Serie TV > Betty la fea
Segui la storia  |       
Autore: Mew_vale    15/11/2022    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 88.
 
[Camilla]
Traggo un sospiro profondo prima di bussare alla porta dell’ufficio del mio fidanzato. Poco fa mi ha mandata a chiamare, ed eccomi qui. Magari sta per confessarmi cosa, da un paio di giorni, lo rende così pensieroso. Fa sempre così: quando qualcosa lo affligge si chiude in sé stesso anziché condividere ciò che lo angoscia. Dopo la gelosia è il suo più grande difetto! Mi accoglie con un bacio quando mi accorda il permesso di entrare.
<< È successo qualcosa? >> Esordisco. Annuisce prima di sedersi sul divano.
<< Papà non vuole più che ci sposiamo? O ci stai ripensando tu? >> Gli chiedo, con un nodo in gola, dato che l’ultima volta che ha portato addosso quest’espressione per giorni è stato quando mio padre gli ha negato la mia mano.
<< Forse è meglio se ti siedi, amore. >> Mi consiglia. Sgomenta, siedo accanto a lui sul divano.
<< Ti amo più della mia vita piccola, ti amo da tanto di quel tempo che fatico a ricordare quanto sia, e non vedo l’ora di diventare tuo marito. Quindi il nostro rapporto non c’entra nella conversazione che stiamo per fare. Riguarda la collezione, amore. >> Preannuncia. Se da una parte mi rilasso apprendendo che non è la nostra relazione ad angosciarlo, dall’altra mi innervosisco altrettanto, scoprendo che ci sono problemi con la collezione. Lo lascio proseguire.
<< Da qualche giorno sono in contatto con i punti vendita, diversi negozi, da cui ho ricevuto lamentele. Più della metà dei clienti hanno riportato indietro i capi comprati lamentandosi che sono di scarsa qualità. Dopo averli portati una volta in tintoria i capi si sono scoloriti. Mi hanno mandato le foto e ti assicuro che sono rovinati! >> Espone. Mi porto le mani alla bocca con i gomiti che fanno da peno sulle ginocchia.
<< Ma come può essere? Sarà stata la lavanderia a rovinarli! >> Esclamo. I nostri capi si sono sempre distinti per la qualità e per la durata nel tempo. Ai vari cocktail vedo le amiche di mia madre con addosso abiti di minimo venticinque anni fa!
<< I vari direttori dei punti vendita ed io ci siamo posti lo stesso quesito per tanto abbiamo indagato. Stiamo parlando di negozi sparsi per il paese, amore, non solo della città, quindi è altamente improbabile che si tratti di un problema delle lavanderie. Abbiamo venduto capi di qualità bassissima. I clienti hanno preteso il rimborso totale. >> Mi spiega mentre sento sopraggiungere il pianto.
<< È un incubo. I miei fratelli hanno giurato che la ditta di stoffe a cui si sono rivolti è una ditta seria. Quando lo saprà Ugo impazzirà! Questa tragedia macchierà la nostra reputazione! >> Mi lamento del tutto sgomenta. Mesi e mesi di lavoro buttati nel water!
<< Siamo stati truffati da quella ditta amore. Ci hanno venduto stoffe dozzinali passandole per una qualità maggiore. Sono sicuro che ci siano gli estremi per una denuncia, e l’assicurazione ci rimborserà. Annunceremo una conferenza stampa dove spiegheremo di essere stati raggirati. >> Cerca di rincuorarmi David, accarezzandomi la schiena.
<< NOI? I MIEI FRATELLI SONO STATI TRUFFATI, NON NOI! E ADESSO MI SENTIRANNO! CONVOCHERO’ TUTTI IN SALA RIUNIONI TRA CINQUE MINUTI! >> Sbotto, abbandonando l’ufficio del mio fidanzato.
<< Annamaria, convochi tutti i dirigenti in sala riunioni, subito! >> Esclamo con un tono di voce un po’ troppo alto. La povera Annamaria mi guarda sgomenta.
<< Ma cosa succede? >> Sento che domanda al mio fidanzato.
<< Faccia come ha chiesto Camilla, per favore. E faccia portare dell’acqua, dei bicchieri, e dei tranquillanti, serviranno. E magari chiami preventivamente il pronto intervento… Ovviamente quest’ultima cosa non la faccia, cercavo di sdrammatizzare. >> Sento che le risponde, attirando l’attenzione di tutte le segretarie.
 
 
[Diego]
Mi sto spremendo le meningi alla ricerca di uno slogan d’effetto per la prossima campagna (benché sia presto, essendo il prossimo lancio il 5 Agosto) quando qualcuno bussa alla porta. Invito chi che sia ad entrare e sorrido alla mia fidanzata quando fa capolino. Mi alzo e le vado incontro. Il suo bacio mi riempie di gioia.
<< Amore, tua sorella poco fa ha ordinato ad Annamaria di riunire tutti i dirigenti in sala riunioni. Era piuttosto alterata, non l’ho mai vista in quello stato. David ha ordinato di far portare acqua, bicchieri e tranquillanti! Cosa succede? >> Mi domanda, raccontandomi quanto è appena successo. Aggrotto le sopracciglia quando vedo Annamaria sul ciglio della porta.
<< Dottore… >> Sta per dire.
<< Lo so Annamaria, grazie. Subito in sala riunioni. Si occupi pure di quanto le ha chiesto mia sorella. >> La congedo.
<< Non lo so, amore. Adesso vado a sentire e dopo prendiamo un caffè così ti aggiorno ok? Ti amo. >> La saluto. Annuisce ricambiando il mio bacio, prima di abbandonare il mio studio. Faccio il mio ingresso in sala del consiglio e il mio sguardo si posa subito su quello truce di mia sorella. Lombardi si massaggia le tempie fissando il vuoto dinanzi a sé. Mio fratello ed io ci scambiamo uno sguardo e lui alza le spalle, intuendo la mia domanda.
<< Cosa succede? >> Esordisco, occupando il mio posto a capotavola.
<< Oltre al fatto che ho due fratelli disgraziati, intendi? >> Domanda mia sorella. È visibilmente alterata. David la accarezza una mano, invitandola tacitamente a mantenere la calma.
<< Vi avviso già da ora. Io me ne vado, mi licenzio, con effetto immediato. Non resterò qui un attimo di più, dopo quello che avete combinato. Ho sopportato troppe cose da quell’orso di vostro padre, ed ora dovrei sopportare anche le vostre decisioni? Le decisioni di due irresponsabili che non capiscono niente di moda? No! Mi sto sentendo male… ma quando arriva la mia valeriana? SILVIAAAA! >> Interviene Ugo melodrammatico. Sono sempre più confuso e comincio anche a spaventarmi!
<< Ci fate capire cosa sta succedendo? >> Domanda Roberta, interrompendo queste facezie.
<< Ve lo spiego subito. Ho ricevuto diverse lamentele da numerosi punti vendita, riguardo ai capi dell’ultima collezione. I clienti hanno preteso il rimborso totale, poiché dopo un lavaggio in tintoria gli abiti si sono scoloriti, come potete vedere da queste foto. I vestiti non sono più indossabili! >> Spiega David, passandomi il tablet. Lorenzo, Roberta ed io ci scambiamo sguardi spaventati. Sento la terra franarmi sotto i piedi! Mi lascio andare contro lo schienale della poltrona mentre osservo la foto degli abiti rovinati. Dopo di che passo il tablet a mio fratello e alla sua ragazza.
<< Questo sfacelo è colpa vostra, e della vostra decisione di non rivolgerci alla Texicolor! >> Digrigna fra i denti Camilla, nera come la pece.
<< Le stoffe le avete toccate anche voi… sembravano perfette… >> Riesce a balbettare mio fratello. Io ho le parole bloccate in gola.
<< Per questo io dico che bisogna subito denunciare questi signori. Si tratta di una truffa. >> Propone David. Denunciare chi? Dei contrabbandieri da cui abbiamo comprato merce che hanno ottenuto chissà come, per evitare tasse e altri oneri? Torno alla realtà quando Ugo si alza bruscamente dalla poltrona.
<< Mi vengono i brividi. Io me ne vado a casa, perché non vi voglio più vedere, e perché non sarei in grado di proseguire questa giornata! >> Annuncia in modo teatrale, abbandonando la stanza mentre regge in braccio la sua nuova cagnolina.
<< Ugo, un secondo, per favore. Vorrei proporre di non dire nulla di questi avvenimenti ai nostri genitori, almeno per ora. Armando non reggerebbe ad una notizia simile, e vorrei evitare drammi in famiglia adesso che è qui la famiglia di Massimiliano, con la cui madre mia sorella fatica ad andare d’accordo. >> Propone David. I presenti acconsentono ed io non potrei essere più d’accordo che nascondere questo sfacelo a papà, del quale sono stato la causa del primo infarto! Camilla si alza per seguirlo.
<< Meglio che me ne vada anch’io, prima di fare o dire qualcosa di cui potrei pentirmi. Cercate di rimediare questo casino, perché non ho intenzione di far colare a picco la mia carriera, appena agli inizi, per colpa vostra e della vostra inettitudine! Amore, ti aspetto di sotto. >> Vomita, prima di uscire.
<< Non l’ho mai vista così nera. >> Commenta Cèsar, aprendo bocca per la prima volta.
<< E puoi biasimarla? Mesi e mesi di duro lavoro finiti alle ortiche! Il nostro presidente non apre bocca? Ti sembra il momento giusto per fare voto di mutismo?! >> Ironizza David.
<< Posso dire che mi dispiace. E che non volevo certo che andasse così. >> Affermo mesto, ad un passo dal pianto. Tra il video e questo scandalo, la collezione appena lanciata è rivelata un vero fiasco, che metterà in crisi l’azienda.
<< Propongo di rimandare i conti delle perdite a lunedì. Se la situazione è tanto grave, è probabile che nel week end ci saranno nuove lamentele. Ci vediamo dopo a cena. Ciao Lorenzo, ciao sorellina, a presto. >> Si congeda Cèsar, rivolgendosi a me a David sulla prima parte del saluto finale. David si alza ed esce dalla stanza senza aprire bocca.
<< Oddio, che casino. >> Borbotta Lorenzo, portandosi le mani in testa. Il silenzio tombale che regna nella stanza viene interrotto quando sentiamo qualcuno bussare alla porta.
<< Avanti. >> Do il consenso a chi che sia ad entrare. Fa capolino la mia fidanzata.
<< Le segretarie sono andate tutte via. Camilla, David ed Ugo erano neri… Cos’è successo? >> Esordisce.
<< Chiudi la porta, per favore? >> Le domanda Roby. Lei ubbidisce prima di essere travolta da un mio abbraccio. Mi abbraccia anche lei quando capisce che sono a un passo dal pianto.
 
