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Autore: Red Owl    10/10/2022    1 recensioni
Si dice che ci sia un tesoro inestimabile, sotto alle colline di Yevàn. Nessuno ne conosce la natura: c'è chi parla di un tesoro sepolto da più di mille anni, c'è chi parla dell'oro degli Elfi, c'è chi parla di sapienza, chi di potere. Nessuno l'ha mai visto, ma tutti lo cercano.
C'è una mappa che vale oro e c'è un ladro senza scrupoli, c'è un'ereditiera più furba di quel che sembra e un mercenario venuto dal mare. C'è, soprattutto, una voce nella notte che in pochi sentono e che chiede di viaggiare lontano, lontano, oltre le porte della città e oltre la campagna, su fino alla collina del tesoro e giù tra le radici degli alberi.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jens ha sempre pensato che sottoterra ci fosse il silenzio, ma non è così. In superficie il terreno è asciutto, ma lì sotto è tutto un cik-cik-cik di acqua, un gocciolio costante che giunge da tutte le direzioni e che rimbalza distorto e ingigantito sulle pareti irregolari del budello nel quale sta avanzando.

Al di sopra del suono dell'acqua sente il rumore del suo respiro, il tonfo dei suoi passi e il crepitio della torcia. La torcia, la benedetta torcia: Jens non aveva mai conosciuto il buio, prima di infilarsi in quella grotta.

La fiamma crea un alone di confortante chiarore nel raggio di un metro e mezzo, ma oltre a esso c'è solo il nero più impenetrabile. Solo di tanto in tanto il filo di ferro che lo collega a Tek cattura il riflesso del fuoco e manda un baluginio rossastro: una scia di luce che lo porta verso la meta.

L'uomo prosegue per qualche decina di metri e giunge nel punto in cui Tek si è fermato tempo prima: ora capisce perché gli avesse chiesto se fosse certo che la mappa indicasse di svoltare a destra.

Sollevando la torcia sopra la testa, vede che la galleria nella quale stanno procedendo si divide in due braccia divergenti. A sinistra la galleria si fa più ampia e sale leggermente verso la superficie, mentre il braccio di destra si restringe notevolmente e pare procedere sempre sullo stesso livello.

Non riuscirò a camminare normalmente, lì. Dovrò muovermi a quattro zampe. Il che significa che Yanik dovrà strisciare.

L'uomo si cava la mappa di tasca ed esamina ancora una volta il tracciato. Sì, non ci sono dubbi: devono davvero proseguire lungo quel budello disagevole.

Il vetro che protegge la torcia impedisce alla fiamma di spegnersi, ed è una vera fortuna perché, costretto a muoversi su mani e ginocchia, Jens la lascia cadere più volte.

L'uomo soffoca un'imprecazione tra i denti e continua a muoversi a carponi. La via non si fa più stretta, ma nemmeno si allarga, e Jens inizia a perdere il senso dello scorrere del tempo. Quanto è passato da quando sono scesi sottoterra? Due ore? Tre ore? È già pomeriggio? Lui e i suoi compagni si sono divisi e ritrovati già cinque volte. Se i calcoli di Tek sono corretti, sono a un tiro di corda dal raggiungere il loro obiettivo.

E se invece fossero sbagliati? Quanto possiamo andare avanti ancora prima di finire il filo?

Jens non si è mai trovato faccia a faccia con le proprie paure. Anche nelle situazioni più complicate, durante i crimini più efferati, ha sempre sentito di avere un certo margine di sicurezza, una via di fuga che gli avrebbe consentito di salvarsi la pelle.

Lì no. Lì non ci sono nemici da combattere, guardie da uccidere, ma solo inattaccabili pareti di roccia sopra di lui e attorno a lui, un terreno umido e fangoso sotto alle dita e sotto alle ginocchia. Il cunicolo è troppo stretto persino per girarsi, e Jens non può che andare avanti, avanti, avanti.

L'uomo fa un paio di respiri profondi per calmarsi e per non iperventilare, ma ormai la sua mente si è incamminata lungo un sentiero oscuro. Il reale e l'impossibile si mischiano, e per un attimo il bandito è convinto che quella galleria angusta non avrà fine, ma proseguirà verso il centro della terra per un tempo e uno spazio superiori a quelli di una vita umana.

Forse la mappa è una trappola. Forse non c'è alcuna chiave, alcuna sala sotterranea alla fine del tunnel (e poco importa che Tek abbia colpito il filo tre volte segnalando che andava tutto bene, che i suoi compagni potevano seguirlo).

Jens ricorda le parole pronunciate dalla creatura che lo serve controvoglia. Il tuo orgoglio e la tua ambizione ti portano sempre più in su, sempre più in alto, ma anche tu cadrai un giorno, così come cadono tutti i mortali, e la tua fine sarà lontana dalla luce del sole, nel freddo e nel fango: questo ti meriti.

Ha sempre pensato che quella profezia - o quella minaccia, forse - fosse da intendersi in senso figurato, ma adesso gli sembra che essa assuma una sfumatura terribilmente tangibile. Adesso lui si trova veramente nel buio. Adesso sta strisciando veramente nel fango. È quella la sua fine?

