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Autore: Miky_D_Senpai    14/10/2022    0 recensioni
Un'altra "What if?" che deriva da una delle più dolorose morti di tutto l'anime.
D'altronde si sapeva fin troppo poco su quel personaggio e ha fatto comunque abbastanza male ai nostri cuoricini (siamo cresciuti male e addolorati eh). Quindi volevo - perché anche questa storia proviene dal lontanissimo 2015 e la sto ristrutturando - dare una seconda chance al personaggio che prometteva di essere un buon sostituto come protagonista, ma che non ha avuto la protezione che meritava da parte di Oda-sama.
Comunque eccoci qui, personaggi nuovi verranno introdotti per rendere al meglio la narrazione simile a quella del manga. Dovrò fare anche un ripasso per non cambiare proprio completamente la trama di tutto One Piece per non dovermi inventare un universo in cui NON avvengono fin troppe cose.
Ci vediamo dall'altra parte nella speranza di trovare sempre nuove motivazioni per continuare la stesura.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Garp, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un lumacofono stava squillando a vuoto, avrebbe dovuto trasmettere una notizia urgente, ma dall’altra parte non rispondeva nessuno.
«Viceammiraglio Garp!» un marine era entrato spalancando la porta. Si era bloccato sull’attenti appena dopo l’uscio, tentando di nascondere il fiatone per la corsa che l’aveva portato da una parte all’altra della fortezza. Il silenzio nella stanza era rotto solo dal lieve vento che spostava le tende bianche e dal russare dell’eroe della marina.
Erano giorni bui nel QG: dopo la cattura di Portuguese D Ace, si aspettava con preoccupazione l’imminente reazione di uno dei quattro imperatori nonché capitano di pugno di fuoco. Per affrontare questa minaccia, la marina aveva richiamato moltissimi ufficiali da tutte le isole, Marineford non sarebbe più stato sicuro per le semplici reclute.
La notizia si era diffusa a macchia d’olio e giornalisti erano giunti a seguire l’evento, facendo interviste e sistemando le telecamere che ne avrebbero trasmesso la diretta. I sottufficiali si mostravano in parte indignati, in parte euforici per la "Guerra del secolo" alla quale stavano per partecipare, alcuni di loro con precedenti esperienze in situazioni particolari come quella, ma gli ufficiali erano riluttanti al lasciare commenti, come Smoker che si era limitato a mandare a quel paese i giornalisti.
I viceammiragli lavoravano da giorni all'organizzazione strategica della battaglia, ma c'era una strana tranquillità nel QG della marina. Gli ammiragli erano stati richiamati, ma tardavano ad arrivare per altre questioni che riguardavano la protezione personale dei draghi celesti.
Garp era uno di quelli a cui il lavoro non era mancato e si concedeva lunghi pisolini appena ne aveva tempo.
Il marine, ormai sull' attenti da cinque minuti, stentava ancora a muoversi nonostante il dolore al braccio destro.
Finalmente, stiracchiandosi rumorosamente, Garp si svegliò. Non notò subito il marine e posò lo sguardo sul mucchio di fogli sulla scrivania, diverse copie dei vari giornali contornavano i piani per contrastare uno dei quattro imperatori in tutta la sua potenza.
La candela, ormai spenta, era quasi completamente consumata dopo una serata a discutere su quanto la forza più brutale non potesse competere contro l’uomo più forte del mondo e la sua ciurma. Una strategia creata appositamente per bloccare e contenere il potere che si sarebbe scatenato per salvare quell’unica vita. Quella contro la quale era costretto a complottare, condannando suo nipote a essere separato da chi lo voleva soltanto salvare.
Il volto di Ace lo circondava, come fosse il santino di un demone che doveva scacciarsi dalla testa e, ostentandolo con quell’ossessività, tentava di contrastare il suo rimorso. O almeno così avrebbe dovuto pensare chiunque fosse entrato.
«Cosa c’è?» chiese, dando a quel pover’uomo l’ordine di abbassare il braccio ormai in cancrena. «Signore, lo Shichibukai Orso Bartholomew è appena approdato sull’isola»
Quella notizia, che per molti sarebbe stato soltanto un altro nome da aggiungere agli alleati della marina, sembrò soddisfare Garp a tal punto da smuoverlo dalla sedia. «Seguimi» ordinò.
 