 
[Giulio]
Le sorrido quando la vedo uscire dall’azienda e le vado incontro. Alzo la mano per salutare Camilla, David ed Ugo che l’accompagnano, ma neanche mi considerano.
<< Ma che hanno? >> Le domando. La mia fidanzata si mordicchia l’unghia del pollice, cosa che fa quando è pensierosa.
<< È successo qualcosa di grave, secondo me. Erano tutti e tre neri, dopo una riunione dei dirigenti. >> Mi spiega per sommi capi.
<< Mi sembrava strano di poter avere una cena normale. Voleranno coltelli, vero? >> Faccio dell’ironia, mentre procediamo verso la sua auto.
<< Ma no, ho dimenticato il cellulare di sopra in atelier. >> Annuncia, dopo aver frugato nella sua borsetta.
<< Vado a prendertelo io, amore. Mi aspetti in auto? >> Le propongo. Annuisce, e ci separiamo con un bacio. Saluto Wilson, dal quale vengo ricambiato, prima di prendere l’ascensore. Raggiungo il piano e arrivo all’atelier senza passare per gli uffici. Ma decido di percorrere il tratto opposto per tornare di sotto quando sento delle voci concitate provenire dalla presidenza.
<< VOLETE CALMARVI?! BASTA URLARE! >> Sbotta Roberta. Gli animi sembrano caldi. Dopo l’ordine della mia sorellastra, si sente solo silenzio.
<< Cosa proponete di fare? David vuole che denunciamo per truffa l’azienda che ci ha veduto le stoffe… MA CHI DOVREMMO DENUNCIARE?! IL FANTASMA FORMAGGINO? ANDIAMO DALLA POLIZIA A RACCONTARE DOVE ABBIAMO PRESO QUELLE STOFFE?! >> Strilla Diego. Ascolto sempre più interessato e con il cuore in gola.
<< Possiamo sempre dire che l’azienda ha chiuso, ed è magicamente sparita. Sporgiamo denuncia verso ignoti! >> Propone Lorenzo. Ma cos’hanno combinato?
<< Ti ricordi che nome hai dato a vostro padre quando ti ha chiesto dove avete comprato le stoffe? >> Domanda Isabella a Lorenzo.
<< No. >> Borbotta lui.
<< MAGNIFICO! MA PERCHE’ MI SONO LASCIATO CONVINCERE QUEL GIORNO?! SONO STATO Più COGLIONE DI TE! >> Esplode Diego.
<< SMETTILA DI RIPERTELO! NON TI HO COSTRETTO PUNTADOTI UNA PISTOLA ALLA TEMPIA. ERI D’ACCORDO QUANTO ME! >> Ribatte suo fratello. L’isteria è una tara famigliare!
<< Fabrics, era questo il nome. >> Interviene Roberta interrompendo quello scontro tra macachi.
<< Bene, faremo così. Diremo che abbiamo cercato di contattare la Fabrics, che però ha fatto perdere le sue tracce. Tutti d’accordo? >> Propone Diego ai suoi soci nel crimine. Probabilmente annuiscono con un gesto del capo perché non sento affermazioni positive.
<< Potremmo cavarcela, dopo tutto tutti coloro che sanno come stanno realmente le cose sono in questa stanza, e nessuno ha intenzione di tradire l’altro. Poi penseremo a come risalire da questa crisi. >> Afferma il presidente che è stato eletto, a discapito dell’azienda, pare!
<< È inesatto ciò che hai detto. Manca una persona all’appello! >> Gli appunta Lorenzo.
<< Anche Silvia sa del contrabbandiere. >> Annuncia Lorenzo. Spalanco la bocca per la sorpresa. Questi due pazzoidi hanno tagliato i costi comprando stoffe da dei ricettatori? E la mia ragazza lo sapeva da sempre.
<< Silvia non dirà nulla. È mia amica da secoli, e ora anche mia cognata. Non ci tradirà. >> Precisa Isabella. Stringo le mani a pugno. Sarà vero? Continuerà a mantenere questo segreto con l’uomo che ama, per proteggere una banda di bugiardi, di cui fanno parte anche il suo ex e la ragazza che ha odiato e a cui ha quasi slogato una caviglia facendole lo sgambetto? Mi allontano velocemente quando capisco che Diego e mia sorella stanno lasciando la stanza. Papà darebbe di matto se sapesse che la figlia che ha appena ritrovato è coinvolta in questo scandalo. Tra Camilla e i suoi fratelli si creerebbe una crepa insanabile, a pochi mesi dalle sue nozze. Ma tutto questo mi farebbe ottenere la cosa per cui ho studiato tanti anni: la poltrona aziendale di questa compagnia. Cosa devo fare?
<< Ci hai messo tanto, amore. >> Mi appunta Silvia. Immerso nei miei ragionamenti, mi ero neanche reso conto di averla raggiunta vicino alla sua auto. Sono incapace di ricambiare il bacio a stampo che mi dà prima di salire al posto di guida della sua auto. Sono grato alla possibilità che mi ha dato suo padre ma il lavoro di agente immobiliare per me è un ripiego, e lei lo sa. Sa bene quanto brami la poltrona di presidente. Ho sempre pensato di essere nato per gestire l’Ecomoda, e mi ha tenuto allo scuro della notizia che mi farebbe ottenere quel posto!
 
 
[Roberta]
Lorenzo siede in giardino sorseggiando un drink. Dopo essermi cambiata per la cena dai suoi a cui saranno presenti anche i miei genitori, mi avvicino a lui e lo abbraccio da dietro, posando un bacio sulla sua guancia.
<< Non avevamo mai litigato in quel modo. >> Constata triste.
<< Eravate entrambi nervosi e spaventati per la situazione, e sono volate parole. Ma sono cose che non pensate. Anche Diego starà facendo lo stesso ragionamento. >> Cerco di rincuorarlo.
<< Diego ha ragione: sono un coglione. È stata mia l’idea. Per colpa mia la collezione è colata a picco, Camilla è delusa e affranta perché il suo lavoro è andato in fumo, perderemo un sacco di soldi, e perderemo i nostri ruoli in azienda. >> Riassume. In effetti, se Daniele e mio suocero dovessero scoprirlo, dubito ci concederebbero una seconda chance. Mio padre rimarrebbe molto deluso da me.
<< Vedrai che nessuno perderà il proprio lavoro, se seguiremo il piano che abbiamo escogitato. Può capitare a tutti di incappare in una truffa, no? Non sarebbe la prima azienda ad intascare pagamenti, per poi sparire, lasciando clienti nella merda… Se ne sentono tante truffe del genere… È un buon piano. >> Cerco di fargli notare. Stiamo aggiungendo bugie ad altre bugie, ma in quale altro modo potremmo fare? Lorenzo mi afferra posando dolcemente una mano su un mio fianco e mi invita a sedermi sulle sue gambe, dopo di che nasconde la testa nell’incavo del mio collo. Ha paura!
 
 
[Camilla]
Mi asciugo delle lacrime, seguitando a farmi coccolare il capo dal mio amore, accoccolati sul divano.
<< Mi dispiace così tanto amore mio… Non hai idea di quanto, in questi giorni, abbia desiderato si trattasse di un brutto sogno… Per questo non te ne ho parlato subito. Speravo di trovare una soluzione, che la colpa fosse delle lavanderie. >> Cerca di rincuorarmi.
<< I nostri capi invenduti, anzi peggio: rovinati! Così come la nostra reputazione! Quando lo saprà mio padre morirà di dolore. Conoscono bene i problemi di salute di papà e quei due stolti combinano certe cose?! Ma ti pare normale?! >> Mi sfogo. Mi sollevo dalla posizione distesa, per afferrare un altro fazzolettino dalla scatola posizionata sul tavolino.
<< Sono stati ingenui, amore. A fidarsi di un’azienda nuova sul mercato. Ma non sono i primi al mondo a venire truffati. >> Li difende David.
<< Non difenderli. Non hanno giustificazioni! Da secoli ci affidiamo alla Texicolor, perché diavolo hanno cambiato?! Per risparmiare? Victor ci avrebbe sicuramente concesso una dilazione di pagamento! >> Obbietto.
<< Hai ragione, in effetti. Saremo di sicuro riusciti a coprire eventuali debiti con il successo che avrebbe avuto la collezione con le stoffe della Texicolor. >> Conviene con me, posando un dolce bacio sulle mie labbra.
<< Sarà meglio che mi lavi il viso e che mi trucchi, o faremo tardi dai tuoi, anche se non ho molta voglia di sedere a tavola con Diego. >> Rifletto a voce alta, prima di infilare le pantofole per dirigermi in bagno. Mi sento arrabbiata, sfiduciata, senza forze!
 