Prima che il panico possa impossessarsi di lui, però, un lieve chiarore azzurrognolo inizia a invadere il cunicolo, e cresce fino a sovrastare il bagliore rosso della torcia. Le pareti del tunnel si allargano all'improvviso e Jens si ritrova in una caverna ampia, grande abbastanza da contenere venti uomini.

Tek è seduto su un masso a qualche metro da lui e osserva la pozza d'acqua cristallina che occupa la parte destra della grotta. Jens colpisce distrattamente tre volte il filo metallico che lo unisce a Yanik, segnalando al ragazzo che si può muovere, e poi si avvicina al brigante più anziano.

La luce azzurra viene da lì, dalla pozza d'acqua e dal ruscello placido che ne sgorga, scorrendo per qualche metro prima di sprofondare nuovamente nel terreno.

"Bioluminescenza" sospira Tek.

Jens lo guarda senza capire. "Eh?"

L'altro uomo indica lo specchio d'acqua. "Ho visto una cosa simile in certi bracci di mare su dalle mie parti. D'inverno, quando il sole non sorge, l'acqua brilla. Non è opera della magia, ma di alcune creaturine quasi invisibili che vivono nel mare. Quando non c'è la luce del sole, se la producono da sé. D'estate invece sembrano dei piccolissimi insetti trasparenti. Scommetto che, se guardassimo quella pozza da vicino, ci troveremmo delle creature simili."

Jens annuisce, affascinato dalla spiegazione del suo compagno. "È un'abilità indubbiamente utile per degli esseri che vivono nel buio perenne."

Tek grugnisce in segno d'assenso e poi i due uomini attendono in silenzio che anche Yanik li raggiunga: la voce umana sembra fuori luogo in quella sala sotterranea.

A Jens il tempo per cui attendono l'arrivo del ragazzo sembra molto più breve di quello che ha impiegato ad attraversare il tunnel. Il giovane emerge sporco e ansimante dal cunicolo e rimane a bocca aperta quando vede la sala illuminata d'azzurro.

"Oh, finalmente" sbuffa cercando invano di ripulire i pantaloni incrostati di fango. "C'erano dei punti in cui credevo di non passare."

Non sembra provato dall'attraversata nel budello buio, e Jens prova vergogna per la propria reazione.

Per evitare che qualcuno raggiungesse la chiave per primo e se ne impossessasse all'insaputa degli altri, i tre hanno concordato che Jens e Tek avrebbero percorso insieme l'ultimo tratto di grotta, se il terreno l'avesse consentito. I due si scambiano un'occhiata. "Insieme?" chiede il più anziano.

Jens osserva l'ampia via che si apre nella direzione in cui devono procedere. "Va bene."

Il riverbero azzurro dell'acqua è meno forte che nella sala che hanno appena abbandonato, ma il ruscelletto che scorre ai piedi della parete destra ospita comunque un certo numero delle creature descritte da Tek e i due procedono con agio, camminando in un'atmosfera violacea che è quasi ultraterrena.

In alcuni passaggi la roccia ai loro lati sembra quasi lavorata in maniera artificiale e Jens ha un brivido di eccitazione. Ci siamo! Pensa.

Il percorso disegnato sulla mappa mostra una brusca curva a sinistra e anche la galleria che stanno percorrendo si evolve in maniera simile: pochi metri e i due uomini raggiungono quella che dovrebbe essere la loro meta.

La sala in cui entrano è ancora più grande di quella che avevano lasciato, ed è anch'essa parzialmente occupata da un piccolo lago sotterraneo. Lo specchio d'acqua è più ampio e profondo di quello che hanno incontrato poco prima, e la luminescenza è più soffusa. Le creature che la producono devono essere più numerose in superficie e formano uno strato luminoso spesso qualche decina di centimetri, mentre le acque più profonde sfumano verso il turchese, il cobalto ed un blu talmente intenso da sembrare quasi nero.

Dall'ampio soffitto a volta pendono numerose stalattiti, e i detriti presenti sul terreno suggeriscono che altrettante sono quelle che, nel corso dei millenni, si sono schiantate a terra. Jens distoglie lo sguardo con un brivido di inquietudine.

"Cosa stiamo cercando?" chiede Tek, dopo aver dato il segnale per far muovere anche Yanik.

Questa è una bella domanda, riconosce Jens studiando la mappa. Il punto in cui dovrebbe trovarsi la chiave è indicato con il disegno di un giglio, che è però semplicemente lo stemma degli Ardyn: è chiaro che non ci sono fiori lì, ma solo pietre e polvere.

"Dovrebbe essere da quelle parti" dice, inclinando la mappa così che anche l'altro uomo possa leggerla.

Tek aggrotta la fronte, mentre i suoi sottili occhi scuri sondano la penombra. "Possibile che ci fosse qualcosa che è andato distrutto?" chiede, spostando con la punta del piede una delle pietre più piccole.

Jens solleva la torcia per osservare un po' meglio l'ambiente circostante: se non trovasse alcuna indicazione utile, scaverà tra le macerie, ma vuole prima essere certo di non avere ignorato qualche indizio che potrebbe semplificargli la vita.

