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Autore: Christine Cecile Abroath    31/10/2022    0 recensioni
2021: una nuova generazione di maghi frequenta Hogwarts, ma sono molto diversi dai loro genitori. Ribelli, frustrati e stanchi di dover soddisfare ad aspettative che non sentono proprie... il tutto condito con il circolare a scuola di una strana "pillola dei sogni" che promette loro la libertà di esprimere sé stessi...
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, Ariana Silente, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Hugo Weasley non era stato invitato, ma ciò non lo avrebbe mai fermato dall'esserci. Pensava davvero Rose che non si fosse accorto di quanto fosse cambiata? Tutti i suoi peggiori incubi si erano avverati e quando aveva deciso di rimanere ad Hogwarts, non aveva dubbi di dove l'avrebbe trovata.

Con James dunque esserci era d'obbligo e nonostante lui pareva interessato a divertirsi, lui lo era di più nel capire cosa stava succedendo, tuttavia questa volta aveva deciso di usare una tecnica diversa.

Tra la folla variopinta lui spuntava per altezza ed anche per i suoi riconoscibili capelli rossi, un po' come per Malfoy e la sua chioma argentata. Lui stava cercando ed il suo nome urlava tentato di sovrastare la musica.

«SCORPIUS! SCORPIUS!»

Il ragazzo, che era in un angolo del grande salone, quel giorno indossava una giacca di pelle con le maniche rosse, sulla schiena la sagoma di una Fenice. I pantaloni erano scozzesi ed in stile punk con catenacci vari ed ai piedi indossava degli anfibi con la punta in ferro.

Stava smerciando delle pillole dei sogni a due Corvonero, dopotutto la Donna nello Specchio aveva chiesto loro di mostrare a più studenti possibili la verità, quando voltandosi, si trovò di fronte niente di meno che Hugo Weasley.

Malfoy gli sorrise con un ghigno di sfida, mentre il rosso mantenne un'espressione dura e seria.

«È colpa tua! Quello che sta succedendo a mia sorella... SEI STATO TU!»

«Inizi a diventare noioso Weasley, dovresti metterti d'accordo con tuo padre e trovare battute migliori, sempre le solite stancano!»

«Questo non è un gioco imbecille! Guardati intorno questa NON è mia sorella!»

«Oh sì giusto perché sei tu il popolare dei due giusto? Il Re delle Feste e tutto il resto!»

Scorpius aveva incrociato le braccia al petto e guardava di sottecchi Hugo. Sapeva benissimo come Rose si era sempre sentita a proposito e quanto odiava interpretare il ruolo della sorella studiosa e posata solo perché tutti si aspettavano che così dovesse andare.

«Non ti rendi conto di come la faccenda sia seria?»

«Seria? Per l'amor del cielo, datti una calmata! Tua sorella non sta uccidendo nessuno e tanto meno ha rovinato la sua media scolastica...»

Hugo assottigliò lo sguardo scuotendo il capo disgustato.

«Guardati... tutta questa pagliacciata per illudere che tu sia diverso, un ribelle che odia le sue origini e tutto il resto... Sei un ipocrita!»

«IO? Io sono un'ipocrita? E tu? Qui a farmi la morale, a criticare tua sorella... quando tu che hai sempre fatto se non a pavoneggiarti credendoti migliore degli altri? Devo ricordarti gli scherzi cretini ed umilianti che tu ed il tuo amichetto siete soliti fare a chi non ha il coraggio di dirvi quanto siete patetici? Il vostro trattare tutti con sufficienza...»

Ad ogni parola Scorpius si avvicinava di un passo al rosso che non indietreggiò, ma si strinse così forte le mani a pugno che le unghie quasi gli si conficcarono nella pelle.

«TU NON mi conosci!»

«Certo che ti conosco! Capelli rossi, una vecchia toga di seconda mano... sei un Weasley!»

E così dicendo Scorpius rise ben felice toccarlo lì dove sapeva gli faceva più male, ma lì Hugo non si trattenne e prendendolo per il bavero della giacca lo sbatté al muro.

