Serie TV > Don Matteo
Segui la storia  |       
Autore: LuLuM    16/10/2022    0 recensioni
One shot di Anna e Marco in un ipotetico ed immaginario spazio tra la 13 e 14 serie, in cui dimostrano di essere veramente diventati una squadra
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Olivieri, Marco Nardi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
GIOCARE IN DUE È DIFFICILE MA È BELLO
MARCO’S POV
Sono trascorsi ormai diversi mesi da quando Anna è tornata dalla Siria incinta e ormai ci siamo quasi: tra un paio di settimane finirà il tempo ed il nostro bambino verrà al mondo.
Mentre mi dirigo verso la caserma dopo aver salutato Anna, ripenso a questi mesi meravigliosi ed emozionanti. All’inizio lei, a differenza mia, non voleva sapere il sesso. “Tanto che ti cambia, maschio o femmina che sia, so già che il primo regalo che gli farai sanno degli scarpini da calcio in miniatura; io preferisco la sorpresa”: così mi aveva detto la sera prima dell’ecografia che fece pochi giorni dopo essere tornata dalla Siria e quando si sarebbe visto chiaramente il sesso del bambino.
“Ok dai, rispetto la tua decisione, del resto la mamma è sempre la mamma” avevo risposto un po’ rassegnato e un po’ in pace perché, è vero, non mi cambiava poi tanto saperlo o meno. L’importante era che stesse bene e che anche io e Anna stessimo bene e fossimo finalmente felici insieme e più innamorati che mai.
Alla fine, qualche giorno fa, mentre attendevamo in sala d’attesa per entrare ad uno degli ultimi controlli Anna mi ha chiesto:
“In questi mesi abbiamo parlato del fatto che io non volessi sapere il sesso del bambino e tu sì, ma non mi hai mai detto se preferiresti un maschio o una femmina”.
L’avevo guardata dolcemente e, accarezzandole la testa, le avevo risposto: “preferisco che stia bene in salute”.
Anna si era commossa come le succede spesso da quando è incinta e mi aveva baciato dolcemente. Poi, una volta entrati e con mia grande sorpresa, aveva chiesto alla ginecologa di dirle il sesso e così abbiamo scoperto che sarà un maschietto. Mentirei se dicessi di non essere al settimo cielo e non vedo l’ora di tenere tra le braccia il nostro piccolo Nardi, ma devo dire che un po’ mi ero affezionato all’idea di avere una figlia femmina. Con Ines avevo iniziato a fare pratica e ho immaginato varie volte di essere il papà di una bimba; o forse farei meglio a dire che mi ero abituato all’idea di diventare un giorno il padre di Ines.
Quando Sergio è tornato, infatti, ormai non pensavo più che lo avrebbe fatto ed invece si è ripresentato proprio sul più bello, proprio quando io, Anna e Ines stavamo lentamente per diventare una famiglia, proprio quando mi stavo rendendo conto che io e Anna ci eravamo veramente riavvicinati e lei stava per decidere di prendere in affido Ines, dopo che io le avevo detto che le sarei stato accanto in questo. So di aver ragionato egoisticamente ma ho desiderato che Sergio non tornasse mai e, in cuor mio, forse desidero ancora che se ne vada, ma so che Ines ne soffrirebbe e allora cerco di convincermi ogni giorno che stare con lui sia la cosa migliore per lei.
Purtroppo, però, questi pensieri non vengono solo dal rimpianto di non essere potuto diventare suo padre ed avere quella piccola peste in giro per casa. Mentirei se dicessi di non aver mai immaginato di cucinare insieme a lei, aspettando a casa Anna che avrebbe inevitabilmente rimproverato entrambi per il disordine lasciato in cucina; se dicessi di non aver mai voluto essere io la personificazione di quel principe azzurro che legge nelle fiabe; se dicessi di non aver mai immaginato di essere io quello che si alza nel cuore della notte e la va a consolare per aver avuto un incubo, nel tentativo di farla riaddormentare, o di essere quello che la aspetta fuori dalla discoteca assonnato ma attento le prime volte che inizia ad uscire con gli amici, o che è geloso del suo primo fidanzatino e vorrebbe proteggerla per sempre. Quando Anna mi aveva detto che Don Massimo le aveva chiesto di prenderla in affido avevo cominciato seriamente a vedermi in una famiglia con loro due e, invece, il ritorno di Sergio ha rovinato tutto.
Per quanto riguarda Anna, Sergio con me non ha partita, ma con Ines sono io quello che sta inevitabilmente al secondo posto. Adora suo padre, nonostante tutto.
Dico così perché, da quando Sergio ha ottenuto una prova di un anno, da parte dei servizi sociali ed Ines è andata a vivere con lui, sembra che non ne combini una giusta e che Ines inizi a non essere più così felice di stare con suo padre. Tra il primo riavvicinamento, la trafila burocratica e l’inizio formale e sostanziale della prova di convivenza, l’anno è ormai al termine ed è quasi ora di somme. Non che non si vogliano bene, intendiamoci, come potrebbe non essere così; ma per essere un buon padre questo non basta e la bambina è troppo intelligente per non accorgersene, mentre lui sembra non si renda conto che questa è la sua ultima chance di dimostrare di potersi prendere veramente cura di lei, altrimenti stavolta gliela toglieranno in modo definitivo.
