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Autore: Reykyra    17/11/2022    0 recensioni
Dopo molti anni Reyen Uchiha fa ritorno a Konoha con l'intento di smascherare il responsabile di un progetto che ha ridotto lui e molti altri sfortunati bambini in uno stato di schiavitù. Tuttavia, il suo ritorno avviene in un periodo particolare e ha delle conseguenze di varia natura. Molte questioni sono rimaste irrisolte e nuove realtà devono ancora realizzarsi.
La storia ha luogo in una sorta di "what if" riguardante il massacro degli Uchiha, pur non essendo la questione la tematica principale del racconto.
(Ho inserito personaggi inventati in un universo già esistente, ma con la specifica che ci saranno interazioni dirette con personaggi già esistenti nell'universo originale, quindi in particolare ci saranno interazioni con i memebri del Clan Uchiha e anche Naruto, che qui dovrebbe avere all'incirca otto anni, come Sasuke).
E' la mia prima storia! Enjoy!
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Clan Uchiha, Danzo Shimura, Famiglia Uchiha, Nuovo Personaggio
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 2 – a metà
 
-Se ne deve andare!- - La sua presenza è una minaccia per tutti noi!- -Forse è presagio di sventura!-
Quante urla, quante parole crudeli gli venivano rivolte contro. Tutto questo tumulto per un piccolo innocente, che ne se rimaneva seduto in un angolo con il capo chino. Era suo padre che ascoltava le suppliche e le malcelate minacce che i suoi compagni muovevano contro il bambino, senza poter fare altro che prendere atto dell’umore degli altri membri del Clan. Si volse verso il piccolo, superando la barriera umana che li divideva.
 
-Reyen … Uchiha.- Fugaku pronunciò il suo nome con grande stupore ed emozione, non credeva possibile che il giovane fosse davvero lì, davanti a lui. Itachi si era voltato immediatamente nella direzione della sua voce quando aveva chiamato il nome dell’altro, notando anche la presenza del piccolo Sasuke dietro la figura paterna. Dunque suo padre conosceva il misterioso giovane. Itachi non sapeva cosa pensare, perché un ragazzo tanto giovane aveva osservato di nascosto Fugaku e poi si era allontanato senza andare a parlargli se i due si conoscevano?
Come a voler cercare nuovamente risposte dal viso del ragazzo, Itachi si voltò per scrutarlo e fu allora che vide ciò che aveva immaginato la prima volta: lo sguardo di quel Reyen era diventato duro, avrebbe detto anche freddo se non fosse stato che le sue iridi sembravano ardere di emozioni, lasciando ancora qualche accenno di quella malinconia che avevano mostrato in precedenza. Restava dritto sulla schiena, il volto pallido distorto in un’espressione risentita, la mano che prima era stata avvolta dalle fiamme ora era chiusa in un pugno portato all’altezza delle anche. Ma ciò che disturbava Itachi più di tutto era l’ostinato silenzio che lo accompagnava.
Fugaku tentò di avvicinare il giovane, ma se al suo primo tentativo di avanzare aveva indietreggiato, al secondo tentativo di avvicinamento Reyen spiccò un balzo indietro, quanto bastava per sollevarlo da terra e spostarlo dal trio e nel fare ciò la sua immagine sembrò scomparire per un attimo, farsi trasparente e riapparire poco più in là, accompagnata da uno strano chackra più simile a fumo, dai colori tra il grigio scuro e il nero, con alcune sfumature violacee. Con un ultimo sguardo d’avvertimento, il giovane girò definitivamente i tacchi e si allontanò dal luogo.
 
Hiruzen Sarutobi era in piedi, davanti alla grande vetrata del suo ufficio di Hokage del Villaggio della Foglia, con la sua amata pipa in bocca e un braccio dietro la schiena. Sfumacchiava pacifico, quando un indelicato bussare interruppe il suo piccolo momento di pausa. –Avanti.-
Erano le due guardie cui era stato affidato il turno di pattuglia alle porte del villaggio, avevano un’aria un po’ incerta. –Perdona il disturbo, Terzo Hokage. Non siamo certi che sia una questione urgente, ma…- Incespicò sulle parole per continuare. -Ma stamane è giunto al villaggio un giovane che risultava essere un certo Reyen Uchiha.- Il vecchio Hokage si fece più attento alle parole dei due e cominciò ad interrogarli circa le intenzioni dichiarate dal nuovo arrivato. –Beh, ha semplicemente detto di essere finalmente tornato a casa. E dal momento che non ha nessun precedente di qualsiasi tipo, non abbiamo potuto far altro che lasciarlo passare.- Sarutobi annuì, non c’era alcuna ragione per cui Reyen non potesse rientrare nel proprio villaggio natale, ciò nonostante il pensiero del suo ritorno proprio in un momento di tensioni tra il Villaggio e il Clan Uchiha non gli consentiva di lasciar correre una questione altresì banale. –Capisco. Avete fatto bene a segnalarmi il suo ritorno, tuttavia non c’è ragione di agitarsi. Reyen Uchiha è stato lontano da casa per lungo tempo, è giusto che vi abbia fatto finalmente ritorno.-
Quando ebbe finito di rassicurare i due uomini e li ebbe congedati, Hiruzen Sarutobi tornò alla sua pipa, sedendosi sulla sua poltrona. Non era più in un piccolo momento di pausa, poiché la sua mente era già entrata in moto, progettando possibili scenari e possibili soluzioni. Se quel ragazzo si fosse rivelato una minaccia per Konoha, avrebbe dovuto gestirlo come tale, per quanto sapeva che le probabilità pendevano in realtà per il contrario, conoscendo la sua storia. –Dovrò conferire con i consiglieri riguardo questa storia. Forse non è niente, ma è meglio essere certi.-
 