«Forse hai ragione, forse sono tutto ciò che hai detto, ma sai che c'è? Faccio questo ed altro per non assomigliare a mio padre... inutile ricordarti che non era il ragazzo più popolare giusto? E guarda dove è finito, nemmeno un Auror è riuscito ad essere... ma non io!»

Hugo lasciò Scorpius di botto e senza voltarsi indietro se ne andò, mentre Scorpius lo fissava molto colpito allontanarsi. Forse lo aveva sottovalutato, forse chissà anche lui cercava tutti i pezzi necessari per sentirsi completo...

 

Molto era cambiato ad Hogwarts negli ultimi anni o molto più semplicemente negli animi della Generazione Z. I Boomers si erano dovuti confrontare con tempi duri, la minaccia costante di Voldemort aveva reso la loro vita un soffio che andava vissuto senza guardarsi indietro. La paura e la minaccia dell’oblio aveva portato molti a piegarsi, ma i più invece avevano riscoperto il valore della resilienza. Poi erano arrivati i Millennials che avevano un mondo davanti? Tutto era da ricostruire, da scoprire e le nubi oscure che avevano oscurato i pensieri e sogni della generazione precedente erano spariti… non vi era altro che voglia di fare, di crescere e di realizzarsi. Ed ecco infine giungere alla Generazione Z… Una lasciata alla mercé della vita così come conquistata e plasmata da quelle precedenti. Non c’era più nulla da ricostruire o da scoprire, tutto era tranquillo, perfetto ed in pace, ma sì sa è la quiete prima della tempesta. Era uno status quo che le generazioni precedenti avevano guadagnato a fatica e non volevano perdere e che loro invece volevano solo frantumare per costruirne uno proprio. Le catene imposte dai successi dei loro predecessori, le regole creatasi dalle loro scelte, impediva ad ognuno di loro di fare le proprie…

A tutto ciò pensava Imothep che appoggiata alla parete sorseggiava la sua burrobirra distrattamente. Intorno a lei c’era di tutti: ragazzi addormentati qua e là, chi faceva stupidi giochi da ubriachi, chi si baciava, chi ballava, chi parlava… c’era di tutto e tutti nell’espressione massima del proprio estro senza costrizioni. Era la perdita del controllo, l’euforia dell’eccesso e l’esaltazione della diversità.

 

Imothep indossava una tuta di pelle rosa con motivi azzurri che richiamava l'idea di quella dei piloti, ma decisamente più kawaii e sexy. Davanti una scollatura vertiginosa, fino all'ombelico, metteva in bella mostra il suo decolté quasi del tutto piatto. Al collo aveva una semplice catenina a maglie larghe color oro, come il colore della frontierina con i quadrifogli che aveva in testa. I capelli erano sciolti, ma leggermente ondulati. Erano dello stesso colore del grano seppur tendenti al ramato. Gli occhi scuri risaltavano con il make up blu metallico ed ancor più per via dei due piccoli strass posti sotto gli occhi, come lacrime cristallizzate.

«Imothep Finnigan… splendente come sempre!»

Una voce allegra la costrinse a voltarsi, trovandosi faccia a faccia con il sorriso radioso di Roxanne. Ebbe un fremito a guardare la sua pelle abbronzata ed i suoi occhi vispi, sempre allegri. Le sue mille e lunghissime treccine erano raccolte con vari chignon sulla testa ed alle dita aveva molteplici anelli così come al collo. Indossava un vestito di pizzo nero, trasparente ed al di sopra un maglioncino con le spalle scoperte. Eccentrica ed unica come sempre.

«Roxanne Weasley, dove c'è una festa, c'è anche lei!» disse Imothep sorridendo complice e portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Sai a cosa stavo pensando guardandomi intorno? Perché integrarsi, quando si può essere unici?»

«Oh questa è una bella domanda!»

