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Autore: Lella73    08/11/2022    7 recensioni
Ho sempre sognato di poter offrire un'opportunità di vivere la propria felicità ai personaggi che ho sempre portato nel cuore. Vi propongo quindi la mia storia, che intrecciandosi alla trama nota che tutti amiamo, lascia tuttavia la porta aperta ad altri sviluppi...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Ancora un'ultima battaglia - Parte 4

La luce era intensa malgrado l'ora e l'aria manteneva ancora un ricordo della frescura notturna. Oscar sfilava al galoppo davanti ai suoi uomini, tutti pronti a seguirla. André l'aveva osservata bene mentre incitava i soldati prima di partire: spavalda, decisa, seria… bellissima… l'avrebbero seguita ovunque. Si sarebbero gettati nel fuoco per lei. Alain fu il primo a partire immediatamente dopo di lei e dietro a lui tutti gli altri. André preferì mantenersi per un po' a distanza e chiuse il gruppo dopo Lasalle.

Quando arrivarono in città la situazione era tesa e c'erano già stati scontri fra i civili e le milizie. Oscar frappose il proprio reggimento fra la gente comune e una folta schiera di militari pronti a fare fuoco e facendo puntare su questi ultimi tutti i fucili, dichiarò al loro comandante di non aver più né titolo e né grado. André guardò l'ufficiale in uniforme verde oliva ordinare la ritirata con gli occhi pieni di disprezzo e odio e fu certo che entro brevissimo tutti avrebbero saputo della loro diserzione; un comandante bello come una delle divinità greche affrescate sui soffitti delle sontuose sale di Versailles, con lunghi capelli biondi e occhi azzurri, accompagnato da uno stuolo di pazzi esaltati, non sarebbe stato difficile da riconoscere e individuare…

André continuò a guardare Oscar: era felice, perfettamente a suo agio nei suoi panni e nel suo ruolo. Quando, arrivati in un'ampia piazza già teatro di scontri, la folla si fece minacciosa, un indistinto mare di volti dall'aria truce serrati l'uno vicino all'altro, non ebbe paura di affrontare disarmata quella moltitudine di persone; semplicemente parlò con chiarezza ed eloquenza per far accettare l'aiuto dei suoi uomini. André pensò che, così bella e infervorata, sarebbe stata capace di convincere chiunque della bontà delle proprie ragioni: per quanto diffidenti, gli insorti sembravano pendere dalle sue labbra… poi una voce famigliare si fece largo fra la folla: "Io credo a te e ai tuoi bravi soldati della guardia, Oscar François!". André lo riconobbe subito: Bernard si fece loro incontro, porgendo amichevolmente la mano a Oscar. André scese da cavallo: la giostra era iniziata. Impossibile sottrarsi ora… L'unica cosa che poteva fare era cercare di fare in modo che Oscar non si esponesse troppo. La guardò accogliere in un abbraccio sincero e pieno di affetto una commossa Rosalie e salutò serio Bernard, mentre sconosciuti davano il benvenuto ai suoi compagni, che stringevano mani e ricambiavano battute e sorrisi. Evitò di avvicinarsi troppo a Oscar e continuò a osservarla, sempre più preoccupato: in pochi minuti si era già guadagnata l'attenzione e la piena fiducia di tutti e stava dando disposizioni affinché fossero innalzate barricate secondo le sue precise istruzioni. Spiegava a Bernard e a pochi altri uomini come si sarebbero dovuti muovere e organizzare e come invece lei avrebbe mosso e gestito i propri uomini, contando sulla loro preparazione, sul loro equipaggiamento e sull'effetto sorpresa che ancora per un po' avrebbe dovuto essere loro assicurato. Alain eseguiva ogni ordine organizzando i compagni e la gente che si offriva. André strinse le labbra: Oscar cercava la prima linea, non aspettava altro che gettarsi nella mischia… La conosceva troppo bene per sbagliarsi: riconosceva il suo sguardo, il suo fare risoluto e quell'espressione ferma e concentrata… Avanzò verso di lei e la prese per un braccio, trascinandola verso una traversa su un lato della piazza. L'ombra li avvolse.

