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Autore: 0421_Lacie_Baskerville    22/10/2022    2 recensioni
"Deku si trovò a trattenere il fiato nella stretta navata carica dell’odore di fiori appassiti e cera sciolta. Nella luce danzante della fiammella gli occhi socchiusi di Kacchan erano pieni di ombre e la sua bocca si arricciò in un piccolo sorriso sghembo nel vedere che Izuku non indietreggiava. Sulle sue labbra era rimasta una lieve traccia di quel bacio e aveva il sapore di Kacchan."
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Halloween quest'anno, ha il gusto di una sfida di coraggio fra le ombre di un cimitero antico e la fioca luce dei ceri bruciati su un altare. È il profumo dolciastro dei fiori appassiti e il sapore di un bacio allungo desiderato…
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è speciale. È dedicato per intero a una persona meravigliosa che ho avuto il piacere di conoscere grazie alle mie storie e che ha conseguito un grande successo: laurea in lingue con 110 e Lode.

@Pink_Yandere hai rivoluzionato il mio mondo e aperto le porte del Giappone ai miei occhi, mostrandomi aspetti di MHA che non avrei mai potuto cogliere senza la tua conoscenza della lingua, la tua sensibilità nel coglierne le sfumature e il tuo travolgente amore per la poesia e la musicalità insita nelle parole.

Sei e sarai sempre la mia dolce, tenace e appassionata Mido. Sarai sempre la mia spumeggiante e coraggiosa Ochaco.

Questo capitolo è per te.

 

11.

 

If I can dream long enough, you'd tell me I'd be just fine

I'll be just fine

So I drown it out like I always do

Dancing through our house with the ghost of you

And I chase it down, with a shot of truth

Dancing through our house with the ghost of you

- Ghost of You, 5 Second of you

 

La prima volta che Katsuki aveva sentito il cuore mancare un battito aveva dodici anni e il viso espressivo di Deku si era illuminato di un sorriso di sincera gioia che gli aveva acceso il verde degli occhi di mille sfumature.

Per un attimo, era stato come se qualcuno avesse acceso un fiammifero in una stanza buia, abbagliandolo con il divampare di un calore ramato nelle tenebre e lasciandolo paralizzato per lo stupore. Aveva capito subito che non si trattava di una reazione normale e che avrebbe cambiato ogni cosa. Gli era bastato alzare lo sguardo su di lui, il manico di legno della scopa chiuso nelle mani contratte, per capire che nulla sarebbe mai più tornato ad essere come prima.

Non sarebbe riuscito a fingere di non aver sentito il respiro impigliarsi in fondo alla sua gola nel vederlo sorridergli né frenare quel tremito nel petto. La sensazione che scintille roventi danzassero nella notte, dissipando il gelo ed espandendo un calore spaventoso nel suo petto.

La luce del sole a bordo piscina faceva scintillare le gocce d'acqua fra i capelli riccioluti e sulla pelle abbronzata, arrossandogli le guance coperte da una scia di lentiggini. Katsuki l'aveva colpito alla spalla senza pensare, come un animale selvatico messo alle strette che cercava un'ultima via di fuga prima di soccombere.

Era rimasto a guardare il sorriso sul viso di Deku spegnersi e mutare in stupore mentre cadeva con un grido stridulo nell'acqua scintillante alle sue spalle. Spruzzi freschi avevano lambito i suoi piedi nudi e le due scope abbandonate sulle pianelle umide. La luce del sole gli feriva gli occhi, riflettendosi nell'ampia massa d'acqua della piscina scolastica. Qualcuno aveva urlato, il vociare degli studenti era un brusio lontano e confuso che ondeggiava al margine della sua coscienza.

Katsuki, che cazzo hai fatto? ≫ gli aveva chiesto Amane, afferrandolo per il bavero della giacca e tirandolo indietro, con il viso stravolto e gli occhi neri sbarrati. Dietro di lui, Takuya fissava l'acqua cristallina ribollire di bolle d'ossigeno con orrore crescente e una mano premuta sulla nuca, fra le ciocche scarmigliate dei capelli castani. ≪ Sa almeno nuotare o l'hai appena ammazzato?!

