Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Clodie Swan    08/11/2022    1 recensioni
Nel Regno di Oshiria una misteriosa entità nota come La Dama del Vento, miete vittime diffondendo il terrore. L'Accademia di Magia, su richiesta della Regina Deme, invia il suo mago più potente per combattere tale minaccia.
..."Sheeran rimase immobile per mantenere saldo l'incantesimo e sentì i brividi gelidi lungo la schiena quando delle dita scheletriche spuntarono davanti al suo viso come per ghermirlo. Il ragazzo trattenne il fiato mentre le dita gli sfiorarono con delicatezza il volto in una carezza gelida. La figura spettrale si ritrasse, si allontanò oltre il muro di nebbia e scomparve."
Ispirata al contest “La Dama del vento” indetto da Spettro94 sul forum di EFP.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 8
 
Il Portale Nodoso
 


“Non farti abbattere, ragazzo.” disse Goldmind mentre si scaldavano davanti ad un fuoco improvvisato. “Sei stato molto coraggioso. E non parlo solo della fuga.”
Sheeran cercò di reagire ma si sentiva ancora esausto e incerto sul da farsi. Si erano accampati sulla riva opposta a quella da cui erano partiti, non appena era sorto il sole e avevano ritenuto di essere sufficientemente lontani. Stando a Goldmind, dovevano avere almeno qualche ora di vantaggio sui loro inseguitori.
Il giovane mago aveva lottato per non addormentarsi sul tronco rischiando di cadere in acqua, ma non appena aveva messo piede sulla terra asciutta era crollato.
Goldmind si era ripreso prima di lui e, nonostante la gamba dolorante, aveva usato l'arco che aveva portato via dall'accampamento per catturare una pernice.
Sheeran si era svegliato sentendo l'odore della carne arrostita e aveva ripreso un po' di forze mangiandone. Nel bosco era riuscito a trovare delle erbe aromatiche per preparare una tisana fortificante per sé e il suo compagno. E adesso era lì assorto, pestando le erbe con un legnetto, usando un pezzo di corteccia come scodella, mentre Goldmind gli parlava cercando di incoraggiarlo.
“Sul serio. Ho vissuto situazioni anche più pericolose di questa.” lo rassicurò quest'ultimo. “Troveremo un modo per tornare a Victra. Non ho intenzione di fallire la mia ultima missione.”
“Questa sarà la vostra ultima missione? “chiese Sheeran stupito.
“Già. Purtroppo, il re ha saputo della mia “ferita di guerra.” Dovrò congedarmi quando avremo sconfitto la Dama del Vento.” Il capitano abbassò lo sguardo e sospirò amareggiato.
“Non c’è alcun modo di curarla?” domandò il ragazzo con apprensione.  “Avete provato a.…”
“Non esiste un modo di curarla.” lo interruppe Goldmind tristemente. “Perché non è proprio una ferita...” Dicendo questo si slacciò il gambale e sollevò l’orlo del pantalone. Sheeran gemette addolorato. La gamba del capitano era stata amputata appena sopra il ginocchio.
“Oh no, è terribile, Sir Goldmind. Quando è successo?”
“Due anni fa.” spiegò Goldmind “Durante una battaglia lungo il confine ad est. Hanno tentato di tutto per salvarmi la gamba ma non c'è stato nulla da fare. La pelle a volte mi tira nei punti cicatrizzati, mi fa male da morire, ma riesco a tirare avanti con la protesi.  Posso camminare, cavalcare, correre non tanto bene, come avete visto.” Concluse la frase ridacchiando e riuscendo a strappare un sorriso a Sheeran.
“Perché avete deciso di continuare a.…?”
“Perché sento di avere ancora molto da dare. Non voglio permettere ad un incidente di fermarmi. Farò il mio dovere fino in fondo, con tutte le capacità che mi restano, finché potrò tenere in mano una spada.”
“Per il re?”
“No, non per il re.” Goldmind tirò fuori dalla maglia una catenina d'argento che portava appesa al collo, a cui era attaccato un piccolo medaglione. Lo aprì e mostrò a Sheeran la miniatura di una bambina piccola, con i capelli biondi.”
“Avete una bambina!” esclamò commosso Sheeran. “È bellissima!”
“È bella, come lo era sua madre.” disse con tristezza Goldmind guardando di nuovo l'immagine per un lungo istante, prima di richiudere il medaglione.
Sheeran comprese “Mi dispiace molto. Non so cosa dire.” Si sentiva addolorato per il suo amico e un vero sciocco a ripetergli quanto gli dispiacesse.
“Non preoccuparti.” Lo rassicurò Goldmind “Sono passati cinque anni ormai.”
“E non avete mai pensato di risposarvi?”
“Me lo hanno consigliato in molti. Ma nessuna può prendere il suo posto... Tutto quello che faccio per ora è solo per lei.” spiegò indicando il medaglione prima di custodirlo di nuovo all'interno della maglia. “Voglio che stia al sicuro. Non posso arrendermi.”
“Non lo faremo. Ve lo prometto.” ribatté deciso Sheeran. “Vostra figlia è fortunata ad avere un padre come voi. Vi prometto che la riabbraccerete.”
 
