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Autore: Xandalphon    29/09/2022    1 recensioni
Dopo molti tentennamenti, ho deciso di rieditare e revisionare 'A new Generation' e ripubblicarla da capo.
Per chi si approcciasse ora alla storia, si tratta di una 'what if?' che prende il largo dalla trama del manga dal capitolo 689.
In questa versione della storia, un Naruto ancor giovane si metterà nei panni del sensei per addestrare tre scanzonate ragazzine... Cambiando completamente il mondo ninja (Niente Boruto e Sarada. E più avanti si scoprirà anche perché)
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'A new generation'
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20) Who's your king? Part Two
NewGen2


Il sestetto si risvegliò, pesto e dolorante, all'interno di una gabbia, in una grotta illuminata da una luce fioca.

Il primo pensiero di ognuno, appena aperti gli occhi fu il medesimo: stupore per essere ancora vivi.

Ako fu la prima a realizzare che, se li avevano tenuti vivi, era per uno scopo particolare. Notò anche che avevano legato un nastrino arancio al piede di lei, Haruna ed Hanabi, mentre i membri del team 4 avevano al polso un nastrino nero.

Erano tutti conciati piuttosto male. In particolare Shin, che sembrava soffrire tantissimo. Aveva evidenti segni di bruciatura sulla spalla sinistra, dove la manica della tuta era ridotta a brandelli.

Asami era distrutta dal senso di colpa per questo. Era stata lei a ridurlo così e ora non sapeva né cosa fare né cosa dire.

Haruna decise di rompere il muro di silenzio: “Verranno a salvarci. Naruto sensei e Shikamaru sensei sono vivi e torneranno da noi.”

Ran rispose, nonostante la bocca pesta e sanguinante. “Quegli stupidi sono morti. Non arriverà nessuno.”

Hanabi ridacchiò: “Quei due? Morti? Sii seria, Katou-chan... Insieme potrebbero radere al suolo mezzo continente in un'ora se lo volessero; dubito fortemente che un gruppo di sbandati che fatica a far fuori dei genin possa far loro anche soltanto un graffio...”

Ma Ran, in evidente vena pessimistica, scosse la testa: “Fosse anche vero, chi ti dice che verranno a cercarci? O, anche se lo facessero, che ci troveranno? Mi date il voltastomaco con le vostre stupide speranze insensate.”

Asami fece per dirle qualcosa, ma Ako la interruppe, fissandola intensamente: “No. Haruna ha ragione.”

La gelida nipote di Shizune replicò beffarda: “Perché? Ti stai aggrappando a qualche indizio che te lo faccia credere?”

“No. Non mi sto aggrappando a nessun indizio, non ce ne sono. Lo so e basta.”

“Lo speriamo tutti, Ran. Aggrapparsi a una speranza è... Umano.”fece Asami, rivolta alla sua compagna di squadra.

Al che fu Hanabi a prendere la parola, anticipando Haruna: “Ti sbagli anche tu Yamashiro-chan. Non si tratta di sperare. Non si tratta di credere. Si tratta di sapere. Io di dubbi non ne ho. Nessuna di noi tre ne ha.”

“Tre contro uno, ragazza di ghiaccio. E se Shin non stesse delirando dal dolore, saremmo quattro contro uno. Maggioranza vince, Katou.”, sentenziò la ragazza con la bandana.

“Facciamo pure cinque contro uno, Ako. Hai ragione.”, disse di nuovo, più rinfrancata, Asami.

Stettero in silenzio per un po'. Poi Ran, nonostante il tono di voce sempre gelido, fece: “Sei contro zero. Sono umana anche io, dopotutto.”

Mentre stavano per cadere addormentate, arrivarono tre Jounin. Uno di loro doveva essere un ninja medico, ed evidentemente era anche il loro capo. Ordinò: “Ok, come da piano d'azione, abbiamo fatto appena in tempo a innalzare la barriera illusoria di grado S. Anche in modalità eremitica, il nostro obiettivo ci metterà un po' prima di capire dove sono. Il che ci da' un'ora, massimo un'ora e mezza, per fare quello che dobbiamo, con questi ragazzini e poi sloggiare... Ricordate! In questa operazione il tempismo è tutto! Conducete quelle con il nastro arancione al rifugio sotto la cascata. Devono essere preparate al più presto per quella tecnica.”

“Intende la tecnica dell'incubo e del sigillo sulla lingua?”, Fece un altro.

Taci, sciocco! Ritieniti fortunato del fatto che sono dei mocciosi e non ne sanno nulla, altrimenti avrei dovuto ucciderti subito assieme a loro! Ok, ok, riprendiamo la calma. Lasciate pure qua gli altri. Darò solo un antinfiammatorio al ragazzo. Li porteremo più tardi al villaggio.”

Al che i due presero Ako, Haruna e Hanabi e se le caricarono sulle spalle, per portarle chissà dove.

Dopo una decina di minuti da che se ne furono andati, Shin, che nel frattempo si era ripreso, disse: “Merda.”

Sul momento, Asami pianse di gioia e urlò: “Grazie al cielo stai meglio Shin! Perdonami per... Quello.”

