Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    17/10/2022    2 recensioni
[Writober🍂🧡]
1. Wearing long scarves
2. The smell of buttery yams
3. Collecting pretty leaves
4. The ever-growing chill as each night goes by
5. Making your favorite apple-based dessert
6. The smell of nutmeg and cloves
7. Making caramel-dipped apples
8. The crunching of leaves
9. Decorating the interior of your living space
10. Shopping for new fall attire
11. Planting flower bulbs
12. Wearing argyle-patterned clothing
13. Breaking out the flannel sheets
14. Drinking cinnamon-spiced tea
15. Snacking on seasoned pumpkin seeds
16. The chilly bite in the morning air
17. Taking hikes in the colorful forest
18. Carving funny faces in pumpkins
19. Starting to wear thick, woolen socks
20. Lighting fall-scented candles
21. The smell of freshly-baked squash bread
22. Taking family photos
23. Drowning in oversized sweaters
24. Feeling the loss of time as the nights get longer and days get shorter
25. Eating a dozen different kinds of pies
26. Decorating the front door with autumn wreaths
27. First frost of the season
28. Making lots and lots of soup
29. Having a large family dinner involving turkey
30. Drinking spiced cider
31. Making homemade cider
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prompt: 21 – Taking hikes in the colorfoul forest
Personaggi: I Cavendish

 
Taking hikes in the colorful forest


17  


 
“Ecco, lo sapevo, ci siamo persi.”
“Non ci siamo persi…”
Dopo essersi fermato nel bel mezzo del sentiero Edward ruotò su se stesso per fronteggiare la moglie –  che lo aveva raggiunto e si stava togliendo con disinvoltura una foglia secca dalla spalla del cappotto – e scoccarle un’occhiata eloquente mentre indicava la vecchissima quercia che si trovava poco distante:
“Allora hai una spiegazione sul perché è la terza volta che vedo quell’albero, Estelle?”
“… In effetti no. Ma non possiamo davvero esserci persi nella tenuta dei tuoi genitori, Ed.”
L’idea che potessero essersi persi nel bosco della tenuta dei Cavendish era così ridicola che Estelle proprio non voleva crederci, e scosse la testa con un lieve movimento del capo mentre Edward, spazientito, si sporgeva leggermente oltre la moglie per potersi rivolgere al maggiore dei suoi figli, che nel frattempo li aveva raggiunti nella piccola radura e si guardava attorno con le mani nelle tasche e la fronte aggrottata: tra i suoi parenti nessuno gli dava mai retta, ma forse Estelle avrebbe creduto alla sua versione se l’avesse confermata una delle menti più brillanti della famiglia.
“Neit, ci siamo persi?”
Sicuramente.”
Il ragazzo annuì dopo essersi fermato a qualche metro di distanza dai genitori, assolutamente certo che si fossero persi già da parecchio mentre Edward si rivolgeva alla moglie indicandolo con un cenno spazientito, come a volerla invitare a dare ascolto al primogenito, se proprio non voleva ascoltare lui:
“Lo vedi!”
“Papà, ma tu non vieni qui da sempre? Come puoi non sapere dove siamo?”
Neit guardò il padre aggrottando le sopracciglia, perplesso, ma da Edward non ottenne che un borbottio cupo e indefinito dal quale riuscì a carpire solo qualcosa a proposito di come alla fine tutti dessero sempre la colpa a lui mentre suo fratello minore li raggiungeva procedendo allegro e con un larghissimo sorriso sulle labbra:
“Non capisco perché avete tutti quelle facce così lugubri, io sono felicissimo di essere qui!”
“Lo dici solo perché stiamo perdendo un giorno di scuola per il compleanno della Nonna.”
Egan si fermò accanto al fratello senza smorzare il suo sorriso, anche quando il maggiore si voltò verso di lui per guardarlo in tralice mentre i genitori discutevano a proposito di quale direzione prendere per cercare di tornare indietro.
“Certo, essere i nipoti del Ministro è fantastico. Ma Clio dov’è?!”
All’improvviso Egan aggrottò le sopracciglia ramate e dopo essersi scambiato una rapida, allarmata occhiata con il fratello entrambi si voltarono verso il bosco, sperando di vedere la sorella e la sua lunga chioma color grano fare capolino da dietro un albero mentre Edward ed Estelle, udite le parole del figlio minore, smettevano improvvisamente di parlare per voltarsi a loro volta:
“Meraviglioso, ora abbiamo perso anche vostra sorella. Arriveremo in ritardo, quasi posso sentire mia madre che mi dà dell’incompetente!”
Edward parlò scuotendo la testa mentre si avvicinava ai figli per cercare tracce di Clio, maledicendo mentalmente il momento in cui aveva dato ascolto a sua madre e aveva accettato di andare a fare una passeggiata prima che il pranzo venisse servito. Naturalmente, anche se l’idea era stata di Gwendoline, lei avrebbe comunque trovato il modo di addossare la colpa a lui.
 