 
 
[Silvia]
Da quando è tornato dall’atelier con il mio smartphone è strano e silenzioso. Ha fatto la doccia senza cercare di sedurmi e senza invitarmi con sé nel box, per poi rivestirsi, il tutto in religioso silenzio. Cerco in lui una reazione abbracciandolo da dietro, ma si libera presto dal mio abbraccio, sedendosi sul letto per infilarsi le scarpe.
<< Cosa c’è? Sei strano da quando hai recuperato il mio cellulare. >> Gli domando, senza preamboli.
<< Faremo tardi alla cena dai miei. Sei pronta? >> Mi domanda, ignorando la mia domanda. Gli sbarro la strada quando cerca di uscire dalla camera.
<< Quando io sono di malumore sono costretta a dirti come mai, ma tu puoi ignorarmi? >> Protesto, incrociando la braccia al petto.
<< Va bene. >> Acconsente, sedendosi sul letto.
<< Cosa sai a proposito di un contrabbandiere, da cui Diego e Lorenzo hanno preso le stoffe con cui sono stati confezionati gli abiti dell’ultima collezione? >> Mi domanda a bruciapelo, fissandomi negli occhi. Non mi serve uno specchio per capire che sono sbiancata!
<< T-tu come lo sai? >> Balbetto, sciogliendo le braccia.
<< Ti ho posto una domanda. Lo sapevi, vero? >> Mi domanda. Deglutisco prima di annuire. So che si sta prendendo qualche secondo per non sbottare!
<< Sai bene quanto desideri da sempre dirigere l’Ecomoda. E hai lasciato che avvenissero certe cose? >> Mi domanda.
<< Non sono mica la padrona dell’azienda, o un’agente di polizia, cos’avrei potuto fare?! >> Protesto.
<< RACCONTARLO A ME, PER ESEMPIO, CHE AVEVO ACCETTATO LA SCONFITTA CONVICENDOMI CHE L’AZIENDA FOSSE FINITA IN MANI CAPACI! >> Tuona. No, non ce l’ha fatta a non sbottare.
<< E, fammi capire, quando avrei dovuto dirtelo? Dopo che mi hai confessato di avermi avvicinata perché volevi che ti facessi da spia dall’interno dell’azienda? >> Lo freddo.
<< Mi aspettavo da te sincerità totale, dopo che io lo ero stato con te. >> Mi rinfaccia.
<< COSA DOVEVO FARE, SMERDARE LA MIA MIGLIORE AMICA E IL SUO RAGAZZO? CHE TI RICORDO SONO TUA SORELLA E TUO COGNATO! VUOI DAVVERO DENUNCIARLI A TUO PADRE E AD ARMANDO?! >> Gli domando. Non può tornare lo stronzo che era un tempo con loro! Il suo tergiversare dinanzi a tale domanda mi allarma.
<< GIULIO, MALEDIZIONE, RISPONDI DI NO, TI PREGO! >> Gli ordino quasi.
<< NON SO COSA FARE! NON LO SO! HAI IDEA DI QUANTO SIA STATO DIFFICILE PER ME ASCOLTARE CERTE COSE E SCOPRIRLO, DOPO ESSERMI MESSO IL CUORE IN PACE, ACCETTANDO CHE NON SAREI MAI STATO IL PRESIDENTE DELL’AZIENDA? IN QUESTE SETTIMANE HO PENSATO CHE L’AZIENDA FOSSE IN BUONE MANI, E NE ERO CERTO, DOPO AVER VISTO LA COLLEZIONE, ED ORA SCOPRO CHE HANNO ROVINATO TUTTO! PER ME È STATO COME RIAPRIRE UNA VECCHIA FERITA! DA SEMPRE DESIDERO DIRIGERE L’AZIENDA, FIN DALLA PRIMA VOLTA CHE HO PRESO IN MANO UNA PENNA! O DALLA PRIMA VOLTA CHE HO ESEGUITO CORRETTAMENTE UNA DIVISIONE! RICORDO ANCORA LA PRIMA VOLTA CHE, PER MANO A MIA MADRE, HO ATTRAVERSATO QUEI CORRIDOI! >> Si sfoga. Sento il pianto montare dentro di me. Non avevo capito che tenesse così tanto all’azienda.
<< È sempre stato il mio sogno. Mi ero rassegnato al fatto che rimanesse tale ed ora scopro che l’azienda per cui mio nonno ha fatto tanti sacrifici, è in mano a due incapaci! >> Conclude.
<< Sono sicura che sapranno porre rimedio ad ogni problema. >> Balbetto.
<< Sai cos’è un’altra cosa che mi ferisce? Che la mia fidanzata, che dice di amarmi, ha continuato a rimanere fedele al suo ex mantenendo questo segreto, anziché confidarmelo. Ti aspetto in macchina. >> Taglia corto, uscendo di casa. Comincio a piangere sedendomi sul letto.
 
 
 
[Camilla Senior]
Accompagno i miei capelli tutti sul lato sinistro e gli strizzo leggermente, per togliere l’acqua in eccesso. Contemplo l’acqua accompagnare la schiuma verso lo scarico, formando un piccolo vortice. So che se mi ritrovo sola la colpa è solo mia, perché anni fa solo stata debole, accontentando i miei capricci anziché far prevalere la ragione.
 
Mio marito era uscito per andare al lavoro dopo la nostra discussione che aveva Daniele come perno. Lasciai il bimbo con la baby sitter e non resistetti al bisogno di andare da lui per dare subito un taglio netto a qualsiasi cosa stesse accadendo. Presi fiato quando mi ritrovai dinanzi alla porta del suo appartamento. Sentivo ancora le sue dita percorrermi il braccio, come aveva fatto la sera prima. Suonai il campanello prima di ripensarci e mi aprì la porta con un sorrisetto soddisfatto sul volto.
<< Buongiorno e benvenuta! Buon Natale! >> Mi accolse, spostandosi per farmi entrare.
<< Buongiorno. Rimarrò solo pochi minuti. Sono venuta per dirti che devi lasciarmi in pace, Daniele. Non puoi continuare a tediarmi. >> Esordii.
<< Tediarti? Non è il termine che userei. Mi risulta che ti piaccia essere toccata da me. Ti piaccio talmente tanto che per dirmi che devo smetterla sei venuta fin qui, anziché attendere il pranzo di Natale tra poche ore. >> Obbiettò. Mi sentii colta in flagrante. Non sarei mai dovuta andare da lui!
<< Non verrò al pranzo di Natale. Class ha un po’ di temperatura e non me la sento di portarlo fuori. >> Mentii.
<< Per questo lo hai lasciato con qualche baby sitter per venire qui da me. Camilla, quando smetterai di mentire a ste stessa in primis? >> Mi sussurrò la frase finale all’orecchio e rabbrividì.
<< Daniele. Devi starmi lontano! >> Esclamai, scansandolo posando la mano sul suo petto, all’altezza del cuore. Lui posò la sua mano sulla mia. No, non poteva continuare a piacermi. Le vampate di calore che provavo quando mi accarezzava erano roba scemata tempo fa, prima ancora di conoscere mio marito! Come potevo tornare a provare certe cose per lui?
<< Non ci credi davvero. Non vuoi che ti lasci in pace, anzi… È solo una frase fatta che ti racconti per tentare di resistermi! >> Esclamò, cogliendo in effetti nel segno. Deglutii.
<< E va bene. Giochiamo a carte scoperte, Daniele. >> Affermai, commettendo l’errore più grande della mia vita.
<< Io l’ho sempre fatto, Cami. >> Puntualizzò.
<< È vero: l’averti così vicino mi fa effetto. Ma non ha alcuna importanza perché sono sposata, amo mio marito, e sono una madre di famiglia! >> Ammisi.
<< Hai sbagliato il tempo, Camilla. Lo amavi, al passato! Si è trattato di un colpo di fulmine, lo capisco, e poi sei rimasta incinta e pensi sia troppo tardi per tornare suoi tuoi passi. Ma non lo è, Cami. Io sono qui! >> Mi ricordò, iniziando a baciarmi il collo.
<< Ti sbagli, Daniele. Amo ancora mio marito. E comunque la fai troppo facile, nel tuo mondo fatato. >> Biascicai paralizzata, con la mente confusa. Daniele smise di vezzeggiare il mio collo per poter catturare le mie labbra. Aveva smesso con i giochetti della sera prima, aveva smesso di stuzzicarmi e si era preso quello che voleva, baciandomi con decisione. Sapevo di doverlo allontanare, di dovergli dare magari un ceffone per poi allontanarmi da lì, ma feci prevalere quell’istinto che lo voleva, quanto lui voleva me. Con la stessa passione di un anno e mezzo prima. Quando le mie labbra presero a muoversi a ritmo delle sue e sentì le mie dita sulla sua nuca con fare sicuro mi prese in braccio e avvinghiai la sua vita con le mie gambe. Le sue labbra si estesero in un sorriso mentre mordicchiava le mie. Per la prima volta da tanto non mi sentivo più oppressa bensì libera, sensazione che durò solo un’ora o poco più quel giorno.
 
Le mie lacrime si mescolano all’acqua mentre la mia mente rievoca il momento in cui ho rovinato tutto. Perché non sono stata in grado di resistergli? Perché, dopo averlo lasciato, ho ricominciato a provare quelle cose per lui? Betty ha forse ragione, come aveva ragione Daniele all’epoca, e Kristoff sarebbe stato solo un fuoco di paglia, se non fossi rimasta incinta? Sarei tornata con Daniele prima o poi, se non fossi rimasta incinta?  Con il mio comportamento ho illuso anche lui, e mi sono sempre chiesta se sotto sotto non abbia sempre sperato che tornassi, e se sarebbe ancora single se Patrizia non fosse rimasta incinta.
 
