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Autore: Huffelglee2599    17/11/2022    0 recensioni
Buongiorno a tutti! Dopo un discreto periodo di attesa sono ritornata con la seconda storia legata al mondo di Harry Potter!
In questo racconto, dal tono quasi transitorio, Santana, Brittany e Quinn, devono affrontare la venuta di una silenziosa minaccia che porterà con sé una considerevole ondata di panico tra le mura del castello di Hogwarts, in particolare nel cuore di Brittany..
Spero vi piaccia e buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Illusorio Equilibrio


Ancora una volta, un delicato movimento orizzontale condusse la ineguagliabile annodatura di una bluastra ed argentata cravatta a sollevare il suo perfetto intreccio di pregiato tessuto, fino a giungere al centro del bavero di una bianca camicia.
Il risuonare di un profondo sospiro, accompagnato da un aggraziato scorrere del palmo di una mano destra sulla morbida superfice di un grigiastro maglione, contornato da due simmetriche strisce blu, il cui lineare tratto, caratterizzava il limitare del bordo delle maniche e la zona inferiore del pullover, collocata nella circolare estensione del punto vita, fece da sottofondo alla incertezza di un modesto avanzare in direzione della sinistra fiancata di un letto.
Il graduale distendere di socchiuse labbra, in un entusiastico sorriso, seguiva il fervido bagliore di un verdastro sguardo, il cui uniforme itinerario, poggiava la sua attenzione sulla splendente tonalità di nitido corvino che caratterizzava la rinomata stoffa di una tunica, sistemata con cura sulle ripiegate lenzuola della brandina.
Per un indefinito intervallo di tempo, un lento e garbato accarezzare di leggiadre dita sulla morbida trama della pesante mantella, riconosceva la totale concentrazione dei lineamenti di un emozionato volto, il cui vivido scintillare delle sue iridi, convenne il sussistere di un intenso incrementare del loro chiarore, dinnanzi il flemmatico e soave ricalcare del tratteggiato contorno del celebre stemma della Casata Corvonero.
Di nuovo, mentre il disegno di una intrecciata strada volgeva al suo termine, inducendo la armoniosa movenza di premurosi polpastrelli a richiamare la doverosa finezza del loro gesto, il rossastro strato di una dischiusa bocca venne lambito dal greve abbandonare di un tremolante sospiro, conseguenza del miracolistico pervenire di una circostanza, a cui alcuna concreta ragione avrebbe dato adito.
Il tenue sbattere di un paio di palpebre, silenzioso intento di contenere il crescente velo di umidità, da cui una corposa sfilza di bagnate ciglia era soggiogata, concesse il taciturno trascorrere di un altro istante, prima che il fiorire di un progressivo inclinare cedette alla morbidezza del foderato tessuto della nera mantella il desiderato afferrare della sua proprietaria, la quale, con un fluido volteggio di rinnovate braccia, diede il termine alla conformazione della sua medesima essenza.
Per un breve attimo, laddove il fervente riverbero di verdeggianti sfumature accordava il suo spazio ad un oscuro racchiudere, cadenzato dal sonoro eco di un vigoroso sfiatare, il mediocre cordoncino della toga trovava la sua efficacia nel colmare il suo esiguo buco con il corrispettivo bottone, in una riscoperta allacciatura dal carattere alquanto solenne.
In seguito, la manifestazione di vivide striature dalla verde gradazione, scortata dal dispiegare di un raggiante sorriso, riconobbe la riprova del prodigioso ritorno di Quinn Fabray.
Lentamente, la concentrazione del suo rianimato sguardo, concesse alle luminose venature dei suoi occhi la possibilità di vagliare una conclusiva volta la struttura della bianca stanza di infermeria, dove il suo corpo era stato costretto a soffermare il decorso della sua stessa vita durante tutto il periodo di preparazione della salvifica pozione, circa un intero mese.
Un condensato rivolo di saliva venne indotto a discendere tra le riarse pareti della sua asciutta gola, conseguenza del brusco riaffiorare di un lacerante dolore, il cui improvviso ricordare della sua atroce violenza, sospinse le viscere del suo stomaco a contrarre la sua intrinseca sofferenza, sottraendo un esiguo barlume di fiato dalla umettata trachea della giovane Corvonero.
