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Autore: drisinil    29/10/2022    3 recensioni
[kurotsuki] [nospoiler] [canonverse] [long: 2 capitoli/settimana]
«Signor è-solo-un-club sei senza parole?» lo provoca Kuroo. «Vuoi che brindi io per te? Però poi bevi tu!»
«Okay, ma solo se il brindisi mi piace» risponde Kei con arroganza, spingendosi gli occhiali sul naso.
Kuroo storce le labbra e si riprende la bottiglia, strappandola a Kei. «E' una sfida?»
«Se vuoi...»
Kuroo distende lentamente il braccio verso Kei, con la bottiglia in mano. Si schiarisce la voce e tenta di scostarsi dalla fronte il ciuffo di capelli, che però ricade subito al suo posto. «Al muro perfetto, che ferma la palla, la devia, la smorza o la costringe. Obbliga le traiettorie, crea pressione e controlla il gioco.»
Kei sorride, gli strappa la bottiglia e beve d'impeto.
E' il vino più buono che abbia mai bevuto, forse il più buono che berrà mai.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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26 - Tramonti



16 novembre 2012 
 

Una cosa che piace a Bokuto è guardare il tramonto. Anzi, il tramonto in sé gli mette sempre un po' di tristezza, perché, che cavolo, con la luce il mondo è bellissimo. Ma gli piace quel momento sospeso quando l'aria è trasparente e il chiarore non è ancora scomparso, ma già brillano le prime stelle. E tutte le cose iniziano ad affondare piano piano nella notte.

Non è facile spiegare tutto questo a parole. Con Akaashi non ce n'è stato bisogno. Lo ha capito subito. Del resto, Akaashi capisce sempre tutto. E anche a lui piace il tramonto. Quindi lo guardano insieme quasi tutti i giorni.

Quando proprio non è possibile, per esempio quando Keiji è in vacanza con i suoi in qualche posto dall'altra parte del mondo, Bokuto il tramonto lo guarda comunque, e manda a Keiji un sacco di fotografie, ma non è per niente la stessa cosa. Anche perché come fotografo fa pena.

I tramonti migliori sono quelli che Bokuto pensava di dover guardare da solo, e invece poi Akaashi arriva all'ultimo momento. Giusto in tempo.

Come oggi, che c'era di mezzo il dentista. Ma l'appuntamento è finito presto e Akaashi è arrivato di corsa e lo ha trovato sul tetto della scuola, con il naso per aria.

Sta anche piovendo.

Prima di Keiji, si è materializzato l'ombrello. Ne ha comprato uno enorme, grandissimo, blu. Dice che gli piacciono gli ombrelli grandi. Che è un'ottima cosa, visto che Bokuto dimentica sempre il proprio.

Il sorriso lanciato contro Akaashi è di quelli che creano nuovi elementi chimici e bruciano la retina. «Akaashi! Sei qui! Temevo che ti saresti perso lo spettacolo e ti avevo già mandato un po' di foto.»

A dire il vero, lo spettacolo non è un granché: il cielo trabocca di nubi grigiastre e il tramonto bisogna più che altro immaginarselo. Ma lo guardano lo stesso, appoggiati alla ringhiera, il sole è solo un vago alone dietro una cortina di pioggia.

«Da quanto sei qui fuori, Bokuto-san?»

«Da un po', ma non mi sono bagnato tanto. Vedi? Ho il cappuccio.»

Ciocche scomposte di capelli un po' chiari e un po' scuri grondano acqua sulle spalle. La felpa bianca della squadra è così inzuppata che ha cambiato colore.

«Non è impermeabile.»

«Già. Che seccatura. Dovrebbero farle impermeabili.»

«E' meglio se rientriamo» suggerisce Akaashi.

«Ma il tramonto non è ancora finito.»

Se sia finito o meno è impossibile dirlo. Non è ancora notte, ma l'orizzonte è di un grigio uniforme, senza indizi di dove sia il sole. Bokuto scatta un'altra foto.

«Ti ammalerai, Bokuto-san, per favore, rientriamo.»

Una volta, Kuroo ha raccontato a Bokuto di un certo film di fantascienza molto incasinato, in cui una setta di streghe usava la voce tipo condizionamento mentale, per far fare agli altri quello che volevano. Akaashi non è una strega, ma più o meno ha lo stesso potere, perché quando usa quel tono, Bokuto perde ogni velleità di discussione: obbedisce e basta. È persino contento di obbedire.