Quell’anno decidemmo di trascorrere le feste di Natale a Bogotà, così come altre volte nel corso degli anni. Quella sera mio fratello e sua moglie, in avanzato di gravidanza, si erano offerti di tenere Class e Roberta, dato che non avrebbero festeggiato l’ultimo dell’anno del 2001 in alcun dove, con Betty prossima ad affrontare un parto gemellare. Incrociai quasi subito lo sguardo di Daniele quando accedemmo alla sala dove si teneva il veglione. Tra noi tre e lui ci fu solo un formale cenno della mano e per gran parte della serata ballai con mio marito, felici di festeggiare il nostro sesto anniversario di matrimonio ad una festa di soli adulti. Mi separai da lui solo per andare al bagno qualche volta, dato che avevo bevuto abbastanza cocktails. Stavo per accedere alla toilette quando Daniele uscì all’improvviso da quella degli uomini, facendomi sobbalzare. Notai in quel momento di non aver visto sua moglie per tutta la serata. Notai anche che barcollava e aveva gli occhi rossi. Ma quanto aveva bevuto?
<< Daniele, che spavento. >> Intervenni, portandomi una mano al petto.
<< Vedo che cammini ancora! >> Esclamò. Cercai di andarmene, non avevo voglia di sentire gli sproloqui di un ubriaco.
<< Ero convinto che ti avesse pestato i piedi almeno una ventina di volte. >> Ridacchiò, richiamando la mia attenzione.
<< Non dovresti essere a casa con tua moglie, e con un figlio di un anno, anziché qui a fissare me e mio marito mentre balliamo? >> Obbiettai giustamente.
<< Per carità. Preferirei farmi evirare, piuttosto che tornare a casa! >> Biascicò barcollando. Mi cadde praticamente addosso e non ebbi altra scelta se non quella di sorreggerlo ma tale contatto durò solo pochi istanti poiché lo rimisi in posizione eretta, facendo sì che si appoggiasse al muro per rimanere in piedi. Non stentai a credere che volesse essere da tutt’altra parte che non fosse a casa, dopo che sua moglie, appena 19 giorni prima aveva partorito la figlia di un altro, che lui aveva costretto ad abbandonare.
<< Chiamo un cameriere che ti aiuti, e magari ti chiama un taxi, dato che non ti reggi neanche in piedi. >> Proposi, allontanandomi con l’intento di andarmene. Daniele mi afferrò per un polso facendomi voltare e si avvicinò a me con il proposito di baciarmi ma lo allontanai subito.
<< Non ci provare! Non sono più la ragazzina di 5 anni fa, quindi se pensavi di vendicarti di tua moglie venendo a letto con me, sperando che cedessi alle tue avances, hai sbagliato a fare i conti! >> Sbottai.
<< Scusa, Camilla! È che va tutto di merda! La mia vita va di merda e continuo a chiedermi se non sarebbe potuta andare diversamente… >> Biascicò, separandosi da me. Avevo capito bene? Si era scusato? E stava pure mettendosi a piangere? Oddio!
<< Sono sicura che si tratti di una fase, e che tu e Patrizia troverete un equilibrio, prima o poi. >> Gli consigliai, sentendomi al quanto ipocrita, dato che non poteva importarmene di meno del suo ménage con quella specie di Barbie segretaria.
<< Dopo tutto quello che è successo, la vedo dura. Io ho sbagliato tutto nella vita. Ho sbagliato a non stare attento quando andavo a letto con lei ma prima ancora ho sbagliato a lasciarti andare! >> Recriminò, guardandomi con gli occhi lucidi. Non gli credetti di certo, ovviamente era solo uno sproloquio dovuto all’alcol ingerito.
<< Sei solo ubriaco e depresso. >> Affermai.
<< O invece non sono mai stato così lucido! Tu ci pensi mai a quanto avremmo potuto essere felici insieme? Secondo me lo saremmo stati. >> Mi chiese, avvicinandosi nuovamente a me.
<< No, Daniele. >> Mentii. In verità, talvolta ci avevo pensato, a cosa sarebbe successo sposando Daniele. A quanto la vita sarebbe stata più semplice, senza un marito che veniva a stento sopportato da mia madre e guardato dall’alto in basso agli eventi. Ma non potevo dire di essere infelice perché Kris mi aveva donato amore e un figlio.
<< Stai lontano. >> Gli ordinai, appoggiando le mani al suo petto. Daniele ignorò tale mio ordine e mi accarezzò le guance.
 
Il flusso dei miei ricordi si interrompe e vengo riportata alla realtà quando sento la porta di casa richiudersi e le voci dei miei figli provenire dal soggiorno. Abbasso la leva del miscelatore e mi avvolgo in un asciugamano.
 
 
[Diego]
La mia fragolina non mi dà neanche il tempo di parcheggiare l’auto poiché schizza al di fuori da essa dirigendosi verso il portone d’ingresso. Scuoto il capo intenerito. L’entusiasmo che prova per poter rivedere suo padre, mi dona un po’ di fiducia nella vita, che ho perso dopo quanto sta accadendo e dopo la lite con mio fratello. Dopo aver posizionato la mia vettura raggiungo la famiglia di Isabella, e la vedo mentre abbraccia suo padre. Gli è mancano in questi giorni!
<< Buonasera, ben tornati. >> Saluto. Isabella scambia un guancia a guancia con Patrizia.
<< Sbaglio è c’è della tensione nell’aria? >> Domanda Bea a Giulio, che quanto a facce da funerale non è da meno stasera.
<< No, non ti sbagli. Ma fossi in te non farei domande! >> Risponde al fratello minore. A lui cosa sarà successo?
<< Papà, mi sembri cupo, tutto apposto? >> Gli domanda Isabella. Mi irrigidisco. Non può averlo già saputo!
<< È stata una brutta giornata. Ma va già meglio stasera che vi rivedo tutti. Qualcuno ha sentito vostra sorella? Ho sentito che molto presto mi toccherà intraprendere una nuova battaglia. >> Domanda mio suocero. No, se lo sapesse non mi avrebbe neanche fatto entrare ma mi avrebbe trucidato sul cancello.
<< Papà, Clara non è una persona cattiva, te l’assicuro. Ha solo bisogno di tempo. Non ha neanche avuto il tempo di conoscere Giulia prima di sapere della gravidanza… Cercate di capirla. >> Spezza una lancia in suo favore la mia piccola e dolce fidanzata. Sorrido intenerito. È unica!
<< Bhe, se quella donna non digerirà Giulia prima del parto e delle nozze, peggio per lei. Il piccolo sarà coccolato solo da noi! >> Esclama Patrizia.
<< Mamma, sei già entrata nelle vesti di nonna? >> Le domanda Michael. Ha intenzione di morire a ventitré anni? Sua madre gli lancia un’occhiataccia e ciò fa ridere i presenti.
<< Buonasera. Vi vedo allegri, per cosa si ride? >> Saluta Alexander, accedendo con Olga, Camilla e David. Riprendono i saluti di rito, in modo piuttosto freddo. Sembra un ricevimento post-funerale. Mia sorella mi lancia un’occhiataccia.
<< Micky fa lo spiritoso! >> Esclama Patrizia. Bhe, come vorrebbe essere chiamata da quel bambino se non “nonna”? “Signora Patrizia”?
<< Ha dato a tua madre della nonna! >> Specifica Bea.
<< Bhe, Patty, è quello che saremo tra qualche mese. Non abbiamo portato al parco i nostri figli insieme, ma ci rifaremo con i nostri nipoti. >> Interviene Marcella, girando un braccio dietro alla schiena di sua cognata per poterla abbracciare. Ingrasserò irrimediabilmente di questo passo dato che ogni sera si organizzano cene qui o dai miei!
<< Guardate che carino? >> Ci fa notare Olga, estraendo da un sacchetto di un negozio un cappottino rosso adorabile. È automatico guardarla: sorrido e sento il mio cuore palpitare quando i nostri sguardi s’incrociano. Isa distoglie lo sguardo arrossendo perciò l’abbraccio posandole un bacio su una guancia.
<< Ti amo tanto! E non vedo l’ora di fare con te questo tipo di compere. >> Le sussurro all’orecchio d’impeto. La mia fragolina si volta a guardarmi con gli occhi che brillano. Solo la prospettiva di vita con lei al momento di dona un po’ di fiducia nel futuro!
<< È bellissimo, adorabile! >> Commentano i presenti più o meno in coro.
<< Se solo penso che potrà indossarlo questo Natale, mi viene da piangere. >> Interviene Olga, rimirando quel piccolo capo d’abbigliamento.
<< È tutto il giorno che piange. È grave? >> Domanda preoccupato Alexander. Sua madre scuote il capo.
<< No, tesoro. Sono solo gli ormoni. Si stabilizzerà! Ci accomodiamo? >> Propone la zia della mia fidanzata.
 
 
[Betty]
<< Domani a pranzo tuo fratello ci degnerà della sua presenza? Da quando è tornato qui a Bogotà lo vediamo solo attraverso uno schermo! >> Si lamenta Nicola verso la sua primogenita, mentre sorseggiamo un aperitivo in salotto.
<< Sì, papà. Daniele e Patrizia sono tornati e ci tenevano a rivedere tutti stasera, anche se hanno una cena organizzata per domani con la famiglia di Massimiliano. Hanno dovuto raggiungere la terza età per sviluppare il senso della famiglia. >> Risponde Roberta, borbottando l’ultima frase prima di sorseggiare il suo crodino martini.
<< E la cosa ti crea disturbo? Che ci abbiamo pensato solo ora? >> Le domanda Nora, leggermente spaventata.
<< No. Cosa potrebbe mai cambiare a me? Era solo una battuta, visto che per anni la pace famigliare non è stata una loro priorità. >> Precisa Roberta. In effetti ha ragione! Di colpo vogliono fare la famiglia del Mulino Bianco!
<< Sai come si sol dire: errare è umano, ma perseverare è diabolico. Se dopo tutte le crisi che hanno attraversato, comprese le battaglie fra i loro stessi figli, continuassero a fregarsene della pace famigliare sarebbero da TSO! >> Commenta mio marito. Lorenzo questa sera è silenzioso e cupo, e si è già versato un altro aperitivo alcolico, e anche Roberta non è il ritratto della spensieratezza. Avranno bisticciato?
 
 
[Daniele]
È un colpo di tosse di Alexander a piegare il silenzio che avvolge questa tavola. In famiglia siamo in duemila, dovrebbero sollevarsi voci e risa a questa tavola che invece sembra avvolta da una nube nera.
<< Ma cosa sarà successo? >> Mi domanda sussurrando mia moglie. Scuoto il capo mentre mi porto alla bocca su cucchiaio di consommé, buttando lo sguardo da uno all’altro dei miei figli. Se non fosse per Bea, Olga, Alex e Marcella che parlano del bambino, questa anziché una tavolata di famiglia sembrerebbe una riunione di monaci buddisti di Bangkok.
<< Ragazzi, devo fare un annuncio. Non so se è il momento adatto, ma oggi o domani che differenza può fare? Per lo meno si parlerà di qualcosa a questa tavola. >> Esordisco, ottenendo l’attenzione del parentado.
<< Darò le dimissioni. >> Annuncio, ottenendo espressioni di stupore.
<< Perché papà? Tu ami il tuo lavoro e il tuo ruolo. >> Obbietta Isabella.
<< È per quello che è successo al rinnovo delle promesse nuziali? >> Mi domanda mio figlio maggiore. Annuisco.
<< Sì. Per quel motivo, e anche per il videoclip di Diego e Giulia. Il mio partito ritiene anche abbia una vita troppo movimentata, per così dire. >> Specifico, tormentandomi le mani.
<< Daniele, io… >> Borbotta Diego con gli occhi lucidi. Davvero questa cosa l’ha scosso così tanto?
<< Lo so che ti dispiace. Dare le dimissioni è l’unica via per arginare i danni, essere licenziato non è un’opzione. >> Spiego.
<< Anche perché se le cose andassero così perderesti un bel vitalizio! >> Precisa Bea, sempre attenta alle cose importanti.
<< Ma bene. Ci voleva oggi una bella notizia. >> Commenta, evidentemente sarcastico, Giulio, prima di appoggiare il tovagliolo sul tavolo mentre si alza e abbandona la sala, osservato da tutti.
<< Avete litigato tesoro? >> Domanda Olga a Silvia, che non riesce proprio a nascondere il luccichio nei suoi occhi. Hanno litigato e anche di brutto pare!
<< Scusate. >> Risponde mia nuora prima di imitare il suo fidanzato e alzarsi dal tavolo. Sospettoso sposto lo sguardo su Camilla, David, Cèsar e il resto della comitiva. Evidentemente c’è un’epidemia di malumore perché sembrano tutti ad un passo da una crisi di nervi. Di solito chiacchierano senza sosta e servono i tappi per le orecchie per isolare il brusio che provocano, invece stasera a stento si sopportano l’un l’altro e non si guardano negli occhi. Ma che hanno oggi?
 