Ciò nonostante, la nitidezza della sua egregia memoria trattenne la rievocazione di quella straziante reminiscenza dentro ai meandri del suo ridestato animo, non permettendo il fiorire di alcun sentore di soffocante tristezza.
Così, senza elargire una ulteriore occasione di superfluo turbamento tra il suo rifiorito spirito, le vive iridi di Quinn indirizzarono la loro attenzione verso le congiunte ante del portone principale, cariche di una commossa bramosia, la cui origine, riscontrava terreno, non soltanto nella crescente smania di allontanare il funesto residuo di quel luogo dal suo resuscitato cuore, ma anche nella incontenibile urgenza di incrociare la fisionomia di una faccia amica.
Pertanto, il levare di un accennato procedere, condusse le nere calzature della ragazzina a compiere il preludio del suo riacquisito cammino, in direzione del mondo esterno.
Tuttavia, il giungere inatteso di un indistinto borbottare, nascosto dalla sua retrostante provenienza, persuase il concitato progredire della Corvonero ad arrestare la sua interiore frenesia, rivolgendo il vivace interesse del suo animato sguardo alla sua sinistra.
Per un fugace momento, la radiosa rifrazione delle sue floride iridi rimase ancorata ad esaminare la occulta figura alle sue spalle, la cui ubicazione, distaccava dal suo letto infermieristico solamente di due brandine, situando la sua posizione in una perfetta diagonale.
Il sorgere di un graduale abbassare delle palpebre della ragazzina, in un sottile socchiudere della sua acuta percezione visiva, accompagnava il germogliare di una oscura ombra tra lo sfavillante bagliore delle sue inumidite venature, sintomo del fiorire di una consueta sensazione di scontata diffidenza,
la cui sottintesa causa, rintracciava la sua prevedibile enunciazione nella ambigua essenza di Santana Lopez.
Invero, la ragionevole mente di Quinn stentava ancora a credere nella realtà di una concretezza che aveva individuato nella sua crudele persona una sorta di autentica salvatrice, una vera eroina, il cui valoroso cuore, non avrebbe mai sottratto la sua benevolenza nei riguardi di una disperata richiesta di necessario sostegno.
Dinnanzi, la sola considerazione delle medesime parole, a cui il suo intelletto aveva dato adito, nella sconsiderata intenzione di provare a nominare la giovane Serpeverde con un vocabolario differente dalla comune perfida, subdola ed arrogante, le purpuree labbra della Corvonero vennero dischiuse, rilasciando il sommesso rumore di un divertito sbuffo, accostato ad un lieve scuotere del suo capo, segno evidente di una consapevolezza, secondo la quale, la dimostrazione della sua virtuosa audacia non era altro che il risultato di una velata minaccia.
Nuovamente, il suo fervente petto dovette sottostare alla movenza di un rimarcato espandere della sua gabbia toracica, innegabile traccia del sequenziale giungere di un profondo senso di caloroso ed appagante orgoglio, la cui matrice, era strettamente legata alla logica cognizione che attribuiva, alla sua migliore amica Brittany, la veste di essenziale responsabile della sua irraggiungibile salvezza.
Il sinistro angolo della sua bocca convenne il tenue innalzare della sua lineare retta, in un accennato formare di un beato sorriso, mentre lo stabilito orientamento delle sue gambe rettificava il suo tanto agognato tragitto, conducendo il nuovo procedere dei suoi passi verso il letto di Santana.
Infatti, nonostante ciascuna vertebra del suo ridestato corpo detenesse il fremente principio di una incontrollata voglia di riabbracciare la fonte del suo stesso esistere, il cauto raziocinio della ragazzina avvertiva il forte bisogno di mettere in chiaro le peculiarità della recente condizione, a cui il singolare gesto della Serpeverde aveva conferito la sua origine.
In particolare, il conscio giudizio di Quinn avrebbe voluto valutare la presenza di un qualche genere di coercizione nei loro confronti.