Il marine lo accompagnò fino alla baia, non sembrava abituato alla presenza di una figura autoritaria come la sua, ma era estremamente tranquillo. «Sai per caso se dal G-2 sono stati convocati dei cadetti?» gli domandò camminando, costringendo il cadetto a rovistare tra i fogli senza fermarsi.
«Sissignore, abbiamo ricevuto la conferma che, oltre al Viceammiraglio Comir e al suo braccio destro, sono stati anche convocati i due pupilli della base»
Garp si voltò verso il soldato e ordinò con fermezza «Voglio subito che tu spedisca un ordine da parte mia: che vengano solo il Viceammiraglio e il suo sottoposto e che spediscano i ragazzi sull’arcipelago Organ con la nave più veloce che hanno»
Il marine corse via, senza domandarsi il perché di quell’ordine, né la causa di una richiesta così specifica. In fondo, era suo dovere riferire la volontà dell’Eroe della marina. Quest’ultimo lo guardò finché non svanì nel dedalo di corridoi. Soddisfatto dell’ubbidienza che aveva dimostrato e allo stesso tempo sollevato di essersi liberato della sua presenza così proficuamente, scese fino alla costa.
La strada verso il molo era lunga e piena di soldati che seguivano gli ordini provenienti dai vari reparti per prepararsi ad ogni evenienza. I cannoni venivano lucidati e trasportati dalle navi da guerra alle postazioni sulla baia e i fuochi delle cucine erano accesi costantemente per riuscire a soddisfare l’enorme richiesta che proveniva da un’armata simile e chiunque lo incrociasse lasciava semplicemente passare quell’austera figura.
Il molo al quale era diretto era invece deserto. Situato in un’insenatura nascosta ai più, era dove si attendevano gli arrivi più importanti e in quel momento c’era soltanto l’alto cyborg.
 
«Voleva parlarmi?» Per ingannare l’attesa stava leggendo la sua Bibbia e, al contrario dei suoi sottoposto che aveva incontrato arrivando lì, guardava l’anziano marine negli occhi, dall’alto della sua statura. Non vi furono saluti o convenevoli, solo una richiesta da parte di Garp, una richiesta che, per quello che poteva, fece rabbrividire il cyborg.
Nemmeno i suoi circuiti avrebbero potuto calcolare una possibilità simile.
«Quindi vuole che io spedisca il prigioniero a queste coordinate?» il volto di Kuma si muoveva meccanicamente e l’assenza di espressività era quasi rassicurante, soprattutto dopo una domanda del genere. Aveva dato una rapida occhiata al foglietto che gli aveva appena consegnato la Leggenda della marina, non riconoscendo subito la destinazione, ma sapendo i rischi avrebbero comportato un gesto simile.
«So che hai già i tuoi ordini e il programma non cambia, Gekko Moria va eliminato e poi dovrai tornare a Karakuri per scontare la tua pena» il vecchio si grattò la fronte, riconsiderando la disponibilità del Tiranno e rivalutando la situazione. «Se invece mi stai chiedendo chiarimenti sulla mia richiesta…» fece una pausa, rischiando di cadere nel rimorso, ma ormai aveva esposto le sue intenzioni e non sarebbe più tornato indietro.
«Sì, devi spedire mio nipote lontano dal patibolo» il tempo attorno a loro sembrò fermarsi, lo Shichibukai lo superò e, una volta dietro di lui, avanzò la sua richiesta: «Deve promettermi che potrò comunicare al dottor Vegapunk un ultimo desiderio» Il vecchio acconsentì, consapevole del destino a cui il Tiranno sarebbe andato incontro.
«Donerò un’altra occasione a Portuguese D. Ace» concluse.
   
 
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