Non che Akaashi voglia comandare le persone (è gentile con tutti), ma alla fin fine, sa sempre cosa è meglio fare. E adesso è meglio andare di sotto, fare una doccia calda e asciugarsi.

Prima che arrivino allo spogliatoio, Akaashi ha già allungato a Bokuto un asciugamano pulito e una caramella al miele, per evitare il mal di gola.

«Akaashi, senti, posso chiederti una cosa?»

Bokuto parla da dentro al vano della doccia. L'acqua scroscia, ma la sua voce la supera senza difficoltà.

«Certo, Bokuto-san. Ma non serve che urli, sono proprio qui fuori.»

«Non sto urlando!» urla, stentoreo.

Akaashi sorride. «Così ti sentirà tutta la scuola.»

«Allora te la chiedo dopo! E' una faccenda personale!»

Mezzo minuto dopo, Bokuto esce dalla doccia, con l'asciugamano arrotolato intorno alla vita e i capelli appiccicati alla fronte.

«Asciugati bene.»

«Mn mn» Bokuto annuisce, strofinandosi forte la testa.

«Cosa mi volevi chiedere Bokuto-san?»

Bokuto si siede, dondola un piede, si gratta la tempia. «Non è proprio una cosa che ti volevo chiedere, più che altro vorrei la tua opinione.»

Akaashi riconosce tutti i segnali dell'imbarazzo. E mentalmente si prepara a qualche domanda a cui non vuole rispondere.

Come sempre, Bokuto lo sorprende. «Penso che a Kuroo piaccia Tsukki» dice, con un gran sospiro.

«E' possibile» concede Akaashi. Come volevasi dimostrare non possono più nasconderlo. Sarà meglio dirlo a Tsukki.

«Davvero? Lo credi anche tu Akaashi? E' un po' che ci penso. Forse anche a Tsukki piace Kuroo.»

Manca il solito entusiasmo. Nelle faccende sentimentali, di norma Bokuto scoppia di voglia di partecipare alla felicità altrui, di organizzare appuntamenti, di supportare incontri segreti. «La cosa ti mette a disagio, Bokuto-san?»

Bokuto sgrana gli occhi. Un'istantanea del centro pulsante della galassia che sfiora il viso di Akaashi e poi si ritrae subito, lasciandolo stordito. «No. Nessun disagio. Ma... beh, io avevo capito che gli piacevano le ragazze, a Kuroo. Stava con Mami-chan, no? E, insomma, stavano proprio insieme-insieme. Insieme. Hai capito, no?»

Akaashi ha capito benissimo. Hanno fatto sesso rumorosamente in tutti i club della scuola. Se avevano una cosa in comune quei due, era il totale disinteresse per il minimo sindacale di decenza. «Forse dovresti chiederlo a lui. Siete amici dalle medie, no?»

«Ci ho provato. Ma mi ha risposto che la questione del genere, in amore, è sopravvalutata.»

«Mi pare una buona risposta» osserva Akaashi.

Bokuto si stringe nelle spalle. «Non sono sicuro di aver capito che intendeva.» Abbassa di scatto la testa, guardandosi fra le gambe, dove l'asciugamano copre tutto quello che c'è da coprire. «A me non sembra così irrilevante. Cioè, lo saprà cosa ha Tsukki nelle mutande. Alto com'è, poi... voglio dire, sarà tutto in proporzione, no?»

Akaashi vorrebbe piangere di frustrazione, e invece ride. Bokuto-san riesce a farlo ridere praticamente sempre. «Credo che lo sappia. E che non gli importi. O meglio, che gli importi di più dei sentimenti che delle mutande.»

«A volte il confine fra mutande e sentimenti è molto sottile» sentenzia Bokuto, riflessivo, mentre si leva di dosso l'asciugamano e si riveste.

Akaashi pensa che dovrebbero scrivere questa cosa sui dizionari, accanto alla definizione di orientamento sessuale. Accanto a quella di sadomasochismo dovrebbero scrivere: Akaashi Keiji.
Accanto alla definizione di sezione aurea ci andrebbe una foto di quel corpo nudo.

