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Autore: aki_penn    02/11/2022    6 recensioni
[IwaOi - Superheros!AU]
Oikawa è un avvocato che sta cercando il nipote scomparso misteriosamente. Iwaizumi è l'unico supereroe che Oikawa possa permettersi.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Takeru Oikawa, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Siamo arrivati al sesto capitolo e non so ancora come! Non posso far altro che ringraziare per il sostegno e sperare che questo capitolo vi diverta! :D

How to hire a superhero on a tight budget

Sesto capitolo

Oikawa

Quando uscirono dall’appartamento, Oikawa teneva un ghiacciolo alla menta nella mano buona (a riprova del fatto che il frigo di Kenma non fosse così vuoto e che il tonno in scatola fosse una scelta precisa) e Iwaizumi un pacco di fogli stampati sottobraccio. 

“Quindi abbiamo due piste: la Morte Silenziosa, che opera nel campo della prostituzione e della droga, e la Mano di Onice, che ha interessi nello smaltimento di rifiuti tossici e in quello della contraffazione alimentare.”

Oikawa sospirò, dando un’altra leccata al suo ghiacciolo “Non ho idea di cosa possano farsi di un adolescente che legge nel pensiero due organizzazioni criminali del genere”.

La cosa più frustrante era che tutto quello che avevano trovato erano supposizioni, nessuno era stato condannato per le sparizioni e a incastrare le organizzazioni non c’era nessuna prova inequivocabile.

La mente di Iwaizumi era intenta a scandagliare le sue ultime missioni senza trovare nulla di utile. Sembrava abbacchiato quanto lui

“Andiamo alla centrale a denunciare di nuovo la scomparsa di Takeru? Questa volta saranno costretti a prenderti seriamente.” 

Oikawa annuì, poi guardò le scale e un’espressione di disgusto gli si dipinse in volto, come se fossero fatte di fango. 

“Se vuoi ti posso portare giù io!” Oikawa si voltò a guardarlo e nei suoi pensieri vide che non aveva intenzione di prenderlo in braccio e scendere tutti i gradini uno a uno come aveva proposto quella mattina. 

Rimase a fissarlo con aria atterrita e metà del suo ghiacciolo alla menta, come se anch’esso  sentisse la tensione, si suicidò cadendo sul pavimento di cemento. 

“Non credo sia una buona idea” disse, arretrando di un passo mentre Iwaizumi si avvicinava a lui. 

“Sarà molto più rapido e meno doloroso della salita. Ci abbiamo messo un’eternità al tuo passo.”

“Giuro che sarò più veloce!” indietreggiò ancora e si ritrovò con la schiena contro il muro. Iwaizumi aveva assunto un’espressione sorniona e Oikawa sentì un brivido lungo la schiena che aveva solo in parte a che fare con la paura di cadere nel vuoto dal sesto piano. 

“Non vorrei che la botta avesse delle ripercussioni, ho già male dappertutto” continuò mentre Iwaizumi gli si metteva davanti, gambe larghe e mani in tasca. 

“Non sentirai nessun contraccolpo” disse sottovoce e Oikawa strinse di più le dita sul bastoncino del ghiacciolo. Quel maledetto lo stava prendendo in giro e si stava divertendo da morire. 

“Devo finire il ghiacciolo” aggiunse, con un filo di voce e un sorriso incerto. Iwaizumi ricambiò il sorriso, poi si chinò in avanti e con un morso solo fece sparire il pezzo di ghiacciolo rimasto. Oikawa lo guardò con gli occhi sbarrati mentre masticava il ghiaccio guardandolo negli occhi, incredibilmente divertito. 

“Oddio, sei un mostro. Non ti si gela il cervello?” piagnucolò. Iwaizumi scrollò le spalle “Adesso non hai più niente a impedirti di venire giù con me!” Sì infilò i documenti che Kenma aveva recuperato per loro nella tasca interna della giacca.

Oikawa alzò un dito per dissentire, ma un attimo dopo Iwaizumi se l’era caricato addosso e l’aveva trascinato verso la balaustra. 

“Ho detto che non voglio scendere in questa maniera!” urlò, cercando di aggrapparsi a una colonna, con scarsi risultati. 

“Non ti succederà niente” disse l’altro, imperturbabile, e saltò. 