All’inizio voleva andar via da Spoleto, solo per egoismo perché voleva allontanarsi da Anna dopo che lei lo aveva rifiutato, ma sia noi sia i servizi sociali gli abbiamo fatto capire che doveva pensare prima ad Ines e che per la bambina sarebbe stato meglio non perdere il contatto con gli affetti e le figure di riferimento che aveva trovato qui. Così alla fine ha deciso di fermarsi, è stato aiutato a trovare un lavoro decente ed una casa qui, sempre la pappa pronta lui, però almeno Ines non ha dovuto subire un altro, radicale e probabilmente traumatico cambiamento.
Quando Anna è partita per la Siria lui non voleva nemmeno accompagnare Ines a salutarla. Non gli piacciono i saluti, poverino e, ancora una volta, ho dovuto convincerlo io a venire a cena da noi, insieme alla bambina, la sera prima che Anna partisse, perché era questo che lei voleva e lui doveva sforzarsi per il suo bene.
Nei mesi in cui Anna è stata via, poi, ogni volta che mi vedeva non perdeva occasione per mostrarsi scostante e, quando era con Ines, non si esimeva certo dal farmi vedere quanto fossero legati e che lui, nonostante tutto, aveva l’amore incondizionato di sua figlia mentre io mi trovavo da solo, ad aspettare il ritorno della mia fidanzata. È proprio un immaturo: sembra che viva per far ingelosire me del suo rapporto con Ines, invece di concentrarsi per essere davvero un buon padre.
Non si rende conto, però, che la bambina ha tante esigenze a cui lui pare non voglia dare ascolto. La mattina è quasi sempre Natalina ad accompagnare Ines a scuola perché lui va direttamente al lavoro, altrimenti dovrebbe svegliarsi un quarto d’ora prima e non ce la fa, poverino. A riprendere Ines da scuola è, di nuovo, sempre Natalina, perché altrimenti lui non avrebbe nemmeno 10 minuti per riposarsi durante la sua pausa pranzo. Per non parlare di quando torna a casa: non sia mai che aiuti Ines con i compiti. Deve fare da sola e Natalina mi ha detto che, spesso, chiede aiuto a lei e don Massimo. Non che non debba far da sola, si intende, ma lui è suo padre e dovrebbe almeno preoccuparsi del suo andamento scolastico. Al contrario, sono già diversi mesi che, a cadenze regolari, la scuola chiama me o Anna che siamo ancora i suoi tutori per dirci che Ines non studia, non fa i compiti, che risponde male e non è più la bimba educata e solare che conoscevano e che il padre è sempre impegnato o irreperibile per rispondere alle loro chiamate e per andare ai colloqui con gli insegnanti.
Il pomeriggio non ha mai tempo, o voglia, di seguire Ines nelle attività e devono sempre occuparsene Natalina e don Massimo e, nei fine settimana, passa le sue giornate davanti alla televisione, senza dedicare tempo e attenzioni a sua figlia.
Quel che è peggio è che fa di tutto per “farsi aiutare” solo da Natalina e dal prete, pur di tenere me e Anna lontani da lei, ma soprattutto me. Ines mi cerca, ci cerca e lui è troppo impegnato a fare la vittima gelosa del nostro rapporto piuttosto che a sforzarsi lui per essere un buon padre.
Domenica scorsa, Ines era al parco con Natalina e stava giocando con i suoi amichetti. Io e Anna stavamo passeggiando e ci siamo seduti poi su una panchina perché lei inizia ad affaticarsi veramente tanto con il pancione. Eravamo abbracciati e intenti a sentire i movimenti del nostro piccolino quando, ad un tratto, Ines ha lasciato tutti i suoi amichetti ed è corsa verso di noi. Con dolcezza ha appoggiato la sua testolina sulla pancia di Anna e poi si è fatta spazio per sedersi in mezzo a noi. Dopodiché ha sussurrato al bambino: “Ehi piccoletto ma quanto tempo ci metti a nascere; non sai che qui hai la mamma e il papà migliori del mondo che ti aspettano?”. Quella frase mi aveva intenerito ed amareggiato allo stesso tempo. Io ed Anna ci eravamo guardati e capiti con uno sguardo: stavamo pensando la stessa cosa e cioè che Sergio aveva voluto a tutti i costi riprendersi Ines e tutto stava dimostrando tranne che di voler essere un buon padre. Aveva la più grande opportunità della sua vita e la stava sprecando, facendo soffrire quella bambina così dolce che tutti avrebbero voluto come figlia.
L’abbraccio che ha dato a me e ad Anna valeva più di mille parole ed in quel momento abbiamo capito che dovevamo provare a fare qualcosa. Ines ama suo padre ma lui non fa il suo bene e noi che siamo i suoi tutori dobbiamo correre ai ripari subito, è nostro dovere e soprattutto vogliamo che Ines torni a sorridere come faceva un po’ di tempo fa.
Anna è preoccupata ma non può stressarsi in questo momento; deve stare più tranquilla possibile per portare a termine la gravidanza nel migliore dei modi.
ANNA’S POV
Sono a casa a sistemare un po’ per quanto possibile. Ormai sono agli sgoccioli della gravidanza e devo dire che questo periodo è decisamente faticoso anche se non vedo l’ora che nasca il nostro bambino. Qualche giorno fa io e Marco abbiamo scoperto che sarà un maschietto, anzi io l’ho chiesto alla ginecologa per fare una sorpresa a Marco che voleva saperlo, anche se alla fine aveva scelto di rispettare la mia decisione di non saperlo in anticipo.
È stato felicissimo di sapere che sarà un maschio anche se nei suoi occhi ho letto un po’ di preferenza per una bimba. Figuriamoci, dolce e romanticone com’è Marco, già immaginava di viziare a più non posso la sua piccola donna, di difenderla dai primi corteggiatori, di essere geloso di lei e di fare anche l’impossibile pur di vedersi guardare da lei con gli occhi sognanti di chi ha visto il principe azzurro.