La giovane bruna si mise un dito sul mento con fare pensieroso e poi si poggiò al muro accanto a lei. Figlia di Angelina e George era una forza della natura con la stessa bellezza, decisione e bravura come cacciatrice della madre, ma anche con la stessa simpatia, carisma e furbizia del padre. Apertamente lesbica aveva fatto coming out appena lo aveva capito ed aveva avuto la fortuna di esse immediatamente accettata dai genitori. Non era una cosa facile, nel mondo della magia non esistevano omosessuali e se ce ne erano stati non è che proprio lo avevano detto ai quattro venti. Era una faccenda ancora delicata dunque, lungi dall'essere accettata e capita come lentamente invece nel mondo babbano stava accadendo. E se avevi un papà ultra conservatore e con ben chiara la differenza tra uomini e donne, la cosa si faceva complessa.

«Ma dimmi un po' questa domanda ti è sorta prima o dopo di lasciare James?»

Roxanne conosceva Imothep da sempre, ma a differenza degli altri, ed anche prima di lei stessa, aveva sempre capito che indossava una maschera. Si sforzava sempre di essere iper femminile, non tanto nei look, quanto più negli atteggiamenti. Si era sempre presentata come una ragazza frivola, superficiale, di quelle che ridono alle battute del ragazzo di turno pur se la considerano sciocca pur di apparire civettuola. Insomma tutti i cliché che esistevano lei li rispecchiava alla grande e per questo Roxanne aveva compreso che fingeva... che aveva sempre finto, almeno fino a qualche mese fa. Quando rompendo con James, tra lo stupore di tutti, si era liberata da quella immagine passando dall'essere la ragazza copertina ad un fantasma.

Imothep si voltò verso di lei e senza indugiare oltre si sporse verso Roxanne posandole una mano sulla guancia e baciandola, non le importava che tutti la stessero guardando o indicando, finalmente faceva quello che avrebbe sempre voluto fare... comportandosi come sempre avrebbe voluto.

Roxanne le posò le mani sui fianchi e se la strinse addosso approfondendo il bacio, non poteva dire che se lo aspettasse, avrebbe mentito, ma non poteva nemmeno negare che le faceva piacere.

«Non sai quanto desiderassi farlo anche in questa realtà...» le sussurrò sulle labbra ancora umide. Imothep aveva vissuto sulla sua pelle la libertà di essere ciò che voleva essere e questo l'aveva spinta finalmente ad uscire dalla sua apatia ed abbracciare il suo vero io. Roxanne non capì, ma Imothep si ripromise di parlargliene... ora come ora però desiderava solo una cosa: baciarla e non si trattenne dal farlo.

 

«È bello poter vedere la vera natura delle persone prendere il sopravvento, vero?»

La voce sinuosa di Sabrina giunse alle orecchie di Severus, quando raggiungendolo alle spalle, gli si affiancò osservando la scena.

«Io e Rose siamo stati sempre incuriositi dalla sua presenza… da quando ha smesso di essere Legally Blonde e diventare l’apatia in persona nessuno sapeva cosa le frullava nella mente, nemmeno noi… ed eccola lì finalmente togliersi la maschera ed essere sé stessa!»

Sabrina guardò Severus profondamente colpita dal suo discorso e così per mostrargli la propria ammirazione fece tintinnare la sua bottiglia di burrobirra con quella di lui. Fu lui a fargli segno con la testa di seguirla e così raggiunsero una delle tante porte poste intorno al grande salone centrale, per scoprire così un piccolo salottino privato con una miriade di strumenti musicali posti in giro per la stanza.

Sabrina iniziò a curiosare in giro, mentre Severus la osservava assorto. Indossava un mini abito a maniche lunghe con una fantasia psichedelica di mille colori. Due grandi orecchini statement a stella troneggiavano sulle sue orecchie, mentre il make up sugli occhi era leggero, ma glow e le labbra erano lucide per via del lip gloss.

«Dimmi un po’ Potter… cosa ti ha mostrato la pillola dei sogni?» chiese poi voltandosi di colpo a guardarlo, lo sguardo furbo ed attento, mentre prendeva posto su una dell’eleganti poltrone accavallando le gambe.

Severus sorrise leggermente nervoso, nascondendo il tutto dietro la bottiglia di birra che si portò alla bocca prima di berne un sorso. Fece schioccare le labbra ed alzò gli occhi pensieroso.