Per la seconda volta, Katsuki aveva sentito il cuore sussultare nel suo petto e il suo corpo muoversi senza consultare il cervello. Le dita del piede avevano afferrato il margine scivoloso, era proteso in avanti sul punto di tuffarsi quando Deku era riemerso con uno sputacchiare di acqua e saliva, tossendo e ansimando in cerca di ossigeno. Il suo viso espressivo non era più pervaso dalla gioia, ma si era contorto in un'espressione smarrita da cucciolo ferito mentre la bocca gli tremava, liberando un eccesso di tosse.

Era stato allora che Katsuki si era trovato a sorridere con la pelle formicolante di una nuova sconosciuta sensazione. Nel essere guardato dal basso con le ciglia scure su cui si impigliavano piccole gocce argentee e un broncio tremante sulle labbra rosee, si era sentito pervadere dall'euforia.

L'aveva odiato come mai si era pensato capace e aveva odiato sé stesso per quel brivido di eccitazione lungo la schiena. Ancora di più, era stata la consapevolezza che fosse stato proprio Deku a causargli quella reazione a suscitare in lui le sensazioni peggiori, a colpirlo dritto al petto.

Perché di tutte le persone che c'erano al mondo, Katsuki aveva scoperto di dover provare un qualcosa del genere proprio per l'unica persona che non poteva accettare di amare. L'unico che avrebbe potuto rovinare senza nemmeno volerlo, corrompendo l'unica cosa buona che esisteva nel suo mondo.

In fondo, l'aveva sempre saputo. Il karma era un demone perverso che si divertiva a vedere le persone contorcersi nella loro stessa disperazione mentre distruggevano con le loro mani le cose che amavano, ma lui non gli avrebbe mai concesso la vittoria.

Almeno, era ciò che si era ripromesso quando aveva dodici anni. Prima di scoprire che sapore avessero quelle labbra espressive e quanto fossero morbide nella loro goffaggine. Prima di trovarsi in piedi davanti a un altare a profanare la sacralità di quel luogo, respirando a pieni polmoni quel misto di cera calda e fiori morti che si mescolava all'odore della pelle di Deku.

≪ Questo giorno resterà impresso nelle nostre menti come il giorno in cui Bakugou Katsuki si è ubriacato per la prima volta in vita sua. ≫ commentò una voce bassa, vibrante di divertimento, alle sue spalle. Katsuki sprofondò ancora di più nel comodo divano della sala comune, fingendo di non aver notato il rosso dei capelli di Kirishima comparire ai margini del suo campo visivo.

≪ Non sono ancora ubriaco. ≫ borbottò fra i denti serrati, portandosi il bicchiere mezzo vuoto alle labbra. Nella luce soffusa gli occhi rossi si socchiusero, continuando a guardare il riflesso del ragazzo che non aveva il coraggio di guardare direttamente, specchiarsi nelle alte vetrate.

La sua immagine distorta era semi coperta dal corpo muscoloso di Kirishima che si sporgeva sullo schienale del divano con le braccia puntate sul bordo e un sorriso ironico a curvare le labbra. ≪ Certo, come no. ≫

≪ Fottiti. ≫

La voce rauca di Katsuki suonò lamentevole alle sue stesse orecchie, raschiata dal nodo che gli si era formato in fondo alla gola nel momento in cui Deku aveva schiuso le labbra per ridere a qualcosa che il Bastardo a Metà aveva appena detto con un mezzo sorriso ironico stampato in faccia.

Dietro la spalla di Kirishima, poteva ancora scorgere i riccioli sinuosi formare onde nere sul viso pallido, conferendo una nuova profondità al verde scuro delle sue iridi. La curva morbida della bocca tesa in un sorriso leggero che si inclinava ogni volta che si portava la bottiglia di birra alla bocca per prenderne un sorso, come se ciò che stava bevendo non gli piacesse poi così tanto.

Allora per che cazzo la stai bevendo, Deku?