Con Ines si stava abituando all’idea di avere una figlia femmina, o forse a quella di avere Ines come figlia. Marco adora quella bambina; anche io sia chiaro, ma lui è entrato da subito in perfetta simbiosi con lei. Il fatto che lei lo abbia scelto come suo tutore e gli abbia dato fiducia e affetto in un momento in cui viveva nel buio più profondo per la fine della nostra storia, lo ha portato a gettarsi anima e corpo in quel ruolo di papà improvvisato e devo dire che sa essere un padre davvero perfetto, come ho ammesso io stessa una delle prime volte in cui li ho visti interagire, nonostante fossi furiosa con lui. Marco ha salvato Ines perché non è dovuta andare in una casa famiglia e ha instaurato dei legami importanti qui a Spoleto, ma è stata anche lei a salvare Marco dandogli affetto quando lui più ne aveva bisogno.
Marco è stato quello che ha sofferto di più quando Ines è andata a stare con Sergio e sono certa che egoisticamente avrebbe voluto che non fosse mai tornato per diventare lui il padre di quel dolce angioletto. Tuttavia, nel vedere Ines letteralmente innamorata del padre nonostante lui l’avesse abbandonata, non ha messo i bastoni tra le ruote a Sergio quando ha deciso finalmente di provare a prendersi cura di lei.
Con i dovuti passaggi, ha accettato di restare il tutore di Ines permettendo a padre e figlia di riavvicinarsi e, nonostante sapesse che il buon esito della prova avrebbe comportato la fine della tutela e l’acquisto della responsabilità genitoriale da parte di Sergio, Marco ha fatto tutto il possibile per far sì che questo accadesse, solo per vedere felice Ines. Sarebbe tutto perfetto, se non fosse che ad oggi, agli sgoccioli della prova, si sta ancora comportando molto più da padre Marco con lei che non Sergio. Non le dedica tempo, attenzioni, non si occupa di lei e non assolve alle sue esigenze. Io e Marco ce ne siamo accorti già da un po’, nonostante Sergio, geloso del rapporto che la bimba ha con noi e soprattutto con Marco, faccia di tutto per farsi aiutare dagli altri ma non da noi. Sembra quasi che voglia tenercela lontana, nonostante Ines continui ad avvicinarsi a noi.
Sono preoccupata ed inizio seriamente a pensare che, anche se all’inizio soffrirebbe, sarebbe quasi meglio che gli assistenti sociali la togliessero a Sergio che si sta rivelando assolutamente incapace di fare il padre. Non vuole farlo, perché costa fatica e perché un figlio dovrebbe diventare assolutamente la tua priorità, mentre Sergio continua a mettere al primo posto sé stesso, le sue esigenze, fregandosene di sua figlia. La mantiene economicamente, questo sì, ma fare il padre è un’altra cosa, è quello che sarebbe e sarà capace di fare Marco e che vorrebbe fare con Ines, solo per renderla felice, solo per il suo bene.
Alla fine di questo anno di prova, anche noi, in quanto tutori di Ines, dovremo dare il nostro parere che inciderà molto sulla scelta finale, visto che noi vediamo Ines quotidianamente, o comunque sappiamo tutto di lei tramite don Massimo e Natalina. La scelta è dura. Dare un parere positivo significherebbe spianare la strada a Sergio, lasciando la bimba con lui che si sta dimostrando un cattivo padre. Al contrario, un nostro parere negativo farebbe soffrire Ines, almeno all’inizio, perché probabilmente verrebbe tolta al padre biologico, ma con la possibilità di entrare a far parte di una famiglia che la ami veramente e che le dia tutto ciò di cui ha bisogno. Significherebbe fare il suo bene, anche se ciò comporterebbe la sua sofferenza e forse anche il suo iniziale odio verso di noi. Molto probabilmente, entrerebbe nella nostra di famiglia, mia e di Marco che saremmo i candidati principali per prenderla in affido e poi adottarla, la famiglia che le ha dato tutto l’affetto possibile fin dal primo istante, quando non eravamo nemmeno più una coppia, figuriamoci una famiglia.
I pensieri e la preoccupazione di Ines mi attanagliano ormai, così come tormentano Marco. Lui dice ed ha ragione, che dovrei stare tranquilla e, al momento, pensare solo alla gravidanza. Ma Ines è davvero come una figlia per noi e quando un figlio ha bisogno non riesci a pensare a te stesso, nemmeno se ne hai un altro in arrivo. La gravidanza è andata alla grande per fortuna, io sto ancora benissimo ed ora è Ines che ha bisogno di noi.
Come se non bastasse, Sergio non perde occasione per continuare, a fasi alterne, a tentare di far ingelosire Marco. Quando ci incontriamo, per fortuna di rado, continua a provarci con me più o meno velatamente, tenta di screditare Marco quando parla con me, tenta di screditarlo agli occhi di Ines. Si sta comportando sempre più in modo subdolo nonostante sappia bene che, se non fosse per me e Marco, molto difficilmente avrebbe avuto la possibilità di provare a riavere Ines. Dovrebbe pensare a fare il padre invece che il galletto con me, ben sapendo che non ha alcuna speranza. Spesso mi chiedo come ho fatto a stare con lui, a pensarci un futuro insieme, a dargli una serie di seconde possibilità che puntualmente ha sprecato mentre per darne una a Marco ci ho messo una vita e lui, invece, l’ha colta al volo.