Oikawa non ebbe neanche il tempo di urlare, l’aria gli sferzò il volto per un paio di secondì e poi tutto finì. Batté le palpebre, rendendosi conto di essere a terra, al sicuro. Aveva stretto la giacca di Iwaizumi con la mano buona senza nemmeno rendersene conto, mentre il suo braccio ingessato era premuto sul suo petto. 

“Non è andata così male, no?” Oikawa arrossì, vedendolo così vicino. Era evidente che Iwaizumi avesse fatto tutto per farlo imbarazzare, probabilmente era arrabbiato per aver scoperto che Oikawa non era un extra registrato. Ebbe solo la forza di esalare un suono inarticolato e Iwaizumi ridacchiò. “Hai il cuore che batte forte come quello di un coniglio!”

“Non sono un coniglio!” protestò, diventando più rosso di quanto già non fosse. “Non intendevo questo” e così dicendo gli mollò le gambe. Oikawa incespicò, ma alla fine si rimise dritto senza cadere per terra. Iwaizumi lo guardò fare un paio di passi un po’ incerti e Oikawa lo vide pensare che somigliasse un po’ a quei cuccioli di zebra appena nati che si vedono barcollare nei documentari.

“Oh, ma per piacere!” sbottò, questa volta sinceramente offeso. Iwaizumi rise ancora. “Allora, andiamo? Vuoi che corra con te in braccio fino alla centrale o accetti un passaggio in moto?”

Oikawa alzò gli occhi al cielo “Oh, pietà!”

*

Tenersi a Iwaizumi con un braccio solo era stato più scomodo che lanciarsi dal sesto piano, ma Oikawa non l’avrebbe mai ammesso. Iwaizumi sembrava più che contento di tutta la faccenda, ma finalmente erano arrivati alla centrale e dopo quell’incombenza se ne sarebbe tornato a casa con la metropolitana.

Salì i gradini che lo separavano dall’entrata della stazione di polizia e superò la porta a vetri che Iwaizumi gli stava gentilmente tenendo aperta. Poco più in là, nella sala d’aspetto, sua sorella e suo cognato lo stavano aspettando seduti su un paio di sedie di plastica.

“Questa volta andrà bene” si disse e così fu, nei limiti di come una denuncia di sparizione potesse andare bene. L’incaricato prese le foto di Takeru, annotò le deposizioni di Tooru e dei genitori di Takeru e assicurò loro che le ricerche sarebbero iniziate il prima possibile. 

L’ipotesi di pista malavitosa che Oikawa provò a suggerire fu scacciata con un sorriso malizioso e un pensiero malevolo, che Oikawa e sua sorella ingoiarono con un sorriso. 

Più tardi si ritrovarono di nuovo davanti alla porta della centrale, tutti e tre con l'aria affranta. Sua sorella gli mise un braccio sulla spalla e gli accarezzò il braccio fino al punto in cui cominciava il gesso e Oikawa alzò la testa e la guardò negli occhi. 

'Credo sia il caso che continui le mie ricerche, non mi fido granché della polizia, soprattutto dopo che quel tizio ha ignorato il mio suggerimento' pensò chiaramente. 

'È con le tue ricerche che ti sei fatto questo?'

Oikawa strinse gli occhi 'Sì, ma adesso ho una guardia del corpo'.

Entrambi si voltarono a guardare Iwaizumi che stava parlando con qualcuno che dava loro la schiena. Lo sguardo di sua sorella indugiò su Iwaizumi un po’ troppo a lungo per i gusti di Tooru. I pensieri non erano chiari come quando chiacchieravano leggendosi le menti, ma per Oikawa non fu difficile capire. ‘Ho capito.’

‘È un supereroe’

‘Vedo. Hai scelto lui perché era il migliore sulla piazza?’

‘Era il migliore disponibile. Non sono neanche riuscito a parlare con Accidental Owl. E non avrei avuto abbastanza soldi per pagarlo, probabilmente.’

‘Quindi il fatto che sia carino non ha influito per niente sul tuo metro di giudizio…’

Le sopracciglia di Oikawa si aggrottarono di colpo. 

‘Ma per chi mi hai preso? Sono preoccupato per Takeru!’

Sua sorella incrociò le braccia e gli lanciò una lunga occhiata. ‘E va bene…’

‘Perché credi sempre io sia una persona orribile?’ Strinse le labbra e l’unico pugno che poteva serrare. Si era fatto picchiare per trovare Takeru e sua sorella credeva che avesse scelto il suo unico alleato basandosi sul suo aspetto fisico. 

‘Dai, non te la prendere…’

‘Come se non potessi leggermi nel pensiero e sapere esattamente cosa penso.’