"Non erano questi i patti!" le gridò, piegandosi in avanti su di lei e trattenendola per le spalle con entrambe le mani, il volto a pochi centimetri dal suo. Oscar sentiva il suo respiro contratto e ne fiutò la collera, sostenendo spavalda il suo sguardo: "Non avevamo nessun patto.". "Certo che ce l'avevamo! Dovevamo andarcene! Ricordi?!? Hai persino scritto a Sugane! Perché vuoi combattere adesso?!?". Oscar sentì il cuore batterle forte e rimbombarle dentro le orecchie: era vero, voleva combattere. Voleva solo combattere! Ne aveva bisogno per provare a se stessa che poteva essere quello che voleva, che aveva la forza per farcela e la capacità per riuscire! … che nonostante tutto poteva cavarsela anche da sola e soprattutto che non aveva passato la vita a ricoprire un ruolo comprato per lei da suo padre o concessole dalla regina per simpatia: voleva dimostrare a se stessa di aver occupato ruoli di comando solo perché realmente possedeva la capacità e le qualità necessarie… Guardò André con aria di sfida, alzò le braccia per liberarsi della sua presa con un gesto deciso. "Io sono questo!" gridò di rimando, i pugni chiusi e sollevati, il volto contratto: "Ti ho detto che non sarei cambiata! Mi hai risposto che non mi volevi diversa! Ero questo anche prima!". André si ritrasse impercettibilmente. Strinse le labbra e la fissò negli occhi, puntando un dito contro il suo viso: "Prima non eri incinta.". Il tono fermo, la voce bassa. Oscar abbassò le braccia e gli occhi, chinando la testa. Non poté ribattere. Respirò profondamente prima di tornare a fissare lo sguardo in quello di André. "Questa sera verrò via con te." mormorò.

Questa sera? André si sentì esasperato. Questa sera…

 

Alain stava spiegando a un gruppetto di persone come innalzare delle barricate secondo le istruzioni del suo comandante, quando vide André avvicinarsi camminando ad ampie falcate. Inizialmente pensò si stesse dirigendo verso di lui e si preparò allo scontro, invece André lo superò senza degnarlo di uno sguardo e raggiunse Oscar al centro della piazza. Alain lo vide prenderla per un braccio e trascinarla in una traversa, nell'ombra. In realtà notò che Oscar non protestò: andò con lui senza opporsi. Li seguì con lo sguardo fermandosi per osservarli da lontano. Non poteva sentire cosa si stessero dicendo, ma vedeva le loro espressioni concitate e i loro volti a pochi centimetri l'uno dall'altro. Vide André tenerla saldamente per le spalle e Oscar respingerlo con veemenza. Poi vide André puntarle un dito addosso e lei abbassare il capo. Inarcò le sopracciglia: non immaginava esistesse una situazione per cui Oscar potesse accettare di abbassare il capo. Non l'aveva mai vista farlo…

Guardandoli si sentì in imbarazzo: sapeva di essersi intromesso fra loro. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo e sapeva che ora spiandoli stava rubando un momento che non gli apparteneva; vederli discutere, anziché suscitare in lui un qualsiasi senso di colpa, lo faceva sentire più che mai solo e ferito nell'orgoglio e non riusciva a distogliere lo sguardo: osservandoli, si era infatti reso conto all'istante che anche se stavano discutendo c'era fra loro una passione che trasformava ogni parola in una sfida, senza tuttavia che questo li allontanasse l'uno dall'altra… c'era fra loro qualcosa che lui non avrebbe potuto avere mai.

Improvvisamente vide Oscar tornare a dare disposizioni e André marciare verso di lui. Si guardò intorno, ma non si mosse. Sarebbe stato assurdo scappare.

 

André si portò una mano al viso mentre Oscar, senza aggiungere una parola, tornò a impartire ordini e disposizioni. E se le fosse capitato qualcosa? "Dio Oscar…" mormorò fra sè. Alzò lo sguardo verso la piazza e si accorse che Alain lo stava osservando. Scuro in volto marciò verso di lui con passo deciso; lo vide guardarsi intorno e per un momento pensò che volesse scappare, invece non si mosse e lui lo raggiunse rapidamente. Lo prese per il bavero della giacca aggredendolo con rabbia: "Figlio di puttana!" gridò minaccioso, "Se le capita qualcosa non avrò pace finché non sarò venuto a prenderti!". Lo spinse forte. Alain non si difese e indietreggiò di un passo. "Guardale le spalle!" gridò ancora André "Hai capito?!? Guardale le spalle dannato stronzo!". Si volse verso il centro della piazza per accorgersi che Oscar lo stava fissando, le labbra strette e gli occhi seri. "Al diavolo!" pensò. Le voltò le spalle e andò a recuperare i cavalli.

