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Autore: Milly_Sunshine    01/11/2022    0 recensioni
Si sta avvicinando il quarantesimo anniversario di quando la Scuderia Martinelli - una squadra impegnata in diverse categorie automobilistiche negli anni '70 e '80 - trionfò alla 24 Ore di Le Mans. L'ex pilota Adriano Fabbri, ormai ultrasessantenne, viene invitato a prendere parte a un evento celebrativo, al quale dovrebbe essere presente anche l'ex compagno di squadra Giorgio Montani, che non vede da oltre trent'anni e con cui ha interrotto ogni rapporto in seguito a un incidente controverso e a polemiche mai chiarite. Poche settimane prima, tuttavia, Giorgio gli fa sapere, tramite il proprio figlio, che non potrà prendere parte alla celebrazione a causa di problemi di salute e che vorrebbe incontrarlo per raccontare finalmente la sua versione dei fatti sulle controversie di tanti anni prima, che portarono a uno stravolgimento totale della propria vita e anche alla rottura con la storica fidanzata Valentina, con la quale Adriano è rimasto in rapporti di amicizia. Racconto pubblicato anche sul mio blog e su un forum.
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorgio e Valentina si sedettero al tavolo senza che nessuno dei presenti posasse gli occhi su di loro. Bene, meglio così, si disse Giorgio, sperando che nulla cambiasse nel momento in cui non sarebbero rimasti soli. La cameriera domandò loro se volessero ordinare da bere, ma Valentina replicò che stavano aspettando altre persone e che avrebbero preso da bere un po' più tardi.
Giorgio non riuscì a superare la necessità di guardarsi intorno, per assicurarsi che non ci fossero occhi puntati su di lui. La sua compagna se ne accorse e si fece scappare un sorriso.
«Hai paura di essere accerchiato da tifose assatanate che vogliono il tuo autografo? Guarda che non è un problema per me, anzi, essere la fidanzata di una celebrità non è poi così male.»
Giorgio alzò gli occhi al cielo.
«Per carità. Il lato peggiore del successo è che, ovunque vada, corro il rischio che qualcuno mi riconosca. In certi posti non sono più libero di vivere la mia vita.»
«Non essere esagerato» ribatté Valentina. «Sono certa che, se andassi a chiedere a tutte le persone che ci sono sedute qua intorno se saprebbero riconoscere Giorgio Montani, al massimo troverei qualcuno capace di riconoscere la sua monoposto.»
Giorgio ridacchiò.
«Su questo non ci sono dubbi, non è che abbia colori proprio sobri. Qualcuno, magari, direbbe anche che un vero uomo non dovrebbe guidare una monoposto rosa... come se fosse un colore diverso dagli altri. Giallo canarino o verde pisello sì, rosa no? Noi piloti siamo abituati ai colori ridicoli, anzi, più sono ridicoli e più i nostri sponsor sono contenti perché sono capaci di farsi notare.»
Valentina gli strizzò un occhio.
«Non c'è bisogno che mi illustri la storia delle sponsorizzazioni nel motorsport, so come funziona. Sono la futura moglie di un pilota, dopotutto!»
Futura moglie di un pilota.
Quelle parole, pensò Giorgio, suonavano bene. Non avevano mai propriamente pianificato di sposarsi, ma sapevano che un giorno sarebbe accaduto.
Presto sarebbero stati raggiunti, quindi non era il caso di avviare una conversazione seria in tal senso. Giorgio decise quindi di scherzarci su.
«Quando sarai la moglie di un pilota dovrai convivere anche con gli aspetti negativi della cosa, lo sai, vero? Quando diventerò famoso avrò davvero orde di tifose che mi inseguiranno come se fossi un cantante pop.»
«Sei già famoso» gli ricordò Valentina. «Hai vinto una delle gare automobilistiche più importanti al mondo o sbaglio?»
Giorgio annuì.
«Sì, la 24 Ore di Le Mans è una delle gare automobilistiche più importanti al mondo, ma è difficile che orde di ragazze italiane siano al corrente di chi l'ha vinta. Al massimo mi sarà stato dedicato un trafiletto su qualche giornale, non di più.»
«Ho sentito chiaramente Mario Poltronieri raccontare in telecronaca della tua vittoria» puntualizzò Valentina. «Qualche tua tifosa che ascoltava attentamente doveva esserci. Non sono certo stata l'unica.»
«Tu presti sempre una certa attenzione quando si parla di me» ribatté Giorgio. «Non sono certo che ce ne siano tante altre. Però non è un problema. Ci sei tu, cosa me ne può importare delle altre?»
Giorgio aveva appena finito di pronunciare quelle parole quando furono raggiunti da Adriano.
«Ecco un'altra celebrità» osservò quindi Giorgio.
Mentre salutava lui e Valentina, Adriano lo guardò con l'aria di non avere capito.
Fu Valentina a dirgli: «Lascia stare, era un discorso che stavamo facendo tra di noi.»
«Siediti» lo esortò Giorgio, «Prima che qualcuno faccia caso a te.»
Adriano alzò le spalle, con noncuranza.
«Perché dovrebbero fare caso a me?»
«Sono certo che, se qualcuno ti guarda attentamente, potrebbe riconoscerti.»
«Non mi metto problemi» puntualizzò Adriano. «Anzi, mi farebbe piacere se, ogni tanto, qualcuno dimostrasse di sapere chi sono.»
Giorgio rise.
«Dici così perché non hai una vita privata da proteggere.»
