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Autore: Thumbelina    10/09/2009    4 recensioni
Salve, una non molto breve lettera di che Severus scrive alla tornata Lily. Tratto dalla mia ff L'amore davvero, spero che riesca ad entrare nei vostri cuori
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettere a un amore mai nato


Cara Lily,
ti scrivo in questa notte d’estate la prima lettera della mia vita, quindi spero tu possa perdonare una qualsiasi eventuale espressione poco consona a questo mio spero alquanto breve scritto.
Cara Lily,
non so davvero da dove cominciare, ho così tante cose da dirti che nella mia mente si riducono a due singole parole a dire il vero ben poco significative ed originali: ti amo. Appunto, cara Lily, due parole, due parole che avrei sentito pronunciare un miliardo di volte fra le battute di un film e le righe di un libro, parole a cui l’amore non si avvicina neppure lontanamente ma che sembra racchiudano in se tutta la potenza e la passione contenute in quest’ultimo.
Cara Lily,
mai il pensiero di scriverti mi ha sfiorato anche lontanamente i pensieri e così mi trovo ad essere completamente sprovvisto di argomenti pertinenti con l’argomento ”ti amo”.
Allora vediamo… ah, sì, ci sono, so come cominciare:
Cara Lily,
ti amo dal giorno in cui ti ho conosciuta.
Sì, è un bell’inizio, forse un po’ scontato, ma bello, non trovi? È un inizio che non vuole essere nulla di più, solo un modo per cominciare, solo un titolo ad una storia, una breve prefazione che non contenga in se alcun riferimento a ciò che leggerai in seguito. Un inizio, insomma, un inizio puro e semplice.
…Il giorno in cui ti ho conosciuta… ah che bel giorno che è stato! C’era sole ed era d’estate, e tu stavi sull’altalena insieme a tua sorella, ricordi, Lily, ricordi? Beh io lo ricordo a memoria, perché dire che fu quel giorno a cambiare totalmente la mia vita è alquanto riduttivo. Forse, se non ti avessi mai conosciuta, la mia misera esistenza attuale si sarebbe ridotta in una semplice vita serena e felice paragonabile nel migliore dei modi a quella di un qualsivoglia mago purosangue che popoli il nostro caro pianeta. Sì, se non ti avessi mai conosciuto, la mia esistenza sarebbe stata senza dubbio alcuno migliore di quella che ho vissuto, magari ora sarei sposato con una bellissima strega dai capelli biondi, purosangue anche lei magari, e magari, sempre magari, sarei anche padre adesso, padre di una bella bambina dai capelli neri come il padre o biondi come la madre. Credo che l’avrei chiamata… Joanne, oppure Julia, o Charlotte, insomma un qualche nome glielo avrei dato, no? Magari non farei neppure più il professore ad Hogwarts adesso, magari farei l’avvocato o lo psicologo, o magari non farei proprio nulla, me ne starei a casa per tutto il giorno a fare un bel niente in un nulla totale che mi permetterebbe forse di risolvere anche quel dannatissimo cubo di Rubik che da un anno mi sta mandando in fumo il cervello. Forse adesso, se non ti avessi mai conosciuta, vivremmo felici e contenti, io e la mia famiglia perfetta, in una specie di universo parallelo in cui non esiste nulla di brutto per quel poco che mi riguarda.
Cara Lily,
se non ti avessi mai conosciuta, sono più che sicuro che la mia vita sarebbe stata circa dodicimila volte migliore della mia vita attuale. Ma ti ho conosciuta, ed è proprio qui che comincia la mia storia…
Cara Lily,
siediti e rilassati, avvicina magari al tavolo un vassoio con pasticcini e tè, perché non sarà una storia breve.
Cara Lily,
noi due ci siamo conosciuti il nove giugno 1979, ore 14 e 37, i secondi non me li ricordo perchè passarono troppo in fretta. Allora… hum… già: diciamo che avevo solo dieci anni quel giorno e un bambino di dieci anni in genere ignora il significato di 4/5 delle parole contenute nel dizionario e non sa che cosa vuole che il suo futuro gli riservi. Io però non ero come tutti gli altri bambini, non lo sono mai stato, e invece della favole di Bathilda Bath leggevo qualche pagina dell’Enciclopedia, così che a soli dieci anni ero molto più istruito io di quel mio padre che tanto odiavo.
Cara Lily,