«Credi che stiano insieme? Kuroo e Tsukki» domanda Bokuto restituendo il phon ad Akaashi.

«Credo di no. Almeno per adesso. La cosa ti dispiace?»

«Non lo so» risponde sinceramente Koutarou, infilandosi la maglietta. «Odio i cambiamenti» ammette.

«Quali cambiamenti?»

«Tutti. Per esempio io che mi diplomo e tu no. Oppure tu, Akaashi...»

«Io cosa?»

Bokuto esita. «Sarei più contento se tu avessi una ragazza.»

Akaashi abbassa lo sguardo, cercando chissà cosa nel linoleum scrostato dello spogliatoio.

«Hai perso qualcosa?» si interessa premuroso Bokuto, inginocchiandosi e scrutando anche lui il pavimento.

«No. Sono solo un po' stanco.»

«Meno male. Cioè: meno male che non hai perso niente. Mi dispiace che sei stanco. Allora andiamo a casa, ti accompagno.»

Indossano i cappotti, prendono le borse, Akaashi chiude a chiave lo spogliatoio e la palestra.

«Perché vorresti che avessi una ragazza?»

«Perché così sarei già sicuro che, anche con una ragazza in mezzo, avresti comunque tempo per me. Per gli allenamenti extra. Per i tramonti. Per le ripetizioni. Invece così ho paura che all'improvviso spunti fuori una fidanzata e... mi porti via tutto.»

Ha le spalle basse, la testa piegata, i suoi respiri sono sbuffi. Calcia tutti i sassi che incontra. «O magari un fidanzato. Come la pensi sulla faccenda delle mutande? Come Kuroo?»

Akaashi apre l'ombrello con calma. «Più che altro come Tsukki.»

«E lui come la pensa?»

«Le mutande tutto sommato contano qualcosa.»

Bokuto si acciglia, immerso nei suoi pensieri. «Akaashi?»

«Sì, Bokuto-san?»

«Mutande a parte. Sono importante per te?»

La domanda rasenta l'assurdo. Keiji si maledice in tutte le lingue che conosce. Diverse. «Certo» risponde, con la scioltezza di una statua di marmo.

«Quando avrai una ragazza, troverai lo stesso un po' di tempo per me? Prometti?»

«Fossi in te non me ne preoccuperei troppo, Bokuto-san.»

«Non vuoi promettermelo?» l'ansia è incisa nel suo viso su tutti i tratti. Gli occhi sono sgranati, le narici dilatate, le sopracciglia sfiorano la fronte.

«Non c'è bisogno di promettere. Avrò sempre tempo per te, Bokuto-san. Sarai tu a non averlo, quando giocherai da professionista.» E io continuerò a baciare la terra dove cammini.

«Promettimelo lo stesso!»

«Promesso.»

Bokuto si rilassa. Il suo sorriso torna a scoppiettare di reazioni termonucleari. «Non credo di poter vivere senza di te» esclama serenamente, saltando le caselle di una campana disegnata per terra da qualche bambino. Nel farlo, si bagna tutto. «Quindi il tempo lo troverò. Allungherò i giorni se serve.»

Akaashi non risponde. Sta praticando l'arte di governare i battiti del cuore. Di controllare i muscoli facciali. Di stritolare l'anima fra quattro pareti molto anguste. Se negare le evidenze fosse una disciplina olimpica, Akaashi Keiji passerebbe alla storia.

 

[Line Chat Akaashi Keiji/Tsukishima Kei]
 

20:36 Tsukki Akaashi-senpai, avrei bisogno di un favore. Hai il necessario per lo shodou? Potresti prestarmelo?


20:37 Akaashi Non lo pratico da mesi, gli inchiostri saranno mezzi secchi. Cosa devi farci?


20:37 Tsukki Alimentare il mio già imponente autolesionismo. Ti mando un vocale più tardi e ti spiego.
 


20:38 Akaashi Kuroo-san ha appena pubblicato la foto di una portafinestra. Il piede nel calzino a righe è il tuo?


20:38 Tsukki Bokuto-san ha pubblicato un paio di ore fa la foto di non si sa cosa, tutta sfocata e priva di senso. La mano sulla ringhiera è la tua?
 

   
 
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