«Solo perché non ho una fidanzata, non significa che non ho un vita privata» replicò Adriano, prendendo posto al tavolo. «Comunque cosa vuoi che importi alla gente di quello che faccio quando non sono al volante?» Guardò l'orologio che portava al polso. «Parlando di cose serie, sono in ritardo?»
«No, sei arrivato puntuale» lo rassicurò Giorgio. «È mio fratello che è in ritardo, invece. E dire che non vedeva l'ora di conoscere entrambi.»
Valentina azzardò: «Avrà avuto un contrattempo.»
«Questo è poco ma sicuro, il problema è che, conoscendo Bruno, sarà stato sicuramente un contrattempo piuttosto cretino.»
Non fu necessario, comunque, attendere molto. Bruno, in realtà, era già presente, si stava soltanto intrattenendo a conversare con due ragazze sconosciute.
Si diresse verso il loro tavolo e, quando lo vide arrivare, Giorgio osservò: «Eccone uno che, invece, sarebbe ben felice di essere una celebrità. Chi erano quelle due?»
«Due tizie che non vedrò più per il resto dei miei giorni» rispose Bruno, con prontezza, «Comunque non è un problema. A proposito, buonasera a tutti.» Si rivolse a Valentina. «Tu devi essere la ragazza che ha incastrato mio fratello.»
«Piacere di conoscerti» ribatté Valentina, «Ma in ogni caso è tuo fratello che ha incastrato me.»
«Tu invece sei Fabbri, ti riconosco» disse Bruno, rivolgendosi ad Adriano. «Quasi tutti quelli con cui ho parlato di te, hanno detto cose positive. Dicono tutti che sei veloce, anche se ogni tanto tendi a mandare in vacca i risultati. Il mio direttore sportivo in Formula 3 dice che senz'altro diventerai campione del mondo, prima o poi, se verrai ingaggiato da una squadra migliore e non guiderai più quella carriola rosa.»
«Allora puoi riferirgli» rispose Adriano, con una certa freddezza, «Che al momento non ho alcuna intenzione di cambiare squadra. Faccio parte di un progetto serio, che un giorno ci porterà lontano, e penso che anche Giorgio possa confermarlo.»
«Non mi fido del parere di Giorgio» ribatté Bruno. «Il suo sogno era solo quello di arrivare in Formula 1.»
Giorgio azzardò: «Mi pare sia anche il tuo.»
«Arrivarci è un inizio» puntualizzò Bruno. «Non credo di essere nato solo per fare presenza. Non penso che mi accontenterei di quello che hai tu, io voglio puntare più in alto.»
«Puntare troppo in alto è il modo migliore per non realizzare i propri obiettivi» asserì Giorgio, seppure desideroso di mettere fine a quel discorso. «Avanti, siediti, così ordiniamo qualcosa da bere. E basta parlare di squadre, di gare e di futuri campioni del mondo.»
Il resto della serata trascorse in maniera piacevole, ma Giorgio non poté fare a meno di avvertire qualcosa di strano nell'aria. Non era il solo, scoprì, quando venne ora di andare via e rimase da solo con Valentina.
«Ho avuto l'impressione» lo informò, «Che ad Adriano non stia molto simpatico tuo fratello.»
Giorgio sospirò.
«Devo ammettere che Bruno non fa mai molto per risultare simpatico alle altre persone. Non mi stupisce più di tanto.»
«Mi sembra anche abbastanza esaltato» aggiunse Valentina. «Sembra che gli sia tutto dovuto, che si senta migliore di voi.»
«Lo so.»
«Non promette bene, come cosa.»
«So anche questo, ma non c'è nulla che io possa farci. Gliel'ho detto tante volte che il fatto di avere uno sponsor che lo porterà dritto in Formula 1 se vincerà il campionato non significa automaticamente avere la strada spianata, ma non mi sta a sentire. È talmente convinto delle proprie capacità da non farsi mai delle domande. Non so fino a che punto potrebbe spingersi per arrivare dove vuole... e temo che un giorno finirò per scoprirlo.»
Giorgio abbassò lo sguardo, senza aggiungere altro.
Valentina lo esortò a continuare.
«Cosa intendi dire?»
Giorgio scosse la testa.
«Niente di particolare. Temo solo che prima o poi farà qualche stronzata, qualcosa che lo rovinerà. La cosa peggiore è che, seppure so che farò il possibile per impedirglielo, non mi starà a sentire e farà di testa sua. Tutto ciò che posso fare è rassegnarmi già da adesso e sperare che quello che prima o poi succederà non sarà irreparabile.»
«Sei troppo pessimista» osservò Valentina. «Che cosa vuoi che possa accadere? È solo un ragazzo esaltato, tutto qui. Dagli un paio d'anni, vedrai che, quando si renderà conto di non essere infallibile, allora tornerà con i piedi per terra.»
«Invece tu mi sembri troppo ottimista» obiettò Giorgio. «Lo conosco troppo bene. Vorrei tanto che fosse come dici tu, ma temo sia come dico io.»
La loro conversazione a proposito di Bruno finì lì, con quelle parole. Giorgio finì per dimenticarsene, nei giorni e nei mesi che seguirono. Solo quando le sue previsioni si rivelarono realtà, gli tornò in mente quel discorso con Valentina, ma non ebbe mai modo di discuterne con lei: Valentina era destinata a uscire dalla sua vita definitivamente, anche a causa delle scelte di Bruno.
   
 
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