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Autore: LucreziaPo    09/09/2009    5 recensioni
Attenzione spoiler su Harry Potter and the Deathly Hallows! chi non vuole rovinarsi la sorpresa, non legga nulla!!!! e se dopo la morte di Voldemort, Dio decidesse di far esprimere ad Harry il desiderio di far tornare in vita le persone care che lui ha perso nella lotta??? e se lui accettasse?? ci saranno baci, battute e scherzi con i Malandrini di nuovo riuniti, amore, scommesse e risate!!!! mi raccomando ditemi che ne pensate!!! un bacione Lily Black 90
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'I protecting you & A new Life'
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“Ciao, amore!”

Ethan Williams l’abbracciò fortissimo, avvolgendola tra le sue braccia.

Keira sorrise, ricambiando la stretta.

Lui l’allontanò un attimo per osservarla.

“Stai bene? Hai una faccia…”

Il bel viso di Keira Sanderson era turbato, teso, non disteso.

Lei abbozzò un sorriso.

“N-nulla. Non ti preoccupare, sono solo pensierosa. Tutto qui.”

Aveva riflettuto su ciò che era successo per tutto il tragitto fino all’albergo, ed era un tragitto piuttosto lungo!

L’aria della notte non era riuscita a schiarirle le idee ed ora era più confusa di prima.

La cosa che più la confondeva era quel formicolio che avvertiva, quel senso di vertigine alla bocca dello stomaco che sentiva se rivolgeva il suo pensiero a Sirius Black.

Sirius.

Come in trance entrò in bagno e frugò nella sua trousse.

La colse il panico quando inizialmente non lo trovò, ma poi i battiti ritornarono alla normalità quando le sue dita si strinsero attorno ad una scatoletta.

L’aprì con mani tremanti: dentro morbidamente adagiato su un velluto color blu notte c’era il suo anello di fidanzamento.

L’anello che gli aveva regalato Sirius, l’anello che più di ogni altra cosa avrebbe voluto indossare.

Non se l’era mai infilato dopo la morte di Lily e James.

Mai.

Ma i suoi pensieri andavano sempre in quella direzione, a ciò che avrebbe potuto avere.

Lo sfilò dalla scatoletta e lo rigirò tra le dita e come ogni volta che lo faceva, e negli ultimi 18 anni l’aveva fatto solo in occasioni rarissime, una tempesta d’emozioni l’avvolse.

Sentì le lacrime rigarle le guance prima di riuscire a fermarle e di colpo si ritrovò accasciata contro il muro del bagno ed infine seduta sulle fredde mattonelle.

Strinse l’anello così forte nel suo palmo che ci lasciò il segno.

“Voglio riaverlo indietro. Voglio riavere indietro ciò che avevo. Ti prego, Dio, se esisti, ascoltami.”

Toc Toc Toc

“Keira! Stai bene? Tutto ok, lì dentro? Hai bisogno di una mano?”

Keira deglutì a vuoto un paio di volte e poi fece dei respiri profondi per riuscire a calmarsi.

L’acqua fredda completò l’opera.

E quando uscì dal bagno era la stessa di sempre.

Baciò Ethan su una guancia ed andò a stendersi, il cuore in subbuglio ed una tremenda consapevolezza dentro….

L’amava ancora…

Ed ora, che fare?

 

“I can almost see it
That dream I’m dreaming but
There’s a voice inside my head sayin,
You’ll never reach it,
Every step I’m taking,
Every move I make feels
Lost with no direction
My faith is shaking but I
Got to keep trying
Got to keep my head held high…”

Miley Cyrus- The Climb

Keira aveva gli occhi chiusi, concentrata al massimo nella registrazione della canzone “The climb”.

La musica la trasportava, portandola in luoghi dove non c’erano pensieri se non le parole da dire e le note da suonare.

“Bravissima. Davvero spettacolare.”

Una voce la fece sobbalzare, riportandola alla realtà.

Immediatamente l’incantesimo ed il mondo in cui si era rifugiata si spezzò.

Si voltò in direzione della voce e sorrise, senza rendersene conto. Fu spontaneo.

Sirius Black l’osservava, dall’altro lato del vetro della stanza di registrazione.

Accanto a lui, i tecnici li osservavano.

Era appoggiato al muro, con indosso una maglietta nera sbracciata e semplici jeans.

Ma per Keira fu una visione, nonostante tutto il tempo passato.

Tutto stava ritornando alla normalità.

“Hai finito di registrare? Ho l’ordine di prelevarti e portarti a pranzo, per poi…”

“Rapirmi di nuovo?”