Forse perché era un idiota incapace di accettare i propri limiti e si spingeva sempre troppo oltre, con buona pace di ciò che potevano pensare gli altri. Un verso strozzato gli sfuggì dalla bocca arricciata in una smorfia insofferente. La musica pulsante si mescolò al chiacchiericcio nella sala comune e soffocò la sua voce rauca. ≪ Non mi guardare così. ≫

Kirishima accennò un sorriso, come se sapesse cosa stava pensando anche se era impossibile. Anche se Katsuki stesso non poteva credere di non avere più controllo sui propri pensieri. ≪ Ehi, io non ti giudico. ≫ replicò, incrociando le braccia sullo schienale del divano e ciondolando in avanti, gli occhi rossi che scrutavano la folla di studenti nella stanza. ≪ Trovo solo divertente che di genere ci rompi le palle con il non bere e oggi sei tu quello che va tenuto d'occhio. Però non ti giudico. ≫

≪ No, hai solo deciso di venire a rompermi le palle. ≫ commentò Katsuki con una nota di ironia nella voce rauca e un mezzo sorriso da attaccabrighe sulle labbra. La luce soffusa si rifletté sulle sue mani candide quando si portò il bicchiere alle labbra.

La mano affusolata di Todoroki si poggiò sulla spalla di Deku con leggerezza, stringendola. Le dita eleganti sfiorarono la pelle nuda del collo, al di sopra del colletto e risalirono a scompigliare i corti riccioli dietro la nuca.

Katsuki avvertì la tensione guizzare sui muscoli contratti e tenderli, la mano che stringeva con più forza il bicchiere di carta fino ad ammaccarlo. Il sorriso di Deku non vacillò quando sollevò lo sguardo sull'altro ragazzo e gli sorrise prima che la capoclasse si avvinghiasse al braccio di Todoroki e si sporgesse a dirgli qualcosa.

Per un attimo, si immaginò percorrere la stanza e raggiungere il tavolo in fondo alla stanza con passo felpato, poggiare la mano sullo schienale della sua sedia e chinarsi su di lui. Gli sguardi sorpresi dei due capoclasse, del Bastardo a Metà e della streghetta fissi su di lui mentre Deku sollevava il viso, sfiorato da ombre scure e luce dorata. Gli occhi verdi che si sgranava stupiti nel trovarlo chino su di lui con un mezzo sorriso a curvare le labbra.

Lo sentì sussultare nelle sue mani mentre lo traeva a sé, il corpo caldo e forte scosso da un tremito impercepibile e le labbra che si schiudevano affamate a catturare le sue, ricambiandolo con naturale prontezza. Il sapore aspro della sua bocca dolce sulla lingua si mescolò al ricordo di cera sciolta e fiori morti nella sua mente, solo per infrangersi come cristallo quando Eijirou gli assestò una pacca sulla spalla.

≪ Ehi, non fare quella faccia. Non ti stavo mica rimproverando. Ti fa bene perdere il controllo ogni tanto. ≫ gli disse, scavalcando lo schienale del divano con agilità e sprofondando nei cuscini al suo fianco. ≪ Basta che non fai esplodere niente e non uccidi nessuno. ≫

La spalla di Katsuki formicolava per il colpo ricevuto. Si voltò a guardarlo di traverso, arrabbiato per essersi perso nelle proprie fantasie e ancora di più per esserne stato strappato così presto. Forse a fargli rabbia era il solo fatto di essersi permesso di fantasticare su qualcosa di simile, quando si era assicurato di mandare al diavolo qualsiasi possibilità che riaccadesse.

Ebbe l'orrenda sensazione che il demone nella sua mente ridesse di lui mentre guardava Kirishima sporgersi a prendere uno dei bicchieri vuoti sul tavolino di vetro e riempirlo con una della delle tante bottiglie sparse nel mezzo.