‘Va bene, va bene. L’hai scelto perché era la migliore opzione e casualmente è molto carino. E tu pensi che sia carino. Non c’è niente di male’

Oikawa aveva voglia di vomitare, non aveva niente da rispondere a quell’affermazione, anche se lo faceva arrabbiare da morire.

“Ehm, scusate” Oikawa e sua sorella si voltarono di scatto verso il marito di lei “so che state conducendo un’interessante conversazione, ma questo vostro guardarvi fisso senza dire niente è un po’ strano, se visto da fuori.” Indicò la reception dove un paio di segretari li stavano osservando.

Tooru annuì “Sì, certo” disse subito, rilassando le spalle che non si era reso conto di aver teso. 

“Allora rimani con lui?” chiese sua sorella. Oikawa annuì “Vediamo se una delle due piste funziona”. Lei non ci sperava granché, avrebbe potuto leggerglielo in volto anche senza leggerle i pensieri. 

Li guardò mentre uscivano dalla porta a vetri e sospirò.

Quando furono spariti si voltò di scatto e avvicinò ad ampie falcate ad Iwaizumi che stazionava in fondo al corridoio insieme a un tizio. Man mano che la distanza diminuiva riusciva a intercettare brandelli di pensieri e di conversazione. Si accigliò rendendosi conto di chi fosse la persona con cui Iwaizumi stava amabilmente conversando.

 “Oh, che diamine!” ringhiò tra i denti. 

“Ehi!” Iwaizumi gli fece un cenno e l’uomo che chiacchierava con lui si voltò a guardarlo, con le sue palpebre pesanti e la sua mascella squadrata. 

“Oikawa” disse soltanto e Tooru sospirò “Ciao Ushiwaka-chan”. Iwaizumi strabuzzò gli occhi e Oikawa indicò l’agente Ushijima Wakatoshi con il pollice sano “Ci conosciamo”. 

“Hajime mi ha detto che era qui ad accompagnare un amico a cui era scomparso il nipote. Non pensavo fosse Takeru.”

Oikawa sbuffò e si guardò i piedi “Sì, invece è Takeru. Iwaizumi mi sta dando una mano a cercarlo: crediamo che una gang l’abbia rapito per via dei suoi poteri”.

Iwaizumi alzò le sopracciglia e Oikawa lo sentì pensare nitidamente ‘Lui è un agente di polizia, non dovrebbe scoprire che sei un extra non registrato!’

Tooru si voltò verso Iwaizumi, che lo fissava a propria volta, paonazzo e con gli occhi sgranati; era sinceramente colpito dal modo in cui era riuscito a destreggiarsi con la conversazione mentale: non era una cosa semplice come poteva sembrare. 

“Non ti preoccupare, Ushiwaka sa già di me e della mia famiglia” disse, un pochino scocciato di doverlo ammettere, per la verità.

“Di chi sospettate?” chiese Ushijima, mentre nella mente di Iwaizumi i pensieri vorticavano a grandissima velocità.

“La Morte Silenziosa e La Mano di Onice.” 

Lo sguardo di Iwaizumi si era fatto incredulo. “Hai idea di come potremmo entrare in contatto con loro? Né io né Iwaizumi ne sappiamo granché. Non abbiamo mai lavorato a un caso dove fossero coinvolti.”

Ushijima si grattò una guancia e Oikawa vide i suoi pensieri contorcersi in quel modo caotico che non sopportava. I pensieri erano per definizione scostanti e confusi, ma quelli di Wakatoshi lo erano a un altro livello. Cercare di seguirne il filo logico gli faceva venire il mal di mare. Si strinse la radice del naso tra pollice e indice e abbassò la testa, anche se non poteva smettere di vederli dietro le palpebre chiuse. 

Finalmente le immagini si fermarono su un’immagine un po’ vaga e Oikawa si sentì come se d’un tratto la giostra su cui era salito si fosse bloccata. 

“La Mano di Onice è stata sgominata con un ultimo blitz della settimana scorsa, per quanto riguarda la Morte Silenziosa…c’è un locale notturno…” disse Ushijima. “Lo vedo, come si chiama?” La risposta si materializzò nella mente dell’agente un secondo prima che la voce facesse il suo dovere “Vortex”.

Iwaizumi scrollò le spalle “Lo conosco, ci sono spesso delle risse lì intorno. Spesso mi è capitato di accorrere per sedare gli animi. Non ci sono mai entrato però”.