Indossava dei pantaloni cargo neri molto larghi e sopra una maglietta a maniche lunghe nera completamente trasparente nonostante fosse decorata. Oltre l’anello con il serpente ora ce ne era anche uno con la Fenice al suo dito ed al collo indossava la sua solita collana con il plettro.

«Quello che sono, ma che continuo a rinnegare…»

«E cioè?» lo incitò lei bevendo a sua volta dalla propria bottiglia.

«Un fiero Serpervede… Ho sempre odiato la cosa, certo poi l’ho abbracciata, ma nel fondo mi sono sempre sentito come se…»

«Non fosse giusto…»

«Esatto. I miei non me l’hanno mai fatto pesare, ma so che non era ciò che si aspettavano… il resto della mia famiglia nemmeno ha nascosto la cosa… e poi comunque non apprezzano mai nulla di ciò che faccio, di come mi vesto, della musica che ascolto…»

«Di chi sei… semplicemente!»

Severus ebbe come la sensazione che lei lo capisse e così prendendo la bottiglia che lei gli porgeva, la porse con la propria su un mobile lì vicino.

«E tu? Cosa ti ha mostrato?»

«La libertà dal mio cognome! Vedi seppur per motivi diversi, io vivo un po’ la tua stessa condanna… per i miei genitori non sono Serpeverde abbastanza… sono ancora chiusi nelle loro sciocche idee purosangue sì ed il resto del mondo no. Ma per questa scuola, sono troppo una Nott… sai la questione mangiamorte ed etc… in ogni caso… Sabrina… semplicemente Sabrina non va bene, mai… come la metti la metti ho uno stereotipo da seguire o da rispecchiare…»

La voce della giovane, seppur voleva apparire scanzonata, suonava stanca e frustrata e Severus lo capiva molto bene e così preso da un coraggio che non gli apparteneva le si avvicinò ed abbassandosi cercò le sue labbra per baciarla. Non ci volle molto affinché dalla poltrona si trovassero sul divano vicino stesi uno sopra l’altro… Sev sopra di lei, tra le sue gambe… Si baciarono senza esitazioni o paure, anche se quando Sabrina si fermò per un attimo Sev si preoccupò.

«Ehi tutto bene?» chiese e lei sorridendo imbarazzata, come non le apparteneva essere, si tirò toccò i capelli rimettendosi seduta insieme al ragazzo di fronte a lei.

«Ehm… è la mia prima volta…»

«Ah…»

«Wow… Severus Potter non me lo aspettavo… per te no!»

«Se vuoi vado a prendere altra birra, possiamo anche solo rimanere qui a parlare o…» ma non fece in tempo a finire di parlare che lei gli aveva preso il viso tra le mani e lo aveva ripreso a baciarla, per poi riportarlo su di lei mentre si sdraiava all’indietro.

«Lo prendo come un no?»

«Decisamente Potter!» disse lei ridacchiando, prima di perdersi nuovamente nella sensazione di sentirlo e fremendo per essere sua.

Quando James riaprì gli occhi si sentiva estremamente soddisfatto, la festa non era male, ma dopo i drammi di Hugo e l'umiliazione a cui Imothep lo aveva sottoposto aveva decisamente bisogno di rilassarsi ed era fiero di averlo trovato con la rossa al suo fianco. La stessa che seduta sul bordo del letto si stava rivestendo se non fosse stato che la mano di lui sulla sua schiena la costrinse a fermarsi.

«Ti ricordi che è solo sesso vero?» la voce cristallina di Cheryl si accompagnò con il suo sguardo malizioso, quando voltandosi verso di lui lo squadrò ben decisa a mettere le cose in chiaro.

«Perché credi davvero che vorrei altro con te?»

La rossa scoppiò a ridere indecisa se esserne furiosa o solo divertita, optò per la seconda, mentre recuperava vittoriosa il reggiseno nero che velocemente si infilò e si allacciò. Lo aveva appena fatto quando sbattendo le mani sul letto tornò a guardare il tronfio Grifondoro al suo lato.

«È patetico il modo in cui salti di letto in letto, ma poi ti fingi il finto ex ragazzo sconvolto per il coming out della sua ragazza… poverina se sapessi con quante l’hai tradita!»

