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Autore: Aracne90    20/11/2022    1 recensioni
Dal capitolo 1: [...] -Sai, Vivian… Non dovresti fumare così tanto.- disse alla fine l’uomo, carezzandosi la lunga barba argentea, mentre gli occhi blu dietro alle lenti a mezzaluna scrutavano con attenzione la giovane che aveva appena chiamato Vivian.
-Lei non dovrebbe bere tanto zucchero, professore.- rispose alla fine lei, spegnendo la sigaretta fumata a metà e dando solo un colpo di bacchetta in direzione della finestra, che si aprì immediatamente. [...]

Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era stata una giornata dura.
La porta del minuscolo appartamento si aprì con insolita lentezza, cigolando appena, e lasciò entrare un fascio di luce artificiale prodotta dal lampadario del corridoio. Tutto taceva, a parte il respiro lento e cadenzato della ragazza stremata che si avvicinava con insolita stanchezza al divano, mentre la porta si richiudeva automaticamente alle sue spalle. Un solo tocco all’interruttore lì vicino, e di colpo il neon posto sulla sua testa si accese con uno stridio ben poco simpatico; si era dovuta adeguare alle decisioni del condominio, ed aveva dovuto abbandonare le lampadine ad incandescenza, troppo consumo e poco rendimento.
Una lucetta verde posta su un tavolino vicino alla porta della cucina la informò del messaggio in segreteria che qualcuno doveva averle lasciato. La ragazza si fermò a due passi dalla seduta azzurra, sul tappeto intrecciato, indecisa sul da farsi. Era il 12 Agosto; solo due persone potevano averla contattata per telefono, sua madre o … Decise che chiunque fosse stato, poteva aspettare.
Continuò la sua marcia verso il divano, abbandonando la borsa di pelle lì vicino con un lancio. Il tonfo fu minimo, in quanto il prezioso involucro si adagiò sul tappeto, ma la botta fu abbastanza forte perché la chiusura calamitata non reggesse all’impatto. Un rivolo di documenti si versò sul pavimento, ma lei non gli rivolse nemmeno uno sguardo.
Giunta finalmente a destinazione, la ragazza si buttò sul sofà, chiudendo gli occhi nel momento stesso in cui la sua schiena toccò la superficie morbida dei cuscini. Con altri due movimenti riuscì a sfilarsi le scarpe, un paio di ballerine nere a punta arrotondata, e si portò la mano destra alla tempia massaggiandola piano. Al contrario, la sinistra andò ad avvicinarsi alla poltrona accanto, alla ricerca del pacchetto che aveva abbandonato la mattina e trovandolo dopo qualche istante nella piega tra il cuscino superiore e quello laterale. Sospirando, la ragazza cacciò un mugolo basso, unico suono nella stanza, mentre piano sfilava con abilità una sigaretta dal misterioso pacchetto e la portava alla bocca, accendendola dopo qualche istante.
Crack.
Non si prese nemmeno la briga di vedere chi si era smaterializzato sulla sedia imbottita di fronte a lei.
Inspirò con calma il fumo, lasciandolo incanalare attraverso i polmoni. Le piaceva la sensazione di assoluta pace che provava in quei frangenti; per questo non era mai riuscita a smettere di dipendere dalla nicotina, nonostante fosse… sconveniente per una giovane come lei fumare qualcosa di tipicamente Babbano.
Fu solo dopo che espirò il fumo dalla bocca tranquillamente che si rivolse al nuovo arrivato, sorridendo appena. –Non l’aspettavo qui stasera, professore.
Albus Silente sorrise, piegando appena il capo. Non era solito piombare nelle case altrui senza preavviso, ma anche se lo fosse stato, non ci sarebbe stato alcun problema per lei. Scuotendo appena il mento, la ragazza tirò fuori con la mano libera la bacchetta di ebano, e la agitò energicamente, facendo lievitare un intero servizio da the, compreso di bevande e pasticcini, su un tavolino che stava arrivando a tutta velocità dalla sala da pranzo.
-Spero di non disturbare.- cominciò il famoso preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, osservando curioso le evoluzioni delle varie tazze di porcellana fino a quando non toccarono con un tintinnio la superficie dura del tavolino. –Non ho avuto proprio il tempo di avvisare.
La ragazza storse le labbra, lasciando cadere la cenere del mozzicone quasi terminato sul posacenere appena evocato. –Non si preoccupi professore.- disse con garbo, continuando ad inalare il fumo, ed indicando le leccornie appena arrivate. –Mi scusi lei, piuttosto… Non sono molto presentabile, al momento. Prego, si serva pure.