“Beh, questa volta ci entreremo invece” annunciò Oikawa serafico.

“Vengo anche io, l’aiuto di un agente, anche se ordinario, può sempre esservi utile.”

Oikawa lo guardò arricciando il naso “La tua faccia da sbirro rischierebbe di farci beccare”.

“Non ho mai lavorato direttamente ai casi in cui la Morte Silenziosa era coinvolta ed è improbabile che mi riconoscano come poliziotto.”

“E poi non è vero che ha la faccia da sbirro” aggiunse Iwaizumi, indicandolo, come se quel gesto rendesse ancora più ovvia la sua affermazione. 

Oikawa piegò la testa da una parte “Sì, in effetti hai più la faccia di un venditore di cavoli”.

Ushijima non sembrò minimamente toccato dalla presa in giro e Tooru continuò.

“Non hai un altro hobby, Ushiwaka?”

“Sono preoccupato per Takeru, voglio aiutare.”

Oikawa si schiarì la voce per congedarsi, ma poi un dubbio si fece largo nella sua mente.

“Ma voi… come vi siete conosciuti?”

La stessa immagine comparve simultaneamente nei pensieri di entrambi e Oikawa per poco non si strozzò con la saliva. “Ma che cazz…Ushikawa, ho capito. Non voglio i dettagli!”

Si voltò esasperato a guardare Iwaizumi e poi di nuovo Ushijima “Insomma, puoi smetterla?”

Ushijima alzò le spalle “Scusa, è che mi è tornato in mente ed era da un po’ che non ci pensavo…”.

Oikawa alzò gli occhi al cielo mentre Iwaizumi tratteneva a stento una risatina. 

“Io me ne vado” annunciò e si avviò verso la porta a vetri. 

Quando la superò si trovò di nuovo Iwaizumi accanto. “Ushijima ha detto che domani sera non è di turno e potrebbe venire con noi al Vortex.”

“Non posso credere che tu abbia fatto sesso con Ushiwaka!” Il sorriso sulle labbra di Iwaizumi sparì, era perplesso più che arrabbiato. 

"E che cosa ci sarebbe di male?"

Oikawa arricciò il naso e lo guardò sottecchi, nascondendo un poco il viso dietro al bavero della giacca, come una tartaruga che si ritiri nel carapace. "Hai dei pessimi gusti" disse, continuando a fissarlo con occhi brillanti. 

Iwaizumi piegò la testa da una parte e gli mostrò, deliberatamente, con dovizia di particolari la scena a cui lui e Ushijima avevano pensato all'unisono poco prima. 

Oikawa strizzò gli occhi e si allontanò di qualche passo "Smettila!"

Iwaizumi ridacchiò "Cosa c'è? Sei in imbarazzo?"

"Ma come ti salta in mente di spararmi del porno nel cervello?" sbottò Oikawa, mentre le immagini molesta sparivano dalla mente di Iwaizumi, a quanto pareva si era divertito abbastanza. Una signora si fermò a guardarli e Tooru le lanciò uno sguardo così incendiario che la poverina riprese a camminare molto più in fretta di poco prima. 

Iwaizumi alzò le spalle "Non volevo davvero turbarti, volevo solo farti vedere perché non fosse male come credevi" spiegò con una voce melliflua che era palesemente una presa in giro. "Ushijima sa essere molto affascinante, se vuole."

"So benissimo che non è così male, infatti a quanto pare abbiamo gli stessi pessimi gusti." 

Tooru sentì il rossore salirgli alle guance e vide l'altro battere un paio di volte le palpebre, inebetito, in cerca di una spiegazione logica per quello che si era appena sentito dire. 

Iwaizumi indicò la centrale di polizia e boccheggiò, prima di riuscire a dire "Anche tu hai fatto sesso con Ushijima?" Sembrava che gli stesse chiedendo la cosa più assurda dell'universo e davanti a tanto impaccio Oikawa perse tutto l'imbarazzo che aveva guadagnato un minuto prima. Annuì. 

Le sopracciglia di Iwaizumi si aggrottarono e la bocca si storse in una smorfia  "Perché non mi hai detto che sei gay anche tu? Mi sarei sentito meglio quando ne abbiamo parlato in ospedale!"

Oikawa si raddrizzò, punto sul vivo, e alzò l'indice sano "Primo: non sono gay, mi piacciono anche le ragazze. Secondo: non ti devo nessun coming out solo perché l'hai fatto tu!"