“Ordini della signorina Lily, madame.”

Keira rise.

“Devo finire di registrare questa…”

“Vai, mio piccolo Raggio di Sole! Viene qui un bel ragazzo e tu gli dici d’aspettare! Muovi il culo e vai! La finirai un altro giorno!”

Era John, il suo manager.

Lo fulminò per lo sguardo per averla chiamata così ed arrossendo, si tolse le cuffie ed uscì dalla stanza.

“Mio piccolo Raggio di Sole? Ma quanti nomignoli hai?”

Sirius la guardava, un sorriso storto sul volto.

Era felice di vederla. Quando Lily gli aveva proposto di andare a prendere Keira perché, guarda caso poi, lei non poteva, era stato felice.

Davvero felice.

Rivederla era sempre un’emozione, era sempre bellissimo.

Ed anche se andava contro se stesso, sentiva ancora il famoso buco allo stomaco ed i brividi sulla schiena, quando la vedeva.

Le sorrise.

“Andiamo, su.”

“E se mi riconoscono?”fece lei, prendendo la borsa ed indossando gli occhiali da sole.

“Non esci mai?”

“No…cioè, sì! Ma cerco di evitarlo.”

“I fan sono incantati dalla tua bellezza e bravura?”

“Mi assalgono e basta.”

“Pensa a me come ad una guardia del corpo, con una piccola marcia in più.”

“Niente magia.”sillabò a denti stretti.

“Lily l’ha usata su di te. Potremmo rifarlo ancora. Modificherei il tuo aspetto. Come ieri.”

Keira alzò lo sguardo al cielo.

Non aveva scelta.

O accettava la magia, come aveva fatto ieri, o sarebbe stato difficile uscire dall’edificio.

“Ok. Ma solo perché devo uscire. Qui, dentro, su!”

Si rifugiarono in un ripostiglio e Sirius le cambiò l’aspetto.

“Ok, pronti per andare a pranzo. Ti piace ancora il cibo greco o sbaglio?”

Keira lo guardò.

Si ricordava delle sue preferenze? Dopo 18 anni?

“Ho una buona memoria. Con le cose che m’interessano.”disse lui, rispondendo alla sua domanda inespressa.

La sua voce, calda e sensuale come sempre, la fece rabbrividire nonostante il caldo che faceva.

Sorrise, imbarazzata.

“Certo che sì. E tu adori ancora il gelato alla nocciola?”

“Sì. E tu le mandorle caramellate?”

“Fare gli scherzi in acqua ed affogarmi?”

“Ovvio. Non vedo l’ora di buttarti a mare.”

“E…”

Parlarono a lungo di ciò che piaceva all’uno e di ciò che piaceva all’altro, davanti ad un piatto di cibi greci.

Era davvero come se il tempo non fosse mai passato.

Keira e Sirius si ritrovarono a scherzare e ridere tra loro, a fare battute, a prendersi amichevolmente in giro…

Keira rise di più in quei giorni, che in tanto tempo.

Si trovava benissimo in sua compagnia.

Si ritrovò a passeggiare con lui per le strade di Londra, come avevano fatto un tempo.

Era chiusa nella sua bolla di felicità, con Sirius.

D’un tratto Sirius guardò l’orologio, fermandola.

“Dobbiamo andare.”

“Dove?”chiese lei, curiosa.

“Ad Hogwarts, no? Non hai voglia d’incontrare Albus, la McGranitt, Hagrid…”

“Come ci andiamo?”

Sirius la guardò.

Il fatto che si rifiutasse di usare la magia, se non per evitare di essere riconosciuta, gli dava sui nervi.

Keira sbuffò.

“No. Non ci vengo.”

Erano in una stradina secondaria, nascosti da due macchine.

Alzando gli occhi al cielo, Sirius l’afferrò per la vita, girò su se stesso e si smaterializzò.

Udì il grido soffocato di Keira, prima si sentire il consueto strappo all’ombelico.

Serrò gli occhi, tenendo stretta Keira a sé.

Cadde rovinosamente sull’erba fresca del prato di Hogwarts, con Keira addosso, in una posizione a dir poco equivoca…

“Sirius Black, io t’ammazzo!”

Keira si tolse di sopra e lo guardò, arcigna.

“Me la paghi! Ho detto che non volevo nessuna magia!”

Lo colpì al braccio, gli occhi accesi.

“Andiamo, Keira. Mi sono solo smaterializzato! Come volevi arrivare qui? Con il treno?”

“Sono una babbana.”