Di conseguenza, laddove le suole delle sue scarpe terminavano il loro volitivo avanzare, esattamente a ridosso del bianco steccato di legno, situato alla base della brandina, un determinato incrociare di braccia anticipava la venuta della sua provocatoria e retorica affermazione.
-“Mi è giunta voce di una tua caritatevole azione..”-
Il reiterato movimento della mano destra di Santana, impegnata nel macchinoso intento di sollevare il bordo della sua tunica sul lato sinistro della sua spalla, interamente rivestita da una candida benda, la cui morbida copertura, avvolgeva il bianco strato di garza anche intorno alla curvatura del braccio, fino alla sottile linea del suo polso, cedette una imprevista interruzione alla sua febbrile cadenza.
Solamente, il sussistere di un fugace secondo, riconobbe un istante di totale immobilità nella statica figura della giovane Serpeverde, un momento di assoluta inerzia, dove la improvvisa stretta alla base del suo stomaco, non faceva altro che coincidere con il riverbero delle immagini, da cui la sua mente era stata colmata, senza incorrere in alcuna modalità di preavviso.
Tuttavia, malgrado il riaffiorare di una trascorsa circostanza, in cui le viscere del suo smarrito animo sostavano ancora, involontariamente attorniate da un anomalo sentore, la cui fonte, aveva indicato come presumibile esordio del suo stesso essere, la dannosa ed inopportuna vicinanza con la sagoma della babbana, portatrice di un effettivo pericolo in relazione alla salute della sua mente, la lontana
concentrazione della tormentata tenebra del suo sguardo sospinse le oscure striature delle sue iridi a convogliare il loro preludio di imminente irritazione verso il suo fianco destro.
Un ordinario contorcere delle sue labbra, in una famigliare smorfia di rimarcata arroganza, accostato alla immancabile elevazione del suo sopracciglio sinistro, elargiva alle canzonatorie sfumature degli occhi della mezzosangue il consueto manifestare della sua caratteristica espressione, ricolma di una rinnovata superbia, che il giungere di un obbligato sforzo, aveva consentito di rintracciare un terreno fertile tra i lineamenti del suo altezzoso volto.
-“Così sembrerebbe..”-
Per un indistinto intervallo di tempo, il conseguire di un taciturno dialogo, saturo di domande, a cui nessuna voce sembrava essere intenzionata a destinare la concretezza delle loro equivoche risposte, fece da silenzioso sottofondo alla costanza di un inamovibile scrutare, contrassegnato, da una parte, da un implicito ricercare del motivo, in base al quale, la fastidiosa lingua della Fabray aveva stabilito, come sua priorità, in seguito ad un dubitabile risveglio, il necessario compiere di una atroce tortura nei riguardi del sensibile e delicato sistema uditivo della giovane Serpeverde, dall’altra, dal tentativo di cogliere la prossima manovra strategica della subdola Santana Lopez.
Eppure, nonostante il persistere di una assidua osservazione, alcuna intenzione ottenne la conquista di un effettivo responso, accrescendo lo stato di nervosismo, nel già irrequieto spirito della ragazzina dai capelli corvini, ed accentuando il preludio di una condizione di angoscia nel tormentato cuore di Quinn, risultato di una incertezza a cui la sua anima doveva attribuire un vitale riscontro.
Pertanto, senza attendere il fiorire di un successivo momento di tensione, la Corvonero convenne il necessario avanzare di una drastica ed assoluta dichiarazione, in modo da evitare il sopraggiungere di una sua verosimile rivendicazione sulla salvifica condotta del suo agire.
-“Il tuo debito è saldato..”-
Inizialmente, un graduale raggrinzare della levigata fronte della giovane Serpeverde, in un crescente aggrottare della sua confusione, cedette la manifestazione di un istante di totale spaesamento nella disorientata mente di Santana, conseguenza di un sottinteso riferimento, al quale, la perplessità del suo frastornato intelletto non era in grado di estorcere il relativo significato implicito.
Tuttavia, un progressivo innalzare della reale motivazione, secondo cui, il lungimirante cervello della ragazzina avesse scelto di sua spontanea iniziativa di accordare la correlativa partecipazione ad una benevola missione suicida, riconobbe la presenza di una occulta intimidazione, risultato di un taciuto ricatto che la sua considerevole memoria aveva stranamente accantonato.