≪ Ringrazia il mio autocontrollo o ti avrei già mandato all'altro mondo, razza di imbecille. ≫ sibilò, arricciando le labbra in una smorfia irritata che sortì come unico effetto quello di far roteare esasperato gli occhi dell'altro. ≪ Nemmeno l'alcool ti rende meno stronzo, Kats. Questo è un grosso problema. ≫

≪ Ti ho già detto di andare a farti fottere? ≫ replicò mordace, soffocando a stento un verso rabbioso. Kirishima lasciò scivolare il braccio lungo lo schienale e gli rivolse un sorriso strafottente. ≪ Spiacente, non amo il ruolo di passivo. ≫

Avrebbe voluto mollargli un pugno in faccia o dire qualcosa di estremamente spiacevole, invece si ritrovò a ridere prima ancora di rendersene conto. Kirishima lo fissò con un mezzo sorriso sulle labbra e qualcosa di scuro nel fondo di quegli occhi scarlatti che gli fecero scorrere un brivido inquieto sulla pelle. ≪ Sei un idiota. Parli un sacco di virilità ma non ricordo di averti mai visto con una ragazza. ≫

≪ Nemmeno io ti ho mai visto con una ragazza. ≫ commentò sottovoce Kirishima e la risata morì sulle labbra di Katsuki mentre lo ascoltava sussurrare ≪ Ma non mi verrebbe mai in mente di considerarti meno uomo per questo. ≫

Improvvisamente, non ebbe più voglia di scherzare. Si mosse a disaggio sul divano, evitando di incrociare lo sguardo dell'amico e gli occhi rossi si socchiusero nella fioca luce cogliendo il movimento di corpi che ballavano, riflessi nel vetro della vetrata.

La piccola streghetta si era gettata su Deku, prendendolo alle spalle. Lo vide gettare la testa indietro e sorriderle, con gli occhi scintillanti nelle ombre mentre le sfiorava il braccio nudo con le dita sfregiate. Ochaco gli disse qualcosa, le braccia che circondavano le spalle di Deku scivolarono sulla stoffa della sua camicia e le piccole mani di fata si intrecciarono su quella di lui, spingendolo ad alzarsi e guidandolo verso il gruppo intento a ballare.

La musica pulsava nell'aria umida, distorcendo le risate e il chiacchiericcio che riempiva la sala comune. Gli occhi rossi si socchiusero nella fioca luce, appesantiti da un velo di sonno. Si portò il bicchiere alle labbra e il liquido amaro scivolò sulla lingua senza trovare resistenza, scendendo a scaldargli il petto e nutrire un dolore sordo nel fondo del ventre.

≪ Non hai pensato a quello che ti ho detto, vero? ≫ domandò Kirishima, poggiando le braccia nude sulle cosce rivestite da jeans stracciati e reclinando la testa di lato per scrutarlo meglio in viso, come alla ricerca di qualcosa che potesse trovare solo riflesso sui suoi tratti. Ciocche scarlatte caddero a sfiorargli gli occhi e Katsuki sbuffò, lanciandogli un'occhiata di traverso con le palpebre calanti. ≪ Non rompere il cazzo. ≫

Il suono aspro della sua voce suonò come un ringhio nell'aria e disegnò una ruga nello spazio fra le sopracciglia nere dell'altro ragazzo che strinse le labbra con fare contrariato. Poté quasi sentire il demone nella sua mente ridere di lui e danzare nella luce soffusa mentre lo guardava avvelenare pure quell'amicizia insieme a tutto il resto, spingendolo a uccidere qualsiasi cosa di buono fosse riuscito a costruire in quegli anni.

Forse avrebbe fatto meglio a non andare a quella stupida festa. A starsene tranquillo in camera ad ascoltare i 5 Second of Summer, sfogliando l'ultimo numero di One Piece, facendo finta che il silenzio fra le note non gli scavasse dentro un dolore senza fondo.

Sarebbe rimasto comunque solo, alla fine.

Si sarebbero tutti resi conto che era incapace di ricambiare anche il gesto di gentilezza più misero e l'avrebbero abbandonato a sé stesso. E Katsuki sarebbe sopravvissuto anche così. Perché stare da solo era semplice per lui quanto era difficile per chiunque altro.