La mente di Iwaizumi stava letteralmente ribollendo di rabbia e per un secondo Oikawa pensò che avrebbe urlato qualcosa, ma poi lo sentì contare mentalmente 'Uno, due, tre...' e sfiatare come un palloncino sgonfio. 

"E va bene" convenne infine, facendo strabuzzare gli occhi a Tooru, che si era aspettato un'altra sfuriata. 

"Ma comunque Ushijima mi sembra uno a posto. È successo qualcosa di brutto con lui?" il tono era sommesso e Oikawa poteva sentire reale preoccupazione per quanto riguardava la loro scampagnata al Vortex. 

"No, non è un problema. Può venire anche lui, non è successo niente di grave." Tentò di infilarsi le mani in tasca, ma ci riuscì solo con la mano sinistra, mentre quella ingessata rimase sospesa per aria in maniera ridicola. 

Distolse lo sguardo e sbuffò. I pensieri di Iwaizumi si erano rasserenati e lo poteva sentire mentre ridacchiava internamente della sua espressione. Non c'era niente da ridere, Oikawa stava cercando di darsi un tono!

"E quindi cosa c'è tra te e Ushijima che non va?" chiese e dalla sua voce si capiva che stesse cercando di non ridere. 

Tooru gonfiò le guance e lanciò un altro sguardo assassino al suo compagno "Si mangia i sandwich con la maionese e la cioccolata spalmabile dopo aver fatto sesso e i suoi pensieri sono un cazzo di casino. Un secondo prima sta pensando allo zucchero filato, poi si ricorda che lo mangiava quando andava al luna park con sua zia e poi che sua zia avesse un gatto tigrato che finì sotto una macchina e rimase senza una gamba e che lui aveva cercato di costruirgli una protesi di legno perché aveva letto di Long John Silver ma dubitava che un gatto potesse usare una stampella, quindi..."

"Respira, per favore!" Iwaizumi gli stava ridendo in faccia e aveva allungato le mani in avanti come per fermare il fiume di parole che straripavano dalla bocca di Tooru. 

Oikawa si sentiva senza fiato. “È un cazzo di incubo stargli vicino!” concluse. Aveva gli occhi lucidi e la faccia rubizza, e al di sopra del maremoto dei suoi pensieri riottosi nei confronti di Ushijima riuscì a sentire il fruscio di quelli di Iwaizumi che pensava fosse carino. 

Oikawa arrossì, anche se la situazione della sua faccia non cambiò granché, dato che era già paonazzo per lo sforzo di spiegare come funzionasse il cervello di Ushijima. 

 

Iwaizumi poggiò entrambe le mani sulle sue spalle “Okay, ho capito. Però la cosa del sandwich maionese e cioccolata spalmabile la trovo carina”.

“È disgustoso!”

Iwaizumi sorrise a labbra strette “Sì, ma è un disgusto carino…” Si stava divertendo da morire, Oikawa poteva distintamente sentirlo pensare che la sua espressione fosse buffa. 

Arricciò il naso poi, sconfitto, poggiò la fronte sulla spalla dell’altro. La mente di Iwaizumi ebbe un sobbalzo, ma il suo corpo rimase immobile e sorresse tutto il peso che Tooru ci scaricò sopra. 

Oikawa lo sentì interrogarsi su cosa dire e alla fine lo sentì che sussurrava al suo orecchio “Proverò a pensare cose abbastanza stupide da distrarti da Ushijima, però credo che il suo aiuto ci possa fare comodo, alla fine dei conti”.

Oikawa voltò la testa e lo osservò, rimanendo appoggiato alla sua spalla con la tempia “Il fatto che tu voglia pensare cose stupide mentre ci apprestiamo a entrare nel covo della malavita non mi rassicura nemmeno un po’”. Iwaizumi rise ancora e Oikawa sentì il suo corpo vibrare sotto la testa.

Si raddrizzò e si schiarì la voce “Okay, allora a domani” gli puntò contro l’indice “Guidi tu. La mia auto. Non ho alcuna intenzione di salire di nuovo sulla tua moto infernale”.

Iwaizumi scosse la testa “Non c’è niente che non vada nella mia moto”. Oikawa lo sentì mentre pensava al suo ciclomotore come alla ‘sua bambina’. Oh, pietà!

“C’è che non voglio salirci di nuovo” e con una piroetta gli voltò le spalle e si avviò verso l’entrata della metropolitana.

 
   
 
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