Gli errori si fanno e questo penso sia tutto, l’importante è accorgersene.
CECCHINI’S POV
Sono in piazza sotto alla caserma, sto al bar a bere un caffe quando vedo arrivare il P.M. C’è anche Sergio al bar e ha l’aria strana. A me quel ragazzo continua a non piacere. Sto per entrare in caserma quando noto Sergio che si alza di scatto e si avvicina rapidamente a Marco.  
“Ecco il cavaliere senza macchia e senza paura” gli dice.
“Cos’è, ti sei svegliato male stamattina? Vedo che stai in pausa” gli risponde Marco.
Ad un tratto l’espressione di Sergio si fa aggressiva e gli dice “Ti stavo aspettando per darti una cosa e togliermi una soddisfazione finalmente”, dopodiché lo colpisce con un violento pugno al labro che nessuno si aspettava e che fa cadere a terra il P.M.
Marco, furioso, si rialza e reagisce afferrandolo per la maglia e sbattendolo al muro, intimandogli di non permettersi più altrimenti lo denuncia, dopodiché fa per entrare in caserma, cercando di calmarsi, ma Sergio gli si avventa di nuovo contro ma stavolta, pronto, schiva i suoi colpi. Lui non demorde e continua ad aggredire Marco, iniziando anche a pronunciare parole offensive su Anna, dandole della poco di buono e dando a Marco dell’inetto e dicendogli che la sua fidanzata sta con lui solo per pietà e senso di riconoscenza per ciò che ha fatto per lei.
Sembra quasi un’altra persona. Tutti lo avevamo sempre visto come un vigliacco apatico ed immaturo e non avremmo mai pensato che potesse aggredire così all’improvviso e senza motivo apparente e davanti alla caserma per di più.
Non ci vuole molto perché si scateni una rissa, soprattutto dopo che Sergio continua ad offendere Anna e dicendo anche che, in una delle sue licenze dalla missione in Siria, sono stati insieme e Marco dovrebbe avere dei dubbi sul fatto che il bambino che aspetta sia suo. Il P.M. non riesce a ragionare lucidamente, è furioso e gliele sta dando di santa ragione. È molto più forte di lui e, se prima cercava di non rispondere ai suoi colpi, adesso sta picchiando forte, sia per difendersi ma anche per attaccare.
Alle ultime parole di Sergio, Marco è sembrato trasformato, quasi non riuscisse a capire che il galeotto lo sta solo facendo innervosire e che il bambino che Anna aspetta è stato concepito a fine estate, quando lui è andato da lei in Siria e che Anna non tornava in Italia da un po’.
Sono paralizzato dalla scena ma, dopo pochi istanti, salgo in caserma a chiamare i ragazzi per farmi dare una mano a separare quei due prima che si facciano male sul serio. Se continuano così, Marco rischia di far fuori quel farabutto. Torno giù subito insieme ai ragazzi che tentano di farli calmare ed io, nel frattempo, mi allontano per andare a chiamare Anna. Magari lei riesce a mediare. Dopo qualche minuto arrivo trafelato davanti alla porta di casa di Anna e Marco ed inizio a suonare e bussare insistentemente.
ANNA’S POV
Mi sono seduta un attimo sul divano in relax e ho acceso la tv per combattere la noia di non poter fare quasi nulla in questi ultimi giorni di gravidanza. Ad un tratto sento il campanello che inizia a suonare freneticamente e corro ad aprire. Un Cecchini agitatissimo cerca di mettere in ordine i pensieri.
“Venga signor capitano, Marco… no Sergio. Si stanno picchiando”.
Sono spaventata e al tempo stesso non capisco cosa stia succedendo quindi gli chiedo di calmarsi e di essere più chiaro.
“Marco e Sergio si stanno picchiando per lei, sotto la caserma. Venga con me”.
Sono un po’ spiazzata. Marco e Sergio hanno praticamente avuto una colluttazione per me? Marco non può aver aggredito Sergio. Non lo sopporta, è vero, ma non si andrebbe mai a compromettere così, solo per gelosia.
“Deve venire con me capitano, solo lei può farli ragionare e deve stare attenta, sembrano due lottatori”.
Cecchini enfatizza sempre ma, dalla sua espressione credo abbia ragione.
Arriviamo in piazza e mi rendo conto che non aveva per nulla esagerato. Marco e Sergio sono seduti lontani a due sedie del bar, con i ragazzi della caserma che cercano di trattenerli, mentre continuano ad insultarsi. Sergio è ridotto maluccio, mentre Marco sembra stia meglio, anche se non così tanto. Nonostante questo, Sergio continua a provocare Marco.
Quando arrivo mi avvicino prima a Marco e Sergio non perde occasione per dire:
“Eccola qua, ti è arrivata la crocerossina, la principessina da salvare è arrivata invece a salvare te”.
Marco si alza di colpo per avventarsi nuovamente su di lui ma io, a fatica, tento di trattenerlo.
“Oh basta, ma si può sapere cosa vi prende?” Dico decisa.
“Mi ha provocato e ha aggredito per primo lui” Mi risponde Marco dolorante ma inferocito e fa di nuovo per andargli addosso.
“Ehi no” gli dico un po’ più dolcemente “Non ne vale la pena, andiamo a casa”.
Anche se sono in maternità e non dovrei dare ordini, chiedo gentilmente ai ragazzi di portare Sergio in infermeria e se serve al pronto soccorso, per poi trattenerlo in caserma per chiarire la dinamica.
