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Autore: Farkas    15/10/2022    2 recensioni
Per salvare la vita di sua zia Peter non ha altra scelta che fare un patto col diavolo. Non deve vendere l'anima, ma il suo matrimonio con MJ che verrà cancellato dalla storia, in modo che Mefisto possa cibarsi dell'infelicità che i due proveranno per l'amore perduto. Peter accetta e ottiene anche che tutto il mondo esclusa MJ scordi la sua identità, mentre lui e la rossa dimenticheranno di aver stipulato il patto. Ma Mefisto, vuole di più. E per ottenerlo fa leva su quello che è forse il sentimento più potente in grado di provare qualunque creatura senziente: l'amore.
Il demone dunque fa un'offerta ulteriore a Mary Jane: se entro un anno riuscirà a riconquistare Peter lui renderà loro il matrimonio, in caso contrario prenderà l'anima della rossa. Ma un uomo d'affari prudente sa che conviene diversificare gli investimenti e quindi Mefisto fa la stessa proposta anche a Felicia, permettendole di ricordare la vera identità di Peter ed eliminando tutti gli impedimenti a una sua storia con lui, garantendole una chance di successo.
Spinte dall'amore entrambe accettano. Chi vincerà questa diabolica scommessa?
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Curt Connors, Felicia Hardy, J. Jonah Jameson, Mary Jane Watson, Peter Parker
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Un nuovo giorno

Capitolo 12: Peter continua a provocare problemi di cuore

 
-Ucci, ucci sento odor di candidatucci- commentò allegramente Minaccia. Librandosi a mezz’aria sul suo aliante in mezzo alle macerie dell’ingresso del centro accoglienza il nuovo goblin costituiva davvero una visione inquietante.
Dato che non c’era nessuno vicino all’ingresso, l’esplosione non aveva fatto vittima anche se qualcuno si era ritrovato a terra a causa dello spostamento d’aria.
-C’è un’uscita di emergenza? - chiese Hollister a Li.
-Certo- rispose l’asiatico.
-Bene. E allora guidi i suoi ospiti e i volontari. Io cercherò di attirare l’attenzione di quello squilibrato-.
-Cosa?!- fece esterrefatto Eddie.
-È ovvio che sia qui per me. Con un po’ di fortuna riuscirò a farvi guadagnare l’uscita se lo faccio parlare-.
Per un attimo Eddie Brock rimpianse il simbionte. Come Venom avrebbe potuto dare una bella lezione a Minaccia, ma come Eddie non poté far altro che cercare di tranquillizzare gli altri ospiti del rifugio.
Li fece agli altri di seguirlo e s’incamminò con passo felpato verso la salvezza, mentre l’uomo di colore si avviava risoluto verso il supercriminale declamando a pieni polmoni: - Se ce l’hai con me, è con me che devi prendertela! Questa gente non centra nulla con la politica, è qui solo per avere un pasto caldo! -.
“Se sopravvive voto per lui!” pensarono molti dei presenti.
-E io invece penso che debba prendersela con me! - sentenziò Spider-Man, sbucando da uno stanzino laterale e lanciandosi contro Minaccia con la ragnatela. Riuscì a piazzare un doppio calcio nello stomaco al nemico, ma questi si riprese immediatamente.
Sempre lui… bah, stavolta il suo intervento mi fa anche comodo”, pensò Minaccia.
-Portalo fuori! Ci sono tantissime persone qui dentro! - urlò Hollister.
-Non ti preoccupare, lo porterò fuori io! Dopo essermelo tolto di torno una volta per tutte, tornerò per fare lo stesso con te! - ringhiò Minaccia mentre si scagliava contro Peter e mandava l’aliante a fare altrettanto, usando il comando a distanza inserito nel suo bracciale.
Sfortunatamente per il supercriminale, Peter si aspettava una mossa del genere e balzò sull’aliante, distruggendone il motore con un pugno ben assestato.
Lo pseudo-goblin gli fu subito addosso, e pur ricordandosi dei suoi guanti elettrici Peter lo aspettò. Non poteva cercare di evitare il corpo a corpo: Minaccia a avrebbe potuto approfittarne per aggredire l’aspirante sindaco. Eppure per qualche motivo l’attentatore non li usò e in breve i due super esseri si rotolarono sul pavimento.
“Muoviti a scappare maledetto imbecille! Non potrò tenere a bada quest’idiota in costume ancora per molto!” si dissero entrambi mentre si trasformavano in un unico vortice di pugni.
Fu solo quando Bill se ne fu andato che Minaccia attivò la scarica elettrica: - Maledizione è scappato… inutile restare qui! - imprecò, scalciando via il supereroe e correndo verso l’uscita. Spidey si riprese dalla scossa dopo pochi secondi e corse dietro al nemico, ma questi lanciò contro il soffitto delle sfere metalliche con una “M” incisa sopra che esplosero portando con loro la parte superiore dell’edificio. Il giovane Parker riuscì a saltare lontano dal pericolo, ma quando arrivò in strada non c’era più traccia del nuovo goblin.
 