 
[Roberta]
<< E’ bellissimo, non trovate? >> Domanda mia madre, con le stelline negli occhi, rimirando per l’ennesima volta la foto di una delle tutine acquistate da mia sorella per il mio nipotino, o nipotina. Sorrido accarezzando la spalla di mamma. Non vedo l’ora di poter cullare mio nipote, ma ancor di più non vedo l’ora di poter cullare i miei figli, miei e di Lorenzo! Mi volto verso di lui per osservare se è preda delle mie stesse emozioni e pensieri, parlando di nostro nipote, ma intuisco che l’argomento non suscita il suo interesse. Giocherella con l’ultima patata arrosto presente nel piatto con lo sguardo perso nel vuoto.
<< Scusate, vado al bagno! >> Balbetta alzandosi. Barcolla durante quest’azione. Abbasso lo sguardo e deglutisco, consapevole degli sguardi che mi staranno rivolgendo mamma e Betty. Per fortuna papà e Armando non sono a tavola ora.
<< Cara, ma avete litigato? E’ rimasto piuttosto silenzioso per tutta la serata, e ha bevuto parecchio, lasciatelo dire. >> Mi domanda mia madre.
<< Una specie, sì. >> Mento. << Scusate, vado a vedere come sta. >> Adduco come scusa per alzarmi. Approfitto della porta aperta del balcone per affacciarmi fuori e prendere una boccata di aria fresca. Lorenzo è seriamente preoccupato per quello che accadrà. L’idea di Diego di denunciare il fantasma formaggino potrebbe funzionare ma è una strada che ci preoccupa poiché aggiungeremo inganni ad altre bugie! Quanto ci impiegheranno le forze dell’ordine a capire che non c’è nessuna traccia di quest’azienda né di altri truffati? No, non funzionerà mai!
<< Patrizia va fermata! >> Sento esclamare da mio suocero, di ritorno da una passeggiata dal balcone che costeggia tre lati dall’attico. Mi nascondo leggermente.
<< Calmati ora. E’ qualche giorno orami che sei nervoso e preoccupato, e non ti fa bene! >> Risponde mio padre. Nervoso per cosa? Cos’avrà combinato quella donna?
<< Certo che son nervoso, Nick! Tirare in ballo la Terramoda e minacciare di raccontare ai nostri figli com’è nata la relazione tra e me Betty… ma ti rendi conto?! >> Digrigna Armando. Ma che significa? La mia attività di spionaggio viene interrotta quando sento il rumore di un bicchiere andare in frantumi e un lamento.  Torno in sala da pranzo.
<< Tesoro, sarebbe meglio se lo portassi a casa e se guidassi tu. >> Propone mia suocera. Lorenzo ha fatto cadere un bicchiere e, nel tentativo di raccogliere i cocci, si è tagliato. Armando e papà rientrano. Ma di che stavano parando in terrazzo?
 
 
 
[Silvia]
Incrocio le braccia, anche per proteggermi dalla brezza serale, quando raggiungo Giulio all’esterno. Sta fumando una sigaretta con il sedere appoggiato al tavolo sotto al portico e fissa la piscina. Mi accosto vicino a lui non sapendo come rompere il ghiaccio. Per tutto il tragitto in auto non ha proferito parola.
<< Si faranno domande. Si chiederanno se abbiamo litigato e come mai. >> Esordisco. Ok, forse non dovevo dirlo!
<< Ma noi abbiamo litigato. Quindi non vedo dove stia il problema se dovessero pensarlo. Ah, certo! Sei in ansia che io sputtani la reputazione del tuo ex, certo… >> Ironizza scuotendo il capo mentre sbronza nel posacenere. Con la mia mano esile afferro il suo possente bicipite e lo costringo a guardarmi negli occhi.
<< Io amo te, e soltanto te. Non mi importa niente di Lorenzo, se è una quesitone di gelosia la tua. >> Preciso.
<< MA CERTO CHE E’… >> Strilla per poi guardare in direzione della villa e trarre un respiro profondo.
<< Ma certo che è una questione di gelosia, cazzo! Hai preferito conservare un segreto per non fargli del male anziché confidarti con me! Sapendo oltretutto mi avrebbe fatto comodo saperlo! >> Digrigna, resistendo alla tentazione di strillare.
<< Fatto comodo… Ma ti senti? Stai parlando dei tuoi cognati e delle tue sorelle… >> Lo accuso. Pensavo che in questi mesi insieme si fosse affezionato a Diego e Lorenzo, smussando così il suo carattere.
<< Bene, sono uno stronzo. Se vuoi sentirmelo dire ti accontento. Ma io, per lo meno, sono sincero. Con me stesso e anche con te! >> Mi appunta, prima di spegnere il mozzicone di sigaretta nel posacenere e cominciare a camminare.
<< Quindi hai deciso, denuncerai la cosa a tuo padre e ad Armando? >> Gli domando, sperando ancora in cuor mio che desista da tale proposito. Si porta le mani dietro la nuca. Ha il volto e gli occhi provati. Trae un altro sospiro profondo.
<< Non lo so. Non so cosa cazzo devo fare. >> Ammette. Una parte di sé non vuole fare lo stronzo. Mi avvicino a lui e alzo una mano per cercare di accarezzargli una guancia ma lui si ritrae. È la prima volta che sfugge a un mio tentativo di contatto e la cosa mi spezza il cuore.
<< Sono troppo incazzato con te. Ti preoccupi di più di Diego e del tuo ex, anziché dell’uomo che dici di amare. >> Sussurra, designando con un dito prima verso la villa e poi sé stesso. Mi volta le spalle e raggiunge la piscina con le mani in tasca lasciandomi immobile a singhiozzare.
 
 
 
[Isabella]
È stata una pessima idea partecipare a questa cena. Davvero pensavamo di poter celare gli screzi createsi tra di noi? La sala da pranzo si vuota quasi quando, prima del dolce, mio padre, la mia matrigna, i quasi genitori, Marcella e Bea si spostano in salotto per osservare il resto degli acquisti da neonato effettuati da Olga e Alex nel pomeriggio.
<< Dobbiamo stare più attenti, per non insospettire Daniele e Patrizia. E magari provare a recitare meglio domani sera alla cena con i suoceri di Giulia. >> Interviene Diego.
<< Immagino sia nel tuo interesse fingere che non sia mai successo nulla, ma non è facile. >> Obbietta Camilla.
<< Se non sbaglio è stata di David la proposta di non dire nulla, per evitare di rovinare questo week end a Giulia. >> Obbietta il mio fidanzato, prima di afferrare un calice di vino.
<< Vado a vedere dove sono Silvia e Giulio. >> Annuncio, prima di alzarmi dal tavolo.
<< Vengo anch’io. Devo prendere aria. >> Mi imita Camilla. Baciamo castamente i nostri fidanzati prima di indossare il soprabito e uscire sul retro. Silvia siede al tavolo da esterno, in lacrime. Camilla ed io ci guardiamo vicendevolmente prima di avvicinarci a lei. Le accarezzo una spalla.
<< Allora è una cosa grave se sei messa così. Cos’ha combinato? >> Le domanda Camilla, accomodandosi accanto a lei. Silvia scuote il capo. Cosa dovrebbe dover dire?
<< Nulla. >> Risponde criptica. E allora perché sta così?
<< Se non hai voglia di parlarne va bene. Ma sappi che siamo qui, quando sarai pronta a sfogarti. >> Le ricordo, accarezzandole i capelli. È inutile insistere.
<< Lui non ha fatto niente. È stata colpa mia. >> Risponde, sempre più criptica.
<< Cosa puoi aver combinato di così terribile? Fino ad oggi pomeriggio eravate tutti “pucci pucci”. >> Obbietta Camilla. O è vero che Silvia l’ha combinata grossa (il che è improbabile), o più probabilmente mio fratello è piuttosto permaloso!
<< Ha scoperto che mi sentivo con uno. >> Confessa. Camilla ed io ci guardiamo con un certo sgomento.
<< Cosa? Non ci credo, dai… >> Commento. Perché mai lo avrebbe fatto? Silvia annuisce.
<< E possiamo sapere perché lo hai fatto? Sembravi felice con lui… State anche ristrutturando una bella villa… >> Chiede con cautela Camilla. Silvia solleva leggermente le spalle.
<< È successo. Abbiamo cominciato a seguirci su instagram e da cosa nasce cosa… >> Inizia a raccontare. No, io non posso ancora crederci!
<< Bhe ma si tratta di uno scambio di messaggi amichevole, giusto? Giulio ha frainteso? >> Suggerisco.
<< Scusate ma non mi va più di parlarne. Vado a lavarmi il viso prima di tornare in sala da pranzo. >> Taglia corto, abbandonandoci. Cami ed io ci guardiamo sgomente.
<< Tu non sapevi nulla? >> Mi domanda. Scuoto il capo.
<< Zero. Sono sconvolta. E mi sembra al quanto strana questa sua sbandata. >> Commento.
<< Se ho imparato una cosa nelle ultime ore è che le persone che meno ti aspetti possono deluderti e pugnalarti alle spalle. >> Borbotta con amarezza.
<< Cami, io sono sicura che… >> Cerco di intervenire.
<< No, non giustificarli. Tu lo sapevi? >> Mi domanda. Annuisco non prima di aver deglutito. Non ho il coraggio di guardarla negli occhi.
<< Meraviglioso. Grazie per l’onestà. >> Commenta semplicemente andandosene e lasciandomi lì con il cuore a pezzi. Anche io ho deluso tutti, e non oso immaginare come mi guarderanno i signori Mendoza. Per non parlare di mio padre e di Patrizia. Mi asciugo le poche lacrime che cono uscite quando scorso la figura di mio fratello venire verso di me.
<< Tira aria, potevi indossare una giacca prima di fare una passeggiata nel parco. >> Osservo.
<< Il freddo è l’ultima cosa che sento in questo momento. >> Risponde.
<< Silvia mi ha raccontato tutto. Anzi, ci ha. Lo ha detto anche a Camilla. >> Confesso. Giulio scuote il capo non reprimendo un ghigno.
<< Io sono sgomenta e non capisco come mai si sia comportata così… >> Proseguo.
<< Quanti motivi possono esserci? Evidentemente esiste qualcuno di più importante per lei rispetto a me! >> Si sfoga.
<< Sinceramente non credo che quel tale sia così importante, dai. Si tratta solo di uno scambio di messaggi. Non è che mai ingigantito la cosa? >> Suggerisco. Mio fratello sembra che abbia le parole bloccate in gola.
<< Probabilmente. In effetti dovrei discuterne con lei. >> Risponde.
<< Mi sembra una buona idea parlarne. >> Convengo, prima di osservare la sua schiena mentre rientra in casa.
 