Dunque, la definitiva dichiarazione della mezzosangue verteva a sottrarre la sua vita da un ulteriore anno di limitazione del suo essenziale operato e dalla incombente ombra della sua espulsione.
Internamente, il greve risuonare di un lungo sospiro di sollievo condusse il cuore della Serpeverde a sgonfiare la soffocante pressione del suo stesso timore, concedendo un momento di puro benessere allo sconcerto del suo inquieto animo, dinnanzi alla costanza di un terrore a cui il suo pensiero non avrebbe più dovuto sottostare.
Ancora una volta, la parvenza del quieto perpetrare di uno stato di assoluto mutismo, ottenne il suo conseguimento, abbandonando il tenace sguardo delle due ragazzine in una segreta lotta interiore, dove la consuetudine di Quinn attendeva il pervenire di una lamentala, scortata dal giungere di una feroce controproposta, mentre la fisionomia del viso di Santana tentava di conservare la sua totale freddezza, mantenendo dentro di lei il conforto di una insperata liberazione.
Il levare di un violento ed improvviso stridore, il cui inaspettato pervenire, diede adito ad un leggero sobbalzare del rigido corpo delle assorte studentesse, costrinse la zelante determinazione della loro personale battaglia ad interrompere la sua perseverante assiduità, portando la concentrazione delle corrispettive iridi a soffermare la relativa sfumatura sulla causa del veemente cigolio.
Lentamente, il germogliare di un accentuato distendere delle labbra di Quinn, in un raggiante sorriso ricolmo di una incredula meraviglia, accompagnava il distinto fiorire di un arrossato velo di marcata umidità tra le verdastre striature dei suoi occhi, la cui sostanziosa consistenza, condusse le palpebre della Corvonero a muovere le sue lunghe ciglia castane, in un inconscio sbattere che indusse la forza di una goccia salata a riversare la sua travolgente gioia sulla pelle rosata della sua guancia destra.
Invero, esattamente al centro della soglia di ingresso, seguita da due ragazzini, Mike e Tina, vi era la trafelata ed ansimante figura di Brittany, il cui azzurro sguardo, contornato da un evidente strato di rossastro lucido, non ebbe alcuna occasione di indugio, prima di avere la possibilità di individuare il volto della sua amica.
Così, lasciando indietro la certezza del successivo trascorrere di un altro sprecato secondo, il sistema muscolare delle gambe di Quinn venne attivato, immediatamente accostato da un fulmineo scattare in avanti della giovane Tassorosso, in una frenetica corsa, traboccante di infinita beatitudine.
Le corde vocali di Brittany fremettero, in un lieto risuonare della sua rincuorata risata, scaturita dalla rinnovata sensazione di amorevoli braccia che circondavano con febbricitante vigore la sua schiena, in un rassicurante intreccio di famigliare calore umano, a cui le dita delle sue mani strinsero il ricordo del suo angosciante terrore.
-“Mi sei mancata..”-
Dinnanzi, il sommesso mormorio della sua flebile voce, la ferrea stretta, tra cui il corpo della giovane Corvonero racchiudeva la tremante sagoma della sua migliore amica, cedette il levare di un intenso incremento della sua già stritolante morsa, dando vita ad un soffocante abbraccio, mentre la fronte della ragazzina affondava nel candido collo di Brittany, alla ricerca del suo tipico odore di casa.
-“Anche tu..”-
Per un indefinito perdurare del tempo, alcuna intenzione di abbandonare il conforto di un ritrovato sentore di perduta pace, fu in grado di persuadere la statica figura delle due ragazzine a districare il loro asfissiante groviglio, fonte di una necessaria linfa vitale, la cui beatitudine, nutriva il sentimento di irrefrenabile felicità che il loro rinfrancato animo trasudava.
Solamente, in seguito ad una integra acquisizione di coscienza sulla effettiva presenza reciproca, un graduale distaccare del travolgente contatto indusse la creazione di un esiguo spazio tra i lineamenti del relativo volto, in maniera tale da concedere ancora un istante di doverosa vicinanza alle bagnate venature delle loro arrossate iridi, accompagnate dallo sfolgorante splendore di un attonito sorriso, prima di sciogliere la infinita perseveranza del loro legame, così da permettere a Quinn di salutare i suoi compagni di casata.