Se c’era una cosa che James odiava era decisamente l’essere trattato con sufficienza dagli altri, soprattutto da una ragazza. Lui era quello che prendeva e lasciava, che umiliava e si atteggiava, non viceversa. Forse per questo in uno scatto d’ira costrinse Cheryl con la schiena contro il letto, sovrastandola con il proprio corpo e bloccandole i polsi contro il cuscino. Lei però ne parve eccitata.

«Sono io che ti ho sedotto e sempre io decido quando facciamo sesso o meno e ti dirò Potter… mi sono stancata, non sei poi così eccezionale come dicono!» un’altra risata proruppe dalla sua bocca scarlatta, qualcosa che fece uscire di senno James che senza pensarci le mise una mano sul collo.

I capelli castani gli ricadevano in avanti selvaggi, mentre ogni muscolo del suo corpo era teso, Cheryl che respirava a fatica, gli accarezzò l’avambraccio con fare felino.

«Mmm… frustrato Potter? Eppure credevo che avessi tutto… forse mi sbaglio? Forse non sei così felice come vuoi far apparire?»

«Forse sono stanca di essere sottovalutato!» soffiò lui all’orecchio di lei, lasciandola di colpo. James si alzò infastidito, voleva solo rivestirsi e tornare alla festa per sbronzarsi, ma Cheryl seduta ancora sul letto in lingerie lo guardava divertita. Si alzò a sua volta, si vestì e dalla borsa tirò fuori una pillola dei sogni che gli lasciò sul comodino.

«Qualcosa mi dice che hai bisogno di schiariti le idee… ecco qualcosa che potrebbe aiutarti nell’intento…»

James osservò la pastiglia con un certo interesse, ne aveva sentito parlare, ma non sapeva se erano solo voci di corridoio. Cheryl gli fece l’occhiolino e con le scarpe in mano, uscì dalla stanza lasciando James di fronte all’ignoto. Non era bravo con le tentazioni…

 

Rose indossava un lungo abito a rete e sul petto vi era la grande immagine del profilo di una Fenice. Al di sotto indossava un semplice body ed al di sopra una delle giacche di pelle di Scorpius, tutti rigorosamente nero. Per l'occasione aveva indossato la collana d'oro con il suo nome, mentre i capelli erano sciolti e ribelli nei suoi ricci indomabili. Anche il make up era dark, tanto spinto sugli occhi quanto sulle labbra anch'esse nere.

Aveva le braccia conserte al petto e stava osservando con alquanto interesse una delle molteplici porte poste intorno al grande salone. Almeno mezz'ora prima, se non poco di più, ci aveva visto uscire Cheryl ed ora ecco farlo anche James. Apparentemente stordito e confuso.

Rose assottigliò lo sguardo ripromettendosi di indagare, quando la voce di alcune ragazze di Tassorosso con cui stava parlando la riportarono alla realtà.

«Dunque non è pericoloso? Sicura?»

«Dicono che lo Sleep Walking può farti finire in coma, c’è gente che è morta!»

«E poi chi le ha create queste pillole, come facciamo a fidarci?»

Rose si massaggiò la fronte, non avevano la pazienza per questi attacchi isterici, ma cercò di mantenere alla calma, anche se quando tornò a guardarle dalle loro espressioni capiva quanto la temessero… Un ghigno compiaciuto le si disegnò sulle labbra prima di parlare.

«Queste pillole sono frutto di magia potentissima ed è stata la Donna nello Specchio a crearle… e per quanto riguarda lo Sleep Walking, sapete perché è pericoloso?» chiese scrutando una per uno la santarellina che aveva di fronte. Non era una sciocca, tutti conoscevano le sue grandi capacità ed il suo intelletto e non aveva preso quella cosa sotto gamba. Aveva letto a più non posso, anche i libri più proibiti che esistevano e aveva scoperto tante di quelle cose che capiva perché non venivano insegnate, poche menti le avrebbero comprese e avrebbero saputo sfruttarne il potenziale. Era una strega brillante ed era stanca di limitarsi.