 

Oscar richiamò i suoi uomini e l'intero reggimento fu subito pronto. André inspirò profondamente: era arrivato il momento, ormai lo scontro incombeva. Spronò Alexandre e raggiunse Oscar: sarebbe rimasto sempre al suo fianco. L'avrebbe protetta a costo della vita. Non poteva più fare altro. Lei lo guardò seria, prima di dare qualche ultima istruzione a Bernard e gridare forte: "Andiamo!". Partirono al galoppo, saltando le barricate dove ancora non erano terminate e spingendosi verso il Royal Allemand, allo scopo di tenere i soldati il più possibile lontano dai civili.

Alla testa del gruppo, Oscar cavalcava con la testa bassa, pronta a dare battaglia. Quando da lontano poté scorgere il reggimento nemico, André, accanto a lei, le porse una mano. Lei lo guardò e allungò la propria per stringerla; per un attimo tutto fu fermo, il clamore si spense, la rabbia e la paura svanirono: c'erano solo loro, poi Oscar lo lasciò per brandire la spada. Un ultimo sguardo, poi "Abbassa la testa!" gli gridò, mentre i primi colpi iniziarono a piovere loro addosso.

Alain, subito dietro di loro, li aveva visti prendersi per mano. Spronò il cavallo e prima che potessero raggiungere la fila schierata di soldati che avevano di fronte, riuscì a passare davanti a Oscar e a sbaragliare per primo le linee nemiche.

I soldati di Oscar si comportarono bene: pronti e determinati attaccarono velocemente secondo gli ordini ricevuti, approfittando della disorganizzazione e della sorpresa degli avversari, che non si aspettavano di dover fronteggiare altri militari.

Oscar combattè con freddezza e determinazione, usando la spada e sparando con precisione, senza mai dover scendere da cavallo, ritornando sistematicamente con lo sguardo su André, che non si allontanò mai dal suo fianco e anzi un paio di volte si liberò a pedate di avversari che sembravano farsi pericolosi per lei. Alain restò sempre nei paraggi e Oscar si rese velocemente conto che insieme loro tre risultavano più letali e pericolosi nella mischia, essendo l'uno la forza dell'altro e guardandosi reciprocamente le spalle.

Alain combatteva in maniera istintiva, senza premeditazione, con sistematica ferocia, affrontando i nemici anche più di uno alla volta. Riusciva a sparare con precisione e velocità, usava la spada con molta forza, più per offendere che per difendersi e non si fermava per guardarsi indietro. André al contrario attaccava solo saltuariamente, più attento a Oscar che non ad atterrare avversari. In difficoltà con il suo occhio, evitò di affidarsi a fucile e pistola: sapeva di non essere in grado di prendere agilmente la mira. La spada stretta in una mano e il calcio del fucile pronto a essere usato per sferrare colpi ben saldo nell'altra, si batté con forza e coraggio, mantenendo il sangue freddo e riuscendo a restare sempre abbastanza lucido da non perdere mai di vista Oscar.

Quando, guardandosi intorno, reputò di aver sufficientemente danneggiato il reggimento avversario, Oscar ordinò la ritirata. Come aveva raccomandato loro, i suoi uomini recuperarono in velocità le armi che poterono fra quelle dei nemici e in breve furono pronti per seguirla. Oscar si mosse rapida attraverso la città, riuscendo a colpire inaspettatamente diversi gruppi di militari prima che la notizia dei soldati della guardia ribelli si diffondesse.