“Con te faccio i conti dopo” Gli dico dopo aver intuito all’istante che deve aver fatto qualcosa di grave per aver scatenato in Marco quella reazione così violenta.
Torniamo a casa insieme. Marco ha bisogno di calmarsi e di essere medicato, anche se fortunatamente non sembra nulla di grave. Per tutto il tragitto Marco non fiata, ha lo sguardo ancora rabbioso e sembra rimuginare su quello che è successo. Lo abbraccio, quasi come per farlo appoggiare a me, anche se in realtà ora dovrei essere io ad appoggiarmi a lui. Ha l’aria stravolta; chissà cosa deve avergli detto quell’incosciente per farlo arrabbiare così. Me lo farò dire a casa.
Quando arriviamo dico a Marco:
“Ora mi spieghi cos’è successo?”
“Niente, una divergenza di vedute” risponde lui schivo, portandosi una mano sul fianco dove deve aver ricevuto qualche colpo.
“Una divergenza di vedute da ring direi, visto come sei conciato. Dai, siediti che vado a prendere il necessario per medicarti.” Gli rispondo prima di andare in bagno a prendere il kit di primo soccorso che teniamo sempre pronto. Quando torno in cucina, Marco è seduto su una sedia e io sono di spalle mentre prendo dal kit quello che mi serve.
“Il maresciallo è venuto qui in preda al panico dicendo che vi stavate picchiando per me. Mi spieghi che vuol dire?” Gli chiedo.
“Vuol dire che quello mi ha aggredito e poi ha iniziato a mancarti di rispetto; io mi sono solo difeso e ho difeso anche te. Poi ha continuato a venirmi addosso ed io non sono certo rimasto fermo a prendere caci e pugni”. Risponde lui secco.
“Ah, solo questo?” Domando, sapendo già che deve esserci dell’altro.
“Solo? Ti pare poco? Ti ho appena detto che ti ha insultato, ti ha mancato di rispetto e tu mi chiedi “solo questo”?” Marco sembra irritarsi di nuovo ma io replico calmissima e comprensiva.
“Marco, ti chiedo se è solo questo perché so bene che non è così. Ti conosco e non sei il tipo di uomo che va a fare a botte per strada solo perché gli hanno insultato la donna e non perché tu non sia abbastanza uomo o non ti importi di me, ma perché hai un cervello che funziona e non vai a scatenare risse”.
“Infatti la rissa l’ha scatenata lui” mi dice, ma sento che sta per dirmi la verità.
“Si, ho capito. Ora mi dici che altro ti ha detto Sergio per farti inferocire così? Ti dovresti vedere, hai ancora l’espressione rabbiosa.
“Ma perché pensi che non ti stia dicendo tutto?” Mi chiede come se fosse un bambino che spera di non essere scoperto.
“Marco perché vedo come sei ridotto tu, ma soprattutto ho visto come è ridotto lui. Allora?”
“Ad un certo punto mi ha detto che in una delle tue licenze sete stati insieme e che il bambino che aspetti potrebbe non essere mio” Vuota il sacco come se stesse confessando un crimine imperdonabile.
Mi blocco per un istante. Come può Sergio avergli detto queste cose dopo quello che sia io sia Marco abbiamo fatto per lui? È incredibile come non perda mai occasione per fare sempre la cosa sbagliata.
Mi volto verso Marco e mi avvicino a lui per iniziare a medicargli il labbro ed i lividi che ha sul volto. Lo guardo dritto negli occhi e gli chiedo:
“E tu? Gli hai creduto?”
“No ma, mi sono sentito salire una rabbia che non hai idea. Non riuscivo più a controllarmi. Quello è ancora geloso marcio di te e non sa che pesci prendere” dice facendo una smorfia di dolore quando gli tocco il labbro col disinfettante.
“Ah lui è geloso marcio eh. Tu invece no” Sorrido e abbozza un sorriso anche lui. Continuo: “tu lo sai che ti ha detto una stupidaggine grossa come una casa vero? Del resto non dovrebbe esserti difficile fare due conti. Sono tornata incinta di 4 mesi dopo che tu eri stato da me in Siria e, quando sono rientrata definitivamente, sono rientrata in Italia per la prima volta dopo almeno 7 mesi ed in quei giorni di licenza io e te eravamo sempre insieme e, se non stavo con te, stavo con Ines.”
“Anna lo so, non c’è bisogno che tu mi dia spiegazioni. Sono andato fuori di me quando mi ha detto così. Invece di pensare a fare il padre pensa a cercare di rovinare la felicità altrui.”
Marco sembra lentamente calmarsi, parlare gli fa bene. Quando finisco di medicarlo gli poso un delicato bacio sulle labbra e gli dico:
“È dalle elementari che un ragazzo non faceva più a botte per me. Grazie, in qualche modo mi sono sentita difesa come mi sento sempre da quando tu sei entrato a far parte della mia vita. Preferisco però averti tutto intero eh, quindi basta colpi di testa”.
Mi siedo sulle sue gambe per coccolarlo un po’ ma anche per lasciarmi coccolare. Amo questi momenti tra di noi.
“Dai, togliti la camicia che è tutta insanguinata, così la metto a lavare Rocky” gli dico scherzosamente prima di baciarlo di nuovo.
MARCO’S POV
Anna è riuscita a farmi calmare come al solito. Sono stato un cretino a perdere così la calma quando ho sentito le parole di Sergio, sapendo bene che tipo è. Dopo essermi goduto un po’ le coccole di Anna, le propongo di andare a fare due passi insieme visto che camminare un po’ non può farle che bene. Ogni tanto mi dimentico che non dovrei darle preoccupazioni in questo periodo visto che c’è già la questione di Ines, oltre che la gravidanza ormai al termine, a preoccuparla non poco.