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I colleghi di Peter erano arrivati sul posto con una velocità degna di Quicksilver e l’aspirante sindaco non aveva nemmeno cercato di sottrarsi alle loro domande. Non appena aveva visto il nipote May gli aveva fatto dei rimproveri a mezza bocca per essere sparito, ma alla fine gli aveva dato un grande abbraccio e si era detta contenta di vederlo sano e salvo.
-Signor Hollister, finora Crowne è stato l’unico candidato a ricevere solo danni minimi dalle azioni di Minaccia. Crede che i due siano in combutta? -.
-Crowne ha negato ogni coinvolgimento con quel folle criminale. Credo alla sua parola-.
-Signor Hollister, molti candidati hanno deciso di ritirarsi negli ultimi giorni. Anche lei ha quest’intenzione? -.
-Niente affatto. Anzi, le azioni di Minaccia mi hanno portato a decidere di intensificare ancora di più la mia campagna! E per prima cosa, mi impegno col qui presente Mister Li che ha accettato di sostenermi e con l’intera comunità a procurare prima possibile una nuova sede al F.E.A.S.T.! - annunciò fieramente l’uomo. –È proprio questo che dovrebbe darci speranza: per un Minaccia ci sono cento persone come quelle che fanno volontariato in posti come questi-.
-Proprio un uomo di polso quell’Hollister- commentò ammirato qualcuno degli astanti.
-Forza Peter! Adesso sì che devi fare le tue foto! - lo spronò zia May. Il ragazzo obbedì, ma la sua mente era da tutt’altra parte.
“È stato Harry a farmi venire qui… se fosse lui Minaccia non lo avrebbe fatto, spero”.
Avesse ricordato la cosa sarebbe stata diversa, ma non poteva perciò…
Malgrado tutti quei ragionamenti fossero perfettamente logici, Peter sentiva il bisogno di sfogarsi, ma con chi? MJ era fuori discussione, quindi… be’ perché no.
 
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Mai che in televisione diano qualcosa d’interessante” si disse annoiata Felicia, dopo aver finito di fare zapping e aver spento la tv. “Poi si lamentano che la gente stia sempre su internet”.
Il trillo del campanello la distolse da quei pensieri. La giovane Hardy si avvicinò alla porta e fu decisamente rallegrata quando vide chi aveva bussato.
-Pizza? – le chiese Peter che aveva in mano due grosse scatole quadrate da cui proveniva un delizioso odorino.
 
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-Ok, allora ricapitoliamo- fece la giovane Hardy dopo aver finito una fetta di margherita. -Harry Osborn psicolabile, supercriminale part-time e tanto per gradire ex-tossico… -.
-Be’ ora sembra tutto a posto, però…
-… Però è quello che ti ha fatto credere che i tuoi genitori fossero ancora vivi, quando in realtà erano robot progettati dal Camaleonte? - suggerì Felicia.
-Sì. Ed anche quello che tentò di uccidere zia May, MJ e Flash… ti giuro che vorrei fidarmi di lui, ma…-.
-Ma non ci riesci. E direi che è più che comprensibile. E considerato che una volta aveva preso in ostaggio moglie e figlio non è impossibile che metta in pericolo il padre della sua ragazza-.
-Lo so. Lo so. Ma è comunque una cosa che mi fa sentire in colpa. Insomma… Harry mi ha dato una grossa mano da quando è tornato. Ha fatto ricostruire lui la casa di zia May dopo che Molten l’aveva distrutto-.
-Per i sensi di colpa non posso fare nulla, ma ti sentiresti più tranquillo se una tua amica ex-detective, provasse a tenerlo d’occhio per un po’? -.
-Lo faresti davvero? -.
-Certo. Se no a che servono gli amici? Però ti avverto che prima o poi riscuoterò il credito di favori-.
-Almeno potrò saldare un debito in tempo-.
-Hai fatto cose più strane-.
Peter non riuscì a non sorridere. Era meraviglioso come la tensione sembrasse abbandonarlo, ed era tutto merito di Felicia. La sensazione di benessere che gli dava la sua compagnia sembrò acuirsi. E stare lì a mangiare e a ridere insieme come se il resto del mondo non esistesse fu qualcosa che fece la felicità di entrambi.
 