Negli spostamenti Oscar cercava di valutare l'umore della truppa e il nervosismo fra gli uomini, scrutando i volti per riconoscere eventuali segni di cedimento, per non esporre nessuno a rischi inutili. Si accorse in fretta che Lasalle non avrebbe retto a lungo; le labbra tremanti, il volto pallido: era sconvolto e spaventato. Oscar lo avvicinò: "Mantieniti nelle retrovie!" gli disse. Lui alzò su di lei uno sguardo inespressivo. "Mi hai capito?!?" gli urlò allora "Resta indietro nel prossimo attacco!". Spronò César per riportarsi alla testa del gruppo, fra André e Alain. Avanzando fra vicoli e strettoie raggiunsero un altro gruppo di soldati riuscendo a sorprenderli alle spalle. L'azione fu precisa e letale. Mirando con freddezza Oscar abbatté diversi tiratori scelti appostati sui tetti, mentre i suoi uomini davano battaglia, ormai ubriachi di sangue e violenza. Molti di loro non restavano più sulle cavalcature, per scendere e affrontare sempre più spesso gli avversari a mani nude, con estrema brutalità. Con uno sguardo veloce Oscar trovò André e Alain sempre a pochissima distanza da lei, il che le regalò per un istante una sensazione di sicurezza che le permise di distogliere l'attenzione da sè per accorgersi che Lasalle era a terra. Rosso in viso, gridava terrorizzato, incapace di difendersi, mentre un nemico già stava alzando il moschetto su di lui. L'avrebbe trafitto. L'avrebbe ucciso. Oscar si mosse fulminea e appena fu sufficientemente vicina lanciò la spada, colpendolo alle spalle. L'uomo si volse, cercando di difendersi, ma lei lo finì con un colpo di pistola e recuperò la spada. Ordinò nuovamente la ritirata prima di porgere una mano al suo soldato per aiutarlo a rialzarsi. Gérard piangeva. "Non ce la faccio!" urlò convulsamente fra i singhiozzi "Ho paura! Io non ce la faccio comandante!". Oscar strinse forte la sua mano strattonandolo per indurlo a rimettersi in piedi. Doveva muoversi e doveva farlo in fretta. Se fossero restati troppo a lungo, gli avversari avrebbero avuto il tempo di riprendersi e organizzarsi. "Non è una gara Lasalle!" gli gridò "Non vince chi non ha paura! Tutti hanno paura! Anch'io ho paura! Alzati adesso. E vieni con me!". André era accorso alle sue spalle portando con sè César. "Aiutami André! Non ce la farà da solo!". André scese da cavallo per caricare Gérard in groppa ad Alexandre e tornare rapidamente a montare a sua volta. Gli altri avevano già iniziato ad allontanarsi. Oscar raggiunse la testa del gruppo. Il pomeriggio volgeva al termine; era giunto il momento di iniziare ad avvicinarsi a Bernard e mettersi al riparo dietro le barricate. Poi nella notte lei e André se ne sarebbero andati, come gli aveva promesso. Alain avrebbe preso il comando: ne aveva le capacità. Era solo dispiaciuta di non aver avuto più tempo per offrirgli una formazione migliore.

Lei aveva combattuto, come voleva. Sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene e cavalcando alla testa dei suoi uomini si sentiva invincibile. Le dispiaceva di doversene andare: la verità era che quella era la vita che le piaceva…

 

Oscar rallentò e ordinò agli uomini di muoversi con circospezione. Non mancava molto per congiungersi con Bernard. Non voleva affrontare altri scontri: tutti erano stanchi e la lucidità iniziava a vacillare. Inoltre negli ultimi attacchi aveva notato eccessi di violenza che potendo preferiva evitare. Non fu quindi affatto contenta di imbattersi in alcuni uomini della guardia reale, sbucando da un vicolo su un piccolo spiazzo fra le case. Si fermò: riconobbe alcuni di loro. Era stata il loro comandante per tanto tempo… non avrebbe voluto doverli affrontare…

Si stava chiedendo perché fosse stata inviata in città anche la guardia reale, quando scorse una figura di spalle con lunghi capelli castani chiari e un'uniforme azzurra troppo ordinata per la situazione… strinse le labbra con disappunto. Immediatamente dietro di lei, Alain sbuffò sonoramente e Oscar fu certa che avesse riconosciuto Girodelle… André le si avvicinò: anche lui aveva riconosciuto la guardia reale. Lo guardò e lui scosse appena la testa in segno di diniego: anche lui preferiva non battersi contro gli stessi uomini che aveva visto per anni e con cui aveva condiviso e vissuto turni, ordini ed esercitazioni, benché in un ruolo diverso da quello che ricopriva ora...