 
“Vorrei proprio sapere dov’è finito quell’incompetente di tuo figlio con i miei nipoti.”
Gwendoline Cavendish sbuffò con piccata amarezza mentre, in piedi al di sotto del portico della villa di campagna di famiglia, scrutava l’orizzonte con l’ausilio di un binocolo cercando traccia di qualcuno dei suoi parenti più stretti. George, ormai stanco di chiederle perché spesso e volentieri Edward diventasse magicamente solo figlio suo, si limitò a posizionarsi alle spalle della moglie per scrutare torvo il limitare del boschetto a sua volta stringendo le braccia al petto, chinandosi leggermente verso di lei a causa dei venti centimetri che li dividevano:
“Li vedi?”
“Certo caro, li ho visti, e sto continuando a guardare con il binocolo perché ho improvvisamente deciso di darmi all’ornitologia. Certo che non li ho visti! Di questo passo mangeremo tardissimo e io stasera devo andare a cena da Theseus per festeggiare il mio compleanno con loro, tutto perché gli uomini di questa famiglia non sono altro che delle zucche vuote che non possono stare insieme nella stessa stanza…”
L’amarezza nella voce della donna si fece ancora più evidente mentre Gwendoline scuoteva la testa con un lieve cenno risentito del capo senza smettere di scrutare il bosco con il vecchio binocolo da caccia del marito, che alzò gli occhi azzurri al cielo mentre una seconda voce femminile giungeva alle loro orecchie da poco distante:
Io vado ripetendolo da anni, che Edward non serve a nulla.”
“Mamma, non dire così, dovreste sforzarvi di andare più d’accordo. Ma perché ti fai aria con il ventaglio, fa freddo!”
Mentre attendeva il ritorno del resto della famiglia Penelope si era accomodata su una delle sedie bianche disseminate attorno al lungo tavolo esterno che erano soliti usare in estate, facendosi pigramente aria con il suo solito ventaglio e la figlia accanto, tanto che Caroline rivolse un’occhiata sinceramente perplessa a lei e all’oggetto.
“Probabilmente tua madre è entrata in un certo periodo della sua vita...”
Caroline ringraziò che a dividere i suoi genitori ci fosse l’intera superficie del tavolo, anche se dovette strappare prontamente il ventaglio dalle mani di Penelope per impedire alla madre di conficcarlo nell’occhio di Robert mentre la donna lo informava seccamente di non avere nemmeno cinquant’anni. Fortunatamente Ezra scelse quel preciso istante per uscire di casa attraverso l’ingresso principale, accorrendo verso di loro con un bicchiere in mano mentre la sorella maggiore ringraziava mentalmente il suo tempismo:
Ecco mamma, tieni, bevi qualcosa.”
Quando si fermò accanto alla madre Ezra porse nervosamente a Penny il calice di vino che era andato a recuperare in cucina poco prima, conscio che fosse l’unico modo per poter tenere i suoi genitori nella stessa stanza per più di un’ora filata mentre Gwendoline e George, poco distanti, ancora discutevano e si contendevano il binocolo.
“Mi servirà proprio, grazie caro. Chissà come è possibile siano figli tuoi.”
Penelope scoccò un’occhiata risentita al marito mentre si portava il calice alle labbra, sorseggiando un po’ di vino mentre Ezra si posizionava alle spalle della sedia che aveva occupato Caroline, stringendo le spalle della sorella con le mani e tenendosi a pronto a dividere i genitori se la madre avesse lanciato qualcosa contro suo padre. Fortunatamente Penny non sembrò interessata a scagliare il bicchiere – sarebbe stato uno spreco buttare il vino –, ma in compenso dopo averne bevuto un sorso guardò il marito allargando le labbra in un sorrisetto e con un pericoloso luccichio negli occhi azzurri.
“Oh, aspetta. Magari non lo sono.”
“Mamma!”
Il viso pallido di Caroline avvampò mentre la ragazza spalancava gli occhi blu, guardando incredula e inorridita la madre riportarsi con nonchalance il bicchiere alle labbra mentre Ezra chinava allarmato lo sguardo sulla sorella maggiore:
“Non dice sul serio, vero?”
“Certo Ezra, sto scherzando, rilassati. Magari non lo foste, in quel caso avrei già levato le tende da un bel pezzo…”
 