Silente sorrise, allungando la mano verso la tazza di porcellana più vicina alla sua sedia imbottita. L’odore della fragranza infusa era ben evidente, un perfetto earl grey tea si stava raffreddando piano, ma lui comunque andò ad aggiungere alla bevanda due zollette di zucchero, che mescolò col piccolo cucchiaio di argento, producendo un lieve tintinnio. –Latte o zucchero?- domandò alla ragazza, che nel frattempo si era rimessa diritta, ed aveva alzato la borsa riordinando i fogli.
-Nulla, grazie.- disse piano lei, riappoggiandosi al sofà, i piedi coperti dal sottile strato di calze che stavano tranquilli sul tappeto. Silente sorrise, andando a sorseggiare il liquido contenuto nella tazza, e fu solo dopo che ebbe terminato questo rituale che parve riaccorgersi della presenza di lei.
Che nel frattempo aveva acceso una seconda sigaretta.
-Sai, Vivian… Non dovresti fumare così tanto.- disse alla fine l’uomo, carezzandosi la lunga barba argentea, mentre gli occhi blu dietro alle lenti a mezzaluna scrutavano con attenzione la giovane che aveva appena chiamato Vivian.
-Lei non dovrebbe bere tanto zucchero, professore.- rispose alla fine lei, spegnendo la sigaretta fumata a metà e dando solo un colpo di bacchetta in direzione della finestra, che si aprì immediatamente. –E’ successo qualcosa ai miei genitori?- chiese, puntando gli occhi castani in quelli dell’uomo, i riflessi rossi immersi nei suoi capelli che brillavano quasi di luce propria.
Silente scosse la testa. –No, Margareth sta bene. Come Vincent.
Vivian annuì. Almeno due membri della famiglia stavano bene. –Thetis? Rence? I piccoli?
-Tutti bene.
-Perfetto.- terminò la giovane, riappoggiando la schiena contro i cuscini del sofà, rigirando la bacchetta tra le mani. Non era successo nulla, non ancora… Prese altri due respiri.
-Tuttavia- la interruppe l’uomo, che stava ancora carezzandosi la barba con insolita foga –Sì, sono venuto per qualcuno.
Vivian si riscosse. Se non era la sua famiglia, allora… -Mag? Suzie? Toby?
-No, no, no…- esclamò Silente, muovendo le mani insieme alla testa. –No, nulla del genere. Quei tre, e Mark, stanno bene, e ti salutano, anzi. Gli manchi molto, sai?
Vivian annuì ancora una volta. Lo sapeva bene, aveva dovuto implorarli di non venire a Edimburgo per il weekend, il primo libero per tutti. Non era molto saggio andare a trovare il punching-ball preferito dai Mangiamorte scozzesi, soprattutto in estate.
Devo lavorare molto, lei lo sa. Lo devo fare, se voglio mantenere questo posto.
-Lo so, lo so.- disse piano Silente, abbassando il braccio destro per posare la tazzina sul tavolo. –Impegni di Trasfiguranti. Anzi, volevo congratularmi con te per il tuo ultimo articolo. Davvero affascinante. Lo pensa anche Minerva.- concluse con un sorriso.
Vivian abbozzò ad una minima espressione, tirando le labbra. Conosceva il preside; non era andato da lei solo per congratularsi, ma i complimenti le facevano sempre piacere. Con un solo gesto, andò ad aprire il pacchetto e cacciò una sigaretta, che accese subito dopo. Ne erano rimaste tre; il giorno dopo avrebbe dovuto comprare un altro pacchetto. –Che cosa vuole, professore?- domandò, espirando il fumo, che uscì in fretta dalla finestra aperta.
Silente alzò gli occhi sul neon appena illuminato, scuotendo la testa. Quanti anni erano passati? Nove? Già… Nove ad Ottobre. L’uomo sospirò. –Sono venuto per qualcuno.- disse nuovamente, alzando gli occhi sulla ragazza –Hanno bisogno di aiuto. Protezione. Qualcosa che solo tu puoi dare, Vivian.
La giovane espirò nuovamente. Chiunque fosse stato, doveva essere davvero importante se Silente in persona chiedeva a lei il suo aiuto. –Loro chi?
L’uomo mantenne lo sguardo fisso, azzurro e castano mescolati insieme. Non doveva cedere, non ora. Ne andava del futuro di tutti. –James Potter e Lily Evans.
Vivian rimase pietrificata. Lily Evans e James Potter. Doveva aiutare Lily Evans e James Potter. Proteggere Lily Evans e James Potter. Difendere Lily Evans e James Potter. E naturalmente Harry.
Le parole seguenti che vennero pronunciate da Silente le raggiunsero solo metà orecchio. Avrebbe dovuto rivedere le uniche due persone che mai nella vita avrebbe voluto più incrociare.
Era stata una giornata dura, ma la notte doveva ancora cominciare.

 
   
 
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