Oscar guardò con più attenzione: gli uomini con Girodelle erano veramente pochi. Alcuni di loro non erano nemmeno a cavallo… dovevano aver perso le loro cavalcature in scontri sfortunati… forse sarebbe bastato aspettare che si allontanassero: sembrava stessero organizzandosi per andarsene… si guardò un attimo indietro: la giornata era andata bene, aveva perso pochissimi uomini, aveva raggiunto tutti gli obiettivi prefissati… sarebbe stato azzardato rischiare ancora gettandosi in uno scontro inutile…

Mentre pensava in silenzio, un soldato della guardia reale attraversò la piccola piazza e vide Oscar e i suoi uomini fermi nell'ombra della traversa. Fu solo un attimo, gli occhi del soldato incrociarono quelli del suo ex comandante e immediatamente gridò: "I traditori! Sono qui! I traditori!". Oscar si dispiacque, ma fu costretta a ordinare la carica. I soldati della guardia, più numerosi e più abituati allo scontro fisico, si trovarono immediatamente in una situazione di vantaggio.

Oscar si guardò intorno e sentì una strana sensazione alla bocca dello stomaco: niente a che fare con la paura… era più una sensazione di allerta, come un presentimento… Si volse improvvisamente per trovarsi davanti Girodelle che, chino sul collo del suo cavallo, galoppava verso di lei con la spada sguainata. Oscar estrasse la propria e lo aspettò per affrontarlo. Quando non fu che a pochi metri di lei, vide Alain comparire dal nulla per speronarlo e disarcionarlo. Girodelle cadde a terra, ma Alain non poté raggiungerlo: due soldati erano già accorsi e lo avevano aggredito, in difesa del loro colonnello. Impegnato a difendersi, non potè vedere Oscar scendere da cavallo e accingersi ad affrontare Girodelle.

 

Il colonnello Girodelle era stanco e infastidito. Era stato inviato in città dal generale Bouillet assieme a un manipolo di uomini, affinché anche la guardia reale contribuisse a mantenere l'ordine a Parigi, ma il caldo di luglio lo aveva spossato e aveva trovato disgustosa e rivoltante la gente che aveva dovuto fronteggiare: miseri disperati che per rubare loro armi e cavalli avevano spinto lui e i suoi soldati in vie strette e maleodoranti.

Sperava di rientrare quanto prima ai suoi comodi alloggi quando aveva sentito gridare forte: "I traditori! Sono qui! I traditori!". Aveva immediatamente guardato nella direzione da cui veniva l'allarme per trovarsi di fronte a madamigella Oscar e ai suoi dannati soldati della guardia.

L'aveva osservata solo per un secondo: lo sguardo sempre indomito, la figura esile e fiera, i lunghi capelli biondi lasciati sempre selvaggiamente liberi… gli era bastato quel breve istante per riconoscere immediatamente in lei la ragazzina sbruffona e orgogliosamente sicura di sè del loro primo incontro: "Permettetemi di dirvi che non volevo mettervi in imbarazzo davanti a un pubblico…". Fin da allora avrebbe voluto insegnarle il rispetto… fin da allora avrebbe voluto poterla mettere al suo posto… e invece lei lo aveva battuto e umiliato, così come lo aveva umiliato più e più volte respingendo ogni suo tentativo di chiederla in moglie.

Sentì bruciante il ricordo della pistola puntata al suo inguine e sussultò quando sentì Oscar gridare, ordinando la carica contro di lui e i suoi uomini. Vide i soldati in blu fare irruzione nel piccolo spiazzo e mettere velocemente in difficoltà i propri.

Questa volta non si sarebbe fatto umiliare. Estrasse la spada e lanciò il cavallo al galoppo. Le avrebbe dimostrato quello che valeva. L'avrebbe piegata!

Intento a sferrare un attacco violento e pieno di risentimento, non si accorse del soldato della guardia che col suo cavallo lo intercettò nello slancio, disarcionandolo e facendolo finire nella polvere, mentre il suo cavallo rovinava a terra, rischiando di schiacciargli le gambe. Tramortito e ferito nell'orgoglio cercò di riprendersi e di recuperare la spada; si rimise in piedi barcollando, in tempo per vedere Oscar, lo sguardo freddo e determinato, scendere da cavallo e prepararsi ad affrontarlo, l'elsa della spada ben stretta in una mano e una pistola nell'altra. … ma questa volta lui gliel'avrebbe fatta pagare una volta per tutte...