 
“Clio, tesoro, dov’eri finita? E perché hai i capelli pieni di fogliame?”
Estelle sospirò mentre colmava con lunghe falcate la distanza che la divideva dalla figlia, iniziando a sfilarle le foglie dai capelli una volta raggiunta mentre Clio sospirava mesta e mormorava di essere caduta nel foliage poco prima, mentre li cercava.
“Come hai fatto a perderci di vista?”
Egan, che insieme a Neit aveva appena finito di subire il lungo rimprovero di Edward per non aver tenuto d’occhio la sorella, guardò Clio sospirare e guardarsi le punte dei piedi aggrottando le folte sopracciglia ramate e facendo di tutto per non pensare a quanta fame stesse iniziando a provare.
“Mi era sembrato di scorgere un piccolo di cervo e volevo vederlo da vicino…”
“Non importa, per fortuna ci hai trovati in fretta. Ora dovremmo capire come tornare indietro dai nonni.”
Neit strinse il braccio attorno alle spalle della sorella gemella, rivolgendole un tiepido sorriso mentre Edward, le braccia strette al petto, fissava assorto il tronco di un albero vicino mentre scenari mortiferi ad opera di sua madre prendevano rapidamente forma nella sua mente:
“Io non sono così sicuro di voler tornare indietro, insomma, mia madre ci ucciderà per aver tardato, forse potremmo restare qui e farci mangiare dagli orsi…”
Orsi?”
Alle parole del padre Clio spalancò preoccupata gli occhi azzurri, fissandolo spaventata mentre Estelle si affrettava a scuotere la testa e ad indirizzarle un sorriso rassicurante mentre le sfiorava una ciocca di capelli color grano sfuggita all’acconciatura:
“Tuo padre fa della pessima ironia tesoro, qui non ci sono orsi. Vero Edward?”
“Ma certo che non ci sono, sono terrorizzati da mia madre.”

“Papà, esageri, la nonna è adorabile.”
“Con te forse, Egan.”
 