Sheeran si mise all'opera e preparò un impaccò per alleviare il dolore alla gamba di Goldmind. I due poi, misero insieme le loro conoscenze e riuscirono a identificare il punto in cui si trovavano. Il fiume lungo cui si trovavano era un affluente del Tamor, ma sarebbe stato impossibile navigarlo tutto per raggiungere la capitale e temevano di trovare i soldati nei centri abitati più vicini. Erano sfuggiti ai loro oppositori, anche se per poco, ma non sapevano come proseguire il viaggio. Sheeran rifletté a lungo e guardò di nuovo verso le colline. Una di queste aveva un profilo stranamente familiare…
“Ma certo! Come ho fatto a non pensarci? Capitano, ricordate quando vi ho parlato dei portali? Se non sbaglio dovrebbe essercene uno non lontano da qui. Avrebbe perfettamente senso stando alla mia teoria, visto che la Dama è stata vista nei villaggi della zona. Dovrebbe trovarsi su un isolotto, nel punto in cui L'Adder si biforca prima di proseguire il suo corso fino al Tamor.”
“Credo di averlo visto, una volta quell’isolotto.” confermò Goldmind.  “Dovrebbe trovarsi a due ore da qui.”
I due compagni non persero tempo e si misero in cammino. Goldmind dichiarò di sentirsi molto meglio ma dovette continuare a servirsi di un bastone per poter camminare. Sheeran si offrì di nuovo di sorreggerlo ma il capitano rifiutò gentilmente.
“Grazie amico, ma posso farcela.”
 
Durante la lunga camminata, Goldmind riportò l'attenzione sugli avvenimenti della sera precedente. “Dicevi di aver capito qualcosa, dopo il rituale.” cominciò il capitano.
“C'era qualcosa di molto strano.” rivelò Sheeran. “Per prima cosa, quel rituale era ridicolo.  Le candele, il cerchio disegnato in quel modo, non significavano nulla. Davano solo l'illusione suggestiva di un rituale. Wolmar non sarebbe riuscito a far comparire nemmeno il fantasma di sua nonna, se fosse stata sepolta nel cimitero più vicino. Ma agli occhi di un manipolo di soldati, forse poteva essere credibile.”
“Ma non ai tuoi.”osservò Goldmind,
“Wolmar dava per scontato che non sapessi molto di occultismo. Purtroppo, ne ho visto fin troppo...”
“Quindi Wolmar è un incapace o ha finto apposta? Quella che è apparsa, allora non era la Dama?” chiese Goldmind confuso.
“Non sono certo se fosse la Dama che stiamo cercando, ma non era di sicuro un'entità. Dovevano avere in mente qualcosa, lei e Wolmar, ma quell'essere ha cambiato piani quando mi sono intromesso per salvare le vittime sacrificali. Non ne comprendo però il motivo.”
“Mi stai dicendo che Wolmar è in combutta con la Dama del Vento?” Goldmind sembrava esterrefatto. “E ha accusato te di tradimento!”
“Questo ancora non lo so, ma di sicuro è coinvolto in qualche modo.” rifletté Sheeran “Era piuttosto alterato quando ho espresso l'opinione che si trattasse di un mago o una maga oscura. Forse, ci ho preso in pieno.”
Goldmind guardò Sheeran allarmato “Se ritiene che sospetti di lui, si sentirà messo alle strette ora, e qualsiasi cosa stia tramando, potrebbe decidere di attuarla più in fretta.”
Sheeran annuì “Per questo non dobbiamo perdere tempo.”
 