Uno scintillio improvviso attira la sua attenzione. "Cosa c'è lì?"

Tek si volta subito verso la direzione che gli è stata indicata e alza a sua volta la torcia. "... parrebbe una porta" mormora dopo qualche istante.

Eh già, pensa Jens mentre avanza a grandi passi verso la sagoma che si staglia sulla parete che hanno di fronte. Quando la raggiunge vede che è veramente una porta: è priva di maniglia, ma l'intaglio nella roccia è troppo netto per essere casuale. Sulla sinistra si intravede il meccanismo dei cardini. Con poche speranze, l'uomo colpisce la porta con una spallata, ma questa non si muove.

"Si apre verso l'interno" dichiara quando Tek gli si avvicina.

L'uomo del nord fa scorrere la punta delle dita lungo la fessura ai lati del lastrone, forse alla ricerca di una serratura nascosta. "Chi pensi che l'abbia costruita?"

"Non gli Ardyn, perché altrimenti non si spiegherebbe il bisogno di mappare un percorso così scomodo quando c'era una via probabilmente più rapida e sicura" replica Jens.

Tek si è accucciato a terra e improvvisamente grugnisce. "Non gli Ardyn, no."

"Che c'è?" fa l'uomo più giovane, abbassandosi al suo livello.

Sulla parte inferiore della porta ci sono alcune iscrizioni argentee: è su di esse che è rimbalzata la luce delle torce, attirando la loro attenzione. I due le esaminano per qualche istante e poi si guardano. "Sai leggerle?" chiede Tek.

Jens scuote il capo. "Neppure tu, suppongo."

"Non è una lingua che conosco" conferma il brigante.

È una lingua che nessuno conosce, a parte gli elfi, pensa Jens, certo che anche il suo compagno stia avendo pensieri simili. In realtà quelle incisioni potrebbero essere state fatte da un popolo sconosciuto, ma comunque umano, o potrebbero essere parte di un codice cifrato, volutamente incomprensibile; tuttavia all'interno di quella grotta la loro natura elfica pare più plausibile di qualunque altra supposizione.

In quel momento anche Yanik giunge nella sala. "Dunque?" chiede a gran voce. "Dov'è la chiave?"

Dopo aver guardato un'ultima volta le incisioni lucenti, Jens si allontana dalla porta: non c'è altro da vedere, lì.

"È quello che stiamo cercando di capire" dice avvicinandosi al giovane. "Credo proprio che ci toccherà scavare tra quelle pietre: sei pronto?"

Yanik guarda dubbioso i detriti ammassati nella zona che Jens gli ha indicato. "Io sono pronto, ma la vedo dura, se speriamo di trovare una chiave tra quel casino."

Ha ragione, naturalmente, ma che altro possono fare? "Un motivo in più per iniziare subito" replica suadente.

Illuminato dalle torce dei suoi compari, il ragazzo inizia spostare un sasso dopo l'altro, sostenendo lo sforzo con respiri pesanti e regolari. Accovacciato accanto a lui, Jens non può fare a meno di ammirare segretamente la forza del giovane, la precisione con cui lavora nonostante la fatica.

Sentendosi in dovere di non essere da meno, abbassa lo sguardo su una grossa pietra che si trova ai suoi piedi e valuta se non sia il caso di afferrarla a due mani e spostarla, se non altro per velocizzare le operazioni. Sarebbe in grado di farlo?

Distrattamente sfiora con le dita la superficie del sasso, smuovendo il sottile strato di polvere e impalpabile muffa grigiastra che lo ricopre. Il movimento è sufficiente per fare emergere un'irregolarità che lo incuriosisce.

Strofinando il sasso con più energia, ne libera la superficie: su di essa è impressa la sagoma inconfondibile di un fiore. Non è un giglio, ma qualcosa che ci assomiglia molto, e sfiorandolo con le dita sente che non è inciso, come aveva pensato in un primo momento, ma leggermente in rilievo: un fiore di pietra schiacciato e appiattito contro una pagina dello stesso materiale.

"Questo mi sembra un buon indizio" osserva la voce di Tek da sopra la sua spalla.

Jens annuisce senza staccare gli occhi dal fiore. "Sposta questa" dice.

Yanik si affretta a obbedire. Le sue mani afferrano la pietra da entrambi i lati e la sollevano come se non pesasse nulla. Al di sotto di essa c'è una buca scavata nel terreno: non è molto profonda, trenta centimetri al massimo, e al suo interno c'è un piccolo scrigno di legno.

Trattenendo il fiato, Jens lo afferra e se lo posa sulle ginocchia. C'era una serratura, un tempo, e in un certo senso c'è ancora, ma l'umidità della grotta ha ormai attaccato il legno, rendendolo fragile e marcescente. Le dita dell'uomo lo frantumano con agio.

"Quindi?" lo incalza Yanik.

Sul volto del brigante si disegna un sorriso storto. Jens solleva lentamente un braccio ed espone la mano alla luce delle torce: tra le sue dita scintilla una piccola chiave di bronzo.

   
 
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