Sarebbe sopravvissuto perché aveva imparato a convivere con il silenzio e riempirlo con il suono della batteria, con il martellare della musica e il rombo delle sue esplosione. Aveva imparato a riempire il vuoto con i suoi successi e a convivere con la sensazione che non fosse mai abbastanza – che nulla sarebbe mai stato abbastanza – per riempire il vuoto nel suo petto.

≪ Sei un tale testone... ≫

Un sospiro rassegnato sfuggì dalla bocca contratta di Eijirou, ma nel rosso delle sue iridi, Katsuki, trovò solo affetto mescolato a dispiacere. L'ombra del rammarico per qualcosa che nemmeno lo riguardava, ma che si era preso a cuore senza che glielo chiedesse. Senza che dovesse trovare le parole e il coraggio per spiegaglielo.

Le labbra gli tremarono, costringendolo a prendere un altro sorso del drink fra le sue mani e cercare di soffocare quel qualcosa nel suo petto che si era contratto, procurandogli un dolore sordo, con l'alcool nel fondo del suo bicchiere.

≪ Gli affaracci tuoi mai, eh? ≫ disse, raschiandosi la gola e gli occhi rossi fissarono il fondo vuoto del suo bicchiere mentre le prime vertigini l'assalivano e due chiazze rosse gli coloravano le guance.

≪ Non quando il mio amico che non beve mai decide che ubriacarsi è meglio che affrontare un problema. ≫ replicò lui e un ampio sorriso baluginò nel suo viso mentre si lasciava ricadere contro lo schienale del divano al suo fianco. Ciocche ramate caddero a sfiorargli le tempie, sfuggendo alla fascia che gli trattenevano i capelli. ≪ Quindi... il piano è aspettare che come per magia i tuoi sentimenti svaniscano? Oppure, che Izuku si trovi qualcun altro? ≫

≪ Io non ho sentimenti. ≫ borbottò Katsuki fra i denti e i suoi occhi cercarono nel riflesso, l'immagine del ragazzo che aveva preso ad evitarlo perfino in classe, dove sedevano l'uno dietro l'altro senza possibilità di scampo.

Lo trovò intento a ballare con i suoi amici, fra il Quattrocchi che l'accompagnava sempre e la piccola streghetta che era sua complice da anni. Nell'osservarlo reclinare la testa e ridere di qualcosa che il capoclasse gli aveva appena detto, Katsuki provò un'inspiegabile amarezza.

Del ragazzino mingherlino che ricordava non era rimasto nulla, se non un'ombra riflessa nei tratti morbidi del viso. Un eco distorto che traspariva dalla sua risata e faceva scintillare il verde dei suoi occhi come smeraldi esposti alla luce del sole, mitigando la sua goffaggine e conferendo nuova sicurezza ai suoi gesti.

Dov'era finito il bambino timido che gli stringeva la mano, sbirciandolo da sotto le lunghe ciglia nere con un broncio tremante sulle labbra? Nel guardarlo, ora, sembrava che non fosse mai esistito.

Un velo di amarezza e rabbia gli risalì dal fondo del petto, stringendogli la gola e inumidendo gli occhi, perché lui avrebbe voluto rivederlo, poterlo incontrare, fingere che gli ultimi dieci anni non fossero mai esistiti e tornare a quando ancora non sapeva nulla. Quando ancora il suo cuore non aveva smesso di funzionare come si doveva e aveva ancora l'illusione di non essere vuoto dentro.

Quando Deku aveva ancora bisogno di lui per dormire la notte e fremeva d'impazienza nell'aspettarlo all'incrocio per andare insieme a scuola. Quando lui poteva ancora contare sul fatto che l'avrebbe trovato alle sue spalle, intento a incespicare, e non - Dio solo sapeva come - in mezzo al pericolo prima di lui.