Continuarono a camminare spediti finché il sole non fu alto nel cielo. Dovevano essere vicini: l'isolotto doveva essere dietro l'ansa successiva. Sheeran si preoccupò di nuovo per le condizioni di Sir Goldmind, ma questi lo rassicurò di star bene.
“Quell'impacco mi ha dato davvero sollievo. Mi sento meglio. A proposito, posso farti una domanda?” chiese Goldmind, quasi imbarazzato.
“Ma certo, capitano.”
“Alla locanda hai guarito alcune ferite lievi e mi sono chiesto se la tua magia...ecco...se potesse aiutarmi.”
Sheeran lo guardò affranto. “Mi dispiace, milord, non credo di riuscirci. Guarire una ferita è abbastanza semplice perché si tratta di pochi tessuti, ma nel caso di un arto servirebbe un potere molto grande per poterlo ricostruire senza causare danni. Non potrei mai farvi del male.”
“Certo, capisco.” commentò Goldmind comprensivo.
“Vorrei poterlo fare. Sul serio.” disse Sheeran in preda allo sconforto.
In quel momento avvistarono l'isolotto proprio dove doveva essere: nel punto esatto dove l'Adder divideva le sue acque e proseguiva tra i boschi verdeggianti della valle.
Era molto piccolo, aveva una riva rocciosa ed ospitava un minuscolo boschetto di salici.
Non sarebbe stato semplice raggiungerlo senza un'imbarcazione e la corrente avrebbe potuto trascinarli via.
“Guarda Sheeran!” gli fece notare Goldmind indicando un punto in mezzo all'acqua. Il ragazzo si avvicinò alla riva e vide che nel tratto in cui la distanza era più breve c'erano delle rocce su cui avrebbero potuto passare. La parte più difficile sarebbe stato mantenere l'equilibrio.
In lontananza, in cima alla collina comparvero le sagome di numerosi soldati a cavallo.
Non li avevano ancora notati, ma era chiaro che stessero setacciando la valle alla loro ricerca. Raggiungere l'isoletta avrebbe significato esporsi ed essere scoperti, ma dovevano farlo se volevano raggiungere il portale.
“Quanto sei sicuro che il portale sia lì? “chiese dubbioso Goldmind.
“Abbastanza. “balbettò Sheeran. “Ma è la nostra sola possibilità.”
“Non è molto come garanzia. Ci giochiamo tutto.” Disse Golmind teso. Sheeran tacque. Il capitano prese fiato e guardò verso le rocce. “Va bene andiamo, ragazzo!”
Goldmind e Sheeran trovarono dei rami robusti e abbastanza lunghi che avrebbero potuto aiutarli nell'impresa. Si mossero lentamente, adagio, per non perdere l'equilibrio, quando all'improvviso poco prima di mettere piede sull'ultima roccia, Sheeran scivolò perdendo la presa sul bastone che aveva in mano. Si sentì afferrare prontamente per il cappuccio dal suo compagno. Ripreso fiato per lo spavento, guardò il suo amico e balbettò un ringraziamento.
“Meno male che ero io quello con una gamba sola!” disse Goldmind tirandolo su in fretta.
I soldati intanto avevano preso a scendere la collina nella loro direzione.
“Sbrighiamoci.” lo esortò Goldmind sospingendolo in avanti.
Raggiunsero senza ulteriori incidenti la riva ed entrarono nel boschetto. Oltre i salici vi era una radura spoglia che al centro ospitava un vecchio albero, dai rami spogli e nodosi, protesi verso l'alto come vecchie braccia imploranti e dal tronco cavo.
“Il Portale Nodoso...” mormorò Sheeran incantato, confrontandolo con le illustrazioni dei libri in cui aveva studiato. Aveva letto tanti miti e leggende legate a quei luoghi e provava un certo effetto a trovarsi in uno di essi.
“Quel pezzo di legno marcio sarebbe un portale? “chiese Goldmind scettico, fissando la piccola cavità. “Temo mi vada stretto di spalle.”
“Non capisco...” mormorò Sheeran confuso. “Credevo che dentro comparisse una luce invece...” Il giovane si avvicinò fino a mettere la testa nel cavo dell'albero ma non vide nulla a parte qualche ragnatela e un mucchietto di foglie secche.
“Non posso aprirlo! Non ho più i miei poteri!” gridò sconvolto.
I soldati erano intanto giunti alla riva del fiume e stavano cercando un modo di arrivare sull'isolotto. Goldimind li osservò attraverso i rami dei salici poi tornò da Sheeran.
“Come funziona esattamente il portale? Devi fare un incantesimo?”
“No.” spiegò Sheeran “Dovrebbe aprirsi in presenza di un mago...ma questi ceppi li bloccano.”
“Sì, ma tu sei comunque un mago!” osservò Goldmind. “Ti hanno solo bloccato i poteri, ma la  magia comunque l'hai nel sangue.”
I soldati stavano camminando sulle rocce e si stavano avvicinando sempre di più.
“Sangue…Forse ci sono!” esclamò Sheeran. “Passatemi un'arma. Devo farmi un taglietto.”
Senza dire nulla Goldmind gli porse un pugnale, continuando a monitorare l'avvicinarsi dei soldati. Avevano raggiunto la riva.
“Presto Sheeran! Presto!” gridò il capitano ansiosamente.
Sheeran con la punta della lama si punse un polpastrello e lasciò cadere una goccia di sangue all'interno dell'albero. Subito la radura s'illuminò a giorno e la cavità buia fu invasa da una luce azzurrina. Sheeran prese Goldmind per un braccio e lo condusse dentro.
“Fermatevi!” gridarono i soldati dietro di loro. Ma ormai era troppo tardi.
 
Sheeran e Goldmind rotolarono su alcuni scalini di pietra e si ritrovarono distesi su un freddo pavimento di marmo. Sheeran alzò lo sguardo e riconobbe la Stanza dei Portali dell'Accademia di Magia. Alle loro spalle il Portale Nodoso si era richiuso completamente.
“Ce l'abbiamo fatta?” chiese Goldmind ancora incredulo.
“Ce l'abbiamo fatta.” confermò Sheeran ansimante. “Mi perdoni, signore per tutti quei dubbi, ma quel libro sui portali lo avevo letto parecchio tempo fa...”
“Sheeran!” esclamò Goldmind sollevandosi a sedere. “Te lo faccio mangiare quel libro!”
E scoppiò a ridere.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Clodie Swan