 

André aveva cercato di restare sempre accanto a Oscar, ma impegnato a respingere un attacco, era stato costretto a scendere da cavallo e l'aveva persa di vista. Quando finalmente era riuscito a liberarsi dell'avversario l'aveva immediatamente cercata, maledicendo la sua difficoltà nel mettere a fuoco. Poi improvvisamente si era accorto di Girodelle che la stava caricando, spada alla mano, con il cavallo lanciato a tutta velocità. Aveva cercato di correre da lei e aveva ringraziato il cielo quando Alain aveva scaraventato a terra il conte.

Si spaventò vedendo Oscar scendere da cavallo: la schiena dritta, le spalle ben ferme, spada e pistola pronte… non si poteva sbagliare: voleva affrontarlo. André vide il conte alzarsi barcollando e riconobbe nel suo volto sentimenti d'orgoglio ferito e di risentimento. Corse, ormai era vicino. Guardò Oscar, chiamandola a voce alta, poi sentì uno strappo al braccio sinistro che lo trascinò di traverso, lo scoppio di uno sparo e un dolore lancinante su un lato del torso, appena sotto la spalla… Si portò una mano al petto e cadde, nelle orecchie un fischio acuto che gli impediva di distinguere suoni e voci intorno a lui e il respiro che si faceva a ogni attimo più difficile e doloroso. Cercò di alzare lo sguardo; vide Oscar sparare e Girodelle cadere a terra improvvisamente. André sbatté le palpebre. Vide Oscar che gli correva incontro, mentre Alain si chinava per sorreggerlo.

 

Quando Alain aveva riconosciuto il comandante delle guardie reali, aveva sentito un impeto d'odio scaldargli il sangue nelle vene. Inizialmente aveva pensato che Oscar non lo volesse affrontare, ma poi un soldato li aveva visti e riconosciuti e lei era stata costretta a sferrare l'attacco. Mentre si lanciava nella mischia, Alain non faceva che ripetersi che aveva sbagliato a non ammazzare quell'uomo due giorni prima e che l'avrebbe ammazzato adesso. Cercando di guardare comunque le spalle a Oscar, si era mosso verso il tipo dai lunghi capelli, ma questi aveva improvvisamente preso la corsa brandendo la spada, con l'evidente intenzione di scagliarsi contro di lei. Alain aveva appena fatto in tempo a intercettarlo, spingendolo a terra e rovesciando il suo cavallo. Avrebbe voluto raggiungerlo subito e affrontarlo, ma due soldati della guardia reale lo avevano attaccato, costringendolo a scendere dal suo cavallo e ad impegnarsi per disfarsi di loro. Quando finalmente, battendosi con violenta determinazione, lasciò entrambi ai suoi piedi, cercò Oscar nella confusione. Vide Girodelle estrarre la pistola e lei farsi avanti, mentre André correva per raggiungerla, gridando il suo nome. Fu una frazione di secondo, guardò Girodelle: sul suo viso un'espressione di disprezzo. Non stava puntando l'arma contro Oscar. Istintivamente si lanciò verso André, allungando una mano per afferrargli un braccio e strattonarlo verso di sè. Girodelle sparò; nonostante il tentativo di sottrarre l'amico dalla traiettoria, il colpo lo raggiunse. Alain vide André accasciarsi con una mano stretta al petto e cercò di sorreggerlo.

"No! No! Noooo!" Oscar si era girata per vedere André cadere a terra e mentre il suo grido riempiva tutta l'aria intorno, Alain guardò Girodelle: ostentava un'espressione di trionfo che si gelò appena lei si volse. L'odio negli occhi di Oscar fu l'ultima cosa che vide, prima che una pallottola gli attraversasse il cranio in mezzo agli occhi, facendolo rovinare fra il sudiciume e la polvere.

Oscar lasciò cadere la pistola e corse verso André. Il suo grido aveva scatenato una furia cieca nei suoi uomini. Lo scontro finì in fretta. Non lasciarono superstiti.

 

   
 
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