 
 
“Prima o poi capirò perché ogni volta in cui ci riuniamo succede qualcosa di bizzarro…”
Un sospiro pregno di placida rassegnazione scivolò fuori dalle labbra di Gwendoline mentre la strega, che sedeva a destra del marito come sempre, fissava assorta l’orologio a pendolo senza smettere di tamburellare le dita sulla tovaglia candida e immacolata. George si lamentava di star morendo di fame da almeno dieci minuti, ma la buona educazione era una delle cose a cui sua moglie più teneva al mondo e Gwendoline non avrebbe mai permesso a nessuno dei presenti di toccare cibo finchè tutti i commensali non avessero preso posto. George sedeva a capotavola proteso in avanti per parlare con Robert mentre Penelope, dall’altro capo del lungo tavolo rettangolare, si interrogava pensosa su quale fine potesse aver conosciuto il reasto della famiglia:
“Che siano stati attaccati da un orso?”
“Qui non ci sono orsi, mamma.”
Caroline, che per ammazzare il tempo stava cercando di trasformare il suo tovagliolo di lino in un cigno, parlò senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro mentre Ezra di fronte a lei si passava esasperato le mani tra i lisci capelli scuri: non credeva che l’avrebbe mai pensato, ma stava sinceramente sentendo la mancanza di Egan.
George si sforzò di non fare alcuna battuta sulla correlazione tra l’assenza degli orsi e la presenza di sua moglie, chiedendosi invece a voce alta se non fosse il caso di andare a cercare il resto della famiglia. Gwendoline scosse il capo in cenno di diniego, asserendo che da quella sala lei non si sarebbe mossa, e Penelope la seguì facendo cenno a se stessa e poi alla figlia:
“Io non vado, ho le scarpe nuove, né tantomeno ci andrà Caroline. Può andare Robert. Magari c’è qualche orso superstite.”
Caroline si era limitata a sospirare mentre osservava sconsolata il suo cigno, preparandosi allo scoccare dell’ennesima lite tra i genitori mentre Ezra gettava un’occhiata altrettanto rassegnata in direzione del padre. Tuttavia, per un fortuito caso del destino, Robert non ebbe tempo di dire nulla, perché la porta a doppia anta venne spalancata e finalmente Edward fece il suo ingresso nell’enorme sala da pranzo con Estelle e figli al seguito.
“Finalmente, stavamo per mandare qualcuno a cercarvi. Dove eravate finiti? Edward, sei sempre il solito!”
“Una magnifica idea quella di mettere gli incantesimi di protezione nel bosco per non potercisi Smaterializzare papà, davvero una magnifica idea.”
Edward prese posto come suo solito alla sinistra di George, che ignorò deliberatamente il suo commento mentre sorseggiava in tutta calma un po’ di vino mentre Egan, che si era accomodato accanto a Gwendoline, cercava invano di ritrarsi mentre la nonna cercava di sistemargli i capelli borbottando qualcosa a proposito del suo vergognoso stato di disordine.
“Mio dio Egan, sei tutto in disordine, ti sei rotolato nelle foglie?”
“Non proprio, ma sono caduto quando Clio è scivolata e mi ha trascinato con sé…”
Clio, che nel frattempo si era seduta tra sua madre e Caroline, arrossì copiosamente e chinò imbarazzata lo sguardo sul piatto vuoto mormorando delle scuse mentre la cugina cercava di sistemarle come poteva i capelli biondi.
“Poco male cara, l’importante è che finalmente ci siamo tutti…”
Gwendoline smise finalmente di rassettare i capelli e la giacca di Egan per tornare a sedere composta al suo posto con la grazia che da sempre la contraddistingueva, sfoggiando un sorriso compiaciuto mentre sollevava leggermente il suo calice di cristallo: finalmente i festeggiamenti in suo onore potevano avere inizio.
“A questo punto posso dirlo. Buon compleanno a me.”
 
 
 
 
 
Questo prompt aveva tutte le carte in tavola per dare vita ad una flash/OS dolce, delicata e romantica, ma non potevo esimermi dal scrivere di una delle famiglie più disagiate di tutte le mie storie e si sa che difficilmente se si parla dei Cavendish si può ottenere un risultato con le caratteristiche sopracitate.  Che dire, buon compleanno Gwen cara🍂🧡
A domani🧡
Signorina Granger
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger