Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: MissDragon    10/09/2009    5 recensioni
Come si sarà comportata la signora Weasley il giorno del primo compleanno della sua adorata nonchè unica figlia femmina? 

“Mamma!”.
“Cosa c'è ancora?” sillabò a denti stretti.
“Sono tantissimi!” fece una voce.
“E sono tutti rosa” fece un'altra.
“Bleah!” commentò una terza.
“Non vho chiesto di fare commenti sui festoni, dovete attaccarli e basta”.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un compleanno mooolto rosa


La Tana, 11 Agosto 1981

Il buffo signore dall'aria un po' spaesata misurava la stanza in lungo e in largo da ormai un ora. Era alto, con i capelli color carota e le guance paonazze per lo sforzo di tenere in collo i suoi figli gemelli, alternandoli con il suo – per adesso – ultimogenito. Gli altri tre rossi pargoletti erano arrampicati sul divano e giocavano, in un modo che non potrebbe essere definito del tutto corretto, con i preziosi scacchi magici del sopracitato signor Arthur Weasley.
“Papà!” fece il più piccolo del giocatori di scacchi “Bill mi ha tirato la regina in testa!”.
“Bill, smettila di far male a tuo fratello, questo non è il modo di giocare a scacchi”.
“Ma Percy si è fregato il re, e adesso la regina si sente sola. Gliel'ho data per rimetterli insieme, poverini” replicò Bill che, dall'alto dei suoi undici anni, era più bravo di suo fratello, di sei anni più piccolo, a trovare scuse plausibili.
“Va bene” intervenne l'ultimo giocatore non ancora tirato in causa “li prendo tutti io, così non si litiga” e con un gesto fulmineo levò il re dalle mani di suo fratello e raccolse la povera regina, abbandonata per terra. Poi, rimessi tutti i pezzi nella scacchiera, la richiuse e la ripose su uno scaffale della libreria di salotto.
“Che facciamo ora?” chiese Ron, il più piccolo, mentre aspettava il suo turno per stare in collo al papà.
“Andiamo in giardino!” propose Bill.
La comitiva, alla quale si erano aggiunti anche i gemelli Fred e George, districatisi velocemente dalle braccia del padre, si diresse quindi verso la porta che dava sul retro della casa, ma Bil non fece in tempo ad aprirla che una donna sulla settantina, anch'ella con i capelli rossi, si precipitò giù dalle scale del piano superiore.
“E' una femmina! E' una femmina!” esclamò correndo ad abbracciare il figlio.
“Non è possibile” fu tutto quello che uscì dalla bocca del signor Weasley.
Poveretto, era comprensibile: dopo sei figli maschi, di cui due gemelli che non promettevano niente di buono, la notizia suonava falsa come una moneta da tre galeoni.
“Non è possibile” ripeté più volte, sconvolto.
“Oh, certo che è possibile” replicò la madre sbrigativa “vai a vedere tu stesso”.
“Ma... ma... ma non avevamo preparato un nome da femmina! Non la possiamo mica chiamare Harry, o Michael!”.
“A questo ci ha già pensato tua moglie” rispose la donna, poi rivolta alla schiera di nipotini disse “la vostra sorellina si chiama Ginevra Molly Weasley”.

La Tana, un anno dopo...