Purtroppo l’intento di farci una passeggiata tranquilla viene interrotto da una chiamata di Cecchini che ci chiede di andare in caserma. Quanto arriviamo là, entriamo nell’ufficio di Anna, dove c’è anche Don Massimo e Sergio che, nel frattempo, è stato medicato dai ragazzi della caserma ed il capitano che sostituisce Anna in questo periodo, il quale mi chiede se voglio sporgere denuncia per l’aggressione subita. A quanto pare Sergio ha compiuto un gesto responsabile e ha ammesso di essere stato lui ad aggredirmi ed a provocarmi ripetutamente.
Ad un tratto fa una cosa che sorprende sia me sia Anna: chiede di parlare da solo con noi e Don Massimo. Accettiamo scettici per sentire che avrà mai da dirci. Probabilmente vorrà di nuovo fare la vittima.
“Ti chiedo scusa Marco, non so cosa mi sia preso prima, ma tutto quello che ti ho detto non è assolutamente vero. Devo confessarvi che nel vedervi insieme in questi mesi, felici, poi con il vostro bambino in arrivo, mi ha di nuovo messo davanti ai miei fallimenti, a quello che avrei potuto essere ed avere anche io e che invece ho buttato alle ortiche. Prima davanti al bar è come se la frustrazione fosse venuta tutta fuori ed è come se avessi voglia di farla pagare a te, anche se in fondo non c’entravi nulla; ma è stato più forte di me, perché tu sei un esempio di uomo, di compagno e di padre. Sei ciò che avrei voluto essere io e che invece non sono. Avrei voluto essere come te. Ti prego però di non denunciarmi perché stavolta, se torno in carcere, per me sarebbe veramente difficile provare a ricominciare”.
È incredibile: Sergio ha appena ammesso di sentirsi un fallito per non saper essere come me, ma non ha ancora capito che nessuno è perfetto e che basterebbe solo assumersi le proprie responsabilità una volta tanto. Mi ha chiesto di non denunciarlo ed io non voglio approfittare della mia posizione o meglio, non voglio che sia Ines a farne le spese. Se lo denunciassi, la bimba finirebbe dritta in una casa-famiglia o in una famiglia affidataria perché, sicuramente, il fatto di aver compiuto questo colpo di testa nel periodo in cui avrebbe dovuto rigare dritto perché sapeva di essere in prova con gli assistenti sociali per l’affido di Ines, non giocherebbe certo a suo favore. Probabilmente la perderebbe, almeno per anni ed io non voglio che la bambina soffra, anche se penso ormai fermamente che starebbe meglio in un’altra famiglia, con qualcuno che si occupi veramente di lei.
“C’è un’altra cosa” riprende Sergio “Ines, ecco io credo sia meglio che resti con voi.  Io non sono capace di fare il padre e non lo sarò mai. Non sono in grado di assumermi le mie responsabilità, di occuparmi di lei come si deve. Lei ha bisogno di una vera famiglia che la ami ed io le voglio bene ma questo non basta. Io non so fare il padre e soprattutto ho intenzione di andarmene da qui per ricominciare da zero. Ines starà molto meglio qui con voi”.
Mi sembra incredibile e assurdo. Mi chiedo quanto voglia ancora far star male quella bambina. È tornato ed ha fatto in modo di riprenderla con sé ed ora che ci stava quasi riuscendo la abbandona di nuovo e stavolta, pare, per sempre. Non che mi dispiaccia l’idea di prendere finalmente Ines in affido per poi adottarla e mentirei se dicessi di non desiderare che quello scricciolo diventi mia figlia anche per la legge. Ma posso solo immaginare quanto potrebbe starci male per l’ennesima fuga di Sergio ed il solo pensiero delle sue lacrime mi distrugge.
Guardo Anna che è incredula quanto me e so che sta pensando le stesse cose che penso io, ma non posso accettare di vedere Ines stare ancora male senza nemmeno provare a cambiare le cose.
“Si può sapere che hai in quella testa? Hai fatto un macello con questa bambina, te ne sei fregato per anni, poi hai voluto conoscerla, poi te ne sei fregato di nuovo, finendo in carcere e lei ha passato due anni ad aspettarti. L’hai abbandonata e, nonostante questo, lei ti ha aspettato ancora ed accolto a braccia aperte quando sei tornato. Ti ha dato fiducia e noi, pur di vederla felice, ti abbiamo aiutato ad ottenerne l’affidamento ed ora che fai? Ora che potresti quasi essere arrivato al punto da ottenerne la responsabilità esclusiva, senza più bisogno di tutori legali o assistenti sociali, la vuoi abbandonare di nuovo? Ma possibile che tu a lei non pensi mai?”
Sergio ascolta il mio sfogo con espressione apatica, Anna mi guarda comprensiva e sconvolta anche lei ed aggiunge:
“Sergio, Marco ha ragione. Vuoi forse dirmi che hai di nuovo giocato con la vita di tua figlia in tutto questo periodo? Mi dici come fai ad essere così? A non prenderti mai le tue responsabilità?”
Sergio dopo essere rimasto in silenzio dice con totale semplicità:
“Non sono in grado di fare il padre, forse non ho mai voluto esserlo davvero. Voglio bene ad Ines ma questo non basta. I figli sono di chi li cresce e voi l’avete cresciuta molto meglio di quanto non potrei mai fare io e lo avete fatto quando non stavate nemmeno più insieme. Per una volta, forse per l’unica volta, sento di stare facendo veramente il bene di Ines perché voi siete i suoi genitori, anche se non lo siete biologicamente”.
