Capitolo 27, Linea
La permanenza di Phineas jr. alla famiglia di nascita era appesa costantemente a un filo. Fin da quando il secondogenito del preside meno amato della storia di Hogwarts iniziò i suoi studi, entrò infatti in contatto con quello che secondo i suoi genitori avrebbe rappresentato la sua rovina e cioè Albus Silente. Phineas jr. era rimasto letteralmente ammaliato, per certi versi soggiogato, da quello strano Grifondoro e dalla sua banda di idolatranti amici.
Lui e le sue idee sulla parità, sulla necessità di eliminare le cacce ai Babbani e di rispettare la loro esistenza.
Suo padre aveva fin da subito messo in chiaro che non avrebbe tollerato questa amicizia innaturale ma Phineas jr. era sempre stato un ragazzo molto allergico alle strette regole di famiglia e, bisognava ammetterlo, Phineas Nigellus non aveva il carisma di Albus Silente. Certo, suo padre ordinò ai vari quadri di origliare le sue conversazioni con i Grifondoro, ma alla fine era sempre stato abbastanza furbo e intelligente da non farsi beccare.
Ciò nonostante, suo padre dubitava e quella linea sottile che univa padre e figlio andava indebolendosi sempre più.
Ma alla fine, terminata la scuola, non poté nascondersi ulteriormente.
Il primo giorno di vacanze annunciò a tutti i parenti che aveva intenzione di imbarcarsi in un gran tour con i suoi amici Grifondoro in giro per l'Europa.
Sua madre pianse, i fratelli lo osservarono con disgusto, Phineas Nigellus urlò e strepitò come mai in vita sua, minacciando di diseredarlo perché era impossibile che un Black appoggiasse quelli schifosi Babbanofili, e se lui appoggiava quelle idee sui diritti dei Babbani non era certo degno di far parte della famiglia.
Ma Phineas jr. non era disposto a barattare i suoi ideali per l'appartenenza alla famiglia; li amava, certo, ma non poteva rinunciare ai suoi principi per nulla al mondo.
Si alzò da tavolo e, senza dire una parola, uscì dalla sala da pranzo, da Grimmauld Place, dalla loro vita.
Aveva reciso anche quell'ultima, sottilissima, quasi impalpabile ormai, ultima linea.
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