In principio, anche le gambe della stessa Brittany stavano volgendo la loro direzione nel retrostante spazio, il medesimo dal quale era giunta, tuttavia, il fortuito incrociare della famigliare fisionomia di Santana, sospinse le nere calzature della giovane Tassorosso ad orientare il relativo progredire nella modesta zona davanti a lei.
Nonostante, il recente conseguire di una mortale impresa, un lieve intrecciare nervoso di sudaticce dita scortava il timoroso avanzare della ragazzina dalla bionda treccia, sintomo di un innato sentore di soggezione, scaturito dalla consapevole imprevedibilità della condotta di Santana e dal protrarre di un suo ostinato silenzio durante tutto il mese corrente.
Le dischiuse labbra di Brittany vennero accarezzate da un tremolante sospiro, laddove il suo insicuro procedere trovava il suo arresto, esattamente a ridosso della bianca staccionata, posizionata ai piedi di ogni letto, e le azzurre sfumature del suo sguardo posavano la loro attenzione sulla sua figura, in quel momento, intenta a colmare il vuoto di una nera saccoccia di pregiato velluto con la camicetta di seta del suo pigiama.
-“Santana..”-
Il fulmineo elevare di un brusco irrigidimento, derivato dalla inattesa venuta della sua voce, sospinse il sistema muscolare della Serpeverde a contrarre il suo totale stato di impreparazione, conducendo le sue dita ad affondare la loro inaspettata tensione nella soffice stoffa della sua camiciola.
Per un fugace secondo, ciascuna vertebra del suo paralizzato corpo mantenne salda una condizione di assoluta immobilità, intimorita dal vincolo di un costretto agire, a cui la mente della ragazzina non era in grado di adempiere, frenata nel suo abitudinario operare dal giungere di un veemente battito cardiaco, la cui tumultuosa risonanza, faceva vibrare la sua gabbia toracica.
Dunque, la bocca di Santana dovette socchiudere il costante fiorire di una anomala esitazione, così da abbandonare la sua titubanza in un necessario sospiro di obbligata rassicurazione.
Di conseguenza, ricostituita la comune logica del suo essere, la risoluta morsa attorno al suo costoso indumento venne a mancare, lasciando alla inquieta tenebra del suo sguardo il compito di orientare la sua precaria attenzione sulla piana superfice del comodino di legno, posizionato affianco alla sua brandina, in modo da recuperare uno stropicciato sacchetto bianco di caramelle gommose, oramai terminato.
Sebbene, il cuore di Brittany detenesse una certa dimestichezza nei riguardi del sussistere di un suo solito ignorare, il germogliare di una tenue fitta di sofferenza tra i meandri del suo cadenzato pulsare non ebbe la forza di trattenere la sua dolorosa venuta, inducendo la direzione delle sue velate iridi a concentrare il loro celeste chiarore sulla sottostante pavimentazione.
Tuttavia, malgrado la freddezza della sua ordinaria condotta, il paziente animo della Tassorosso non concesse terreno alla presumibile delineazione di un ulteriore istante di fastidioso silenzio, dando a lei il manifestare di una espressione di autentica riconoscenza, il cui comprensibile paradosso, aveva lasciato indietro la sua medesima partecipazione, dinnanzi alla coscienza di una totale impossibilità di conferire alla missione la concretezza di un preludio, in mancanza della sua presenza.
-“..io..grazie..”-
Le azzurre venature del suo grato sguardo tornarono a rivolgere la loro attenzione alle oscure linee del suo volto, ancora eclissato dalla continua curvatura del suo capo, mentre il palmo della sua mano destra racchiudeva il freddo legno dello steccato, in un tenue reclinare del suo busto in avanti.
-“..davvero..”-
Di nuovo, la delicatezza del suo dolce mormorio, costrinse la presa dei polpastrelli della Serpeverde ad accentuare il vigore della loro asfissiante stretta intorno allo spiegazzato bordo del pacchetto di squisite leccornie, segno del sorgere di una famigliare sensazione di confortante calore tra le viscere del suo stomaco, risultato del sopraggiungere di un incontrollato senso di benessere, a cui la distinta sincerità della sua affermazione era strettamente legata.
Eppure, il fiorire di alcuna elevazione indusse le tetre striature delle sue sfuggenti iridi a mostrare il riverbero della loro fervida tenebra, in una doverosa tutela della sua stessa essenza, di fronte a cui, era alquanto necessario forzare la concentrazione del suo sguardo a restare ancorata tra il continuo svolgere delle sue faccende.
Difatti, laddove la sua mano destra limitava il suo movimento ad un meticoloso sistemare del bianco involucro dentro la sua nera sacca di velluto, il debole innalzare delle sue spalle dava riprova di una doverosa mancanza di interesse.
-“Non ho avuto altra scelta..”-
Così, conservando la complicità di un vitale distacco, il capo di Santana cedette la sua attenzione alla levigata estensione del tavolino, riacquisendo un contatto con la nera rilegatura del suo libro.
Ancora una volta, la sottigliezza delle labbra di Brittany venne costretta a sottostare alla pesantezza del rilasciare di un greve sospiro, sinonimo del progressivo attenuare della sua consueta tolleranza, accompagnato dal connaturale giungere di un profondo sentore di rammarico, la cui origine, trovava il suo principio nella consapevolezza di un volontario ricatto, dinnanzi a cui, la onesta morale del suo animo riscontrava il sussistere di una afflitta contrazione.
-“Io..mi dispiace..”-
Le dita della giovane Tassorosso allentarono la morsa attorno alla bianca staccionata, collocata alla base del letto, mentre le suole delle sue scarpe cimentavano le gambe della sua figura in un incerto avanzare, la cui imprudente audacia, condusse il suo corpo ad oltrepassare la sponda della brandina, fino a lasciare solamente una manciata di centimetri di distanza dal fianco destro di Santana.
Il giungere di un discontinuo stridore, determinato dalla solerzia di un brusco tendere della cerniera, a cui la borsa della giovane Serpeverde affidava la sua chiusura, non era altro che la conseguenza di una improvvisa alterazione del suo interiore avvertire, la veemente modifica di una lieta sensazione di singolare beatitudine, derivata dal manifestare di una inaspettata dichiarazione di veritiere scuse, a favore, della inattesa venuta di un fulmineo senso di soffocante turbamento, dovuto alla assoluta mancanza di un fondamentale spazio in cui riuscire a respirare.
-“..ma..”-
Un aggiuntivo passo venne portato avanti dal piede destro di Brittany, accostato ad un lieve inclinare del suo torace, in direzione della statica figura di Santana, la cui attenzione, era rivolta alle due dita che attorniavano la zip della sua saccoccia, oramai completamente bianche dalla violenza esercitata dalla loro pressione.
-“..non ce l’avrei mai fatta senza di te..quindi..ehm..grazie..”-
Successivamente, senza la concreta presenza di una effettiva ragione, le sottili labbra della ragazzina dalla bionda treccia posarono il loro calore sulla morbida pelle della sua guancia destra, in un fugace ed effimero bacio, la cui medesima esistenza, verteva sulla educazione di un corretto ringraziamento e sulla necessaria esigenza di suscitare una benevola irritazione.
Tuttavia, il rapido allontanare della figura di Brittany non concesse alle azzurre sfumature delle sue iridi la possibilità di osservare alcuna reazione.
Eppure, mentre la giovane Tassorosso ritornava dalla sua compagnia di amici, un lento innalzare del braccio di Santana convenne alla sensibile cute dei suoi polpastrelli la incauta opportunità di sfiorare la sua rovente gota, esattamente nello stesso punto, abbandonando così il suo vitreo sguardo ad un eterno momento di totale oblio interiore.




 
Hey! Eccovi giunti alla fine di questa seconda storia.
Spero che vi abbia intrattenuto.
Mi raccomando fatemi sapere con un commento se desiderate il proseguimento di questa avventura!
Grazie ancora :)

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