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Autore: dirkfelpy89    18/10/2022    1 recensioni
[Writober2022]
La famiglia Black. Le sue contraddizioni, i suoi momenti di trionfo e sconfitta. I membri più conosciuti e quelli solo abbozzati, quelli fedeli fino alla fine e quelli traditori del loro sangue.
Tradimenti, storie d'amore, politica e diversità. In una parola, Black.
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphard Black, Famiglia Black, Regulus Black, Sorelle Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 18, Stelle

 



Quella notte estiva si stava rivelando un po' più fresca del previsto e perciò Alphard, in compagnia delle tre nipotine, aveva deciso di stendersi su dei teli in giardino per ammirare la volta celeste.
L'uomo sapeva che quella particolare posizione non avrebbe aiutato la sua cervicale ma non poteva dire di no a quelle tre faccine felici.

"Guardate come è luminosa l'Orsa Maggiore," sussurrò, alzando un dito al cielo, "e qui riuscirete a vedere Sirio, la stella più luminosa."
Non era mai stato un granché in astronomia ma comunque quelle conoscenze basilari bastavano per sorprendere le tre bambine.
"Sapete, secondo una leggenda i nostri antenati, e le persone care che non ci sono più, ci osservano," indicò il cielo, "da quelle stelle luminose e da lassù ci giudicano, ci danno coraggio e guidano. Anche se non lo possiamo percepire, loro ci sono."

Non erano solo parole fatte, Alphard ci credeva davvero: ogni volta che si era trovato in difficoltà, aveva rivolto lo sguardo al cielo stellato e sempre, in qualche modo, aveva percepito di non essere da solo.
"Le persone che abbiamo amato e che non sono più, in realtà, non ci hanno mai abbandonato."

/ / / / / / /

"Che cos'hai, Teddy? A malapena hai finito la tua zuppa di cipolle, normalmente ti piace," disse Andromeda, notando come fosse strano suo nipote da quando era tornato a casa quel pomeriggio.
Il bambino alzò alle spalle, i capelli improvvisamente grigi.
"Su, andiamo, lo sai che non mi piace vederti con quel colore," esclamò la donna, "che cosa è successo, hai litigato con qualcuno dei ragazzi?"
"Niente, nonna, è che oggi siamo andati a Diagon Alley per fare compere per la scuola, insieme con Harry, Ron e gli altri. C'erano tantissime persone… tutti con una famiglia…" borbottò Teddy, il capo chino.
Ecco, i sospetti di Andromeda ebbero conferma: normalmente Teddy era un bambino adorabile, sempre sorridente, pronto a cacciarsi in qualche guaio. Diventava triste e pensieroso solo quando pensava ai suoi genitori.

"Mi sono immaginato… come sarebbe stato… con loro," disse Ted il viso rosso e gli occhi gonfi di lacrime. Andromeda si alzò dalla sedia e abbracciò forte il nipote che solo allora dette sfogo alle lacrime.
Erano passati quasi undici anni però ancora la donna non riusciva a parlare di loro, a consolarlo come avrebbe dovuto. Harry ce la faceva perfettamente, lui, che aveva avuto così poco tempo per conoscerli, trovava sempre le parole giuste. Lei no
Anche solo a pensarci, anche solo a sentir nominare sua figlia, si bloccava. Piangeva e si chiudeva in sé stessa.
Ma ormai mancava poco alla sua partenza per Hogwarts e sentiva di dover fare uno sforzo in più, quella sera.

"Teddy, per favore, vai in lavanderia e prendi un grosso telo, voglio farti vedere una cosa, là fuori," disse, indicando il giardino. Il bambino annuì e dopo qualche minuto tornò con un telo giallo.

La temperatura all'esterno era semplicemente perfetta, Andromeda e il nipote si sdraiarono per terra sopra il telo, osservando la volta stellata senza dire una parola.
"Tra poco partirai per Hogwarts e non posso lasciarti andare via senza prima averti insegnato una cosa, un piccolo trucco che mi ha aiutato spesso nella vita," disse infine la donna.
"Se ti sentirai solo, se penserai ai tuoi genitori e non ci sarà nessuno a consolarti, allora voglio che tu, di nascosto, vada nella Torre di Astronomia. Sdraiati per terra e osserva il cielo."
"Perché, nonna?"
"Quando avevo più o meno la tua età, mio zio Alphard mi insegnò una cosa," disse Andromeda, reprimendo a fatica un attacco di nostalgia al solo pensare a quell'uomo che tanto le aveva insegnato e che era morto, diseredato e dimenticato, perché aveva deciso di aiutare il suo nipote preferito.

"Le persone care, che non sono più tra di noi, non se ne sono mai davvero andate e ci osservano, da lassù," sussurrò la donna, indicando le stelle nel cielo. "Da quelle stelle, ci guardano, proteggono e guidano."
"Da quelle stelle?" chiese Teddy.
"Sì. Le persone che ci hanno amato lasciano un segno profondo e di notte, in silenzio, da soli di fronte al cielo stellato, puoi sentire la loro presenza, accanto a te!" Aggiunse Andromeda.
"Tu… tu riesci a sentire la mamma?" chiese il nipote.
Osservando le stelle, la donna riuscì a scorgere Il volto della figlia, del marito, del genero e persino del povero zio Alphard.
"Sì, osservando le stelle riesco a scorgere i loro volti," disse infine. "Vedrai, con il tempo ci riuscirai anche tu. Voglio che tu sappia che non sei mai da solo, loro ci vedono, sono accanto a noi costantemente e solo di notte, davanti alle stelle, riusciamo a percepirne la presenza."

"Ti voglio bene, nonna," sussurrò infine il nipote, stringendo il braccio della donna.
"Anche io, Teddy, anche io."

/ / / / / / /

Ecco un po’ di angst non guasta, vero? -.- Adoro Andromeda e Teddy, spero di aver trasmesso il mio affetto per loro
  
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