Don Massimo fino ad ora non ha detto una parola, quasi come se si aspettasse già questo epilogo. In questo sembra veramente Don Matteo. Tuttavia si sete finalmente di dire qualcosa:
“Sergio, ma sei proprio sicuro? Così la perderai definitivamente. Ci hai pensato bene?”
“Si, è un po’ che ci penso, io non sono tagliato per fare il padre”. Risponde lui.
“Sul fatto che tu non sappia essere padre non ho dubbi purtroppo, altrimenti non ti comporteresti così. Sai che vuol dire vedere le lacrime di una bambina così piccola e doverle asciugare quando vorresti solo piangere perché vederla soffrire è peggio di una coltellata?” Dico io arrabbiato e quasi paralizzato dall’idea di un nuovo dolore per Ines.
Sergio aggiunge:
“Soffrirà ma poi sarà felice e vivrà in una famiglia che non le farà mai mancare l’amore. Salutatemela voi, voglio risparmiarle l’addio perché non mi vedrete più”.
Fa per alzarsi e andarsene ma io ho deciso che non è ancora il momento:
“Voi risparmiarlo a lei o a te?”
“A tutti e due” dice amaramente per poi sparire.
ANNA’S POV
Sono scioccata. Sergio è sparito dopo aver chiesto scusa a Marco per l’aggressione ed aver deciso di rinunciare definitivamente a sua figlia. Don Massimo è uscito fuori dal mio ufficio e ci ha lasciati soli un attimo.
Il comportamento di Sergio mi sconvolge ma ancora di più quello di Marco. Vorrebbe con tutto il cuore essere il padre di Ines, ma la ama a tal punto che preferirebbe che Sergio restasse e si prendesse veramente cura di lei pur di non vederla più soffrire a causa sua. È così il mio Marco: ama con tutto sé stesso, ama incondizionatamente, ama davvero e quando ami così sei disposto a soffrire tu pur di veder felice le persone a cui tieni.
Lo abbraccio forte, fortissimo. Anche io sto soffrendo al pensiero del dolore che dovrà provare Ines e di quanto saranno difficili i mesi che verranno; Marco però sta soffrendo più di me. Si è legato a quella bambina all’istante e le ha donato sempre tutto il suo amore, come poteva, senza mai essere invadente o voler prendere il posto di Sergio. Ha sempre rispettato il suo ruolo, pur a costo di starci male. Ha subito il fatto di vedere me, Ines e Sergio come una famiglia nel periodo in cui stavo con lui e ancora non so proprio come ho fatto, non solo a stare con un superficiale come Sergio ma, soprattutto, a far soffrire così l’uomo che per me darebbe la sua vita. Marco si è fatto da parte e nessuno si è mai curato veramente di quanto stesse male lui, nemmeno io che avrei dovuto avere un occhio di riguardo in più per lui, nonostante gli errori.
Adesso, però, il passato è passato ed io non voglio perdere tempo a rivangare gli errori. Dobbiamo concentrarci sul presente e sul futuro. Gli accarezzo il viso, sta piangendo e allora stavolta sono io ad asciugare le sue lacrime.
“Forza amore mio, adesso dobbiamo tenere duro e pensare ad Ines ed alla nostra famiglia. Dobbiamo ottenere il suo affidamento per poi adottarla e soprattutto le dovremo stare molto vicini.” Gli dico amorevolmente. Poi sento il bisogno di sdrammatizzare. “Certo non mi aspettavo di avere due figli in così breve tempo, ma almeno tu avrai la tua femminuccia perché tanto lo so che la figlia femmina era il tuo desiderio più grande” Sorrido, ma lui no e mi dice:
“Si è vero, ma non così. Non sono pronto a vederla soffrire ancora, non ho il coraggio di dirle la verità, sapendo che poi dovrò asciugare le sue lacrime. Fanno male le lacrime di un bambino”.
“Lo so amore mio, veder soffrire un figlio è forse il dolore più grande per un genitore ma è proprio questo dolore che forse ti fa genitore, perché corrisponde all’amore infinito che provi per tuo figlio e tu per Ines sei un padre da quando lei ti ha scelto come suo tutore, anche se forse non lo sapevi ancora. Una cosa giusta l’ha detta Sergio: i figli sono di chi li cresce e tu sei sicuramente la persona più adatta a crescere Ines, molto più di me forse e noi insieme ce la faremo. Sarà difficile ma saremo una famiglia piena di amore, felice e con il padre ed il marito migliore che si possa desiderare”.
Marco mi abbraccia e mi bacia di slancio. Il mio discorso ha fatto centro. Volevo che lui si sentisse valorizzato, amato, stimato e sicuro di sé, perché quello che gli ho detto lo penso davvero: è l’uomo migliore del mondo ed io non potrei essere più felice di formare una famiglia con lui.
“Chi glielo dice? Io non so se ho la forza Anna” Mi dice lui sconsolato pensando forse di doverlo fare da solo perché io, nel mio stato, dovrei stare più tranquilla possibile.
“Glielo diciamo insieme perché abbiamo deciso di giocare insieme per tutta la vita no? Solo credo che dovremo farlo a breve perché tra qualche giorno saremo decisamente impegnati con altro. Soprattutto dobbiamo contattare gli assistenti sociali e farci aiutare da loro, non solo con la burocrazia ma anche con Ines”. Gli dico così cercando di tranquillizzarlo e sembra che riesca.
Ci dirigiamo verso la canonica insieme a Don Massimo. Il fatto che sappia già tutto sicuramente aiuterà. Ci dice che dovremo avvertire subito gli assistenti sociali visto che ormai la fuga di Sergio è definitiva e non potremo temporeggiare. Conosciamo bene le norme e sappiamo che Ines, a questo punto, diventa una bambina adottabile.  Don Massimo ci rassicura sul fatto che farà il possibile per aiutarci ad ottenere l’affidamento pre adottivo di Ines, ma che non pesa ci saranno ostacoli per noi. L’interesse della bambina è ciò che prevarrà e non c’è dubbio sul fatto che per lei la cosa migliore sia decisamente restare con noi.
Entriamo in canonica con il cuore in gola per l’ansia di dover dire ad Ines che stavolta suo padre l’ha abbandonata per sempre. La bambina è seduta al tavolo con Natalina e sta disegnando mentre la perpetua smette subito di cucire quando ci vede entrare. Ha già capito tutto dalle nostre facce.
Quando Ines ci sente entrare si volta verso di noi e ci corre incontro felice. Ci abbraccia forte e ci riempie di affetto mentre noi stiamo per darle la notizia forse più dura che potremmo darle: stiamo per dirle che dopo la morte di sua madre e sua nonna, ha perso anche suo padre che ha deciso di andarsene definitivamente.
Ad un certo punto sono io a sedermi sul divano e Marco si siede accanto a me, mentre Facciamo avvicinare la bimba davanti a noi. Prendo la parola, sperando che Marco non crolli e mi supporti:
“Ines, tesoro, dobbiamo dirti una cosa… una cosa brutta”. La bimba si fa seria e già vedere il suo sorriso venir meno è un colpo al cuore. Marco mi stupisce perché, con coraggio, prosegue il mio discorso:
“Una cosa che riguarda il tuo papà. Vedi, lui...”
“Lui se n’è andato di nuovo, vero? Stavolta se ne è andato e non torna più, è così? Se ne è andato perché lui è così e perché non vuole più stare con me, non è vero? Altrimenti non mi trattava come ha fatto da quando vivo con lui” Dice Ines arrabbiata e già con le lacrime agli occhi.
Io e Marco spalanchiamo gli occhi. Ines è intelligentissima e sveglia ma ha pur sempre poco più di 8 anni. 8 anni e già deve essere brava a capire quello che noi grandi non abbiamo il coraggio di dirle, 8 anni e già deve soffrire così. Sembra quasi che, a volte, sia lei a dover fare l’adulta per facilitare il compito a noi. Ma stavolta no, stavolta farà la bambina della sua età e, visto che dovrà affrontare l’abbandono del padre, il dolore che ciò le provoca e le difficoltà di entrare in una famiglia che non è la sua, dovremo essere noi a renderle tutto ciò più semplice possibile. Per noi sarà sempre nostra figlia e tale la faremo sentire. Stavolta quelli coraggiosi e forti saremo noi e le staremo vicini, facendo tutto il possibile per aiutarla ad affrontare questo dolore.
Io prendo un bel respiro e le rispondo semplicemente di si, per poi abbracciarla forte mentre lei si scioglie in un pianto disperato, mentre si attacca al mio collo con le sue braccia minute. Marco mi abbraccia e con una mano le accarezza dolcemente la testina; poi è il suo turno di fare l’adulto forte.
“Ines ascolta. Lo so che stai soffrendo, che questa era l’ultima cosa che avresti voluto e che ora ti senti totalmente sola, ma sappi che in realtà non lo sarai mai. Io e Anna per te ci saremo sempre e non come amici o come “tatuatori legali”, ma come famiglia per te. Faremo di tutto per tenerti con noi e ti ameremo per sempre. Tu non hai alcuna colpa di quello che è successo e ci siamo noi adesso a prenderci cura di te.” Dice lui affettuosamente.
Ines nel frattempo si è staccata da me e ci guarda. Le dico allora io:
“Marco ha ragione, non sarai mai più da sola ed anche se adesso stai soffrendo sappi che presto questo passerà e sarà solo un brutto ricordo”. Poi, per sdrammatizzare aggiungo: “Ma tu ci vuoi restare con noi e con questo marmocchietto a cui dovrai fare da sorella maggiore?”
La bimba ha ancora il viso rigato dalle lacrime ma riesce ad abbozzare un sorriso ed annuisce dolcemente.
Ci abbraccia di nuovo, con un braccio intorno alla vita di Marco e uno intorno al mio pancione, poggiando la testa sul mio petto. Marco stringe forte entrambe, bacia la nuca di Ines e poi mi guarda per poi lasciarmi un dolce bacio a fior di labbra.
Poi mi sussurra dolcemente all’orecchio: “sarai una mamma fantastica, anzi lo sei già”.
Con un sorriso malizioso rispondo io:
“Anche tu non te la cavi male, nonostante un po’ di tempo fa mi hai detto che per fortuna non avevi figli. Penso che il Dottor Nardi sia cambiato un bel po’”.
“No, siamo cambiati e lo abbiamo fatto insieme e soprattutto abbiamo iniziato a giocare insieme ed insieme si vince sempre”.
Mi bacia mentre continuiamo a restare tutti e tre stretti, abbracciati, anzi tutti e 4, perché il pupo dentro di me sta decisamente partecipando al quadretto familiare e penso proprio che manchi decisamente poco.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Don Matteo / Vai alla pagina dell'autore: LuLuM