Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: desigra2005    14/11/2022    0 recensioni
Ci sono amori che nascono per magia quando gli sguardi si accarezzano e le pelli si sfiorano, che non conoscono limiti, distanze e religioni, amori incondizionati, puri. Questa è la storia di Loredana, giovane fisioterapista, che tra amori, drammi, spensieratezza e speranze colorerà la campagna romana.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Circondati da un gruppetto di curiosi Giada si stava piano piano riprendendo: accovacciata su un’aiuola le tenevo la testa mentre stava rigettando l’alcol in eccesso ingerito. Gabriele che le aveva prestato i primi soccorsi nel momento in cui aveva iniziato a stare male sembrava fiducioso, i parametri sembravano buoni nonostante tutto. Andrea, Edoardo, Angela e Matteo erano rimasti con noi nonostante lo spettacolo non era dei migliori, ognuno appena poteva non perdeva tempo per lanciare frecciatine alla sua nemesi. “Hai rovinato la serata a tutti noi! Sei contenta ora? Sei un’egoista e basta! Guarda il povero Edoardo come è preoccupato per la tua salute”. La voce di Angela mi risuonava nelle tempie come un rumore fastidioso. “Prega che si riprenda in fretta e che soprattutto quando lo faccia non dica che sei stato tu a farla bere solo per approfittartene perché te ne faccio pentire amaramente. Non hai nemmeno idea di dove posso arrivare e di cosa ti possa fare”. Edoardo era una pentola in ebollizione, nonostante suo fratello cercasse di mantenerlo calmo, sembrava non volesse sentire ragioni. “Sarebbe il caso di chiamare un’ambulanza o portarla in ospedale in modo che qualcuno possa visitarla seriamente. Non possiamo fidarci di un solo parere”. Andrea insisteva mettendo in dubbio la professionalità di Gabriele. “Sono un medico. Se non ti fidi del mio giudizio non è detto che gli altri non debbano farlo, se il problema invece è un altro parliamone. Sono qui”. Gabriele era spazientito. In questo circo, con il vomito di Giada sul vestito e la preoccupazione per il suo stato di salute, persi completamente la pazienza. “Basta!”. Urlai a squarciagola. “Angela chiudi quella boccaccia; Edoardo Giada starà meglio una volta che i postumi della sbornia saranno passati; Andrea e Gabriele fatela finita, sarà Giada a decidere cosa fare!”. Nessuno osò rispondermi, probabilmente erano rimasti stupiti della mia reazione. Giada dal suo canto riuscì solamente a dire di voler andare a casa. Per non creare ancora più screzio chiamai Marco per farmi aiutare e per fortuna arrivò in tempi brevi; senza voltarci indietro andammo via velocemente. Passai quello che restava del sabato sera lavando e mettendo a letto mia sorella e poi finalmente riuscii a farmi una bella doccia anche io. Al piano inferiore trovai Marco, papà ed Andrea chiacchierare del più e del meno davanti ad una vecchia bottiglia di brandy; appena mi videro mi chiesero come stesse Giada. “Non preoccupatevi, l’ho lasciata che dormiva come un angioletto. Ricordiamoci di metterle sul comodino un’aspirina ed un bel bicchiere di spremuta d’arancia”. Mio padre tirò un sospiro di sollievo. “Domani le farò un bel discorsetto. Non si è mai comportata in modo così sconsiderato ed io mi sono sempre fidato di lei ma dopo quanto accaduto non solo la metterò in punizione ma farò molto più attenzione alle richieste che mi farà. Se solo penso a cosa sarebbe potuto accadere se non foste intervenuti”. Nel raccontare l’episodio avevamo deliberatamente omesso determinati particolari. “Ragazzi credo proprio che ora andrò a dormire anche io. Mi raccomando con le mie figlie, sono il bene più prezioso che possiedo”. Passandomi accanto mi diede un rapido bacio sulla fronte e mi fece l’occhiolino; dopo poco anche Marco si congedò. Il silenzio sembrava aver costruito un muro tra noi. “Ti andrebbe un po' di gelato? La nonna dice che i problemi assumono un altro colore dopo aver ingerito un po' di zucchero”. Si limitò ad annuire e ci trasferimmo in cucina. “Cioccolato ti va bene? Non ne è rimasto tanto, Giada negli ultimi giorni ha usato il cucchiaio come una vanga in questo barattolo!”. Servii due palline ciascuno, mentre Andrea si affrettò a terminare la sua coppetta io facevo più fatica a mandarlo giù. “Se non hai fame non ti sforzare, non vorrei che ti sentissi male. Non preoccuparti, d’altronde hai avuto una cena impegnativa e sicuramente avrai anche già mangiato il dolce”. Lo guardai negli occhi. “Non dire così, è stata solo una serata in amicizia”. Andrea perse la pazienza e sbatté il cucchiaio sul tavolo. “Loredana non prendermi in giro. Ti ho già detto quanto mi dia fastidio. Lo hai visto e lo hai sentito Gabriele, non dirmi che tutti i tuoi amici si comportano così? Ha un chiaro interesse nei tuoi confronti e non lo cela. Mi fa rabbia che non si fermi di fronte a noi due: non ha rispetto per la nostra storia! Devi mettere spazio tra voi due, non posso temere di vedere sul telefono foto di te avvinghiata a lui!”. Capivo in parte il pensiero di Andrea, che da parte di Gabriele ci fosse un interesse diverso dall’amicizia cominciava a farsi strada anche nella mia testa, avevo avvertito molto disagio in sua compagnia ed anche irritazione in alcuni momenti per i suoi comportamenti quasi invadenti; dall’altro canto però doveva imparare a fidarsi di me. “Gabriele è convinto che le cose tra noi non siano serie, ci stiamo solo frequentando d’altronde”. Le sue mani presero il mio volto. “Tu cosa pensi? E’ una frequentazione passeggera la nostra? Non abbiamo superato la fase di imporci banali definizioni? E’ importante che io dica al mondo di frequentarti o la mia concreta voglia di essere presente per te?”. A tutti questi interrogativi non avevo una risposta certa, mi sentivo molto confusa. Andrea si accorse del mio tentennamento ancora prima che la mia bocca formulasse una risposta; piccato si alzò dal tavolo e si avviò verso l’uscita. “Condannavo lui ma probabilmente il suo comportamento è giustificato dal tuo pensiero. Non voglio una risposta ora, pensaci su e quando sarai pronta mi farai sapere cosa per te è veramente importante”. A vederlo andar via mi si spezzava il cuore, corsi da lui e mi lanciai letteralmente tra le sue braccia. I nostri baci erano famelici, ognuno sembrava voler ossigenarsi con l’altro, in pochi minuti come mossi da un filo invisibile eravamo arrivati nella mia camera. Nella luce soffusa della luna, Andrea molto lentamente stava assaggiando ogni centimetro della mia pelle, era davvero quello che volevo?
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: desigra2005