I talk to the wind
My words are all carried away
- stelle
A volte le nota, le piccole cose,
lo fanno tremare di quell’adrenalina malinconica dell’ansia, dell’aspettativa; si guarda attorno – letteralmente attorno, si puntella con gli stivali a terra e allarga le braccia – e ruota su se stesso, la lenta danza della miscredenza.
Segretamente si paragona ad un bambino: è lontana e vaga ma vera, ed importante, la sensazione rasserenante della familiarità di una cicala che strilla, sotto la nuvola di stelle che ingloba il pianeta e l’universo. Le ha toccate, con gli occhi, e il bambino ci ha provato anche con le mani; sono ora le stelle che toccano lui, trascinate dolcemente dal libero vento che fresco ed estivo, accarezza la sua pelle e l’erba selvatica e gli steli dei fiori, che con lui ballano, e in silenzio, attendono.
A volte le nota, le piccole cose, il rumore delle frasche che lo cullano al sonno infreddolito vicino al fuoco che balbetta – e che si china eventualmente al suolo, titubante, estinto. Link segue; si stringe su se stesso e da sotto il suo mantello dedica una preghiera alla bellezza del mondo, e chiude gli occhi e sogna, di tenersi per mano con la personificazione dell’eterno riposo.