a volte credo che io ti amassi ancor prima di conoscerti, che ti amassi già da quando ti spiavo da dietro i cespugli per capire se fossi una strega oppure no. Già, ti amavo già da allora, ti amavo fin da quando non sapevo neppure il tuo nome, da quando non avevo mi ero neppure mai accorto dello splendido colore dei tuoi occhi. E da quando ti amo, cioè da quando ti ho conosciuta, io mi sono reso conto che sei la cosa, la persona, più importante delle mia vita. La persona più importante di una vita totalmente insignificante, penserai tu, e non posso certo darti torto, ma una bambina, una bambina dai lunghi capelli rossi, una volta mi ha detto che la vita di ogni persona è importante e quindi, a parere di quella bambina (che eri tu) anche la mia misera esistenza una pur debole importanza dovrebbe averla. Allora, se della mia vita ti importa, vorrei dirti che sei, sei sempre stata e sempre sarai tu quella che io chiamo vita (spesso accompagnando la parola con un’espressione di disprezzo per me stesso) , perché ogni mio più singolo gesto compito o da compiere in questa mia misera esistenza avrà sempre te come scopo finale. Lo aveva da quando eravamo piccoli, lo aveva quando muovevo le pedine degli scacchi con la bacchetta per farti vincere la partita, lo aveva mentre mi protendevo dinnanzi a suo figlio per salvargli la vita da un anatema di Bellatrix Lestrange, lo aveva anche quando ho gettato nel lago uno dei miei libri preferiti e, lo aveva anche quando ti ho difesa, anche se tu l’hai presa male, e lo aveva anche quando all’età di quindici anni avrei passato la notte steso sul pavimento dinnanzi alla porta della tua camerata per chiederti di perdonare lo sbaglio più grande di tutta la mia vita. E poi… oh Lily io… io…
Cara Lily,
ci sono così tante cose che vorrei dirti che maledico questa dannatissima piuma evidentemente incapace di riportare ciò che provo sulla pergamena.
Cara Lily,
ti chiederai ora come in più di sei anni che abbiamo passato nella più totale amicizia io non ti abbia mai rivelato ciò che provavo per te. La risposta e semplice: avevo paura di rovinare tutto, e poi non c’è stato più nulla da rovinare. Tu… oh tu ti sei gradualmente ma definitivamente allontanata da me, e poi hai cominciato ad uscire con Potter, e io sono diventato un mangiamorte e poi… beh poi tu ti sei sposata, ed hai avuto un figlio e poi… e poi anche se avessi voluto non sarei mai riuscito a riportarti in vita.
Cara Lily,
il giorno che seppi da Colui-che-non-dovrebbe-essere-nominato-ma-che-io-nominerò-lo-stesso, cioè Voldemort, che tuo figlio era il primo fra i suoi desideri e che per averlo avrebbe fatto di tutto, lo implorai di non toccarti, avrebbe potuto uccidere Harry e James, non mi sarebbe importato, ma lo supplicai in ginocchio affinché non facesse del male a te. No, non fraintendermi, Lily, non volevo costringerti ad essere mia,, non era questo che gli avevo chiesto, io volevo solo che lui ti lasciasse in vita, perché non avrei mai potuto sopravvivere alla tua morte. E quando lui ha detto di no sono corso da Silente, il quale avrebbe potuto portarmi ad Azkaban seduta stante, ma non mi importava, ed implorai anche lui di proteggerti, di proteggervi tutti, te, l’uomo che odiavo e vostro figlio, ed in cambio io avrei fatto qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa, Lily, qualsiasi cosa.
Cara Lily,
Silente mi fece credere la tua morte perché io rimanessi fedele a tuo figlio, all’unica cosa che mi restava di te, e quindi credo che mi odierai, perché è quindi a causa mia che non hai vissuto da madre questi lunghissimi sedici anni, colpa mia se hai vissuto reclusa in quella casa babbana per tutto questo tempo, colpa mia se ho vissuto nella tristezza per tutti questi anni. Insomma, Lily, fu colpa mia.
Da quel giorno, cara Lily, dal giorno in cui Silente mi ha comunicato la tua morte, ho cominciato a prendermi cura di tuo figlio, di trattarlo come se fosse mio, come se fosse nostro, mentre il suo aspetto mi impediva continuamente di dimenticare chi fosse il suo vero padre.
Quante cose ho fatto per lui, Lily, quante cose, e lo facevo perché lui era tuo, perché lui eri tu, perché in lui c’era ancora quella piccola parte di te che mi era rimasta, ed io dovevo proteggerla, proteggerla come non avevo saputo proteggere te.
Cara Lily,
ho tradito, ho ingannato, ho ucciso, ho rubato, e l’ho fatto solo per te, cioè per lui, anzi, in realtà non so nemmeno io perchè o per chi l’ho fatto, e ho rischiato la vita, e mi sono tirato contro la malevolenza della gente, sia di quella buona che di quella cattiva, e tutto per… te, anche se tu eri morta ormai.
Cara Lily,
tuo figlio mi odia, francamente credo di aver fatto di tutto pur di farmi odiare da lui, Dio quanto mi ricordava James!
Eppure l’ho aiutato Lily, ho sacrificato la mia vita per lui, devi credermi.