Itachi e Sasuke camminava poco dietro Fugaku, che non aveva detto una parola da quando quel Reyen se n’era andato via in quel modo tanto brusco, se non un secco “andiamo a casa”. I due fratelli non avevano il coraggio di domandare al padre informazioni circa il misterioso ragazzo, forse perché il minore contava su Itachi per farlo e quest’ultimo era ancora alquanto turbato dall’incontro di poco fa. Era più che certo di non averlo mai visto prima, però suo padre lo conosceva e inoltre lo stesso Reyen aveva manifestato emozioni che facevano ben intendere che ci fossero dei trascorsi con Fugaku.
Il trio si addentrò nel quartiere degli Uchiha, posto ai margini del villaggio con grande malcontento dei membri del Clan. Le mura bianche erano dipinte solamente con lo stemma del casato, il ventaglio bianco e rosso e le saracinesche dei negozi locali cominciavano ad abbassarsi, visto che l’ora del tramonto era arrivata da poco e la gente che passeggiava per le vie cominciava a ritirarsi verso le proprie dimore, in vista dell’ora di cena. –Fugaku! Ragazzi!-
Mikoto Uchiha si avvicinò ai tre con passo lento, uno sguardo affettuoso le adornava il bel viso. La sua presenza sembrò abbastanza ad allentare la tensione che si era creata dal pomeriggio, soprattutto per Fugaku, ma era una pace che non era destinata a durare. –Capo!- Erano alcuni membri delle unità di polizia assegnati a Fugaku, accorsi dal loro capo per riportare notizie che in realtà lui e i suoi figli già conoscevano. –Reyen Uchiha! Reyen Uchiha è tornato al villaggio!-
Itachi si guardò subito intorno, notando gli sguardi delle persone mutare al pronunciare di quel nome: sua madre assunse un’espressione molto simile a quella che aveva visto sullo stesso Reyen mentre osservava Sasuke e Fugaku, gli altri invece furono ancor più curiosi da osservare, notava che alcuni avevano assunto un’aria preoccupata, altri invece erano quasi felici della notizia, mentre i più giovani, che probabilmente non conoscevano l’identità della persona in questione, rimase indifferenti.             –Riuniamoci questa sera al tempio di Nakano!- Ordinò Fugaku, prima di tirare dritto verso casa, chiaro segno che non avrebbe risposto a nessuna domanda.
 
-Ecco la sua chiave, signore! Spero che avrà una buona permanenza qui da noi!- L’anziano signore vestito di bianco si chinò educatamente dopo avergli dato la chiave del suo appartamento. Reyen accettò con un sorriso e si congedò rapidamente, desideroso di un po’ di calma. Era un trilocale abbastanza semplice ed accogliente, con divani moderni color antracite su cui erano poggiati cuscinetti color crema, la tappezzeria era relativamente chiara e la cucina era aperta. Un alloggio di lusso per i suoi gusti, ma ci si sarebbe abituato in fretta.  La camera padronale era molto spaziosa e con un grande letto matrimoniale, con le lenzuola azzurre e la trapunta blu con raffigurato un cielo stellato e una luna crescente. Reyen adorava quei colori, li trovava semplicemente rilassanti, gli calmavano sempre i nervi. La stanza aveva una grossa finestra con delle semplici tende bianche appese e i muri erano del medesimo colore, con appesi dei quadri decorativi tutti a tema floreale.
–Finalmente!- Esclamò buttandosi a peso morto sul letto, non era stanco fisicamente, no, la sua forma fisica si era plasmata in anni e anni di lavori forzati; era la sua mente che era in subbuglio: era riuscito a fare ritorno nel suo villaggio d’origine, ma non c’era un sola parte in esso che per lui corrispondesse realmente a “casa”, perché vi aveva trascorso davvero poco tempo e non c’era ricordi affettivi che lo rendessero completamente felice di essere tornato; aveva rivisto una persona che faceva parte del suo passato, ma qualsiasi sorta di felicità avesse potuto provare era scomparsa nell’istante in cui l’altro l’aveva riconosciuto. E chi erano quel bambino che stava con lui? E il ragazzino che lo aveva inseguito? Non si era accorto di lui fino a quando non gli si era palesato, forse lo aveva addirittura seguito per tutto il tempo! –Somigliava un po’ alla mamma…- Pensò distrattamente. Si girò sul fianco che dava di spalle alla finestra e volgeva verso la parete, cercando di scansare certi pensieri. Sbuffò rialzandosi a sedere. Non riusciva a stare calmo. Pensò che forse, dato che aveva una casa tanto ben attrezzata, poteva concedersi qualche lusso come un bagno rilassante. Si preparò gli abiti per la notte, e si diresse nel locale da bagno, anch’esso semplice e molto elegante, con i mobili in legno scuro e le pareti chiare e qualche decorazione che ricordava il verde del bambù. Preparò la vasca e s’immerse quasi subito, lasciando che l’ acqua lavasse via la tensione che aveva accumulato in quel breve lasso di tempo. Tirò un sospiro di sollievo, chiuse gli occhi e reclinò il capo all’indietro.
 