≪ Kats? ≫

La voce di Kirishima era velata di preoccupazione. Katsuki abbassò lo sguardo e si rese conto di essersi alzato sulle gambe incerte, il bicchiere di carta accartocciato nella mano serrata a pugno da cui risaliva un filo di fumo. Kirishima lo guardò con gli occhi sbarrati e il viso cereo, congiungere le mani con uno scatto e far detonare un'esplosione sui suoi palmi.

Il bicchiere bruciò fra le urla sorprese e la confusione generale, ma a lui non importò. Così come non gli importava di avere gli sguardi di ridicole comparse puntati addosso o liquido appiccicoso sulle mani. Brandelli di cenere ondeggiarono nell'aria e caddero ai suoi piedi, diffondendo nell'aria un intenso odore di bruciata.

≪ Kats, non fare così. ≫ lo pregò Kirishima, con una nota affranta nella voce bassa. Gli occhi rossi di Katsuki baluginarono furiosi nel posarsi sul suo viso pallido e scorgere il dispiacere nelle sue iridi.

≪ Mi sono rotto il cazzo di questa maledetta festa. ≫ sibilò, scoprendo i denti in una smorfia d'insofferenza che alterò i tratti del suo viso. Ciocche bionde caddero a sfiorargli la fronte, appiccicandosi alla pelle umida di sudore. Scagliò ciò che restava del bicchiere addosso all'amico e lo guardò colpirgli il petto, sporcando il maglione rosso, per ricadere a terra senza fare rumore.

≪ Se mi guardi ancora così ti gonfio di botte, mi hai capito?! ≫ sbottò, scoprendo i denti in una smorfia violenta che accese il rosso delle sue iridi di una luce pericolosa. Kirishima non rispose, limitandosi a fissarlo con gli occhi sgranati e ombre scure che danzavano sul suo viso.

Le mani abbandonate fra le cosce si contrassero, mettendo in mostra i tendini, ma Katsuki non ci badò, superandolo come se non esistesse. Avrebbe voluto avere qualcosa da colpire. Qualcuno su cui riversare la sua rabbia, ma la persona che di solito prendeva di mira, ora era anche quella che l'evitava con maggiore tenacia.

I suoi occhi verdi lo guardavano con un'ombra a scurire l'iride, premendo sulla pelle sottile della nuca come un formicolio caldo da cui scaturì un brivido che scese lungo la spina dorsale. Nel voltarsi a lanciargli un'occhiata furiosa, Deku trasalì e distolse di scatto lo sguardo. Riccioli scuri caddero a ombreggiargli la metà superiore del viso e la sua bocca espressiva si contrasse in una linea dura che tradiva qualcosa di amareggiato e testardo allo stesso tempo.

Accanto a lui, Uraraka Ochaco serrò le labbra in una linea sottile e i suoi occhi castani luccicarono nella luce soffusa mentre allungava la mano e afferrava quella del Nerd con fare protettivo.

È troppo tardi per quello, stupida. Dovevi proteggerlo prima. Dovevi farlo innamorare di te. Dovevi venire a salvarlo da me quel giorno in piscina. Adesso, non è rimasto nulla che io possa fargli.

Le mani gli tremarono, serrate a pugno lungo i fianchi, e Katsuki le infilò in tasca per nasconderle agli sguardi distratti che lo sfioravano senza indugiare. Voltò le spalle con un grugnito al gruppo di Deku e cercò la protezione della folla per nascondersi dalla loro vista.

Era così stanco di stare lì a guardare l'impegno con cui Deku era riuscito ad escluderlo dalla sua vita in appena qualche giorno. La facilità con cui si era liberato di lui e aveva accettato di non rivolgergli più la parola o guardarlo, come se non avesse passato metà della sua vita a inseguirlo e l'altra metà a raccogliere i pezzi che lui aveva disseminato ai suoi piedi.

Adesso, non si fermava più a vedere quale strada avrebbe preso durante il pattugliamento o se Endevour gli avrebbe messi insieme. Non era più la persona che cercava per primo la mattina, quando entrava in classe e che doveva sorbirsi i suoi tentativi di fare conversazione.

Non era più niente. Ma questo era ciò che aveva scelto.

 

 

   
 
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