Ora,
Cara Lily,
ora che sei tornata, non ho più le parole per dirti quanto sia grande il mio amore per te, ora che sei tornata, non ho più lacrime per piangere di gioia, ora che sei tornata, non ho più un inizio per ricominciare daccapo, e così continuerò a vivere la mia, anche se fa schifo, e a guardarti ridere da un angolo desiderando con tutto me stesso di poter fare mio anche uno solo di quei sorrisi.

Io ti amo, Lily Evans, e questo tu non lo saprai mai.
Mai ti spedirò questa lettera, mai te la lascerò sul cuscino, né attaccata come post-it allo specchio, e mai saprai, amore mio, che non è passato attimo della mia vita in cui io non ti abbia amato.

Con troppo, troppo amore,
sempre tuo
Severus.


E firmato ch’ebbe la pergamena la ripiegò per bene e se la rigirò un momento fra le mani, commesso egli stesso per le sue stesse parole, e poi si alzò dalla sua comoda poltrona dinnanzi alla scrivania e si recò al suo armadio. Apri entrambe le ante e in un cassettino dimenticato dalla luce e dal mondo, depose delicatamente quel piccolo scritto, infondo infondo, in posto che nessuno avrebbe potuto vederlo, proprio fra gli sgargianti colori del cubo di Rubik e quelli opachi dei vetri di un frammento di quello che era stato lo specchio delle brame, quello specchio che, per tutti gli anni che era stato ad Hogwarts, gli aveva fatto sognare che Lily gli fosse ancora accanto. Tutte cose che ormai non gli servivano più, e quella lettera era fra esse.
Poi richiuse tutto con cura e se ne tornò al camino.
Non avrebbe mai più riaperto quel cassetto in tutta la sua vita, non avrebbe mai più posato lo sguardo su quella lettera, né sul frammento di specchio, né sul cubo di Rubik, ma qualcuno lo avrebbe fatto per lui. Peccato solo che quel qualcuno non sarebbe stato Lily…



Salve, miei lettori, spero che questo capitolo vi sia piaciuto perchè devo ammettere che è uno dei miei preferiti, scusate se è un po' lungo, non potevo farne a meno.
Spero di esser riuscita a strapparvi qualche lacrimuccia. Con affetto. Giulia.

   
 
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