 
 
[Gonzalo]
Ci sto facendo l’abitudine oramai: non vedo più doppio e il senso di stordimento non è più forte come all’inizio, e ciò non è detto che sia un bene, dato che si beve proprio per dimenticare e stordirsi. Ma tutto l’alcol all’interno di questo albergo non servirebbe a farmi dimenticare ciò che ho appena visto: Paola entrare nella struttura ricettiva, reggendo una shopper - troppo grande per una normale borsa da passeggio - al braccio, e dirigersi verso gli ascensori. Lì per lì non ci credevo quando Kelly mi ha detto che Paola aveva iniziato ad andare a letto con mio cugino, ma il dubbio ha talmente corroso la mia materia cerebrale che un’ora e mezza fa ho deciso di appostarmi al bar per vedere se lei si sarebbe fatta viva, o se lui sarebbe uscito, con il proposito di seguirlo. Mi è crollato il mondo addosso quando l’ho vista arrivare. Dubito che le si sia allagata la casa e che si trovi casualmente nello stesso albergo di mio cugino, con cui ha flirtato per tutto il corso della festa due settimane fa, solo per soggiornare! Bevo l’ultimo sorso del mio ennesimo drink, lascio delle banconote sul tavolino, e mi mescolo con degli uomini d’affari per poter passare inosservato. Entro con quest’orda di estranei nell’ascensore e un paio di loro mi guardano con sufficienza visto il mio aspetto e la puzza di alcol.
<< A che piano va? >> Mi domanda uno.
<< Attico. >> Rispondo. So perfettamente in che camera soggiorna mio cugino visto che ha parlato di questo favoloso albergo fino alla nausea. Stringo le mani a pugno pensando che in questo istante lei potrebbe essere con lui nella vasca a idromassaggio che quest’ultimo ha descritto. Sento montare il pianto. No, devo stare calmo, magari c’è una spiegazione valida alla sua presenza qui! Deglutisco a vuoto, al solo pensiero di cosa potrei trovare oltre questa porta. Quando raccolgo il coraggio alzo la mano e busso. Mio cugino, vestito, sbianca quando mi vede. E’ vestito, buon segno, no?
<< Chi è? >> Sento chiedere da una voce femminile che non posso confondere.
<< Gonzalo, aspet… >> Cerca di chetarmi Fernando dato che, evidentemente, mi sono venuti gli occhi da matto. Lo scanso con facilità per poter entrare nella suite. Il mio cuore va in frantumi quando la vedo fissarmi come se stesse vedendo un fantasma: siede sul divano in accappatoio.
<< Non ci posso credere… >> Borbotto, non reprimendo un ghigno, mentre le lacrime cominciano a sgorgare dai miei occhi. Mi porto una mano alla testa. I due traditori mi guardano spaventati, lanciandosi sguardi eloquenti.
<< NO, NON POSSO CREDERCI CHE TU ABBIA AVUTO IL CORAGGIO DI FARE LA MORALE A ME SULL’ONESTA’ E TUTTO QUELLO CHE CI VA DIETRO! E POI SCOPRO CHE TI FAI SCOPARE DA MIO CUGINO! >> Sbotto. L’alcol funge da carburante.
<< INTANTO CALMATI! NON VEDO DOVE SIA IL PROBLEMA, DATO CHE NON SIAMO MAI STATI INSIEME! >> Strilla di rimando. La guardo stupefatto.
<< QUINDI SECONDO TE UN SENTIMENTO CHE LEGA DUE PERSONE E’ IMPORTANTE SOLO SE CI SI METTE A TAVOLINO A DEFINIRE IL TIPO DI RAPPORTO?! LO HAI DETTO TU STESSA CHE TRA DI NOI STAVA NASCENDO QUALCOSA! MI HAI RIEMPITO DI INSULTI PER AVERTI MENTITO, MI HAI SCHIFATO PER ANNI PER IL MIO STILE DI VITA PERO’ NON HAI PERSO TEMPO PER SALTARE NEL SUO LETTO! >> Mi altero, designando mio cugino con un dito.
<< Proprio per questo non accetto la predica da te: l’essere più bugiardo che io abbia mai incontrato! >> Digrigna.
<< A meno che la tua non sia una vendetta. Volevi che ti vedessi con lui, non è così? Bene, ci sei riuscita! Me l’hai fatta pagare! >> Esclamo, sperando in cuor mio che sia questo il motivo che l’ha spinta tra le braccia di mio cugino. Paradossalmente, sarebbe più facile da accettare, rispetto all’altra spiegazione ovvero che si sente attratta anche da lui.
<< ULTIME NOTIZIE, IL MONDO NON RUOTA ATTORNO A TE! >> Ironizza. << E poi, se avessi voluto che lo sapessi per vendicarmi come sostieni, te lo avrei sbattuto in faccia personalmente, invece è stata mia premura evitare di vederti e di sentirti! >> Aggiunge.
<< Gonzalo, cerca di ragion… >> Tenta di chetarmi quel pezzo di merda di mio cugino. Puntello il mio indice contro il suo petto talmente forte da spostarlo.
<< Tu devi chiudere la bocca, capito? DEVI TACERE! SEI UN PEZZO DI MERDA! >> Strepito. Fernando solleva le mani.
<< Io… non potevo immaginare che ci stessi così sotto… credevo fosse solo un capriccio per te… dopo tutto hai sempre avuto storie senza importanza… >> Balbetta, a mo’ di giustificazione.
<< Pensi che dopo queste paroline patetiche ti verrà risparmiata la lezione che meriti? >> Gli domando, afferrandolo per il bavero della polo e sbattendolo contro il muro.
<< Gonzalo, smettila! Lascialo andare! >> Mi ordina la persona che più detesto in questo momento, accarezzandomi gli avambracci. Allento la presa e lascio andare quel pezzo di merda.
<< Mi devi una spiegazione! Devi dirmi il perché! >> Insisto, affranto e incredulo. I suoi occhi si velano di lacrime.
<< Forse per te è difficile da credere, dato che sei abituato a far soffrire il prossimo, ma ci sono persone che ne escono annientate, dopo averti conosciuto. Mi hai stuzzicata, corteggiata, e mi avevi anche fatto cedere, e hai portato avanti questo gioco sapendo che mi nascondevi quell’orribile segreto. Sei uno stronzo. Ed io sono rimasta scottata per l’ennesima volta. Ti è davvero così difficile capire come mai cerchi compagnia per poter spegnere il cervello? Se ti dico che ho sbagliato a scegliere tuo cugino ti sentiresti meglio? Ma cosa cambierebbe? Se non fosse stato lui, sarebbe stato un altro, cosa sarebbe cambiato? Nulla. Io non ti voglio più vedere. >> Risponde d’un fiato. Deglutisco. Quindi ha deciso di darla via perché è rimasta delusa da me? Stringo i pugni fissando il pavimento.
<< Non merito tanta importanza e non voglio che ti concedi perché…. >> Cerco di biascicare.
<< Quello che faccio o non faccio della mia vita non è affar tuo. >> Protesta, aprendomi la porta. Accetto il suo tacito invito ad andarmene quindi imbocco l’uscio senza protestare. Faccio appena in tempo a varcarlo prima che lei richiuda la porta alle mie spalle. Appoggio la fronte contro la porta verniciata di bianco, sentendomi vuoto e annientato. Ho spezzato un altro cuore ma stavolta non è un cuore a caso ma il suo: quello dell’unica donna che abbia mai amato. Permetto alle lacrime di uscire liberamente concedendomi anche qualche singulto.
 