“Buongiorno!” esclamò la signora Weasley rivolta alla famiglia riunita in cucina in quella calda mattinata di Agosto.
“Sono le sette e mezzo e ci rimane pochissimo tempo per sistemare al meglio tutto ciò che servirà a rendere speciale il primo compleanno della vostra sorellina” continuò con aria estasiata. Era felicissima di poter riempire la casa con decorazioni, festoni, fiocchi e fiocchini tutti rigorosamente rosa.
“Adesso, uno per uno, vi dirò cosa dovete fare”. Abbandonò la cucina per qualche istante e vi rientrò con in mano un foglio – ovviamente rosa – con su scritta una lista che aveva l'aria di essere molto lunga.
Se qualcuno fosse entrato nella cucina della Tana in quel momento, si sarebbe trovato davanti un quadretto piuttosto divertente; la signora Weasley era intenta dare un'ultima letta alla sua lista, spuntando via via, con un colpo di bacchetta, ciò che aveva già fatto il giorno prima; il signor Weasley teneva in collo Ron, che stava con un pollice in bocca e con l'altra mano attaccata al braccio del padre; i gemelli di divertivano a tirare palline – la cui origine era sconosciuta – verso Percy, mentre Charlie a Bill tentavano di escogitare un modo per svignarsela il prima possibile.
“Mamma” fece Bill in tono mieloso “perché non potete farle tutte te e papà usando la magia, queste cose?” chiese saggiamente.
Sua madre lo ignorò, continuando a spuntare la lista, poi, quando ebbe terminato, si rivolse al suo primogenito e con un bel sorriso rispose “Ma Bill caro, no che non possiamo pensare a tutto io e papà. Voglio che anche voi collaboriate; non vi rendete conto? È il primo compleanno della vostra sorellina! Non volete aiutare anche voi?”. La risposta immediata di Bill, così come quella di Charlie e Percy, sarebbe stata un 'No' secco, ma il cipiglio che aveva assunto la signora Weasley subito dopo aver parlato, gli consigliò di tenere la bocca chiusa.
“Bene, se abbiamo finito con le lamentele, direi di cominciare. Tu” disse rivolta nuovamente a Bill “con Percy e Charlie, ti occuperai dei festoni; li trovi in salotto, sul tavolino accanto all'orologio”.
Tornò poi a studiare la lista.
“Mamma”.
“Che c'è Bill?” fece la signora Wealey con tono esasperato, senza alzare gli occhi dal foglio.
“Sono Percy”.
“Oh, scusa. Dimmi, che c'è?”.
“Posso stare ad accogliere gli ospiti invece che mettere i festoni?” chiese speranzoso.
“No”.
“Perché no?”.
“Perchè non sono ancora le otto, e nessuno arriverò prima di mezzogiorno. Raggiungi Bill e Charlie in salotto” il tono non ammetteva repliche, così Percy uscì dalla cucina e raggiunse i fratelli.
La signora Weasley non fece in tempo a rimettere gli occhi sulla lista che fu interrotta di nuovo.
“Mamma!”.
“Cosa c'è ancora?” sillabò a denti stretti.
“Sono tantissimi!” fece una voce proveniente dal salotto.
“E sono tutti rosa” fece un'altra.
“Bleah!” commentò una terza.
“Non vi ho chiesto di fare commenti sui festoni, dovete attaccarli e basta”.
“Allora, continuiamo. Fred e George, voi mettete i piatti. Fuori sono già pronti due tavoli con le tovaglie. Dovete solo mettere un piatto davanti ad ogni sedia, intesi? Ho fatta degli incantesimi anti-rottura, ma questo non vi autorizza a tirarveli addosso o a fare il tiro al bersaglio con vostro fratello Percy. I piatti sono lì sul mobile accanto all'acquaio. Prendetene pochi per volta, per favore”
“E io?” chiese la vocina di Ron.
“Tu, Ron caro, mi aiuterai a mettere i bicchieri e le posate. Arthur, per favore, dai un'occhiata a quei tre combinaguai e guarda se hanno bisogno di aiuto con i festoni. A controllare Fred e George ci penso io”.
Dopodiché, su invito della madre, i due gemelli si alzarono dalle loro sedie e si diressero verso le due enormi pile di piatti.
“Ma mamma, sono...”.
“...rosa. Sì, lo so. La cosa non vi riguarda”.
“Va bene” fece George facendo una smorfia di disgusto verso il fratello, che iniziò a ridere a crepapelle.
La signora Weasley prese per mano il piccolo Ron e lo portò con sé verso la credenza. Gli mise in mano un cestino pieno di posate e gli disse di seguirlo in giardino. Poi tirò fuori la bacchetta dalla veste e, mormorando un incantesimo, dette un colpetto alle posate. Quelle, un secondo dopo, iniziarono ad uscire in fila indiana dal cestino e a disporsi in perfetto ordine davanti ad ogni sedia. Ron rimase a bocca aperta davanti a quel magico spettacolo e per poco non fece cadere il cestino. Quando ebbero finito di sistemare le posate, tornarono in cucina, dove la signora Weasley fece fare lo stesso ai bicchieri.
“Mamma, ma io non faccio niente?” chiese Ron.
“Caro, credo che tu possa andare a giocare. Mi raccomando non fare troppa confusione, altrimenti sveglierai tua sorella”. Il bambino riportò il cestino in cucina, poi andò in un angolo del giardino a rincorrere gli gnomi.
“Mamma!”.
“Per la barba di Merlino! Cosa c'è ancora?”.
“Perchè Ron può andare a giocare e noi no?” Chiese Fred con tono lamentoso.
“Perchè Ron è piccolo”.
“Ma... ma...”.
“Niente ma. Sistemate quei piattini. Prima finite, prima andate a giocare”.