«Perché è incontrollato… il desiderio recondito di ritrovare quelle parti di noi che sentiamo mancanti ci inducono nello stesso… Le pillole invece fungono da guida, controllano il momento e ci riportano indietro prima che sia troppo tardi. Ma presto non serviranno più per sentirci completi, quando la Donna nello Specchio sarà libera, ci uniremo a lei per trovare la chiave che permetterà la fusione… Non siete stanche di sentirvi così? Di vivere una vita a metà?»

Le tre Tassorosso si guardarono nervoso, stringendosi le braccia al petto, almeno fin quando una di loro sembrò mandare al diavolo tutto ed allungando una mano accettò la piccola con grande sconcerto delle compagne.

«FANCULO! Mi sono stancata! E volete la verità non mi siete mai piaciute… voi le vostre idiozie perbeniste come quelle dei miei genitori! Fanculo voi e questo buonismo del cazzo!»

Rose si trattenne dallo scoppiare a ridere, quando sentendosi prendere per mano si allontanò volentieri con Scorpius che era venuta a rapirla.

«Le hai viste?»

«Evviva l’anarchia!» le sussurrò all’orecchio abbracciandola da dietro e conducendola lontano dalla folla, dalla musica e da tutto il resto, per farla entrare in una delle numerose porte, l’unica nera con un gran serpente intagliato sopra. Rose si morse un labbro e seguendolo perse un battito quando una volta dentro vide molteplici candele accese e tutto intorno numerose rose rosse in a decorare la stanza ad indicare lei e sua energia.

«Oh è... è... Scorpius è...»

«Cosa?»

«Davvero bellissimo...»

«Bè qualcosa di speciale per una persona speciale...»

Rose arrossì sentendosi a disagio, odiava apparire così, lo aveva sempre odiato, ma non aveva potuto evitarlo... anche se con lui era bello sentirsi... spogliata da tutte le sue difese.

Lui sapeva che lei era ancora vergine, ma... non l'aveva mai spinta, seppur ci erano andati spesso vicino. Aveva rispettato i suoi tempi, ma adesso Rose non voleva più aspettare.

Posò le sue mani, dalle dita affusolate, sul viso appuntito e ceruleo di lui. I loro baci furono da subito profondi e sentiti, al punto che non fu difficile arrivare da lì a poco a letto.

Era al centro della stanza, a baldacchino e di ebano scuro, le tende penzolavano a creare un vedo e non vedo, mentre Rose con indosso ormai solo il body accoglieva su di lei Scorpius, già a petto nudo. Come faceva ad essere così fortunata?

Si baciarono tra passione e dolcezza, mentre lui scendeva a dargli lievi baci sulla spalla, per poi risalire sul collo, mentre lei inarcava la schiena e gettava il capo all'indietro.

Era come una scossa elettrica che li attraversava, voci lontane che perdevano valore. Tutti i pregiudizi e tutti i commenti che li facevano vivere perennemente in apnea stavano scomparendo. Quello che rimaneva era solo la loro voce, i loro gemiti che squarciavano il silenzio. Non avevano bisogno di nient'altro se non l'uno dell'altra, era un fuoco che li stava bruciando lenti.

 

Ariana sentiva scorrere dentro di lei desiderio, ambizione, follia e caos. Il suo potere era più forte che mai via via che più giovani maghi si liberano dalle catene che finora li avevano tenuti prigionieri di una matrice contorta e manipolatrice che non avevano fatto altro di convincerli di essere loro quelli sbagliati. Le loro idee, la loro voce sopra la folla, il loro muoversi contro corrente, il loro avere un pensiero diverso… convinti per tutta la vita che dovevano uniformarsi, integrarsi, diventare uno dei tanti e non l’UNO per eccellenza. Lei prima di loro ci era passata, ma finalmente aveva trovato la dimensione e la generazione che avrebbe potuto cibarla dell’energia necessaria per liberarsi.

La giovane dai lunghi capelli biondi osservò con trepidante emozione la propria mano riuscire a rompere la barriera della superficie riflettente dello specchio… toccò poi all’altra sua mano, ad una gamba e poi l’altra e finalmente non era più la Donna nello Specchio. Era libera. Libera di cercare il Darkhold e dar inizio alla fusione.

 

   
 
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