 
 
 
[Silvia]
Osservo l’immagine del mio viso allo specchio. L’ho fatto davvero: ho mentito alla mia migliore amica per non ledere gli interessi del mio fidanzato. Dopo tutto era quello che lui voleva. Afferro la lavetta dal suo contenitore e mi asciugo il viso, prima di gettarla nel cesto al di sotto del lavandino in muratura. Quando apro la porta neanche a farlo apposta mi imbatto proprio in lui.
<< Ho scambiato due chiacchiere con Isabella. Una chiacchierata che mi ha lasciato quanto meno perplesso… >> Confessa.
<< È stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Lei e Cami facevano domande sul perché avevamo litigato. Ho mentito alla mia migliore amica per non ledere i tuoi interessi… era quello che volevi, no? >> Rispondo, con il proposito di andarmene ma vengo trattenuta da lui quando afferra dolcemente il mio braccio. Avverto il suo respiro contro il mio orecchio. Chiudo gli occhi beandomi della sua vicinanza.
<< Perché hai deciso di farlo? Avresti potuto dire loro che sapevo tutto. >> Mi domanda.
<< Perché, al contrario di quanto tu credi, tengo ancora a te. E poi Camilla non sa del contrabbandiere, non potevo dirlo dinanzi a lei che sei a conoscenza di tutto. Comunque continuo ancora a sperare che tu tenga questa storia per te. >> Rispondo. Giulio mi lascia andare.
<< Non vuoi proprio capire. >> Commenta, appoggiandosi al muro e incrociando le braccia.
<< Capisco molte cose. Capisco che stai parlando di sputtanare della mia migliore amica e il suo fidanzato. Ovvero tua sorella e suo cognato, se te ne fossi dimenticato! >> Obbietto.
<< Non comprendi che c’è molto di più in ballo? >> Obbietta a sua volta.
<< Sì, LE TUE AMBIZIONI! >> Strillo. Giulio mi mette una mano sulla bocca e lo guardo truce. Sento le gambe molli ogni volta che intreccia i suoi occhi azzurri ai miei. Noto i suoi pettorali sotto la camicia vorrei solo fare pace spingendolo dentro una di queste stanze.
<< E anche il futuro di un’azienda con tantissimi dipendenti. Non ci pensi? Un altro fiasco del genere e l’Ecomoda chiude i battenti. Non è pensabile che quei due continuino a gestire l’azienda. >> Osserva. Il suo ragionamento è giusto ma non posso fare a meno di pensare a Diego e a come verrà massacrato!
<< Allora parlane con loro. Dì loro che sai tutto, e che al prossimo scivolone convocherai il consiglio di amministrazione. Non vuoi neanche dare loro la possibilità di recuperare? >> Suggerisco. Giulio scuote il capo.
<< E hai anche il coraggio di dire che tieni a me sopra a tutto. Io non voglio restare, torno a casa da solo. Prendo un taxi.>> Taglia corto abbandonandomi là.
 
 
 
[Paola]
Quando entro nel mio appartamento, getto il borsone per terra e mi tolgo al volo pe scarpe. Non potevo rimanere in quella stanza con Fernando dopo tutto il casino successo! Ma a cosa pensavo quando ho scelto proprio Fernando come chiodo? In cuor mio so di aver provocato un putiferio e di averlo fatto infondo per restituirgli il dolore che mi ha causato! Cammino verso la cucina strisciando i piedi e mi accomodo al bancone. In preda ad un attacco di nervi afferro un bicchiere e lo scaglio contro la parete. Per fortuna era vuoto. Accolgo la testa fra le mani prima di estrarre il cellulare dalla tasca del giacchino in jeans che indosso.
<< Ciao, stavo per scriverti… >> Esordisce prima di fermare la frase poiché evidente mi sente singhiozzare.
<< Paola, stai bene? Cosa è successo? >> Mi domanda.
<< Ho combinato un disastro… Gonzalo lo ha scoperto… E’ scoppiato un pandemonio… >> Biascico criptica.
<< Cos’avrebbe scoperto di così sconvolgente il Re delle cospirazioni? >> Ironizza.
 << Sono stata a letto con Ferdi! >> Confesso, seguitando a piangere sempre più forte.
<< Oh cavolo. >> La sento dire, dopo attimi di esitazione. In sottofondo avverto la voce di Massimiliano che le domanda cos’è successo.
<< Ora comprendo la tua frase quando hai detto “cerco di andare avanti”: parlavi letteralmente! >> Ironizza.
<< Ho combinato un disastro. Gonzalo non so come lo abbia scoperto… E’ piombato in albergo in camera e per poco non venivano alle mani… Io gli ho detto che non lo riguarda con chi vado o non vado, invece ora mi sento così sporca! >> Esclamo, per poi decidermi a togliermi il giubbino e ad afferrare un pezzo di scottex per soffiarmi il naso.
<< Gli ho detto che stavo andando a letto con Ferdi perché mi aveva spezzato il cuore…. >> Ricordo, stentando a credere che quanto accaduto sia reale.
<< Ma è vero. Gonzalo ha preso il tuo cuore e lo ha calpestato. >> Constata, con tono di comprensione.
<< Mi ha ronzato attorno per settimane, ha flirtato con me, mi ha baciata e accarezzata… Pur sapendo che mi avrebbe spezzato il cuore quando avessi scoperto di Tommy… >> Mi sfogo tra uno singhiozzo e l’altro.
<< Probabilmente la scelta del soggetto è stata da incosciente, potevi sì scegliere un estraneo anziché suo cugino, scusa se te lo dico. Ma non devi certamente sentirti in colpa per aver cercato un po’ di leggerezza, per aver cercato di alleviare quel dolore con qualche ora di svago. >> La sento dire.
<< Giulia… mi è arrivato un vocale da Kelly. Te lo giro. >> Le annuncio, incredula. Lo ascoltiamo simultaneamente.
“Ciao stronza. Per la tua gioia, mi sto imbarcando. Da sola, non se l’hai saputo, ma mio figlio non esiste più. Mio figlio non sarà più di alcun ostacolo alla tua felicità con quello! A proposito di lui… come ha preso la notizia? Spero che il povero Ferdi abbia ancora tutti i denti al loro posto, dopo tutto mi sta simpatico e si è sempre comportato bene con me. Gli ho già scritto spiegandogli che non ho niente contro di lui, ritenevo semplicemente giusto raccontare a Gonzalo per quale sgualdrina ha mandato all’aria le sue nozze. Spero di non incrociare più la tua strada. Tanto ora che ti sei ricongiunta con la tua amica non avresti più avuto bisogno di me! Cazzo, hai parlato così male di Giulia dicendo di lei le peggio cose, che era una troia etc., ma tu sei esattamente puttana come lei, cara. E’ proprio vero che chi si somiglia si piglia. A mai più amica bastarda.”
Giulia ed io rimaniamo totalmente spiazzate per quello che abbiamo appena sentito. Lo capisco perfettamente che anche lei è scioccata, lo avverto dal suo silenzio. Proprio come me si sta prendendo qualche istante per metabolizzare che è vero quanto abbiamo appena sentito! Scoppiamo a ridere all’unisono, proprio come ai vecchi tempi. E’ una risata isterica per lo più.
<< Disse la santarellina che ha distrutto un matrimonio! Da che pulpito! >> Commenta.
<< Ma ha ragione: io mi sono comportata come te, dopo averti tanto criticata. >> Constato.
<< No perché Diego ed io eravamo solo due coglioni. Tu e Gonzalo invece siete innamorati, lo eravate anche prima della scoperta della gravidanza di Kelly. Semmai l’altra era lei! >> Riflette Giulia. Una visione fantasiosa delle cose!
<< Che Gonzalo sia innamorato è tutto da vedere… >> Commento, quando vengo interrotta da lei.
<< Ovviamente è perché gli fai schifo e ti odia che stava per usare suo cugino come un sacco da boxe. >> Ironizza. Accenno un sorriso.
<< Ora cosa ne dici di alzare le tue regali terga dallo sgabello e di andare da lui per chiarirvi? Per più tempo trascinerete questa cosa, e peggio sarà. >> Mi consiglia.
<< Ma come sai che sono… >> Sto per chiederle.
<< Era sempre quello il posto in cui ci mettevamo a discutere sulle nostre paturnie sentimentali: io da una parte della penisola, tu dall’altra e una vaschetta di gelato fra di noi. Vaschetta che finivi sempre tu, perché io non potevo a causa del mio lavoro. >> Ricorda. Sorrido mentre i miei occhi si velano nuovamente di lacrime.
<< Grazie Giulia. >> Rispondo. La nostra amicizia è più matura di prima!
<< Ora vai da lui e poi fammi sapere al più presto! >> Mi ordina. Ubbidisco.
 
 
[Nicola]
<< Erano tutti strani stasera. >> Afferma a voce alta mia moglie, mentre messaggia con la nostra ultimogenita.
<< Chi intendi? >> Le domando, riponendo il tablet sul comodino. Non riesco a concentrarmi abbastanza per poter capire com’è andata la borsa quest’oggi.
<< Tutti…. Diego, Isabella, Camilla, David, Cèsar, Michael, Silvia e Giulio. Sembra che questi ultimi due abbiano litigato e anche abbastanza pesantemente, dato che Giulio ha abbandonato la cena, alzandosi di fratta da tavola, e Silvia lo ha rincorso a un passo dal pianto! Sembra che Silvia si sita sentendo con un altro ragazzo. >> Mi riassume Nora.
<< Ma che sta succedendo? Roby e Lore, ora anche Silvia e il suo ragazzo? E gli altri cos’avevano? Hanno litigato anche le altre coppie? >> Domando. Nora fa spallucce.
<< No, perché David e Camilla si sono sbaciucchiati un paio di volte, idem Diego e Isabella. Solo tra Silvia e Giulio c’è stato un problema interno alla coppia. Olga ha solo detto che non si sono rivolti granché la parola, si notava insofferenza tra Camilla e Diego, ed erano tutti cupi. Sembra che ci sia stato un litigio di gruppo! >> Esclama.
<< Magari sono trovati in disaccordo su qualcosa al lavoro? >> Ipotizzo.
<< Di solito sai com’è quando si riuniscono tutti insieme i ragazzi, viene fuori una caciara tremenda. Olga dice che questa sera non volava una mosca. Cèsar non ha voluto dirle cosa fosse accaduto! >> Riassume ancora mia moglie. Cosa può averli messi così in disaccordo?
<< Una cosa è certa: Armando non può subire tale stress. Quando saprà che c’è maretta tra i suoi figli non la prenderà bene. Quindi Roby e Lore non hanno litigato bensì c’è stato un litigio tra i figli di Armando e Betty? >> Ipotizzo.
<< Non lo so amore. >> Risponde, facendo spallucce. Come se non avessimo già i nostri pensieri. E pensare che volevo sfogarmi con Armando… Desisterò poiché non mi sembra il momento adatto per confessargli per che ho mentito per anni a mia moglie.
 