“Sei una strega. Accettalo. Se fossi solo una babbana, non ti saresti fatta tingere i capelli con la magia!”

“E’…è stato per necessità! Rimettimeli com’erano! Subito!”

Sirius sbuffò, alzandosi.

“Sirius!”

“Ci vediamo.”

S’avviò verso l’entrata, nel caldo pomeriggio.

I prati erano deserti, il sole illuminava tutto e la superficie del lago era calma, piatta…

“Sirius!”

Fatta eccezione di Keira Sanderson, c’era molta calma…

Sirius si fermò ed aspettò che lei lo raggiungesse.

“Ho passato 18 anni rifiutando la magia! Ora non puoi venire qui e costringermi ad usarla, come se niente fosse successo!”

“Dov’è la bacchetta?”

“Cosa? Non lo so…”

“L’hai buttata?”

“No, ma non so dove sia. Non la uso, né l’userò.”

“Ti toccherà farlo.”

“E sarai tu a costringermi? Scordatelo! Io non prendo ordini da nessuno!”

“Da me lo farai. Perché è per il tuo bene, e perché una follia.”

“E’ stata una follia essere uscita con te!”

“Non ti era dispiaciuto.”

“Prima che tu usassi la magia, no!”

“Keira!”

“Non fare così! Ho difficoltà ad usare la magia, ok? E che gli altri la usino su me! Non voglio. Non ora. Non ce la faccio.”

“E ce la farai?”

“Non lo so, ok? Non lo so!”

Sirius la guardò.

Keira teneva gli occhi serrati ed era arrabbiata.

Sirius si pentì di aver usato la magia con lei, ma che scelta aveva?

Andare ad Hogwarts in treno?

Camminarono in silenzio fino al castello, ma Keira si rianimò subito quando intravide Hagrid e Silente.

“Hagrid! Albus!”esclamò correndo loro incontro.

Non ci poteva credere! Non li vedeva da una vita ed ora…

Eccoli lì, come se il tempo non fosse mai passato.

“Vedo che la tua esuberanza ti distingue sempre…”sorrise bonario Silente, che era stato travolto dal suo abbraccio.

“Quella, l’irascibilità, le maniere forti…”elencò Sirius, ma venne zittito da un pugno di Keira, affettuoso, su un braccio.

“Visto? Avevo ragione!”

“Salve, Sanderson!”

“Salve, prof! La trovo bene.”

La severità della McGranitt non impedì a Keira d’abbracciare anche lei.

“E’ espansiva, oggi? Che devo dire a sua discolpa?”intervenne Sirius, ridendo.

“Che non li vedo da anni?”suggerì Keira.

Sirius si passò una mano tra i capelli sale e pepe e sorrise.

Keira rimase immobile a guardarlo, a vedere quel gesto per lei così familiare, ma si riscosse dopo un attimo.

Fu una giornata bellissima per lei.

Rivedere i posti che le appartenevano, le aule, i corridoi, i quadri parlanti che ancora si ricordavano di lei, gli elfi domestici che li circondavano offrendo loro cibo e bevande rinfrescanti.

Salì, seguita da Sirius, le scale per andare nel dormitorio che era stato loro.

Rivide gli arazzi, il rosso di Grifondoro ed il dorato, il caminetto…

“Le cose non cambiano mai, vero?”disse, parlando più a sé stessa che altro.

“Non quelle importanti.”rispose Sirius. “Guarda qui.”

La condusse sotto la finestra del dormitorio maschile.

Lì sotto i loro nomi: Sirius & Keira, James & Lily, Remus & Lizzie…

“Credevamo che sarebbe durata per sempre, quando eravamo qui.”sussurrò Keira.

Keira si rimise in piedi, mentre Sirius si sedeva sul pavimento.

“Abbiamo iniziato a crescere moltissimo solo quando siamo usciti di qui. In questo posto i sogni erano ancora permessi. Là fuori abbiamo capito che non esistevano più.”

“Lily e James sono ancora insieme.”ribattè Keira.

“Nulla li potrà separare, neppure la morte e l’abbiamo visto. Ma per il resto di noi…Remus e Lizzie…”

“Remus non sta con Dora? E Lizzie…”

“Siamo i soli a non aver avuto il nostro lieto fine?”

Sirius si alzò in piedi e la guardò per un attimo soltanto, poi la superò per uscire.

“Siamo i soli a non aver avuto il nostro lieto fine?” ripetè.

“Ah, cara! Se l’avessi io un tipo così non lo lascerei tanto facilmente!”disse la signora di un quadro nella sala comune, quando lei scese.

“Io l’ho fatto…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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