“Non fa niente, Asami. Anche se mi avessi centrato non avresti colpe. Del resto anche io mi trovavo nel posto sbagliato al momento sbagliato.” Patetico tentativo di fare il cavaliere, ma meglio che niente, pensò Shin. Poi continuò:

“Innanzitutto, è evidente che non sono ninja della nebbia. Hanno solo cercato di confonderci. Piuttosto, dovremmo preoccuparci per il team 7. Hanno parlato della tecnica dell'incubo. Su una cosa si sono sbagliati: saremo anche dei mocciosi, come ha detto quello, ma... Sai anche tu cos'è, vero Ran?”

“No, Gekko. So solo che il nome evoca brividi e lacrime negli anziani di Konoha. Se sai qualcosa, dicci cosa stanno per fare a quel trio di baka.”

“Mio fratello mi raccontò la storia, una volta da piccolo. Lo credevo uno di quei racconti spaventosi creati allo scopo di non farti dormire la notte. Più avanti scoprii che mi aveva raccontato una storia vera. Per farla breve, la tecnica dell'incubo è una sorta di genjutsu molto potente, che di solito, come del resto avrete sentito, si abbina alla tecnica del sigillo sulla lingua. In pratica, si inculca una parola d'ordine nel cervello. Una volta che tale parola, o frase, viene pronunciata, chi ha subito la tecnica deve portare a termine un obiettivo ad essa associato. Sostanzialmente, è uno dei sistemi più efficienti per assassinare qualcuno. Quello che la rese così rara è che, per inculcare frase ed obiettivo nel cervello della vittima l'utilizzatore perde parte della propria anima. In pratica, dopo più di una decina di volte, l'utilizzatore diventava pazzo. Hayate mi aveva detto che tale tecnica scomparse dal mondo addirittura all'epoca della prima grande guerra ninja. Decisamente molto tempo fa. A quanto pare, qualcuno l'ha riportata alla luce. I maestri di questa tecnica, inoltre, svilupparono un modo per renderla ancor più letale. Abbinarono la frase ad un setting. In pratica, non è solo la frase a fungere da catalizzatore, ma anche una sensazione, abbinata a uno o più dei cinque sensi. Anche per questo era chiamata “il bacio della morte”.

“Credo di non aver capito l'ultimo pezzo, Shin-kun”. La interruppe, decisamente spaventata, Asami.

“Oh, credo che tu abbia capito molto bene, invece, ma che ti rifiuti di pensarci. Asami, il setting preferito è rappresentato dallo sfruttamento del tatto. Un bacio, un abbraccio, una stretta di mano... Ovviamente, più è potente l'evocatore, più è ampio lo spettro, sia del setting, sia delle combinazioni di parole necessarie. Non c'è niente di meglio, per uccidere qualcuno, di usare una persona di cui si fida.

Ed è per questo, che per ottenere il massimo risultato, la tecnica venne ulteriormente migliorata: venne inventato il cosiddetto “sigillo sulla lingua”. In realtà è un nome fuorviante, perché se l'utilizzatore è potente, inibisce non solo la comunicazione verbale, ma anche quella scritta e gestuale.

E' simile a quello che avevano i membri di Radice. Ti farò un semplice esempio per farti capire come funziona il sigillo: se l'amato o l'amata scoprissero di aver subito quella tecnica e avvisassero prima di non dire o di non fare certe cose tali da attivare l'incubo, la sua pericolosità si ridimensionerebbe di molto, giusto?

Ma se utilizzare diverse serie di combinazioni di parole o gesti fosse vietato a chi l'ha subita... Insomma, l'amato non potrebbe avvertire l'amata; il figlio non potrebbe avvertire il padre...”

“L'allievo non potrebbe avvertire il sensei.” Completò lapidaria Ran.

“In pratica mi state dicendo che...” Asami era una maschera di terrore. Non ci voleva credere.

“Che, visto che sembra impossibile altrimenti, vogliono usare questo metodo per eliminare Naruto Uzumaki”, concluse amaramente Shin.

“Tuo fratello ti ha mai detto se esisteva un modo per contrastare questa tecnica?”

“Hayate mi disse che, sulla base di alcuni, rari, casi di persone che avevano resistito all'incubo, i primi membri del clan Yamanaka lo cercarono per molto tempo, senza successo. Provarono poi a isolare almeno il sigillo sulla lingua, così che almeno si potesse prevenire l'incubo, ma niente da fare. Facendo tutte le indagini del caso, arrivarono a stabilire che i sette casi sui 103 esaminati che avevano resistito, l'avessero fatto per una questione di forza di volontà, ma non riuscirono a dedurre altro.

Il ragazzo fece una pausa. Non sapeva se voleva continuare a raccontare la storia che gli aveva tramandato Hayate... Si fece forza, poi aggiunse:

“Alla fine, però un sistema per batterla c'è. Molto semplice e crudele, a dire il vero, ma preferirei che non me lo faceste dire... Pensare ad Hanabi, Ako e Haruna che lo mettono in pratica mi è troppo doloroso.”

“Ti prego, Shin, sforzati e non parlare per enigmi! Per quanto doloroso è sempre un sistema!”, fece, leggermente speranzosa, la rossa.

Ran, a questo punto, sbottò. Possibile che fosse così stupida? “Baka che non sei altro, Asami! Shin ti sta dicendo che l'unico modo che esiste per chi ha subito l'incubo di non uccidere una persona cara è, se capisce di aver subito la tecnica, quello di togliersi la vita prima di attivarsi!”

  
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