Intanto, al tempio di Nakano gli Uchiha si erano radunati. Tutti tranne Itachi, a cui Fugaku aveva espressamente detto di non andare e di badare a Sasuke. C’era un gran vociare tra i membri del clan, che però cessò quando Fugaku prese la parola per dichiarare l’inizio di quella nuova riunione del clan Uchiha. –Reyen Uchiha ha fatto ritorno a Konoha. Dobbiamo capire quale sarà la sua posizione!- Disse immediatamente uno dei membri più anziani, schiarendosi la gola in attesa di proseguire la sua esposizione. –Personalmente, ritengo che il giovane sia tornato al momento propizio. La sua forza potrà di certo essere utile a sostenere la nostra causa.- Un altro allora s’alzò in piedi di scatto. –Non scherziamo! Lo abbiamo allontanato noi, non il villaggio! Chi ci dice che non si schiererà dalla parte di Konoha?-  -Io dico che dobbiamo mettergli ben in chiaro che siamo ancora noi la sua famiglia ed è solo a noi che deve fedeltà!- -Ma quale fedeltà?! Prima lo mandiamo via e poi quando torna lo accogliamo come il figlio prediletto?!-
Tra i vari membri coinvolti nella discussione partì un vero e proprio battibeccare, come facevano i politici per infangarsi a vicenda quasi e Fugaku capì che era arrivato il momento di intervenire e placare gli animi. –Non sappiamo se Reyen sia tornato qui su richiesta di Konoha e per sua volontà. Forse non è nemmeno a conoscenza della situazione.- Parlò la voce femminile di Mikoto Uchiha, una delle poche ad avere avuto un pensiero impopolare. –Dovresti dircelo tu! Sei sua madre!- La rimbeccò uno, con l’aria un po’ alticcia e lo sguardo da attaccabrighe. –Basta!- Tuonò allora Fugaku, insofferente ad una tale mancanza di tatto verso sua moglie. –Sapete bene tutti quanti che, proprio per il benessere del Clan Uchiha, io e Mikoto abbiamo acconsentito all’allontanamento di nostro figlio Reyen. E non ci sono mai stati contatti da allora. Detto questo, io ritengo poco saggio attaccarci a qualsiasi idea non confermata. Per ora, limitiamoci ad osservare l’evolversi degli eventi.- La riunione toccò altri argomenti e altre discussioni prolungarono la sua durata fino a notte fonda.
Intanto i due fratelli Uchiha rimasti soli a casa si godevano un buona tazza di latte caldo prima di coricarsi. La serata si era fatta più fresca e una bevanda calda rappresentava una buona scusa per passare un po’ di tempo insieme. –Secondo te, fratellone, chi poteva essere quel tizio?- Itachi sapeva che Sasuke avrebbe fatto domande, ma scosse semplicemente la testa, nemmeno lui sapeva cosa dire. –Non so nulla di certo, Sasuke. Però…- Tentennò, attirando ancora di più l’attenzione del più piccolo. –Però?- -Però… Immagino conoscesse nostro padre. L’ho seguito quando l’ho visto avvicinarsi ai campi di allenamento degli Uchiha. Credevo ti avrebbe attaccato invece non l’ha fatto. Sembrava triste.- Sasuke sorseggiò il suo latte con fare pensoso, poi i suoi grandi occhi strabuzzarono. –Hai visto che cosa ha fatto?! La sua mano era avvolta dal fuoco e lui non è stato bruciato!- Itachi assunse un’espressione stupita a sua volta. Era vero, non solo aveva distrutto un arma in ferro con una sola mano, ma non aveva minimamente subito conseguenze nonostante avesse utilizzato il fuoco su sé stesso. Itachi non aveva mai visto prima qualcuno fare una cosa simile con il proprio chackra, certo lui poteva controllare anche l’elemento dell’acqua, ma l’acqua non brucia e il solo che aveva visto padroneggiare un elemento diverso dai suoi era stato Kakashi, il suo ormai ex-capitano Anbu. –Forse quel Reyen conosce delle tecniche ninja davvero forti! Se non fosse un nostro nemico, forse potrebbe insegnarci qualcosa…- -Sasuke, non sappiamo se si tratti davvero di un nemico o di un amico, ma fino a quando non ci saranno date istruzioni a riguardo, faremo bene a tenerci alla larga da Reyen Uchiha.- Itachi lo aveva detto sperando di tenere il suo fratellino lontano dai guai, ma lui stesso sentiva di non desiderare altro che scoprire la vera natura di questo fantomatico Reyen.   
   
 
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