 
[Isabella]
Non appena varchiamo la porta di casa Diego sprofonda sul divano, con la testa piegata all’indietro contro il poggia schiena. Lo imito sedendomi sul divano.
<< Non credo di aver mai passato una serata peggiore di questa. >> Constata, dopo aver cambiato posizione. Si siede e si stropiccia gli occhi. Una giornata peggiore, direi!
<< Credi che il piano della denuncia possa funzionare? >> Gli domando. Mi sembra da folli prendere in giro la polizia, oltre alle nostre famiglie!
<< Non so più se è una buona idea… >> Constata. So perfettamente che non è la paura di perdere il posto che lo fa stare così ma la delusione che provano sua sorella e gli altri verso di lui. La nostra chiacchierata viene interrotta dallo squillo del suo smartphone. Mette in viva voce, dato che si tratta di Roberta, quindi iniziano i saluti di rito.
<< Dai vostri toni di voce ne deduco che la serata non è stata delle migliori. >> Esordisce.
<< Immagini bene. Papà non mi ha sommersa di domande circa il clima teso che regnava solo perché siamo praticamente fuggiti tutti via, ma sarà bene che mi inventi una risposta convincente da dargli senza dovergli mentire. >> Rispondo. Non posso mentire a un padre che ho appena conosciuto! Non metterò nei guai Diego e gli altri, ma non voglio neanche rifilare delle bugie a mio padre.
<< Digli che ci sono state delle divergenze di opinione al lavoro. Tieniti vaga. >> Consiglia Roberta.
<< Mio fratello? >> Domanda Diego, non udendo la sua voce.
<< L’ho appena messo a letto. E’ ubriaco. >> Narra. Ah, bene!
<< I nostri genitori mi hanno riempiti di domande. Ho fatto credere loro che avevamo litigato. >> Ci spiega.
<< E così le coppie in crisi sono due! >> Esclama Diego.
<< Cosa intendi, Diego? Avete usato la stessa scusa? >> Ci domanda Roberta.
<< No. Ma alla cena è successo qualcosa di strano. Giulio ha di punto in bianco abbandonato la tavola, dopo che Daniele ha annunciato che dovrà dimettersi per via della scenata di mio zio alle nozze… >> Inizia a raccontare Diego. Sono ancora preoccupati che Silvia possa dire tutto a Giulio, ma so che non lo farebbe!
<< Diego, io sono sicura che non direbbe mai a Giulio del contrabbandiere. >> M’intrometto.
<< Non capisco niente. Giulio ha abbandonato la tavola sconvolto dalla notizia che il padre dovrà dimettersi? E cosa c’è di sconvolgente in ciò? >> Domanda Roby.
<< Non credo fosse alterato per quello. Quando ha lasciato la tavola Silvia gli è corsa incontro, era ad un passo dal pianto. Ha detto di aver litigato con Giulio. >> Riassume Diego.
<< Ci ha poi spiegato che ha messaggiato con un altro uomo su instagram e che Giulio l’ha scoperto. >> Termino di raccontare.
<< Non ci credete? >> Ci domanda Roberta. Diego ed io ci scambiato uno sguardo eloquente.
<< E’ bellissimo che abbiate questa sintonia e che vi capiate con uno sguardo. Ma io non sono nella stanza per tanto se vi esprimeste a parole ve ne sarei grata! >> Ironizza Roberta.
<< Non troppo. Ce la vedi Silvia che mette le corna a Giulio? Dopo che le ha appena regalato una villa? >> Obbietta Diego.
<< No. E allora cosa sarà successo? >> Si domanda.
<< Io non lo so. Ma sono sorpreso dalla coincidenza degli eventi. >> Osserva Diego.
<< Semmai Giulio avesse saputo dai suoi fratelli quanto accaduto con la collezione, Silvia non gli direbbe mai dove sono state prese le stoffe. >> Osservo.
<< Ed è proprio questo il punto: hanno litigato perché Silvia non vuole tradirci! >> Ragiona Diego.
<< Quindi è ufficiale? Giulio sa tutto perciò siamo nella merda fino al collo? >> Domanda Roberta.
<< È solo un’ipotesi. Così come non possiamo essere certi del fatto che lo dirà a papà. Il Giulio mio fratello che ho conosciuto io in queste settimane è diverso dal Giulio che conoscete voi da anni. >> Osservo.
<< Benché sia cambiato per amore di Silvia, per amore fraterno verso di te, anche se si è convertito sulla via di Damasco dopo il casino con mia sorella e David, una cosa non è mai mutata e mai muterà: Giulio punta a diventare presidente da quando gattona. >> Osserva Diego.
<< Bene. Domani mattina caffè, pancakes e cattive nuove per Lorenzo a colazione! >> Ironizza nostra cognata.
<< Ora ti lasciamo, mi spalmo a letto senza neanche passare dalla doccia. Sono esausto. >> Saluta il mio amore.
<< Aspetta. C’è una cosa… anche dai tuoi è accaduto qualcosa di inspiegabile. >> Introduce Roberta, quando sembrava che le liete notizie fossero terminate! Diego fa una smorfia.
<< No, ti prego! Cos’altro c’è? >> Domanda sofferente.
<< Ho sentito i nostri padre parlare, mi sono trovata casualmente ad ascoltare. Facevano discorsi strani. >> Inizia a spiegare per poi bloccare il suo racconto.
<< Di che tipo? >> La esorto a proseguire.
<< Tuo padre diceva al mio che Patrizia lo ha minacciato di dirci com’è nata la relazione tra lui e tua madre. E di dirci tutto a proposito della “Terramoda”, qualunque cosa significhi! Sai cos’è la Terramoda? >> Domanda nostra cognata.
<< No, ovviamente. Ma che significa che Patrizia lo ha minacciato? CON I PROBLEMI DI CUORE CHE HA LO MINACCIA? >> Si altera Diego.
<< Diego, quella donna non brilla certo per la sua umanità e generosità, senza offesa Isa dato che si tratta della tua matrigna. >> Risponde Roberta.
<< Ad ogni modo pensavo di compiere delle ricerche. “Terramoda” sembra il nome di un’azienda, o qualcosa di simile. >> Constata Roberta.
<< Oltretutto molto simile al nome della nostra azienda. Facci sapere se scopri qualcosa. >> Risponde Diego.
<< Certo. Dobbiamo cercare di prendere tempo almeno fino a lunedì, per poter valutare i danni economici. >> Ricorda Roberta.
<< Non sarà facile, dato che Domenica ci ritroveremo tutti allo stesso party. >> Osserva Diego.
 
[Patrizia]
Ammetto che mi sono preoccupata quando, dopo le nozze, è saltata fuori la possibilità che Daniele potesse essere licenziato. Avevo paura che saremmo divenuti poveri! Invece godremo di un ottimo vitalizio. Tuttavia non posso non odiare mortalmente Kristoff e quella sgualdrina poiché a causa loro mio marito dovrà licenziarsi rinunciando ad uno stipendio a numerosi zeri! Daniele sospira preoccupato con la braccia incrociate al petto, mentre mi spalmo una costosissima crema sul collo.
<< Dan, se non ti stendi non riuscirai ad addormentarti! >> Osservo. Deve stendersi e spegnere il cervello!
<< Non ho sonno. Mi piacerebbe capire cos’è successo a tutti stasera! >> Esclama. Anche a me!
<< Sono ragazzi, avranno le loro scaramucce amorose! >> Esclamo.
<< Mi preoccuperei seriamente se tra Diego e Camilla ci fossero delle scaramucce amorose! >> Ironizza.
<< Non c’era maretta solo tra Silvia e Giulio, che a proposito mi sentirà per essere sparito senza neanche avvisare. C’era tensione anche fra i vari gruppi di fratelli e cognati: Camilla e Diego non si parlavano, Diego e David idem… Ora che rifletto a voce alta sulla cosa sembravano avercela tutti con Diego. >> Rimugina.
<< Non l’ho notato. >> Osservo, proseguendo con la mia skin care routine della notte.
<< Non ne dubito. Eri troppo presa dallo shopping prenatale di nostro nipote e della sua fidanzata. >> Osserva.
<< Hai visto che belle tutine? Non vedo l’ora che ripartano i genitori di Massimiliano per poter andare con Giulia a compiere tale shopping! >> Fantastico, senza suscitare l’interesse di mio marito che sembra su un altro pianeta. Sbuffo. Secondo me si preoccupa troppo: sono ragazzi alle prese con i loro drammi sentimentali, meglio non entrarci!
 
 
[Betty]
Apro leggermente un occhio, svegliata dall’ennesima vibrazione del cellulare di mio marito.
<< Puoi almeno togliere il vibro? Devo preoccuparmi poiché mandi misteriosi messaggini a quest’ora? >> Gli domando, ancora con gli occhi chiusi.
<< Niente di misterioso. E’ Nicola. Ha saputo da sua figlia Olga che anche alla cena in villa Valencia sono accadute cose strane! I ragazzi erano stranamente silenziosi e tesi. Giulio ha abbandonato la cena nel bel mezzo di essa, seguito a ruota da Silvia, sembra che i due abbiano litigato pesantemente! >> Mi narra.
<< Una lite fra due ragazzi che sono praticamente conosciuti e messi insieme ieri… interessante. >> Borbotto nel sonno.
<< Mostro! Olga ha detto che Silvia si è sentita con un altro ragazzo e questo ha fatto incavolare Giulio. Questo accade la stessa sera in cui nostro figlio, ex di Silvia, è intrattabile, beve fino ad ubriacarsi e litiga con la sua fidanzata! Non ti sembra quantomeno sospetta la cosa? >> Mi domanda. Rassegnata all’insonnia di mio marito, mi metto seduta sul letto. So dove vuole andare a parare: si domanda se il misterioso ragazzo con cui ha messaggiato Silvia possa essere il nostro Lorenzo.
<< Spero tu non abbia condiviso con Nicola questi dubbi. >> Osservo. Sarebbe capace di sfondare la porta di nostro figlio e affrontarlo nel cuore della notte.
<< No. Non gli ho detto della lite tra Silvia e Giulio. Sarebbe capace di sfondare la porta della sua villetta e affrontarlo nel cuore della notte, per proteggere la sua Robertina! >> Esclama. Sorrido.
 
 
FINE CAPITOLO 88.
 
Lo so, è passata un’eternità. Riuscire a trovare il tempo per scriver in mezzo a tutti gli impegni di vita quotidiana non è facile mezz’ora di qua e un’altra mezz’ora di là spesso non bastano!
Come vedete è stato un capitolo bello impegnativo da digerire. E’ un capitolo cruciale per le nuove dinamiche. Cosa accadrà ora al gruppetto di Diego, Lorenzo, Isa e Roberta? Come si comporterà Giulio?
Paola ha deciso di strisciare da Gonzalo xD Approvate, o pensate che la sofferenza che Paola gli ha inflitto se la sia meritata tutta? Cosa accadrà fra i due?
Al prossimo capitolo!
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Betty la fea / Vai alla pagina dell'autore: Mew_vale