La signora Weasley rimase in giardino a controllare i due figli gemelli finché non ebbero finito fare il loro dovere, poi, dopo averli lasciati liberi di andare a rincorrere gli gnomi insieme a Ron, tornò in casa. Appena aprì la porta rimase allibita dallo spettacolo che le comparve davanti agli occhi; tutti i suo bellissimi festoni rosa penzolavano tristemente sulle pareti e i pochi che erano stati messi correttamente  davano l'idea di essere sul punto di spezzarsi, tutti mezzi strappati com'erano.
“Cosa è successo qui dentro?” chiese alterata attraversando la cucina e dirigendosi in salotto, dove trovò suo marito intento a cercare di interrompere un furioso litigio tra Charlie e Percy per il possesso di un enorme fiocco rosa. Pochi secondi dopo e il fiocco giaceva miseramente sul pavimento, spezzato.
“Arthur?”.
“Mi dispiace Molly, ma ognuno qui voleva fare a modo suo e questo è il risultato. Non ti preoccupare, se mi aiuti sistemiamo tutto in un attimo” si giustificò il marito facendole un sorriso di scusa. Molly, dopo aver rapidamente fatto sbollire la rabbia, sorrise di rimando al marito e disse “Percy, Bill, Charlie, raggiungete i vostri fratelli fuori. Ci pensiamo noi a sistemare qui”.
I tre, vedendo che era andata anche troppo bene rispetto ai canoni di mamma Molly, si esibirono in un coretto di mielosi 'Grazie' poi presero la via del giardino e scomparvero velocemente.
“Forza Arthur, prendi la bacchetta”. In un batter d'occhi tutta la casa assunse un altro aspetto: i festoni penzolanti si disposero per bene sulle pareti e i fiocchi sbilenchi si rimisero a posto.
“Ottimo lavoro!” fece tutta allegra la signora Weasley. “Vado a preparare il tavolo per la colazione di là in cucina”.
Il signor Weasley, rimasto solo in salotto, ebbe giusto il tempo di sospirare guardando la casa piena di fiocchi rosa che delle urla provenienti dal giardino lo richiamarono all'ordine.  
“Ahia Fred! Mi hai fatto male! Smettila di tirarmi i sassi!” fece Percy massaggiandosi il braccio offeso, mentre un altro sassolino, stavolta lanciato da George, lo colpiva su uno stinco.
“Anche tu George, basta” intervenne il signor Weasley. “Facciamo un bel gioco tutti insieme” propose “Aspettatemi qui un attimo”. Poi si diresse al capanno nell'angolo opposto del giardino, dove teneva tutte le sue cianfrusaglie e tornò verso i figli con un enorme cestino contenente una vasta gamma di oggetti babbani: una papera di gomma, un tagliaunghie, una carta di caramella, diversi post-it usati e non, due pennarelli, un telefono, e un'altra miriade di cose la cui identità era difficile da decifrare.
I bambini, affascinati da così tanti oggetti strani, si disposero in cerchi intorno al padre, che iniziò a spiegare loro l'uso di ogni oggetto, o almeno quello che pensavo fosse il loro uso corretto.
Quanto alla signora Weasley, dopo aver velocemente apparecchiato la cucina e messo sul tavolo una torta di pan di spagna ricoperta da un abbondante strato di glassa rosa, era andata a svegliare la sua piccola e la stava portando con sé in giardino per chiamare il resto della truppa per la colazione. Raggiunse così il marito, che stava istruendo i suoi pargoletti sugli oggetti babbani.
“...e questo, ragazzi miei, è un taglia-erba di precisione” fece mostrando a tutti l'arrugginito tagliaunghie “Quando tagliate il prato e vi rimane qualche antiestetico ciuffetto più lungo degli altri, voi Zac! prendete il taglia-erba di precisione e lo pareggiate. E questo invece è...”.
“Arthur” lo interruppe la moglie con un sorriso “è pronta la colazione”. Poi rivolgendosi ai suoi figli mosse la bocca articolando la frase 'Fate gli auguri a Ginny' e indicò con gli occhi la piccola che teneva in braccio.
Allora i piccoli Weasley, insieme al padre, si esibirono in un “Tanti auguri Ginny” che suonava molto falso ma che fece contenta la madre.
Il novanta per cento della famiglia Weasley, cioè tutti tranne Molly, non riusciva a capire il perché di così tanti preparativi per il compleanno di Ginny; insomma, non era mica il Ministro della Magia! E poi, piccola com'era, probabilmente non capiva niente di tutta la faccenda, quindi che motivo c'era? Non riuscivano a capire che per Molly, che aveva desiderato così tanto una figlia femmina ed era riuscita sfornare, fino ad una anno prima, solo maschi, quella piccola rappresentava tantissimo e, anche se voleva altrettanto bene ai suoi sei pargoli, voleva rendere il primo compleanno di Ginny speciale.
Si riunirono tutti intorno al tavolo, con Ginny sul suo seggiolone – ovviamente decorato con fiocchi rosa – a capotavola. Si abbuffarono di torna fino a quando, vedendo che erano quasi le dieci, la signora Weasley non la tolse dal tavolo, sapendo che altrimenti, all'ora di pranzo, i suoi bimbi non avrebbero mangiato niente. Si fece dare una mano a sparecchiare, poi rimandò marito e figli in giardino, per continuare l'improvvisata lezione di babbanologia, mentre lei rimase in cucina a preparare il pranzo con Ginny che la osservava buona dal suo seggiolone tutto fiocchi rosa.








Ho deciso di evitare la parte con l'arrivo dei numerosi parenti Weasley, perchè pensavo sarebbe stata troppo pallosa.. spero solo di non aver reso la storia un po' "monca". Se così fosse, fatemelo sapere e porvvederò ad aggiungere un capitolo. Mi raccomando, i commenti sono seeeempre ben accetti!


  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MissDragon