a ruota, Kaori fu subito dietro di lui. “No, tu resta qua! Chiamo Umibozu e Miki e gli dico di venirti a prendere, così sarò più tranquillo”

“E Hiro?”

“Proverò a convincerlo in qualche modo, se ti ama, riuscirò a farcela”

“Grazie”.

Ryo stava per raggiungere il suo obiettivo, quando delle auto arrivarono a tutta birra davanti l’ingresso della sua casa, cominciarono a sparare con dei mitra, colpendo in pieno Hiro, Kaori provò a raggiungerlo, ma Ryo riuscì a trattenerla per non rischiare di lasciarla ferire, e solo quando le auto furono abbastanza lontane le permise di raggiungere il corpo ormai inerme di suo marito. La donna urlò abbastanza forte, suo marito era morto, e lei non era riuscita a difenderlo, Ryo era accanto a lei, sempre in allerta, chi fosse stato a sparare poteva sempre ritornare, e la sua priorità era Kaori, però non poteva non notare quanto la donna stesse male in quel momento, e dopo alcuni minuti di un disperato pianto, cominciò a ridere, lasciandolo perplesso. Il suo sguardo era strano, i suoi occhi vuoti, continuava a ridere senza smettere, e quando la trascinò via da lì, riportandola in casa, la vide buttarsi sul divano, indossava ancora l’abito da sposa, ormai rovinato, strappato, sporco di terra e di sangue, e lei sembrava in piena crisi. Ryo avvertì Saeko della situazione, la donna mise in allerta la polizia, e chiamò i soccorsi.

 

Kaori se ne restava reclusa nella sua stanza da ormai tre giorni, non si era ancora spogliata, indossava l’abito da sposa, e si limitava solo a bere l’acqua che Ryo le portava, rifiutando di mangiare ogni sorta di cibo. Miki aveva provato a parlarle, era l’unica persona che faceva entrare nella camera, poi una sera diede la possibilità anche a Ryo di poter entrare. Lei era stirata sul letto, rannicchiata, il suo viso ormai era talmente impastato di trucco che a stento la si vedeva. Lui le si sedette accanto, non sapeva cosa dirle, ma voleva cercare di aiutarla, mai l’aveva vista in quello stato.

“So che pensi che io stia avendo una crisi di nervi…” cominciò nel dire lei, con la voce impastata – Ma non è così”

“E’ normale stare così, hai perso tuo marito a primo giorno di matrimonio, hai perso la persona che amavi, e…”.

Lei lo interruppe. “No” disse

“No cosa?” chiese Ryo, cercando di capire

“Ho semplicemente perso una persona bugiarda e manipolatrice”

“Kaori…”

“Mi sento sollevata invece!” ammise la donna, mentre provava ad alzarsi dal letto

“Sollevata?” domandò lui, un po’ confuso.

Ryo aiutò Kaori a stare seduta sul letto, l’abito ingombrava, ma a lei sembrava andare bene così per quel momento. “Non sapevo come comportarmi con lui, volevo davvero proteggerlo, ma se fosse morto mi sarei sentita sollevata, era una sensazione che avvertivo anche quando avevo provato a convincerlo, ma volevo che si convincesse perché desideravo trascorrere più tempo con te!” l’uomo cambiò completamente espressione, ma questo lei non poteva saperlo, erano al buio, perciò impossibilitati a guardarsi. “So che stai pensando che io sia stata pazza a comportarmi così in questi ultimi giorni, ma la verità è che mi sento in colpa, non perché lui sia morto, ma perché mi sono sentita sollevata per la sua morte! Ho tolto un peso che avevo sul petto, e questa cosa mi fa stare male, perché non è da me! Non sono io questa, capisci? Perciò mi chiedo: chi sono?”.

Quelle parole lo avevano spaventato un po’, perché temeva che Kaori potesse avere un crollo psicologico non indifferente, lei diceva di stare bene in qualche modo, oltre a quel suo problema del non sapersi riconoscere, e per Ryo quello fu più disturbante di qualunque altra cosa, però provò a confortarla lo stesso. “So che è dura, ma devi cercare di andare avanti, per prima cosa devi toglierti questo vestito, forse così potrai sentirti meglio”.

Kaori annuì a quelle parole, poi aiutata da Ryo, entrò in bagno. Dopo che fece una doccia rigenerante, si sentì meglio, ma la sua mente ritornava spesso ad Hiro, e provava una strana fitta al petto, un dolore che non voleva più sentire, poi cominciò a piangere senza una ragione precisa, quando uscì dal bagno, raggiunse la sua stanza, Ryo era ancora lì, seduto sul suo letto, ma voltato di spalle. “Ti giuro solennemente che non sbircerò, ti stavo aspettando, e non voglio andarmene da qua”.

La donna si fidò dell’uomo, sapeva che Ryo aveva la mania di guardarla mentre faceva la doccia di solito, ma quella volta non era successo, e lui avrebbe mantenuto la sua promessa, perciò anche se con lui in camera, si cambiò, ritornando ad essere finalmente quella di prima in qualche modo. Entrambi si stirarono sul letto, prima un po’ indecisi, poi Kaori si avvicinò a Ryo, facendogli capire di voler essere abbracciata, cosa che lui comprese quasi subito, stringendola a sé. “Io sono qui, sono sempre qui” le sussurrò all’orecchio, facendole venire i brividi

“Lo so” gli rispose, stringendosi ancora di più all’uomo – Mi dispiace averti messo da parte ultimamente”

“Non devi neanche dirlo, io desidero per te solo la felicità, e se stare lontano da me ti dovesse rendere la persona più felice del mondo, allora lo accetterei”

“Il punto Ryo, è che… io… sono veramente felice solo se sto con te”

“Kaori…”

“Ho sperato ogni giorno che Hiro avesse avuto bisogno di te, non era un pensiero sempre fisso, non ci rimuginavo, però ogni mattina quando mi svegliavo quella era la prima cosa che pensavo”.

Ryo non rispose, si limitò soltanto a stringerla ancora più forte, facendole sentire la sua vicinanza, ed era insolita come cosa, perché se alle volte capitavano quei momenti sia lei che lui si allontanavano velocemente, invece in quel momento non fu così, anzi, lui cominciò ad accarezzarle la testa. “Appena ti riprenderai un po’, faremo un viaggio, lasciamo stare tutto e andiamo in Francia” le disse

“Lasciare Shinjuku? Ne sei sicuro?”

“Sarà solo per poco, poi ritornerò ad essere il migliore sulla piazza!”.

Kaori scoppiò a ridere, perché Ryo credeva di essere l’uomo più bello e sexy del Giappone, non che non fosse bellissimo, ma lui ci credeva davvero tanto a questa cosa o almeno così faceva intendere.

“Shinjuku ha bisogno di te, ma va bene allontanarsi per qualche giorno”

“Ha bisogno anche di te, perché vedi… in verità il vero City Hunter siamo noi due”.

  
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