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Fu solo due giorni dopo che Peter realizzò che fra i ritorni delle sue ex, la gita nelle fogne, il giornale e i sospetti su Harry, non era ancora passato a trovare Jonah. Si sentiva un po’ in colpa, soprattutto perché era stato lui a procuragli l’infarto… e proprio questo avrebbe dovuto far sì che fosse lui la presenza più costante al suo capezzale. E poi doveva ammettere che tutto sommato gli mancava il vecchio Spazzolone.
Fu così che Spidey volteggiò fino al Sinai Hospital per poi trasformarsi in Peter Parker sul tetto.
-Buongiorno. Vorrei vedere J. Jonah Jameson- dichiarò il castano appena fu arrivato alla reception.
-Davvero? Forse dovremmo ricoverare anche lei- borbottò la nerboruta donna di colore che stava al bacone delle informazioni.
-Si è già fatto riconoscere, eh? - sospirò Peter. – Averci a che fare mette a dura prova la pazienza di chiunque, ma in fondo è una brava persona. Molto in fondo. Più o meno al livello della Fossa delle Marianne-.
-Sarà. Comunque lo trova al primo piano, nella stanza 62-.
“Speriamo non dorma” pensò Peter quando si avvicinò alla porta per poi bussare.
-Avanti- borbottò la fin troppo nota voce. Nel vedere entrare il castano, ci fu un malnascosto lampo di gioia negli occhi del vecchio brontolone.
-Ehi Jonah… come ti senti? - chiese Peter entrando.
-Bene. E speriamo che lo capiscano presto anche questi idioti di medici-.
-Mi fa piacere. Ehm… ti ho portato questi- fece il castano porgendo una scatola al suo ex-capo.
-Sigari? Il cielo ti benedica Parker. Sapevo di aver fatto bene ad assumerti-.
Jonah ne accese immediatamente uno e ne aspirò una lunga boccata.
-Ahhhh, ci voleva proprio. In breve sarò fuori di qui e ti assicuro che l’Arrampicamuri me la pagherà cara. Stavolta lo farò a pezzi! -.
-Non avrei mai creduto che sarei stato tanto felice di sentirtelo dire- ammise Peter. Bennett pagava bene, ma il Bugle senza Jonah, era come New York senza la statua della libertà. -Quindi sai già come riprenderti il giornale? -.
Jonah puntò addosso al suo ex-dipendente uno sguardo indagatore: -Che vuol dire riprendermi il giornale? -.
-Come che vuol dire? Dovrai pur convincere Bennett a rivendertelo- fece perplesso Peter.
-Bennett?! BENNETT HA COMPRATO IL BUGLE?!- urlò Jonah con lo stesso tono che parecchia gente avrebbe adoperato dopo aver ricevuto la notizia della morte di un figlio.
-Ma co… non ti ha avvertito nessuno?!- fece incredulo Peter.
Dalla gola di J. Jonah Jameson uscì un gemito strozzato, poi sgranò gli occhi e si ricadde privo di sensi sul cuscino, mentre le macchine a cui era collegato presero a bippare all’impazzata per segnalare il suo secondo infarto.
-Jonah! Non ti ho chiesto il bis! - urlò Peter.
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Mi spiace per il ritardo, ma ultimamente le idee per questa storia scarseggiavano un po’. Spero comunque che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
Al povero Jonah non va molto bene ultimamente… è anche lui uno dei protagonisti di questa storia e spero che presto lo vedremo in un ruolo più attivo. Dato che però per ora voglio concentrarmi un altro po’ sulle due contendenti ho bisogno che faccia il degente ancora per un po’.
Grazie per essere arrivati fino a qui, ci vediamo nelle recensioni.
  
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