Sì, questa cosa ci è indubbiamente sfuggita di mano.

Continua la saga dei pistoli.

Questa flash si può leggere
cronologicamente in contemporanea a quella
di DrkRaven
“Un tocco di classe”,
vediamo se cogliete l’accostamento.

ZOOM

C’era una sola persona alla quale Kenma non riusciva a rifiutare un favore.
E, no: non si trattava di Kuroo. Ma di Hinata Shoyo.

- Cos’è che devo fare, Shoyo? -
Dai, non poteva aver capito giusto. Ok che Shoyo era sempre così… imprevedibile. E bizzarro, soprattutto dopo esser tornato dal Brasile, ma cazzocazzo. Sì, ecco appunto a tal proposito…
- Sì, il cazzo di Kuroo. Mi serve una foto, Kenma. -
- Il… cazzo… di Kuroo…? -
Perché, Kuroo era dotato di cazzo?

Al solito il tono delle loro voci era specchio del loro modo di affrontare la vita. Energico da una parte, mentre dall’altra trapelava la filosofia di vita della “massimo resa con minimo sforzo”.
- Sì, hai presente quello… Atsumu-san come posso spiegare? -
°° Cos’è che devi far capire, Shoyo-kun?°°
- Il cazzo. -
°° Chi cazzo è che non sa cos’è un cazzo?! °° chiese sconvolto Atsumu.
- Shoyo, lo so che cos’è! Solo non capisco perché… e guarda, neanche voglio sprecar energie per capire perché. Avrai il tuo cazzo. -
- Grazie Kenma, lo sapevo che potevo contar su di te. -
Kenma chiuse la conversazione. Girò la poltrona sulla quale era seduto, e sulla quale passava 23 ore su 24, per poi alzarsi e ciabattare verso la cucina dalla quale stavano provenendo dei rumori.

Ed eccola lì, la sua mission.
 

Kuroo, al solito, passava a casa sua almeno una volta al giorno per assicurarsi che fosse vivo. Poi, appurato ciò, si assicurava che continuasse a rimaner vivo, portandogli da mangiare e cucinandogli dei pasti sani e bilanciati.
Ecco perché Kuroo, dopo essersi tolto la giacca, e averla appoggiata ad una delle sedie, si era intrufolato un dito nel nodo della cravatta e l’aveva leggermente allentato fino a togliersi quell’aggeggio infernale e lanciarlo nella stessa sedia per poi dedicarsi alle maniche della camicia, arrotolandole fino a metà avambraccio.
Ecco, ora era pronto per cucinare.

- Kuroo? -
- Sì? - chiese mentre si era abbassato per recuperare una ciotola dove mettere a bagno le verdure.
- Mi serve una foto del tuo cazzo. -
Eccolo qui il mood “ massimo resa con minimo sforzo” applicato alla realtà.

La testata sulla portella della credenza rimasta aperta fu colossale.

Kuroo, generoso di natura, non rifiutava mai un favore a nessuno.
E, oltretutto, era dotato di un forte senso dell’autoironia.
- Allora è vera questa leggenda metropolitana che circola questa chat di cazzi. E chi sono io per esimermi di apportare il mio contributo? - disse ridendo mentre finiva di rivestirsi dopo che diverse foto erano state scattate ed ora Kenma le aveva spostate al pc. E prese posto proprio al fianco di Kenma che si era rianimato ora che stava smanettando davanti ad un computer.
- Sì… Sì… - fu l’inevitabile commento laconico dell’altro, che non lo stava minimamente ascoltando – Gli mettiamo le orecchie e la coda da gatto o da tigrotto? -
- Ma perché il mio cazzo non deve essere serio come quello di tutti gli altri? - finse di prendersela Tetsurou, ma stava ridendo.
- Mettila così: questa è un’ottima trovata di marketing, di sicuro il tuo sarà quello più guardato. -

- Oh! OH! OH! Atsumu-san! È arrivato! - Shoyo balzò in piedi sul letto, al colmo della felicità.
- FAMMELO ZOOMARE SUBITO! -

FINE

Io non capisco perché quando si parla di pistoli, Atsumu è sempre in mezzo. Lettaralmente in alcuni casi ahahah